Venerdì 15 marzo 2013 – ore 17.00
presso Accademia di Belle Arti Aldo Galli, Via Petrarca, 9
“Ogni cosa può volare” Marc Chagall, “Io e il villaggio” (indicato anche come “Io e il mio paese”): 1911, olio su tela, 191×150 cm, MoMA NY
Interventi di:
Prof.ssa Rosa De Rosa – Accademia di Belle Arti Aldo Galli :
audio di De Rosa.Mp3
Dai miei Appunti:
- cosa guardiamo:
- la forze espressiva del colore (colere per esprimersi)
- la rivoluzione dello spazio: non più profondità, ma tutto è suddiviso per spazi geometrici, per rappresentare presente e passato
- era di origini umili (Bielorussia). Tema che lui riporta sempre
- rimane fedele al figurativo
- Vediamo:
- il ritratto in verde : autoritratto, una mezza faccia che entra nel quadro
- un muso di mucca in bianco: gli occhi si incrociano
- in primo piano una offerta di fiori
- nella testa della mucca una donna che munge (il ricordo della comunità)
- più sotto un particolar delle mani
- IL MODO CHE RAPPRESENTA E’ IL RICORDO
- narrazione: il villaggio semplice, la sinagoga
- pittura che diventa poesia
- le immagini capovolte: due case, una donna
- il presente dell’opera è il passato
Prof. Maurizio Migliori – Università degli Studi di Macerata
audio di Maurizio Migliori.Mp3
dai miei Appunti
- tema: tutte le cose possono volare. Dunque con Chagall si può parlare del SOGNO
- nel SOGNO ci sono cose diverse: racconta fatti reali, ma diversi; viene fuori una realtà diversa
- il sogno non mente. il sogno si manifesta
- nel sogno c’è una logica diversa dalla nostra
- è un manifestarsi del desiderio
- è rivelatore e sincero
mi scrive Anna:
ciao Paolo, interessanti le spiegazioni di Rosa de Rosa sul quadro “Io e il villaggio” di Chagall. e’ un’opera cosi’ chiaramente rappresentativa del suo mondo contadino ebreo in bielorussia, dei suoi sogni, della Nostalghia, dell’incontro con altri artisti geniali, quasi tutti emigrati a Parigi in quegli anni, la scoperta della luce, i colori fuori da ogni convenzione come sono quelli dei Fauves……un quadro patchwork particolarmente
emblematico e bella l’idea dell’Accademia di far incontrare l’osservatore con l’artista nella sintesi di una sola opera. E’ particolarmente stimolante per chi osserva!
Grazie,Paolo, alla prossima “Dipingere il futuro” !
ciao
Anna
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