Categoria: LINGUAGGIO
Gaddabolario. Duecentodiciannove parole dell’Ingegnere, a cura di Paola Italia – Carocci editore, 2023
scheda dell’editore
Gaddabolario – Carocci editore
Se avete in mano questo libro vuol dire che siete tra coloro che Gadda lo hanno solo sentito nominare (“l’Ingegnere della letteratura”, “il Joyce italiano”), ma finora non lo hanno mai letto (“Gadda è troppo difficile”, “Gadda bisogna tradurlo”). Oppure fate parte, come gli autori di questa impresa, della categoria degli “adepti”, ovvero di coloro che in un certo momento della vita hanno incontrato un libro di Gadda e, dopo lo smarrimento iniziale, hanno deciso che non lo avrebbero posato finché non ne avessero capito almeno una pagina. Perché leggere Gadda è un’avventura: un esercizio di conoscenza, un viaggio nella lingua italiana, un corso pratico di ironia. A volte si ride irrefrenabilmente, fino alle lacrime, altre volte è un riso amaro, sarcastico. Questo Gaddabolario, scritto dagli “adepti” per chi non lo è ancora, raccoglie e spiega duecentodiciannove parole gaddiane – un numero da cabala “ingravallesca”: via Merulana 219 è il centro in cui convergono tutti i delitti del Pasticciaccio – da abracadabrante a Zoluzzo. Uno strumento indispensabile per addentrarsi, di parola in parola, nei labirinti dell’Ingegnere e perdersi nel piacere della sua incomparabile prosa.
Paola Italia
Insegna Filologia italiana e Scholarly Editing all’Alma Mater Studiorum – Università di Bologna. Si è occupata di autori e temi dell’Ottocento (Leopardi e Manzoni) e del Novecento (Gadda, Bassani, Savinio, Tobino), con una particolare attenzione allo studio e all’edizione delle varianti d’autore. Da trent’anni studia le carte e l’opera di Carlo Emilio Gadda (Io sono un archiviòmane, Pistoia 2003 e Come lavorava Gadda, Carocci, 2017) e con Giorgio Pinotti e Claudio Vela è responsabile della nuova edizione Adelphi delle sue opere.
Pagani Paolo, Citofonare Hegel. I filosofi del passato rispondono alle grandi domande del presente, Rizzoli, 2022. Video e indice del libro
scheda dell’editore: https://rizzoli.rizzolilibri.it/libri/citofonare-hegel/#:~:text=La%20filosofia%2C%20secondo%20Ludwig%20Wittgenstein,della%20vita%2C%20privata%20e%20pubblica.
La filosofia, secondo Ludwig Wittgenstein, serve a «far uscire la mosca dalla bottiglia». Ovvero a risolvere problemi e a liberare la mente dagli errori. Non è, quindi, una dottrina astratta, ma piuttosto un’attività pratica che getta chiarezza in ogni ambito della vita, privata e pubblica.
Partendo da questa idea, Paolo Pagani, filosofo di formazione da sempre appassionato alla materia, ci propone in questo libro un esperimento originale: rivolge a 19 grandi filosofi del passato, da Socrate a Heidegger, le domande più scottanti del nostro tempo.
Dalla guerra al gender,
dai vaccini alle fake news alla dignità del lavoro,
il pensiero scaturito da menti come Hegel, Spinoza, Husserl o Nietzsche può illuminarci anche oggi o, per lo meno, nutrire il ragionamento e sollevare dubbi fecondi.
Perché le loro riflessioni universali – quali sono i limiti della ragione? la Natura è “buona”? ci si può fidare dei sensi?… – si adattano perfettamente all’epoca che stiamo vivendo, e a contesti solo in apparenza diversi.Guest stars del volume sono
1 scrittore (Tolstoj)
e 7 personaggi letterari, ciascuno emblematico di un tema,
come Gulliver che rappresenta la diversità,
Fantozzi il lavoro offeso,
o Don Chisciotte la vita inautentica.
Citofonare Hegel accompagna il lettore in quell’esercizio pratico che è la filosofia, capace di aprire mondi e ribaltare l’ovvio, mentre stiamo comodamente seduti in poltrona, sorseggiando una tazza di tè. Un’attività entusiasmante, provare per credere.
A questo libro si affianca il podcast originale Spotify, una produzione Spotify Studios in collaborazione con Chora Media.
