14 maggio 2024 – Alice Munro. Nel blog lescritteriate.com

Bortone Serena, A te vicino così dolce. Il racconto di una generazione effimera ed eterna, come la giovinezza, l’amicizia, l’amore, Rizzoli, 2024

scheda dell’editore:

“Quell’estate compresi che l’amore non aveva limiti, e imparai che era materia pericolosa. Non ho mai amato nessuno quanto Vittoria amava Paolo. E forse nemmeno quanto Paolo amava la mia migliore amica, pur ingannandola.” Alcune storie sono universali, altre sono legate inesorabilmente al momento in cui esistono. Questa storia nasce alla fine degli anni Ottanta, quando Internet non c’era e le informazioni transitavano solo attraverso le chiacchiere o i libri. Quando, per capire come funzionava la sessualità, ci si fidava di un’amica che si proclamava più esperta, o di un giornaletto pornografico. Serena e Vittoria sono inseparabili, condividono tutto dall’infanzia: versioni di greco e discoteche, fughe in motorino dal liceo prestigioso del quartiere Trieste di Roma e brividi di libertà vissuti durante i tanto attesi soggiorni studio a Londra. Per entrambe, l’amicizia reciproca è salvezza e supporto rispetto al senso di inadeguatezza verso una società soffocante. Vittoria appare la più sicura e reattiva, Serena la più analitica e cerebrale. Un’estate nella vita di Vittoria compare Paolo, si innamorano, ma sarà Serena che avrà il compito difficile di scoprire la verità su di lui, in una contrapposizione tra vittime e carnefici che scardinerà ogni certezza. Tra complicità, tradimenti, colpi di scena e traumi, A te vicino così dolce è un romanzo tenero e avvincente, ma anche doloroso e pieno di coraggio, su quanto siamo disposti a farci ingannare dall’amore. Serena Bortone racconta con una prosa graffiante e fresca una stagione della vita in cui i sentimenti sembrano prevalere su tutto, trascinandoci in un vortice oscillante tra illusione e bruschi ritorni alla realtà. E ci consegna il ritratto di una generazione che scopre di non essere mai stata così libera come le hanno fatto credere.

RECEDNSIONE di Aldo Cazzullo:

“A te vicino così dolce” di Serena Bortone: la recensione di Aldo Cazzullo

Addio a ALICE MUNRO (1931-2024)

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https://www.editorialedomani.it/idee/cultura/alice-munro-morte-libro-premio-nobel-letteratura-lba9jphs

BIBLIOGRAFIA:

Nel 2018 l’Editore Einaudi ha completato la traduzione di tutte le raccolte di short-stories di Alice Munro.

  • La danza delle ombre felici (Dance of the Happy Shades, 1968), Milano, La Tartaruga, 1994, ; col titolo Danza delle ombre felici, trad. Susanna Basso, Torino, Einaudi, 2013
  • La vita delle ragazze e delle donne (Lives of Girls and Women, 1971), trad. Susanna Basso, Collana Supercoralli, Torino, Einaudi, 2018, 
  • Una cosa che volevo dirti da un po’ (Something I’ve Been Meaning to Tell You, 1974), trad. Susanna Basso, Torino, Einaudi, 2016.
  • Chi ti credi di essere? (Who Do You Think You Are?; pubblicato anche col titolo The Beggar Maid, 1978), Roma, Edizioni e/o, 1995, ; Torino, Einaudi, 2012, 
  • Le lune di Giove (The Moons of Jupiter, 1982), Torino, Einaudi, 2008, 
  • Il percorso dell’amore (The Progress of Love, 1986), Milano, Serra e Riva, 1989,; Torino, Einaudi, 2005,
  • Stringimi forte, non lasciarmi andare (Friend of My Youth, 1990), Milano, La Tartaruga, 1998, -3Amica della mia giovinezza, trad. Susanna Basso, Torino, Einaudi, 2015, 
  • Segreti svelati (Open Secrets, 1994), Milano, La Tartaruga, 2000, ; Torino, Einaudi, 2008, 
  • Il sogno di mia madre (The Love of a Good Woman, 1998), Torino, Einaudi, 2001, 
  • Nemico, amico, amante… (Hateship, Friendship, Courtship, Loveship, Marriage, 2001; anche col titolo Away from Her), Torino, Einaudi, 2003, 
  • In fuga (Runaway, 2004), Torino, Einaudi, 2004, 
  • La vista da Castle Rock (The View from Castle Rock, 2006), Torino, Einaudi, 2007, 
  • Troppa felicità (Too Much Happiness, 2009), trad. Susanna Basso, Torino, Einaudi, 2011. 
  • Uscirne vivi (Dear Life, 2012), trad. Susanna Basso, Torino, Einaudi, 2014, 
  • Raccolte antologiche dei racconti
  • Selected Stories (1996, anche coi titoli: Selected Stories 1968–1994A Wilderness Station: Selected Stories, 1968–1994)
  • No Love Lost (2003)
  • Vintage Munro (2004)
  • Lasciarsi andare. Diciassette racconti scelti dall’autrice (Carried Away: A Selection of Stories, 2006), Introduzione di Margaret Atwood, trad. Susanna Basso, Collana SuperET, Torino, Einaudi, 2014, . [pubblicati tra il 1977 e il 2004]
  • My Best Stories (2009)
  • New Selected Stories (2011; poi Lying Under the Apple Tree. New Selected Stories, Vintage, London, 2014) [15 racconti]
  • Racconti, a cura e con un saggio introduttivo di Marisa Caramella, Collana I Meridiani, Milano, Mondadori, 2013, 
  • Mobili di famiglia, 1995-2014 (Family Furnishings: Selected Stories 1995–2014, 2014), trad. Susanna Basso, Collana Super ET, Torino, Einaudi, 2016,  [24 racconti].

Handke Peter, Pomeriggio di uno scrittore, Guanda editore, 2019

scheda dell’editore:

https://www.guanda.it/libri/peter-handke-pomeriggio-di-uno-scrittore-9788823506510/


Uno scrittore, reduce da un periodo di crisi, s’incammina per la città dopo un pomeriggio di lavoro. Attraversa strade e piazze, giunge alla periferia e rientra a casa quando l’oscurità è già calata.

Che accada poco, in queste pagine, è pura apparenza: si tratta del resoconto di un viaggio attraverso il mondo intero.

Lo scrittore racconta del suo scrivere e del prezzo che per questo deve pagare, della sua vita e del poco tempo che gli rimane dopo i momenti di più intenso lavoro: una leggera pigrizia, il piacere di girovagare, la distaccata percezione delle cose quotidiane e dei particolari più insignificanti.

E tutto rientra nello scrivere: assieme a un dubbio costante, nei confronti di se stesso e degli altri. Sotto il sole pomeridiano, alla luce del crepuscolo e poi dell’oscurità notturna, Peter Handke percorre una lunga strada attraverso la città e attraverso se stesso, offrendo al lettore una profonda riflessione su una letteratura che si alimenta nel concreto rapporto con la realtà

Pagani Paolo, In cammino con Walter Benjamin. Il naufragio di un genio e le idee della sua epoca (1892-1940), Neri Pozza, 2024

scheda dell’editore:

https://neripozza.it/libro/9788854529625

«In fondo, la vera materia della Storia, quel che la costituisce, è pur sempre la geografia». È su questo assunto che Paolo Pagani dà inizio al suo viaggio, in parte biografia e in parte reportage, in parte narrazione romanzesca e in parte memoir, sulle tracce di Walter Benjamin, filosofo inafferrabile, randagio per vocazione prima ancora che per necessità, intellettuale raffinatissimo e poliedrico, capace di interessarsi a «una costellazione di temi solo in apparenza inconciliabili: il messianismo teologico, i giocattoli, i romanzi gialli, l’arte, il dramma barocco tedesco, la radio, la fotografia, i nuovi media, le esperienze allucinogene con gli stupefacenti, le città e i loro misteri nascosti benché eloquenti». Eppure incamminarsi con lui attraverso le sue esperienze, i suoi nomadismi, il suo pensiero spesso impervio e anticipatore significa non soltanto seguire il dipanarsi di un’esistenza, ma anche compiere un itinerario incandescente dentro a una stagione di ferro e fuoco, dagli inizi del Secolo Breve sino allo scoppio della Seconda guerra mondiale. Significa incontrare Benjamin, dunque, ma anche le idee della sua epoca, i formidabili ingegni del suo tempo: da Ernst Bloch a Theodor Adorno, da Max Horkheimer a Bertolt Brecht, da Hannah Arendt a Joseph Roth e moltissimi altri. E quel cammino che Pagani ha ripercorso quasi passo passo per infiniti anfratti d’Europa non poteva che cominciare dalla fine, dalla stanza numero 4 dell’hotel di Port-Bou, al confine tra Francia e Spagna, dove intorno alle dieci di sera del 26 settembre 1940, sopraffatto dalla tragedia della Storia e dalle assurdità degli uomini, il dottor Walter Benjamin ingoia una dose letale di pillole di morfina e muore. A un soffio dalla salvezza e per sempre ignaro dell’ultima, feroce beffa della sorte.

Figlio indisciplinato e renitente di un grand seigneur, uomo sfortunatissimo e totalmente sprovvisto di senso pratico, marxista eterodosso e libertario, filosofo atipico e sincopato, indagatore della modernità capitalista, critico letterario sopraffino, traduttore di Baudelaire e Proust, teorico rivoluzionario molto sui generis, scrittore asistematico ma saggista eccelso, Walter Benjamin, classe 1892, una delle figure intellettuali più originali, inclassificabili e poliedriche del Novecento, vittima predestinata della barbarie.

Hanno detto di Nietzsche on the road:

«La scrittura di Pagani procede con un metodo che non è filosofico, ma narrativo: con tutti i colpi di scena necessari alla drammaturgia del personaggio, col risultato di trovarci davanti a un “reportage sentimentale”, a un “dramma filosofico in movimento”».
Massimo Onofri, Avvenire

«Ciò che Pagani riesce a comunicarci, a partire dalla geografia, è la profondità di un’inquietudine che ha il colore bluastro e la cupezza di certe tele di Munch».
Paolo Di Paolo, Robinson

Nicoletta Verna, I giorni di vetro, Einaudi, 2024

scheda dell’editore:

I giorni di Vetro

Redenta è nata a Castrocaro il giorno del delitto Matteotti. In paese si mormora che abbia la scarogna e che non arriverà nemmeno alla festa di San Rocco. Invece per la festa lei è ancora viva, mentre Matteotti viene ritrovato morto. È cosí che comincia davvero il fascismo, e anche la vicenda di Redenta, della sua famiglia, della sua gente. Un mondo di radicale violenza – il Ventennio, la guerra, la prevaricazione maschile – eppure di inesauribile fiducia nell’umano. Sebbene Bruno, l’adorato amico d’infanzia che le aveva promesso di sposarla, incurante della sua «gamba matta» dovuta alla polio, scompaia senza motivo, lei non smette di aspettarlo. E quando il gerarca Vetro la sceglie come sposa, il sadismo che le infligge non riesce a spegnere in lei l’istinto di salvezza: degli altri, prima che di sé. La vita di Redenta incrocia quella di Iris, partigiana nella banda del leggendario comandante Diaz. Quale segreto nasconde Iris?

– Ha qualcosa che non va, la purina, – dicevano.
– È la scarogna, – ripeteva tranquilla mia madre, premendomi sulla bocca il seno.
– Però ha una bella faccina, – aggiungevano, e quel «però» era il segno della loro compassione.
«Però è buona», «Però è tranquilla». Però non è come gli altri.
– Com’è che non piange? – chiedeva la sera mio padre.
– Piangerà. Le donne prima o poi piangono tutte.

Hanno detto de Il valore affettivo:

«L’autrice procede con voce sicura nel dipanare il filo dei ricordi, con autenticità, senso del ritmo e padronanza di tempi».
Viola Ardone

«Nicoletta Verna ha scritto un romanzo familiare di rara intensità che affonda nell’enigma di un sentimento di colpa senza redenzione».
Corrado Augias

«Una penna che controlla perfettamente trama e personaggi».
Valeria Parrella

Tiziana Ferrario, Cenere. Milano inizio Novecento, l’ascesa di una città, la forza delle sue donne, Fuoriscena editore, 2024

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https://www.libreriauniversitaria.it/cenere-ferrario-tiziana-fuoriscena/libro/9791222500065

Jeoren Brouwers, Il cliente Busken, Iperborea, 2024. Recensione di Marta Morazzoni in il Sole 24 Ore/Domenica 7 aprile 2024, pagina V

TartaRugosa ha letto e scritto di: Domenico Starnone (2024), Il vecchio al mare, Einaudi, Torino

TartaRugosa ha letto e scritto di: Domenico Starnone (2024), Il vecchio al mare, Einaudi, Torino

TartaRugosa ha letto e scritto di: Domenico Starnone (2024), Il vecchio al mare, Einaudi, Torino – TARTARUGOSA

Ernst Bernhard, lo psicanalista di Federico Fellini, articolo di Antonino Cangemi, in la Ragione 14 marzo 2024

Annie Ernaux, L’evento, l’Orma editore

scheda dell’editore:

https://www.lormaeditore.it/libro/9788899793920

Ottobre 1963: una studentessa ventitreenne è costretta a percorrere vie clandestine per poter interrompere una gravidanza. In Francia l’aborto è ancora illegale – la parola stessa è considerata impronunciabile, non ha un suo «posto nel linguaggio».
L’evento restituisce i giorni e le tappe di un’«esperienza umana totale»: le spaesate ricerche di soluzioni e la disperata apatia, le ambiguità dei medici e la sistematica fascinazione dei maschi, la vicinanza di qualche compagna di corso e l’incontro con la mammana, sino al senso di fierezza per aver saputo attraversare un’abbacinante compresenza di vita e morte.
Calandosi «in ogni immagine, fino ad avere la sensazione fisica di “raggiungerla”», Ernaux interroga la memoria come strumento di conoscenza del reale. Dalla cronistoria di un avvenimento individualmente e politicamente trasformativo sorge una voce esattissima, irrefutabile, che apre uno spazio letterario di testimonianza per generazioni di donne escluse dalla Storia.

