ll Sistina è uno dei più importanti e rappresentativi teatri italiani:
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Carlo Rivolta interpreta: Platone, Apologia di Socrate
Il significato della morte
Consideriamo anche da questo lato il fatto che c’è molta speranza che il morire sia un bene. In effetti, una di queste due cose è il morire: o è come un non essere nulla e chi è morto non ha più alcuna sensazione di nulla; oppure, stando ad alcune cose che si tramandano, è un mutamento e una migrazione dell’anima da questo luogo che è quaggiù ad un altro luogo . Ora, se la morte è il non aver più alcuna sensazione, ma è come un sonno che si ha quando nel dormire non si vede più nulla neppure in sogno, allora la morte sarebbe un guadagno meraviglioso. Infatti, io ritengo che se uno, dopo aver scelto questa notte in cui avesse dormito così bene da non vedere nemmeno un sogno, e, dopo aver messo a confronto con questa le altre notti e gli altri giorni della sua vita, dovesse fare un esame e dirci quanti giorni e quante notti abbia vissuto in modo più felice e più piacevole di quella notte durante tutta la sua vita; ebbene, io credo che costui, anche se non fosse non solo un qualche privato cittadino, ma il Gran Re, troverebbe lui pure che questi giorni e queste notti sono pochi da contare rispetto agli altri giorni e alle altre notti. Se, dunque, la morte è qualcosa di tal genere, io dico che è un guadagno. Infatti, tutto quanto il tempo della morte non sembra essere altro che un’unica notte.
Invece, se la morte è come un partire di qui per andare in un altro luogo, e sono vere le cose che si raccontano, ossia che in quel luogo ci sono tutti i morti, quale bene, o giudici, ci potrebbe essere più grande di questo? Infatti, se uno,giunto all’Ade, liberatosi di quelli che qui da noi si dicono giudici, ne troverà di veri, quelli che si dice che là pronunciano sentenza: Minosse, Radamante, Eaco, Trittolemo e quanti altri dei semidei sono stati giusti nella loro vita”; ebbene, in tal caso, questo passare nell’aldilà sarebbe forse una cosa da poco?
E poi, quanto non sarebbe disposto a pagare ciascuno di voi, per stare insieme con Orfeo e con Museo, con Omero e con Esiodo?
Per quello che mi riguarda, sono disposto a morire molte volte, se questo è vero. Infatti, per me, sarebbe straordinario trascorrere il mio tempo, allorché mi incontrassi con Palamede, con Aiace figlio di Telamonio e con qualche altro degli antichi che sono morti a causa di un ingiusto giudizio, mettendo a confronto i miei casi con i loro ! E io credo che questo non sarebbe davvero spiacevole.
Ma la cosa per me più bella sarebbe sottoporre ad esame quelli che stanno di là, interrogandoli come facevo con questi che stanno qui, per vedere chi è sapiente e chi ritiene di essere tale, ma non lo è.
Quanto sarebbe disposto a pagare uno di voi, o giudici, per esaminare chi ha portato a Troia il grande esercito, oppure Odisseo o Sisifo e altre innumerevoli persone che si possono menzionare, sia uomini che donne?
E il discutere e lo stare là insieme con loro e interrogarli, non sarebbe davvero il colmo della felicità?
E certamente, per questo, quelli di là non condannano nessuno a morte. Infatti, quelli di là, oltre ad essere più felici di quelli di qua, sono altresì per tutto il tempo immortali, se sono vere le cose che si dicono.
Messaggio conclusivo di Socrate e commiato
Ebbene, anche voi, o giudici, bisogna che abbiate buone speranze davanti alla morte, e dovete pensare che una cosa è vera in modo particolare, che ad un uomo buono non può capitare nessun male, né in vita né in morte. Le cose che lo riguardano non vengono trascurate dagli dèi.
E anche le cose che ora mi riguardano non sono successe per caso; ma per me è evidente questo, che ormai morire e liberarmi degli affanni era meglio per me.
Per questo motivo il segno divino non mi ha mai deviato dalla via seguita.
Perciò io non ho un grande rancore contro coloro che hanno votato per la mia condanna, né contro i miei accusatori, anche se mi hanno condannato e mi hanno accusato non certo con tale proposito, bensì nella convinzione di farmi del male.E in ciò meritano biasimo.
Però io vi prego proprio di questo. Quando i miei figli saranno diventati adulti, puniteli, o cittadini, procurando a loro quegli stessi dolori che io ho procurato a voi, se vi sembreranno prendersi cura delle ricchezze o di qualche altra cosa prima che della virtù.
