Una sfaccettatura della sincronicità: Il colpo d’occhio o sguardo sincronico


Dall’autobiografia di Teresa di Gesù Bambino
«Ero un carattere gaio ma non sapevo lanciarmi nei giochi dell’età mia; spesso durante la ricreazione mi appoggiavo ad un albero e da là contemplavo il colpo d’occhio, abbandonandomi a riflessioni serie!» (Manoscritto A, 115).
Questo brano è una splendida immagine della dote manifestata da Maria al banchetto di Cana.
Nel racconto evangelico, tutti hanno qualcosa da fare: chi nella cucina, chi al servizio, chi agli strumenti musicali. Soltanto Maria vede l’insieme, ha il colpo d’occhio e capisce che cosa di essenziale sta succedendo e che cosa di essenziale sta mancando: “Non hanno più vino”. Cardinale Carlo Maria Martini
Più di una volta mi sono trovata a leggere:
La sinossi dei Vangeli è uno sguardo d’insieme o parallelo dei vangeli. Da sùnopsis, “colpo d’occhio” cioè avere la possibilità di guardare la corrispondenza dei passi in uno stesso tempo. Qualora si mettessero i primi tre vangeli in parallelo, con un solo colpo d’occhio, si noterebbe che hanno delle grandi affinità. La sinossi, quindi, è uno sguardo contemporaneo, sincronico, del materiale evangelico.”
Tra i sentieri della sincronicità, allora, da anni ne intuisco uno che mi rimanda ad un atteggiamento di fronte alla vita di “sincronizzazione” con il mondo.
La sincronizzazione ha il suo proprio ritmo. In ciascuna vita c’è un tempo per ogni cosa. Il processo di sincronizzazione non può essere forzato: esso deve essere colto con fluida grazia, un passo alla volta. Questo è l’inizio della saggezza.
Dice Carl Gustav Jung che “La nostra psiche è costituita in armonia con la struttura dell’universo, e ciò che accade nel macrocosmo accade egualmente negli infinitesimi e più soggettivi recessi dell’anima.”
“Una definizione filosofica elementare dice che la saggezza consiste nel “fare il miglior uso possibile della conoscenza che si ha a disposizione”. Una decisione saggia, ad esempio, va presa anche quando le informazioni a disposizione sono incomplete. Pertanto, per poter agire saggiamente, bisogna essere capaci di intra-vedere al meglio.
Molte autorità e governi moderni, nonché religioni ed etiche, affermano che la saggezza richiede una “prospettiva illuminata”.
Le azioni e le intuizioni che sono considerate dai più come sagge tendono a:
• innalzarsi al di sopra di un singolo punto di vista, aspirando ad un modo di essere che sia compatibile con più di un sistema etico;
• aver cura della vita, del bene pubblico e degli altri valori impersonali, senza anteporre loro il proprio ristretto interesse personale;
• avere una solida conoscenza dell’esperienza del passato (senza per questo essere incapaci di svincolarsene), ed essere al contempo in grado di anticipare le probabili conseguenze future di certe azioni;
non prestare ascolto solo alla voce dell’intelligenza, – ma anche a quella dell’intuizione, del sentimento, dello spirito, etc.
Tradizionalmente, la saggezza è collegata alla virtù. È tautologico affermare che chi è saggio è anche virtuoso. Le virtù più spesso associate alla saggezza sono l’umiltà, la compassione, la temperanza, la carità, la tolleranza e la mancanza di presunzione.
Alcuni sostengono che il più universale (ed il più utile) significato del termine saggezza sia quello di essere in grado di vivere stando bene insieme agli altri. In questa prospettiva, il saggio è colui che è in grado di mostrare agli altri la pochezza delle cose del mondo e l’intrinseca interconnessione di ogni cosa ad ogni altra.
Colloquialmente, si considera la saggezza come una qualità che sopraggiunge con l’avanzare dell’età.” Da: Wikipedia
I sentieri che hanno un cuore, allora, intersecano talvolta, quasi per caso, la via maestra del pensiero razionale, ma quando questo accade, quando la nostra testa e il nostro cuore si muovono all’unisono, sembrano verificarsi condizioni particolari, la cui caratteristica è di infrangere ogni nostra aspettativa e di essere a-logiche, a-temporali, a-scientifiche ma, nondimeno, perfettamente reali.
Allora mi sembra di intuire che anche noi possiamo avere un approccio alla vita di tipo sincronico e/o diacronico, un approccio che “aiuta” la sincronicità.
Sincronicità è un termine introdotto da Carl Jung nel 1950 per descrivere una connessione fra eventi, psichici o oggettivi, che avvengono in modo sincrono, cioè nello stesso tempo, e tra i quali non vi è una relazione di causa-effetto ma una evidente comunanza di significato. La sincronicità è relativa quindi alle “coincidenze significative” (da Wikipedia)
Una sfaccettatura della sincronicità, allora, potrebbe essere un approccio sincronico che è quel colpo d’occhio che permette di intuire immediatamente la struttura di fondo di tutta una serie d’eventi.
Lo sguardo diacronico, invece, è lo sguardo “solito”, che permette di dare un giudizio soltanto dopo che è stata esaurita la conoscenza dei fatti particolari.
La parola “sincronico” deriva dal greco “sin-kronos”. “Sin” vuol dire “insieme”, “kronos” vuol dire “nel tempo”. “Diacronico” – “dia-kronos” – vuol dire “attraverso il tempo”.
Chi è esperto di musica sa che questa è fatta di tre elementi: il tempo, la melodia e l’armonia.
La melodia è diacronica, lo sviluppo di una nota melodica; l’armonia è sincronica, una nota sull’altra. Il tempo è la struttura di base che permette all’armonia e alla melodia di stare insieme.
Solo uno sguardo sincronico consente di cogliere stadi di coesistenza o di sovrapposizione.