Dionigi Ivano, Benedetta parola. La rivincita del tempo, Il Mulino, 2022
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https://www.mulino.it/isbn/9788815298355
La parola tende il filo ininterrotto del tempo che tiene insieme la memoria dei padri e il destino dei figli.
Creatura e creatrice, la parola custodisce e rivela l’assoluto che siamo.
Stupenda e tremenda, potente e fragile, gloriosa e infame, benedetta e maledetta, simbolica e diabolica, la parola è pharmakon, «medicina» e «veleno»: comunica e isola, consola e affanna, salva e uccide; edifica e distrugge le città, fa cessare e scoppiare le guerre, assolve e condanna innocenti e colpevoli. Per i classici è icona dell’anima, sede del pensiero, segno distintivo dell’uomo; per la sapienza biblica inaugura la creazione e fonda lo «scandalo» cristiano dell’incarnazione. Che ne è oggi della parola? Ridotta a chiacchiera, barattata come merce qualunque, preda dell’ignoranza e dell’ipocrisia, essa ci chiede di abbassare il volume, imboccare la strada del rigore, ricongiungersi alla cosa. Agostino direbbe che «noi blateriamo ma siamo muti». Costruttori di una quotidiana Babele e sempre più votati all’incomprensione reciproca, avvertiamo il bisogno di un’ecologia linguistica che restituisca alla parola il potere di svelare la verità. A noi il duplice compito: richiamare dall’esilio le parole dei padri e creare parole per nominare il novum del nostro tempo.
Ivano Dionigi è professore emerito di Lingua e Letteratura Latina dell’Università di Bologna, di cui è stato rettore dal 2009 al 2015. È presidente della Pontificia Accademia di Latinità e del Consorzio Interuniversitario Alma Laurea, e direttore del Centro Studi «La permanenza del classico». Tra i suoi libri: «Quando la vita ti viene a trovare. Lucrezio, Seneca e noi» (Laterza, 2018), «Osa sapere. Contro la paura e l’ignoranza» (Solferino, 2019), «Parole che allungano la vita. Pensieri per il nostro tempo» (Raffaello Cortina, 2020), «Segui il tuo demone. Quattro precetti più uno» (Laterza, 2020).
- I. Il palazzo della memoria
- Un’icona agostiniana.
- Memoria e oblio.
- Oralità e scrittura.
- E ora?
- II. La biblioteca
- Luogo della memoria.
- Tradizione.
- Traduzione.
- Un unicum.
- Sapere e potere.
- III. Il libro
- Sopravvivenza.
- Malasorte.
- Libertà.
- Vitalità.
- Simbolo.
- Salvezza.
- Esibizionismo.
- IV. La parola
- Potere.
- Tempo.
- Politica.
- Verità.
- V. Contro il presente
- Un lessico fondamentale.
- Contestazione, fratello, Pentecoste.
- Intelligere, interrogare, invenire.
- Lentius, profundius, suavius.
temi legati al GENERE : uso dell’asterisco, dello schwa o di altri segni che “opacizzano” le desinenze maschili e femminili – di Paolo D’Achille in Accademia della Crusca
quesiti pervenutici su temi legati al genere: uso dell’asterisco, dello schwa o di altri segni che “opacizzano” le desinenze maschili e femminili; possibilità per l’italiano di ricorrere a pronomi diversi da lui/lei o di “recuperare” il neutro per riferirsi a persone che si definiscono non binarie; genere grammaticale da utilizzare per transessuale e legittimità stessa di questa parola
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Un asterisco sul genere – Consulenza Linguistica – Accademia della Crusca
De Angelis Milo, DE RERUM NATURA di LUCREZIO, Mondadori, 2022
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https://www.mondadoristore.it/De-rerum-natura-di-Lucrezio-Milo-De-Angelis/eai978880474777/
Meneghel Roberta, Instant greco antico. Il corso facile e veloce per riscoprire una lingua più viva che mai, Gribaudo, 2020. Indice del libro
MERLIN DEFANTI Stella, Instant latino. Il corso facile e divertente che renderà questa lingua più viva che mai, Gribaudo editore, 2022. Indice del libro
