IO AQUILA, poesia di Margherita Giglio

A volo lento e stanco

mi perdo in un mare di nuvole,

Non mi accorgo che il sole è  dietro di me.

Un vento improvviso e tempestoso

mi manda in stallo…

Precipito

In una verità  conosciuta ma incautamente ignorata.

Mi lascio andare,

a che serve resistere?

Finzione, rimpianto, freddezza,

ostinazione, ricordi e speranze

sono la montagna

dove morire.

Dopo l’impatto scivolo ferita

nel lago sottostante,

In quelle acque amate dove galleggiano

tenerezza, nostalgia e il mio cuore stanco.

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Autore: Paolo Ferrario

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