“Ci sono istanti che bastano da soli a dare il senso a una vita. Non sono casuali e vanno coltivati. Seguendo il principio di piacere, ma senza egoismo”: le istruzioni per l’uso
di Romano Madera*Basta un attimo solo per rendere la vita degna di essere vissuta. Non un attimo di piacere isolato, ma un attimo capace di imprimere un senso, di regalare una prospettiva. Ci sono istanti che non passano, forti e pregnanti al punto da non essere eliminati: sono centri di luce. Nella vita ce ne sono, come i momenti di commozione, o di illuminazione intellettuale, o di riconoscimento del dolore. Ricordate il film La storia del cammello che piange, dove una cammella, per il troppo dolore provato durante il parto, non riconosce il suo piccolo? La musica, il suono di un violino, la fa commuovere e avvicinare al cucciolo, finalmente riconosciuto e accolto? Questo riconoscimento dell’altro ci è necessario anche soltanto a sopravvivere. E a vivere. Due persone che si commuovono, si “muovono con”: e per accettare il dolore, a volte basta che un altro lo riconosca. Sono momenti fondamentali nella vita, anche se dolorosi, anche se le persone li fuggono. Questi momenti perfetti, attimi che ci cambiano, sono senza “ego”, nel senso buddista: ovvero senza egoismo, ma non senza consapevolezza. Ricordo la prima volta che lessi il verso di Keats: “qualcosa di bello è una gioia per sempre”.
tutta la sintesi della relazione qui:
Calcolo dei minuti perfetti | Dmemory
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