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PREMESSE (per punti chiave e per tentativo di comprensione):
- Essenza del nichilismo (1972)
- La storia della filosofia occidentale è la vicenda dell’alterazione e quindi della dimenticanza del senso dell’essere, inizialmente intravisto dal più antico pensiero dei greci [Parmenide].
- Parmenide 1. L’essere è uno; 2. L’essere è eterno; 3. L’essere è continuo; 4. L’essere è indivisibile e non composto di parti; 5. L’essere è immobile; 6. L’essere non è soggetto a nascita o corruzione.
- E in questa vicenda la storia della metafisica è il luogo ove l’alterazione e la dimenticanza si fanno più difficili a scoprirsi: proprio perché la metafisica si propone esplicitamente di svelare l’autentico senso dell’essere, e quindi richiama ed esaurisce l’attenzione sulle plausibilità con cui il senso alterato si impone.
- La strada (1983)
- la follia estrema è la persuasione che le cose – cioè gli enti, i non-niente- siano niente
- “Ente” (“essente”) significa “ciò che è”
- il destino sta
- Eterno non significa “immortale”
- Nessuna cosa è “creatura” e nessuna è un “creatore”
- Noi siamo la Gioia. Noi, i mortali. I mortali sono la Gioia del Tutto, ma credono di essere mortali
- per conoscere la sorte del sole dopo il tramonto occorrono delle teorie. di queste teorie è dominante quella che afferma che, incenerendosi, la legna è diventata niente
- La filosofia futura (1989)
- Tutto è eterno significa che ogni momento della realtà è. ossia non esce e non ritorna nel nulla; significa che anche alle cose e alle vicende più umili e impalpabili compete il trionfo che si è soliti riservare a Dio.
- Eterno ogni nostro sentimento e pensiero, ogni forma e sfumatura del mondo, ogni gesto degli uomini.
- E anche tutto ciò che appare in ogni giorno e in ogni istante: il primo fuoco acceso dall’uomo, il pianto di Gesù appena nato, l’oscillare della lampada davanti agli occhi di Galileo, Hiroshima viva ed il suo cadavere.
- Eterni ogni speranza ed ogni istante del mondo, con tutti i contenuti che stanno nell’istante, eterna la coscienza che vede le cose e la loro eternità e vede la follia della persuasione che le cose escano dal niente e vi ritornino – la follia che domina il mondo.
- Eterna anche questa follia; e il suo esser già da sempre oltrepassata nella verità e nella gioia”
- Eterno è ogni essente, eterno è l’apaprire di ogni essente, eterno è ogni legame, ogni relazione, ogni istante, ogni sopraggiungere, ogni dileguare
- è impossibile che uno creda, ad un tempo, che la stessa cosa sia e non sia
- Tautotes (1995)
- l’incominciare ad essere della venere è qualcosa di diverso dal diventare cenere da parte della legna
- per la scienza la combustione della legna è trasformazione di una certa quantità di energia. nel modo di pensare della scienza non si può dire che la legna è diventata cenere. Ma si deve dire che la legna è diventata un insieme di nuove forme di energia
- la legna non diventa cenere: non c’è l’identità dei diversi. A non può essere Non A, cioè B
- è sempre il qualcosa, e non il nulla, a diventare altro
- per pensare che la legna è diventata cenere è necessario pensare la relazione tra legna e cenere. Ogni essente è legato ad ogni altro essente da un nesso necessario
- inteso come divenir altro , il divenire è impossibile. E’ nulla
- l’esser sè dell’essente (identità dell’essente) è l’esser sè di ogni essente
- E’ impossibile che l’essente sia nulla e quindi esca e ritorni nel nulla: ogni essente è eterno
- necessario ed eterno è il nesso tra ogni essente e il suo non essere tutto ciò che è altro da esso
- il non isolamento del qualcosa (A, “soggetto”) dal qualcosa (A,B; “predicato”) che esso è implica il loro nesso necessario e l’eternità del loro nesso
- Necessario ed eterno è il nesso tra ogni essente e il suo non essere tutto ciò che altro è da esso
- la totalità dell’apparire è l’apparire del divenire, in quanto comparire dell’eterno
- quando un essente incomincia ad apparire, incomincia ad apparire quell’eterno che è questo stesso incominciante
- La legna e la cenere (1999)
- il nichilismo, nella sua essenza è credere che gli essenti escano dal niente e vi ritornino. Questa persuasione è la persuasione che gli essenti sono niente
- il “destino” è lo stare che, a differenza dell’epistéme, riesce a non essere tolto dalla negazione di esso
- l’eternità dell’essente, che appare nello sguardo del destino, non è una fede: essa è proprio la non fede, lo stare dell’innegabilità del destino
- legna e cenere, lampada: il prima continua ad apparire anche quando appare il poi: appunto perchè, altrimenti, il poi non potrebbe apparire come poi – visto che appare come poi in relazione al prima
- la “Gioia” è l’inconscio della struttura originaria del destino. Cioè “noi” (ossia l’essenza del nostro esser-uomo) siamo la Gioia (siamo la struttura totale del destino)
- è impossibile che l’essente sia niente (o che l’essente sia altro da sè)
- il progressivo apparire è il permanere della identità: il suo permanere nell’apparire
- Il mio ricordo degli eterni (2011)
- Si cerca un riparo, quando si crede di essere un luogo in cui le cose si intrattengono un poco e subito diventano altro, si trasformano e la trasformazione è l’andarsene via delle vecchie cose che, appunto, se ne vanno via e non tornano più, per lasciare il posto alle nuove, che a loro volta subiranno la stessa sorte.
