Albinati Edoardo, La scuola cattolica, Rizzoli/Bur, 2016

i PROMESSI SPOSI di MANZONI raccontato da Matteo De Benedittis, illustrazioni di Cinzia Battistel, Gribaudo, 2023. Indice del libro

Pietro Berra, MANZONI il “gran lombardo” da onorare, in La Provincia, 20 maggio 2023

letto in edizione cartacea

cerca in:

https://www.laprovinciadicomo.it/

l’altra Roma di PIER PAOLO PASOLINI, a Sciarada/il circolo delle parole, Rai5, 8 maggio 2023

vai a RaiPlay:

https://www.raiplay.it/programmi/sciarada-ilcircolodelleparole

https://www.raiplay.it/video/2022/04/Sciarada—Il-circolo-delle-parole-Latlante-che-non-ce-Laltra-Roma-di-Pier-Paolo-Pasolini-0f0f5852-7477-4d67-b1a9-d9bee892b4b7.html

citazioni dal libro: Beppe Fenoglio, Una questione privata

vai a

https://le-citazioni.it/lavori/una-questione-privata-10454/

da: https://www.patriaindipendente.it/terza-pagina/fenoglio-e-il-folle-volo-di-milton-sospeso-sul-finale/

Correva, e gli spari e gli urli scemavano, annegavano in un immenso, invalicabile stagno fra lui e i nemici. Correva ancora, ma senza contatto con la terra, corpo, movimenti, respiro, fatica vanificati. Poi, mentre ancora correva, in posti nuovi o irriconoscibili dalla sua vista svanita, la mente riprese a funzionargli. Ma i pensieri venivano dal di fuori, lo colpivano in fronte come ciottoli scagliati da una fionda. «Sono vivo. Fulvia. Sono solo. Fulvia, a momenti mi ammazzi!». Non finiva di correre. La terra saliva sensibilmente ma a lui sembrava di correre in piano, un piano asciutto, elastico, invitante. Poi d’improvviso gli si parò dinnanzi una borgata. Mugolando Milton la scartò, l’aggirò sempre correndo a più non posso. Ma come l’ebbe sorpassata, improvvisamente tagliò a sinistra e l’aggirò di ritorno. Aveva bisogno di veder gente e d’esser visto, per convincersi che era vivo, non uno spirito che aliava nell’aria in attesa di incappare nelle reti degli angeli. Sempre a quel ritmo di corsa riguadagnò l’imbocco del borgo e l’attraversò nel bel mezzo. C’erano ragazzini che uscivano dalla scuola e al rimbombo di quel galoppo sul selciato si fermarono sugli scalini, fissi alla svolta. Irruppe Milton, come un cavallo, gli occhi tutti bianchi, la bocca spalancata e schiumosa, a ogni batter di piede saettava fango dai fianchi. Scoppiò un grido adulto, forse della maestra alla finestra, ma lui era già lontano, presso l’ultima casa, al margine della campagna che ondava. Correva, con gli occhi sgranati, vedendo pochissimo della terra e nulla del cielo. Era perfettamente conscio della solitudine, del silenzio, della pace, ma ancora correva, facilmente, irresistibilmente. Poi gli si parò davanti un bosco e Milton vi puntò dritto. Come entrò sotto gli alberi, questi parvero serrare e far muro e a un metro da quel muro crollò …

Libri dal passato: Anni ’80

Libri dal passato
Anni ’80

Tra gli scrittori italiani che ebbero il loro exploit in quel periodo ricordiamo Umberto Eco e Roberto Calasso, mentre per la narrativa straniera non possiamo non citare Don De Lillo e Vasilij Grossman. Tra i grandi esordi troviamo invece nomi oggi autorevoli come Ian McEwan, Haruki Murakami, Margaret Atwood, Isabel Allende e Stephen King.
Scopri quali titoli avremmo trovato girando tra gli scaffali di una libreria negli Anni ’80!

vai a

CAPOLAVORI DELLA LETTERATURA del Novecento e dei primi decenni del 2000 secondo Sandro Veronesi

Giampiero Neri, l’utopia di un viaggio salvifico, articolo di Pietro Berra in La Provincia/Stendhal 7 aprile 2023

cerca nell’archivio della provincia:

https://www.laprovinciadicomo.it/ricerca/avanzata/?q=Pietro+Berra

AMERICANA. Raccolta di racconti a cura di Elio Vittorini – Bompiani. 1941 e 2023

Pubblicato nel 1941 a cura di Elio Vittorini, Americana propone una scelta antologica della letteratura statunitense che in quegli anni stava diventando in Italia e non solo un modello per gli scrittori più giovani

vai alla scheda dell’editore:

Americana – Bompiani

Calvino Italo, a cura di Luca Baranelli e Chiara Ferrero, Il libro dei risvolti. Note introduttive, quarti di copertina e altre scritture editoriali, Mondadori, 2023

scheda dell’editore:

https://www.mondadoristore.it/libro-risvolti-Note-Italo-Calvino/eai978880476652/

«Non mi raccontare di più. Fammelo leggere» intima Ludmilla al Lettore in Se una notte d’inverno un viaggiatore.

Saper suscitare la voglia di leggere è una delle grandi doti di Italo Calvino, che sin dal suo ingresso all’Einaudi si distinse per le efficacissime “scritture editoriali”: note introduttive, risvolti e, quarte di copertina, schede bibliografiche.

Paratesti, insomma, la cui formula è: il minimo di parole, il massimo di significato. Fulminanti nella loro brevità, alcuni di questi testi possono essere considerati veri e propri microsaggi in grado di condensare in poche righe il senso di un romanzo, la personalità di un autore.

Sintonizzati sulla “musica” e sul ritmo della scrittura di Calvino, profondi conoscitori della sua attività einaudiana, Chiara Ferrero e Luca Baranelli hanno saputo riconoscere i paratesti attribuibili allo scrittore e allinearli in questa ampia e preziosa silloge.

In essa affiorano i nomi più vari,

dagli amici einaudiani (Cesare Pavese, Natalia Ginzburg, Elio Vittorini)

ai grandi narratori del dopoguerra,

fino ai classici e agli scrittori internazionali, francesi, americani soprattutto, che spesso proprio Calvino fece conoscere al lettore italiano.

Affiorano qua e là anche elementi della biografia di Calvino, le sue opinioni politiche e letterarie, le sue frequentazioni. Ma emerge soprattutto la sua figura di scrittore di professione, cui l’intensa attività di lettore imposta dal lavoro editoriale fornì un impareggiabile strumento di confronto con colleghi e maestri: la presentazione di un libro diventa così occasione per intervenire nel dibattito culturale del tempo.

Le sue parole arrivano dunque a noi come preziosa testimonianza di una stagione letteraria irripetibile, ma anche come originali e acute riflessioni sulla letteratura e sul mondo.

DILEMMI, a cura di Gianrico Carofiglio, Rai3

Perec Georges, Un uomo che dorme, Quodlibet, 2009

scheda dell’editore:

https://www.quodlibet.it/libro/9788874622429

«Hai venticinque anni e ventinove denti, tre camicie e otto calzini, qualche libro che non leggi più e qualche disco che non ascolti più.
Sei seduto e vuoi soltanto aspettare». – G. P.

Terzo romanzo di Georges Perec, Un uomo che dorme è la storia di uno studente che la mattina dell’esame, invece di alzarsi, lascia suonare la sveglia e richiude gli occhi.
Segue il racconto della sua vita ordinaria, in cui giorno dopo giorno si educa all’indifferenza per tutto: non voler più niente, vagare, dormire, perdere tempo; tenersi lontano da ogni progetto e da ogni smania; essere senza desideri, senza risentimenti, senza ribellione; leggere «le Monde» dall’inizio alla fine, senza saltare una riga, annunci matrimoniali e necrologi compresi.
Un uomo che dorme è un romanzo in cui chiunque, leggendolo, riconosce quell’oscuro desiderio di ritirarsi dal mondo senza scomparire del tutto; e fa spavento quanto sia facile e a portata di mano diventare indifferente a ogni cosa, un fantasma trasparente che, come il protagonista del libro, vaga per Parigi senza aprire bocca, senza desiderare più nulla, tra la folla dei Grands Boulevards, per i caffè, le panchine dei giardinetti, i lungosenna, i musei, i monumenti, sonnambulo turista in casa propria.

 
L’AUTORE
GEORGES PEREC

Georges Perec (1936-1982), è una delle maggiori glorie della letteratura francese contemporanea. Venuto giovanissimo agli onori letterari con il suo romanzo d’esordio, Le cose (1965), dal 1967 membro dell’ Oulipo (Ouvroir di Litterature Potentielle), è autore, tra gli altri, de La disparition (1969), W ou le souvenir d’enfance (1975), Je me souviens (1978); il suo romanzo più celebre, La vita istruzioni per l’uso (1978) è stato tradotto in tutto il mondo. Nato e vissuto a Parigi, figlio di ebrei polacchi, Georges Perec aveva un’inconfondibile barbetta crespa e molta passione per l’enigmistica.

Carrère Emmanuel, Yoga, Adelphi, 2021

scheda dell’editore

https://www.adelphi.it/libro/9788845935756

La vita che Emmanuel Carrère racconta, questa volta, è proprio la sua: trascorsa, in gran parte, a combattere contro quella che gli antichi chiamavano melanconia. C’è stato un momento in cui lo scrittore credeva di aver sconfitto i suoi demoni, di aver raggiunto «uno stato di meraviglia e serenità»; allora ha deciso di buttare giù un libretto «arguto e accattivante» sulle discipline che pratica da anni: lo yoga, la meditazione, il tai chi. Solo che quei demoni erano ancora in agguato, e quando meno se l’aspettava gli sono piombati addosso: e non sono bastati i farmaci, ci sono volute quattordici sedute di elettroshock per farlo uscire da quello che era stato diagnosticato come «disturbo bipolare di tipo II». Questo non è dunque il libretto «arguto e accattivante» sullo yoga che Carrère intendeva offrirci: è molto di più. Vi si parla, certo, di che cos’è lo yoga e di come lo si pratica, e di un seminario di meditazione Vipassana che non era consentito abbandonare, e che lui abbandona senza esitazioni dopo aver appreso la morte di un amico nell’attentato a «Charlie Hebdo»; ma anche di una relazione erotica intensissima e dei mesi terribili trascorsi al Sainte-Anne, l’ospedale psichiatrico di Parigi; del sorriso di Martha Argerich mentre suona la polacca Eroica di Chopin e di un soggiorno a Leros insieme ad alcuni ragazzi fuggiti dall’Afghanistan; di un’americana la cui sorella schizofrenica è scomparsa nel nulla e di come lui abbia smesso di battere a macchina con un solo dito – per finire, del suo lento ritorno alla vita, alla scrittura, all’amore. Ancora una volta Emmanuel Carrère riesce ad ammaliarci, con la «favolosa fluidità» della sua prosa («Le Monde») e con quel tono amichevole, quasi fraterno, che è soltanto suo, di raccontarsi quasi che si rivolgesse, personalmente, a ciascuno dei suoi lettori.

Tradurre la lingua madre di IAN McEWAN, di Susanna Basso, in Domani 17 marzo 2023

vai all’articolo:

https://www.editorialedomani.it/idee/cultura/tradurre-i-romanzi-ian-mcewan-susanna-basso-racconta-rik37f0p

  • Ho tradotto il primo romanzo di Ian McEwan 36 anni fa, nel 1987. Non potevo capacitarmi della fortuna che mi era toccata. Non mi capacito neppure adesso. Avevo 32 anni, ero incinta, e il ricordo della mia gravidanza è indissolubilmente legato a quel libro.
  • E per finire, posso ricordare di aver tradotto Macchine come me nel silenzio bianco del lockdown, mentre Ian McEwan, nel suo lockdown, dava inizio alla stesura di Lezioni.

Ancora una volta vorrei farmi guidare dalle parole di Yves Bonnefoy sulla traduzione:

«E forse, dopo tutto, è così che bisogna tradurre, con l’oscura coscienza cioè che in ogni traduzione non si è che sé stessi, nel nostro proprio giorno, e che questa transitorietà avvolge tuttavia una testimonianza».

