mi sollecitano soprattutto le interprezioni “moderne” di questo pensiero antico: Jacques Schlanger, Come vivere felici: conversazioni con Epicuro, Epitteto e altri amici, Il melangolo, 2000; Jules Evans, Filosofia per la vita e altri momenti difficili: come Socrater & Co possono aiutarti a stare meglio, Mondadori, 2014; Jacques Schlanger, Filosofia da camera, Feltrinelli 2004 (di Schlanger ho ordinato tramite amazon il francese: Du bon usage de Montaigne) Da FILOSOFIA DA CAMERA di F. Schlanger estraggo: “per “anima bassa” intendo l’insieme delle funzioni e dei funzionamenti fisiologici, sensoriali e motori propri del nostro organismo. per “anima media” intendo tutto ciò che in noi riguarda gli affetti e le passioni. Accanto e a completamento di queste due anime sta l'”anima alta“, l’anima pensante, l’anima intellettuale, ciò che in noi pensa, medita, ragiona, calcola, valuta, giudica, decide” e poi applica questa classificazione ( che arriva da molto lontano, dal pensiero antico greco e latino) al respirare, al sognare, al dolore, al mangiare e bere, al dormire, al fare l’amore, al vedere, al camminare e conclude: “preferisco parlare del gioioso stupore che mi coglie di fronte a me stesso, di fronte al miracolo del mio essere, di fronte alla grandezza della mia anima bassa. Amo ciò che in me è il mio corpo organico, amo questa mia anima in ciò che essa fa per me. La ringrazio di essere ciò che è e di avermi permesso di essere ciò che sono. Non […]
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