DUCCIO DEMETRIO, INGRATITUDINE, La memoria breve della riconoscenza, Raffaello Cortina Editore, 2016. Presentazione con Paolo Ferrario e Luciana Quaia alla LIBRERIA UBIK, Como, 28 Marzo 2017
distopìa, definizione in Vocabolario – Treccani
GARDINI Nicola, Le 10 parole latine che raccontano il nostro mondo, Garzanti, 2019. ARS, SIGNUM; MODUS; STILUS; VOLVO; MEMORIA, VIRTUS; CLARITAS; SPIRITUS; RETE
COMUNITA’, etimologia, definizione
PELISSERO Alberto, Dizionarietto di sanscrito per filosofi, Morcelliana/Scholé, 2021
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Dario Pisano, Parla come Dante. Come e perché usare i versi del sommo poeta nella vita quotidiana – Newton Compton Editori, 2021
A molti di noi è capitato spesso di esclamare, in qualità di invito a non perdere tempo con persone che non meritano la nostra attenzione, «Non ti curar di lor, ma guarda e passa!» (prima curiosità: la citazione è sbagliata! Dante scrive: «Non ragioniam di lor…»). E chi non conosce il verso «Amor ch’a nullo amato amar perdona», che tanta fortuna ha avuto nella musica italiana? Ma cosa significa? E quante volte abbiamo detto a un amico – pieno di guai fino al collo – «stai fresco»? Che cosa hanno in comune queste espressioni e le tante altre raccolte nel libro? La medesima paternità. Nascono tutte dalla penna di Dante Alighieri, il massimo genio linguistico della storia, il quale – con la sua Divina Commedia – ha incrementato vertiginosamente il patrimonio lessicale dell’italiano. Parla come Dante ospita una ricognizione dei più famosi ma anche dei meno noti versi di Dante entrati nella lingua quotidiana, per lo più usati da chi parla senza la consapevolezza della loro provenienza. L’ampia documentazione offerta in queste pagine è la prova del fatto che, se anche noi ignoriamo Dante, Dante non ignora noi, ed è sempre sulle nostre labbra, in ogni momento della «nostra vita»! Quante volte, parlando, citiamo Dante senza saperlo? E siamo certi di citarlo bene? Un libro che svela la presenza nascosta ma costante del sommo poeta nella nostra vita quotidiana
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Parla come Dante – Newton Compton Editori
“Giovanni Semerano e la dicotomia indoeuropeisti-semitisti” di Giuseppe Ieropoli | Letture.org
Dott. Giuseppe Ieropoli, Lei è autore del libro Giovanni Semerano e la dicotomia indoeuropeisti-semitisti pubblicato da La Finestra Editrice: quale importanza riveste la prospettiva storico-linguistica indicata da Giovanni Semerano?
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“Giovanni Semerano e la dicotomia indoeuropeisti-semitisti” di Giuseppe Ieropoli | Letture.org
Luca Serianni, L’ITALIANO. PARLARE, SCRIVERE, DIGITARE. Con un saggio di Giuseppe Antonelli – Treccani Libri, 2019
La COMMEDIA di DANTE, raccontata e letta da Vittorio SERMONTI, Emons Audiolibri, 9 CD in formato Mp3, 2021
ZAMPONI Ersilia, I draghi locopei. Imparare l’italiano con i giochi di parole, presentazione di Umberto Eco, postfazione di Stefano Bartezzaghi, Einaudi, 1986
ANTONELLI Giuseppe, Il mondo visto dalle parole. Un viaggio nell’italiano di oggi, Solferino, 2020
Federico RONCORONI, Sillabario della memoria. Viaggio sentimentale tra le parole amate, Salani editore, 2010
PIETRINI Daniela, presentazione di Giuseppe Antonelli, La lingua infetta. L’italiano della pandemia, Treccani, 2021 – MAPPE nelle POLITICHE SOCIALI e nei SERVIZI
anche in
PIETRINI Daniela, presentazione di Giuseppe Antonelli, La lingua infetta. L’italiano della pandemia, Treccani, 2021 – MAPPE nelle POLITICHE SOCIALI e nei SERVIZI
da La Lettura (Corriere della Sera):
«Fin dall’inizio della crisi sanitaria le mascherine hanno conquistato un posto di rilievo nel discorso sul coronavirus.
