Di Kavafis bisogna conoscere almeno tre poesie:
In tutte si coglie lo spirito tragico del Novecento:
la scissione della coscienza,
il senso di un fato che incombe NON dall’esterno, ma dall’interno
Andrea Di Gregorio su:
aggiunge Giorgio Chiavegato : “anche GRIGIO” non scherza”
Rimirando un opale a metà grigio
mi risovvengo d’occhi belli e grigi
ch’io vidi(forse vent’anni fa)…
Per un mese ci amammo.
Poi sparì, credo a Smirne, a lavorare.
E poi non ci vedemmo più.
Si saranno guastati gli occhi grigi
-se vive-e il suo bel viso.
Serbali tu com’erano, memoria.
E più che puoi, memoria, di quell’amore mio
recami ancora, più che puoi, stasera.
Costantino Kavafis
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