Dopo Bambini nel tempo, di Ian McEwan, ho tradotto:

Lettera a Berlino 1990

Cani neri 1993

L’inventore di sogni 1994

L’amore fatale 1997

Amsterdam 1998

Espiazione 2001

Sabato 2005

Chesil Beach 2007

Solar 2010

La ballata di Adam Henry 2014

Nel guscio 2017

Macchine come me 2020

Lo scarafaggio 2021

Lezioni 2023.

Daniel Defoe, Le avventure di Robinson Crusoe

Todo sobre mis padre, intervista a Rodrigo Garcia, figlio di Gabriel Garcia Marquez, a cura di Bruno Arpaia, in Il Venerdì di Repubblica 10 marzo 2022

vai a

https://www.repubblica.it/venerdi/2023/03/09/news/copertina_marquez_venerdi_figlio_libro_ciolombia-391153756/

I grandi della letteratura italiana: MANZONI, a cura di Pierantonio Frare, Mondadori, 2023

https://www.mondadoriperte.it/i-grandi-della-letteratura-italiana-2023.html

Porru Matteo, Il dolore crea l’inverno, Garzanti, 2022

scheda dell’editore:

https://www.garzanti.it/libri/matteo-porru-il-dolore-crea-linverno-9788811003854/

Intorno c’è solo neve. E bianco. La neve copre le cose, le case, le persone. Anzi, alle persone la neve cade dentro e il freddo le circonda ma, soprattutto, si diffonde nelle ossa, negli occhi e nei pensieri.

Elia Legasov è nato in un paese circondato dal bianco, e da lì non è mai andato via. Il suo lavoro è spalare la neve, liberare strade su cui nessuno camminerà. La neve è sua amica, fino a quando non lo tradisce. Finché non fa emergere qualcosa dalle sue profondità. Qualcosa che ha a che fare con la sua famiglia e che doveva restare sepolto.

Da quel momento, nella mente di Elia si affollano ricordi che aveva soffocato. Parlano di un padre, scomparso tanti anni prima, e di una madre, partita per sempre. Sono parole dolci, gesti delicati, sorrisi sinceri. Ma anche duri come il ghiaccio. E dolorosi.

Elia capisce allora che quello che si dice dei membri della sua famiglia è vero: la neve non li protegge, ma li tenta, li provoca, per vedere se sono capaci di dimenticare, perché tutti dimenticano, ma i Legasov ricordano, sempre. Ora è venuto il suo turno di ricordare. Qualunque sia il prezzo. Qualunque cosa venga a galla. Perché è nelle case che il passato nidifica. È nelle famiglie che si riproduce, nei giorni bianchi e nei giorni neri. Perché il dolore crea l’inverno. Ma ogni inverno è diverso da quello precedente e da quello successivo.

A soli diciotto anni, Matteo Porru ha vinto il premio Campiello Giovani. Per la stampa è uno dei venticinque under-25 più promettenti al mondo. Ora arriva in libreria con un romanzo sospeso nel tempo e nello spazio che parla di legami familiari, rimpianti e vissuti indelebili. Un romanzo che ci ricorda che siamo tutti fatti di carne e neve.

MILONE Paolo, Astenersi principianti, Einaudi, 2023

scheda dell’editore:

Davanti alla fine, siamo tutti principianti: e siccome l’arte del distacco non la possiamo imparare, tanto vale affezionarsi a questa Signora acquattata nell’armadio, cercando le parole per farcela un po’ amica.

Ognuno procede a modo suo, ci mancherebbe, ma qui c’è un piccolo prontuario portatile: una cassetta degli attrezzi fatta di poesia, paura, favole, silenzio, coraggio, lacrime, sorrisi: «mille pozioni per uccidere la notte».

Paolo Milone accende il buio con le sue folgorazioni, e ha l’avventatezza di farlo persino con leggerezza. Perché non possiamo sapere quale, ma di queste strade, una sarà la nostra.

Gaddabolario. Duecentodiciannove parole dell’Ingegnere, a cura di Paola Italia – Carocci editore, 2023

scheda dell’editore

Gaddabolario – Carocci editore

Se avete in mano questo libro vuol dire che siete tra coloro che Gadda lo hanno solo sentito nominare (“l’Ingegnere della letteratura”, “il Joyce italiano”), ma finora non lo hanno mai letto (“Gadda è troppo difficile”, “Gadda bisogna tradurlo”). Oppure fate parte, come gli autori di questa impresa, della categoria degli “adepti”, ovvero di coloro che in un certo momento della vita hanno incontrato un libro di Gadda e, dopo lo smarrimento iniziale, hanno deciso che non lo avrebbero posato finché non ne avessero capito almeno una pagina. Perché leggere Gadda è un’avventura: un esercizio di conoscenza, un viaggio nella lingua italiana, un corso pratico di ironia. A volte si ride irrefrenabilmente, fino alle lacrime, altre volte è un riso amaro, sarcastico. Questo Gaddabolario, scritto dagli “adepti” per chi non lo è ancora, raccoglie e spiega duecentodiciannove parole gaddiane – un numero da cabala “ingravallesca”: via Merulana 219 è il centro in cui convergono tutti i delitti del Pasticciaccio – da abracadabrante a Zoluzzo. Uno strumento indispensabile per addentrarsi, di parola in parola, nei labirinti dell’Ingegnere e perdersi nel piacere della sua incomparabile prosa.

Paola Italia

Insegna Filologia italiana e Scholarly Editing all’Alma Mater Studiorum – Università di Bologna. Si è occupata di autori e temi dell’Ottocento (Leopardi e Manzoni) e del Novecento (Gadda, Bassani, Savinio, Tobino), con una particolare attenzione allo studio e all’edizione delle varianti d’autore. Da trent’anni studia le carte e l’opera di Carlo Emilio Gadda (Io sono un archiviòmane, Pistoia 2003 e Come lavorava Gadda, Carocci, 2017) e con Giorgio Pinotti e Claudio Vela è responsabile della nuova edizione Adelphi delle sue opere.

Narrare humanum est. La vita come intreccio di storie e immaginari, di James Clifford, Stefano Bartezzaghi, Maurizio Bettini, Lina Bolzoni, Ivano Dionigi, Silvia Vegetti Finzi, Luigi Zoja, Utet editore, 2023

Mappe nel Sistema dei Servizi alla Persona e alla Comunità

vai alla scheda dell’editore:

https://www.utetlibri.it/libri/narrare-humanum-est/

«C’era una volta», «Narrami o Musa», «In principio era il Verbo». Le fondamenta stesse della nostra civiltà affondano spesso nella parola, nella narrazione. Miti, fiabe, opere letterarie, storiografie, testi sacri, lettere e diari, frammenti di papiro ritrovati nella sabbia del deserto…
Siamo fatti sì di carne, ma anche delle parole con cui raccontiamo la realtà circostante e noi stessi, scritte o pronunciate che siano; parole che ci mettono in viaggio verso mondi immaginari e tempi remoti. Ma che cosa raccontiamo, e perché?
In questa antologia sette autori indagano la narrazione nelle sue molteplici sfumature:

James Clifford analizza lo stretto legame tra l’antropologia e il racconto, svelando come la parola sia un ponte imprescindibile tra culture diverse;

Stefano Bartezzaghi ci illustra l’essenza e le con- traddizioni dello storytelling, arte persuasiva che interessa la fiction quanto la politica e il giornalismo;

Maurizio Bettini ripercorre il “narrare” partendo…

View original post 261 altre parole

Stefano Ercolino, Massimo Fusillo, Empatia negativa. Il punto di vista del male, Bompiani, 2022

scheda :

https://www.bompiani.it/catalogo/empatia-negativa-9788830103153

La storia delle arti è ricca di personaggi, figure, performance, oggetti e spazi connotati negativamente con cui i fruitori stabiliscono un tipo di relazione empatica ambivalente e destabilizzante, fatta di attrazione e di repulsione: l’empatia negativa. Da Medea al carnefice di san Matteo dipinto da Caravaggio e dalla fotografia di Mapplethorpe, fino ai Sette Palazzi Celesti di Kiefer e al Joker folle e derelitto di Phillips, c’è qualcosa, nel punto di vista del male, che ci conquista e ci obbliga a interrogarci su noi stessi molto più di quanto siano in grado di fare espressioni artistiche edificanti. Questa ampia e affascinante ricerca, che spazia dalla letteratura al cinema, dal teatro alle arti figurative, indaga il cuore nero dell’empatia.

STEFANO ERCOLINO

È professore associato di Critica letteraria e Letterature comparate presso l’Università Ca’ Foscari Venezia. Per Bompiani ha pubblicato Il romanzo-saggio, 1884-1947 (2017), Il romanzo massimalista (2015) e, con Massimo Fusillo, Empatia negativa (2022).

le edizioni PulcinoElefante: Luciano di Samosata, frammenti da Elogio di una Mosca, 1995

Ravasi Bellocchio Lella, La fiaba siamo noi. Storie che ci possono salvare, Raffaello Cortina, 2022. Indice del libro

scheda dell’editore:

https://www.raffaellocortina.it/scheda-libro/lella-ravasi-bellocchio/la-fiaba-siamo-noi-9788832854879-3834.html

Come diceva Italo Calvino, le fiabe sono vere. E così La regina delle nevi, Cenerentola, Il pifferaio magico e altre storie dei fratelli Grimm ricalcano i passaggi fondamentali dell’esistenza, mostrano dove andare e come procedere, addestrano alla vita. Dunque, parlano di noi, ognuno ha dentro di sé un racconto che gli assomiglia.
Orchi e fate, iniziazione e paura, abisso e speranza; come le storie di analisi, le fiabe si intrecciano nel farsi della vita e ci forniscono ciò di cui abbiamo maggiormente bisogno: parole che ci possono salvare.
Effetti terapeutici si possono trarre anche dalle favole dei nostri giorni, raccontate nell’immaginario poetico e cinematografico di Emily Dickinson, Federico Fellini e altri. La creatività diventa cura, in cui tutto è movimento, e le narrazioni passano dall’inconscio personale a quello collettivo, alla speranza di un lieto fine.
Così oggi La fiaba siamo noi dà un senso alla riscoperta di una possibile salvezza. Come scrive Hillman: “Le parole sono come cuscini, disposte nel modo giusto alleviano il dolore”.

Biografia dell’autore

Lella Ravasi Bellocchio

Lella Ravasi Bellocchio, analista junghiana, è membro dell’International Association for Analytical Psychology. Nelle nostre edizioni ha pubblicato, tra gli altri, Sogni senza sbarre. Storie di donne in carcere (2005), Di madre in figlia (2010) e La fiaba siamo noi (2022).

Jorge Luis Borges, Storia dell’eternità, Adelphi

scheda editore:

https://www.adelphi.it/libro/9788845913334

Nel 1936, quando scrisse la Storia dell’eternità, Borges lavorava in una biblioteca rionale dimenticata in un quartiere periferico di Buenos Aires, dove la topografia ortogonale della capitale argentina si frastagliava in terreni incolti e officine e ortaglie, e dove il tempo sembrava non passare mai.

Fu in quel periodo che si delinearono nella sua opera i tratti che oggi chiunque definirebbe, a colpo sicuro, borgesiani, e in primo luogo l’inclinazione a considerare tutto come materiale letterario. Così, per esempio, teologia e metafisica potevano diventare ai suoi occhi cronache della vita di un personaggio chiamato eternità, del quale egli si proponeva di restituire, attraverso episodi ben vagliati, alcune delle fasi che punteggiavano una vita infinita.

Senza impedirsi, comunque, di accostare queste storie a divagazioni sulla metafora, sui traduttori delle Mille e una notte e sull’arte dell’insulto. Tale procedimento, usato da Borges con discrezione e ironia, ha una straordinaria forza dissestante, nel senso che scalza ogni affermazione dal suo piedistallo di pretesa realtà, come se la realtà stessa non fosse che un genere letterario. E nel contempo ci introduce a un nuovo genere, di cui Borges seppe essere, per un paradosso a lui congeniale, insieme il fondatore e l’epigono.