E se si daranno arie di valere qualche cosa, mentre non valgono nulla, rimproverateli così come io ho rimproverato voi, perché non si danno cura di ciò di cui dovrebbero darsi cura, e perché credono di valere qualche cosa, mentre in realtà non valgono niente.]
Se farete questo, avrò ricevuto da voi quello che è giusto: io e i miei figli.
Ma è ormai venuta l’ora di andare: io a morire, e voi, invece, a vivere.
Ma chi di noi vada verso ciò che è meglio, è oscuro a tutti, tranne che al dio.
Platone, Apologia di Socrate
In: Platone, Tutti gli scritti, a cura di Giovanni Reale, Rusconi, 1991, p. 44-46
Domani saranno due settimane dalla morte di Carlo rivolta, attore (1943-2008, 65 anni).
Nel corso degli ultimi anni (purtroppo solo dal 2004) ho registrato alcune sue interpretazioni e letture.
Il 14 giugno 2006, a Erba (Como), lesse alcune pagine di Giuseppe Pontiggia (1934-2003, 69 anni).
Il luogo era suggestivo: Il Castello di Pomerio.
La situazione di memoria era particolarmente emozionante: Pontiggia era morto nel 2003 e in sala c’erano la moglie ed il figlio da lui raccontato nel libro Nati due volte.
Lo stile letterario di Pontiggia e la sua nitida e precisa scrittura che tratteggia due biografie locali vengono fatti risuonare dalla voce di Rivolta in questo modo:
ALTRE INTERPRETAZIONI DI CARLO RIVOLTA:
L’ODISSEA, con gli attori del Teatro Patologico di Roma, diretti da Dario D’Ambrosi. regia di Domenico Iannacone e Lorenzo Scurati, RAITRE 2 aprile 2021
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L’ODISSEA, con gli attori del Teatro Patologico di Roma, diretti da Dario D’Ambrosi. regia di Domenico Iannacone e Lorenzo Scurati, RAITRE 2 aprile 2021 – MAPPE nelle POLITICHE SOCIALI e nei SERVIZI
Un nuovo format del Servizio Pubblico in quattro puntate in prima serata su Rai3, il 12, il 19, il 27 dicembre e il 3 gennaio – pensato per sostenere e dare la possibilità di esibirsi a moltissime realtà dello spettacolo dal vivo bloccato dal lockdown: “Ricomincio da RaiTre”.
Il programma nasce da una idea di Rai3 per dare risposta ad una situazione drammatica in cui si muove lo spettacolo dal vivo in Italia a causa della pandemia: migliaia di operatori del settore rimasti senza lavoro, un flusso di arte interrotto, consuetudini e centri di arricchimento culturale congelati. “Ricomincio da RaiTre” si propone di offrire uno spazio al teatro in cui mostrarsi in tutto il suo splendore, creando una sorta di gigantesco cartellone nazionale mai rappresentato prima d’ora.
Tanti rappresentanti del mondo teatrale, ma non solo, hanno aderito immediatamente ed entusiasticamente a questo richiamo. Chi portando un estratto dello spettacolo interrotto, chi regalando le prove del prossimo, chi creando qualcosa ad hoc, e chi, semplicemente, venendo a raccontare e raccontarsi.
Direttore artistico del programma sarà Massimo Romeo Piparo, anche autore insieme a Felice Cappa e Stefano Massini. Sarà quest’ultimo a tenere le fila di tutto e, con la sua capacità affabulatoria, costruirà legami, creerà racconti, svelerà storie nelle storie. Accanto a lui Andrea Delogu che del mondo dello spettacolo ha una visione a 360 gradi come attrice, conduttrice e scrittrice.
Il luogo in cui questa magia si ricostruisce è il Teatro Sistina di Roma dove le produzioni interrotte troveranno la loro ribalta e la possibilità di lavorare di nuovo dal vivo con i propri attori, ballerini, musicisti, cantanti, tecnici, creativi. Prosa, Musical, Danza, Varietà, Commedia, Monologhi, ma anche ensemble e cast di eccellenze artistiche italiane che rappresentano centinaia di migliaia di lavoratori del comparto e che di solito non appaiono in televisione.