Dalla strada al palco, artisti di strada, programma condotto da Nek, Rai2, 2014

vai a raiplay:

https://www.raiplay.it/programmi/dallastradaalpalco

Valeria Parrella rilegge “Memorie di Adriano”, in ilLibraio.it

Valeria Parrella rilegge “Memorie di Adriano”

VAI A:

Valeria Parrella rilegge “Memorie di Adriano”: “Mi ha straziato l’amore” – ilLibraio.it

https://www.illibraio.it/news/dautore/memorie-di-adriano-1421151/?fbclid=IwAR0Ac9wJlrweEi6Q_2fhGn7HzvraHVcb5SD7XHWcDOhM9745aDNCvSUsg20

Brunetta Gian Piero, Cinema italiano. Una storia grande, 1905-2023, Einaudi, 2024. Indice del libro

Debus Lucas, Matteuzzi Francesco, Funny things. Una biografia a strisce su Charles M. Schulz, BeccoGiallo editore, 2023

scheda dell’editore

https://www.beccogiallo.it/negozio/biografie/funny-things-una-biografia-a-strisce-su-charles-m-schulz/

Ho scoperto i Peanuts sul primo numero di Linus, nel 1965, e da allora ho seguito le vicende dei personaggi, che posso dire di conoscere abbastanza bene. Meno bene conoscevo il loro creatore e i suoi rapporti con loro. Funny Things colma la lacuna con molte informazioni, con affetto e grande sensibilità.” — ALTAN

In queste pagine prende vita l’uomo (pieno di dubbi, orgoglioso, dedito al lavoro e a volte cupo) che ha creato una delle opere artistiche più significative del ventesimo secolo. Utilizzando lo stesso linguaggio visivo delle strisce dei Peanuts, Debus e Matteuzzi attingono al nostro inconscio collettivo […] è un’idea geniale, e ci volevano i cosiddetti per metterla in pratica. Tanto di cappello.” — JEFF SMITH, THE NEW YORK TIMES

Alla scoperta del creatore di Charlie Brown, Snoopy e della banda dei Peanuts

Un geniale e affettuoso tributo alla vita e all’arte di Charles Schulz

Charles M. Schulz è probabilmente il fumettista più popolare e influente di sempre, e nel corso dei cinquant’anni di pubblicazione dei Peanuts ha inserito molte delle sue emozioni e delle sue esperienze all’interno della sua striscia. Luca Debus e Francesco Matteuzzi omaggiano il maestro raccontandone la storia attraverso il linguaggio che l’ha reso immortale: la striscia comica.

Pagina dopo pagina, ogni striscia offre un sorriso e un frammento dell’esistenza di questo straordinario artista. Iniziando dagli ultimi momenti della sua monumentale carriera, Funny Things salta avanti e indietro nel tempo per raccontare sia i successi creativi di Schulz sia gli episodi della vita privata che lo hanno formato come essere umano e come artista. I lettori scopriranno in che modo la vita reale ha ispirato l’iconica mitologia dei Peanuts (come l’amore di Schulz per il baseball, la musica classica, una ragazza dai capelli rossi e un cane bianco e nero che potrebbe essere più intelligente di qualsiasi persona), approfondendo i temi della sua grande fede religiosa, dei suoi momenti di solitudine, del suo immenso impulso creativo e della sua complessa vita familiare.

Affascinante e ricolmo di affetto e di momenti toccanti, Funny Things guarda Schulz attraverso le lenti della sua stessa arte, invitandoci a conoscere il creatore di alcuni dei personaggi più amati di sempre.

NICANOR PARRA, poeta cileno

BIOGRAFIA:

https://it.wikipedia.org/wiki/Nicanor_Parra#Opere

POESIE:

Goliarda Sapienza (1924-1996), scrittrice e attrice

biografia:

https://it.wikipedia.org/wiki/Goliarda_Sapienza#Biografia

libri:

https://it.wikipedia.org/wiki/Goliarda_Sapienza#Letteratura

Vitaliano Trevisan, Trilogia di Thomas. Un mondo meraviglioso; I quindicimila passi; Il ponte, Einaudi, 2024. Postfazione di Emanuele Trevi

scheda dell’editore

Scritte come un’improvvisazione jazzistica, le prime tre opere di Trevisan sono l’elaborazione letteraria dell’incessante ruminare di pensieri, ricordi, immagini che affollano la mente di Thomas.

A caratterizzarle è la scrittura: uno standard che prende, via via, la forma del soliloquio, in un intreccio serrato tra processo mentale e linguistico. Cosí, in Un mondo meraviglioso, il moto senza pace di Thomas, nei dintorni di Vicenza, apre squarci su una provincia italiana ormai putrescente, mentre ricordi dolci/amari lo conducono a un padre dall’insopportabile filosofia di vita. 

I quindicimila passi sono invece la distanza che Thomas conta, con una precisione metodica, da casa alla questura, da casa al tabaccaio, da casa allo studio del notaio Strazzabosco: gesti esatti, netti, che rincorrono il vano tentativo di attenuare il senso di vuoto e di morte che lo opprime.

Infine Il ponte, ultimo atto, alfa e omega, inizio e fine dei conti con un passato ancora troppo presente. Thomas ha visto, sognato, immaginato ciò che non c’è o non c’è piú, attraverso un racconto del mondo, il suo, che rende organica l’esistenza, cosí come la scrittura di Trevisan ha strutturato il mondo, il nostro, in uno scenario mitico e tragico in grado di portare piú avanti e piú a fondo la riflessione sull’umano destino.

Ardone Viola, Il treno dei bambini, Einaudi, 2019

scheda dell’editore

Amerigo Speranza è l’io narrante di una storia straordinaria, dura, di un romanzo che racconta la vicenda poco conosciuta di migliaia di bambini meridionali che nel secondo dopoguerra, grazie al Partito Comunista, vennero strappati alla miseria e affidati a famiglie del Nord e del Centro.

Amerigo è povero, vive a Napoli con la madre Antonietta, figlio unico senza un padre, forse sparito in America, «a faticare». La madre decide di offrirgli l’opportunità di una vita migliore, non vuole più mandarlo a raccogliere le «pezze»; per lui desidera scuola, cibo, salute.

Il bambino parte per il Nord spaventato dalle dicerie sulle cattiverie e sulla crudeltà dei comunisti; sale sul treno per recarsi in un altrove sconosciuto dove troverà, gli hanno garantito, una famiglia affettuosa e una casa accogliente. Il romanzo di Viola Ardone «ha il pregio, davvero consolante, di raccontare la storia di un bambino in affido senza occultarne alcun aspetto. E anzi rispettando la straziante “doppiezza” della vita di Amerigo, la perdita della mamma e la sconfitta della fame, le radici recise e la nuova serenità, l’insicurezza indegna e la protezione “artificiale” imposta dall’altro e al tempo stesso provvidenziale» (Michele Serra, «la Repubblica»).


Un approfondimento sulle fonti del romanzo: https://giorinaldi.com/2020/12/03/chi-e-amerigo-de-il-treno-dei-bambini-di-viola-ardone/

Ernaux Annie, Perdersi, traduzione di Lorenza Flabis, L’Orma editore, 2023

scheda dell’editore:

https://www.lormaeditore.it/libro/9791254760215

Tra il settembre del 1988 e l’aprile del 1990 una donna trascrive sul suo diario la passione totale e incondizionata che sta vivendo per un uomo, un diplomatico sovietico di stanza a Parigi col quale ha iniziato una relazione durante un viaggio in URSS. Con l’intensificarsi del trasporto erotico e del coinvolgimento emotivo, l’autrice scopre di essere divenuta «una comparsa» nella propria stessa vita, di dipendere in tutto e per tutto dalla presenza di un amante sempre lontano e quasi inconoscibile, diviso fra doveri coniugali e ambizioni di carriera.
Senza ritocchi né censure, Annie Ernaux ci offre la registrazione in presa diretta dell’esultanza dei corpi, della claustrofobia dell’attesa, del sentimento che affolla ogni spazio e ogni istante.
«Diario di dolore, con qualche lampo di piacere folle», Perdersi è il resoconto nudo di un’ossessione assoluta, di un desiderio che la scrittura non doma né sopisce, ma testimonia con bruciante e disperata verità.

 
 

Annie Ernaux è nata a Lillebonne nel 1940 ed è una delle voci più autorevoli del panorama culturale francese. Studiata e pubblicata in tutto il mondo, nei suoi libri ha reinventato i modi e le possibilità dell’autobiografia, trasformando il racconto della propria vita in acuminato strumento di indagine sociale, politica ed esistenziale. Considerata un classico contemporaneo, è amata da generazioni di lettrici e lettori. Nel 2022 è stata insignita del Premio Nobel per la letteratura.

BOBI BAZLEN, i disegni dell’analisi, Mostra a cura di Anna Foà e Marco Sodano, al Palazzo delle Esposizioni, Roma dicembre 2023 – gennaio 2024

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https://www.palazzoesposizioni.it/mostra/bobi-bazlen-i-disegni-dell-analisi

vedi anche: https://antemp.com/2023/12/04/il-mistero-bobi-bazlen-continua-nei-disegni-articolo-di-marco-belpoliti-in-la-repubblica-3-dicembre-2023/

Questi cento disegni sono stati scelti tra i moltissimi realizzati da Bazlen dal 1944 al 1950, e rappresentano il diario visivo della sua terapia analitica con Ernst Bernhard, basata sulla pratica dell’immaginazione attiva: esprimere con una tecnica diversa da quella abituale le immagini dei sogni e delle fantasie come chiave di lettura dell’inconscio. Bernhard chiede a Bazlen, letterato, di disegnare, e questi man mano affina la sua tecnica, partendo dal disegno a matita e a china, per arrivare agli acquerelli e nell’ultimo periodo ai mandala. I simboli, le figure e gli scenari onirici tratteggiati da Bazlen d’altra parte, riportano inevitabilmente a simboli, figure e scenari che sono propri del racconto degli uomini fin dall’origine: il viandante, l’orientale, la coppia, il diavolo, l’isola, il gioco, il porto, il viaggio, la morte, la simbologia religiosa e della “quaternità”. Quasi sempre dietro ai disegni è segnata la data del sogno e il momento in cui l’ha fissato su carta.

Roberto Bazlen.
Il più portentoso e nascosto talent scout dell’editoria

Nato nel 1902 a Trieste, morto nel 1965 a Milano. Italiano e tedesco, con gli occhi aperti sulla cultura mitteleuropea, che all’Italia era rimasta quasi sconosciuta. Lettore insaziabile, trova sulle bancarelle del ghetto i libri lasciati dagli austriaci che abbandonano Trieste. Giovanissimo frequenta Saba, Quarantotti Gambini, Edoardo Weiss e soprattutto Svevo, che lui stesso segnala a Montale, dando così inizio alla sua fortuna. Nel 1934 si trasferisce a Milano, dove nel 1937 incontra Luciano Foà con cui dal 1942 lavora alle Nuove Edizioni Ivrea di Adriano Olivetti, il programma che ispirerà decenni dopo la nascita di Adelphi. Montale lo incontra nel 1924 a Genova, gli fa scoprire Kafka, la letteratura mitteleuropea, fino a diventarne il consigliere occulto. Nel 1939 si trasferisce a Roma, in via Margutta, dove prende in affitto da due sorelle la stanza che per tutta la vita sarà la sua vera casa. Tesse legami disparati, lambendo mondi molto distanti tra loro: artisti, traduttrici cui insegna il mestiere, lo psicoanalista Ernst Bernhard e l’universo dell’analisi junghiana e dell’astrologia. Lavora come consulente occulto di molte case editrici: Carocci, Rosa e Ballo, Cederna, Frassinelli, Astrolabio, Bocca, Guanda, Bompiani, Einaudi, Boringhieri, cercando sempre di restare trasversale ai salotti intellettuali. Le sue proposte editoriali il più delle volte spiazzano gli editori e rimangono inascoltate. Tra le eccezioni, le opere di Jung che fa pubblicare ad Astrolabio e L’uomo senza qualità di Musil a Einaudi. Nel 1962 con Luciano Foà e Roberto Olivetti fonda l’Adelphi, in cui può finalmente riversare il fiume di idee e autori a cui non era ancora riuscito a trovare sbocchi. E progetta la Biblioteca Adelphi, ispirandone per molti anni a venire il catalogo. Sfrattato nel 1965 dalla sua “tana” romana, vive mesi affannosi e muore all’improvviso il 27 luglio del 1965 in un albergo a Milano.

