Categoria: LETTERATURA
i PROMESSI SPOSI di MANZONI raccontato da Matteo De Benedittis, illustrazioni di Cinzia Battistel, Gribaudo, 2023. Indice del libro
Pietro Berra, MANZONI il “gran lombardo” da onorare, in La Provincia, 20 maggio 2023
l’altra Roma di PIER PAOLO PASOLINI, a Sciarada/il circolo delle parole, Rai5, 8 maggio 2023
citazioni dal libro: Beppe Fenoglio, Una questione privata

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https://le-citazioni.it/lavori/una-questione-privata-10454/
Correva, e gli spari e gli urli scemavano, annegavano in un immenso, invalicabile stagno fra lui e i nemici. Correva ancora, ma senza contatto con la terra, corpo, movimenti, respiro, fatica vanificati. Poi, mentre ancora correva, in posti nuovi o irriconoscibili dalla sua vista svanita, la mente riprese a funzionargli. Ma i pensieri venivano dal di fuori, lo colpivano in fronte come ciottoli scagliati da una fionda. «Sono vivo. Fulvia. Sono solo. Fulvia, a momenti mi ammazzi!». Non finiva di correre. La terra saliva sensibilmente ma a lui sembrava di correre in piano, un piano asciutto, elastico, invitante. Poi d’improvviso gli si parò dinnanzi una borgata. Mugolando Milton la scartò, l’aggirò sempre correndo a più non posso. Ma come l’ebbe sorpassata, improvvisamente tagliò a sinistra e l’aggirò di ritorno. Aveva bisogno di veder gente e d’esser visto, per convincersi che era vivo, non uno spirito che aliava nell’aria in attesa di incappare nelle reti degli angeli. Sempre a quel ritmo di corsa riguadagnò l’imbocco del borgo e l’attraversò nel bel mezzo. C’erano ragazzini che uscivano dalla scuola e al rimbombo di quel galoppo sul selciato si fermarono sugli scalini, fissi alla svolta. Irruppe Milton, come un cavallo, gli occhi tutti bianchi, la bocca spalancata e schiumosa, a ogni batter di piede saettava fango dai fianchi. Scoppiò un grido adulto, forse della maestra alla finestra, ma lui era già lontano, presso l’ultima casa, al margine della campagna che ondava. Correva, con gli occhi sgranati, vedendo pochissimo della terra e nulla del cielo. Era perfettamente conscio della solitudine, del silenzio, della pace, ma ancora correva, facilmente, irresistibilmente. Poi gli si parò davanti un bosco e Milton vi puntò dritto. Come entrò sotto gli alberi, questi parvero serrare e far muro e a un metro da quel muro crollò …
Libri dal passato: Anni ’80
Libri dal passato
Anni ’80
Tra gli scrittori italiani che ebbero il loro exploit in quel periodo ricordiamo Umberto Eco e Roberto Calasso, mentre per la narrativa straniera non possiamo non citare Don De Lillo e Vasilij Grossman. Tra i grandi esordi troviamo invece nomi oggi autorevoli come Ian McEwan, Haruki Murakami, Margaret Atwood, Isabel Allende e Stephen King.
Scopri quali titoli avremmo trovato girando tra gli scaffali di una libreria negli Anni ’80!
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CAPOLAVORI DELLA LETTERATURA del Novecento e dei primi decenni del 2000 secondo Sandro Veronesi
Giampiero Neri, l’utopia di un viaggio salvifico, articolo di Pietro Berra in La Provincia/Stendhal 7 aprile 2023
cerca nell’archivio della provincia:
https://www.laprovinciadicomo.it/ricerca/avanzata/?q=Pietro+Berra
AMERICANA. Raccolta di racconti a cura di Elio Vittorini – Bompiani. 1941 e 2023

Pubblicato nel 1941 a cura di Elio Vittorini, Americana propone una scelta antologica della letteratura statunitense che in quegli anni stava diventando in Italia e non solo un modello per gli scrittori più giovani
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Americana – Bompiani



Calvino Italo, a cura di Luca Baranelli e Chiara Ferrero, Il libro dei risvolti. Note introduttive, quarti di copertina e altre scritture editoriali, Mondadori, 2023

scheda dell’editore:
https://www.mondadoristore.it/libro-risvolti-Note-Italo-Calvino/eai978880476652/
«Non mi raccontare di più. Fammelo leggere» intima Ludmilla al Lettore in Se una notte d’inverno un viaggiatore.
Saper suscitare la voglia di leggere è una delle grandi doti di Italo Calvino, che sin dal suo ingresso all’Einaudi si distinse per le efficacissime “scritture editoriali”: note introduttive, risvolti e, quarte di copertina, schede bibliografiche.
Paratesti, insomma, la cui formula è: il minimo di parole, il massimo di significato. Fulminanti nella loro brevità, alcuni di questi testi possono essere considerati veri e propri microsaggi in grado di condensare in poche righe il senso di un romanzo, la personalità di un autore.
Sintonizzati sulla “musica” e sul ritmo della scrittura di Calvino, profondi conoscitori della sua attività einaudiana, Chiara Ferrero e Luca Baranelli hanno saputo riconoscere i paratesti attribuibili allo scrittore e allinearli in questa ampia e preziosa silloge.
In essa affiorano i nomi più vari,
dagli amici einaudiani (Cesare Pavese, Natalia Ginzburg, Elio Vittorini)
ai grandi narratori del dopoguerra,
fino ai classici e agli scrittori internazionali, francesi, americani soprattutto, che spesso proprio Calvino fece conoscere al lettore italiano.
Affiorano qua e là anche elementi della biografia di Calvino, le sue opinioni politiche e letterarie, le sue frequentazioni. Ma emerge soprattutto la sua figura di scrittore di professione, cui l’intensa attività di lettore imposta dal lavoro editoriale fornì un impareggiabile strumento di confronto con colleghi e maestri: la presentazione di un libro diventa così occasione per intervenire nel dibattito culturale del tempo.
Le sue parole arrivano dunque a noi come preziosa testimonianza di una stagione letteraria irripetibile, ma anche come originali e acute riflessioni sulla letteratura e sul mondo.
DILEMMI, a cura di Gianrico Carofiglio, Rai3
Perec Georges, Un uomo che dorme, Quodlibet, 2009

scheda dell’editore:
https://www.quodlibet.it/libro/9788874622429
«Hai venticinque anni e ventinove denti, tre camicie e otto calzini, qualche libro che non leggi più e qualche disco che non ascolti più.
Sei seduto e vuoi soltanto aspettare». – G. P.
Terzo romanzo di Georges Perec, Un uomo che dorme è la storia di uno studente che la mattina dell’esame, invece di alzarsi, lascia suonare la sveglia e richiude gli occhi.
Segue il racconto della sua vita ordinaria, in cui giorno dopo giorno si educa all’indifferenza per tutto: non voler più niente, vagare, dormire, perdere tempo; tenersi lontano da ogni progetto e da ogni smania; essere senza desideri, senza risentimenti, senza ribellione; leggere «le Monde» dall’inizio alla fine, senza saltare una riga, annunci matrimoniali e necrologi compresi.
Un uomo che dorme è un romanzo in cui chiunque, leggendolo, riconosce quell’oscuro desiderio di ritirarsi dal mondo senza scomparire del tutto; e fa spavento quanto sia facile e a portata di mano diventare indifferente a ogni cosa, un fantasma trasparente che, come il protagonista del libro, vaga per Parigi senza aprire bocca, senza desiderare più nulla, tra la folla dei Grands Boulevards, per i caffè, le panchine dei giardinetti, i lungosenna, i musei, i monumenti, sonnambulo turista in casa propria.
Georges Perec (1936-1982), è una delle maggiori glorie della letteratura francese contemporanea. Venuto giovanissimo agli onori letterari con il suo romanzo d’esordio, Le cose (1965), dal 1967 membro dell’ Oulipo (Ouvroir di Litterature Potentielle), è autore, tra gli altri, de La disparition (1969), W ou le souvenir d’enfance (1975), Je me souviens (1978); il suo romanzo più celebre, La vita istruzioni per l’uso (1978) è stato tradotto in tutto il mondo. Nato e vissuto a Parigi, figlio di ebrei polacchi, Georges Perec aveva un’inconfondibile barbetta crespa e molta passione per l’enigmistica.
Carrère Emmanuel, Yoga, Adelphi, 2021

scheda dell’editore
https://www.adelphi.it/libro/9788845935756
La vita che Emmanuel Carrère racconta, questa volta, è proprio la sua: trascorsa, in gran parte, a combattere contro quella che gli antichi chiamavano melanconia. C’è stato un momento in cui lo scrittore credeva di aver sconfitto i suoi demoni, di aver raggiunto «uno stato di meraviglia e serenità»; allora ha deciso di buttare giù un libretto «arguto e accattivante» sulle discipline che pratica da anni: lo yoga, la meditazione, il tai chi. Solo che quei demoni erano ancora in agguato, e quando meno se l’aspettava gli sono piombati addosso: e non sono bastati i farmaci, ci sono volute quattordici sedute di elettroshock per farlo uscire da quello che era stato diagnosticato come «disturbo bipolare di tipo II». Questo non è dunque il libretto «arguto e accattivante» sullo yoga che Carrère intendeva offrirci: è molto di più. Vi si parla, certo, di che cos’è lo yoga e di come lo si pratica, e di un seminario di meditazione Vipassana che non era consentito abbandonare, e che lui abbandona senza esitazioni dopo aver appreso la morte di un amico nell’attentato a «Charlie Hebdo»; ma anche di una relazione erotica intensissima e dei mesi terribili trascorsi al Sainte-Anne, l’ospedale psichiatrico di Parigi; del sorriso di Martha Argerich mentre suona la polacca Eroica di Chopin e di un soggiorno a Leros insieme ad alcuni ragazzi fuggiti dall’Afghanistan; di un’americana la cui sorella schizofrenica è scomparsa nel nulla e di come lui abbia smesso di battere a macchina con un solo dito – per finire, del suo lento ritorno alla vita, alla scrittura, all’amore. Ancora una volta Emmanuel Carrère riesce ad ammaliarci, con la «favolosa fluidità» della sua prosa («Le Monde») e con quel tono amichevole, quasi fraterno, che è soltanto suo, di raccontarsi quasi che si rivolgesse, personalmente, a ciascuno dei suoi lettori.
Tradurre la lingua madre di IAN McEWAN, di Susanna Basso, in Domani 17 marzo 2023
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- Ho tradotto il primo romanzo di Ian McEwan 36 anni fa, nel 1987. Non potevo capacitarmi della fortuna che mi era toccata. Non mi capacito neppure adesso. Avevo 32 anni, ero incinta, e il ricordo della mia gravidanza è indissolubilmente legato a quel libro.
- E per finire, posso ricordare di aver tradotto Macchine come me nel silenzio bianco del lockdown, mentre Ian McEwan, nel suo lockdown, dava inizio alla stesura di Lezioni.
Ancora una volta vorrei farmi guidare dalle parole di Yves Bonnefoy sulla traduzione:
«E forse, dopo tutto, è così che bisogna tradurre, con l’oscura coscienza cioè che in ogni traduzione non si è che sé stessi, nel nostro proprio giorno, e che questa transitorietà avvolge tuttavia una testimonianza».
…
Dopo Bambini nel tempo, di Ian McEwan, ho tradotto:
Lettera a Berlino 1990
Cani neri 1993
L’inventore di sogni 1994
L’amore fatale 1997
Amsterdam 1998
Espiazione 2001
Sabato 2005
Chesil Beach 2007
Solar 2010
La ballata di Adam Henry 2014
Nel guscio 2017
Macchine come me 2020
Lo scarafaggio 2021
Lezioni 2023.
Daniel Defoe, Le avventure di Robinson Crusoe
Todo sobre mis padre, intervista a Rodrigo Garcia, figlio di Gabriel Garcia Marquez, a cura di Bruno Arpaia, in Il Venerdì di Repubblica 10 marzo 2022
I grandi della letteratura italiana: MANZONI, a cura di Pierantonio Frare, Mondadori, 2023
Porru Matteo, Il dolore crea l’inverno, Garzanti, 2022