Una selezione degli spettacoli sospesi raccontati di volta in volta da Stefano Massini e Andrea Delogu che trasporteranno lo spettatore dalla platea di casa al palcoscenico – non solo attraverso la presentazione sul palco di un estratto dello spettacolo o attraverso le immagini registrate della versione integrale- ma anche con interviste, racconti, curiosità. Si conosceranno gli interpreti più da vicino, si sbircerà dietro le quinte delle loro produzioni, ripercorrendo le tappe della gestazione delle Opere, le storie e gli aneddoti correlati.
Come in un “ideale” cartellone multidisciplinare, con “Ricomincio da RaiTre” il telespettatore diventa “l’abbonato in prima fila” per continuare a godere della bellezza dello spettacolo dal vivo e ricordare che L’Arte è viva, ma anche, e sempre, che deve tornare dal vivo.
GLI OSPITI DELLA LA PRIMA PUNTATA
Alessio Boni porterà un monologo dallo spettacolo Il Visitatore scritto dal grande drammaturgo francese Eric-Emmanuel Schmitt nel 1993 e diretto da Valerio Binasco.
Luca & Paolo faranno un pezzo sui negazionisti per poi farci entrare in clima natalizio con un estratto da Canto di Natale di Charles Dickens.
Tullio Solenghi e Massimo Lopez porteranno uno dei loro cavalli di battaglia, lo sketch dei due papi e la canzone natalizia Let it snow, con Tullio Solenghi nei panni di Dean Martin e Massimo Lopez nei panni di Frank Sinatra.
E ancora Full Monty, il musical di Terrence Mc Cally e David Yazbec dall’omonimo film del 1997, nella messa in scena di Massimo Romeo Piparo, con Luca Ward, Paolo Conticini, Nicolas Vaporidis, Gianni Fantoni e Jonis Bascir.
L’attrice Valentina Lodovini reciterà un estratto dallo spettacolo Tutta casa letto e chiesa, il primo testo che Dario Fo ha scritto a quattro mani con Franca Rame.
Marco Paolini sarà in collegamento dal Teatro Villa dei Leoni di Mira in provincia di Venezia per commentare le immagini del suo ultimo spettacolo Teatro fra parentesi. Le mie storie per questo tempo, storie brevi che ci riportano ad una ipotetica antologia intima dell’autore.
Paolo Jannacci canterà alcuni brani e, nel corso dello spettacolo, accompagnerà alcuni monologhi dei presentatori Stefano Massini e Andrea Delogu.
Ci sarà anche la danza contemporanea, con un pezzo creato per l’occasione dal coreografo fiorentino Virgilio Sieni. Il suo linguaggio parte dal concetto di trasmissione e tattilità e, attraverso l’ Accademia sull’arte del gesto, viene ulteriormente approfondito in contesti di formazione rivolti a persone di qualsiasi età, provenienza e abilità.
Un inedito duo teatrale, formato da Vinicio Marchioni e Francesco Montanari, si esibirà in un brano concepito con Stefano Massini sui luoghi comuni del mondo del teatro e della cultura (e non solo) in questo periodo di lockdown.
La giovane attrice e drammaturga Marta Cuscunà tornerà sul tema della discriminazione di genere con un estratto dal suo spettacolo La semplicità ingannata. Satira per attrice e pupazze sul lusso d’esser donne,
mentre, in collegamento da Palermo, l’attrice e regista Emma Dante ci mostrerà le immagini del suo nuovo progetto sulle fiabe che ha sviluppato insieme a suo figlio durante quest’ultimo lockdown.
Si chiuderà con il teatro più classico di William Shakespeare, insieme a Glauco Mauri e Roberto Sturno.
Questi solo alcuni dei numerosi ospiti previsti nelle successive puntate: Luca Zingaretti, Renzo Arbore, Amanda Sandrelli, Flavio Insinna, Ascanio Celestini, Arturo Brachetti, Serena Autieri, Toni Servillo, Fabrizio Gifuni, Anna Foglietta, Gabriele Lavia, Sonia Bergamasco, Elena Sofia Ricci, Lella Costa, Valerio Mastandrea.