- È inevitabile che, da che nasce, l’uomo avverta come prioritario l’andare alla ricerca di un Rimedio, di un Riparo che gli consenta di sopportare o addirittura di vincere l’angoscia, la sofferenza, la morte.
- Lo scopo essenziale, fondamentale di ogni forma di civiltà e di cultura è il continuo potenziamento del Riparo.
- Siamo destinati a una Gioia infinitamente più intensa di quella che le religioni e le sapienze di questo mondo promettono. E’ necessario che quella luce risplenda e illumini qualcosa di infinitamente più alto di Dio. Non è chiesta: è il nostro destino. E non riposeremo «in pace». In pace riposano i cadaveri. Lasciandosi alle spalle il dolore e la morte, quella luce mostrerà all’infinito una Gioia sempre più infinita.
- Non c’è nessuno che non sia più. Tutto è eterno. È vero che ricordare è sognare; ma anche i sogni e ciò che essi mostrano sono eterni. Anche l’errare, la contraddizione, la stessa follia del nichilismo sono eterni. Eterno è tutto il contenuto dei nostri ricordi, anche se grigio, dis-
- L’essenza del nichilismo è pensare che le cose vengono dal nulla e vi ritornano. Questo pensiero implica che si creda che gli esseri (ossia ciò che non è nulla) siano nulla. E questa è l’impossibilità estrema. Appunto per questo i nostri morti ci attendono, come le stelle del cielo attendono che passino la notte e la nostra incapacità di vederle se non al buio.
- Ciò che se ne va scompare per un poco. I morti che se ne vanno scompaiono per un tempo maggiore. Ma poi, tutto ciò che è scomparso riappare. Ogni cosa può dire: «Ancora un poco e non mi vedrete; e un poco ancora e tornerete a vedermi, perché vado al Padre»; «E nessuno toglierà via da voi la vostra gioia».
- L’«uomo», in quanto «uomo», è un aver fede. O anche volontà, e la volontà è fede; non è una causa che, facendo diventar altro le cose, riesca a ottenere che qualcosa divenga e quindi sia altro da sé.
- Noi non siamo soltanto un esser «uomo»: già da sempre siamo oltre l’uomo – in un senso abissalmente diverso dal «superuomo» di Nietzsche, che incarna la forma suprema della volontà, cioè della fede, cioè della Follia.
- Ognuno di Noi è l’eterno apparire del destino. Ciò in cui credo è dunque il mio esser «uomo» a crederlo e a ricordare i vari modi in cui sono stato credente e lo sono tuttora.
- La grande veglia è ciò che chiamo «destino della necessità» o «destino della verità», o, semplicemente, «destino». La parola destino indica lo stare: lo stare assolutamente incondizionato.
- Il destino è l’apparire di ciò che non può essere in alcun modo negato, rimosso, abbattuto, ossia è l’apparire della verità incontrovertibile; e questo stesso apparire appartiene alla dimensione dell’incontrovertibile. Al di là di ciò che crede di essere, l’uomo è l’apparire del destino.
- Al centro di ciò che non può essere in alcun modo negato sta l’impossibilità che un qualsiasi essente sia stato un nulla e torni ad esserlo. Questa impossibilità è la necessità che ogni essente sia eterno.
- Nella sua essenza, ogni uomo è l’eterno apparire del destino; e nel cerchio del destino, in cui l’essenza dell’uomo consiste, va via via apparendo la manifestazione del mondo, cioè il grande sogno che include anche questo esser uomo che sono io e che sta scrivendo intorno ai propri ricordi.
- Come ogni altra, anche questa autobiografia appartiene a quel sogno. L’io del sogno è il narrante. L’Io del destino guarda il narrante e la narrazione. Poi ci sarà il risveglio
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