PAOLO GRASSI, quarant’anni di palcoscenico, a cura di Emilio Pozzi, Mursia editore, 1977. In appendice : lettere di Giorgio Strehler e Claudio Abbado. Indice del libro

L’ acqua di VENEZIA bagna gli scrittori. Geografia della città lagunare e della memoria letteraria. Illustrazioni di Ciai Rocchi e Matteo Demonte, in Corriere della Sera/la Lettura 5 novembre 2023

Benjamin Moser, SONTAG, una vita, Rizzoli, 2023. Biografia di Susan Sontag (1933-2004)

scheda dell’editore:

Se il grande autore moderno, per Elias Canetti, è colui che riassume la sua epoca e con la sua epoca si scontra, Susan Sontag può essere senza dubbio annoverata fra i più brillanti autori del secolo scorso. Scrittrice, filosofa, critica, figura amata e controversa, per cinquant’anni ha stabilito i termini del dibattito culturale statunitense intrecciando la propria parabola intellettuale a eventi chiave della storia americana e mondiale. Sontag era all’Avana all’inizio della rivoluzione cubana; era a Berlino quando cadde il Muro; era a Hanoi sotto i bombardamenti americani; era in Israele per la Guerra dello Yom Kippur e a Sarajevo durante l’assedio più lungo dei tempi moderni. La sua è la storia di una ragazza di provincia divenuta simbolo dell’intellettuale cosmopolita, di una pensatrice seria che ha attraversato tanti mondi, fra cui quello del glamour e delle celebrità, consegnandoci riflessioni indispensabili sull’arte, la politica, il femminismo, l’omosessualità, la fama e lo stile, la medicina moderna e Freud. Con sguardo lucido e rigoroso, Benjamin Moser esplora il pensiero di Susan Sontag a partire dai suoi scritti, ma fa molto di più: ci mostra l’essere umano che si cela dietro alla stimata e discussa intellettuale, in tutta la sua imperfezione e contraddittorietà. Una donna coraggiosa quanto insicura, generosa quanto narcisista. Dall’infanzia passata con la bellissima e vanitosa madre e segnata dalla scomparsa prematura del padre, passando per gli anni della formazione, fino agli amori turbolenti e al rapporto sofferto con la propria omosessualità, la vicenda umana di Susan Sontag, nelle mani di Benjamin Moser, assume i contorni di un grande romanzo americano in forma di biografia. Sontag è la prima biografia basata sugli archivi riservati di Susan, oltre che su centinaia di interviste realizzate dall’autore, fra cui spicca quella alla fotografa Annie Leibovitz, compagna di Susan per quasi vent’anni, che per la prima volta ha accettato di parlare della loro storia.

Vedi anche:

Di Sontag non ce n’è una sola, intervista di Nicola Mirenzi, in il venerdì di Repubblica 27 ottobre 2023

https://www.repubblica.it/venerdi/2023/10/26/news/di_susan_sontag_non_ce_ne_una_sola_una_nuova_biografia_svela_tutti_i_volti_di_una_grande_scrittrice-418784252/

Trevi Emanuele, La casa del mago, Ponte alle Grazie, 2023

scheda dell’editore:

https://www.ponteallegrazie.it/libro/la-casa-del-mago-emanuele-trevi-9788833316659.html

Nel memorabile incipit di questo libro, la madre di Emanuele Trevi, allora bambino, riferendosi al padre pronuncia più volte un’istruzione enigmatica: «Lo sai com’è fatto».

Per non perderlo (ad esempio fra le calli di Venezia, in una passeggiata dell’infanzia) occorre comprendere e accettare la legge della sua distrazione, della sua distanza.
Il padre, Mario Trevi, celebre e riservatissimo psicoanalista junghiano, per Emanuele è il mago, un guaritore di anime. Alla sua morte lascia un appartamento-studio che nessuno vuole acquistare, un antro ancora abitato da Psiche, dai vapori invisibili delle vite storte che per decenni ha lenito, raddrizzato. Il figlio decide di farne casa propria, di trasferirsi nella sua aura inquieta e feconda, e così prova a sciogliere (o ad approfondire?) l’enigma del padre.

Muovendosi nel suo mutevole territorio − fra autobiografia, riflessione sul senso dei rapporti e dell’esistenza, storia culturale del Novecento − Emanuele Trevi ci offre il suo romanzo più personale, più commovente, più ironico (e perfino umoristico): una discesa negli inferi e nella psicosi, una scala che avvicina i vivi e i morti, i savi e i pazzi.

Perché ogni vita nasconde una luce, se la si sa stanare; e i gesti e le parole più semplici rimandano alla trama sottile dell’essere, se li si sa ascoltare, se si sa lasciarli accadere.

Cognetti Paolo, Giù nella valle, Einaudi, 2023

scheda dell’editore:

Ci sono animali liberi, cupi e selvatici, altri che cercano una mano morbida e un rifugio.

In mezzo, tra l’ombra e il sole, scorre il fiume. I due fratelli sono Luigi e Alfredo, un larice e un abete: a dividerli c’è una casa lassú in montagna, ad avvicinarli il bancone del bar.

E poi Betta, che fa il bagno nel torrente e aspetta una bambina. In questo romanzo duro e levigato come un sasso,

Paolo Cognetti scende dai ghiacciai del Rosa per ascoltare gli urti della vita nel fondovalle. La sua voce canta le esistenze fragili, perse dietro la rabbia, l’alcol e una forza misteriosa che le trascina sempre piú giú, travolgendo ogni cosa. Lungo la Sesia come in tutto il mondo, a subire il dolore dell’uomo restano in silenzio gli animali e gli alberi.

David Grossman, Con gli occhi del nemico, Mondadori

scheda dell’editore

https://www.mondadoristore.it/occhi-nemico-Raccontare-pace-David-Grossman/eai978880475608/

Cosa può fare uno scrittore per aiutare il proprio paese a ritrovare la pace? Semplicemente il proprio mestiere: scrivere, raccontare, creare storie e personaggi in grado di far entrare i lettori nella pelle di un altro, farli pensare con la testa di un altro, far loro guardare la realtà con gli occhi di un altro. Anche se l’altro è un nemico.

Un personaggio inventato può diventare una persona vera, viva e intimamente familiare: è il miracolo della letteratura, che incanta gli uomini da sempre. Ma che è anche un dono prezioso per chi vive in un paese in guerra, un dono capace di accendere una speranza e indicare una via di uscita dal tragico labirinto del conflitto tra israeliani e palestinesi.

Scrivere diventa, allora, un mezzo per rendere il mondo meno estraneo e nemico, il dolore meno paralizzante e insopportabile, il linguaggio meno povero e fossilizzato dagli stereotipi dell’odio e della paura.

Nei quattro brevi saggi che formano questo libro David Grossman offre una testimonianza sul valore della letteratura e, insieme, una amara riflessione sulla situazione israeliana: la tragedia concreta e attuale di due popoli in guerra diventa lo specchio delle difficoltà – che sono di ogni uomo e di ogni epoca – di trovare la via del dialogo, della comprensione, della pace.

Elie Wiesel, L’ALBA, Guanda

scheda dell’editore:

https://www.guanda.it/libri/elie-wiesel-lalba-9788823513761/

Palestina, una calda sera d’autunno, un anno imprecisato tra la fine della Seconda guerra mondiale e il riconoscimento dello stato d’Israele. La resistenza ebraica lotta in Terra Santa contro il mandato britannico.
Gli inglesi impiccheranno all’alba il prigioniero David ben Moshe, e i clandestini ebrei hanno deciso che, nello stesso momento, risponderanno giustiziando a loro volta un ostaggio, il capitano John Dawson.

L’ingrato compito tocca al giovanissimo Elisha, emigrato in Palestina dopo aver vissuto l’inferno dei lager nazisti e dopo aver perso la sua famiglia. Durante la lunga notte che precede l’esecuzione, la mente del ragazzo è visitata dai ricordi: Elisha vede suo padre, sua madre, il suo maestro e il bambino che lui era. Le loro ombre sono lì, nel nascondiglio della resistenza, non per condannare l’atto che sta per compiere, ma perché il dramma di Elisha è il dramma di un’intera civiltà e di tutto un popolo. Un popolo che, per sopravvivere, dovrà imparare l’odio e la guerra.

Narrato in uno stile scarno, di straordinario potere allusivo e metaforico, il tragico passaggio dal ruolo di vittima a quello di carnefice si dilata fino ai confini di una più ampia riflessione: sul destino dell’uomo, sul come e sul quanto la presenza di Dio possa influire su tale destino

Il tunnel, di Abraham Yehoshua, Einaudi

scheda dell’editore

Come può un uomo come Zvi Luria, che è sempre stato affidabile e solido, un punto di riferimento per famiglia e amici, un ingegnere che costruiva strade e tunnel, scendere a patti con il proprio inevitabile declino mentale? Come possono farlo sua moglie e i suoi figli? Come ci si comporta di fronte alla razionalità che lentamente svanisce?

E come si affronta la paura? Yehoshua costruisce intorno a queste domande una toccante meditazione sull’identità e sull’amore, sui gesti che è necessario compiere prima di congedarsi.

Una vicenda intima e privata che s’intreccia a doppio filo con quella collettiva e politica del popolo palestinese e di quello israeliano, vicinissimi eppure cosí distanti dal trovare un modo per esistere insieme.

Dacia Maraini, Vita mia. Giappone, 1943. Memorie di una bambina italiana in un campo di prigionia, Rizzoli, 2023

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È il 1943, Dacia Maraini ha sette anni e vive in Giappone con i genitori e le sorelline Toni e Yuki. Suo padre, Fosco, insegna all’università di Kyoto, sua madre, Topazia Alliata, è felicemente integrata nel tessuto della città. Il sogno è la pace, si pensa che la guerra finirà presto. Tutto precipita, invece, quando Fosco e Topazia decidono di non giurare fedeltà al governo nazifascista della Repubblica di Salò. La coppia e le figlie vengono portate in un campo di concentramento destinato ai traditori della patria. Per la famiglia Maraini iniziano gli anni più difficili della loro esistenza: con pochi grammi di riso al giorno, tra fame, malattie, attesa, gelo e vessazioni, dovranno imparare a sopravvivere rinchiusi in un luogo ostile insieme ad altri prigionieri. Una delle voci più importanti della nostra narrativa torna in libreria con il suo libro più intimo, il racconto di un tempo terribile tenuto chiuso per decenni in un cassetto della memoria. In una cronaca vivida, dolorosa, commista a pagine di speranza, di incredulo stupore, attraverso gli occhi di una bambina ripercorriamo i lunghi mesi della prigionia di Dacia e dei Maraini nel campo giapponese. Per non dimenticare gli orrori del Novecento, e per celebrare il coraggio, la fedeltà alle idee, il rifiuto del razzismo di una famiglia che ha lasciato il segno nella Storia, e di chi come loro ha lottato per la libertà di tutti.

Affinati Eraldo, Delfini, vessilli, cannonate. Autobiografia letteraria, HarperCollins, 2023. Indice del libro

vai a una scheda:

Cosa vuol dire essere adolescenti? Dove trovare gli amici? Come dobbiamo pensare agli antenati? Quante potrebbero essere le forme del coraggio? Perché non possiamo fare a meno di riflettere su Dio o sulla sua assenza? Cos’è l’esilio? In che modo interpretare la famiglia? Possiamo accettare la giustizia giuridica?