Pensieri correlati

Diacronia / sincronia
Da: Dizionario di storiografia
“Termini derivati dalla linguistica strutturale di F. de Saussure. La sincronia (estensione nello Spazio) è compresenza acronica delle relazioni strutturali che compongono la langue; la diacronia (estensione nel Tempo) è la successione temporale degli stati del sistema linguistico. L’analisi storico-critica (R. Engler, T. De Mauro) ha dimostrato che esistono in Saussure vari significati dei due termini. Si può affermare però che solo la langue (sistema dei mezzi linguistici, superindividuale e trascendente, sincronia fuori dal tempo) è oggetto di scienza, e che nel campo della diacronia non c’è vera conoscenza. Il cambiamento linguistico è infatti per Saussure la sostituzione di uno stato sincronico con un altro stato sincronico. L’opera storiografica di A. Meillet, allievo di Saussure, ha mostrato la relazione tra sincronia linguistica e organizzazione sociale, cercando di formulare una teoria del sistema linguistico che renda conto della diacronia e del mutamentoindividuale. La teoria della lingua s’interseca in Meillet con la sociologia di E. Durkheim, e si ricongiunge ai problemi della conoscenza storica (per esempio in M. Bloch).”
“Il pensiero sincronico può essere definito un “pensiero di campo”, al cui centro si trova un tempo periodico, infinito e immaginario, a forte valenza affettiva. Un tempo d’anima. E’ da questo centro che scaturisce il kairòs, il tempo debito. Il pensiero causale è, per così dire, lineare, e procede secondo una concezione del tempo sequenziale e relativistica. Questi due tempi, sincronico e causale, sono per noi i poli estremi e complementari (di cui il primo, però, dev’essere considerato centrale anche al secondo) di un unico asse temporale su cui si declina il simbolico nel suo farsi ineffabile esperienza di vita, sospesa tra tempo sacro e profano. Tra i due, c’è una serie infinita di stadi intermedi in cui le due modalità si combinano tra di loro.
Sono quindi da considerarsi sincronici, oltre i tre tipi elencati, anche gli imprevisti, gli incidenti, le malattie e le guarigioni, le perdite e i ritrovamenti, gli incontri e gli scontri, le guerre e la pace, gli eventi sociali e naturali, la fortuna e la sfortuna, le nascite e le morti, le mutazioni, le invenzioni, persino le scoperte scientifiche, i sogni e, naturalmente, evento degli eventi, l’amore. Come vedete, la vita stessa, nel suo complesso, può essere concepita come un immenso flusso, continuo e ininterrotto, di eventi sincronici.
La sincronicità si ha allora quando l’anima dell’uno mostra la sua stretta e intima interconnessione, patica (sia nel verso sin che anti), con l’anima dell’altro, ed entrambe con l’anima del mondo.”