scheda dell’editore:
https://www.garzanti.it/libri/matteo-porru-il-dolore-crea-linverno-9788811003854/
Intorno c’è solo neve. E bianco. La neve copre le cose, le case, le persone. Anzi, alle persone la neve cade dentro e il freddo le circonda ma, soprattutto, si diffonde nelle ossa, negli occhi e nei pensieri.
Elia Legasov è nato in un paese circondato dal bianco, e da lì non è mai andato via. Il suo lavoro è spalare la neve, liberare strade su cui nessuno camminerà. La neve è sua amica, fino a quando non lo tradisce. Finché non fa emergere qualcosa dalle sue profondità. Qualcosa che ha a che fare con la sua famiglia e che doveva restare sepolto.
Da quel momento, nella mente di Elia si affollano ricordi che aveva soffocato. Parlano di un padre, scomparso tanti anni prima, e di una madre, partita per sempre. Sono parole dolci, gesti delicati, sorrisi sinceri. Ma anche duri come il ghiaccio. E dolorosi.
Elia capisce allora che quello che si dice dei membri della sua famiglia è vero: la neve non li protegge, ma li tenta, li provoca, per vedere se sono capaci di dimenticare, perché tutti dimenticano, ma i Legasov ricordano, sempre. Ora è venuto il suo turno di ricordare. Qualunque sia il prezzo. Qualunque cosa venga a galla. Perché è nelle case che il passato nidifica. È nelle famiglie che si riproduce, nei giorni bianchi e nei giorni neri. Perché il dolore crea l’inverno. Ma ogni inverno è diverso da quello precedente e da quello successivo.
A soli diciotto anni, Matteo Porru ha vinto il premio Campiello Giovani. Per la stampa è uno dei venticinque under-25 più promettenti al mondo. Ora arriva in libreria con un romanzo sospeso nel tempo e nello spazio che parla di legami familiari, rimpianti e vissuti indelebili. Un romanzo che ci ricorda che siamo tutti fatti di carne e neve.


MILONE Paolo, Astenersi principianti, Einaudi, 2023
scheda dell’editore:
Davanti alla fine, siamo tutti principianti: e siccome l’arte del distacco non la possiamo imparare, tanto vale affezionarsi a questa Signora acquattata nell’armadio, cercando le parole per farcela un po’ amica.
Ognuno procede a modo suo, ci mancherebbe, ma qui c’è un piccolo prontuario portatile: una cassetta degli attrezzi fatta di poesia, paura, favole, silenzio, coraggio, lacrime, sorrisi: «mille pozioni per uccidere la notte».
Paolo Milone accende il buio con le sue folgorazioni, e ha l’avventatezza di farlo persino con leggerezza. Perché non possiamo sapere quale, ma di queste strade, una sarà la nostra.

Gaddabolario. Duecentodiciannove parole dell’Ingegnere, a cura di Paola Italia – Carocci editore, 2023

scheda dell’editore
Gaddabolario – Carocci editore
Se avete in mano questo libro vuol dire che siete tra coloro che Gadda lo hanno solo sentito nominare (“l’Ingegnere della letteratura”, “il Joyce italiano”), ma finora non lo hanno mai letto (“Gadda è troppo difficile”, “Gadda bisogna tradurlo”). Oppure fate parte, come gli autori di questa impresa, della categoria degli “adepti”, ovvero di coloro che in un certo momento della vita hanno incontrato un libro di Gadda e, dopo lo smarrimento iniziale, hanno deciso che non lo avrebbero posato finché non ne avessero capito almeno una pagina. Perché leggere Gadda è un’avventura: un esercizio di conoscenza, un viaggio nella lingua italiana, un corso pratico di ironia. A volte si ride irrefrenabilmente, fino alle lacrime, altre volte è un riso amaro, sarcastico. Questo Gaddabolario, scritto dagli “adepti” per chi non lo è ancora, raccoglie e spiega duecentodiciannove parole gaddiane – un numero da cabala “ingravallesca”: via Merulana 219 è il centro in cui convergono tutti i delitti del Pasticciaccio – da abracadabrante a Zoluzzo. Uno strumento indispensabile per addentrarsi, di parola in parola, nei labirinti dell’Ingegnere e perdersi nel piacere della sua incomparabile prosa.
Paola Italia
Insegna Filologia italiana e Scholarly Editing all’Alma Mater Studiorum – Università di Bologna. Si è occupata di autori e temi dell’Ottocento (Leopardi e Manzoni) e del Novecento (Gadda, Bassani, Savinio, Tobino), con una particolare attenzione allo studio e all’edizione delle varianti d’autore. Da trent’anni studia le carte e l’opera di Carlo Emilio Gadda (Io sono un archiviòmane, Pistoia 2003 e Come lavorava Gadda, Carocci, 2017) e con Giorgio Pinotti e Claudio Vela è responsabile della nuova edizione Adelphi delle sue opere.



Narrare humanum est. La vita come intreccio di storie e immaginari, di James Clifford, Stefano Bartezzaghi, Maurizio Bettini, Lina Bolzoni, Ivano Dionigi, Silvia Vegetti Finzi, Luigi Zoja, Utet editore, 2023
Mappe nel Sistema dei Servizi alla Persona e alla Comunità

vai alla scheda dell’editore:
https://www.utetlibri.it/libri/narrare-humanum-est/
«C’era una volta», «Narrami o Musa», «In principio era il Verbo». Le fondamenta stesse della nostra civiltà affondano spesso nella parola, nella narrazione. Miti, fiabe, opere letterarie, storiografie, testi sacri, lettere e diari, frammenti di papiro ritrovati nella sabbia del deserto…
Siamo fatti sì di carne, ma anche delle parole con cui raccontiamo la realtà circostante e noi stessi, scritte o pronunciate che siano; parole che ci mettono in viaggio verso mondi immaginari e tempi remoti. Ma che cosa raccontiamo, e perché?
In questa antologia sette autori indagano la narrazione nelle sue molteplici sfumature:
James Clifford analizza lo stretto legame tra l’antropologia e il racconto, svelando come la parola sia un ponte imprescindibile tra culture diverse;
Stefano Bartezzaghi ci illustra l’essenza e le con- traddizioni dello storytelling, arte persuasiva che interessa la fiction quanto la politica e il giornalismo;
Maurizio Bettini ripercorre il “narrare” partendo…
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Stefano Ercolino, Massimo Fusillo, Empatia negativa. Il punto di vista del male, Bompiani, 2022
scheda :
https://www.bompiani.it/catalogo/empatia-negativa-9788830103153
La storia delle arti è ricca di personaggi, figure, performance, oggetti e spazi connotati negativamente con cui i fruitori stabiliscono un tipo di relazione empatica ambivalente e destabilizzante, fatta di attrazione e di repulsione: l’empatia negativa. Da Medea al carnefice di san Matteo dipinto da Caravaggio e dalla fotografia di Mapplethorpe, fino ai Sette Palazzi Celesti di Kiefer e al Joker folle e derelitto di Phillips, c’è qualcosa, nel punto di vista del male, che ci conquista e ci obbliga a interrogarci su noi stessi molto più di quanto siano in grado di fare espressioni artistiche edificanti. Questa ampia e affascinante ricerca, che spazia dalla letteratura al cinema, dal teatro alle arti figurative, indaga il cuore nero dell’empatia.
STEFANO ERCOLINO
È professore associato di Critica letteraria e Letterature comparate presso l’Università Ca’ Foscari Venezia. Per Bompiani ha pubblicato Il romanzo-saggio, 1884-1947 (2017), Il romanzo massimalista (2015) e, con Massimo Fusillo, Empatia negativa (2022).


le edizioni PulcinoElefante: Luciano di Samosata, frammenti da Elogio di una Mosca, 1995
Ravasi Bellocchio Lella, La fiaba siamo noi. Storie che ci possono salvare, Raffaello Cortina, 2022. Indice del libro
scheda dell’editore:
Come diceva Italo Calvino, le fiabe sono vere. E così La regina delle nevi, Cenerentola, Il pifferaio magico e altre storie dei fratelli Grimm ricalcano i passaggi fondamentali dell’esistenza, mostrano dove andare e come procedere, addestrano alla vita. Dunque, parlano di noi, ognuno ha dentro di sé un racconto che gli assomiglia.
Orchi e fate, iniziazione e paura, abisso e speranza; come le storie di analisi, le fiabe si intrecciano nel farsi della vita e ci forniscono ciò di cui abbiamo maggiormente bisogno: parole che ci possono salvare.
Effetti terapeutici si possono trarre anche dalle favole dei nostri giorni, raccontate nell’immaginario poetico e cinematografico di Emily Dickinson, Federico Fellini e altri. La creatività diventa cura, in cui tutto è movimento, e le narrazioni passano dall’inconscio personale a quello collettivo, alla speranza di un lieto fine.
Così oggi La fiaba siamo noi dà un senso alla riscoperta di una possibile salvezza. Come scrive Hillman: “Le parole sono come cuscini, disposte nel modo giusto alleviano il dolore”.
Biografia dell’autore
Lella Ravasi Bellocchio
Lella Ravasi Bellocchio, analista junghiana, è membro dell’International Association for Analytical Psychology. Nelle nostre edizioni ha pubblicato, tra gli altri, Sogni senza sbarre. Storie di donne in carcere (2005), Di madre in figlia (2010) e La fiaba siamo noi (2022).