Come si possono ignorare i deliri antisemiti di Gianni Vattimo e considerarlo un grande filosofo? Commento di Angelo Pezzana

Musil Robert, a cura di Peter Girardi, Pagine postume pubblicate in vita, La Vita Felice, 2022

scheda dell’editore

https://www.lavitafelice.it/scheda-libro/robert-musil/pagine-postume-pubblicate-in-vita-9788893466226-618655.html

Duccio Demetrio, Nel silenzio degli addii, Mimesis editore, 2023. Indice del libro e dedica

Ferrario Massimiliano, VITTORIO NOVI. Un artista dei laghi da Parigi al Siam, Alboversorio editore, 2023. Indice del libro

Albinati Edoardo, La scuola cattolica, Rizzoli/Bur, 2016

Amos Oz, Resta ancora tanto da dire. L’ultima lezione, Feltrinelli, 2023

l’altra Roma di PIER PAOLO PASOLINI, a Sciarada/il circolo delle parole, Rai5, 8 maggio 2023

vai a RaiPlay:

https://www.raiplay.it/programmi/sciarada-ilcircolodelleparole

https://www.raiplay.it/video/2022/04/Sciarada—Il-circolo-delle-parole-Latlante-che-non-ce-Laltra-Roma-di-Pier-Paolo-Pasolini-0f0f5852-7477-4d67-b1a9-d9bee892b4b7.html

Hanif Kureishi: quando un BLOG è una ragione per vivere

biografia:

https://it.wikipedia.org/wiki/Hanif_Kureishi#Biografia

https://www.corriere.it/cronache/23_gennaio_12/hanif-kureishi-incidente-racconto-paralisi-twitter-0b774b92-927d-11ed-bbc2-1889ec142abd.shtml

Carrère Emmanuel, Yoga, Adelphi, 2021

scheda dell’editore

https://www.adelphi.it/libro/9788845935756

La vita che Emmanuel Carrère racconta, questa volta, è proprio la sua: trascorsa, in gran parte, a combattere contro quella che gli antichi chiamavano melanconia. C’è stato un momento in cui lo scrittore credeva di aver sconfitto i suoi demoni, di aver raggiunto «uno stato di meraviglia e serenità»; allora ha deciso di buttare giù un libretto «arguto e accattivante» sulle discipline che pratica da anni: lo yoga, la meditazione, il tai chi. Solo che quei demoni erano ancora in agguato, e quando meno se l’aspettava gli sono piombati addosso: e non sono bastati i farmaci, ci sono volute quattordici sedute di elettroshock per farlo uscire da quello che era stato diagnosticato come «disturbo bipolare di tipo II». Questo non è dunque il libretto «arguto e accattivante» sullo yoga che Carrère intendeva offrirci: è molto di più. Vi si parla, certo, di che cos’è lo yoga e di come lo si pratica, e di un seminario di meditazione Vipassana che non era consentito abbandonare, e che lui abbandona senza esitazioni dopo aver appreso la morte di un amico nell’attentato a «Charlie Hebdo»; ma anche di una relazione erotica intensissima e dei mesi terribili trascorsi al Sainte-Anne, l’ospedale psichiatrico di Parigi; del sorriso di Martha Argerich mentre suona la polacca Eroica di Chopin e di un soggiorno a Leros insieme ad alcuni ragazzi fuggiti dall’Afghanistan; di un’americana la cui sorella schizofrenica è scomparsa nel nulla e di come lui abbia smesso di battere a macchina con un solo dito – per finire, del suo lento ritorno alla vita, alla scrittura, all’amore. Ancora una volta Emmanuel Carrère riesce ad ammaliarci, con la «favolosa fluidità» della sua prosa («Le Monde») e con quel tono amichevole, quasi fraterno, che è soltanto suo, di raccontarsi quasi che si rivolgesse, personalmente, a ciascuno dei suoi lettori.

Perec Georges, L’infra-ordinario, Quodlibet, 2023

TRACCE e SENTIERI

scheda dell’editore: https://www.quodlibet.it/libro/9788822907790

Quel che succede ogni giorno, in che modo descriverlo?

Un libricino pieno di semplici genialità, come riesce di norma a Perec, parlando dell’ordinario quotidiano.

Ad esempio del quotidiano cibarsi, e fa l’inventario, comico e indigesto nella sua riassuntiva catalogazione, di tutto ciò che ha ingurgitato nel corso di un anno, il 1974: sette galline bollite con riso, settantacinque formaggi, sette zampini di maiale ecc.

Poi come scrivere automaticamente duecentoquarantatré cartoline, tutte diverse, di ordinari saluti estivi usando solo cinque frasi elementari in tre varianti.

E l’osservazione di una via di Parigi in sei date diverse, i negozi, le insegne, le scritte occasionali, le facciate, un gatto che passa, cioè tutto ciò che è sotto gli occhi, così ovvio che non lo si nota, ma esiste per un attimo poi sarà perduto per sempre.

Questi scritti pubblicati tra il 1973 e il 1981 sono stati raccolti in libro…

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Todo sobre mis padre, intervista a Rodrigo Garcia, figlio di Gabriel Garcia Marquez, a cura di Bruno Arpaia, in Il Venerdì di Repubblica 10 marzo 2022

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https://www.repubblica.it/venerdi/2023/03/09/news/copertina_marquez_venerdi_figlio_libro_ciolombia-391153756/

Rasy Elisabetta, Dio ci vuole felici. Etty Hillesum o della giovinezza, HarperCollins, 2023

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Etty Hillesum, scomparsa poco prima di compiere trent’anni ad Auschwitz, con il suo diario e le sue lettere ci ha lasciato una straordinaria testimonianza del cuore nero del Novecento ed è diventata un simbolo della resistenza spirituale di fronte al Male. Ma prima di trasformarsi in una figura simbolica, racconta Elisabetta Rasy in questo libro, la intrepida ebrea olandese è stata una giovane donna libera, inquieta e irriverente, tenacemente intenta alla scoperta di sé stessa e del senso dell’esistenza, desiderosa di amore e di amicizia nelle loro mutevoli forme, dall’affetto e dalla tenerezza fino alla passione assoluta, e vera maestra di una giovinezza senza tempo in cui ognuno può riconoscere le proprie emozioni, la forza e la fragilità, la paura e il coraggio. Ci sono libri che, se non cambiano la vita, ci toccano in profondità e ci fanno scoprire qualcosa di noi che non sapevamo.

Questo è stato il Diario di Etty Hillesum per Rasy che, ricostruendone la vicenda umana e letteraria, si è trovata a indagare su sé stessa, tra ricordi e riflessioni, e sui temi eterni della vita umana: i complicati arabeschi dell’amore, le tortuose vie dell’anima, la necessità di non soccombere all’orrore, la possibilità di trovare gioia anche nei momenti più difficili, il desiderio di vivere a pieno la propria vita, infine il senso della scrittura autobiografica, questa singolare inchiesta sui propri segreti e misteri. Con la maestria dei grandi autori, Rasy intreccia la vita di Etty Hillesum con quella di altre giovani donne straordinarie dello stesso terribile periodo storico, da Edith Stein a Simone Weil a Micol Finzi-Contini, l’eroina del romanzo di Giorgio Bassani, e con le vicende di scrittrici e scrittori amati e dei loro altrettanto amati personaggi. Fino a comporre un doppio romanzo di formazione, quella dell’indimenticabile ragazza olandese e la propria.

 

Elisabetta Rasy, è nata a Roma dove vive e lavora, avendo passato l’infanzia a Napoli, la città della sua famiglia. Ha pubblicato numerosi libri di narrativa e saggistica tra cui La prima estasi; (Mondadori 1985), Posillipo (Rizzoli 1997, Premio Selezione Campiello), La scienza degli addii (Rizzoli 2005), L’estranea (Rizzoli 2007), Memorie di una lettrice notturna (Rizzoli 2009), Figure della malinconia (Skira, 2012), Le regole del fuoco (Rizzoli, 2016, Premio Selezione Campiello), Le disobbedienti (Mondadori, 2019) ispirato a sei importanti pittrici del passato. Nel maggio 2021 ha pubblicato Le indiscrete (Mondadori), storie di vita e arte di cinque grandi fotografe del Novecento. È stata tra i fondatori della casa editrice Edizioni delle donne e della rivista Panta. Le sue opere sono tradotte in molti paesi europei. Ha scritto di letterature e di arte per numerose riviste culturali e testate giornalistiche italiane. Attualmente collabora al supplemento domenicale del “Sole 24 ore”.

Porru Matteo, Il dolore crea l’inverno, Garzanti, 2022

scheda dell’editore:

https://www.garzanti.it/libri/matteo-porru-il-dolore-crea-linverno-9788811003854/

Intorno c’è solo neve. E bianco. La neve copre le cose, le case, le persone. Anzi, alle persone la neve cade dentro e il freddo le circonda ma, soprattutto, si diffonde nelle ossa, negli occhi e nei pensieri.

Elia Legasov è nato in un paese circondato dal bianco, e da lì non è mai andato via. Il suo lavoro è spalare la neve, liberare strade su cui nessuno camminerà. La neve è sua amica, fino a quando non lo tradisce. Finché non fa emergere qualcosa dalle sue profondità. Qualcosa che ha a che fare con la sua famiglia e che doveva restare sepolto.

Da quel momento, nella mente di Elia si affollano ricordi che aveva soffocato. Parlano di un padre, scomparso tanti anni prima, e di una madre, partita per sempre. Sono parole dolci, gesti delicati, sorrisi sinceri. Ma anche duri come il ghiaccio. E dolorosi.

Elia capisce allora che quello che si dice dei membri della sua famiglia è vero: la neve non li protegge, ma li tenta, li provoca, per vedere se sono capaci di dimenticare, perché tutti dimenticano, ma i Legasov ricordano, sempre. Ora è venuto il suo turno di ricordare. Qualunque sia il prezzo. Qualunque cosa venga a galla. Perché è nelle case che il passato nidifica. È nelle famiglie che si riproduce, nei giorni bianchi e nei giorni neri. Perché il dolore crea l’inverno. Ma ogni inverno è diverso da quello precedente e da quello successivo.

A soli diciotto anni, Matteo Porru ha vinto il premio Campiello Giovani. Per la stampa è uno dei venticinque under-25 più promettenti al mondo. Ora arriva in libreria con un romanzo sospeso nel tempo e nello spazio che parla di legami familiari, rimpianti e vissuti indelebili. Un romanzo che ci ricorda che siamo tutti fatti di carne e neve.

DINO CAMPANA, 1885-1932

CRISTINA PENNAVAJA, Danzare nel buio. Sciuri sciuri – L’autobiografia nella narrativa. Consigli sulle tecniche di stile, Youcanprint editore, Lecce, 2022. Indice del libro

Ammaniti Niccolò, La vita intima, Einaudi editore, 2023

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La vita intima, Niccolò Ammaniti. Giulio Einaudi editore – Stile libero Big

Maria Cristina Palma ha una vita all’apparenza perfetta, è bella, ricca, famosa, il mondo gira intorno a lei. Poi, un giorno, riceve sul cellulare un video che cambia tutto. Nel suo passato c’è un segreto con cui non ha fatto i conti. Come un moderno alienista Niccolò Ammaniti disseziona la mente di una donna, ne esplora le paure, le ossessioni, i desideri inconfessabili in un romanzo che unisce spericolata fantasia, realismo psicologico, senso del tragico e incanto del paradosso.

Copertina del libro La vita intima di Niccolò Ammaniti

recensione in https://www.editorialedomani.it/idee/cultura/ammaniti-nel-suo-ultimo-libro-racconta-lintimita-delle-donne-potenti-vtmmivyc

  • Estraniarsi dal mondo e perdere la fermata del treno per colpa di un romanzo: è uscito La vita intima, il nuovo libro di Niccolò Ammaniti. Oltre che una bellissima storia è una presa di posizione sulle questioni di genere.
  • Ammaniti lavora scrupolosamente alle sue trame, le racconta agli amici per vedere che effetto fanno. E da qualche tempo sceglie come protagoniste le donne. Forse perché a leggere romanzi sono rimaste solo loro.
  • Chissà come reagiranno le lettrici al comportamento della protagonista, che tende a rimuovere i suoi desideri e ad attribuirli a una perversa esuberanza maschile.

Maria Cristina Palma ha una vita all’apparenza perfetta, è bella, ricca, famosa, il mondo gira intorno a lei. Poi, un giorno, riceve sul cellulare un video che cambia tutto.

Nel suo passato c’è un segreto con cui non ha fatto i conti.

Come un moderno alienista Niccolò Ammaniti disseziona la mente di una donna, ne esplora le paure, le ossessioni, i desideri inconfessabili in un romanzo che unisce spericolata fantasia, realismo psicologico, senso del tragico e incanto del paradosso.

scheda dell’editore:

Candurro Miriam, La settima stanza, Sperling & Kupfer, 2022. Con video di presentazione

scheda dell’editore:

«Un giorno ci verrà ridato tutto il tempo perso, i baci che non ci siamo dati, i tramonti che non abbiamo visto insieme. Verrà il giorno in cui ci perdoneremo le vite vissute, le scelte fatte, le fughe in direzioni opposte. Fino a quel giorno io ti aspetterò qui. Nella nostra stanza a picco sul mare.»

Ci sono momenti che restano indelebili. È a questo che pensa Giovanni mentre percorre la litoranea che lo porta a casa. Una casa da cui vuole stare lontano e in cui non torna da vent’anni. Vent’anni di assenza, di silenzio, di sensi di colpa.

Tutto è cominciato lì, a Villa Rosa, di fronte a un mare immenso e cristallino: una sera d’estate l’adolescente Giovanni, affacciato alla finestra della sua stanza, aveva visto una ragazza lottare tra le onde. Senza pensarci, era corso in spiaggia e si era buttato in acqua per salvarle la vita.