DINO CAMPANA, 1885-1932

CRISTINA PENNAVAJA, Danzare nel buio. Sciuri sciuri – L’autobiografia nella narrativa. Consigli sulle tecniche di stile, Youcanprint editore, Lecce, 2022. Indice del libro

Ammaniti Niccolò, La vita intima, Einaudi editore, 2023

vai alla scheda dell’editore:

La vita intima, Niccolò Ammaniti. Giulio Einaudi editore – Stile libero Big

Maria Cristina Palma ha una vita all’apparenza perfetta, è bella, ricca, famosa, il mondo gira intorno a lei. Poi, un giorno, riceve sul cellulare un video che cambia tutto. Nel suo passato c’è un segreto con cui non ha fatto i conti. Come un moderno alienista Niccolò Ammaniti disseziona la mente di una donna, ne esplora le paure, le ossessioni, i desideri inconfessabili in un romanzo che unisce spericolata fantasia, realismo psicologico, senso del tragico e incanto del paradosso.

Copertina del libro La vita intima di Niccolò Ammaniti

recensione in https://www.editorialedomani.it/idee/cultura/ammaniti-nel-suo-ultimo-libro-racconta-lintimita-delle-donne-potenti-vtmmivyc

  • Estraniarsi dal mondo e perdere la fermata del treno per colpa di un romanzo: è uscito La vita intima, il nuovo libro di Niccolò Ammaniti. Oltre che una bellissima storia è una presa di posizione sulle questioni di genere.
  • Ammaniti lavora scrupolosamente alle sue trame, le racconta agli amici per vedere che effetto fanno. E da qualche tempo sceglie come protagoniste le donne. Forse perché a leggere romanzi sono rimaste solo loro.
  • Chissà come reagiranno le lettrici al comportamento della protagonista, che tende a rimuovere i suoi desideri e ad attribuirli a una perversa esuberanza maschile.

Maria Cristina Palma ha una vita all’apparenza perfetta, è bella, ricca, famosa, il mondo gira intorno a lei. Poi, un giorno, riceve sul cellulare un video che cambia tutto.

Nel suo passato c’è un segreto con cui non ha fatto i conti.

Come un moderno alienista Niccolò Ammaniti disseziona la mente di una donna, ne esplora le paure, le ossessioni, i desideri inconfessabili in un romanzo che unisce spericolata fantasia, realismo psicologico, senso del tragico e incanto del paradosso.

scheda dell’editore:

il Teatro Sistina di Roma

ll Sistina è uno dei più importanti e rappresentativi teatri italiani:

vai a:

https://www.ilsistina.it/il-teatro/la-storia/

Carlo Alberto Redi, Proust zoologo, Carocci, 2922

scheda dell’editore:

http://www.carocci.it/index.php?option=com_carocci&task=schedalibro&Itemid=72&isbn=9788829015498

Proust distingue la mera vita animale, ossia tutto ciò che la natura ci assegna quando veniamo al mondo, da bíos, ciò che il nostro essere-vita diviene relazionandosi nel mondo. Per ciascun personaggio precisa i percorsi della vita vissuta e, anticipando Martin Heidegger, come la propria Zoé esprima la loro biografia in funzione degli altri personaggi; racconta inoltre la temporalità epigenetica della loro esistenza attraverso l’uso di zooicone, anticipando in ciò Conrad Waddington. Ne scaturisce uno zoo di 214 diverse specie esaminate per 1.026 volte capace di svelare sia un Proust aracnofobico e nasofilo sia che ciascuno di noi è un con-dividuo, un intreccio di unità e molteplicità. Siamo, in definitiva, una composizione dei medesimi valori e disvalori che si esprimono in dipendenza delle inaudite felicità e meravigliose cadute che il tempo ci riserva.

Indice

Introduzione
Zoé: schede animali
Bíos: personaggi e animali
Epigenetica dei personaggi: zoé (vita) e bíos (vita)
Con-dividui
Appendice. Gli animali della Recherche
Bibliografia
Indice degli animali

Niccolò Ammaniti, La vita intima, Einaudi, 2022

Maria Cristina Palma ha una vita all’apparenza perfetta, è bella, ricca, famosa, il mondo gira intorno a lei. Poi, un giorno, riceve sul cellulare un video che cambia tutto.

Nel suo passato c’è un segreto con cui non ha fatto i conti.

Come un moderno alienista Niccolò Ammaniti disseziona la mente di una donna, ne esplora le paure, le ossessioni, i desideri inconfessabili in un romanzo che unisce spericolata fantasia, realismo psicologico, senso del tragico e incanto del paradosso.

scheda dell’editore:

TABLEAUX VIVANTS, Compagnia di di Teatro Ludovica Rambelli

VAI AL SITO: https://www.ludovicarambelliteatro.it/tableaux-vivants/

VAI ALLA PAGINA YOUTUBE: https://www.youtube.com/watch?v=68JCBa3XXFA&list=UULFYy3RsTRDA2AjOnGThftpTw

 

TartaRugosa ha letto e scritto di: Philippe Delerm (1998), La prima sorsata di birra, Frassinelli, Traduzione di Leonella Prato Caruso

TARTARUGOSA

Ecco una domanda filosofica che mi assale mentre attendo l’arrivo del risveglio dal sonno invernale: assaporiamo con gli occhi, col palato, col naso o con l’insieme dei tre sensi?

Come l’opera di Proust insegna, quel gusto della madeleine bagnata nell’infuso di tè o di tiglio, scatena emozioni che fanno risalire alle immagini di un lontano episodio dell’infanzia (Così ora tutti i fiori del nostro giardino e quelli del parco di Swann, e le ninfee della Vivonne, e la buona gente del villaggio e le loro casette e la chiesa e tutta Combray e dintorni, tutto quello che vien prendendo forma e solidità, è sorto, città e giardini, dalla mia tazza di tè”).

A significare quindi che la fabbricazione della memoria necessita di agganci forniti dai canali percettivi: più agganci possiedi, più sensi utilizzi, più dettagli consideri, maggiore sarà la possibilità di raggiungere un ricordo sopito.

Negli…

View original post 983 altre parole

Candurro Miriam, La settima stanza, Sperling & Kupfer, 2022. Con video di presentazione

scheda dell’editore:

«Un giorno ci verrà ridato tutto il tempo perso, i baci che non ci siamo dati, i tramonti che non abbiamo visto insieme. Verrà il giorno in cui ci perdoneremo le vite vissute, le scelte fatte, le fughe in direzioni opposte. Fino a quel giorno io ti aspetterò qui. Nella nostra stanza a picco sul mare.»

Ci sono momenti che restano indelebili. È a questo che pensa Giovanni mentre percorre la litoranea che lo porta a casa. Una casa da cui vuole stare lontano e in cui non torna da vent’anni. Vent’anni di assenza, di silenzio, di sensi di colpa.

Tutto è cominciato lì, a Villa Rosa, di fronte a un mare immenso e cristallino: una sera d’estate l’adolescente Giovanni, affacciato alla finestra della sua stanza, aveva visto una ragazza lottare tra le onde. Senza pensarci, era corso in spiaggia e si era buttato in acqua per salvarle la vita.

Quel momento aveva cambiato tutto: Giovanni ancora non lo sapeva, ma il suo destino e quello della ragazza sarebbero stati inesorabilmente legati. Ora, mentre i cancelli di Villa Rosa si riaprono, i ricordi riaffiorano vividi, prepotenti, e Giovanni si trova a fare i conti con il passato e con un sentimento che, forse, non ha mai dimenticato.

Dalla sorprendente penna di Miriam Candurro, una storia delicata e feroce al tempo stesso. Un romanzo di formazione in cui luce e ombra si fondono in modo magistrale per dare vita a personaggi indimenticabili.

Miriam Candurro è nata a Napoli nel 1980. Attrice e volto noto del piccolo schermo, Miriam ha partecipato a popolari serie tv come, per esempio, Capri e I Bastardi di Pizzofalcone ed è una delle protagoniste più amate della soap cult di Rai 3 Un posto al sole. Questo è il suo romanzo per adulti d’esordio

La settima stanza

muore a 84 anni Charles Simić, 9 gennaio 2023 – in PoesiaPoesia

vai a

Addio a Charles Simić – PoesiaPoesia

ALBERTO ASOR ROSA (1933-2022), in rivista Il Mulino, dicembre 2022

ALBERTO ASOR ROSA (1933-2022)

Asor Rosa è stato uno dei protagonisti del dibattito politico e intellettuale italiano. Ma a scandire la sua vita è stato soprattutto l’insegnamento universitario

di Matteo Motolese

PETRARCA, viaggi nel mondo della cultura italiana, TGR/Rai3

vai alle puntate:

https://www.rainews.it/tgr/rubriche/petrarca/archivio

Petrarca è un viaggio nel ricco mondo della cultura italiana con contributi dalle redazioni regionali della TGR, una tendenza a occuparsi di fatti culturali scrutando dietro le quinte, un occhio di riguardo ad arte e culture meno frequentate

REDAZIONE:

  • DIRETTORE: Alessandro Casarin
  • CONDIRETTORE: Roberto Pacchetti
  • VICEDIRETTORE: Ines Maggiolini
  • CAPOREDATTORE CENTRALE: Francesco Marino
  • A CURA DI: Anna Nigra

sul PICCOLO PRINCIPE di Antoine de Saint-Exupery

Pennavaja Cristina, Danzare nel buio.  Sciuri sciuri. Ogni stagione un amante  / L’autobiografia nella narrativa. Consigli sulle tecniche di stile, Youcanprint editore, 2022

VAI ALLA SCHEDA DELL’EDITORE:

https://www.youcanprint.it/danzare-nel-buio-lautobiografia-nella-narrativa/b/aaacfef8-dabc-5cec-b5c1-f326bd72eda4

Unico nel suo genere, questo libro contiene due testi.

Il primo è la storia di Marina e Carlo, trascurati da bambini e innamorati per bisogno, che per divergenze di carattere faticano a vivere in serenità. Quando lui si ammala, affrontano tante ansie; lei s’innamora del giovane Nino… L’affetto e la stima per Carlo, la ricerca di consapevolezza basteranno a risolvere i problemi? Scorrevole e vivace (anche per i vividi personaggi del tenero fi glio Andrea e della dolce zia-mamma Clara), ora sommesso ora esilarante, il racconto svela i suoi sensi pian piano, lungo i capitoli e le sequenze che si alternano musicalmente come una buona sonata per l’anima. Forse un thriller psicologico, Pennavaja l’ha scritto per tutti: tutti abbiamo sogni, desideri, utopie; e il bisogno di pacificarci con noi stessi, con il nostro passato e il nostro destino.

Il racconto dell’autrice (da 40 anni scrittrice in Germania, Olanda, Italia, docente nella sua “Casa della scrittura”) è autobiografia “filtrata”: frutto di esercizio intenso e appassionato in uno stile che nutre ed emoziona.

Il secondo, prezioso testo è un saggio che, analizzando brani di narrativa europea (Kafka, V. Woolf, Alfred Polgar, Giuseppe Pontiggia, Silvio D’Arzo, Carlo Coccioli, Ivan Della Mea, Susanna Tamaro, Cristina Pennavaja, altri), insegna a evitare le trappole dell’autobiografi a diretta e spontanea. L’autrice, traduttrice esperta di musica, dà le regole fondamentali per non cadere negli errori di un linguaggio sciatto, “rumoroso” anziché musicale; mostrando esempi di uno stile semplice ma ricco, che produce scritti buoni per l’oggi e per il domani. Nello stesso tempo svela i segreti del suo tradurre e narrare, e spiega come è riuscita a costruire racconti sapienti e avvincenti (lodati da Pontiggia, Giovanni Raboni, Giovanni Mariotti, Meeten Nasr, più volte premiati). Fornisce anche qualche variante, che è tanto utile per penetrare nel laboratorio creativo di uno scrittore nonché incoraggiante.

Questo saggio critico e didattico è rivolto anche a chi scrive per diletto; sarà di grande aiuto per chi (magari tastando a lungo nel buio) vuole creare un racconto o un romanzo davvero artistico.

