“ …se il divenire non appare come annientamento, ma come l’entrare e l’uscire delle cose dal cerchio dell’apparire, allora l’affermazione dell’eternità del tutto stabilisce la sorte di ciò che scompare: esso continua a esistere, eterno, come un sole dopo il tramonto.
Non solo la legna fiammeggiante, le braci, la cenere, il vento che le disperde sono eterni astri dell’essere che si succedono nel cerchio dell’apparire, ma anche tutte le fasi dell’albero che [nella valle ove fresca era la fonte e il giovane verde dei cespugli giocava al fianco delle calme rocce e l’etere tra i rami traluceva e quando intorno i fiori traboccavano ( Holderlin)] hanno preceduto la legna tagliata per il fuoco.
Quando gli astri dell’essere escono dal cerchio dall’apparire, il destino della verità li ha già raggiunti e impedisce loro di diventare niente. Appunto per questo essi, TUTTI, POSSONO RITORNARE.”
da: La strada, Rizzoli
Sul senso dell’apparire e dello scomparire dell’eterno in Severino è appena uscito il libro di Donato Sperduto: Il divenire dell’eterno. Su Emanuele Severino (e Dante), prefazione di Leonardo Messinese, Aracne, Roma, 2012.
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grazie. effettivamente deve seere un libro oltremodo interessante per il suo approccio al pensero diseverino. devo ordinarlo su ibs, che vedo lo mette in vendita
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