È quindi proprio su maschera e sul derivato mascherina, dall’etimologia della parola agli usi più recenti, che si concentra questo capitolo. L’etimologia del termine maschera è incerta e tutt’altro che pacifica. L’ipotesi più accreditata è quella del prestito germanico medioevale: seguendo la ricostruzione di Nocentini (2010, s.v.), maschera deriverebbe dal germanico *maska “spettro, essere demoniaco e spaventoso”, attestato – come equivalente del latino striga “strega” – dapprima nell’Editto di Rotari (prima raccolta scritta delle leggi dei Longobardi, promulgato nel 643 d.C.) nella forma latina masca e più tardi nella forma latina medioevale mascara (cfr. anche Antonelli, 2020, pp. 60-62). Questo primo significato, molto lontano da quello odierno, è confermato dall’occitano masca “strega” (sec. XIV) e si ritrova anche nei dialetti ligure e piemontese, ma non nei testi in volgare del XIV secolo.
In tutto il Duecento e il Trecento infatti, a parte alcuni commenti danteschi in cui è glossa di “larva”, maschera significa solo “oggetto che ricopre del tutto o parzialmente il viso e la testa”, che rappresenta generalmente un volto antropomorfo o zoomorfo e si indossa per trasformare il proprio aspetto, durante una festa o, in riferimento ai tempi antichi, durante una rappresentazione teatrale (cfr. Tlio, s.v.).
La prima attestazione del termine non è, come riportato erroneamente da diversi dizionari etimologici, il Decameron di Boccaccio (“e, messagli una catena in gola e una maschera in capo […]”), ma un commento anonimo ai Rimedi d’amore di Ovidio (volgarizzamento B): “Erano i teatri i luoghi dove i poeti ricetavano dinanzi al populo loro libri con maschere e drappi ric[c]hissimi ornati, sì come inanzi è scritto nel capitolo de’ poeti”. Dalla maschera facciale o che nasconde completamente la testa si passa, per estensione, al travestimento di tutta la persona e quindi al valore semantico di “persona mascherata” (Castiglione, 1529: “Io mi piglio piacer, quando son maschera, di burlar frati”).
Quanto all’accezione originaria del termine, solo a partire dal Quattrocento si trova qualche attestazione di maschera nel senso di “apparizione maligna, ossessionante, che turba e sconvolge l’animo; strega, fantasma, spirito maligno” (cfr. Gdli s.v.), per esempio in Leon Battista Alberti (“per asuefarli a non temere né credere le maschere e favole delle vecchie”) o in Pietro Aretino (“che in coscienza fariano paura a le maschere”)».
il sito della ACCADEMIA DELLA CRUSCA
Punto di riferimento per le ricerche sulla lingua italiana.
vai a:
https://accademiadellacrusca.it/
http://facebook.com/AccademiaCrusca |
http://youtube.com/user/AccademiaCrusca
Frasi latine nell’italiano di oggi, in StudiaRapido
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LE PAROLE VALGONO, di Valeria Della Valle, Giuseppe Patota, Treccani Libri editore, 2020
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Le parole valgono
Per reagire all’ondata di violenza e di sciatta volgarità che ha invaso la lingua italiana, gli autori hanno scelto, come strumento di redazione, le parole che valgono, accompagnando il lettore a scoprirle in testi pieni di sorprese.
Dalle diciassette parole usate in una famosa sentenza medievale a quelle di una canzone d’amore in una pergamena del XII secolo; da quelle di san Francesco, Dante, Leonardo e Ludovico Ariosto a quelle raccolte nel Vocabolario della Crusca; da quelle di Cesare Beccaria contro la tortura e la pena di morte a quelle struggenti di Bella ciao, fino alle parole di due grandi presidenti della Repubblica, Einaudi e Ciampi
Dante Alighieri e l’EMPATIA: “s’io m’intuassi, come tu t’inmii”, in IX canto del Paradiso
vedi http://www.vocabolariodantesco.it
“s’io m’intuassi, come tu t’inmii”
PIOLA PERICLE, Il latino per tutte le occasioni. Manuale di conversazione per l’uomo d’oggi. Illustrazioni di Federico Sardelli – Garzanti, 2018
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IEROPOLI GIUSEPPE, Giovanni Semerano e la dicotomia indoeuropeisti – semitisti, prafazione di Massimo Cacciari, La Finestra editrice, 2018. Indice del libro
MORO ANDREA, Breve storia del verbo essere. Viaggio al centro della frase, Adelphi, 2010. Indice del libro
CESARETTI PAOLO, MINGUZZI EDI, Il dizionarietto di greco. La parole dei nostri pensieri, ELS La Scuola.Editrice Morcelliana, 2017, p. 254
Lingua sanscrita – Wikiwand
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DI GREGORIO A. – Il Vademecum del traduttore, Libreria Dante Alighieri online
DI GREGORIO A. – Il Vademecum del traduttore
Il Vademecum del traduttore propone un vastissimo campionario ragionato di problemi connessi alla pratica quotidiana della traduzione e relative soluzioni.