Cristina Pennavaja è nata a Roma nel 1947. Ha vissuto in Germania e in Olanda, anche come ricercatrice universitaria; a Cambridge (Inghilterra) e ad Alessandria d’Egitto. Dopo studi di filosofi a e di marxismo, da 40 anni si dedica con passione a scrivere bene. Allieva di Giuseppe Pontiggia, ha poi dato vita alla “Casa della scrittura” tenendo per quasi vent’anni lezioni su retorica e stile nella narrativa. Traduttrice dal tedesco per Adelphi, scrittrice ormai esperta, ha pubblicato racconti e saggi in Germania, Olanda e Italia presso numerosi editori. Vive a Milano. Canta in un coro, cura le sue amiche piante, insegna a bambini immigrati. Ha avuto tre gatte, amate e longeve. Cerca di praticare la mindfulness buddhista. Ha una gemella e un figlio padre di due gemellini.

Danzare nel buio - L'autobiografia nella narrativa

CURARSI CON I LIBRI: rimedi letterari per ogni malanno, di Ella Berthoud, Susan Elderlin, edizione italiana a cura di Fabio Stassi, Sellerio editore, Palermo, 2013, p. 640 (con alcuni AUDIO di presentazione del libro)

TRACCE e SENTIERI


  • AUDIO di presentazionedel libro (5 minuti), con particolare riferimento al testo del curatore Fabio Stassi:

clicca e ascolta

http://aulevirt.files.wordpress.com/2013/11/paolo-intro-curarsi-con-libri.mp3


Questa mattina, a Milano Bicocca, ho acquistato questo folgorante libro che era ben esposto sul tavolo della Libreria Cortina:

Ella Berthoud, Susan Elderlin, CURARSI CON I LIBRI: rimedi letterari per ogni malanno, edizione italiana a cura di Fabio Stassi, Sellerio editore, Palermo, 2013

Di ritorno, sul treno, l’ho sfogliato ed ho letto alcune schede di miei e nostri autori prediletti.

So che questo libro avrà un posto stabile e duraturo nelle nostre vite.

Vi si sentono le biografie delle autrici e del curatore italiano. Loro hanno saputo trasmettere, in schede talvolta perfette per equilibrio di linguaggio e capacità di riassunto, il distillato della creazione letterarie degli autori e delle autrici.

Mi viene meglio parlarne in due audio, proprio per catturare all’istante questa sensazione di avere in mano qualcosa di prezioso…

View original post 50 altre parole

Gianni Celati, Il transito mite delle parole. Conversazioni e interviste, a cura di Marco Belpoliti e Anna Stefi, 1974-2014, Quodlibet, 2022

scheda dell’editore:

https://www.quodlibet.it/libro/9788822908940

Narratore, saggista, traduttore, poeta, regista: tante sono le facce di Gianni Celati, uno dei maggiori scrittori italiani del XX e del XXI secolo. Ora se ne aggiunge un’altra, quella del parlatore. Sempre disponibile nei confronti dell’avvenimento fortuito, dell’incontro estemporaneo, Celati si intratteneva indifferentemente con studiosi affermati e con perfetti sconosciuti, con estimatori della sua opera e con quanti di lui non avevano mai sentito parlare.
Le pagine di questo volume di conversazioni e interviste danno modo di riascoltare la sua voce inconfondibile. Sono sessantasette incontri apparsi su giornali, riviste, libri o registrati nel corso di trasmissioni radiofoniche e televisive.
Con lucidità non comune, talvolta occultata in toni bonari e divaganti, Celati espone le sue idee sul lavoro dello scrittore, sulla letteratura, su autori del presente e del passato, sull’arte, sul cinema, sulla musica rock, sulla filosofia e su tanto altro. L’autore più antiletterario della nostra tradizione e insieme il più appassionato cultore della nostra letteratura traccia così la sua rotta all’interno di quella attività artistica che è lo scrivere, da lui concepito come atto artigianale, ricerca senza posa di forme e pensieri imprevisti al riparo da ogni dogma e parola d’ordine. Sempre pronto a rimettere in discussione la sua idea del raccontare, e lontanissimo dal ruolo dell’autoritario dispensatore d’indicazioni e istruzioni, Celati si conferma un autentico maestro segreto, di stile e di vita.

 
INDICE
  • Il disponibile quotidiano, di Marco Belpoliti
  • Nota dei curatori
  • Il transito mite delle parole. Conversazioni e interviste 1974-2014
  • Cinque domande a Gianni Celati (1974)
  • Avanguardie e falsa alternativa (1977)
  • Beatles & filosofia (1979)
  • Intervista sull’arte affettuosa (1979)
  • Dissenso a tempo di rock (1980)
  • La scrittura italiana oggi (1982)
  • L’incertezza dello sguardo (1982)
  • L’avventura non deve finire (1982)
  • Padania-Texas (1985)
  • Racconto la gente che ho ascoltato (1985)
  • Forme di finzione, rifugi contro la mediocrità (1985)
  • L’esitazione del pensiero (1985)
  • Corpi nello spazio (1985)
  • Per lo scrivere non c’è rifugio (1986)
  • Scrivere è come fare yoga (1988)
  • Delegati alla rappresentazione (1988)
  • Scuola aperta. A colloquio con gli scrittori (1989)
  • Il transito mite delle parole. Narrare è artigianato e cerimoniale (1989)
  • Le virgole di Celati (1989)
  • La novella e il nuovo paesaggio italiano (1990)
  • La fuga dello straniero (1990)
  • Non fatti, ma parole! (1991)
  • Narratore delle pianure (1991)
  • Il sentimento dello spazio (1991)
  • Il narrare come attività pratica (1992)
  • Scrivere è un viaggio nella paura, con le cose che ci chiamano… (1993)
  • Ferrara (1994)
  • Celati, parole dalle riserve (1995)
  • «Un lavoro dedicato ai luoghi e ai momenti». Gianni Celati sul lavoro con Luigi Ghirri (1995)
  • La lettura dei classici come terapia (1995)
  • I sonetti di Vecchiatto (1997)
  • All’altezza del simulacro (1998)
  • In viaggio verso il niente (1998)
  • Latitudine Celati (1999)
  • Elogio della novella (1999)
  • Teatro come incantamento (2000)
  • L’assoluto della prosa (2002)
  • Documentari imprevedibili come i sogni (2003)
  • Qualche idea sui luoghi e il lavoro con Luigi Ghirri (2003)
  • La realtà e la storia sono dei miti (2003)
  • Mondo senza mondo (2005)
  • La lingua dei gamuna (2005)
  • Celati, ovvero la scrittura come visione (2005)
  • Parola con vista (2006)
  • Intervista per la pubblicazione basca di Parlamenti buffi (2006)
  • Guardare è un fatto di immaginazione (2006)
  • Letteratura come accumulo di roba sparsa (2007)
  • Riscrivere, riraccontare, tradurre (2007)
  • Memoria su certe letture (2007)
  • Celati, scrittore e regista (2008)
  • A passeggio con un rabdomante (2008)
  • Celati a Zurigo (2009)
  • Vecchie e nuove Comiche (2009)
  • Su Jonathan Swift e lo sviluppo degli alieni (2010)
  • Sulla Fantasia, il Badalucco e la Contentezza (2005-2010)
  • Diol Kadd (2010)
  • Dialogo sulla comicità (2010)
  • Da «il Caffè» di Vicari a Ghirri (2011)
  • Il disponibile quotidiano (2011)
  • Gianni Celati sul suo cinema (2011)
  • La valle del Po vista con gli occhi di Gianni Celati (2011)
  • Le opere e i giorni di un ultimo sapiente (2011)
  • Camminare, scrivere e Robert Walser (2012)
  • Le fatiche di Ulisse (2012)
  • Il grande scrittore si racconta (2013)
  • «Eccesso di serietà, limite per la scrittura» (2013)
  • «La storia vale solo se sfugge dalle mani» (2014)
  • Bibliografia delle interviste
  • Indice dei nomi
 
L’AUTORE
GIANNI CELATI

Di Gianni Celati (Sondrio 1937 – Brighton 2022) Quodlibet ha pubblicato Conversazioni del vento volatore (2011), Comiche (2012, già Einaudi, 1971), La banda dei sospiri (2015, già Einaudi, 1976), Studi d’affezione per amici e altri (2016), Quattro novelle sulle apparenze (2016, già Feltrinelli, 1987), Narrative in fuga (2019), Costumi degli italiani (2020). Presso altri editori sono stati pubblicati Le avventure di Guizzardi (Einaudi, 1972), Lunario del paradiso (Einaudi, 1978), Narratori delle pianure (Feltrinelli, 1985), Verso la foce (Feltrinelli, 1988), Recita dell’attore Attilio Vecchiatto nel teatro di Rio Saliceto (Feltrinelli, 1996), Avventure in Africa (Feltrinelli, 1998), Cinema naturale (Feltrinelli, 2001), Fata Morgana (Feltrinelli, 2005), Sonetti del Badalucco nell’Italia odierna (Feltrinelli, 2010), Passar la vita a Diol Kadd. Diari 2003-2006 (Feltrinelli, 2011), Romanzi, cronache e racconti («I Meridiani», Mondadori, 2016).
Gianni Celati ha tradotto, tra gli altri, Swift, Melville, Conrad, Stendhal, Céline; nel 2013 presso Einaudi è uscita la sua versione dell’Ulisse di James Joyce. Parte dei suoi primi saggi è raccolta in Finzioni occidentali (Einaudi, 1975), di prossima riedizione presso Quodlibet.

Ferrero Ernesto, Album di famiglia. maestri del Novecento ritratti dal vivo, Einaudi, 2022

scheda:

La distanza nasconde, sfuma o aiuta a vedere meglio? Ernesto Ferrero incolla come sulle pagine di un album le immagini di editori, scrittori, scienziati, artisti che hanno fatto grande la cultura del Novecento italiano, «classici contemporanei» con cui dialogare. Una galleria di penetranti ritratti dal vivo e da vicino, per reinterpretare la nostra storia recente.

Nelle sue vesti di editore, direttore del Salone del libro e scrittore, Ernesto Ferrero ha avuto il privilegio di conoscere molti grandi protagonisti della nostra cultura. Ha lavorato con loro, ne ha curato i libri, ha goduto della loro amicizia. E ce ne consegna ritratti brillanti e rivelatori, restituendoli alla loro verità umana. Sono «maestri, padri e fratelli elettivi, amici, compagni di lavoro e di viaggio, presenze vive con cui dialogare». Forti personalità che hanno ancora molto da dire e da insegnare. Ecco sfilare in un intreccio di incontri e di storie sorprendenti editori come

Einaudi,

Garzanti,

Inge Feltrinelli,

Roberto Calasso,

Elvira ed Enzo Sellerio.

Padri nobili come

Pavese,

Montale,

Bobbio,

Mila,

Foa,

Revelli

e Rigoni Stern.

Signore di ferro come

Natalia Ginzburg,

Elsa Morante,

Lalla Romano,

Chichita Calvino.

Maghi e funamboli come

Gianni Rodari,

Bruno Munari,

Fruttero & Lucentini,

il fisico Tullio Regge,

Guido Ceronetti

Inquieti come

Parise,

Del Buono,

Sciascia,

Consolo,

Celati.

Vittime di destini crudeli, come

Fenoglio,

Atzeni,

Del Giudice.

Mattatori come

Guttuso,

Pasolini,

Garboli,

Eco.

In apertura, due autori a cui Ferrero si è sentito particolarmente vicino,

Italo Calvino

e Primo Levi.

Veniamo introdotti nel backstage della loro vita professionale e privata, alla scoperta di tratti rivelatori, magari segreti o poco noti, tra arte e vita, dramma e commedia, confessione e narrazione. Sono capitoli di un avvincente romanzo della conoscenza, sullo sfondo di una stagione di intense passioni intellettuali e civili, colte nella loro vitalità creativa.

