LEGNA E CENERE: l’apparire dell’esser sè di Emanuele Severino nella tavernetta con il camino acceso

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La legna sta bruciando. Dapprima appaiono i suoi contorni nella luce del fuoco; poi essi scompaiono e appare l’incandescenza delle braci; a sua volta, poi, questa incandescenza scompare e appare la cenere.
La legna spenta, la legna accesa, le braci, la cenere e il vento che la disperde si sono avvicendati nel cerchio luminoso dell’apparire. Al subentrare di ognuno di questi eventi, il precedente esce dall’apparire. Il cerchio dell’apparire non attesta che la legna si trasforma in cenere: appunto perché non attesta che la legna si annienta come legna. Per “trasformarsi”, o “diventare” cenere è infatti necessario che la legna si annienti come legna. Ma se l’annientamento della legna non appare, non può apparire nemmeno il suo “diventare” cenere.
All’interno di quel cerchio, la cenere non è la sorte toccata alla legna; essa non grida, ma tace la sorte della legna. In quel cerchio, la legna non diventa cenere, così come gli uomini non diventano polvere: la cenere è il successore della legna; la polvere dell’uomo. Ma l’annientamento di ciò che muore non appare.

da:

Emanuele Severino . Che significa morire?, estratto da: La strada, già pubblicato in  Amici a cui piace Emanuele Severino

8 pensieri riguardo “LEGNA E CENERE: l’apparire dell’esser sè di Emanuele Severino nella tavernetta con il camino acceso

  1. ciao ***
    tutti noi siamo dentro al principio del “diventar altro o del “far diventar altro qualcosa”. basta pensarci a quando addentiamo un cibo e cominciamo a mangiarlo
    è per questo che il pensiero di emanuele severino è importante: è come assumere un farmaco (omeopatico) e provare a VEDERE DIVERSAMENTE ciò che vediamo. e il video/audio sulla legna e la cenere lo spiega facendoci vedere i passaggi logici
    calcolavo i libri che ha scritto emanuele severino: circa 120. il video è una semplificazione (lui stesso con sapienza e umorismo ironizza su questo fatto).
    i libri e la sua ricerca di ormai 70 anni (ammettendo che ha cominciato a pensarci a 11 anni) è la giustificazione filosofica della impossibilità che qualcosa che è (o che è stato) sia un nulla. a prescindere dai miti e dalle religioni che parlano di un “creatore”

    grazie per il tuo per me graditissimo messaggio

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  2. da youtube: Paolo, stupenda l’idea di questo video. L’argomentazione che Severino porta in questo caso (come in tutti) è di una tale e sublime grandiosità da lasciare senza parole. Lei ha capito moltissimo di Severino, anche solo per il fatto di avere ripreso il focolare. Molti invece ciarlano, vedendo Severino saolo come un “doctor implacabilis”. Abbiamo l’onore di condividere il tempo eterno con questo grande uomo. In Severino c’è il rigore ma anche la poesia. Una capacità unica di trasmettere

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  3. SEI RIUSCITO A SOVRAPPORRE ALL’INTERVISTA IL TUO VIDEO CON LA CONTINUA SEQUENZA DEL CAMINO ACCESO….FINCHE’ NON E’ APPARSO IL GATTO E LA VEDUTA DALLE FINESTRE SUL LAGO……CI SONO CASCATA….PENSANDO CHE E.SEVERINO AVESSE INVITATO DAVANTI AL SUO CAMINO GLI AMICI-ALLIEVI PER UNA VIDEO-REGISTRAZIONE CONVIVIALE……

    PENSO CHE QUESTO VIDEO PIACEREBBE MOLTO ANCHE A LUI !

    B UONA NOTTE.

    ***

    25.09.213cara ***
    sono felice che potete di nuovo vedere i video su internet

    l’dea di questo video mi è venuta spontanea una mattina. coatesa è così: suggerisce idee

    avevo un audio
    il camino era acceso
    … ma non immaginavo che i gatti avrebbero animato in un modo così fantastico quegli attimi

    severino usa la locuzione “cerchio dell’apparire!. le cose del mondo (eterne) appaiono, perchè PRIMA erano già state e non possono venire dal nulla (e quindi nemmeno finire nel nulla). e infatti la gatta luna guarda fuori dalla finestra proprio quando tale concetto è messo in evidenza