Quel momento aveva cambiato tutto: Giovanni ancora non lo sapeva, ma il suo destino e quello della ragazza sarebbero stati inesorabilmente legati. Ora, mentre i cancelli di Villa Rosa si riaprono, i ricordi riaffiorano vividi, prepotenti, e Giovanni si trova a fare i conti con il passato e con un sentimento che, forse, non ha mai dimenticato.

Dalla sorprendente penna di Miriam Candurro, una storia delicata e feroce al tempo stesso. Un romanzo di formazione in cui luce e ombra si fondono in modo magistrale per dare vita a personaggi indimenticabili.

Miriam Candurro è nata a Napoli nel 1980. Attrice e volto noto del piccolo schermo, Miriam ha partecipato a popolari serie tv come, per esempio, Capri e I Bastardi di Pizzofalcone ed è una delle protagoniste più amate della soap cult di Rai 3 Un posto al sole. Questo è il suo romanzo per adulti d’esordio

La settima stanza

muore a 84 anni Charles Simić, 9 gennaio 2023 – in PoesiaPoesia

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Addio a Charles Simić – PoesiaPoesia

ALBERTO ASOR ROSA (1933-2022), in rivista Il Mulino, dicembre 2022

ALBERTO ASOR ROSA (1933-2022)

Asor Rosa è stato uno dei protagonisti del dibattito politico e intellettuale italiano. Ma a scandire la sua vita è stato soprattutto l’insegnamento universitario

di Matteo Motolese

sul PICCOLO PRINCIPE di Antoine de Saint-Exupery

Pennavaja Cristina, Danzare nel buio.  Sciuri sciuri. Ogni stagione un amante  / L’autobiografia nella narrativa. Consigli sulle tecniche di stile, Youcanprint editore, 2022

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https://www.youcanprint.it/danzare-nel-buio-lautobiografia-nella-narrativa/b/aaacfef8-dabc-5cec-b5c1-f326bd72eda4

Unico nel suo genere, questo libro contiene due testi.

Il primo è la storia di Marina e Carlo, trascurati da bambini e innamorati per bisogno, che per divergenze di carattere faticano a vivere in serenità. Quando lui si ammala, affrontano tante ansie; lei s’innamora del giovane Nino… L’affetto e la stima per Carlo, la ricerca di consapevolezza basteranno a risolvere i problemi? Scorrevole e vivace (anche per i vividi personaggi del tenero fi glio Andrea e della dolce zia-mamma Clara), ora sommesso ora esilarante, il racconto svela i suoi sensi pian piano, lungo i capitoli e le sequenze che si alternano musicalmente come una buona sonata per l’anima. Forse un thriller psicologico, Pennavaja l’ha scritto per tutti: tutti abbiamo sogni, desideri, utopie; e il bisogno di pacificarci con noi stessi, con il nostro passato e il nostro destino.

Il racconto dell’autrice (da 40 anni scrittrice in Germania, Olanda, Italia, docente nella sua “Casa della scrittura”) è autobiografia “filtrata”: frutto di esercizio intenso e appassionato in uno stile che nutre ed emoziona.

Il secondo, prezioso testo è un saggio che, analizzando brani di narrativa europea (Kafka, V. Woolf, Alfred Polgar, Giuseppe Pontiggia, Silvio D’Arzo, Carlo Coccioli, Ivan Della Mea, Susanna Tamaro, Cristina Pennavaja, altri), insegna a evitare le trappole dell’autobiografi a diretta e spontanea. L’autrice, traduttrice esperta di musica, dà le regole fondamentali per non cadere negli errori di un linguaggio sciatto, “rumoroso” anziché musicale; mostrando esempi di uno stile semplice ma ricco, che produce scritti buoni per l’oggi e per il domani. Nello stesso tempo svela i segreti del suo tradurre e narrare, e spiega come è riuscita a costruire racconti sapienti e avvincenti (lodati da Pontiggia, Giovanni Raboni, Giovanni Mariotti, Meeten Nasr, più volte premiati). Fornisce anche qualche variante, che è tanto utile per penetrare nel laboratorio creativo di uno scrittore nonché incoraggiante.

Questo saggio critico e didattico è rivolto anche a chi scrive per diletto; sarà di grande aiuto per chi (magari tastando a lungo nel buio) vuole creare un racconto o un romanzo davvero artistico.

Cristina Pennavaja è nata a Roma nel 1947. Ha vissuto in Germania e in Olanda, anche come ricercatrice universitaria; a Cambridge (Inghilterra) e ad Alessandria d’Egitto. Dopo studi di filosofi a e di marxismo, da 40 anni si dedica con passione a scrivere bene. Allieva di Giuseppe Pontiggia, ha poi dato vita alla “Casa della scrittura” tenendo per quasi vent’anni lezioni su retorica e stile nella narrativa. Traduttrice dal tedesco per Adelphi, scrittrice ormai esperta, ha pubblicato racconti e saggi in Germania, Olanda e Italia presso numerosi editori. Vive a Milano. Canta in un coro, cura le sue amiche piante, insegna a bambini immigrati. Ha avuto tre gatte, amate e longeve. Cerca di praticare la mindfulness buddhista. Ha una gemella e un figlio padre di due gemellini.

Danzare nel buio - L'autobiografia nella narrativa

Il “ciarlare”, in TEOFRASTO (371-287 a-c.), CARATTERI, a cura di Luigi Torraca, Garzanti, 1994

Dupont – Monod Clara, Adattarsi, Clichy editore, 2022. Scheda del libro

leggi anche

TartaRugosa ha letto e scritto di: Clara Dupont – Monod (2022), Adattarsi, Traduzione di Tommaso Gurrieri, Edizioni Clichy (FI)

Gianni Celati, Il transito mite delle parole. Conversazioni e interviste, a cura di Marco Belpoliti e Anna Stefi, 1974-2014, Quodlibet, 2022

scheda dell’editore:

https://www.quodlibet.it/libro/9788822908940

Narratore, saggista, traduttore, poeta, regista: tante sono le facce di Gianni Celati, uno dei maggiori scrittori italiani del XX e del XXI secolo. Ora se ne aggiunge un’altra, quella del parlatore. Sempre disponibile nei confronti dell’avvenimento fortuito, dell’incontro estemporaneo, Celati si intratteneva indifferentemente con studiosi affermati e con perfetti sconosciuti, con estimatori della sua opera e con quanti di lui non avevano mai sentito parlare.
Le pagine di questo volume di conversazioni e interviste danno modo di riascoltare la sua voce inconfondibile. Sono sessantasette incontri apparsi su giornali, riviste, libri o registrati nel corso di trasmissioni radiofoniche e televisive.
Con lucidità non comune, talvolta occultata in toni bonari e divaganti, Celati espone le sue idee sul lavoro dello scrittore, sulla letteratura, su autori del presente e del passato, sull’arte, sul cinema, sulla musica rock, sulla filosofia e su tanto altro. L’autore più antiletterario della nostra tradizione e insieme il più appassionato cultore della nostra letteratura traccia così la sua rotta all’interno di quella attività artistica che è lo scrivere, da lui concepito come atto artigianale, ricerca senza posa di forme e pensieri imprevisti al riparo da ogni dogma e parola d’ordine. Sempre pronto a rimettere in discussione la sua idea del raccontare, e lontanissimo dal ruolo dell’autoritario dispensatore d’indicazioni e istruzioni, Celati si conferma un autentico maestro segreto, di stile e di vita.

 
INDICE
  • Il disponibile quotidiano, di Marco Belpoliti
  • Nota dei curatori
  • Il transito mite delle parole. Conversazioni e interviste 1974-2014
  • Cinque domande a Gianni Celati (1974)
  • Avanguardie e falsa alternativa (1977)
  • Beatles & filosofia (1979)
  • Intervista sull’arte affettuosa (1979)
  • Dissenso a tempo di rock (1980)
  • La scrittura italiana oggi (1982)
  • L’incertezza dello sguardo (1982)
  • L’avventura non deve finire (1982)
  • Padania-Texas (1985)
  • Racconto la gente che ho ascoltato (1985)
  • Forme di finzione, rifugi contro la mediocrità (1985)
  • L’esitazione del pensiero (1985)
  • Corpi nello spazio (1985)
  • Per lo scrivere non c’è rifugio (1986)
  • Scrivere è come fare yoga (1988)
  • Delegati alla rappresentazione (1988)
  • Scuola aperta. A colloquio con gli scrittori (1989)
  • Il transito mite delle parole. Narrare è artigianato e cerimoniale (1989)
  • Le virgole di Celati (1989)
  • La novella e il nuovo paesaggio italiano (1990)
  • La fuga dello straniero (1990)
  • Non fatti, ma parole! (1991)
  • Narratore delle pianure (1991)
  • Il sentimento dello spazio (1991)
  • Il narrare come attività pratica (1992)
  • Scrivere è un viaggio nella paura, con le cose che ci chiamano… (1993)
  • Ferrara (1994)
  • Celati, parole dalle riserve (1995)
  • «Un lavoro dedicato ai luoghi e ai momenti». Gianni Celati sul lavoro con Luigi Ghirri (1995)
  • La lettura dei classici come terapia (1995)
  • I sonetti di Vecchiatto (1997)
  • All’altezza del simulacro (1998)
  • In viaggio verso il niente (1998)
  • Latitudine Celati (1999)
  • Elogio della novella (1999)
  • Teatro come incantamento (2000)
  • L’assoluto della prosa (2002)
  • Documentari imprevedibili come i sogni (2003)
  • Qualche idea sui luoghi e il lavoro con Luigi Ghirri (2003)
  • La realtà e la storia sono dei miti (2003)
  • Mondo senza mondo (2005)
  • La lingua dei gamuna (2005)
  • Celati, ovvero la scrittura come visione (2005)
  • Parola con vista (2006)
  • Intervista per la pubblicazione basca di Parlamenti buffi (2006)
  • Guardare è un fatto di immaginazione (2006)
  • Letteratura come accumulo di roba sparsa (2007)
  • Riscrivere, riraccontare, tradurre (2007)
  • Memoria su certe letture (2007)
  • Celati, scrittore e regista (2008)
  • A passeggio con un rabdomante (2008)
  • Celati a Zurigo (2009)
  • Vecchie e nuove Comiche (2009)
  • Su Jonathan Swift e lo sviluppo degli alieni (2010)
  • Sulla Fantasia, il Badalucco e la Contentezza (2005-2010)
  • Diol Kadd (2010)
  • Dialogo sulla comicità (2010)
  • Da «il Caffè» di Vicari a Ghirri (2011)
  • Il disponibile quotidiano (2011)
  • Gianni Celati sul suo cinema (2011)
  • La valle del Po vista con gli occhi di Gianni Celati (2011)
  • Le opere e i giorni di un ultimo sapiente (2011)
  • Camminare, scrivere e Robert Walser (2012)
  • Le fatiche di Ulisse (2012)
  • Il grande scrittore si racconta (2013)
  • «Eccesso di serietà, limite per la scrittura» (2013)
  • «La storia vale solo se sfugge dalle mani» (2014)
  • Bibliografia delle interviste
  • Indice dei nomi
 
L’AUTORE
GIANNI CELATI

Di Gianni Celati (Sondrio 1937 – Brighton 2022) Quodlibet ha pubblicato Conversazioni del vento volatore (2011), Comiche (2012, già Einaudi, 1971), La banda dei sospiri (2015, già Einaudi, 1976), Studi d’affezione per amici e altri (2016), Quattro novelle sulle apparenze (2016, già Feltrinelli, 1987), Narrative in fuga (2019), Costumi degli italiani (2020). Presso altri editori sono stati pubblicati Le avventure di Guizzardi (Einaudi, 1972), Lunario del paradiso (Einaudi, 1978), Narratori delle pianure (Feltrinelli, 1985), Verso la foce (Feltrinelli, 1988), Recita dell’attore Attilio Vecchiatto nel teatro di Rio Saliceto (Feltrinelli, 1996), Avventure in Africa (Feltrinelli, 1998), Cinema naturale (Feltrinelli, 2001), Fata Morgana (Feltrinelli, 2005), Sonetti del Badalucco nell’Italia odierna (Feltrinelli, 2010), Passar la vita a Diol Kadd. Diari 2003-2006 (Feltrinelli, 2011), Romanzi, cronache e racconti («I Meridiani», Mondadori, 2016).
Gianni Celati ha tradotto, tra gli altri, Swift, Melville, Conrad, Stendhal, Céline; nel 2013 presso Einaudi è uscita la sua versione dell’Ulisse di James Joyce. Parte dei suoi primi saggi è raccolta in Finzioni occidentali (Einaudi, 1975), di prossima riedizione presso Quodlibet.

