cara ***
[…]
la domanda che mi ha letteralmente “animato” è stata l’ultima. Quella che più o meno risuonava così: “occorre un approccio filosofico nella consulenza?”
qui sono stato letteralmente catapultato nel mio attuale rovello conoscitivo esistenziale, che è il pensiero della vecchiaia di emanuele severino
dico della sua vecchiaia perchè da una ventina d’anni lui fa solo divulgazione e “consulenza”. fa lezione nelle piazze, nei teatri. è come se si fosse dato il compito di far calare nella vita i suoi altissimi e profondissimi appigli di senso. e la sua forza comunicativa ne guadagna in felicità intersoggettiva.
ho poi visto che nel tuo libro (a proposito grazie ancora per i due libri che mi hai donato) hai in bibliografia il suo la tendenza fondamentale del nostro tempo.
ma qual’è il nocciolo (la ghianda, direbbe james hillman) della sua mappa conoscitiva che più si lega alle politiche sociali dei servizi alla persona ed al lavoro professionale?
è la riflessione e sul dolore e la morte
tutti i suoi nuclei concettuali girano attorno a questa oggettiva condizione. quella da cui parte la filosofia greca e tutto lo sviluppo dell’occidente
poichè mi è sembrato che tu fossi interessata a questo filone del pensiero di severino ti rimando a qualche suo testo e fonte orale in cui severino costruisce la sua rete concettuale:
- il libro fondamentale è Il giogo, adelphi editore. si tratta della sua mirabile ed eternamente insuperabile traduzione e rilettura di eschilo. credo proprio che convenga partire da lì per arrivare ai fondamenti del suo percorso. ti allego il mio file pdf che contiene tutto il libro. vedrai subito dall’indice che è una fonte straordinaria
- c’è poi una sua lezione sul tema “il dolore e la contraddizione”. ho copiato la lezione sul mio server degli audio: http://www.divshare.com/download/13691248-280. purtroppo l’audio in qualche momento è pessimo. mi sono dato il compito di sbobinarlo. sentirai qualcosa di “inaudito” sul dolore
- infine sto studiando un suo ciclo recente di lezioni: Volontà, destino, linguaggio, rosenberg & sellier . sono lezioni a braccio che ha tenuto a torino nel 2010. qui c’è la sapienza di un vecchio che non se la tira per nulla, che non ha le tonalità del predicatore alla ricerca di proseliti, che non fa il prepotente nell’imporre la sua visione. c’è un portatore di logos che parla quasi in modo impersonale, anche se la sua soggettività traspare in modo lucente
ecco: ci tenevo a dirti queste fonti, che a me sembrano andare alla radice e anche oltre le radici
diciamo che questo è, per certi versi, il proseguimento all’ultima tua domanda della intervista
…
grazie per l’attenzione e buone ore nel tempo
un caro saluto
paolo
Caro Paolo,
condivido le cose che dici su Severino, per intero.
Dopo trent’anni passati su Cacciari e altri Autori, è in atto la conversione su Severino.
“Il giogo” è opera altissima e bellissima.
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grazie, gabriele
devi sapere che devo molto a te nel mio avvicinamento emanuele severino.
prima di conoscerti ne sapevo solo il nome.
po, poco a poco, e soprattutto attraverso le sue lezioni ho cominciato ad avicinarlo.
e ora è il mio compagno del tempo che resta
dunque: gratitudine a te
e un caro saluto
paolo
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