Jorge Luis Borges, Storia dell’eternità, Adelphi
scheda editore:
https://www.adelphi.it/libro/9788845913334
Nel 1936, quando scrisse la Storia dell’eternità, Borges lavorava in una biblioteca rionale dimenticata in un quartiere periferico di Buenos Aires, dove la topografia ortogonale della capitale argentina si frastagliava in terreni incolti e officine e ortaglie, e dove il tempo sembrava non passare mai.
Fu in quel periodo che si delinearono nella sua opera i tratti che oggi chiunque definirebbe, a colpo sicuro, borgesiani, e in primo luogo l’inclinazione a considerare tutto come materiale letterario. Così, per esempio, teologia e metafisica potevano diventare ai suoi occhi cronache della vita di un personaggio chiamato eternità, del quale egli si proponeva di restituire, attraverso episodi ben vagliati, alcune delle fasi che punteggiavano una vita infinita.
Senza impedirsi, comunque, di accostare queste storie a divagazioni sulla metafora, sui traduttori delle Mille e una notte e sull’arte dell’insulto. Tale procedimento, usato da Borges con discrezione e ironia, ha una straordinaria forza dissestante, nel senso che scalza ogni affermazione dal suo piedistallo di pretesa realtà, come se la realtà stessa non fosse che un genere letterario. E nel contempo ci introduce a un nuovo genere, di cui Borges seppe essere, per un paradosso a lui congeniale, insieme il fondatore e l’epigono.
DINO CAMPANA, 1885-1932
CRISTINA PENNAVAJA, Danzare nel buio. Sciuri sciuri – L’autobiografia nella narrativa. Consigli sulle tecniche di stile, Youcanprint editore, Lecce, 2022. Indice del libro
Mappe nel Sistema dei Servizi alla Persona e alla Comunità
Danzare nel buio – L’autobiografia nella narrativa di Cristina Pennavaja
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Danzare nel buio – L’autobiografia nella narrativa di Cristina Pennavaja | Cartaceo

Ammaniti Niccolò, La vita intima, Einaudi editore, 2023
vai alla scheda dell’editore:
La vita intima, Niccolò Ammaniti. Giulio Einaudi editore – Stile libero Big
Maria Cristina Palma ha una vita all’apparenza perfetta, è bella, ricca, famosa, il mondo gira intorno a lei. Poi, un giorno, riceve sul cellulare un video che cambia tutto. Nel suo passato c’è un segreto con cui non ha fatto i conti. Come un moderno alienista Niccolò Ammaniti disseziona la mente di una donna, ne esplora le paure, le ossessioni, i desideri inconfessabili in un romanzo che unisce spericolata fantasia, realismo psicologico, senso del tragico e incanto del paradosso.
recensione in https://www.editorialedomani.it/idee/cultura/ammaniti-nel-suo-ultimo-libro-racconta-lintimita-delle-donne-potenti-vtmmivyc
- Estraniarsi dal mondo e perdere la fermata del treno per colpa di un romanzo: è uscito La vita intima, il nuovo libro di Niccolò Ammaniti. Oltre che una bellissima storia è una presa di posizione sulle questioni di genere.
- Ammaniti lavora scrupolosamente alle sue trame, le racconta agli amici per vedere che effetto fanno. E da qualche tempo sceglie come protagoniste le donne. Forse perché a leggere romanzi sono rimaste solo loro.
- Chissà come reagiranno le lettrici al comportamento della protagonista, che tende a rimuovere i suoi desideri e ad attribuirli a una perversa esuberanza maschile.
Maria Cristina Palma ha una vita all’apparenza perfetta, è bella, ricca, famosa, il mondo gira intorno a lei. Poi, un giorno, riceve sul cellulare un video che cambia tutto.
Nel suo passato c’è un segreto con cui non ha fatto i conti.
Come un moderno alienista Niccolò Ammaniti disseziona la mente di una donna, ne esplora le paure, le ossessioni, i desideri inconfessabili in un romanzo che unisce spericolata fantasia, realismo psicologico, senso del tragico e incanto del paradosso.
scheda dell’editore:




il Teatro Sistina di Roma
ll Sistina è uno dei più importanti e rappresentativi teatri italiani:
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Carlo Alberto Redi, Proust zoologo, Carocci, 2922
scheda dell’editore:
http://www.carocci.it/index.php?option=com_carocci&task=schedalibro&Itemid=72&isbn=9788829015498
Proust distingue la mera vita animale, ossia tutto ciò che la natura ci assegna quando veniamo al mondo, da bíos, ciò che il nostro essere-vita diviene relazionandosi nel mondo. Per ciascun personaggio precisa i percorsi della vita vissuta e, anticipando Martin Heidegger, come la propria Zoé esprima la loro biografia in funzione degli altri personaggi; racconta inoltre la temporalità epigenetica della loro esistenza attraverso l’uso di zooicone, anticipando in ciò Conrad Waddington. Ne scaturisce uno zoo di 214 diverse specie esaminate per 1.026 volte capace di svelare sia un Proust aracnofobico e nasofilo sia che ciascuno di noi è un con-dividuo, un intreccio di unità e molteplicità. Siamo, in definitiva, una composizione dei medesimi valori e disvalori che si esprimono in dipendenza delle inaudite felicità e meravigliose cadute che il tempo ci riserva.
Indice
Introduzione
Zoé: schede animali
Bíos: personaggi e animali
Epigenetica dei personaggi: zoé (vita) e bíos (vita)
Con-dividui
Appendice. Gli animali della Recherche
Bibliografia
Indice degli animali
Niccolò Ammaniti, La vita intima, Einaudi, 2022
Maria Cristina Palma ha una vita all’apparenza perfetta, è bella, ricca, famosa, il mondo gira intorno a lei. Poi, un giorno, riceve sul cellulare un video che cambia tutto.
Nel suo passato c’è un segreto con cui non ha fatto i conti.
Come un moderno alienista Niccolò Ammaniti disseziona la mente di una donna, ne esplora le paure, le ossessioni, i desideri inconfessabili in un romanzo che unisce spericolata fantasia, realismo psicologico, senso del tragico e incanto del paradosso.
scheda dell’editore:




TABLEAUX VIVANTS, Compagnia di di Teatro Ludovica Rambelli
TartaRugosa ha letto e scritto di: Philippe Delerm (1998), La prima sorsata di birra, Frassinelli, Traduzione di Leonella Prato Caruso
Ecco una domanda filosofica che mi assale mentre attendo l’arrivo del risveglio dal sonno invernale: assaporiamo con gli occhi, col palato, col naso o con l’insieme dei tre sensi?
Come l’opera di Proust insegna, quel gusto della madeleine bagnata nell’infuso di tè o di tiglio, scatena emozioni che fanno risalire alle immagini di un lontano episodio dell’infanzia (Così ora tutti i fiori del nostro giardino e quelli del parco di Swann, e le ninfee della Vivonne, e la buona gente del villaggio e le loro casette e la chiesa e tutta Combray e dintorni, tutto quello che vien prendendo forma e solidità, è sorto, città e giardini, dalla mia tazza di tè”).
A significare quindi che la fabbricazione della memoria necessita di agganci forniti dai canali percettivi: più agganci possiedi, più sensi utilizzi, più dettagli consideri, maggiore sarà la possibilità di raggiungere un ricordo sopito.
Negli…
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Candurro Miriam, La settima stanza, Sperling & Kupfer, 2022. Con video di presentazione
scheda dell’editore:
«Un giorno ci verrà ridato tutto il tempo perso, i baci che non ci siamo dati, i tramonti che non abbiamo visto insieme. Verrà il giorno in cui ci perdoneremo le vite vissute, le scelte fatte, le fughe in direzioni opposte. Fino a quel giorno io ti aspetterò qui. Nella nostra stanza a picco sul mare.»
Ci sono momenti che restano indelebili. È a questo che pensa Giovanni mentre percorre la litoranea che lo porta a casa. Una casa da cui vuole stare lontano e in cui non torna da vent’anni. Vent’anni di assenza, di silenzio, di sensi di colpa.
Tutto è cominciato lì, a Villa Rosa, di fronte a un mare immenso e cristallino: una sera d’estate l’adolescente Giovanni, affacciato alla finestra della sua stanza, aveva visto una ragazza lottare tra le onde. Senza pensarci, era corso in spiaggia e si era buttato in acqua per salvarle la vita.
Quel momento aveva cambiato tutto: Giovanni ancora non lo sapeva, ma il suo destino e quello della ragazza sarebbero stati inesorabilmente legati. Ora, mentre i cancelli di Villa Rosa si riaprono, i ricordi riaffiorano vividi, prepotenti, e Giovanni si trova a fare i conti con il passato e con un sentimento che, forse, non ha mai dimenticato.
Dalla sorprendente penna di Miriam Candurro, una storia delicata e feroce al tempo stesso. Un romanzo di formazione in cui luce e ombra si fondono in modo magistrale per dare vita a personaggi indimenticabili.
Miriam Candurro è nata a Napoli nel 1980. Attrice e volto noto del piccolo schermo, Miriam ha partecipato a popolari serie tv come, per esempio, Capri e I Bastardi di Pizzofalcone ed è una delle protagoniste più amate della soap cult di Rai 3 Un posto al sole. Questo è il suo romanzo per adulti d’esordio
muore a 84 anni Charles Simić, 9 gennaio 2023 – in PoesiaPoesia
ALBERTO ASOR ROSA (1933-2022), in rivista Il Mulino, dicembre 2022
ALBERTO ASOR ROSA (1933-2022)
Asor Rosa è stato uno dei protagonisti del dibattito politico e intellettuale italiano. Ma a scandire la sua vita è stato soprattutto l’insegnamento universitario
di Matteo Motolese
PETRARCA, viaggi nel mondo della cultura italiana, TGR/Rai3
vai alle puntate:
https://www.rainews.it/tgr/rubriche/petrarca/archivio
Petrarca è un viaggio nel ricco mondo della cultura italiana con contributi dalle redazioni regionali della TGR, una tendenza a occuparsi di fatti culturali scrutando dietro le quinte, un occhio di riguardo ad arte e culture meno frequentate
REDAZIONE:
- DIRETTORE: Alessandro Casarin
- CONDIRETTORE: Roberto Pacchetti
- VICEDIRETTORE: Ines Maggiolini
- CAPOREDATTORE CENTRALE: Francesco Marino
- A CURA DI: Anna Nigra
sul PICCOLO PRINCIPE di Antoine de Saint-Exupery
Pennavaja Cristina, Danzare nel buio. Sciuri sciuri. Ogni stagione un amante / L’autobiografia nella narrativa. Consigli sulle tecniche di stile, Youcanprint editore, 2022
VAI ALLA SCHEDA DELL’EDITORE:
Unico nel suo genere, questo libro contiene due testi.
Il primo è la storia di Marina e Carlo, trascurati da bambini e innamorati per bisogno, che per divergenze di carattere faticano a vivere in serenità. Quando lui si ammala, affrontano tante ansie; lei s’innamora del giovane Nino… L’affetto e la stima per Carlo, la ricerca di consapevolezza basteranno a risolvere i problemi? Scorrevole e vivace (anche per i vividi personaggi del tenero fi glio Andrea e della dolce zia-mamma Clara), ora sommesso ora esilarante, il racconto svela i suoi sensi pian piano, lungo i capitoli e le sequenze che si alternano musicalmente come una buona sonata per l’anima. Forse un thriller psicologico, Pennavaja l’ha scritto per tutti: tutti abbiamo sogni, desideri, utopie; e il bisogno di pacificarci con noi stessi, con il nostro passato e il nostro destino.
Il racconto dell’autrice (da 40 anni scrittrice in Germania, Olanda, Italia, docente nella sua “Casa della scrittura”) è autobiografia “filtrata”: frutto di esercizio intenso e appassionato in uno stile che nutre ed emoziona.
Il secondo, prezioso testo è un saggio che, analizzando brani di narrativa europea (Kafka, V. Woolf, Alfred Polgar, Giuseppe Pontiggia, Silvio D’Arzo, Carlo Coccioli, Ivan Della Mea, Susanna Tamaro, Cristina Pennavaja, altri), insegna a evitare le trappole dell’autobiografi a diretta e spontanea. L’autrice, traduttrice esperta di musica, dà le regole fondamentali per non cadere negli errori di un linguaggio sciatto, “rumoroso” anziché musicale; mostrando esempi di uno stile semplice ma ricco, che produce scritti buoni per l’oggi e per il domani. Nello stesso tempo svela i segreti del suo tradurre e narrare, e spiega come è riuscita a costruire racconti sapienti e avvincenti (lodati da Pontiggia, Giovanni Raboni, Giovanni Mariotti, Meeten Nasr, più volte premiati). Fornisce anche qualche variante, che è tanto utile per penetrare nel laboratorio creativo di uno scrittore nonché incoraggiante.
Questo saggio critico e didattico è rivolto anche a chi scrive per diletto; sarà di grande aiuto per chi (magari tastando a lungo nel buio) vuole creare un racconto o un romanzo davvero artistico.
Cristina Pennavaja è nata a Roma nel 1947. Ha vissuto in Germania e in Olanda, anche come ricercatrice universitaria; a Cambridge (Inghilterra) e ad Alessandria d’Egitto. Dopo studi di filosofi a e di marxismo, da 40 anni si dedica con passione a scrivere bene. Allieva di Giuseppe Pontiggia, ha poi dato vita alla “Casa della scrittura” tenendo per quasi vent’anni lezioni su retorica e stile nella narrativa. Traduttrice dal tedesco per Adelphi, scrittrice ormai esperta, ha pubblicato racconti e saggi in Germania, Olanda e Italia presso numerosi editori. Vive a Milano. Canta in un coro, cura le sue amiche piante, insegna a bambini immigrati. Ha avuto tre gatte, amate e longeve. Cerca di praticare la mindfulness buddhista. Ha una gemella e un figlio padre di due gemellini.
CURARSI CON I LIBRI: rimedi letterari per ogni malanno, di Ella Berthoud, Susan Elderlin, edizione italiana a cura di Fabio Stassi, Sellerio editore, Palermo, 2013, p. 640 (con alcuni AUDIO di presentazione del libro)
- AUDIO di presentazionedel libro (5 minuti), con particolare riferimento al testo del curatore Fabio Stassi:
clicca e ascolta
http://aulevirt.files.wordpress.com/2013/11/paolo-intro-curarsi-con-libri.mp3
Questa mattina, a Milano Bicocca, ho acquistato questo folgorante libro che era ben esposto sul tavolo della Libreria Cortina:
Ella Berthoud, Susan Elderlin, CURARSI CON I LIBRI: rimedi letterari per ogni malanno, edizione italiana a cura di Fabio Stassi, Sellerio editore, Palermo, 2013
Di ritorno, sul treno, l’ho sfogliato ed ho letto alcune schede di miei e nostri autori prediletti.
So che questo libro avrà un posto stabile e duraturo nelle nostre vite.
Vi si sentono le biografie delle autrici e del curatore italiano. Loro hanno saputo trasmettere, in schede talvolta perfette per equilibrio di linguaggio e capacità di riassunto, il distillato della creazione letterarie degli autori e delle autrici.
Mi viene meglio parlarne in due audio, proprio per catturare all’istante questa sensazione di avere in mano qualcosa di prezioso…
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Gianni Celati, Il transito mite delle parole. Conversazioni e interviste, a cura di Marco Belpoliti e Anna Stefi, 1974-2014, Quodlibet, 2022
scheda dell’editore:
https://www.quodlibet.it/libro/9788822908940
Narratore, saggista, traduttore, poeta, regista: tante sono le facce di Gianni Celati, uno dei maggiori scrittori italiani del XX e del XXI secolo. Ora se ne aggiunge un’altra, quella del parlatore. Sempre disponibile nei confronti dell’avvenimento fortuito, dell’incontro estemporaneo, Celati si intratteneva indifferentemente con studiosi affermati e con perfetti sconosciuti, con estimatori della sua opera e con quanti di lui non avevano mai sentito parlare.
Le pagine di questo volume di conversazioni e interviste danno modo di riascoltare la sua voce inconfondibile. Sono sessantasette incontri apparsi su giornali, riviste, libri o registrati nel corso di trasmissioni radiofoniche e televisive.
Con lucidità non comune, talvolta occultata in toni bonari e divaganti, Celati espone le sue idee sul lavoro dello scrittore, sulla letteratura, su autori del presente e del passato, sull’arte, sul cinema, sulla musica rock, sulla filosofia e su tanto altro. L’autore più antiletterario della nostra tradizione e insieme il più appassionato cultore della nostra letteratura traccia così la sua rotta all’interno di quella attività artistica che è lo scrivere, da lui concepito come atto artigianale, ricerca senza posa di forme e pensieri imprevisti al riparo da ogni dogma e parola d’ordine. Sempre pronto a rimettere in discussione la sua idea del raccontare, e lontanissimo dal ruolo dell’autoritario dispensatore d’indicazioni e istruzioni, Celati si conferma un autentico maestro segreto, di stile e di vita.
- Il disponibile quotidiano, di Marco Belpoliti
- Nota dei curatori
- Il transito mite delle parole. Conversazioni e interviste 1974-2014
- Cinque domande a Gianni Celati (1974)
- Avanguardie e falsa alternativa (1977)
- Beatles & filosofia (1979)
- Intervista sull’arte affettuosa (1979)
- Dissenso a tempo di rock (1980)
- La scrittura italiana oggi (1982)
- L’incertezza dello sguardo (1982)
- L’avventura non deve finire (1982)
- Padania-Texas (1985)
- Racconto la gente che ho ascoltato (1985)
- Forme di finzione, rifugi contro la mediocrità (1985)
- L’esitazione del pensiero (1985)
- Corpi nello spazio (1985)
- Per lo scrivere non c’è rifugio (1986)
- Scrivere è come fare yoga (1988)
- Delegati alla rappresentazione (1988)
- Scuola aperta. A colloquio con gli scrittori (1989)
- Il transito mite delle parole. Narrare è artigianato e cerimoniale (1989)
- Le virgole di Celati (1989)
- La novella e il nuovo paesaggio italiano (1990)
- La fuga dello straniero (1990)
- Non fatti, ma parole! (1991)
- Narratore delle pianure (1991)
- Il sentimento dello spazio (1991)
- Il narrare come attività pratica (1992)
- Scrivere è un viaggio nella paura, con le cose che ci chiamano… (1993)
- Ferrara (1994)
- Celati, parole dalle riserve (1995)
- «Un lavoro dedicato ai luoghi e ai momenti». Gianni Celati sul lavoro con Luigi Ghirri (1995)
- La lettura dei classici come terapia (1995)
- I sonetti di Vecchiatto (1997)
- All’altezza del simulacro (1998)
- In viaggio verso il niente (1998)
- Latitudine Celati (1999)
- Elogio della novella (1999)
- Teatro come incantamento (2000)
- L’assoluto della prosa (2002)
- Documentari imprevedibili come i sogni (2003)
- Qualche idea sui luoghi e il lavoro con Luigi Ghirri (2003)
- La realtà e la storia sono dei miti (2003)
- Mondo senza mondo (2005)
- La lingua dei gamuna (2005)
- Celati, ovvero la scrittura come visione (2005)
- Parola con vista (2006)
- Intervista per la pubblicazione basca di Parlamenti buffi (2006)
- Guardare è un fatto di immaginazione (2006)
- Letteratura come accumulo di roba sparsa (2007)
- Riscrivere, riraccontare, tradurre (2007)
- Memoria su certe letture (2007)
- Celati, scrittore e regista (2008)
- A passeggio con un rabdomante (2008)
- Celati a Zurigo (2009)
- Vecchie e nuove Comiche (2009)
- Su Jonathan Swift e lo sviluppo degli alieni (2010)
- Sulla Fantasia, il Badalucco e la Contentezza (2005-2010)
- Diol Kadd (2010)
- Dialogo sulla comicità (2010)
- Da «il Caffè» di Vicari a Ghirri (2011)
- Il disponibile quotidiano (2011)
- Gianni Celati sul suo cinema (2011)
- La valle del Po vista con gli occhi di Gianni Celati (2011)
- Le opere e i giorni di un ultimo sapiente (2011)
- Camminare, scrivere e Robert Walser (2012)
- Le fatiche di Ulisse (2012)
- Il grande scrittore si racconta (2013)
- «Eccesso di serietà, limite per la scrittura» (2013)
- «La storia vale solo se sfugge dalle mani» (2014)
- Bibliografia delle interviste
- Indice dei nomi
Di Gianni Celati (Sondrio 1937 – Brighton 2022) Quodlibet ha pubblicato Conversazioni del vento volatore (2011), Comiche (2012, già Einaudi, 1971), La banda dei sospiri (2015, già Einaudi, 1976), Studi d’affezione per amici e altri (2016), Quattro novelle sulle apparenze (2016, già Feltrinelli, 1987), Narrative in fuga (2019), Costumi degli italiani (2020). Presso altri editori sono stati pubblicati Le avventure di Guizzardi (Einaudi, 1972), Lunario del paradiso (Einaudi, 1978), Narratori delle pianure (Feltrinelli, 1985), Verso la foce (Feltrinelli, 1988), Recita dell’attore Attilio Vecchiatto nel teatro di Rio Saliceto (Feltrinelli, 1996), Avventure in Africa (Feltrinelli, 1998), Cinema naturale (Feltrinelli, 2001), Fata Morgana (Feltrinelli, 2005), Sonetti del Badalucco nell’Italia odierna (Feltrinelli, 2010), Passar la vita a Diol Kadd. Diari 2003-2006 (Feltrinelli, 2011), Romanzi, cronache e racconti («I Meridiani», Mondadori, 2016).
Gianni Celati ha tradotto, tra gli altri, Swift, Melville, Conrad, Stendhal, Céline; nel 2013 presso Einaudi è uscita la sua versione dell’Ulisse di James Joyce. Parte dei suoi primi saggi è raccolta in Finzioni occidentali (Einaudi, 1975), di prossima riedizione presso Quodlibet.
Ferrero Ernesto, Album di famiglia. maestri del Novecento ritratti dal vivo, Einaudi, 2022
scheda:
La distanza nasconde, sfuma o aiuta a vedere meglio? Ernesto Ferrero incolla come sulle pagine di un album le immagini di editori, scrittori, scienziati, artisti che hanno fatto grande la cultura del Novecento italiano, «classici contemporanei» con cui dialogare. Una galleria di penetranti ritratti dal vivo e da vicino, per reinterpretare la nostra storia recente.
Nelle sue vesti di editore, direttore del Salone del libro e scrittore, Ernesto Ferrero ha avuto il privilegio di conoscere molti grandi protagonisti della nostra cultura. Ha lavorato con loro, ne ha curato i libri, ha goduto della loro amicizia. E ce ne consegna ritratti brillanti e rivelatori, restituendoli alla loro verità umana. Sono «maestri, padri e fratelli elettivi, amici, compagni di lavoro e di viaggio, presenze vive con cui dialogare». Forti personalità che hanno ancora molto da dire e da insegnare. Ecco sfilare in un intreccio di incontri e di storie sorprendenti editori come
Einaudi,
Garzanti,
Inge Feltrinelli,
Roberto Calasso,
Elvira ed Enzo Sellerio.
Padri nobili come
Pavese,
Montale,
Bobbio,
Mila,
Foa,
Revelli
e Rigoni Stern.
Signore di ferro come
Natalia Ginzburg,
Elsa Morante,
Lalla Romano,
Chichita Calvino.
Maghi e funamboli come
Gianni Rodari,
Bruno Munari,
Fruttero & Lucentini,
il fisico Tullio Regge,
Guido Ceronetti.
Inquieti come
Parise,
Del Buono,
Sciascia,
Consolo,
Celati.
Vittime di destini crudeli, come
Fenoglio,
Atzeni,
Del Giudice.
Mattatori come
Guttuso,
Pasolini,
Garboli,
Eco.
In apertura, due autori a cui Ferrero si è sentito particolarmente vicino,
Italo Calvino
e Primo Levi.
Veniamo introdotti nel backstage della loro vita professionale e privata, alla scoperta di tratti rivelatori, magari segreti o poco noti, tra arte e vita, dramma e commedia, confessione e narrazione. Sono capitoli di un avvincente romanzo della conoscenza, sullo sfondo di una stagione di intense passioni intellettuali e civili, colte nella loro vitalità creativa.
Ferrari Gian Arturo, Storia confidenziale dell’editoria italiana, Marsilio, 2022
scheda dell’editore:
Chi racconta questa storia di scrittori e editori, stampatori e mecenati, talenti e miserie è stato un protagonista dell’editoria italiana del Novecento. Ha lavorato in case editrici medie e grandissime, si è occupato di patrie lettere e letterature straniere, soprattutto ha incontrato persone e cose, attraversato epoche, inventato collane, assunto e licenziato.
Chi racconta somiglia abbastanza all’editoria italiana, elegante e iraconda, generosa e umbratile, colta e commerciale. Perché l’editoria, si legge in queste pagine, è figlia dell’intellettualità e del commercio, non appartenendo in fondo a nessuno dei due.
E poi, annosa questione, sono gli editori capitani d’azienda? Esistono ancora come i primi trent’anni del Novecento ce li hanno consegnati?
Chi racconta ricostruisce con passione e puntualità una storia che si suppone magmatica, casuale, con accelerazioni improvvise e sacche, costellata di invidie e affetti, rabbie e riconciliazioni, amori e antipatie.
Chi racconta sa che attraverso l’editoria si può raccontare la storia d’Italia, quella tra le due guerre e quella degli anni di piombo, quella dei magnifici anni Ottanta e la più recente, quando i protagonisti sono forse meno eroici ma più inattesi.
Con tono epico e comico, affettuoso e tagliente, con occhi distanti e nel contempo vicinissimi, Gian Arturo Ferrari ci accompagna nelle avventure umane e culturali degli uomini e delle donne che si sono occupati di scegliere come, quando e quali libri pubblicare in un paese in cui tutti scrivono e pochi leggono.

