Francois Cheng, La bellezza del tramonto – lettura di Domenico Pelini

La MAPPA, di Wislawa SZYMBORSKA, in Basta così, Adelphi. Lettura poetica di Domenico PELINI. … Amo le mappe perché dicono bugie. Perché sbarrano il passo a verità aggressive. Perché con indulgenza e buon umore sul tavolo mi dispongono un mondo che non è di questo mondo …

clicca sul seguente link per ascoltare l’audio:

https://drive.google.com/file/d/1FAfNFdPiE-n-XQyLUE0I4IlZ25dQn14G/view?usp=sharing

DOMENICO PELINI

recita la poesia di Wislawa Szymborska, LA MAPPA:

Piatta come il tavolo

sul quale è posata.

Sotto – nulla si muove,

né cerca uno sbocco.

Sopra – il mio fiato umano

non crea vortici d’aria

e lascia tranquilla

la sua intera superficie.

Bassopiani e vallate sono sempre verdi,

altopiani e montagne sono gialli e marrone,

oceani e mari – di un azzurro amico

sui margini sdruciti.

Qui tutto è piccolo, vicino, alla portata.

Con la punta dell’unghia posso schiacciare i vulcani,

accarezzare i poli senza guanti grossi,

posso con un’occhiata

abbracciare ogni deserto

insieme al fiume che sta lì accanto.

Segnalano le selve alcuni alberelli

tra i quali è ben difficile smarrirsi.

A est e ovest, sopra e sotto

l’equatore, un assoluto

silenzio sparso come semi,

ma in ogni seme nero

la gente vive.

Forse comuni e improvvise rovine

sono assenti in questo quadro.

I confini si intravedono appena,

quasi esitanti – esserci o non esserci?

Amo le mappe perché dicono bugie.

Perché sbarrano il passo a verità aggressive.

Perché con indulgenza e buon umore

sul tavolo mi dispongono un mondo

che non è di questo mondo.

Map

Flat as the table
it’s placed on.
Nothing moves beneath it
and it seeks no outlet.
Above—my human breath
creates no stirring air
and leaves its total surface
undisturbed.
Its plains, valleys are always green,
uplands, mountains are yellow and brown,
while seas, oceans remain a kindly blue
beside the tattered shores.
Everything here is small, near, accessible.
I can press volcanoes with my fingertip,
stroke the poles without thick mittens,
I can with a single glance
encompass every desert
with the river lying just beside it.
A few trees stand for ancient forests,
you couldn’t lose your way among them.
In the east and west,
above and below the equator—
quiet like pins dropping,
and in every black pinprick
people keep on living.
Mass graves and sudden ruins
are out of the picture.
Nations’ borders are barely visible
as if they wavered—to be or not.
I like maps, because they lie.
Because they give no access to the vicious truth.
Because great-heartedly, good-naturedly
they spread before me a world
not of this world.

(Translated, from the Polish, by Clare Cavanagh)


fonte:

La mappa, Wislawa Szymborska

SCRIVE Lou:

“l’occhio del poeta svela la bellezza, il sentimento, l’emozione che è celata in ogni cosa, anche in una mappa”

Domenico Pelini legge: Iosif Brodskij, Fondamenta degli incurabili, Adelphi, 1989, pag. 29: “D’inverno , specialmente la domenica, ti svegli in questa città …

D’inverno, specialmente la domenica, ti svegli in questa città tra lo scrosciare festoso delle sue innumerevoli campane, come se dietro le tendine di tulle della tua stanza tutta la porcellana di un gigantesco servizio da tè vibrasse su un vassoio d’argento nel cielo grigio perla. Spalanchi la finestra, e la camera è subito inondata da questa nebbiolina carica di rintocchi e composta in parte di ossigeno umido, in parte di caffè e di preghiere. Non importa la qualità e la quantità delle pillole che ti tocca inghiottire questa mattina: senti che per te non è ancora finita. … In giorni come questi la città sembra davvero fatta di porcellana: come no, con tutte le sue cupole coperte di zinco che somigliano a teiere, o a tazzine capovolte, col profilo dei suoi campanili in bilico che tintinnano come cucchiaini abbandonati e stanno per fondersi nel cielo.

