CRISTINA PENNAVAJA, Danzare fra il buio e la luce. Una cura dell’anima (racconto). I segreti della narrativa: il romanzo e il racconto (saggio), Youcanprint, 2024, 281 pagine. Indice del libro e scheda dell’editore

mi scrive Cristina Pennavaja:

…. ho pubblicato con Youcanprint tre testi diversi: il primo si chiamava “Danzare nel buio  Sciuri sciuri  Ogni stagione un amante” con seguente saggio. Il secondo si chiamava “Danzare nel buio” con saggio su biografia e autobiografia. Il terzo si intitola Danzare fra il buio e la luce  Una cura dell’anima  – I segreti della narrativa  Il racconto e il romanzo. Il primo testo era di circa 230 pagine; l’ultimo ne ha 284. Ci ho lavorato accanitamente …

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vai alla scheda dell’editore:

https://store.youcanprint.it/danzare-fra-il-buio-e-la-luce-i-segreti-della-narrativa/b/aaacfef8-dabc-5cec-b5c1-f326bd72eda4

Indice dei capitoli

PRIMA PARTE: IL RACCONTO NARRATIVO (pagine 7-127):

Esordio 7
1 Premonizione 9
2 La mia nascita 11
3 Lo psicologo 13
4 Un po’ di sport 15
5 Nella padella 17
6 Viaggio a Santorini 23
7 Ardori 29
8 Il primo cerchio 32
9 Il busto 37
10 Un bacio 42
11 Non c’è uno senza due 46
12 Il movimento 48
13 Giocare 51
14 Separazione 56
15 Pregare 61
16 Altra danza 66
17 Argomenti 71
18 Addio 76
19 Il totem 79

20 Comprendere l’altro 81
21 Sciuri sciuri Ogni stagione un amante 84
22 Finestra sul mare .89
23 Le mante 95
24 La vita in due 98
25 Le due frecce .102
26 La Hoya Carnosa .108
27 Nel giardino .110
28 L’ascensore .115
29 L’incontro 119
30 La bussola 123
31 L’uscita 126

SECONDA PARTE : SAGGIO SULLA SCRITTURA NARRATIVA:

I segreti della narrativa Il romanzo e il racconto ( pagine 129 – 273)

Ringraziamenti 273

Pubblicazioni dell’autrice 279

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Nel capitolo “Ringraziamenti” scrive:

Ringrazio i miei numerosi, fedeli corsisti della “Casa della scrittura” – li nomino nel mio sito blog 
pennavaja.com
. Sono ancora in contatto con molti di loro, e alcuni sono persone importanti nella mia vita quotidiana. Sono particolarmente grata a Patrizia Taccani, fine psicologa e saggista, amica in tutte le stagioni, che alla “Casa della scrittura” mandò poi il figlio e il marito; a Paolo Ferrario, scrittore ed esperto nel campo del sociale, che valutò come “magistrale” il mio libro 
Il gioco dell’argomentare
 (lo seppi molto più tardi) e che accoglie nel suo ricco sito “Antologia del tempo che resta” anche le mie pubblicazioni.

mi scrive Cristina Pennavaja il 13 luglio 2024:

la ringrazio molto per aver ancora parlato del mio libro nel suo blog. Mi ha onorato accostandomi ad Altan e perfino a Bachelard!

Su una cosa sono perplessa: lei dice che il mio libro è difficile a leggersi. In verità il racconto è piuttosto lineare e per certi versi molto piano: la storia di una donna che vive un matrimonio pieno di problemi da risolvere, deve scegliere fra il marito e l’amante e infine sceglie il marito. (Questa scelta porrebbe il mio racconto sotto una luce “istruttiva”; termine che io non amo. A parte il fatto che non ho mai deciso di far fare a Marina alcune scelte: il personaggio le trova da sé. E la donna di un racconto alla moda di oggi, il marito lo lascia).

Certo, io stessa nel saggio – là dove mi riferisco al mio racconto – scrivo che lo si può leggere con intensità diversa di comprensione. Però secondo me un buon testo non dovrebbe insegnare direttamente nulla. Se ha qualcosa da comunicare lo comunica; chi legge sarà influenzato dallo scritto non direttamente dal testo, bensì soprattutto dalle circostanze in cui si trova nella sua esistenza materiale e nella sua esperienza spirituale.

Mi pare poi di aver facilitato la comprensione – meglio dire: la lettura del racconto – in ciò che rivelo nel saggio. Ci sono righe perfino troppo esplicite circa le modalità della composizione, le mie predilezioni, le mie scelte di linguaggio. Infine: il saggio in sé stesso.