Ferrero Ernesto, Album di famiglia. maestri del Novecento ritratti dal vivo, Einaudi, 2022

scheda:

La distanza nasconde, sfuma o aiuta a vedere meglio? Ernesto Ferrero incolla come sulle pagine di un album le immagini di editori, scrittori, scienziati, artisti che hanno fatto grande la cultura del Novecento italiano, «classici contemporanei» con cui dialogare. Una galleria di penetranti ritratti dal vivo e da vicino, per reinterpretare la nostra storia recente.

Nelle sue vesti di editore, direttore del Salone del libro e scrittore, Ernesto Ferrero ha avuto il privilegio di conoscere molti grandi protagonisti della nostra cultura. Ha lavorato con loro, ne ha curato i libri, ha goduto della loro amicizia. E ce ne consegna ritratti brillanti e rivelatori, restituendoli alla loro verità umana. Sono «maestri, padri e fratelli elettivi, amici, compagni di lavoro e di viaggio, presenze vive con cui dialogare». Forti personalità che hanno ancora molto da dire e da insegnare. Ecco sfilare in un intreccio di incontri e di storie sorprendenti editori come

Einaudi,

Garzanti,

Inge Feltrinelli,

Roberto Calasso,

Elvira ed Enzo Sellerio.

Padri nobili come

Pavese,

Montale,

Bobbio,

Mila,

Foa,

Revelli

e Rigoni Stern.

Signore di ferro come

Natalia Ginzburg,

Elsa Morante,

Lalla Romano,

Chichita Calvino.

Maghi e funamboli come

Gianni Rodari,

Bruno Munari,

Fruttero & Lucentini,

il fisico Tullio Regge,

Guido Ceronetti

Inquieti come

Parise,

Del Buono,

Sciascia,

Consolo,

Celati.

Vittime di destini crudeli, come

Fenoglio,

Atzeni,

Del Giudice.

Mattatori come

Guttuso,

Pasolini,

Garboli,

Eco.

In apertura, due autori a cui Ferrero si è sentito particolarmente vicino,

Italo Calvino

e Primo Levi.

Veniamo introdotti nel backstage della loro vita professionale e privata, alla scoperta di tratti rivelatori, magari segreti o poco noti, tra arte e vita, dramma e commedia, confessione e narrazione. Sono capitoli di un avvincente romanzo della conoscenza, sullo sfondo di una stagione di intense passioni intellettuali e civili, colte nella loro vitalità creativa.

Copertina del libro Album di famiglia di Ernesto Ferrero

Ferrari Gian Arturo, Storia confidenziale dell’editoria italiana, Marsilio, 2022

scheda dell’editore:

https://www.marsilioeditori.it/libri/scheda-libro/2971543/storia-confidenziale-dell-editoria-italiana

Chi racconta questa storia di scrittori e editori, stampatori e mecenati, talenti e miserie è stato un protagonista dell’editoria italiana del Novecento. Ha lavorato in case editrici medie e grandissime, si è occupato di patrie lettere e letterature straniere, soprattutto ha incontrato persone e cose, attraversato epoche, inventato collane, assunto e licenziato.

Chi racconta somiglia abbastanza all’editoria italiana, elegante e iraconda, generosa e umbratile, colta e commerciale. Perché l’editoria, si legge in queste pagine, è figlia dell’intellettualità e del commercio, non appartenendo in fondo a nessuno dei due.

E poi, annosa questione, sono gli editori capitani d’azienda? Esistono ancora come i primi trent’anni del Novecento ce li hanno consegnati?

Chi racconta ricostruisce con passione e puntualità una storia che si suppone magmatica, casuale, con accelerazioni improvvise e sacche, costellata di invidie e affetti, rabbie e riconciliazioni, amori e antipatie.

Chi racconta sa che attraverso l’editoria si può raccontare la storia d’Italia, quella tra le due guerre e quella degli anni di piombo, quella dei magnifici anni Ottanta e la più recente, quando i protagonisti sono forse meno eroici ma più inattesi.

Con tono epico e comico, affettuoso e tagliente, con occhi distanti e nel contempo vicinissimi, Gian Arturo Ferrari ci accompagna nelle avventure umane e culturali degli uomini e delle donne che si sono occupati di scegliere come, quando e quali libri pubblicare in un paese in cui tutti scrivono e pochi leggono.

TartaRugosa ha letto e scritto di: Alba Donati (2021), La libreria sulla collina, Einaudi, Torino

TARTARUGOSA

Quando sulla scrivania arriva un testo come questo, i libridinosi esultano di felicità. Non solo perché pensano a quanto sarebbe bello avere una simile libreria sotto casa, ma perché, amabilmente invidiosi, vorrebbero essere loro stessi gli autori delle pagine che, sotto forma di diario, si rincorrono fra memorie, citazioni, stimolazioni sensoriali, segnalazioni di libri ed autori che già desidereresti avere sul tavolo di lettura.

E anche perché è una cronistoria che mostra come sia possibile realizzare un sogno, quando ci credi davvero.

La libreria era dappertutto, prima ancora di nascere. Aveva già iniziato a fare incantesimi quando ancora era un poggio scosceso con qualche cespo di insalata, due pali arrugginiti e un filo per stendere i panni”.

Non si tratta infatti di una libreria convenzionale: Sopra la Penna è una specie di cottage-chalet letterario di legno che trasmette il sapore di casa, che affaccia su un giardino e su…

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LUIGI PROIETTI detto Gigi, film biografico di Edoardo Di Leo, DVD Sorrisi e Canzoni TV, 2022

ALDA MERINI, la musica delle parole, a Illuminate/RaiTre 31 ottobre 2022. Link a RaiPlay

Illuminate – S2020E2 – Alda Merini, la musica delle parole

https://www.raiplay.it › video › 2020/10 › Illuminate—Al…

45:44

Illuminate Alda Merini, la musica delle parole. St 2020Ep 245 min. Claudia Gerini ripercorre la vita della grande poetessa milanese, …

RaiPlay · 4 ott 2020

Dupont – Monod Clara, Adattarsi, Clichy editore, 2022

MAPPE nel sistema dei SERVIZI alla persona e alla comunità

vai alla scheda dell’editore

Adattarsi è una storia di emozioni, di perdite, di miracolosi ritrovamenti, di paure, di smarrimenti, di rabbie, di speranze e di infinite dolcezze. Ed è anche una storia di montagne, di rocce, di acqua e di vento, di luoghi e solitudini.

La vicenda è abbastanza semplice, nella sua terribile realtà: in una famiglia della montagna francese nasce un bambino, è bello e sorride e tutti vengono a rendergli omaggio. Ma dopo poco tempo ci si accorge che è gravemente disabile: non vede, non può muoversi, non crescerà, morirà presto.

Questo sconvolge tutti gli equilibri della famiglia, ridefinendo per sempre il destino dei due fratelli, il maggiore e la minore, e dei suoi genitori. Perché questo bambino con gli occhi scuri che si perdono nel vuoto, è un neonato eterno, un bambino «inadatto», e traccia una frontiera invisibile tra la sua famiglia, gli altri e il…

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Appunti sui BLOG, dai tempi di Splinder, anni ’90. Dialoghi con Ruckert, Mariaprivi, Surferosa

Quindi, scrivo un diario on-line e in qualche modo mi racconto a persone che non mi conoscono.

Lo facevo anche prima, ma scrivevo in quaderni che ora ho abbandonato anche perché è più facile scrivere direttamente sulla tastiera del pc.

No che non ti posso spiegar tutta la tecnologia, ma conto sulla tua intelligenza e la tua capacità di comprendere, di là dalle mie righe.

Insomma nonno, scrivo io, scrive un altro e un altro ancora e ci conosciamo per caso on-line.

In queste situazioni ognuno fa come si sente, personalmente scrivo alle persone che mi sembrano simpatiche e che non si dimostrano troppo diffidenti. Sono due presupposti importanti per un’amicizia.

No che non la capisco la diffidenza in rete, sto attenta anch’io, ma non troppo, come in tutte le cose che voglio sperimentare nella vita.

sono attirato come un’ape laboriosa ai blog o post che hanno più il tono del “diario pubblico”.

inoltre sono interessato a questo “ragionare sullo strumento” (il blog ) mentre lo si usa.

non sono in grado ancora (bisognerebbe farlo in modo più sistematico) di intravvedere i tipi di blog che le persone fanno.

però qualche idea me la sono fatta.

c’è il blog-diario. è quello più caldo

c’è il blog -invettiva. conviene starci alla larga

c’è il blog-informazione. talvolta più interessante di una enciclopedia

c’è il blog-gioco. talvolta con regole così complicate che ci vorrebbero ore per giocarci

… il blog-poesia …il blog-musica

e naturalmente altri ancora. e intrecci fra i vari tipi

una cosa è certa: i blog sono una espansione della nostra soggettività.

sono dei modi per coltivare se stessi.

per certi versi sono drammatici: parlano della nostra solitudine. esseri soli, in epoca di decadenza delle grandi aggregazioni sociali, che hanno voglia di esprimere se stessi attraverso delle identità protettive. delle maschere comunicanti.

dall’altra parte espandono la comunicazione. si fanno incontri insperati. si allarga il giro delle conoscenze. la reciproca conoscenza non è più coloro che ci sono vicini. ma è l’intera italia.

In quanto vivente nella modernità vivo non solo il politeismo dei valori, ma anche quello dei ruoli e delle situazioni.

Ma se dovessi ricordare per il futuro la “cifra” di questi mesi dovrei riferirla alla mia avventura sui Blog. E alla mia vorace curiosità per questa forma di comunicazione biografica resa possibile dalle tecnologie del Web.

Sull’ argomento ho avuto una interessante discussione con Ruckert che vorrei fissare anche nel mio blocco degli appunti.

Paolo a Ruckert  Mi è piaciuta la tua rievocazione biografica sul Blog del 14 aprile . Volevo dirti subito – in breve – perchè trovo di grandissimo interesse culturale i Blog. Perchè credo che attraverso questi scritti e nei commenti stia avvenendo una rivoluzione.

Cioè la costruzione di una intelligenza associativa. Ossia l’elaborazione di nuovi modi di pensare il mondo attraverso piccoli francobolli che fanno vedere le associazioni fra gli eventi e la loro interpretazione. Qualcosa che ha un equivalente storico solo con la nascita della “opinione pubblica” che è avvenuta con l’illuminismo francese.

Nei blog vedo cultura, interessi, passioni. Tutte spezzettate: ma questa è la modernità. La modernità è frammento. Solo ogni singolo individuo può tentare di “mettere assieme”.

Così i tuoi foglietti  neI cassetti possono uscire. E magari incuriosire qualcuno .. che così incontra altri pensieri …

Una grandissima rivoluzione. Tanto più profonda perchè molecolare. Con i blog si vede vistosamEnte che non c’è la “massa” (il riferimento-base dei fascismi e dei comunismi) ma individui pensanti che associano le loro intelligenze e sentimenti.

Ruckert:  l’idea reticolare nella diffusione delle idee è interessante, bisognerà capire se e come prenderà piede, se non c’è il rischio che la rete possa imprigionare piuttosto che liberare, magari inserendoci in piccole comunità autoreferenziali.

Il rischio, inutile negarlo, esiste come la potenzialità. Come spesso accade il problema è bilanciare le  due cose e fare in modo che da questa babele di passione interessi ideali possa venir fuori una massa critica (o magari diverse masse critiche) di maggiore respiro. Anche qua il tempo ci risponderà, per ora possiamo solo immaginare… Ciao 🙂

Paolo: “se non c’è il rischio che la rete possa imprigionare piuttosto che liberare, magari inserendoci in piccole comunità autoreferenziali”

E’ vero. Allora l’unico ragionamento possibile è: qual’è il minore dei mali? Le

autoreferenzialità? o il pensiero unico (insisto: quello delle culture totalitarie)? Propendo per il primo corno del dilemma. Trovo più libertà di pensiero in piccoli gruppi che condividono più comuni sentire.

Il vero problema lo vedo nella possibile superficialità dei contatti. Relazioni sociali basate su “francobolli” tendono ad impoverire i significati di conoscenze più profonde e complessive.

Ciao Amalteo

Ruckert: vero, ma se ci fosse la terza via? L’ideale sarebbe combattere l’aureferenzialità in modo tale da ampliare sempre di più le piccole comunità che poi interagendo tra loro riescono a fare quella massa in grado di sviluppare la circolazione delle idee, che ne pensi?

Paolo: Caro Ruck, questa volta temo che o non siamo in sintonia o non ci capiamo.

E’ la parola massa che mi incute timore, pensando al passato, soprattutto al secolo breve (1917-1945).

Meglio infinitamente meglio individui che comunicano. Parlanti che crescono individualmente sulle normali sfide di una normale vita: nascita, crescita, espansione della personalità, fatica del lavoro, accettazione della morte.

Nella massa c’è sempre bisogno di un capo. Come insegna anche la vicenda politica italiana: un popolo televisivo (non i parlanti dei blog) ha ancora acclamato un capo. Che non accetta le regole della democrazia. Ben sapendo che le televisioni sono sufficienti a creare qual “senso comune” che gli consentirà (probabilmente grazie a Bertinotti) di vincere per la terza volta.