DOMENICO PELINI legge IOSIF BRODSKIJ

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Auden Wystan Hugh, Blues in memoria – lettura di Domenico Pelini

da “Un altro tempo”, Adelphi edizioni
musica: Max Richter,Horizon variations

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Iosif Brodskij, TORSO – lettura di Domenico Pelini

Se capiti d’un tratto fra erbe di pietra,
più splendenti nel marmo che nel vero,
o se vedi una ninfa inseguita da un fauno,
felici entrambi più nel bronzo che nel sogno,
posson lasciare il bordone le affrante dita:
sei nell’Impero, amico.
Aria, acqua, fiamma, fauni, leoni, naiadi,
copie dal vero o corpi immaginari,
tutto ciò che ha inventato Dio e che il cervello
s’è stancato di continuare, s’è fatto pietra, metallo.
Questa la fine delle cose, questo alla fine della strada
lo specchio per entrare.
Mettiti in una nicchia vuota e, rovesciando
gli occhi, guarda svanire dietro l’angolo
i secoli, e il muschio ricoprire il ventre
e le spalle la polvere, tinta del tempo.
Qualcuno spezza un braccio, e con un tonfo rotola
la testa giù dal collo.
E resta un torso, anonima somma di muscoli.
Mille anni dopo abiterà qui un topo, ma,
l’unghia rotta sul granito, uscirà una sera,
squittendo, zampettando oltre la strada,
per non tornare a mezzanotte in tana.
E neppure al mattino

Eugenio Montale, Ho sceso, dandoti il braccio, almeno un milione di scale. Lettura di Domenico Pelini

“Ho sceso, dandoti il braccio, almeno un milione di scale

e ora che non ci sei è il vuoto ad ogni gradino.

Anche così è stato breve il nostro lungo viaggio.

Il mio dura tuttora, né più mi occorrono

le coincidenze, le prenotazioni,

le trappole, gli scorni di chi crede

che la realtà sia quella che si vede.

Ho sceso milioni di scale dandoti il braccio

non già perché con quattr’occhi forse si vede di più.

Con te le ho scese perché sapevo che di noi due

le sole vere pupille, sebbene tanto offuscate,

erano le tue. ”

(Eugenio Montale)

Venezia si tiene con Iosif Brodskij e la voce di Domenico Pelini

ascolta l’audio: 

http://www.segnalo.it/Audio%20LIBRI/Pelini%20Files/Brodsky/Brodsky-9.mp3

da Iosif Brodskij, FONDAMENTA DEGLI INCURABILI, Adelphi 1989, pag.40 e pag. 29.
Le letture di Domenico Pelini sono tratte dal suo canale su Youtube

Mark Strand, Elegia per mio padre, lettura di Domenico Pelini

IOSIF BRODSKIJ: letture di Domenico Pelini

TOMAS TRANSTROMER: letture di Domenico Pelini

http://www.youtube.com/watch?v=CpFJVziNdto&feature=uploademail

Domenico Pelini legge LA PAROLA di Vladimir Nabokov

Lettura tratta da “Una Bellezza Russa”Adelphi editore su musica di Arvo Part (Spiegel im Spiegel)

L’Annunciazione di Rainer Maria Rilke nella traduzione di Giaime Pintor, con musica di Alejandro Fasanini e voce di Domenico Pelini

Mark Strand, Il tuo morire, letta da Domenico Pelini | Tracce e Sentieri

da Mark Strand, Il tuo morire, letta da Domenico Pelini | Tracce e Sentieri.

LA CASA ERA SILENZIO, di Stevens Wallace, Lettura di Domenico Pelini

Ascolta la lettura di Domenico Pelini: 

La casa era silenzio e il mondo era calma

LA CASA ERA SILENZIO, di Stevens Wallace

La casa era silenzio e il mondo era calma
Il lettore divenne il libro; e la notte estiva

Era il sentire del libro
La casa era silenzio e il mondo era calma

Le parole furono dette come se il libro non ci fosse
Se non che il lettore era chino sulla pagina,

Voleva stare chino, voleva molto tanto essere
Lo studioso a cui il suo libro dice il vero, a cui

La notte estiva è come una perfezione del pensiero.
La casa era silenzio perchè così doveva essere.

Il silenzio era parte del senso, parte della mente:
Il passaggio che conduce la perfezione alla pagina.

E il mondo era calmo. La verità in un mondo calmo.
In cui non c’è altro senso,essa stessa

E’ calma, essa stessa è estate e notte, essa stessa
E’ il lettore che a tarda ora chino legge.

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PS L’audio è tratto da: http://www.youtube.com/watch?v=y08EWMVM5l4

Wallace Stevens , The snow man. Lettura di Domenico Pelini

Vodpod videos no longer available.

Iosif Brodskij, frammento finale dalle Fondamenta Degli Incurabili, traduzione di Gilberto Forti, ed. Piccola Biblioteca di Adelphi, letto da Domenico Pelini, condiviso da Tatusc

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