Lei lo trova difficile? Io l’ho diviso in tanti blocchi dalla A alla Z, e da A’ a Z’ (questa scansione precisa è stata una sorpresa per me, non l’avevo calcolata). In ognuna di queste parti mi dedico a un argomento o a un autore. Ho deciso di fare la scansione in blocchi da A a Z perché proporre capitoli avrebbe reso tutto più pesante. Io nel testo avverto che, grazie alla divisione in blocchi, il lettore può ben saltare una parte che non gli piace o non gli interessa (questo semplifica le cose, anche se – inevitabilmente – io torno più volte su un problema di cui ho già parlato).

Più che difficile, il saggio mi sembra denso di elementi vari e diversi per natura. Alcune parti – interessanti – potrebbero risultare pesanti per un lettore frettoloso (le pagine sull’esordio di “La metamorfosi”, in cui devo citare l’originale. Qui ho proposto ben due mie traduzioni dell’esordio, non a caso. La prima è letterale, la seconda è più libera, e migliore). Penso che un valore aggiunto del mio libro sta in questo incipit di Kafka, finalmente tradotto come dio comanda. (Kafka viene letto secondo i vari “kafkismi”. Sono rimasta molto perplessa nel sapere che si è appena tenuto un convegno sul tema del kafkismo. Può ben darsi che il convegno abbia messo in rilievo aspetti importanti a livello sociale. Però a me sta a cuore leggere questo genio della letteratura per ciò che ha scritto: Ungeziefer non significa insetto; Urteil non significa condanna ecc.

La fatica di questo libro (stampato in tre versioni diverse; su internet si trovano i vari titoli) mi ha tolto per un po’ la voglia di scrivere. Tanto più che pochissimi mi conoscono, mi leggono e mi apprezzano. Poi, come sempre avviene, mi è tornato il bisogno imperioso di passare a un prossimo testo. (Reagisco alle sofferenze scrivendo.

Anche il canto nel coro Cantosospeso mi aiuta molto, con la mindfulness). E pensi un po, caro Paolo: ho trovato fra le mie carte un altro vecchio racconto, anch’esso composto circa vent’anni fa. E’ ben scritto, ma troppo incentrato sul tema del rapporto d’amore fra un bambino e sua madre. (Naturalmente, autobiografia filtrata: il bambino Carlo – la cui madre è pianista, sposata con un ebreo che diventa folle e infine morirà – è un misto di me e di mio figlio. La casa in campagna che viene rappresentata è quella in cui, a dio piacendo, potremo andare fra poco: un’antica casa nel Montefeltro. Bene. Siccome la storia mi sembrava troppo psicologistica e anche poco attraente oggigiorno, la realtà delle mie vicende recenti mi ha offerto una possibile integrazione. Un anno fa ho ospitato una bambina camerunense e suo padre (migranti, perseguitati, lui jellato come pochi al mondo). Ho deposto a favore dell’uomo nel Tribunale di Milano, difendendolo dalla moglie italiana che cerca di distruggere la vita di lui e quella della bambina, che si chiama Princesse. Forse nel racconto Princesse s’innamorerà del bambino Carlo, che nella mia storia perde sia il padre sia la madre tanto amata. (A sua volta, Princesse ha perduto REALMENTE nel Camerun sua mamma e le sorelline, trucidate dal gruppo terrorista Boko Haram).

Non sarà facile integrare tutte queste parti diverse, queste voci lontane. Spero di riuscirci. (Nel frattempo un professore che mi ha stracitato per le mie analisi su Karl Marx mi chiede di aiutarlo. Intende riproporre in due libri distinti alcuni testi che io scrissi moltissimi anni fa. Dovrò quindi rileggerli, correggerli; e leggere una strana traduzione italiana che hanno fatto di un mio testo tedesco (lo composi a Francoforte). E’ anche necessario leggere i libri di questo professore. E rileggere gran parte dei testi di Marx. Che gran lavoro! Spero di sopravvivere, io che purtroppo non riesco a lavorare in modo superficiale. Quasi sicuro è che il 18 settembre mi aspettano a Montecitorio (ci sarà un convegno sui 100 anni dalla nascita di Claudio Napoleoni: illustre economista, mio relatore alla laurea, ho curato un suo libro importante a Francoforte). E con queste parole mi congedo per oggi, dopo la mia lamentazione che si è ahimé accodata al ringraziamento.

Stia bene! Tanti auguri per le sue vacanze. Grazie!

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Autore: Paolo Ferrario

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1 commento su “CRISTINA PENNAVAJA, Danzare fra il buio e la luce. Una cura dell’anima (racconto). I segreti della narrativa: il romanzo e il racconto (saggio), Youcanprint, 2024, 281 pagine. Indice del libro e scheda dell’editore”

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