Copertina del libro Album di famiglia di Ernesto Ferrero

Ferrari Gian Arturo, Storia confidenziale dell’editoria italiana, Marsilio, 2022

scheda dell’editore:

https://www.marsilioeditori.it/libri/scheda-libro/2971543/storia-confidenziale-dell-editoria-italiana

Chi racconta questa storia di scrittori e editori, stampatori e mecenati, talenti e miserie è stato un protagonista dell’editoria italiana del Novecento. Ha lavorato in case editrici medie e grandissime, si è occupato di patrie lettere e letterature straniere, soprattutto ha incontrato persone e cose, attraversato epoche, inventato collane, assunto e licenziato.

Chi racconta somiglia abbastanza all’editoria italiana, elegante e iraconda, generosa e umbratile, colta e commerciale. Perché l’editoria, si legge in queste pagine, è figlia dell’intellettualità e del commercio, non appartenendo in fondo a nessuno dei due.

E poi, annosa questione, sono gli editori capitani d’azienda? Esistono ancora come i primi trent’anni del Novecento ce li hanno consegnati?

Chi racconta ricostruisce con passione e puntualità una storia che si suppone magmatica, casuale, con accelerazioni improvvise e sacche, costellata di invidie e affetti, rabbie e riconciliazioni, amori e antipatie.

Chi racconta sa che attraverso l’editoria si può raccontare la storia d’Italia, quella tra le due guerre e quella degli anni di piombo, quella dei magnifici anni Ottanta e la più recente, quando i protagonisti sono forse meno eroici ma più inattesi.

Con tono epico e comico, affettuoso e tagliente, con occhi distanti e nel contempo vicinissimi, Gian Arturo Ferrari ci accompagna nelle avventure umane e culturali degli uomini e delle donne che si sono occupati di scegliere come, quando e quali libri pubblicare in un paese in cui tutti scrivono e pochi leggono.

Alda Merini, Respiro nella notte. Poesie e prose, prefazione di Michela Marzano, Bur Rizzoli, 2022

vai alla scheda:

Se esiste un filo che lega le poesie e le prose uscite dalla penna di Alda Merini, e raccolte in questo volume, è un filo intessuto di follia e verità, di amore e corpo, che avvolge il buio dell’esistenza. I versi più indimenticabili e gli incipit più riusciti della poetessa dei Navigli paiono infatti scritti nella notte più profonda, spremendo l’oscurità per ricavarne lampi di luce. Questa antologia originale e preziosa è un omaggio al talento inarginabile dell’autrice e insieme un viatico per i lettori che ancora non la conoscono. Tra le sue pagine scopriamo un ritratto inedito di Alda Merini attraverso i suoi testi più noti e altri dimenticati: dalle poesie di Un’anima indocile, La volpe e il sipario e Le madri non cercano il paradiso agli aforismi di Nuove magie e Colpe di immagini senza dimenticare la prosa, con Lettere a un racconto e La nera novella, unico esperimento noir della sua ampia produzione. Respiro nella notte ci immerge nel mondo della poetessa più amata e citata della nostra contemporaneità, un mondo in cui la follia è paura, solitudine, lavaggio del cervello, ma anche atto di creatività suprema. Un mondo fatto di amici veri o immaginati, di echi di sogni lontani e di corpi che reclamano carezze, vicinanza e amore. Perché, in fondo, Alda Merini è la poetessa dell’amore: quello che consuma e salva, che nasconde l’urgenza di essere visti e ascoltati nonostante le nostre fratture. L’amore più alto, cantato in quell’impasto unico e inarrivabile tra la lingua comune – con la quale tutti noi raccontiamo le emozioni – e quella letteraria, quasi mistica, che è la cifra profonda della parola meriniana.

Copertina di: Respiro nella notte

Rodari Gianni, Il libro dei perchè, Mondadori, 2022. Illustrazioni di Giulia Orecchia. Prima pubblicazione: Editori Riuniti, 1984. Indice del libro

Libri su Marcel PROUST, pubblicati da Carocci editore

vai a

http://www.carocci.it/index.php?searchword=proust&ordering=&searchphrase=all&Itemid=69&option=com_search&fbclid=IwAR2Hn66Sg68IY76_pfY9yrZUrED67UZLFMu581OhjyPF0Ovf4FEbFJlFfJo

Jean-Yves Tadié

Proust e la società

Roberta Capotorti

Leggere Proust

Carlo Alberto Redi

Proust zoologo

Stefano Brugnolo

Dalla parte di Proust

Mariolina Bertini

L’ombra di Vautrin

Proust lettore di Balzac

Alberto Beretta Anguissola

Proust: guida alla Recherche

Eleonora Sparvoli

Proust costruttore melanconico

L’irrealizzabile progetto della Recherche

 

Un’estate con Proust

 

a cura di: Laura El Makki

Elisabetta Abignente

Quando il tempo si fa lento

Con il quotidiano Repubblica: la vita a colori di Gianni Rodari, dal novembre 2022

vai a:

https://www.repubblica.it/cultura/2022/11/10/news/gianni_rodari_capolavori_collana_32_volumi_in_edicola_con_repubblica-373944558/?fbclid=IwAR2NWahCjX91_SKj0zEU6DT7HBMcTw0w2lCkpO5zunJ_okhjuf0WuMWIIfw

 

Illustrazione di Valeria Petrone per Gelsomino nel paese dei bugiardi di Gianni Rodari
Illustrazione di Valeria Petrone per Gelsomino nel paese dei bugiardi di Gianni Rodari 
In edicola ogni venerdì fino a giugno la collana in 32 volumi con i capolavori del maestro di Omegna. Arricchiti dai disegni dei più famosi illustratori italiani, da Bruno Munari a Giulia Orecchia

LUIGI PROIETTI detto Gigi, film biografico di Edoardo Di Leo, DVD Sorrisi e Canzoni TV, 2022

Riassunto: Ulisse di James Joyce

vai a

Riassunto Ulisse di James Joyce

Ulisse di James Joyce. Alessio Brunialti ci parla degli “ULISSI”. 9 novembre 2022, alla Libreria Plinio il Vecchio di Como. Audio di 70 minuti

clicca sul triangolino per ascoltare questa straordinaria analisi:

i miei APPUNTI per parole-chiave:

ALDA MERINI, la musica delle parole, a Illuminate/RaiTre 31 ottobre 2022. Link a RaiPlay

Illuminate – S2020E2 – Alda Merini, la musica delle parole

https://www.raiplay.it › video › 2020/10 › Illuminate—Al…

45:44

Illuminate Alda Merini, la musica delle parole. St 2020Ep 245 min. Claudia Gerini ripercorre la vita della grande poetessa milanese, …

RaiPlay · 4 ott 2020

Libri thriller psicologici da leggere: oltre 30 consigli – in ilLibraio.it

da

Libri thriller psicologici da leggere: oltre 30 consigli – ilLibraio.it

Thriller psicologici da leggere

  1. Rebecca. La prima moglieDaphe du Maurier (il Saggiatore, traduzione di Marina Morpurgo)
  2. MiseryStephen King (Pickwick, traduzione di Tullio Dobner)
  3. Il talento di Mr. RipleyPatricia Highsmith (La nave di Teseo, traduzione di Maria Grazia Prestini)
  4. Sconosciuti in trenoPatricia Highsmith (La nave di Teseo, traduzione di Ester Danesi Traversi)
  5. Il suggeritoreDonato Carrisi (Tea)
  6. La principessa di ghiaccioCamilla Lackberg (Marsilio, traduzione di Laura Cangemi)
  7. Trilogia di Hannibal (Hannibal, Red Dragon, Il silenzio degli innocenti), Thomas Harris (Mondadori, traduzioni di Alessandra Callegari e Marco Amante)
  8. Tutto ciò che muore, John Connolly (Time Crime, Andrea Salamoni)
  9. Il collezionistaJames Patterson (Tea, traduzione di Maddalena Togliani)
  10. Ricorda Maggie RoseJames Patterson (Tea, traduzione di Franco Ferrario e Maria Barbara Piccioli)
  11. Psycho, Robert Bloch (Bompiani, traduzione di M.Rinaldi)
  12. Dio di illusioniDonna Tartt (Rizzoli, traduzione di Idolina Landolfi)
  13. La psichiatraWulf Dorn (Tea, traduzione di Maria Alessandra Petrelli)
  14. Shutter islandDennis Lehane (Longanesi, traduzione di Fabiano Massimi)
  15. Abbiamo sempre vissuto nel castello, Shirley Jackson (Adelphi, traduzione di Monica Pareschi)
  16. L’ipnotistaLars Kepler (Longanesi, traduzione di Alessandro Bassani)
  17. Dieci piccoli indiani. E non rimase nessuno – Agatha Christie (Mondadori, traduzione di Lorenzo Flabbi)
  18. L’altra grace, Margaret Atwood (Ponte alle Grazie, traduzione di Margherita Giacobino)
  19. FolliaPatrick Mcgrath (Adelphi, traduzione di M. Codignola)
  20. Uomini che odiano le donneStieg Larsson (Marsilio, traduzione di Carmen Giorgetti Cima)
  21. The strangerHarlan Coben (Longanesi)
  22. Un nome senza volto – Robert Ludlum (Bur, traduzione di M. Amante)
  23. Giochi d’ombra – Charlotte Link (Tea, traduzione di Gabriella Pandolfo)
  24. L’assassinio di Roger Ackroyd – Agatha Christie (Mondadori)
  25. Con la morte nel cuore – Ruth Rendell (Fanucci)
  26. Copritele il volto – P.D. James (Mondadori, traduzione di M. Buzzi)
  27. L’assassino che è in me – Jim Thompson (HarperCollins, traduzione di Anna Martini)
  28. Sharp Objects – Gyllian Flynn (Rizzoli, traduzione di Barbara Murgia)
  29. Urla nel silenzio – Angela Marson (Newton Compton)
  30. Dolce, cara AudrinaVirginia Andrews (Sonzogno, traduzione di Maria Chiara Prestini)
  31. Non ti addormentareS.J. Watson (Piemme, traduzione di S. Bortolussi)

Dupont – Monod Clara, Adattarsi, Clichy editore, 2022

Mappe nel Sistema dei Servizi alla Persona e alla Comunità

vai alla scheda dell’editore

Adattarsi è una storia di emozioni, di perdite, di miracolosi ritrovamenti, di paure, di smarrimenti, di rabbie, di speranze e di infinite dolcezze. Ed è anche una storia di montagne, di rocce, di acqua e di vento, di luoghi e solitudini.

La vicenda è abbastanza semplice, nella sua terribile realtà: in una famiglia della montagna francese nasce un bambino, è bello e sorride e tutti vengono a rendergli omaggio. Ma dopo poco tempo ci si accorge che è gravemente disabile: non vede, non può muoversi, non crescerà, morirà presto.

Questo sconvolge tutti gli equilibri della famiglia, ridefinendo per sempre il destino dei due fratelli, il maggiore e la minore, e dei suoi genitori. Perché questo bambino con gli occhi scuri che si perdono nel vuoto, è un neonato eterno, un bambino «inadatto», e traccia una frontiera invisibile tra la sua famiglia, gli altri e il…

View original post 129 altre parole

Ricomporre il puzzle di ANNIE ERNAUX attraverso i suoi libri, di Letizia Spezzali, in Domani 12 ottobre 2022

in https://www.editorialedomani.it/politica/mondo/ricomporre-il-puzzle-di-annie-ernaux-attraverso-i-suoi-libri-xvdjv2d6

  • In un’epoca di nostalgia, politica e non solo, ha vinto il premio Nobel per la Letteratura Annie Ernaux, la scrittrice che si è occupata in maniera vasta e ossessiva della memoria.
  • Affrontare i libri di Annie Ernaux è un’esperienza fondamentale per un lettore, e lo è per le ragioni profonde che legano la letteratura all’esistenza.
  • Molte persone che non hanno mai letto Ernaux si chiedono da dove iniziare: iniziate da dove volete, forse ricreando come meglio riuscite il percorso delle origini, dei traumi e dei successivi sviluppi, al quale ha dedicato la parte maggiore dei propri sforzi.