Alda Merini, Respiro nella notte. Poesie e prose, prefazione di Michela Marzano, Bur Rizzoli, 2022
vai alla scheda:
Se esiste un filo che lega le poesie e le prose uscite dalla penna di Alda Merini, e raccolte in questo volume, è un filo intessuto di follia e verità, di amore e corpo, che avvolge il buio dell’esistenza. I versi più indimenticabili e gli incipit più riusciti della poetessa dei Navigli paiono infatti scritti nella notte più profonda, spremendo l’oscurità per ricavarne lampi di luce. Questa antologia originale e preziosa è un omaggio al talento inarginabile dell’autrice e insieme un viatico per i lettori che ancora non la conoscono. Tra le sue pagine scopriamo un ritratto inedito di Alda Merini attraverso i suoi testi più noti e altri dimenticati: dalle poesie di Un’anima indocile, La volpe e il sipario e Le madri non cercano il paradiso agli aforismi di Nuove magie e Colpe di immagini senza dimenticare la prosa, con Lettere a un racconto e La nera novella, unico esperimento noir della sua ampia produzione. Respiro nella notte ci immerge nel mondo della poetessa più amata e citata della nostra contemporaneità, un mondo in cui la follia è paura, solitudine, lavaggio del cervello, ma anche atto di creatività suprema. Un mondo fatto di amici veri o immaginati, di echi di sogni lontani e di corpi che reclamano carezze, vicinanza e amore. Perché, in fondo, Alda Merini è la poetessa dell’amore: quello che consuma e salva, che nasconde l’urgenza di essere visti e ascoltati nonostante le nostre fratture. L’amore più alto, cantato in quell’impasto unico e inarrivabile tra la lingua comune – con la quale tutti noi raccontiamo le emozioni – e quella letteraria, quasi mistica, che è la cifra profonda della parola meriniana.
Rodari Gianni, Il libro dei perchè, Mondadori, 2022. Illustrazioni di Giulia Orecchia. Prima pubblicazione: Editori Riuniti, 1984. Indice del libro
Libri su Marcel PROUST, pubblicati da Carocci editore
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Jean-Yves Tadié
Roberta Capotorti
Carlo Alberto Redi
Stefano Brugnolo
Mariolina Bertini
Proust lettore di Balzac
Alberto Beretta Anguissola
Con il quotidiano Repubblica: la vita a colori di Gianni Rodari, dal novembre 2022
vai a:
di Ilaria Zaffino

LUIGI PROIETTI detto Gigi, film biografico di Edoardo Di Leo, DVD Sorrisi e Canzoni TV, 2022
Riassunto: Ulisse di James Joyce
Ulisse di James Joyce. Alessio Brunialti ci parla degli “ULISSI”. 9 novembre 2022, alla Libreria Plinio il Vecchio di Como. Audio di 70 minuti
ALDA MERINI, la musica delle parole, a Illuminate/RaiTre 31 ottobre 2022. Link a RaiPlay
Illuminate – S2020E2 – Alda Merini, la musica delle parole
https://www.raiplay.it › video › 2020/10 › Illuminate—Al…

Illuminate Alda Merini, la musica delle parole. St 2020Ep 245 min. Claudia Gerini ripercorre la vita della grande poetessa milanese, …
RaiPlay · 4 ott 2020
Libri thriller psicologici da leggere: oltre 30 consigli – in ilLibraio.it
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Libri thriller psicologici da leggere: oltre 30 consigli – ilLibraio.it
Thriller psicologici da leggere
- Rebecca. La prima moglie, Daphe du Maurier (il Saggiatore, traduzione di Marina Morpurgo)
- Misery, Stephen King (Pickwick, traduzione di Tullio Dobner)
- Il talento di Mr. Ripley, Patricia Highsmith (La nave di Teseo, traduzione di Maria Grazia Prestini)
- Sconosciuti in treno, Patricia Highsmith (La nave di Teseo, traduzione di Ester Danesi Traversi)
- Il suggeritore, Donato Carrisi (Tea)
- La principessa di ghiaccio, Camilla Lackberg (Marsilio, traduzione di Laura Cangemi)
- Trilogia di Hannibal (Hannibal, Red Dragon, Il silenzio degli innocenti), Thomas Harris (Mondadori, traduzioni di Alessandra Callegari e Marco Amante)
- Tutto ciò che muore, John Connolly (Time Crime, Andrea Salamoni)
- Il collezionista, James Patterson (Tea, traduzione di Maddalena Togliani)
- Ricorda Maggie Rose, James Patterson (Tea, traduzione di Franco Ferrario e Maria Barbara Piccioli)
- Psycho, Robert Bloch (Bompiani, traduzione di M.Rinaldi)
- Dio di illusioni, Donna Tartt (Rizzoli, traduzione di Idolina Landolfi)
- La psichiatra, Wulf Dorn (Tea, traduzione di Maria Alessandra Petrelli)
- Shutter island, Dennis Lehane (Longanesi, traduzione di Fabiano Massimi)
- Abbiamo sempre vissuto nel castello, Shirley Jackson (Adelphi, traduzione di Monica Pareschi)
- L’ipnotista, Lars Kepler (Longanesi, traduzione di Alessandro Bassani)
- Dieci piccoli indiani. E non rimase nessuno – Agatha Christie (Mondadori, traduzione di Lorenzo Flabbi)
- L’altra grace, Margaret Atwood (Ponte alle Grazie, traduzione di Margherita Giacobino)
- Follia, Patrick Mcgrath (Adelphi, traduzione di M. Codignola)
- Uomini che odiano le donne, Stieg Larsson (Marsilio, traduzione di Carmen Giorgetti Cima)
- The stranger, Harlan Coben (Longanesi)
- Un nome senza volto – Robert Ludlum (Bur, traduzione di M. Amante)
- Giochi d’ombra – Charlotte Link (Tea, traduzione di Gabriella Pandolfo)
- L’assassinio di Roger Ackroyd – Agatha Christie (Mondadori)
- Con la morte nel cuore – Ruth Rendell (Fanucci)
- Copritele il volto – P.D. James (Mondadori, traduzione di M. Buzzi)
- L’assassino che è in me – Jim Thompson (HarperCollins, traduzione di Anna Martini)
- Sharp Objects – Gyllian Flynn (Rizzoli, traduzione di Barbara Murgia)
- Urla nel silenzio – Angela Marson (Newton Compton)
- Dolce, cara Audrina, Virginia Andrews (Sonzogno, traduzione di Maria Chiara Prestini)
- Non ti addormentare, S.J. Watson (Piemme, traduzione di S. Bortolussi)
Dupont – Monod Clara, Adattarsi, Clichy editore, 2022
Mappe nel Sistema dei Servizi alla Persona e alla Comunità
vai alla scheda dell’editore
Adattarsi è una storia di emozioni, di perdite, di miracolosi ritrovamenti, di paure, di smarrimenti, di rabbie, di speranze e di infinite dolcezze. Ed è anche una storia di montagne, di rocce, di acqua e di vento, di luoghi e solitudini.
La vicenda è abbastanza semplice, nella sua terribile realtà: in una famiglia della montagna francese nasce un bambino, è bello e sorride e tutti vengono a rendergli omaggio. Ma dopo poco tempo ci si accorge che è gravemente disabile: non vede, non può muoversi, non crescerà, morirà presto.
Questo sconvolge tutti gli equilibri della famiglia, ridefinendo per sempre il destino dei due fratelli, il maggiore e la minore, e dei suoi genitori. Perché questo bambino con gli occhi scuri che si perdono nel vuoto, è un neonato eterno, un bambino «inadatto», e traccia una frontiera invisibile tra la sua famiglia, gli altri e il…
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Ricomporre il puzzle di ANNIE ERNAUX attraverso i suoi libri, di Letizia Spezzali, in Domani 12 ottobre 2022
- In un’epoca di nostalgia, politica e non solo, ha vinto il premio Nobel per la Letteratura Annie Ernaux, la scrittrice che si è occupata in maniera vasta e ossessiva della memoria.
- Affrontare i libri di Annie Ernaux è un’esperienza fondamentale per un lettore, e lo è per le ragioni profonde che legano la letteratura all’esistenza.
- Molte persone che non hanno mai letto Ernaux si chiedono da dove iniziare: iniziate da dove volete, forse ricreando come meglio riuscite il percorso delle origini, dei traumi e dei successivi sviluppi, al quale ha dedicato la parte maggiore dei propri sforzi.
C’è il libro sul padre, Il posto, quello sulla madre, Una donna. C’è L’altra figlia, che parla della sorella morta prima che Ernaux nascesse, e di cui Ernaux scopre l’esistenza per caso, da bambina, ascoltando una conversazione: «I genitori di un figlio morto non sanno ciò che il loro dolore fa a quello vivo». La sorella, in questo senso, diventa un simbolo dell’indicibile, dell’anti linguaggio. Di tutto quello che Ernaux cerca di superare, e pensarci è terribile.
Poi c’è il libro sull’età indifesa, i dodici anni: La vergogna. I genitori mandano la piccola Annie in una scuola cattolica privata, è l’unica del suo mondo ad andarci. Da allora Ernaux assocerà sempre la parola “privato” alla paura e alla chiusura. E scrivere diverrà il contrario del privato. «Scrivere è una cosa pubblica».
In Memoria di ragazza troviamo Annie diciottenne che va a fare l’educatrice in una colonia estiva, qui scopre il sesso e soprattutto il giudizio degli altri. Accanto a questo libro, per relativa prossimità temporale, quello sull’aborto giovanile, L’evento (che gran titolo). E anche il libro su come Ernaux apprende la propria disparità di donna, la catastrofe della disuguaglianza: La donna gelata. Per arrivare all’autobiografia impersonale del suo romanzo più esteso, che è anche una cronaca collettiva, la sua opera più nota in Italia, forse: Gli anni.
«Tutte le immagini scompariranno», dice Ernaux, e mentre lo dice noi ci sentiamo soffocare, ci sembra di trovarci già dopo la fine del mondo. Le immagini scompariranno, e noi con loro, e di noi non resterà nulla. E siamo grati a Ernaux quando ci mostra tutto il male e tutto il bene della memoria: le strade che percorriamo, le gerarchie sociali e morali, il chiacchiericcio, i gesti piccoli, le violenze.
Ernaux recupera la storia dal letto di un fiume dove si sono depositati gli oggetti perduti, usando la scrittura di chi dà le notizie essenziali, ma senza la certezza di saperle dare. Scriviamo con un perenne senso di mancanza. Fino a «salvare qualcosa del tempo in cui non saremo mai più».
assegnazione del Premio Nobel ad Annie Ernaux. Le parole di gratitudine di Duccio Demetrio, in Libera Università dell’Autobiografia di Anghiari
da:
Libera Università dell’Autobiografia di Anghiari – Post | Notifiche | Facebook
Il premio Nobel per la Letteratura 2022 ad ANNIE ERNAUX – ilLibraio.it
La scrittrice francese Annie Ernaux, molto amata anche dal pubblico italiano, ha vinto il Premio Nobel per la letteratura 2022, “per il coraggio e l’acutezza clinica con cui svela le radici, gli allontanamenti e i vincoli collettivi della memoria personale”.Pubblicata in Italia da L’Orma (oltralpe da Gallimard), Ernaux è nata a Lillebonne (Senna Marittima) nel 1940
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Il premio Nobel per la Letteratura 2022 ad Annie Ernaux – ilLibraio.it