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il latino non è solo bello, ma è UTILE: per comprendere meglio ciò che si legge, lettera di Mariagrazia Deretti a Corriere della Sera 7, 24 ottobre 2014
nel 1982 W.J. Ong pubblicava un saggio molto interessante, “Orality and literacy. The technologizing of the word” (trad. it., Oralità e scrittura. Le tecnologie della parola, Il Mulino, 1986), con il quale venivano studiate le modificazioni e le trasformazioni legate al crescere dell’uso della parola scritta nella storia del pensiero occidentale
nel 1982 W.J. Ong pubblicava un saggio molto interessante, “Orality and literacy. The technologizing of the word” (trad. it., Oralità e scrittura. Le tecnologie della parola, Il Mulino, 1986), con il quale venivano studiate le modificazioni e le trasformazioni legate al crescere dell’uso della parola scritta nella storia del pensiero occidentale. In altre parole, Ong esaminò – anche avvalendosi di studi antropologici – come si modificava la capacità di pensare degli uomini a seguito del passaggio da una cultura prettamente orale (“comunità senza scrittura”) ad una cultura chirografica (caratterizzata dalla presenza di scrittura). Egli scoprì, ad esempio, che “il pensiero analitico […] non può essere comunicato, e neppure pensato, in una cultura che non conosca la scrittura alfabetica: le culture ad oralità primaria […] non hanno filosofia” (p. 8) e, aggiungerei, non hanno neppure scienza. Con queste precise parole si esprimeva W.J. Ong: “Differenze di fondo sono state scoperte in anni recenti tra i modi della conoscenza e dell’espressione verbale nelle culture ad oralità primaria, vale a dire culture senza scrittura, e quelli delle culture profondamente influenzate dall’uso della stessa. Con sorprendenti implicazioni: molti dei tratti per noi ovvi del pensiero e dell’espressione letteraria, filosofica e scientifica, nonché della comunicazione orale tra alfabetizzati, non sono dell’uomo in quanto tale, ma derivano dalle risorse che la tecnologia della scrittura mette a disposizione della coscienza umana” (p. 19).
da Bazzani, Fabio, Vitale, Sergio, Lanfredini, Roberta (a cura di), La verità in scrittura.
Federico Roncoroni, Margherita Sboarina, MODELLI TESTUALI, dal testo descrittivo al testo letterario, Arnoldo Mondadori Scuola editore, 1992, pagg. 1260. Indice della antologia
Nella mia esperienza è la più bella e utile antologia che sia stata pubblicata, perchè la sua struttura ed i suoi contenuti si prestano anche a comprendere e valorizzare la “scrittura professionale” che si esprime nei servizi alla persona.
Purtroppo questo libro è esaurito presso l’editore. Però può essere recuperato in qualche bilblioteca e consultato soprattutto per i testi scelti e le presentazioni dei vari tipi di scrittura
LOMBARDI VALLAURI E. , La linguistica in pratica, Il Mulino
E. LOMBARDI VALLAURI La linguistica In pratica Collana “Itinerari”
pp. 352, € 27,00 in libreria dal 09/01/2014 Note: Nuova edizione |
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Prefazione Parte prima. La linguistica e la vita I. Capire la realtà III. La linguistica e la comunicazione moderna V. Fonetica e fonologia VI. Lessico XII. La linguistica, l’uomo, il cervello: che cosa siamo? Indice analitico |
Cesare Segre (1928-2014), genio timido della filologia – di Paolo De Stefano Corriere.it
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Citava Propp, Jakobson e Lévi-Strauss. Aveva avviato dal ‘66, con Maria Corti, d’Arco Silvio Avalle e Dante Isella, una rivista di critica pionieristica, «Strumenti critici». Cesare Segre era l’opposto di Isella e Corti nel proporsi agli studenti: non faceva nulla per piacere.