La televisione fà massa, i blog possono fare individui che trovano quei comuni sentire basati sull’intelligenza associativa.

Ciao e grazie per gli stimoli a pensare

Ruckert:  Non credo che non siamo in sintonia forse bisogna solo capirsi. Proviamoci magari partendo da un linguaggio comune perché bisogna intendersi sul senso delle parole.

Al termine massa critica non voglio dare quel significato. Preferisco immaginare che l’insieme, anzi meglio la presenza sempre più numerosa di individui che comunicano e interagiscono tra loro crescendo individualmente, possano consentire un miglioramento qualitativo della società nelle sue diversità.

Più la massa dei pensieri liberi aumenterà, più sarà possibile avere un miglioramento, a condizione però che tutti questi individui mantengano il più possibile un atteggiamento aperto verso l’esterno, in modo tale anche da far sviluppare in modo reticolare questo modello.

E questa massa a differenza del passato potrebbe non avere necessità di un capo gerarchicamente sovraordinato proprio per la presenza di un reticolo che si muove orizzontalmente. Che dici? Siamo davvero così distanti?

Ciao 🙂

Paolo: caro Ruck. Era proprio un malinteso linguistico sulla parola “massa”.

Sono del tutto in accordo con il tuo ragionamento. Fra l’altro, nel tuo caso, non è solo un “ragionamento” ma una pratica attiva.

La tua intelligenza e capacità di pensiero la vedo sempre messa in atto nelle tue interazioni con amìci di vecchia data o occasionali.

Ti sei  costruito con loro un cerchio-reticolo in cui amplificate le vostre esperienze ed i vissuti.

Ecco la forza dei blog: una rivoluzione attraverso il parlarsi. Insomma una volta tanto la scienza e le tecniche possono essere utilizzate in modo  attivo e partecipato. Dati i tempi che continuano ad essere piuttosto crudeli è davvero molto.

ciao, a presto

MariaPrivi

ad agosto sarà un anno che frequento il mondo bloggaro.

Tempo di consuntivi? Ma no! Non ci credo.

Solo un momento per conversare.

Il blog è uno specchio abbastanza fedele dei tanti pubblici “reali”. Un mezzo con buone peculiarità ed inevitabili difetti.

Permette rapida, ed a volte mirata circolarità delle idee, ma si rischia di ricevere informazioni errate. 

Eppure da Alex, con i blog, abbiamo ottenuto persino risultati concreti -vedi da me: Come muore la mia terra-.

Io con il blog faccio di tutto: amicizia, lavoro, passatempo.

Per alcune persone può diventare indispensabile (vecchi, persone sole, persone con bisogno ed impossibilità di comunicare altrimenti), per altre una droga (autoreferenzialità, sindrome del contatore, sostituzione impropria del virtuale con il reale), c’è chi lo adopera per raccattare sesso e chi per suscitare compassione.

Un buon mezzo, un cattivo mezzo, secondo l’uso -sia attivo, sia passivo- che se ne fa. Un mezzo sicuramente in linea con il carattere del nostro tempo.

Paolo  condivisione piena, cara mariaprivi.

Ben ritrovata! Mi fa immenso piacere che anche tu valuti positivamenta la rivoluzione comunicativa dei Blog.

Condivido tutto, ma proprio tutto, quello che dici: luogo innanzitutto di conversazione; specchio fedele (quasi un campione) della opinione pubblica; rapidità nella circolazione delle informazioni; nuovi tipi di amicizia, non basata sulla vicinanza fisica, eppure forte ed affettuosa; spazio comunicativo per le persone sole anziane (direi anche: allenamento del cervello e quindi prevenzione della decadenza della memoria); compulsività per alcuni (è vero: però meno dannosa dei telefonini, perchè è mediata dalla  lingua scritta, che è sempre un esercizio di ordine); certo anche luogo per promuovere incontri sessuali (che, però se consenzienti e sicuri, sono una gioia della vita).

Vero, verissimo: un mezzo, uno strumento. Non un fine. Uno strumento al servizio della personalità.

Dei blog amo moltissimo le coincidenze (incrociare persone particolari che magari mai avrei potuto conoscere) e le occasioni. Per esempio in queste ore sul blog di ruckert (post Gotan project) sta avviandosi la stesura di una discografia jazz interattiva che potrebbe concludersi con un testo quasi collettivo su questo genere musicale del novecento. ciao carissima. a presto

“Cosa si fa sui blog?” chiese Incredulo

“Sui blog si fa conversazione!” rispose Sperimentatore

Questo dialoghetto tra Amalteo e SurferRosa mi ha fatto ricordare alcuni frammenti e citazioni tratte dal libro di Dacia  e Fosco Maraini, Il gioco dell’universo. Le lascio qui.

“Fosco era uno sperimentatore nato. Il campo dei suoi esperimenti era il linguaggio. Quasi mettendo in pratica la famosa frase di Roland Barthes: “Ogni rifiuto del linguaggio è una morte”. Con la morte lui ci giocava a rimpiattino: le

parole gli rivelavano i nascondigli più sicuri, più impensabili per tenerla a bada. Ma rivela anche altro questa passione, come dice T.S. Eliot nel saggio del Bosco Sacro dedicato a Philip Massinger, ovvero che una evoluzione vitale del linguaggio è anche una evoluzione del sentimento.

Quindi non gioco di superficie, fine a se stesso, ma scavo, attraverso la lingua scritta, nella terra dura del pensiero. […]

… Il linguaggio comune, salvo rari casi, mira ai significati univoci, puntuali, a centratura precisa.

Nel linguaggio metasemantico invece le parole non infilano le cose come frecce, ma le sfiorano come piume, o colpi

di brezza, o raggi di sole, dando luogo a molteplici diffrazioni, a richiami armonici, a cromatismi polivalenti, a fenomeni

 di fecondazione secondaria, ed è facile vedere i “duomi del pensiero” che si muovono lenti spinti dai “moti più segreti”.

Nel linguaggio comune dinanzi a cose, eventi, emozioni, pensieri nuovi, o ritenuti tali, si trovano suoni che danno loro  foneticamente corpo e vita, che li rendano moneta del discorso.

Nel linguaggio metasemantico, o nella poesia, avviene proprio il contrario. Si propongono dei suoni e si attende che il  proprio patrimonio d’esperienze interiori, magari il proprio subconscio, dia loro significati, valori emotivi, profondità e bellezze. E’ dunque la parola come musica e come scintilla.

… La parola è come una caramella, qualcosa da rigirare tra lingua e palato con voluttà, a lungo, estraendone fiumi di  sapori e delizie.

… Parole belle, parole brutte, parole misteriose, parole semplici, parole complesse, parole didascaliche, parole

poetiche, parole logiche, parole in libertà… . […]

… Fosco confesserà inoltre che quasi ogni sua parola è frutto d’un lungo studio. Certe espressioni proprio non gli venivano per mesi, sapeva quello che cercava, ma il sassolino giusto la marea non glie lo gettava mai sulla spiaggia.

 Poi un certo giorno, magari facendosi la barba, cambiando una gomma della macchina, studiando gli ideogrammi cinesi o seduto nella neve al sole, eccoti il sassolino cercato. Adesso gli resta solo da sperare di non aver scritto in una lingua privata e segreta, come dire per lui solo; ciò che proprio gli dispiacerebbe.

… La tensione poetica accompagnerà Fosco per tutta la vita. Ma non scriverà molti versi. La sua scrittura tendeva allo scientifico e allo storico. Eppure la gioia della poesia si insinua spesso anche fra i suoi più cocciuti elenchi. La poesia come gioco verbale, la poesia come affrancamento di una fantasia troppo costretta e razionalizzante, la poesia come alta acrobazia verbale, la poesia come gioco che si gioca.

Tale la troviamo in questa fànfola:

Il giorno ad urlapicchio

Ci son dei giorni smègi e lombidiosi

col cielo dagro e un fònzero gongruto

ci son meriggi gnàlidi e budriosi

che plògidan sul mondo infrangelluto,

ma oggi è un giorno a zìmpagi e zirlecchi

un giorno tutto gnacchi e timparlini,

le nuvole buzzìllano, i bernecchi

ludèrchiano coi fèrnagi tra i pini;

è un giorno per le vànvere, un festicchio

un giorno carmidioso e prodigiero,

è il giorno a cantileni, ad urlapicchio

in cui m’hai detto “t’amo per davvero”.

Ma cosa sono le fànfole? Fosco rispondeva con una citazione da Palazzeschi.

“cosa ci hanno con noi quelle due sbrèndole, quelle ciufféche, quelle cirimbràccole?” – Palazzeschi

La fànfola è una forma dialettale,  un ghirigoro linguistico, un grammelot finissimo ed esilarante che fa esplodere il linguaggio dall’interno, mostrando le sue contraddizioni, le sue povertà e le sue ricchezze.

Rivelando soprattutto quanto il suono spesso prevalga sul significato, il fonema sul semantema.

… Ah, la magia delle parole! Che non smettono mai di sorprendere, di cicalare, di ridere, di manifestarsi e poi sparire nel nulla.

… E alla fine di tutte le nostre “esplorazioni” arriveremo dove abbiamo cominciato e per la prima volta conosceremo il  “posto”. (T.S. Eliot)

Così  Fosco accumulava parole con la pazienza di un grande camminatore della mente.”

Allora:

“Cosa si fa sui blog?” Chiese Incredulo

“Sui blog si fanno blogaloghi!” rispose Amalteo-Sperimentatore… ossia varianti dei dialoghi faccia a faccia.

Non vi sembra una “fànfola”?

Recentemente l’amico musicista Enzo Nini, mi raccontava un processo creativo che ha condiviso con altri musicisti.

A me è venuto in mente che il web e, precisamente, il blog, permette una comunicazione a 260° ( mancano ancora i profumi e le texture).

Certo una e-mail o un post, non hanno la magia di una lettera scritta a mano: non c’è l’inchiostro, la carta, la calligrafia, il profumo della mano che l’ha vergata, la sorpresa, i chilometri percorsi… ma compensano con la pluralità  di opzioni.

Per quel che mi riguarda, nettamente superiori a una telefonata in quantità di sfumature trasmesse, anche se trovo irrinunciabile la voce, direi la musica in parole.

TartaRugosa ha letto e scritto di: Pilar Quintana (2022), La cagna, Traduzione di Pino Cacucci, Baldini Castoldi La Tartaruga, Miilano

TARTARUGOSA

Quintana, con una scrittura quasi febbrile, ci trascina da subito in un ambiente che mostra in tutta la sua forza i rapporti tra mondo e natura; qui incontriamo Damaris, donna ferita da una maternità mancata, ma intensamente voluta e ricercata anche con i mezzi più ancestrali, affini alla stregoneria e fatta di unguenti e pratiche sciamaniche.

Damaris non aveva potuto avere figli. Si era messa con Rogelio ancora diciottenne e dopo un paio d’anni la gente cominciava a chiederle “A quando un bebé? A un certo punto aveva dovuto spiegare a quanti facevano domande che il problema era lei che non rimaneva incinta.

Adesso stava per compiere quarant’anni, l’età in cui le donne inaridiscono, come aveva sentito dire una volta a suo zio.

Il rapporto col marito è rude, un uomo dedito al lavoro su pescherecci, senza tante parole e dotato di quel senso pratico che a volte pare rasentare…

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Donati Alba, La libreria sulla collina, Einaudi, 2022

TRACCE e SENTIERI

vai alla scheda dell’editore:

Un libro magico, che racconta un luogo magico, che esiste davvero. Una libreria microscopica in un paesino sperduto sulle colline toscane, ma portentosa come una scatola del tesoro. Dai bambini che entrano di corsa alle marmellate letterarie, da Emily Dickinson a Pia Pera, le giornate nella Libreria Sopra la Penna sono ricche di calore, di vite e storie, fili di parole che legano per sempre: una stanza piena di libri è l’infinito a portata di mano.

«Perché hai aperto una libreria in un paesino sconosciuto? Perché avevo bisogno di respirare, perché ero una bambina infelice, perché ero una bambina curiosa, per amore di mio padre, perché il mondo va a scatafascio, perché il lettore non va tradito, perché bisogna pensare ai piú piccoli, perché mi sono salvata».