C’è il libro sul padre, Il posto, quello sulla madre, Una donna. C’è L’altra figlia, che parla della sorella morta prima che Ernaux nascesse, e di cui Ernaux scopre l’esistenza per caso, da bambina, ascoltando una conversazione: «I genitori di un figlio morto non sanno ciò che il loro dolore fa a quello vivo». La sorella, in questo senso, diventa un simbolo dell’indicibile, dell’anti linguaggio. Di tutto quello che Ernaux cerca di superare, e pensarci è terribile.

Poi c’è il libro sull’età indifesa, i dodici anni: La vergogna. I genitori mandano la piccola Annie in una scuola cattolica privata, è l’unica del suo mondo ad andarci. Da allora Ernaux assocerà sempre la parola “privato” alla paura e alla chiusura. E scrivere diverrà il contrario del privato. «Scrivere è una cosa pubblica».

In Memoria di ragazza troviamo Annie diciottenne che va a fare l’educatrice in una colonia estiva, qui scopre il sesso e soprattutto il giudizio degli altri. Accanto a questo libro, per relativa prossimità temporale, quello sull’aborto giovanile, L’evento (che gran titolo). E anche il libro su come Ernaux apprende la propria disparità di donna, la catastrofe della disuguaglianza: La donna gelata. Per arrivare all’autobiografia impersonale del suo romanzo più esteso, che è anche una cronaca collettiva, la sua opera più nota in Italia, forse: Gli anni.

«Tutte le immagini scompariranno», dice Ernaux, e mentre lo dice noi ci sentiamo soffocare, ci sembra di trovarci già dopo la fine del mondo. Le immagini scompariranno, e noi con loro, e di noi non resterà nulla. E siamo grati a Ernaux quando ci mostra tutto il male e tutto il bene della memoria: le strade che percorriamo, le gerarchie sociali e morali, il chiacchiericcio, i gesti piccoli, le violenze.

Ernaux recupera la storia dal letto di un fiume dove si sono depositati gli oggetti perduti, usando la scrittura di chi dà le notizie essenziali, ma senza la certezza di saperle dare. Scriviamo con un perenne senso di mancanza. Fino a «salvare qualcosa del tempo in cui non saremo mai più».

assegnazione del Premio Nobel ad Annie Ernaux. Le parole di gratitudine di Duccio Demetrio, in Libera Università dell’Autobiografia di Anghiari

da:

Libera Università dell’Autobiografia di Anghiari – Post | Notifiche | Facebook
Chi si interessa di scrittura autobiografica ieri ha festeggiato l’assegnazione del Premio Nobel ad Annie Ernaux. Noi lo facciamo oggi, con le parole di gratitudine di Duccio Demetrio.
 
Grazie Annie…!
“Ciò che c’ è di appassionante nel mestiere di scrivere è non sapere dove si finirà, perché si cerca una risposta d’ amore di cui non abbiamo certezza”.
 
Quando ho appreso che Annie Ernaux aveva vinto il premio Nobel per la letteratura, questa frase di Roland Barthes mi è tornata all’ improvviso alla mente.
Riassume un tratto importante della filosofia esistenziale alla quale la scrittrice francese ha dedicato il suo scrivere. In primo luogo, ogni suo libro – sempre autobiografico, diaristico, romanzesco, sociologico, storiografico al contempo – è una voce alla ricerca di risposte d’ amore affidate alla letteratura, alla poesia: seppur nella perenne incertezza di saperlo ricevere e di saperlo offrire.
Ma, nondimeno, ancora Barthes ci avverte che “il mestiere di scrivere” ( e di vivere direbbe Cesare Pavese ) quando sia mosso da autentica passione ( e questa tensione abita, anzi da essi tracima, in tutti i libri celebri o meno noti di Annie Ernaux ) non può che sfidare la nostra vana e illusoria ricerca della quiete dinanzi alle tragicità individuali e storiche della contemporaneità.
Sarà per questo motivo, ben noto a chiunque si cimenti con la scrittura di sé, che opere sue come “Gli Anni” , vanno arricchendo le forme dell’ approccio alle realtà storico-sociali quando si adotti la scrittura di sé non soltanto per narrarle, ma per farle intimamente proprie.
I suoi libri sono stati definiti non per nulla “autobiografie impersonali “. Una espressione che Ernaux – e invito i nostri lettori a ritrovarla senz’ altro – ha rivendicato per sé anche nel corso di una intervista ormai celebre pubblicata nel testo “Scrivere è un dare forma al desiderio” ( Castelvecchi, 2020 ); oppure, ne “L’ evento”, dove l’ Autrice si immerge nel riesame del proprio passato e lo trasforma in un racconto collettivo.
Come Libera Università dell’ autobiografia di Anghiari non possiamo che applaudire, calorosamente, al conferimento ad Annie Ernaux del celebre Premio. Perché oltre ad averci invitato ad approfondire le nozioni di cura attraverso gli atti, i modi, le scoperte che la scrittura ogni volta ci dischiude; oltre ad averci mostrato che la strenua difesa della memoria è dovere e diritto civile, non soltanto un esercizio introspettivo e di carattere estetico, è nostro compito fare dello scrivere un metodo “socialmente utile”.
Ed anche qualcosa di più: come stamane ( 7 ottobre ) ha scritto su la Repubblica Michela Marzano, in quanto si tratta nondimeno di un “ atto politico” e soggettivo insieme; il quale ci invita a comprendere tutto il valore di una condotta etica che ci spinge a comprendere tutta l’ importanza e “ La necessità di lasciare una traccia, appunto attraverso una scrittura che scava dentro, nomina le mille sfaccettature dell’ esistenza, e rende magnificamente testimonianza della vulnerabilità della condizione umana”.

Il premio Nobel per la Letteratura 2022 ad ANNIE ERNAUX – ilLibraio.it

La scrittrice francese Annie Ernaux, molto amata anche dal pubblico italiano, ha vinto il Premio Nobel per la letteratura 2022, “per il coraggio e l’acutezza clinica con cui svela le radici, gli allontanamenti e i vincoli collettivi della memoria personale”.Pubblicata in Italia da L’Orma (oltralpe da Gallimard), Ernaux è nata a Lillebonne (Senna Marittima) nel 1940

VAI A

Il premio Nobel per la Letteratura 2022 ad Annie Ernaux – ilLibraio.it

Pamuk Orhan, Le notti della peste, Einaudi, 2022

vai a

1901. La peste dilaga sull’isola di Mingher e l’uomo chiamato a fermarla viene ucciso in circostanze misteriose.

Nel destino di quella piccola isola e dei suoi abitanti Orhan Pamuk ha ricreato un mondo, parlando al nostro presente con una forza e un’intensità che sono quelle della grande letteratura.

Nell’aprile del 1901 un piroscafo si avvicina silenzioso all’isola di Mingher, «perla del Mediterraneo orientale». Dall’imbarcazione scendono due persone: il dottor Bonkowski – il maggior specialista di malattie infettive dell’Impero ottomano – e il suo assistente. Bonkowski è lí per conto del sultano: deve indagare su un nemico invisibile ma mortale, che rischia di mettere in ginocchio un Impero già da molti definito il «grande malato d’Europa» e innescare cosí una reazione a catena nei delicatissimi equilibri continentali. Sull’isola di Mingher, si dice, c’è la peste. Il morbo viene rapidamente confermato, ma imporre le corrette misure sanitarie rappresenta la vera sfida, soprattutto quando le esigenze della scienza e della medicina piú nuova si scontrano con le credenze religiose. In quest’isola multiculturale dove musulmani e cristiani ortodossi cercano di convivere pacificamente, la malattia funge da acceleratore delle tensioni sociali e non solo: poco dopo aver parlato con il governatore e chiesto che venga imposta la quarantena, il corpo del dottor Bonkowski viene trovato senza vita in un vicolo.
In un drammatico crescendo la peste dilaga, spingendo le autorità a rafforzare le misure di contenimento: queste però aumentano le frizioni tra le varie identità dell’isola (e dell’Impero), tra chi le asseconda e chi nega l’esistenza stessa della malattia, o l’efficacia della quarantena, gettando la comunità nelle tenebre di una notte non soltanto sanitaria.
Le notti della peste è un’opera-mondo grandiosa, universale, attraversata da echi di Tolstoj, di Manzoni, del Conrad di Nostromo, di Camus. Romanzo storico e allegorico (tra le righe si legge la deriva di ogni nazionalismo verso l’autocrazia dell’uomo forte), brulicante di personaggi e di storie, di guerre, amori e immortali tensioni etiche. In cui il particolare – le esistenze dei singoli individui travolti dalla Storia – si apre all’universale – il rapporto tra paura e potere, tra vita e destini generali, tra fede e ragione, tra modernità e tradizione. 

Copertina del libro Le notti della peste di Orhan Pamuk

Leopoldo Lonati, Discorso senza un alito di vento. Quartine.  Note di lettura di Aurelio Buletti e Renato Giovannoli, Casagrande Edizioni

TartaRugosa ha letto e scritto di: Pilar Quintana (2022), La cagna, Traduzione di Pino Cacucci, Baldini Castoldi La Tartaruga, Miilano

TARTARUGOSA

Quintana, con una scrittura quasi febbrile, ci trascina da subito in un ambiente che mostra in tutta la sua forza i rapporti tra mondo e natura; qui incontriamo Damaris, donna ferita da una maternità mancata, ma intensamente voluta e ricercata anche con i mezzi più ancestrali, affini alla stregoneria e fatta di unguenti e pratiche sciamaniche.

Damaris non aveva potuto avere figli. Si era messa con Rogelio ancora diciottenne e dopo un paio d’anni la gente cominciava a chiederle “A quando un bebé? A un certo punto aveva dovuto spiegare a quanti facevano domande che il problema era lei che non rimaneva incinta.

Adesso stava per compiere quarant’anni, l’età in cui le donne inaridiscono, come aveva sentito dire una volta a suo zio.

Il rapporto col marito è rude, un uomo dedito al lavoro su pescherecci, senza tante parole e dotato di quel senso pratico che a volte pare rasentare…

View original post 1.175 altre parole

Elio Vittorini, Conversazione in Sicilia, Bompiani, 1941

Alessandra Cenni, In riva alla vita. Storia di Antonia Pozzi poetessa, Rizzoli, 2002

Antonia Pozzi, Poesia, mi confesso con te. Ultime poesie inedite (1929-1933), Viennepierre edizioni, 2004

Antonia Pozzi, Mentre tu dormivi le stagioni passano …, a cura di Alessandra Cenni e Onorina Dino, 1998

Antonia Pozzi. Desiderio di cose leggere, a cura di Elisabetta Vergani. Prefazione di Eugenio Borgna, Salani editore, 2018

Cesare Pavese, IL MESTIERE DI VIVERE, Einaudi, 1952

LIBRI, indici di Tecalibri

In prima pagina di www.tecalibri.it :
Buona lettura con un clic su www.tecalibri.it

100 libri da leggere assolutamente nella vita – in ilLibraio.it

Ecco 100 libri consigliati da leggere, anzi, consigliatissimi. Testi che vale la pena leggere tutti. Perché vi commuoveranno, stupiranno, esalteranno, spiazzeranno e turberanno, come tutti i libri belli.Abbiamo selezionato libri importanti: classici che hanno segnato un’epoca, che hanno fatto da precursori a nuovi generi letterari o cambiato per sempre l’immaginario. Abbiamo scelto romanzi che sorprendono: libri scritti centinaia di anni fa che risultano incredibilmente attuali.