Pamuk Orhan, Le notti della peste, Einaudi, 2022
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1901. La peste dilaga sull’isola di Mingher e l’uomo chiamato a fermarla viene ucciso in circostanze misteriose.
Nel destino di quella piccola isola e dei suoi abitanti Orhan Pamuk ha ricreato un mondo, parlando al nostro presente con una forza e un’intensità che sono quelle della grande letteratura.
Nell’aprile del 1901 un piroscafo si avvicina silenzioso all’isola di Mingher, «perla del Mediterraneo orientale». Dall’imbarcazione scendono due persone: il dottor Bonkowski – il maggior specialista di malattie infettive dell’Impero ottomano – e il suo assistente. Bonkowski è lí per conto del sultano: deve indagare su un nemico invisibile ma mortale, che rischia di mettere in ginocchio un Impero già da molti definito il «grande malato d’Europa» e innescare cosí una reazione a catena nei delicatissimi equilibri continentali. Sull’isola di Mingher, si dice, c’è la peste. Il morbo viene rapidamente confermato, ma imporre le corrette misure sanitarie rappresenta la vera sfida, soprattutto quando le esigenze della scienza e della medicina piú nuova si scontrano con le credenze religiose. In quest’isola multiculturale dove musulmani e cristiani ortodossi cercano di convivere pacificamente, la malattia funge da acceleratore delle tensioni sociali e non solo: poco dopo aver parlato con il governatore e chiesto che venga imposta la quarantena, il corpo del dottor Bonkowski viene trovato senza vita in un vicolo.
In un drammatico crescendo la peste dilaga, spingendo le autorità a rafforzare le misure di contenimento: queste però aumentano le frizioni tra le varie identità dell’isola (e dell’Impero), tra chi le asseconda e chi nega l’esistenza stessa della malattia, o l’efficacia della quarantena, gettando la comunità nelle tenebre di una notte non soltanto sanitaria.
Le notti della peste è un’opera-mondo grandiosa, universale, attraversata da echi di Tolstoj, di Manzoni, del Conrad di Nostromo, di Camus. Romanzo storico e allegorico (tra le righe si legge la deriva di ogni nazionalismo verso l’autocrazia dell’uomo forte), brulicante di personaggi e di storie, di guerre, amori e immortali tensioni etiche. In cui il particolare – le esistenze dei singoli individui travolti dalla Storia – si apre all’universale – il rapporto tra paura e potere, tra vita e destini generali, tra fede e ragione, tra modernità e tradizione.
Leopoldo Lonati, Discorso senza un alito di vento. Quartine. Note di lettura di Aurelio Buletti e Renato Giovannoli, Casagrande Edizioni
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TartaRugosa ha letto e scritto di: Pilar Quintana (2022), La cagna, Traduzione di Pino Cacucci, Baldini Castoldi La Tartaruga, Miilano
Quintana, con una scrittura quasi febbrile, ci trascina da subito in un ambiente che mostra in tutta la sua forza i rapporti tra mondo e natura; qui incontriamo Damaris, donna ferita da una maternità mancata, ma intensamente voluta e ricercata anche con i mezzi più ancestrali, affini alla stregoneria e fatta di unguenti e pratiche sciamaniche.
Damaris non aveva potuto avere figli. Si era messa con Rogelio ancora diciottenne e dopo un paio d’anni la gente cominciava a chiederle “A quando un bebé? A un certo punto aveva dovuto spiegare a quanti facevano domande che il problema era lei che non rimaneva incinta.
Adesso stava per compiere quarant’anni, l’età in cui le donne inaridiscono, come aveva sentito dire una volta a suo zio.
Il rapporto col marito è rude, un uomo dedito al lavoro su pescherecci, senza tante parole e dotato di quel senso pratico che a volte pare rasentare…
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Elio Vittorini, Conversazione in Sicilia, Bompiani, 1941
Alessandra Cenni, In riva alla vita. Storia di Antonia Pozzi poetessa, Rizzoli, 2002
Antonia Pozzi, Poesia, mi confesso con te. Ultime poesie inedite (1929-1933), Viennepierre edizioni, 2004
Antonia Pozzi, Mentre tu dormivi le stagioni passano …, a cura di Alessandra Cenni e Onorina Dino, 1998
Antonia Pozzi. Desiderio di cose leggere, a cura di Elisabetta Vergani. Prefazione di Eugenio Borgna, Salani editore, 2018
Cesare Pavese, IL MESTIERE DI VIVERE, Einaudi, 1952
LIBRI, indici di Tecalibri
- Pacini, Pensare la fine. Discorso pubblico e crisi climatica
- Winslow, Città in fiamme
- Cattani, Biblioteche in fiamme
- Kundera, Un occidente prigioniero. O la tragedia dell’Europa centrale
- King – Chizmar, L’ultima missione di Gwendy
- Shinkai – Nagakawa, Lei e il suo gatto
- Walser, L’assistente
- Boncinelli, Umano
- Sgrena, Donne ingannate. Il velo come religione, identità e libertà
- Verne, Il giro del mondo in ottanta giorni
- De Luca, Spizzichi e bocconi
- Trías, Melma rosa
- Floridi, Etica dell’intelligenza artificiale. Sviluppi, opportunità, sfide
- Piccione, Tutta colpa di Venere
- Yalom, Una questione di morte e di vita
- Rooney, Dove sei, mondo bello
- Musto, Karl Marx. Biografie intellettuale e politica 1857-1883
- Parrella, La Fortuna
- Tenenbaum, La fine dell’amore. Amare e scopare nel XXI secolo
- James, La casa natale
- Gee, Brevissima storia della vita sulla Terra. 4,6 miliardi di anni in dodici capitoli
- Schlein, La nostra parte. Per la giustizia sociale e ambientale, insieme
- Casati, Oceano. Una navigazione filosofica
- Hamilton, Tra le pagine
- Duncan, Indice, Storia dell’. Dai manoscritti a Google, l’avventurosa storia di come abbiamo imparato a orientarci nel sapere
- Di Cesare, Se Auschwitz è nulla. Contro il negazionismo
- Franzinelli, Il fascismo è finito il 15 aprile 1945
- Meruane, Contro i figli
- Giedion, Costruire in Francia. Costruire in ferro. Costruire in cemento
- Politkovskaja, La Russia di Putin
- Klein, Le guerre commerciali sono guerre di classe. Come la crescente disuguaglianza corrompe l’economia globale e minaccia la pace internazionale
- Filippi, Noi però gli abbiamo fatte le strade. Le colonie italiane tra bugie, razzismi e amnesie
- Kahneman, Rumore. Un difetto del ragionamento umano
- Ferrara, Il salto. Segni, figure, parole: viaggio all’origine dell’immaginazione
- Nooteboom, Venezia. Il leone, la città e l’acqua
100 libri da leggere assolutamente nella vita – in ilLibraio.it
Ecco 100 libri consigliati da leggere, anzi, consigliatissimi. Testi che vale la pena leggere tutti. Perché vi commuoveranno, stupiranno, esalteranno, spiazzeranno e turberanno, come tutti i libri belli.Abbiamo selezionato libri importanti: classici che hanno segnato un’epoca, che hanno fatto da precursori a nuovi generi letterari o cambiato per sempre l’immaginario. Abbiamo scelto romanzi che sorprendono: libri scritti centinaia di anni fa che risultano incredibilmente attuali.
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100 libri da leggere assolutamente nella vita – ilLibraio.it
- Iliade – Omero
- Agamennone, Coefore, Eumenidi – Eschilo
- Edipo Re, Edipo a Colono, Antigone – Sofocle
- Ecuba, Elettra – Euripide
- Le mille e una notte – AA.VV.
- Inferno – Dante
- Romeo e Giulietta – William Shakespeare
- Don Chisciotte della mancha – Miguel de Cervantes
- La vita e le opinioni di Tristram Shandy gentiluomo – Laurence Sterne
- Orgoglio e pregiudizio – Jane Austen
- Frankenstein – Mary Shelley
- Racconti del mistero, fantastici e grotteschi – Edgar Allan Poe
- Cime tempestose – Emily Brontë
- Le notti bianche – Fëdor Dostoevskij
- Grandi speranze – Charles Dickens
- Pattini d’argento – Mary Mapes Dodge
- Alice nel paese delle meraviglie – Lewis Carroll
- Guerra e pace – Lev Tolstoj
- Piccole donne – Louisa May Alcott
- Ventimila leghe sotto i mari – Jules Verne
- Le avventure di Tom Sawyer – Mark Twain
- L’isola del tesoro – Robert Louis Stevenson
- Germinal – Émile Zola
- Il carteggio Aspern e altri racconti – Henry James
- Il piacere – Gabriele d’Annunzio
- Il ritratto di Dorian Gray – Oscar Wilde
- L’interpretazione dei sogni – Sigmund Freud
- Il meraviglioso mago di Oz – L. Frank Baum
- Il giornalino di Gian Burrasca – Vamba
- Peter Pan – James M. Barrie
- Siddhartha – Hermann Hesse
- Il profeta – Kahlil Gibran
- La coscienza di Zeno – Italo Svevo
- Viaggio al termine della notte – Louis-Ferdinand Céline
- La montagna incantata – Thomas Mann
- La signora Dalloway – Virginia Woolf
- Il processo – Franz Kafka
- Uno, nessuno, centomila – Luigi Pirandello
- Alla ricerca del tempo perduto – Marcel Proust
- Pietr il lettone: le inchieste di Maigret – Georges Simenon
- Il mondo nuovo – Aldous Huxley
- La fattoria delle magre consolazioni – Stella Dorothea Gibbons
- Al dio sconosciuto – John Steinbeck
- Mary Poppins – P.L. Travers
- La nausea – Jean-Paul Sartre
- Dieci piccoli indiani – Agatha Christie
- Il deserto dei tartari – Dino Buzzati
- Il mondo di ieri – Stefan Zweig
- Il piccolo principe – Antoine de Saint-Exupéry
- Finzioni – Jorge Luis Borges
- Se questo è un uomo – Primo Levi
- 1984 – George Orwell
- Confessioni di una maschera – Yukio Mishima
- Cronache marziane – Ray Bradbury
- Il giovane Holden – J. D. Salinger
- Memorie di Adriano – Marguerite Yourcenar
- Il signore delle mosche – William Golding
- Il signore degli anelli – J.R.R. Tolkien
- Lolita – Vladimir Nabokov
- Sulla strada – Jack Kerouac
- Quer pasticciacio brutto di via Merulana – Carlo Emilio Gadda
- Il gattopardo – Giuseppe Tomasi di Lampedusa
- Memorie di una ragazza perbene – Simone de Beauvoir
- La noia – Alberto Moravia
- Il buio oltre la siepe – Harper Lee
- Le favole al telefono – Gianni Rodari
- Lessico famigliare – Natalia Ginzburg
- Opinioni di un clown – Heinrich Böll
- La fabbrica di cioccolato – Roald Dahl
- Gli interpreti – Wole Soyinka
- Cent’anni di solitudine – Gabriel García Márquez
- Momo – Michael Ende
- La storia – Elsa Morante
- Le città invisibili – Italo Calvino
- Diario – Etty Hillesum
- Vista con granello di sabbia – Wislawa Szymborska
- Il racconto dell’ancella – Margaret Atwood
- Il nome della rosa – Umberto Eco
- Tutte le poesie – Sylvia Plath
- Non ci sono solo le arance – Janette Winterson
- Trilogia della città di K. – Ágota Kristóf
- IT – Stephen King
- Danubio – Claudio Magris
- Verso Occidente l’impero dirige il suo corso – David Foster Wallace
- Camere separate – Pier Vittorio Tondelli
- Jurassic Park -Michael Crichton
- American Psycho – Bret Easton Ellis
- Il mondo di Sofia – Jostein Gaarder
- Patrimonio – Philip Roth
- Il ragazzo giusto – Vikram Seth
- Cecità – José Saramago
- Un indovino mi disse – Tiziano Terzani
- Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare – Luis Sepúlveda
- Il diario di Bridget Jones – Helen Fielding
- Memorie di una geisha – Arthur Golden
- Il dio delle piccole cose – Arundhati Roy
- Underworld – Don DeLillo
- Harry Potter e la Pietra Filosofale – J.K. Rowling
- Le fantastiche avventure di Kavalier e Clay – Michael Chabon
- ???
Enzensberger Hans Magnus, Artisti della sopravvivenza. Sessanta vignette letterarie del Novecento, Einaudi, 2022. Indice del libro
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«Innumerevoli sono gli scrittori che, nel corso del Novecento, sono sopravvissuti a terrore di Stato ed epurazioni, con tutte le ambivalenze morali e politiche che questo ha comportato. Ma come sono andate davvero le cose? Erano forse troppo saldi per capitolare di fronte al potere? Devono la sopravvivenza alla loro accortezza o piuttosto alla loro intelligenza, alle loro conoscenze o alla loro abilità tattica? Sono scampati alla prigione, al campo di concentramento o alla morte per via di fortunate coincidenze che rasentano il portentoso o grazie a strategie che spaziano dalla ruffianeria al camuffamento?»