Da: Baldo Lami, Le sincronicità: neppure il caso viene a caso!

“La cultura della improvvisazione nell’attimo presente è lo sguardo che occorre”. Paolo Ferrario parlando di Jazz.
“Guardare” significa anzitutto badare, sorvegliare, custodire, e fare attenzione. Avere cura e preoccuparsi. Guardando veglio e (mi) sorveglio: sono in rapporto con il mondo, non con l’oggetto. Ed è così che io “sono”: nel vedere mi vedo.. ; nello sguardo sono messo in gioco. Non posso guardare senza che ciò mi riguardi. […] Così tutto il volto diventa un occhio

In: Jean-Luc Nancy, Il ritratto e il suo sguardo
“Noi non vediamo l’occhio umano come un ricettore. Quando vedi l’occhio vedi qualcosa uscirne. Vedi lo sguardo dell’occhio”. In: L. Wittgenstein, Osservazioni sulla filosofia della psicologia, Adelphi
“Lo sguardo è la cosa che esce, la cosa dell’uscita – e per essere più precisi: lo sguardo non è niente di fenomenico, al contrario è la cosa in sé di un’uscita da sé, solo con la quale un soggetto diventa soggetto, e la cosa in sé dell’uscita o dell’apertura non è uno sguardo su un oggetto ma l’apertura verso un mondo. In verità, non è più affatto uno sguardo-su, è uno sguardo tout-court, aperto non su ma dall’evidenza del mondo.” In: Jean-Luc Nancy, Il ritratto e il suo sguardo

Filmografia
– Il favoloso mondo di Amélie
– ?

9 pensieri riguardo “Una sfaccettatura della sincronicità: Il colpo d’occhio o sguardo sincronico

  1. cari amici, ho fatto questo post sullo “sguardo sincronico” perchè questi pensieri accompagnano la mia mente da parecchi anni. in questi giorni ai miei pensieri ho aggiunto le riflessioni di Baldo e quella di Paolo. mi scuso se le ho citate senza avvisarvi. intanto ne approfitto per dirvi che sono molto consapevole che sono pensieri sparsi, intuizioni che non sono mai riuscita a legare bene tra loro. sono molto carente sia in filosofia che in psicologia. li ho lasciati qui perchè, ripeto, hanno accompagnato la mia mente e perchè in fondo ci vedo un modo per proseguire in questi miei pensieri con chi ne sa decisamente più di me. sono disposta anche a concludere che non ci stanno bene insieme e, di conseguenza, a togliere questo post. avevo anche pensato se era questo il luogo migliore per condividerli o su facebook, poi ho scelto questo. buona serata ciao, anche a gabriele che non ho citato, ma anche i suoi pensieri di questi giorni mi hanno sollecitato.

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  2. Cara Monica,gli articoli che sono stati (e che forse saranno) scritti sulle pagine di questa antologia non possono non avere la caratteristica di essere dei frammenti, schizzi, raccolte di tracce sparse, bozze buttate lì, possiamo anche dire, alla bene meglio, pur con la massima cura possibile in quel momento, ovvio (anche perché siamo tutti impegnati anche in altre attività), ma che riflettono temi che ci sono cari, che ci hanno accompagnato nel corso di una vita – che miscelano e riproiettano necessariamente anche le idee di quegli autori che per noi hanno saputo cogliere meglio nell’anima contemporanea, che sono stati i nostri maestri spirituali – e che vogliamo quindi condividere, interconnettere, tramare con altri frammenti, prospettive diverse, in modo da costituire un ideale terreno di coltura, sufficientemente caotico, di fermenti per un mutamento culturale dell’uomo che sentiamo improrogabile, e che speriamo fertilizzi positivamente la crisi dell’umano dei nostri tempi. Questo mi sembra essere lo spirito di questo blog, niente quindi di esaustivo o di sistematico, ma tutto work in progress. Per cui non ti preoccupare, ti sei attenuta perfettamente ed egregiamente a questo spirito, “la sincronicità” è poi un tema fondamentale che non poteva mancare, ingrediente essenziale di quello sguardo-che-traguarda che buca lo spaziotempo e che hai bene descritto nell’atteggiamento contemplativo della Maria evangelica, altrimenti è solo il guardare della visione binoculare che aderisce alla superficie delle cose senza coglierne la brillantezza e il senso. Simpatico che quando ho cominciato a leggere insieme a mia moglie Maria il tuo articolo, quando sono arrivato alla frase: “Il pensiero sincronico può essere definito un ‘pensiero di campo’ al cui centro si trova un tempo periodico, infinito e immaginario, a forte valenza affettiva. Un tempo d’anima. E’ da questo centro che scaturisce il kairòs, il tempo debito…”, mi sono fermato interrogativamente, perché mi suonava conosciuto, familiare, e mi sono chiesto dove l’avessi già letto, scoprendo con sorpresa che ero io. Non conosciuto e su cui non avevo ancora riflettuto in merito alla sincronicità è invece quanto dici sulla musica: “Chi è esperto di musica sa che questa è fatta di tre elementi: il tempo, la melodia e l’armonia. La melodia è diacronica, lo sviluppo di una nota melodica; l’armonia è sincronica, una nota sull’altra. Il tempo è la struttura di base che permette all’armonia e alla melodia di stare insieme…”.Avanti così va benissimo. Ti classifico io l’articolo, se ci riesco, sulla voce “sincronicità”. Buona giornata e un abbraccio. Baldo