vai a

100 libri da leggere assolutamente nella vita – ilLibraio.it
  1. Iliade – Omero
  2. Agamennone, Coefore, Eumenidi – Eschilo
  3. Edipo Re, Edipo a Colono, Antigone – Sofocle
  4. Ecuba, Elettra – Euripide
  5. Le mille e una notte – AA.VV.
  6. Inferno – Dante
  7. Romeo e Giulietta – William Shakespeare
  8. Don Chisciotte della mancha – Miguel de Cervantes
  9. La vita e le opinioni di Tristram Shandy gentiluomo – Laurence Sterne
  10. Orgoglio e pregiudizio – Jane Austen
  11. Frankenstein – Mary Shelley
  12. Racconti del mistero, fantastici e grotteschi – Edgar Allan Poe
  13. Cime tempestose – Emily Brontë
  14. Le notti bianche – Fëdor Dostoevskij
  15. Grandi speranze – Charles Dickens
  16. Pattini d’argento – Mary Mapes Dodge
  17. Alice nel paese delle meraviglie – Lewis Carroll
  18. Guerra e pace – Lev Tolstoj
  19. Piccole donne – Louisa May Alcott
  20. Ventimila leghe sotto i mari – Jules Verne
  21. Le avventure di Tom Sawyer – Mark Twain
  22. L’isola del tesoro – Robert Louis Stevenson
  23. Germinal – Émile Zola
  24. Il carteggio Aspern e altri racconti – Henry James
  25. Il piacere – Gabriele d’Annunzio
  26. Il ritratto di Dorian Gray – Oscar Wilde
  27. L’interpretazione dei sogni – Sigmund Freud
  28. Il meraviglioso mago di Oz – L. Frank Baum
  29. Il giornalino di Gian Burrasca – Vamba
  30. Peter Pan – James M. Barrie
  31. Siddhartha – Hermann Hesse
  32. Il profeta – Kahlil Gibran
  33. La coscienza di Zeno – Italo Svevo
  34. Viaggio al termine della notte – Louis-Ferdinand Céline
  35. La montagna incantata – Thomas Mann
  36. La signora Dalloway – Virginia Woolf
  37. Il processo – Franz Kafka
  38. Uno, nessuno, centomila – Luigi Pirandello
  39. Alla ricerca del tempo perduto – Marcel Proust
  40. Pietr il lettone: le inchieste di Maigret – Georges Simenon
  41. Il mondo nuovo – Aldous Huxley
  42. La fattoria delle magre consolazioni – Stella Dorothea Gibbons
  43. Al dio sconosciuto – John Steinbeck
  44. Mary Poppins – P.L. Travers
  45. La nausea – Jean-Paul Sartre
  46. Dieci piccoli indiani – Agatha Christie
  47. Il deserto dei tartari – Dino Buzzati
  48. Il mondo di ieri – Stefan Zweig
  49. Il piccolo principe – Antoine de Saint-Exupéry
  50. Finzioni – Jorge Luis Borges
  51. Se questo è un uomo – Primo Levi
  52. 1984 – George Orwell
  53. Confessioni di una maschera – Yukio Mishima
  54. Cronache marziane – Ray Bradbury
  55. Il giovane Holden – J. D. Salinger
  56. Memorie di Adriano – Marguerite Yourcenar
  57. Il signore delle mosche – William Golding
  58. Il signore degli anelli – J.R.R. Tolkien
  59. Lolita – Vladimir Nabokov
  60. Sulla strada – Jack Kerouac
  61. Quer pasticciacio brutto di via Merulana – Carlo Emilio Gadda
  62. Il gattopardo – Giuseppe Tomasi di Lampedusa
  63. Memorie di una ragazza perbene – Simone de Beauvoir
  64. La noia – Alberto Moravia
  65. Il buio oltre la siepe – Harper Lee
  66. Le favole al telefono – Gianni Rodari
  67. Lessico famigliare – Natalia Ginzburg
  68. Opinioni di un clown – Heinrich Böll
  69. La fabbrica di cioccolato – Roald Dahl
  70. Gli interpreti – Wole Soyinka
  71. Cent’anni di solitudine – Gabriel García Márquez
  72. Momo – Michael Ende
  73. La storia – Elsa Morante
  74. Le città invisibili – Italo Calvino
  75. Diario – Etty Hillesum
  76. Vista con granello di sabbia – Wislawa Szymborska
  77. Il racconto dell’ancella – Margaret Atwood
  78. Il nome della rosa – Umberto Eco
  79. Tutte le poesie – Sylvia Plath
  80. Non ci sono solo le arance – Janette Winterson
  81. Trilogia della città di K. – Ágota Kristóf
  82. IT – Stephen King
  83. Danubio – Claudio Magris
  84. Verso Occidente l’impero dirige il suo corso – David Foster Wallace
  85. Camere separate – Pier Vittorio Tondelli
  86. Jurassic Park -Michael Crichton
  87. American Psycho – Bret Easton Ellis
  88. Il mondo di Sofia – Jostein Gaarder
  89. Patrimonio – Philip Roth
  90. Il ragazzo giusto – Vikram Seth
  91. Cecità – José Saramago
  92. Un indovino mi disse – Tiziano Terzani
  93. Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare – Luis Sepúlveda
  94. Il diario di Bridget Jones – Helen Fielding
  95. Memorie di una geisha – Arthur Golden
  96. Il dio delle piccole cose – Arundhati Roy
  97. Underworld – Don DeLillo
  98. Harry Potter e la Pietra Filosofale – J.K. Rowling
  99. Le fantastiche avventure di Kavalier e Clay – Michael Chabon
  100. ???

Enzensberger Hans Magnus, Artisti della sopravvivenza. Sessanta vignette letterarie del Novecento, Einaudi, 2022. Indice del libro

vai alla scheda dell’editore:

«Innumerevoli sono gli scrittori che, nel corso del Novecento, sono sopravvissuti a terrore di Stato ed epurazioni, con tutte le ambivalenze morali e politiche che questo ha comportato. Ma come sono andate davvero le cose? Erano forse troppo saldi per capitolare di fronte al potere? Devono la sopravvivenza alla loro accortezza o piuttosto alla loro intelligenza, alle loro conoscenze o alla loro abilità tattica? Sono scampati alla prigione, al campo di concentramento o alla morte per via di fortunate coincidenze che rasentano il portentoso o grazie a strategie che spaziano dalla ruffianeria al camuffamento?»

 

Copertina del libro Artisti della sopravvivenza di Hans Magnus Enzensberger

L’Incanto fonico della Poesia – dialogo con Mariangela Gualtieri – YouTube

Gualtieri Mariangela, L’incanto fonico. L’arte di dire la poesia, Einaudi, 2022

vai alla scheda dell’editore:

Dire la poesia non avviene sempre. Eppure anche nel dire la poesia consiste, da sempre, la poesia. Lo sapeva Carmelo Bene con il suo personalissimo teatro della crudeltà, lo sapevano i Romantici e i Surrealisti, lo sapeva García Lorca, quando trovava il suo duende nella musica, nella danza e, appunto, nella poesia a viva voce (hablada), arti tutt’e tre, sosteneva, che hanno bisogno di un corpo vivo che le interpreti. Lo sa bene, benissimo, Mariangela Gualtieri, che da quarant’anni «dice la poesia in pubblico», avvolgendo chi la ascolta in un «mondo orale aurale» che non ha uguali. Sí perché «spesso», come dice Gualtieri, i professionisti, gli attori, leggono il verso puntando «sulla sua componente razionale e di significato, trascurando tutto il resto». Nella sua «arte di dire la poesia», Gualtieri ci parla invece solo del resto. E per farlo trova un linguaggio nuovo e sorprendente: non un discorso sul dire la poesia ma una scrittura con il dire la poesia. Non concetti astratti, ma figure, immagini, sensazioni fisiche, echi. E analogie, fino a costruire un libro di poesia saggistica, a opporre visione a discorso, a parlarci vicino e alto, lontani dalla chiacchiera. E cosí: «Formule magiche schiacciate nei libri – solo al pronunciarle si fanno efficaci. E formule mantriche, solo in voce trovano compimento. E spartiti di musica, tutti, chiedono fiato, gole, dita per farsi forma sonora. Cosí ogni verso. Ogni poesia implora un respiro che la dica. Essere detta. Detta per bene in sua ritmica e melodia e timbrica e interni silenzi».

Copertina del libro L’incanto fonico di Mariangela Gualtieri

Carlo Emilio Gadda, Eros e Priapo, Adelphi, 1967, (ma scritto fra il 1944/1945)

una citazione dedicata all’allora benito mussolini (minuscolo):

” sudicio Poffarbacco, Somaro principe, kuce, imbianchino, il Sozzo nostro, furioso babbeo, ladro, mascelluto, gradasso, faccia ’e malu culori, capocamorra, Caino Giuda Maramaldo, gaglioffo ipocalcico dalle gambe a roncola, autoerotòmane, eredoalcoolico ed eredoluetico, luetico, teratocèfalo, rachitoide babbeo, spiritato basedòwico, scacarcione sifoloso, mortuario smargiasso, Merda di cervellone Caino, farabutto-Giuda-Maramaldo, Paflagone smargiasso, Scacarcione giacomo-giacomo, maccherone furioso, Napoleone fesso, sanguinolento porcello, Scipione Africano del due di coppe, provolone imbischerito, mascelluto Caino in peste, forlimpopolesco mascellone, principe Maramaldo, Giuda pestifero, il fass tutt mè, il son chè mè, dittatore di scemenze, Gran Cacchio, parolaio-istrione, lurido Poffarbacco, virulento babbeo, provinciale saturo di sifilide e di furori blasfemi, Costruttore, ex agitatore ed agitato sempiterno, ficaiolo, discepolo del messer Niccolò buggeratissimo, poltrone e istrione, sanguinolenta jena, Priapo Ottimo Massimo, Batrace luetico, tumescente Priapo, Priapo-Imagine, Super Balano, il beneficiente, mascelluto e stivaluto Poffarbacco, furbo di provinciaccia, tumefatto balano, messer Mastro Pùgolo, Predappioculo, bel maschione, Sbrodolini, asino indomenicato al giro d’Italia, Priapo Esibito, Priapo marcio, Maramaldo omicida, Appiccata Carogna, kuce Cacchio, culone a cavallo, bellone, fezzone, buccone, stivalone, maschio maschione, sifilitico sifiliticone, rincoglionito Quirino, inturgidito Predappio, Forlimpopoli Priapomastro, pietoso mimo, Pirgopolinice Spirochetato, kùce-verga, tracotante birro, tetro feneratore de le genti, Priapo Maccherone Maramaldo, trombone in fiera, Gran Correggia del Nulla, Predappiofava, batrace, Somaro Sopracciò, Maccherone Ingrognato, acromegalico e batracico avortone, il ragghiante, l’Impestato, Batrace Tritacco, Priapo Concionante, nanonzolo, batracico testone-mascellone acromegalico, rachitoide ipocalcico, eredoalcool, eredolue, Predappiofesso, Fava, Favente Genio, Favante Tutore della Italia, Condottiero d’Italia in Guerra Lampo, Tempista/Politico, Gran Somaro Nocchiero, Scacarcione Mago, Fottutissimo Scacarcione Bombarda di Tripla Greca, kuce grasso, appiattato Scacarcione a dugento miglia da battaglia, Fava Unica, Fava Maramaldo, Invincibile Fava, Predappioasino, el Fava (Impestatissimo), Pupazzo, Nullapensante, Maramaldo dal viso livido, Somaro Fava, il Leccato-che-Lecca, Coglione, provolone sciocco, Trombone trombatissimo, Socero Schifoso, mentecatto principe Fava, Naticone ottimo massimo, Pavone Etico Ufficiale, Priapo Tumefatto, Batrace dalle mascelle forzute, Priapo luetico, τύραννος, furioso, pavido idolatra del numero e della forza, φαλλός, l’Estrovertito, mietitore degli universi frumenti, agitato-sempiterno, Sovrano seminatore e trebbiatore pometino, il vessillifero della spaghettifera patria co’ ’a pommarola in coppa, Gran Khan, messer Mastro Pùngolo, ex-Bomba in pullover, tiranno vaniloquente, cavalcatore di cavalli e di femine in gloria, inturgidito Modellone, Pirgopolinice il glorioso, Modellone Torsolone, frivolo e fortunato mimico, il Maestro, Sopraumano Sopracciò, Furioso Ingrogato, il Mugliante, sozzo e priapesco istrione”

Poesie per un anno: ESTATE, a cura di Milton Fernandez, Rayuela edizioni, 2020

VAI ALLA SCHEDA DELL’EDITORE

Poesie per un anno – Estate

Comincio a desiderare un linguaggio frugale come quello che usano gli amanti, parole rotte, parole spezzate, come lo sfiorare dei passi sulla strada, parole di una sillaba come quelle dei bambini quando entrano in una stanza nella quale la loro mamma sta cucendo e prendono da terra un filo di lana bianca, una piuma o uno scampolo di chintz. Ho bisogno di un urlo, un grido.

