Marco Bracconi, Raccontare non serve a niente, Castelvecchi editore, 2025

Si può davvero raccontare qualcosa senza tradirla?

Maurilio ci prova, cercando di tracciare le linee di un passato che continua a sfuggirgli.

Mappa il territorio della sua adolescenza, convinto che comprendere significhi dominare, che disegnare i confini serva a proteggerlo.

Cresce con la convinzione che esistere sia un gioco di strategia: muoversi senza dare nell’occhio, prevedere le mosse altrui, schivare i pericoli.

Ma la vita non segue mai le geometrie previste. E, in un’estate lontana, un paese diventa troppo piccolo per contenere tutto ciò che sta per accadere e un segreto è pronto a riemergere tra le crepe di un’amicizia pericolosa.

La vertigine di un desiderio inesplorato, nel confine labile tra vittime e colpevoli, conduce al grand-guignol finale: a chi toccherà la salvezza?

Con una lingua tagliente e insieme malinconica, Marco Bracconi costruisce un romanzo che non cerca assoluzioni, ma scava senza sconti laddove il desiderio e la paura sono indissolubili, e ogni gesto, ogni omissione, ogni silenzio restano incisi sulla pelle più della memoria.

MARCO BRACCONI
Giornalista, ha 58 anni e vive a Milano. Nel 2020 ha pubblicato il pamphlet La mutazione (Bollati Boringhieri).

Il Venerdì di Repubblica 11/04/25

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Autore: ferrario1948

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