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  3. condivido molto l’argomentazione di Baldo.a me sembra essere questo il valore dell’antologia.uso una immagine: c’è una stanza, con un tavolo, una lampada ( ricordo una libreria di parigi che si chiamava sous la lampe), ci sono degli scaffali. ogni tanto Uno arriva, da solo. oppure arriva e trova un Altro e magari un Altro Ancora.sul tavolo e sugli scaffali si allineano delle pagine. portano la firma di Uno di noi, ma rimandano ad Altri Autori.e così i pensieri si concentrano e dipanano. E’ l’apertura sulle scelte di autori e libri che mi affascina.è il mio pensiero che si allarga attraverso lo sguardo altrui.finora ci siamo concentrati su testi di filosofia e su percorsi laterali di psicanalisi.ma arrivaranno i romanzi, i racconti, le poesieora qualla stanza è davvero Nostra, anche se è aperta a chiunque vorremo invitaremi permetto di sottolineare un passaggio della intestazione : “Ognuno è autore ispirato dalla sua personalità, ma tutti condividono il viaggio”grazie moniocagrazie baldobuoni giorni

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  4. Cari Baldo e Paolo, voglio subito dirvi quanto mi ha rassicurato ricevere questi vostri scritti. Intanto, buona serata a voi e un caro saluto anche alle vostre mogli, Maria e Luciana. torno prstomonica

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  5. ho riletto il tuo post, cara monicaa me sembra una base sicura per uno scritto.so che il tuo tempo è assorbito dal tuo progetto sociale ed educativo (sei una vera "badilante" delle politiche socialiperò ci si potrebbe provare insiememagari proprio (mi viene in mente ora) a partire da queste tracce

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  6. Caro Paolo, mi farebbe piacere se tu mi dovessi dare una mano a dare una forma d'articolo a questo post sull'antologia. Non ci vedo dentro e mi piacerebbe imparare. Poi Baldo ne può fare quello che desidera, da non utilizzarlo ad ampliarlo come crede. Purchè nel caso in cui lo dovesse utilizzare non compaia solo il mio nome ma "autori vari". Il mio pezzo sarebbero i pensieri che ho raccolto nel post. Me l'hai insegnato particolarmente tu di "dare sempre a Cesare quel che è di Cesare". A presto Ciao Buonanotte

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  7. ciao monicami fa molto piacere questa tua disponibilitàla settimana prossima ne parlo a Baldo e vediamo cosa si potrebbe farenon vedo l'ora che finisca questo corso. avrò finalmente di nuovo del tempo per mebuonanottee buon domaniPaolo

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  8. Sto conducendo uno studio su sincronicità e improvvisazione in danza e dopo aver letto questo articolo avrei piacere di condividere parte del mio lavoro.

    Questo è il link di un video che ho realizzato come parte della mia ricerca. Nel testo ho cercato di chiarire in che modo ho lavorato (in inglese perché non vivo in Italia).
    Grazie per questo testo l’ho trovato davvero interessante.

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