Buonasera professore, complimenti per il blog. Le segnalo il dialogo tra Vitiello, Severino e Sorondo. Lei potrà verificare se sia già presente sul Suo blog. E’ un video del 2014 che ha avuto poche visualizzazioni (nel titolo non compaiono i nomi dei dialoganti).
Convegno Seeing beyond 25 settembre 2014 parte 2/7
Grazie professore per avrermi segnalato la pagina Di Vasco Ursini.
Mi sono accostato tardi alla filosofia, sono un autodidatta.
C’è chi ritiene che una perfetta intellettualizzazione come quella di Severino sia solo il freno della sua nevrosi/psicosi: il filosofo bresciano non ha mai accettato la scomparsa del fratello. Questa tesi me l’ha sbattuta «in faccia» un ex allievo di Severino, me l’ha spiattellata nel corso di un recente dialogo (in privato su facebook) che tale ex studente disincantato ha avuto con me. E’ un ex studente della Ca’ Foscari che ormai guarda quasi esclusivamente a Nietzsche, Cioran e Jaspers; egli ritiene che Gloria e Gioia siano solo paradisi mitici senza luogo.
Ma tale ex studente non è riuscito ad allontanarmi dalla lettura degli scritti di Severino. Non credo alle interpretazioni psicologiche: è tutto da dimostrare che sia il vissuto a determinare la direzione dei nostri pensieri.
A mio avviso le domande teoretiche sollevate da Severino, sulla scia dell’insegnamento di Bontadini, restano in piedi: le cose diventano altro? E’ sperimentabile lo squartamento delle cose? Che cosa significa annientamento? Che cos’è il niente? Non si tratta di puri esercizi mentali, ma sono tremende domande metafisiche con cui siamo chiamati a fare i conti.
caro mario (ci diamo dl tu alla inglese: you?) pure io sono un autodidatta. sono sociologo e ho fatto il docente di politiche sociali nelle scuole universitari per assistenti sociali e per educatori professionali (trovi molto della mia attività in questo blog: mappeser.com)
mi sembra esagerato far risalire l’immensità del pensiero a una non elaborata morte, per quanto dolorosa debba essere stata
sono quindi d’accordo con te e con le tue domande
io del pensiero filosofico di severino riesco a comprendere solo una parte. molti suoi libri mi sono inaccessibili
ma sta di fatto che quello che capisco è molto in grado di orientarmi nel tempo presente e nei miei studi sui servizi . se poi qualcuno vuole metterla in psicanalisi faccia pure. sono in molti (in tempo di internet) a “odiare ” severino. pazienza , fatti loro
ciao e buoni giorni di riflessione e vita
L’ha ribloggato su Il pensiero filosofico di Emanuele Severino.
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Buonasera professore, complimenti per il blog. Le segnalo il dialogo tra Vitiello, Severino e Sorondo. Lei potrà verificare se sia già presente sul Suo blog. E’ un video del 2014 che ha avuto poche visualizzazioni (nel titolo non compaiono i nomi dei dialoganti).
Convegno Seeing beyond 25 settembre 2014 parte 2/7
Cordiali saluti
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molte grazie. appena possibile lo pubblichiamo qui. saluti cordiali
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gentile Mario le segnalo il blog diretto da Vasco Ursini sul pensiero di Emanuele Severino https://emanueleseverino.com/
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gentile Mario le segnalo il blog diretto da Vasco Ursini sul pensiero di Emanuele Severino
https://emanueleseverino.com/
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grazie ancora per la opportuna segnalazione : https://emanueleseverino.com/2017/02/07/salvezza-tra-finitudine-e-eternita-tavola-rotonda-emanuele-severino-vincenzo-vitiello-marcelo-sanchez-sorondo-vincenzo-milanesi-convegno-seeing-beyond-25-settembre-2014-parte-27-video-di-1-ora/
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Grazie professore per avrermi segnalato la pagina Di Vasco Ursini.
Mi sono accostato tardi alla filosofia, sono un autodidatta.
C’è chi ritiene che una perfetta intellettualizzazione come quella di Severino sia solo il freno della sua nevrosi/psicosi: il filosofo bresciano non ha mai accettato la scomparsa del fratello. Questa tesi me l’ha sbattuta «in faccia» un ex allievo di Severino, me l’ha spiattellata nel corso di un recente dialogo (in privato su facebook) che tale ex studente disincantato ha avuto con me. E’ un ex studente della Ca’ Foscari che ormai guarda quasi esclusivamente a Nietzsche, Cioran e Jaspers; egli ritiene che Gloria e Gioia siano solo paradisi mitici senza luogo.
Ma tale ex studente non è riuscito ad allontanarmi dalla lettura degli scritti di Severino. Non credo alle interpretazioni psicologiche: è tutto da dimostrare che sia il vissuto a determinare la direzione dei nostri pensieri.
A mio avviso le domande teoretiche sollevate da Severino, sulla scia dell’insegnamento di Bontadini, restano in piedi: le cose diventano altro? E’ sperimentabile lo squartamento delle cose? Che cosa significa annientamento? Che cos’è il niente? Non si tratta di puri esercizi mentali, ma sono tremende domande metafisiche con cui siamo chiamati a fare i conti.
Cordiali saluti
Mario Ciattoni
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caro mario (ci diamo dl tu alla inglese: you?) pure io sono un autodidatta. sono sociologo e ho fatto il docente di politiche sociali nelle scuole universitari per assistenti sociali e per educatori professionali (trovi molto della mia attività in questo blog: mappeser.com)
mi sembra esagerato far risalire l’immensità del pensiero a una non elaborata morte, per quanto dolorosa debba essere stata
sono quindi d’accordo con te e con le tue domande
io del pensiero filosofico di severino riesco a comprendere solo una parte. molti suoi libri mi sono inaccessibili
ma sta di fatto che quello che capisco è molto in grado di orientarmi nel tempo presente e nei miei studi sui servizi . se poi qualcuno vuole metterla in psicanalisi faccia pure. sono in molti (in tempo di internet) a “odiare ” severino. pazienza , fatti loro
ciao e buoni giorni di riflessione e vita
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dimenticavo, Nario. se sei su facebook, vasco ursini ha un gruppo in cui si parla delle opere di severino: https://www.facebook.com/groups/995555343856790/?fref=ts
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