L’Incanto fonico della Poesia – dialogo con Mariangela Gualtieri – YouTube
Gualtieri Mariangela, L’incanto fonico. L’arte di dire la poesia, Einaudi, 2022
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Dire la poesia non avviene sempre. Eppure anche nel dire la poesia consiste, da sempre, la poesia. Lo sapeva Carmelo Bene con il suo personalissimo teatro della crudeltà, lo sapevano i Romantici e i Surrealisti, lo sapeva García Lorca, quando trovava il suo duende nella musica, nella danza e, appunto, nella poesia a viva voce (hablada), arti tutt’e tre, sosteneva, che hanno bisogno di un corpo vivo che le interpreti. Lo sa bene, benissimo, Mariangela Gualtieri, che da quarant’anni «dice la poesia in pubblico», avvolgendo chi la ascolta in un «mondo orale aurale» che non ha uguali. Sí perché «spesso», come dice Gualtieri, i professionisti, gli attori, leggono il verso puntando «sulla sua componente razionale e di significato, trascurando tutto il resto». Nella sua «arte di dire la poesia», Gualtieri ci parla invece solo del resto. E per farlo trova un linguaggio nuovo e sorprendente: non un discorso sul dire la poesia ma una scrittura con il dire la poesia. Non concetti astratti, ma figure, immagini, sensazioni fisiche, echi. E analogie, fino a costruire un libro di poesia saggistica, a opporre visione a discorso, a parlarci vicino e alto, lontani dalla chiacchiera. E cosí: «Formule magiche schiacciate nei libri – solo al pronunciarle si fanno efficaci. E formule mantriche, solo in voce trovano compimento. E spartiti di musica, tutti, chiedono fiato, gole, dita per farsi forma sonora. Cosí ogni verso. Ogni poesia implora un respiro che la dica. Essere detta. Detta per bene in sua ritmica e melodia e timbrica e interni silenzi».
Carlo Emilio Gadda, Eros e Priapo, Adelphi, 1967, (ma scritto fra il 1944/1945)

una citazione dedicata all’allora benito mussolini (minuscolo):
” sudicio Poffarbacco, Somaro principe, kuce, imbianchino, il Sozzo nostro, furioso babbeo, ladro, mascelluto, gradasso, faccia ’e malu culori, capocamorra, Caino Giuda Maramaldo, gaglioffo ipocalcico dalle gambe a roncola, autoerotòmane, eredoalcoolico ed eredoluetico, luetico, teratocèfalo, rachitoide babbeo, spiritato basedòwico, scacarcione sifoloso, mortuario smargiasso, Merda di cervellone Caino, farabutto-Giuda-Maramaldo, Paflagone smargiasso, Scacarcione giacomo-giacomo, maccherone furioso, Napoleone fesso, sanguinolento porcello, Scipione Africano del due di coppe, provolone imbischerito, mascelluto Caino in peste, forlimpopolesco mascellone, principe Maramaldo, Giuda pestifero, il fass tutt mè, il son chè mè, dittatore di scemenze, Gran Cacchio, parolaio-istrione, lurido Poffarbacco, virulento babbeo, provinciale saturo di sifilide e di furori blasfemi, Costruttore, ex agitatore ed agitato sempiterno, ficaiolo, discepolo del messer Niccolò buggeratissimo, poltrone e istrione, sanguinolenta jena, Priapo Ottimo Massimo, Batrace luetico, tumescente Priapo, Priapo-Imagine, Super Balano, il beneficiente, mascelluto e stivaluto Poffarbacco, furbo di provinciaccia, tumefatto balano, messer Mastro Pùgolo, Predappioculo, bel maschione, Sbrodolini, asino indomenicato al giro d’Italia, Priapo Esibito, Priapo marcio, Maramaldo omicida, Appiccata Carogna, kuce Cacchio, culone a cavallo, bellone, fezzone, buccone, stivalone, maschio maschione, sifilitico sifiliticone, rincoglionito Quirino, inturgidito Predappio, Forlimpopoli Priapomastro, pietoso mimo, Pirgopolinice Spirochetato, kùce-verga, tracotante birro, tetro feneratore de le genti, Priapo Maccherone Maramaldo, trombone in fiera, Gran Correggia del Nulla, Predappiofava, batrace, Somaro Sopracciò, Maccherone Ingrognato, acromegalico e batracico avortone, il ragghiante, l’Impestato, Batrace Tritacco, Priapo Concionante, nanonzolo, batracico testone-mascellone acromegalico, rachitoide ipocalcico, eredoalcool, eredolue, Predappiofesso, Fava, Favente Genio, Favante Tutore della Italia, Condottiero d’Italia in Guerra Lampo, Tempista/Politico, Gran Somaro Nocchiero, Scacarcione Mago, Fottutissimo Scacarcione Bombarda di Tripla Greca, kuce grasso, appiattato Scacarcione a dugento miglia da battaglia, Fava Unica, Fava Maramaldo, Invincibile Fava, Predappioasino, el Fava (Impestatissimo), Pupazzo, Nullapensante, Maramaldo dal viso livido, Somaro Fava, il Leccato-che-Lecca, Coglione, provolone sciocco, Trombone trombatissimo, Socero Schifoso, mentecatto principe Fava, Naticone ottimo massimo, Pavone Etico Ufficiale, Priapo Tumefatto, Batrace dalle mascelle forzute, Priapo luetico, τύραννος, furioso, pavido idolatra del numero e della forza, φαλλός, l’Estrovertito, mietitore degli universi frumenti, agitato-sempiterno, Sovrano seminatore e trebbiatore pometino, il vessillifero della spaghettifera patria co’ ’a pommarola in coppa, Gran Khan, messer Mastro Pùngolo, ex-Bomba in pullover, tiranno vaniloquente, cavalcatore di cavalli e di femine in gloria, inturgidito Modellone, Pirgopolinice il glorioso, Modellone Torsolone, frivolo e fortunato mimico, il Maestro, Sopraumano Sopracciò, Furioso Ingrogato, il Mugliante, sozzo e priapesco istrione”
Poesie per un anno: ESTATE, a cura di Milton Fernandez, Rayuela edizioni, 2020
VAI ALLA SCHEDA DELL’EDITORE
Poesie per un anno – Estate
Comincio a desiderare un linguaggio frugale come quello che usano gli amanti, parole rotte, parole spezzate, come lo sfiorare dei passi sulla strada, parole di una sillaba come quelle dei bambini quando entrano in una stanza nella quale la loro mamma sta cucendo e prendono da terra un filo di lana bianca, una piuma o uno scampolo di chintz. Ho bisogno di un urlo, un grido.
Virginia Woolf

