La metafora della “legna e la cenere” nel pensiero di Emanuele Severino

Emanuele Severino, filosofo italiano attivo nel XX e XXI secolo, ha utilizzato la metafora della “legna e la cenere” per esplorare concetti fondamentali riguardanti l’essere e la trasformazione. Questa metafora serve a illustrare il suo rifiuto dell’idea che le cose possano realmente “diventare” altro da ciò che sono, un tema centrale nella sua ontologia.

Significato della metafora

La frase “tutte le cose, nel nostro modo di pensare, sono legna che diventa cenere” evidenzia l’idea che, sebbene le cose appaiano in costante cambiamento, esse non perdono mai la loro essenza. Severino sostiene che la legna, quando brucia, non si annienta; piuttosto, le sue diverse forme (legna spenta, legna accesa, braci, cenere) rappresentano un susseguirsi di stati eterni. Ogni fase della legna è eterna e immutabile, e il passaggio da una forma all’altra non implica un reale “diventare” qualcosa di diverso[1][2][3].

Critica al divenire

Severino critica l’interpretazione tradizionale del divenire, sostenendo che affermare che una cosa diventi un’altra implica un annientamento dell’essenza originale. Secondo lui, il processo di trasformazione osservato nella legna che brucia è solo un’illusione: ciò che accade è un cambiamento apparente all’interno di un cerchio di esistenza in cui ogni stato è eterno[2][3]. La cenere non è quindi il risultato finale della legna; piuttosto, è il successore della legna in un ciclo eterno.

Riferimenti filosofici

Severino si distacca sia dalla tradizione occidentale sia da quella orientale nel suo approccio. La sua visione ricorda alcune idee del Buddhismo Zen, come quelle espresse da Eihei Dōgen, dove si sottolinea che la legna non ritorna mai a essere legna dopo essere diventata cenere; tuttavia, Severino va oltre affermando che nulla realmente “scompare” o “diventa nulla” nel senso tradizionale[1][2].

Conclusione

La metafora della “legna e la cenere” è quindi cruciale per comprendere il pensiero di Severino: essa rappresenta una visione del mondo in cui ogni cosa è eterna e immutabile nella sua essenza. La trasformazione apparente non deve indurre a pensare a un annientamento; piuttosto, ogni fase dell’esistenza è parte di un continuum eterno. Questo approccio invita a riflettere sulla natura dell’essere e sul significato del cambiamento nella nostra esperienza quotidiana[1][4][5].

Citations:
[1] https://arenaphilosophika.it/la-legna-e-la-cenere/
[2] https://wilmoboraso.wordpress.com/2010/07/11/la-filosofia-dellassurdo/
[3] https://antemp.com/2013/09/18/legna-e-cenere-lapparire-dellesser-se-di-emanuele-severino-nella-tavernetta-con-il-camino-acceso/
[4] https://www.ilfoglio.it/filosofeggio-dunque-sono/2017/12/30/news/emanuele-severino-filosofo-eterno-171164/
[5] https://www.pensierofilosofico.it/articolo/Leternita-del-fuoco/277/
[6] https://emanueleseverino.com/2017/01/10/emanuele-severino-su-alcuni-concetti-per-i-quali-ha-elaborato-limmagine-della-legna-e-la-cenere-1972-1983-1989-1995-1999-2001-scheda-di-studio-a-cura-di-paolo-ferrario-29-luglio-2014/
[7] https://www.youtube.com/watch?v=sl-uRN-X5dw
[8] https://www.ousia.it/content/Sezioni/Temi/Tesi/NichilismoTechnePoesia.doc

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Autore: Paolo Ferrario

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1 commento su “La metafora della “legna e la cenere” nel pensiero di Emanuele Severino”

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