Un programma di Felice Cappa, Stefano Massini, Massimo Romeo Piparo – Scritto con Serena Fornari, Pamela Maffioli – Direzione artistica Massimo Romeo Piparo – Produttore esecutivo Giulia Lanza –
Regia Stefano Vicario
A riveder le stelle, lo speciale concerto inaugurale della stagione 2020/2021 del Teatro alla Scala di Milano
Alberto Mattioli su La Stampa: «La prima della Scala covidata più strana di tutti i tempi: niente pubblico in sala, niente opera, ma un concertone lirico per la tivù (quasi tutto registrato). Titolo: A riveder le stelle, insieme un augurio e una constatazione, dato che le stelle del canto ci sono quasi tutte. Unica certezza: sul podio, come sempre, il direttore musicale della Casa, Riccardo Chailly. Rimpianti? “Sinceramente sì. Dovevamo inaugurare con una Lucia di Lammermoor che non abbiamo nemmeno mai potuto annunciare ufficialmente. Avevamo però già fatto due settimane di prove, lo spettacolo iniziava a prendere forma. È un grande dolore, una sofferenza, non vederlo in scena. Era dal ’67, dalla famosa edizione Abbado-De Lullo, che la Scala non apriva con Donizetti. Allora c’ero, sarebbe stato bello riportare Lucia alla prima”. Parliamo di questo 7 dicembre. Il programma è lungo e in gran parte sarà registrato prima. Che effetto le fa? “Intanto bisogna venirne a capo. La gabbia organizzativa è molto complessa, con arrivi e partenze continui di cantanti che raggiungono Milano da tutto il mondo, in un momento in cui viaggiare non è esattamente facile”. […] Però non c’è l’opera, ma una specie di antologia… “L’idea è che non sia soltanto un serie di arie staccate, ma un vero percorso sia dentro i singoli titoli, con più brani di ognuno, sia attraverso un secolo di opera italiana, dal Tell di Rossini a Turandot di Puccini. Più qualche brano non italiano, come Carmen o il finale del primo atto di Walküre di Wagner. Per l’orchestra si tratta chiaramente di un impegno enorme: non solo per la quantità di musica, circa tre ore, ma anche per le differenze stilistiche, che ovviamente non bisogna appiattire. Per chi suona, un viaggio epocale”. La fine è l’inizio: il programma si chiude con l’apoteosi finale del Tell. “L’ho voluto in italiano e non nell’originale francese perché si capiscano le parole di Calisto Bassi sulla musica sublime di Rossini: “Tutto cangia, il ciel s’abbella,/ L’aria è pura, il dì è raggiante”. Un messaggio di speranza che dalla Scala si alzerà verso Milano, l’Italia e il mondo, sperando che questa pandemia non sia soltanto una tragedia ma anche una catarsi purificatrice”. Come sarà fare musica senza pubblico? “Sono sincero: non lo so. Non mi è mai capitato. Ma so che senza il calore del pubblico, senza l’applauso finale, sarà diverso, si avvertirà un vuoto. Stiamo facendo un lavoro che non è il nostro, in condizioni che non sono quelle abituali, in una situazione di emergenza dove tutto è inusuale, a cominciare dal fatto che l’orchestra suona in platea, il coro canta nei palchi e io dirigo guardando verso il palco reale. È un unicum, un’esperienza eccezionale e non ripetibile”».
rivedi su raiplay: https://tinyurl.com/y4hp7tv7
pagina del Teatro alla Scala su youtube: https://www.youtube.com/user/teatroallascala/featured
letto in edizione cartacea
Il pensiero di EMANUELE SEVERINO, a cura di Vasco Ursini (1936-2023)
QUI la locandina dell’evento in formato word scaricabile:
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Brescia, 4 febbraio 2019
COMUNICATO STAMPA
Orestea / Al centro del vortice.
Per i festeggiamenti in onore dei 90 anni di Emanuele Severino
l’ASES Associazione di Studi “Emanuele Severino” e il Centro Teatrale Bresciano
organizzano una mattinata di studio e teatro dedicata al filosofo bresciano
Per i festeggiamenti in onore dei 90 anni di Emanuele Severino l’Associazione di Studi “Emanuele Severino” e il Centro Teatrale Bresciano organizzano una mattinata dedicata al filosofo bresciano, pensatore e intellettuale tra i più rilevanti del panorama italiano ed europeo: “Orestea / Al centro del vortice”. L’iniziativa è patrocinata dal Comune di Brescia.
L’evento, aperto alla cittadinanza, alle Scuole e alle Università, si svolgerà sabato2 marzo al Teatro Sociale di Brescia (via F. Cavallotti, 20), dalle ore 10, eavrà come fulcro di riflessione l’Orestea di…
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Liberamente tratto da H. P. Lovecraft – adattamento, voce, live electronics e musiche di Matteo Gazzolo.
“Visione” è uno studio di teatro sonoro sull’opera del controverso e oscuro scrittore H. P. Lovecraft, considerato uno dei padri del fantasy e della fantascienza.