Poesie per un anno: PRIMAVERA, a cura di Milton Fernandez, Rayuela edizioni, 2020
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Poesie per un anno – Primavera
Come te
Io, come te,
amo l’amore, la vita, il dolce incanto
delle cose, il paesaggio
celeste dei giorni di gennaio.
Anche il mio sangue freme
e rido attraverso occhi
che hanno conosciuto il germogliare delle lacrime.
Credo che il mondo sia bello,
che la poesia sia come il pane, di tutti.
E che le mie vene non finiscano in me
ma nel sangue unanime
di coloro che lottano per la vita,
l’amore,
le cose,
il paesaggio e il pane,
la poesia di tutti.
Roque Dalton
Poesie per un anno: INVERNO, a cura di Milton Fernandez, Rayuela edizioni, 2020
VAI ALLA SCHEDA DELL’EDITORE:
Poesie per un anno – Inverno
La poesia e lì, dice qualcuno, accanto a noi, basta saperla riconoscere. È quel segno rimasto nel guanciale dopo una notte d’amore con una sconosciuta. Il cenno di un manifesto nel metrò. Quell’uomo insignificante che spazza lucernari e parapetti solo per cortesia nei confronti del cielo. Quei pazzi che continuano imperterriti a cercare i loro mulini a vento nell’aria ammorbante della città. Lo sguardo assente di un ubriaco dopo la sbornia…
Proviamoci anche noi, a tempo perso. Proviamo a fare uscire i poeti dalla loro tana. Adottiamone uno a distanza, e portiamolo a vivere tra la gente. Trascriviamolo, traduciamolo, faxiamolo, incidiamolo; vandalizziamo i muri con la sua presenza, regaliamolo a qualcuno a cui vogliamo bene, a quelli con cui non vorremmo condividere nemmeno l’aria del pianeta; abbandoniamolo dal parrucchiere, dal medico, dal dentista; piazziamo una sua pagina tra i rotocalchi del giornalaio, i tanti Chi, Di Chi, Con Chi, (c’è il rischio di provocare uno shock anafilattico, ma dopo tutto nessuno vive in eterno) appendiamolo sulla porta della cabina, mentre ci cambiamo il costume, attacchiamolo sul muro nei bagni delle stazioni, tra le proposte d’incontro e la dimensione dei peni in offerta speciale, infiliamolo in una bottiglia e buttiamola nel cesso, indirizzata al mare; inseriamolo di soppiatto nell’urna elettorale…
Non m’illudo. Lo so che la poesia non salverà il mondo. Non basterebbe l’acqua dell’universo per lavare tutta la sporcizia accumulata. Ma senza quell’acqua, il mondo sarebbe già morto di sete.(…)
Dalla prefazione di Milton Fernández
Poesie per un anno: AUTUNNO, a cura di Milton Fernandez, Rayuela edizioni, 2020
Yehoshua Abraham, Il tunnel, Einaudi 2018
Faber Andrew, Ti passo a perdere, Interno Poesia, 2022
vai alla scheda dell’editore:
Ci si può perdere senza il bisogno di sentirsi persi? Quanti significati assume, nel corso della vita, questo predicato verbale dalle infinite forme? Andrew Faber stravolge il concetto di fragilità, trasformandola in forza. Più che un libro di poesie, Ti passo a perdere è un manuale di resistenza in versi. Uno stradario dell’anima dove perdersi per poi ritrovarsi. Un viaggio verso la conoscenza di sé stessi e un invito alla scoperta dell’Amore, in tutte le sue forme.
A chi sta attraversando il suo buio
A chi sta attraversando
il suo buio
dico soltanto di non mollare.
Ci siamo finiti tutti
in quel posto maledetto
dove il freddo ti morde le ossa
e il silenzio ti piove nel cuore.
A chi sta attraversando
il suo buio
dico soltanto di allontanarsi
da chi dice di darsi una mossa
di smettere di piangersi addosso.
Quella gente vuole farvi del bene
ma non sa cosa dice.
Quella gente lì dove siamo finiti noi
non c’è mai arrivata.
A chi sta attraversando
il suo buio
dico soltanto di avere coraggio
bisogna stringere i denti
e aspettare che il sole riprenda a brillare.
A chi sta attraversando
il suo buio
dico soltanto di credere
nella poesia.
Negli occhi di chi
quella strada l’ha già ritrovata.
C’è un cielo
di qua che vi aspetta
con un panorama di sogni
da togliere il fiato.
*
Perdersi
Ci ho messo un po’ a comprendere:
non volevi essere abbracciata
per paura di essere capita.
Che essere capiti
è la cosa più preziosa al mondo
ma significa
buttare giù le difese
arrendersi
consegnarsi.
Significa non potersi più difendere
per un istante
non riuscire più a mentire.
E la gente non sempre lo sa
non sempre lo capisce
cosa significa abbracciarsi
dirsi tutto senza parlare.
Perdersi.
In quella terra di nessuno
da qualche parte nel cuore.
*
Le persone che amano stare da sole
Non giudicate
le persone che amano stare da sole
non fatelo mai.
La loro non è cattiveria
non è strafottenza
ma vera e propria necessità
bisogno d’essere, appartenenza.
Abbiate sempre cura di aspettarle
di rispettarle.
Non mettetegli fretta
se i loro tempi non sono i vostri
lasciatele andare.
Se avrete pazienza
sapranno ricompensarvi
perché la loro voce
è una carezza scesa dalle labbra
che si scioglie negli occhi.
Perché il loro cuore
è un posto caldo e silenzioso
capace di accogliere e proteggere.
Non giudicate
le persone che amano stare da sole
non avete la minima idea
di quanto abbiano dovuto lottare
di quale miracolo siano state capaci
di compiere.
La solitudine spaventa
la solitudine è un patto
di purissimo Amore
con la propria anima
che quasi mai nessuno
ha il coraggio di fare
ma loro sì, e ne sono felici.
Loro ci sono riusciti.
Loro ce l’hanno fatta.
*
Chi rischia la felicità, non muore mai
Adesso ti passo a prendere
e ti porto a mangiare
un sacco di schifezze
e se ti va
balliamo un po’
davanti agli occhi increduli
della gente seria.
Ti passo a prendere
e ti porto a non pensare
che quando non si pensa
si torna un po’ bambini.
Ti porto a sognare
quelle robe da imbecilli scalmanati
che non si possono raccontare.
Adesso ti passo a prendere
e ti porto a ridere con me
perché ho bisogno di sapere chi sei
quando non hai bisogno di apparire
quando non hai bisogno di essere.
Ti porto a sbagliare
a bruciare
a impazzire.
Come l’ultima volta che hai pianto
e non sapevi perché
ma ti sentivi viva.
Ti porto a toccare la notte
ti porto a respirare il silenzio
delle parole rimaste in gola
e che finiscono negli occhi
e dentro ai baci
dati di corsa.
Ti porto a rischiare di essere felice
perché non so se lo sai
ma chi rischia la felicità vince sempre.
Chi rischia la felicità, non muore mai.
Stefano Rovai, Le avventure di P!nocchio , Edizioni della Normale/Istituto Nazionale di Studi sul Rinascimento, 2021
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Franchini Antonio, Leggere possedere vendere bruciare, Marsilio, 2022
vai alla alla scheda dell’editore:
https://www.marsilioeditori.it/libri/scheda-libro/2970964/leggere-possedere-vendere-bruciare
L’oggetto di questi racconti sono i libri. Quattro azioni molto diverse che si possono fare con i libri, azioni che talvolta escludono le altre: non è detto, infatti, che chi è animato dalla smania di possedere libri sia un accanito lettore, e non sempre i grandi lettori sono anche bibliofili. Allo stesso modo vendere libri potrebbe tranquillamente non contemplare il fatto di leggerli, così come il desiderare di averne. Infine, bruciare libri – l’azione più estrema e delittuosa – potrebbe essere non soltanto l’oltraggio di chi teme la parola scritta, di chi l’ha in sospetto e la odia quando diffonde idee che avversa, ma anche l’atto supremo di un amore tanto esclusivo e assoluto da diventare perverso, omicida o forse liberatorio. I libri di mio padre ripercorre, tra tenerezza e strazio, l’eredità di un bibliofilo. Lettore di dattiloscritti e Le età dell’oro dell’editoria italiana raccolgono le riflessioni di chi ha dedicato la vita a una specie particolare di lettura, quella rivolta a testi destinati, nella maggior parte dei casi, a non veder mai la luce, a entrare nel limbo infinito delle opere non pubblicate: perché frutto di un narcisismo sterile, di ambizioni sbagliate, o di un talento non riconosciuto? Memorie di un venditore di libri apre la finestra, quasi sempre lasciata chiusa, su coloro che i libri li vendevano, e ancora li vendono, in un’Italia diversa e lontana, ma non così diversa e non così lontana. Bruciare, infine, è forse l’approdo fatale di chi, come chiunque abbia dedicato la vita a una passione esclusiva, all’improvviso si accorge che è tutto niente?
Valerio Chiara, Così per sempre, Einaudi, 2022
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L’uomo sulla terrazza è antico quasi come la città che sta guardando. Il suo gatto Zibetto, piú nero di tutti i gatti neri, come lui conosce troppe storie. L’uomo è il conte Dracula. Ama la scienza, la fragilità degli esseri umani, e una donna dal viso sempre uguale. Nel 1897 la storia d’amore con Mina Harker non è finita: per chi non è piú legato allo scorrere del tempo, nulla può mai finire. Oggi lui sta a Roma, che è una città eterna, e lei vive a Venezia, che è una città immortale. L’eternità e l’immortalità sono due cose diverse, Dracula l’ha capito e Mina no. Sarà pur vero che l’odio è anche amore, ma dove l’amore cerca passione l’odio chiede vendetta.
Giacomo Koch è il nome del conte Dracula quando questa storia comincia. Mina Harker, la donna a causa della quale stava per essere ucciso, è sfuggita alla morte, ora si chiama Mina Monroy ed è lei stessa un vampiro. Il loro gatto Zibetto può arrampicarsi anche per dieci piani e porta alle zampe anteriori due vistosi anelli d’oro, per l’esattezza due fedi nuziali. Questa storia, ambientata oggi tra Roma e Venezia, attraversa i secoli e affonda le sue radici alla fine dell’Ottocento, quando il conte Dracula lascia la Transilvania per trasferirsi in Occidente. È allora che ha preso il nome di Giacomo Koch e ha cominciato a interessarsi alla professione medica, ed è oggi che lavora come anatomopatologo all’ospedale Fatebenefratelli. Attraversando la grande stagione delle scienze, Giacomo ha capito molte cose. La prima è che tutto ciò che scorre è nutrimento, non solo il sangue, per quanto il sangue umano rappresenti ancora il suo cibo preferito. Ha capito che non si può vincere la nostalgia per i prodigiosi limiti dei viventi, e che grazie alla forza di gravità ogni uomo e ogni donna contengono l’universo; sa, soprattutto, che quando nei vampiri scorre il sangue essi diventano umani, e come gli umani sono vulnerabili, possono essere ammazzati. Mina, invece, non ha voluto capire altro che sé stessa, ha vissuto gli ultimi sessant’anni insieme a una donna che il Conte ha ucciso – come, in effetti, ha ucciso tutti gli amori della sua vita – e pensa, per punirlo, di dover distruggere l’unica vera grande passione di Dracula: gli esseri umani. Decide, nella Venezia dove tutto scorre, di aprire un salone di bellezza in cui il tempo non scorra piú. Dal salone di Mina chiunque entri uscirà uguale a sé stesso. Per sempre. Cosí per sempre.
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