
Martin Buber – Confessioni estatiche (Adelphi, 1987)
Pubblicato originariamente nel 1909 e rivisto nel 1921, il volume rappresenta un’antologia unica nel panorama della letteratura mistica. Buber raccoglie testimonianze eterogenee – da Plotino a Ramakrishna, da Simeone il Nuovo Teologo a figure meno note come la pastorella Alpais o la serva Armelle – unificandole attraverso il filo rosso dell’esperienza estatica vissuta come incontro sovrumano1.
Struttura e intento
Buber evita classificazioni gerarchiche o interpretazioni riduttive (psicologiche, fisiologiche), privilegiando la vox humana che tenta di dire l’indicibile16. L’opera si configura come un dialogo trans-storico dove mistici di epoche e culture diverse «parlano una sola voce», quella dell’uomo di fronte all’abisso del divino1.
Influenza culturale
Il libro ha segnato intellettuali come Jorge Luis Borges, che dichiarò: «Tutto ciò che so sull’estasi l’ho imparato da questo libro»6, e Robert Musil, il quale attinse alle Confessioni per i dialoghi mistici tra i protagonisti de L’uomo senza qualità1. Pietro Citati lo definisce «il più bel breviario di mistica» per la capacità di coniugare rigore e potenza visionaria6.
- https://www.adelphi.it/libro/9788845902437
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- https://www.libreriadelsanto.it/reparti/libri/autori-e-personaggi/autori/buber-martin/427.html
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- https://www.lafeltrinelli.it/confessioni-estatiche-con-saggio-di-libri-vintage-martin-buber/e/2562817141423
- https://www.ebay.it/itm/295453381901
