La dea detta a Parmenide i veri e propri fondamenti di ciò che diverrà la logica occidentale, ovvero quei principi che solo successivamente verranno teorizzati e codificati da Aristotele:
• A ≡ A (Principio di identità).
• A = B (Principio di uguaglianza).
• A ≠ -A ( Principio di non-contraddizione).
Dinanzi all’uomo si aprono sostanzialmente due vie:
• Alètheia: la verità basata sulla ragione, che porta alla conoscenza dell’Essere vero;
• Dòxa: il sentiero dell’opinione, che porta alla conoscenza dell’Essere apparente.
L’alètheia consiste in: “l’essere è e non può non essere, mentre il non essere non è e non può essere” [principi di identità e di non-contraddizione].
L’Essere vero è un presente eterno, ingenerato ed imperituro, immutabile ed immobile, unico ed omogeneo, finito; se così non fosse, sarebbe implicato in qualche modo il non-essere.
Secondo Aristotele i presocratici si occuparono fondamentalmente di rintracciare l’arché, ovvero la sostanza (dal latino substantia) primordiale, da cui tutto deriva: ciò che permane nonostante il cambiamento o che “sta dietro” il movimento e la molteplicità degli enti.
Aristotele li definisce “oi physikòi” perché attribuisce loro un particolare interessamento per la natura (physis) o meglio per la sua causa/e materiale/i.
Le loro teorie, a maggior ragione in quanto giunteci solo attraverso pochi frammenti e testimonianze, sono state sottoposte a varie interpretazioni.
Sapere è potere e conoscere l’arché equivale a dominare la natura, ad anticipare quel che sarà diminuendo la portata terrifica dell’ignoto.
Vi sono diverse correnti di pensiero:
– Monismo: l’arché deriva da un unico principio.
– Dualismo: l’arché deriva da due principi.
– Pluralismo: l’arché deriva da più di due principi.
Quello che ci è rimasto dei loro scritti (frammenti e testimonianze ricavati dalla letteratura…
View original post 913 altre parole