Tutto il suo fascino stava in quel che diceva, non nel come lo diceva. Dunque, per apprezzarne la qualità, bisognava rileggere gli appunti a casa, con calma, e solo da quella lettura veniva fuori tutta la straordinaria rete di collegamenti e di richiami: solo allora l’entusiasmo dei suoi allievi si poteva accendere.
L. CANFORA, U. CARDINALE (a cura di), Disegnare il futuro con intelligenza antica
nella deriva del mondo moderno è ancora necessaria una guida antica per superare la falsa percezione di un’antitesi tra umanesimo e tecnica
per la scheda vai a: L. CANFORA, U. CARDINALE (a cura di), Disegnare il futuro con intelligenza antica | POLSER – Politiche sociali e dei servizi.
Metafore/Teoria
Salvatore Natoli, Parole della filosofia o dell’arte di meditare, Feltrinelli, 2004
p. 52-71
Metafora
Ernst H. Gombrich, Immagini simboliche. Studi sull’arte del Rinasimento, Einaudi, 1978,
p. 234-238
ALFRED A. TOMATIS: l’orecchio, l’ascolto e l’anima
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Eccellente scrittore e divulgatore, appassionato quanto rigoroso, Tomatis ha scritto 15 libri e numerosi articoli tradotti in tutto il mondo, ma sfortunatamente non tutti tradotti in italiano.
Questi i suoi principali aforismi:
• Tutto il corpo è un orecchio, un’antenna ricettrice che vibra all’unisono con la fonte del suono.
• Non occorre sentire per ascoltare, infatti alcuni famosi musicisti del passato erano sordi.
• L’aria, una volta invasa dalle vibrazioni acustiche, che siano quelle di un battito di mani o di una sonata per pianoforte, non è più quella di prima.
• All’inizio fu il suono.
• Ogni fenomeno acustico, in fondo, non è che un’eco del «suono primordiale».
• La funzione dell’orecchio non è solo quella passiva del percepire i suoni, ma anche quella attiva in cui emerge il desiderio di ascoltarli.
• La cosa più importante da ricordare è che il cervello non produce energia, la cattura, ed è l’orecchio che gliela fornisce.
• Il suono è quindi un alimento del cervello.
• Il linguaggio è l’elemento fondante l’umanità dell’uomo.
• La lingua nativa è proprio la lingua materna appresa durante l’ascolto intrauterino, la prima funzione sensoriale a essere già consolidata al quinto mese di gestazione, e le altre lingue le si apprendono allo stesso modo, indipendentemente dall’età del parlante.
• Quando l’orecchio non ascolta in modo ottimale si hanno ripercussioni su tutto il sistema organismico.
• Una pedagogia fondata su una corretta educazione all’ascolto non ha per fine l’individuo monologante bensì l’individuo dialogante.
• Questa pedagogia è anche il segreto per accedere allo “effetto Mozart”, una chiave magica per trasformare l’organismo modificando lo stato emotivo, fisico e mentale.
• Mozart è infatti un’ottima madre e provoca il maggior effetto curativo sul corpo e sull’anima.
• La capacità di ascoltare è la madre di tutte le altre capacità: dell’apprendimento, del linguaggio, della relazione, degli affetti, della memoria, dell’intelligenza e perfino dell’identità personale e della salute psicofisica.
• L’orecchio è quindi anche uno dei migliori strumenti di guarigione.
E questi i suoi libri tradotti in italiano:
• Educazione e Dislessia, Edizioni Omega, 1977.
• L’Orecchio e la Vita. Tutto quello che dovreste sapere sull’udito per sopravvivere, Baldini e Castoldi, 1992.
• L’Orecchio e la Voce, Baldini e Castoldi, 1993.
• Dalla comunicazione intrauterina al linguaggio umano. La liberazione di Edipo, Ibis, 1993.
• L’Orecchio e il Linguaggio, Ibis, 1995
• La notte uterina, Red, 1996.
• Perché Mozart, Ibis, 1996.
• Ascoltare l’Universo: dal big bang a Mozart, Baldini e Castoldi, 1998.
• Come nasce e si sviluppa l’ascolto umano, Red, 2001.
• Siamo tutti nati poliglotti, Ibis, 2003.
• Nove mesi in paradiso. Storie della vita prenatale, Ibis, 2007.
• Vertigini, Ibis, 2009.
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