frammenti di Eraclito, dove ricorre la parola Lógos. Numerazione Diels-Kranz, versione italiana di Gabriele Giannantoni, Laterza, 1975, salvo altra indicazione.
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- Di questo lógos che è sempre gli uomini non hanno intelligenza, sia prima di averlo ascoltato sia subito dopo averlo ascoltato; benché infatti tutte le cose accadano secondo questo lógos, essi assomigliano a persone inesperte, pur provandosi in parole e in opere tali quali sono quelle che io spiego, distinguendo secondo natura ciascuna cosa e dicendo com’è. Ma agli altri uomini rimane celato ciò che fanno da svegli, allo stesso modo che non sono coscienti di ciò che fanno dormendo. [fr. 1]
- Bisogna dunque seguire ciò che è comune. Ma pur essendo questo lógos comune, la maggior parte degli uomini vivono come se avessero una loro propria e particolare saggezza. [fr. 2]
- […] il fuoco, ad opera del lógos e del dio che governa tutte le cose, è trasformato, passando per l’aria, in umido, che è come il seme dell’ordine universale e che egli chiama «mare»; [dal fr. 31]
- A Priene nacque Biante, figlio di Teutames: la sua espressione [lógos] è superiore a quella degli altri. [Colli, A 103]
- Per quanto tu possa camminare, e neppure percorrendo intera la via, tu potresti mai trovare i confini dell’anima: così profondo è il suo lógos. [fr. 45]
- Ascoltando non me, ma il lógos, è saggio convenire che tutto è uno. [fr. 50]
- Da questo lógos, con il quale soprattutto continuamente sono in rapporto e che governa tutte le cose, essi discordano e le cose in cui ogni giorno si imbattono essi le considerano estranee. [fr. 72]
- L’uomo stupido ama stupirsi di ogni discorso [lógos]. [fr. 87]
- Di tutti coloro di cui ho ascoltato i discorsi [logous] nessuno è arrivato al punto di riconoscere che ciò che è saggio è separato da tutti. [fr. 108]
- E’ proprio dell’anima un lógos che accresce se stesso. [fr. 115]
Per prima cosa, si farà notare che in sei occorrenze la parola è usata in senso assoluto: il lógos; mentre in altre cinque il termine è sinonimo di «parola», «discorso», «espressione». Fatta notare la vastità dell’area semantica, si propone di connotare questo lógos in base alle sei occorrenze in cui esso viene usato in senso assoluto. Ne risulterà che
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- il lógos è sempre, quindi eterno (fr. 1);
- il lógos è comune a tutti (fr. 2) e governa tutte le cose (frr. 31 e 72);
- non viene ascoltato (fr. 50) dall’uomo che preferisce le proprie opinioni personali (fr. 2);
- la maggioranza degli uomini non ha intelligenza del lógos (fr. 1), mentre, se lo ascoltasse, perverrebbe a scoprire che tutto è uno (fr. 50).