Non è mai troppo tardi per realizzare un sogno. Nel dicembre 2019, Alba Donati decide…

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Libreria Sopra la Penna, a cura di Alba Donati

vai a:

Libreria Sopra la Penna

Vicolo Sopra La Penna, 7
55025 Lucignana (LU)

i consigli di Alba Donati: https://libreriasopralapenna.it/blog/i-consigli-di-alba-donati/

Enzensberger Hans Magnus, Artisti della sopravvivenza. Sessanta vignette letterarie del Novecento, Einaudi, 2022. Indice del libro

vai alla scheda dell’editore:

«Innumerevoli sono gli scrittori che, nel corso del Novecento, sono sopravvissuti a terrore di Stato ed epurazioni, con tutte le ambivalenze morali e politiche che questo ha comportato. Ma come sono andate davvero le cose? Erano forse troppo saldi per capitolare di fronte al potere? Devono la sopravvivenza alla loro accortezza o piuttosto alla loro intelligenza, alle loro conoscenze o alla loro abilità tattica? Sono scampati alla prigione, al campo di concentramento o alla morte per via di fortunate coincidenze che rasentano il portentoso o grazie a strategie che spaziano dalla ruffianeria al camuffamento?»

 

Copertina del libro Artisti della sopravvivenza di Hans Magnus Enzensberger

Zacchini Simona, La filosofia di Fabrizio De André, Il Melangolo editore, 2022. Indice del libro

Yehoshua Abraham, Il tunnel, Einaudi 2018

e

Faber Andrew, Ti passo a perdere, Interno Poesia, 2022

vai alla scheda dell’editore:

Ci si può perdere senza il bisogno di sentirsi persi? Quanti significati assume, nel corso della vita, questo predicato verbale dalle infinite forme? Andrew Faber stravolge il concetto di fragilità, trasformandola in forza. Più che un libro di poesie, Ti passo a perdere è un manuale di resistenza in versi. Uno stradario dell’anima dove perdersi per poi ritrovarsi. Un viaggio verso la conoscenza di sé stessi e un invito alla scoperta dell’Amore, in tutte le sue forme.

 

A chi sta attraversando il suo buio

A chi sta attraversando
il suo buio
dico soltanto di non mollare.
Ci siamo finiti tutti
in quel posto maledetto
dove il freddo ti morde le ossa
e il silenzio ti piove nel cuore.
A chi sta attraversando
il suo buio
dico soltanto di allontanarsi
da chi dice di darsi una mossa
di smettere di piangersi addosso.
Quella gente vuole farvi del bene
ma non sa cosa dice.
Quella gente lì dove siamo finiti noi
non c’è mai arrivata.
A chi sta attraversando
il suo buio
dico soltanto di avere coraggio
bisogna stringere i denti
e aspettare che il sole riprenda a brillare.
A chi sta attraversando
il suo buio
dico soltanto di credere
nella poesia.
Negli occhi di chi
quella strada l’ha già ritrovata.
C’è un cielo
di qua che vi aspetta
con un panorama di sogni
da togliere il fiato.

 

*

 

Perdersi

Ci ho messo un po’ a comprendere:
non volevi essere abbracciata
per paura di essere capita.
Che essere capiti
è la cosa più preziosa al mondo
ma significa
buttare giù le difese
arrendersi
consegnarsi.
Significa non potersi più difendere
per un istante
non riuscire più a mentire.
E la gente non sempre lo sa
non sempre lo capisce
cosa significa abbracciarsi
dirsi tutto senza parlare.
Perdersi.
In quella terra di nessuno
da qualche parte nel cuore.

 

*

 

Le persone che amano stare da sole

Non giudicate
le persone che amano stare da sole
non fatelo mai.
La loro non è cattiveria
non è strafottenza
ma vera e propria necessità
bisogno d’essere, appartenenza.
Abbiate sempre cura di aspettarle
di rispettarle.
Non mettetegli fretta
se i loro tempi non sono i vostri
lasciatele andare.
Se avrete pazienza
sapranno ricompensarvi
perché la loro voce
è una carezza scesa dalle labbra
che si scioglie negli occhi.
Perché il loro cuore
è un posto caldo e silenzioso
capace di accogliere e proteggere.
Non giudicate
le persone che amano stare da sole
non avete la minima idea
di quanto abbiano dovuto lottare
di quale miracolo siano state capaci
di compiere.
La solitudine spaventa
la solitudine è un patto
di purissimo Amore
con la propria anima
che quasi mai nessuno
ha il coraggio di fare
ma loro sì, e ne sono felici.
Loro ci sono riusciti.
Loro ce l’hanno fatta.

 

*

 

Chi rischia la felicità, non muore mai

Adesso ti passo a prendere
e ti porto a mangiare
un sacco di schifezze
e se ti va
balliamo un po’
davanti agli occhi increduli
della gente seria.
Ti passo a prendere
e ti porto a non pensare
che quando non si pensa
si torna un po’ bambini.
Ti porto a sognare
quelle robe da imbecilli scalmanati
che non si possono raccontare.
Adesso ti passo a prendere
e ti porto a ridere con me
perché ho bisogno di sapere chi sei
quando non hai bisogno di apparire
quando non hai bisogno di essere.
Ti porto a sbagliare
a bruciare
a impazzire.
Come l’ultima volta che hai pianto
e non sapevi perché
ma ti sentivi viva.
Ti porto a toccare la notte
ti porto a respirare il silenzio
delle parole rimaste in gola
e che finiscono negli occhi
e dentro ai baci
dati di corsa.
Ti porto a rischiare di essere felice
perché non so se lo sai
ma chi rischia la felicità vince sempre.
Chi rischia la felicità, non muore mai.

Ezio Bosso. Le cose che restano – Video – in RaiPlay

Ezio Bosso. Le cose che restano 115 min

Il racconto di una grande storia umana: la carriera di Ezio Bosso. Il maestro stesso si svela agli spettatori, per farci entrare nel suo mondo e nel suo immaginario, come in un diario. Con le testimonianze di tanti collaboratori e amici dell’artista, tra cui Gabriele Salvatores, Enzo Decaro, Paolo Fresu, Silvio Orlando.

Ezio Bosso. Le cose che restano – Video – RaiPlay

BORIS PAHOR (1913-2022), di Alessandro Mezzena Lona, in doppiozero

vai a: https://www.doppiozero.com/boris-pahor-adolescente-centenario

Sonia Scarpante, Pensa scrivi vivi. Il potere della scrittura terapeutica, prefazione di Eugenio Borgna, TS Edizioni, 2022

Recalcati Massimo, Pasolini, il fantasma dell’origine, Feltrinelli, 2022

vai alla scheda dell’editore:

https://www.feltrinellieditore.it/opera/opera/pasolini–il-fantasma-delorigine/#descrizione

Luigi Guarnieri, Il segreto di Lucia Joyce, La Nave di Teseo, 2022. recensione di Federica Manzon in La Stampa/TuttoLibri 16 apr 2022

vai alla scheda dell’editore:

http://www.lanavediteseo.eu/item/il-segreto-di-lucia-joyce/?msclkid=a2d6c378bd8f11ecb1ccdabbeb97ec70

Lucia nasce a Trieste nel 1907. Secondogenita di James e Nora Joyce, vive la sua infanzia con i genitori e il fratello Giorgio in precarie condizioni economiche. Dopo Trieste inizia un peregrinare continuo tra Parigi, la Svizzera – soprattutto Zurigo – e qualche breve ritorno in Irlanda. È a Parigi che Joyce entra in contatto con scrittori, artisti, esponenti dell’alta borghesia e generose benefattrici.
In questo contesto – un tenore di vita al di sopra delle reali possibilità dello scrittore, un successo che stenta a decollare ma un fervente interesse per la sua opera da parte di alcuni estimatori di eccezione, una routine familiare delirante – Lucia e Giorgio crescono in uno strano rapporto di simbiosi. Così il matrimonio di Giorgio è vissuto come un abbandono da Lucia, che viene anche rifiutata da tre uomini nel giro di breve tempo (tra cui Beckett e lo scultore Calder). L’unico ambito in cui riesce a esprimere se stessa è la danza: frequenta corsi teatrali e coreutici, stringe amicizie femminili che le sono di ispirazione e si inserisce in ambienti artistici molto lontani da quelli del padre. Il primo crollo psichico segna per lei l’inizio di un calvario che, tra cliniche e manicomi, terapie sperimentali, psicanalisi junghiana, diagnosi contraddittorie e mai verificate, durerà tutta la sua vita. Scoprire il segreto dell’oscura malattia mentale di Lucia, della quale Joyce continuerà sempre a sentirsi colpevole, diverrà per l’autore dell’Ulysses una vera ossessione, che non gli darà mai tregua e rischierà di distruggerlo.

recensione di Federica Manzon in La Stampa/TuttoLibri 16 apr 2022

La follia rubata alla figlia fece grande l’arte di Joyce

https://www.lastampa.it/tuttolibri/2022/04/16/recensione/la_follia_rubata_alla_figlia_fece_grande_l_arte_di_joyce-3035996/?msclkid=004914ebbd9011ec8bc83790a86b3382

Boris PASTERNAK (1890-1960), scheda biografica in La Ragione, 26/3/22

GALIA OZ, La mia storia di amore e di tenebra. La figlia dello scrittore Amos Oz racconta un’infanzia violenta, di Simona Siri, in La Stampa, 26/3/22

letto in edizione cartacea

cerca in:

https://www.illibraio.it/news/storie/amos-oz-abusi-1398303/

Serata Pasolini,  (a 100 anni dalla nascita),  Martedì 29 marzo, ore 20.45. Proiezione del documentario Cinema in forma di mito – miti e mitologie nell’opera di PPP, del regista Mario Bianchi che dialogherà con Davide Fent.  The Art Company Como,  Via Borgovico 163 (cortile interno)

LUOGHI del LARIO e oltre ...

The Art Company Como
Donne in gabbia

Adriano Caverzasio “PPP” (2022)

Serata Pasolini,  (a 100 anni dalla nascita),  Martedì 29 marzo, ore 20.45. proiezione del documentario Cinema in forma di mito – miti e mitologie nell’opera di PPP  el regista Mario Bianchi che dialogherà con Davide Fent.  The Art Company Como,  Via Borgovico 163 (cortile interno)

Posti limitati, prenotazione necessaria al numero 335.8095646

o inviando una mail a info@theartcompanycomo.it

The Art Company Como,  Via Borgovico 163 (cortile interno)

Gli italiani

(poesia di PPP)


L’intelligenza non avrà mai peso, mai
nel giudizio di questa pubblica opinione.
Neppure sul sangue dei lager, tu otterrai
da uno dei milioni d’anime della nostra nazione,

un giudizio netto, interamente indignato:
irreale è ogni idea, irreale ogni passione,
di questo popolo ormai dissociato
da secoli, la cui soave saggezza
gli serve a vivere, non l’ha mai liberato.

Mostrare la mia faccia, la mia magrezza –
alzare la mia sola puerile voce –
non ha…

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MARIA LAI. Il tempo dell’incalcolabile — M77 Gallery Official Website. Visita alla mostra, 19/3/22

TRACCE e SENTIERI

MARIA LAI. Il tempo dell’incalcolabile2021-10-25 / 2022-04-03M77 presenta, da martedì 26 ottobre 2021, Il tempo dell’incalcolabile, progetto espositivo dedicato all’artista Maria Lai

vai al sito della galleria

MARIA LAI. Il tempo dell’incalcolabile — M77 Gallery Official Website

ciao cara ***,
…, ti avrei invitata a vedere una mostra particolare di Maria Lai, espressione dell’arte relazionale e dei libri cuciti.
Me l’aveva segnalata una mia amica innamorata di quest’artista sarda e così ieri sono andata con lei a milano a vedere un’inedito della Lai “Legarsi alle montagne” nonchè l’illustrazione cucita di una fiaba.
Poi, tornata a casa, sono andata a cercare altri particolari e ho trovato questo video su youtube (sono tre, ma io sono partita da quello di mezzo per completarlo con i mancanti successivamente):
 
 
L’ho trovata affascinante e mi sei venuta in mente, primo perchè se dovessi immaginarti tra 20anni ti penserei così, con la dolcezza nel…

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TartaRugosa ha letto e scritto di: Duccio Demetrio (2021), All’antica. Una maniera di esistere, Raffaello Cortina, Milano

TARTARUGOSA

Da questo libro è bene si astengano coloro che fanno della velocità il loro mito, che ritengono il passato qualcosa di cui è meglio liberarsi, che sono assaliti dal desiderio di sbarazzarsi dalle cianfrusaglie collezionate negli anni della vita, che considerano Gozzano leader indiscusso delle cose di pessimo gusto, che leggono nel carpe diem unicamente la voluttà edonistica e il bel vivere, che dileggiano e deridono una modalità di esistere all’antica, come il titolo cita.

Perché in queste pagine, nell’antico, si vagola carezzando autobiografia, sociologia, etnografia, filosofia, poesia, iconografia, tutto ciò che “ci spinge ad amare e cercare il volto poetico delle cose, delle persone, dei paesi, delle ore e degli stati di grazia che la memoria, a nostra insaputa, ha saputo invece difendere per noi. Per fortuna senza chiederci il permesso”.

E poiché il rievocare trova sì supporto incoraggiante nelle parole, ma anche nelle immagini, ecco che…

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Sconfiggere l’ansia: libri da leggere contro le emozioni negative – in ilLibraio.it

Sconfiggere l’ansia: libri da leggere contro le emozioni negative

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