Quando diversi anni fa mi resi conto che il teatro mette in scena, in realtà, un mondo invisibile, cominciai ad indagare (senza mai più interrompere questa mia ricerca, realizzando molte versioni di teatro sonoro) nei testi sacri, nei miti, nelle leggende, nelle fiabe, nell’opera dei poeti classici e, ovviamente, anche nella vasta produzione di racconti del mistero che fin dall’800 hanno invaso, e con sempre maggiore successo, il mercato editoriale mondiale.
L’opera di Lovecraft, pur essendo molto affascinante, mi ha sempre ispirato una certa diffidenza, sia per lo stile a tratti molto ridondante, sia perché il suo è un immaginario senza speranze, dove il nulla, l’estinzione della vita e la fine di tutto il mondo sono ineluttabili conseguenze.
Eppure, Lovecraft ha anche un aspetto profetico, chirurgicamente critico verso il mondo moderno, che egli (a mio dire, giustamente) vede intriso di una scienza fredda, meccanicista, che invece di illuminare le nostre coscienze sui segreti del vivente ci porta ad una conoscenza oscura, che genera incubi, paure e dannazione.
In “Visione”, storia di carattere onirico, tipica dell’autore, ho dato una mia personale interpretazione dei testi originali, in alcun modo filologica, cercando una luce, “quale-che-fosse”, nell’incubo senza speranze dell’opera di Lovecraft.
Ho costruito un mondo sonoro cinematico, ma non ho spinto su musiche dalle tonalità più scure e sulle dissonanze, bensì su tratti anche ariosi, su accordi che possono aprire spazi e permettere al respiro di prendere tempo.
Nella recitazione, un vero esercizio di tenuta vocale che spazia tra ampi cambi di registro e canto, non ho cercato di far troppo prevalere la velocità reattiva della follia e dell’orrore, bensì ho dato ampio spazio anche al più cauto ritmo del ragionamento, della presa di coscienza, per fare uscire dall’incubo il personaggio che racconta la storia.
Albertazzi Giorgio – Fo Dario |
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Prezzo | € 24,90 | |
Editore | BUR Biblioteca Univ. Rizzoli | |
Anno pubblicazione | 2012 | |
Numero pagine | 175 | |
ISBN | 9788817055857 | |
Collana | Senzafiltro | |
Stato | Disponibile in 1 giorno lavorativo |
Nei dvd due guide d’eccezione conducono lo spettatore in un percorso attraverso i volti, le incarnazioni, le mutevoli forme del teatro in Italia. In otto lezioni raccontate e recitate. Giorgio Albertazzi e Dario Fo ripercorrono e rivivono il meglio della nostra produzione teatrale, dai miti della Magna Grecia alla magnificenza degli spettacoli di Pompei, dalle giullarate medievali alla raffinatezza delle corti del Rinascimento. Visitando storici teatri e piazze. Fo e Albertazzi attraversano l’Italia da Nord a Sud, per seguire le tappe di una storia che ha origine con l’uomo e non conosce fine, salda epoche e generi, passato e presente, tradizione e contemporaneità. Il volume offre un’ampia selezione di brani tratti dai testi di riferimento delle lezioni di Albertazzi e Fo, dai capolavori classici di Plauto all'”Aminta” di Tasso, passando per i “Fioretti” di san Francesco e gli strambotti di Machiavelli.
da La lezione. Storie del teatro in Italia. Con 4 DVD di Albertazzi – Libreria Rizzoli.
Alberto Vigevani Link |
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Credo sia opportuno conoscere qualche dato di contesto. Queste registrazioni sono state raccolte ad un convegno locale che si è svolto al Castello di Pomerio di Erba l’11 novembre 2006 ed organizzato da Centro Gadda di Longone al Segrino.
Il lavoro culturale di Carlo Rivolta era questo: mettersi al servizio degli autori e dei testi in situazioni associative di questo tipo.
Per lui era importante la richiesta del “committente” e il tipo di pubblico che sarebbe intervenuto.
Era profondamente interessato a creare un articolato rapporto fra autore, testo e lettori in ascolto.
E così anche un autore così particolare come Alberto Vigevani (un intellettuale organizzatore di biblioteche e di librerie bibliofile) veniva fatto risplendere nella sua prosa carica di tensione biografica.
In questi testi e nella risonanza che ne sa esprimere Carlo Rivolta si sentirà come Marcel Proust ha segnato la letteratura del primo novecento.
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