Virginia Woolf

Poesie per un anno: PRIMAVERA, a cura di Milton Fernandez, Rayuela edizioni, 2020

VAI ALLA SCHEDA DELL’EDITORE:

Poesie per un anno – Primavera

Come te

Io, come te,

amo l’amore, la vita, il dolce incanto

delle cose, il paesaggio

celeste dei giorni di gennaio.

Anche il mio sangue freme

e rido attraverso occhi

che hanno conosciuto il germogliare delle lacrime.

Credo che il mondo sia bello,

che la poesia sia come il pane, di tutti.

E che le mie vene non finiscano in me

ma nel sangue unanime

di coloro che lottano per la vita,

l’amore,

le cose,

il paesaggio e il pane,

la poesia di tutti.

Roque Dalton

copertinaprimavera

Poesie per un anno: INVERNO, a cura di Milton Fernandez, Rayuela edizioni, 2020

VAI ALLA SCHEDA DELL’EDITORE:

Poesie per un anno – Inverno

La poesia e lì, dice qualcuno, accanto a noi, basta saperla riconoscere. È quel segno rimasto nel guanciale dopo una notte d’amore con una sconosciuta. Il cenno di un manifesto nel metrò. Quell’uomo insignificante che spazza lucernari e parapetti solo per cortesia nei confronti del cielo. Quei pazzi che continuano imperterriti a cercare i loro mulini a vento nell’aria ammorbante della città. Lo sguardo assente di un ubriaco dopo la sbornia…

Proviamoci anche noi, a tempo perso. Proviamo a fare uscire i poeti dalla loro tana. Adottiamone uno a distanza, e portiamolo a vivere tra la gente. Trascriviamolo, traduciamolo, faxiamolo, incidiamolo; vandalizziamo i muri con la sua presenza, regaliamolo a qualcuno a cui vogliamo bene, a quelli con cui non vorremmo condividere nemmeno l’aria del pianeta; abbandoniamolo dal parrucchiere, dal medico, dal dentista; piazziamo una sua pagina tra i rotocalchi del giornalaio, i tanti Chi, Di Chi, Con Chi, (c’è il rischio di provocare uno shock anafilattico, ma dopo tutto nessuno vive in eterno) appendiamolo sulla porta della cabina, mentre ci cambiamo il costume, attacchiamolo sul muro nei bagni delle stazioni, tra le proposte d’incontro e la dimensione dei peni in offerta speciale, infiliamolo in una bottiglia e buttiamola nel cesso, indirizzata al mare; inseriamolo di soppiatto nell’urna elettorale…
Non m’illudo. Lo so che la poesia non salverà il mondo. Non basterebbe l’acqua dell’universo per lavare tutta la sporcizia accumulata. Ma senza quell’acqua, il mondo sarebbe già morto di sete.(…)

Dalla prefazione di Milton Fernández

 

Copertina_INVERNO_05_11TAG

Poesie per un anno: AUTUNNO, a cura di Milton Fernandez, Rayuela edizioni, 2020

vai alla scheda dell’editore:

Poesie per un anno – Autunno

Yehoshua Abraham, Il tunnel, Einaudi 2018

e

Faber Andrew, Ti passo a perdere, Interno Poesia, 2022

vai alla scheda dell’editore:

Ci si può perdere senza il bisogno di sentirsi persi? Quanti significati assume, nel corso della vita, questo predicato verbale dalle infinite forme? Andrew Faber stravolge il concetto di fragilità, trasformandola in forza. Più che un libro di poesie, Ti passo a perdere è un manuale di resistenza in versi. Uno stradario dell’anima dove perdersi per poi ritrovarsi. Un viaggio verso la conoscenza di sé stessi e un invito alla scoperta dell’Amore, in tutte le sue forme.

 

A chi sta attraversando il suo buio

A chi sta attraversando
il suo buio
dico soltanto di non mollare.
Ci siamo finiti tutti
in quel posto maledetto
dove il freddo ti morde le ossa
e il silenzio ti piove nel cuore.
A chi sta attraversando
il suo buio
dico soltanto di allontanarsi
da chi dice di darsi una mossa
di smettere di piangersi addosso.
Quella gente vuole farvi del bene
ma non sa cosa dice.
Quella gente lì dove siamo finiti noi
non c’è mai arrivata.
A chi sta attraversando
il suo buio
dico soltanto di avere coraggio
bisogna stringere i denti
e aspettare che il sole riprenda a brillare.
A chi sta attraversando
il suo buio
dico soltanto di credere
nella poesia.
Negli occhi di chi
quella strada l’ha già ritrovata.
C’è un cielo
di qua che vi aspetta
con un panorama di sogni
da togliere il fiato.

 

*

 

Perdersi

Ci ho messo un po’ a comprendere:
non volevi essere abbracciata
per paura di essere capita.
Che essere capiti
è la cosa più preziosa al mondo
ma significa
buttare giù le difese
arrendersi
consegnarsi.
Significa non potersi più difendere
per un istante
non riuscire più a mentire.
E la gente non sempre lo sa
non sempre lo capisce
cosa significa abbracciarsi
dirsi tutto senza parlare.
Perdersi.
In quella terra di nessuno
da qualche parte nel cuore.

 

*

 

Le persone che amano stare da sole

Non giudicate
le persone che amano stare da sole
non fatelo mai.
La loro non è cattiveria
non è strafottenza
ma vera e propria necessità
bisogno d’essere, appartenenza.
Abbiate sempre cura di aspettarle
di rispettarle.
Non mettetegli fretta
se i loro tempi non sono i vostri
lasciatele andare.
Se avrete pazienza
sapranno ricompensarvi
perché la loro voce
è una carezza scesa dalle labbra
che si scioglie negli occhi.
Perché il loro cuore
è un posto caldo e silenzioso
capace di accogliere e proteggere.
Non giudicate
le persone che amano stare da sole
non avete la minima idea
di quanto abbiano dovuto lottare
di quale miracolo siano state capaci
di compiere.
La solitudine spaventa
la solitudine è un patto
di purissimo Amore
con la propria anima
che quasi mai nessuno
ha il coraggio di fare
ma loro sì, e ne sono felici.
Loro ci sono riusciti.
Loro ce l’hanno fatta.

 

*

 

Chi rischia la felicità, non muore mai

Adesso ti passo a prendere
e ti porto a mangiare
un sacco di schifezze
e se ti va
balliamo un po’
davanti agli occhi increduli
della gente seria.
Ti passo a prendere
e ti porto a non pensare
che quando non si pensa
si torna un po’ bambini.
Ti porto a sognare
quelle robe da imbecilli scalmanati
che non si possono raccontare.
Adesso ti passo a prendere
e ti porto a ridere con me
perché ho bisogno di sapere chi sei
quando non hai bisogno di apparire
quando non hai bisogno di essere.
Ti porto a sbagliare
a bruciare
a impazzire.
Come l’ultima volta che hai pianto
e non sapevi perché
ma ti sentivi viva.
Ti porto a toccare la notte
ti porto a respirare il silenzio
delle parole rimaste in gola
e che finiscono negli occhi
e dentro ai baci
dati di corsa.
Ti porto a rischiare di essere felice
perché non so se lo sai
ma chi rischia la felicità vince sempre.
Chi rischia la felicità, non muore mai.

Stefano Rovai, Le avventure di P!nocchio , Edizioni della Normale/Istituto Nazionale di Studi sul Rinascimento, 2021

v ai alla scheda dell’editore:

Franchini Antonio, Leggere possedere vendere bruciare, Marsilio, 2022

vai alla alla scheda dell’editore:

https://www.marsilioeditori.it/libri/scheda-libro/2970964/leggere-possedere-vendere-bruciare

L’oggetto di questi racconti sono i libri. Quattro azioni molto diverse che si possono fare con i libri, azioni che talvolta escludono le altre: non è detto, infatti, che chi è animato dalla smania di possedere libri sia un accanito lettore, e non sempre i grandi lettori sono anche bibliofili. Allo stesso modo vendere libri potrebbe tranquillamente non contemplare il fatto di leggerli, così come il desiderare di averne. Infine, bruciare libri – l’azione più estrema e delittuosa – potrebbe essere non soltanto l’oltraggio di chi teme la parola scritta, di chi l’ha in sospetto e la odia quando diffonde idee che avversa, ma anche l’atto supremo di un amore tanto esclusivo e assoluto da diventare perverso, omicida o forse liberatorio. I libri di mio padre ripercorre, tra tenerezza e strazio, l’eredità di un bibliofilo. Lettore di dattiloscritti e Le età dell’oro dell’editoria italiana raccolgono le riflessioni di chi ha dedicato la vita a una specie particolare di lettura, quella rivolta a testi destinati, nella maggior parte dei casi, a non veder mai la luce, a entrare nel limbo infinito delle opere non pubblicate: perché frutto di un narcisismo sterile, di ambizioni sbagliate, o di un talento non riconosciuto? Memorie di un venditore di libri apre la finestra, quasi sempre lasciata chiusa, su coloro che i libri li vendevano, e ancora li vendono, in un’Italia diversa e lontana, ma non così diversa e non così lontana. Bruciare, infine, è forse l’approdo fatale di chi, come chiunque abbia dedicato la vita a una passione esclusiva, all’improvviso si accorge che è tutto niente?

Leggere possedere vendere bruciare

Valerio Chiara, Così per sempre, Einaudi, 2022

vai alla scheda dell’editore:

L’uomo sulla terrazza è antico quasi come la città che sta guardando. Il suo gatto Zibetto, piú nero di tutti i gatti neri, come lui conosce troppe storie. L’uomo è il conte Dracula. Ama la scienza, la fragilità degli esseri umani, e una donna dal viso sempre uguale. Nel 1897 la storia d’amore con Mina Harker non è finita: per chi non è piú legato allo scorrere del tempo, nulla può mai finire. Oggi lui sta a Roma, che è una città eterna, e lei vive a Venezia, che è una città immortale. L’eternità e l’immortalità sono due cose diverse, Dracula l’ha capito e Mina no. Sarà pur vero che l’odio è anche amore, ma dove l’amore cerca passione l’odio chiede vendetta.

Giacomo Koch è il nome del conte Dracula quando questa storia comincia. Mina Harker, la donna a causa della quale stava per essere ucciso, è sfuggita alla morte, ora si chiama Mina Monroy ed è lei stessa un vampiro. Il loro gatto Zibetto può arrampicarsi anche per dieci piani e porta alle zampe anteriori due vistosi anelli d’oro, per l’esattezza due fedi nuziali. Questa storia, ambientata oggi tra Roma e Venezia, attraversa i secoli e affonda le sue radici alla fine dell’Ottocento, quando il conte Dracula lascia la Transilvania per trasferirsi in Occidente. È allora che ha preso il nome di Giacomo Koch e ha cominciato a interessarsi alla professione medica, ed è oggi che lavora come anatomopatologo all’ospedale Fatebenefratelli. Attraversando la grande stagione delle scienze, Giacomo ha capito molte cose. La prima è che tutto ciò che scorre è nutrimento, non solo il sangue, per quanto il sangue umano rappresenti ancora il suo cibo preferito. Ha capito che non si può vincere la nostalgia per i prodigiosi limiti dei viventi, e che grazie alla forza di gravità ogni uomo e ogni donna contengono l’universo; sa, soprattutto, che quando nei vampiri scorre il sangue essi diventano umani, e come gli umani sono vulnerabili, possono essere ammazzati. Mina, invece, non ha voluto capire altro che sé stessa, ha vissuto gli ultimi sessant’anni insieme a una donna che il Conte ha ucciso – come, in effetti, ha ucciso tutti gli amori della sua vita – e pensa, per punirlo, di dover distruggere l’unica vera grande passione di Dracula: gli esseri umani. Decide, nella Venezia dove tutto scorre, di aprire un salone di bellezza in cui il tempo non scorra piú. Dal salone di Mina chiunque entri uscirà uguale a sé stesso. Per sempre. Cosí per sempre.