    sì: è davvero un bel video che ; magari, piacerebbe anche a lui, visto che gli piace guardare il fuoco

    buona notte a voi

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  4. Anche relativamente a questo tratto del suo pensiero che sostiene il NON apparire del divenir altro degli essenti, è utile ribadire (considerando quel che spesso si legge),
    che l’affermazione severiniana del variare del contenuto dell’apparire non è fondata solamente
    sulla considerazione che l’apparire non mostri la sorte dell’essere prima o dopo la sua manifestazione; l’affermazione non ha dunque
    un fondamento esclusivamente fenomenologico, ma logico-fenomenologico.
    Non ci si deve sorprendere se la filosofia di Severino venga attaccata, ignorata, semplificata, banalizzata o
    volutamente fraintesa: neoparmenideo, nichilista, ateo, reazionario, ecc., sono alcuni degli appellativi (alcuni dei quali bizzarri)
    rivolti al filosofo. Reazioni scontate riflettendo sul fatto che il filosofo, in definitiva, nega l’esistenza di un Dio eterno sovrastante il divenire,
    del divenire nichilisticamente inteso, della libertà (dell’uomo), della potenza (dell’uomo).
    Severino, distinguendo tra contraddittorietà (l’errare) e contraddizione (l’errore), non nega l’esistenza della fede nel contenuto
    espresso da quei concetti (l’errare e l’esistenza della contraddittorietà), ma nega l’esistenza del contenuto di quella fede (l’esistenza della contraddizione e dell’errore).
    Nulla di sorprendente, dunque, se la “VITA” che si svolge interamente sotto il segno della FEDE mostri disinteresse,
    o contrattacchi variamente piccata o ironica alle argomentazioni severiniane. Prendiamo il risolvimento dell’aporetica del nulla operata dal filosofo e per lo più frainteso, criticato, se non addirittura ignorato.
    L’affermazione della sua essenziale irrisolvibilità espressa dal pensiero contemporaneo è in realtà motivata
    dal terrore che il suo risolvimento comporterebbe. Tutti quei sistemi filosofici (senza parlare delle religioni) che si nutrono
    in quella dimensione che potremmo definire del “metarazionale” destreggiandosi tra simbolismi e suggestioni mistiche, rovinerebbero letteralmente all’istante.
    L’indeterminato è il luogo in cui esse proliferano: sono le filosofie fondate sull’assenza di un fondamento che non sia lo stesso fluido oscillare delle cose.
    Di contro, la filosofia di Severino è l’esposizione ferrea delle determinazioni strutturali che di necessità debbono convenire al fondamento e
    all’incontrovertibile. La Verità, qualunque essa sia, non può non esserci ed essere eterna e – come più volte dichiarato da Severino -,
    non può certo essere il prodotto teorico di un singolo, neppure di un Dio. La sua manifestazione non può non avvenire dialetticamente (Hegel): svolgimento di un processo
    necessario a partire dall’in sé (incoscio dell’inconscio=verità in sè) attraverso il per sé (verità fuori di sé=superamento progressivo della contraddizione C (Gloria)=negazione concreta dellla negazione), per
    giungere finalmente all’autocoscienza di sé (verità in sé e per sé=Gioia). L’eternità dell’essere non costituisce dunque più la prerogativa di un Super-Ente sovrano del divenire
    e presente in un insondabile al di là, ma è lo stesso carattere degli essenti via via manifestantisi, espressione e parte di una totalità dispiegantesi all’infinito.
    E la Verità non può essere – contraddittoriamente – un Luogo da raggiungere standone originariamente al di fuori: la verità è originariamente in Noi.
    La rivoluzionaria ontologia severiniana scuote le fondamenta sulle quali l’Occidente si è sviluppato; ma questo, ostinato (destinato), procede la sua folle corsa verso
    il vertice della coerenza richiesta dalla fede nel Divenire (autocontraddittorio) e consistente nell’autoaffermazione di Dioniso. Un saluto ed un ringraziamento al sig. Ferrario per lo spazio che dedica al grande filosofo italiano.

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    1. grazie a lei , gianni, per la sua presenza e per le sue riflessioni. emanuele severino è spesso circondato da risentimento che rasenta l’odio (in questo momento mi viene in mente il talebano odifreddi). ma i suoi allievi, prima a milano e poi a venezia, di lui dicevano : …. fra tutti noi era il più bravo …

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