Alla definizione biologica della morte e alla volontà logica della ragione corrisponde una forma ideale e standard di morte, che è la morte “naturale”.
E’ una morte ”normale” perché arriva “al termine della vita”.
Il suo stesso concetto nasce dalla possibilità di far arretrare i limiti della vita : vivere diventa un processo di accumulazione, e la scienza e la tecnica entrano in gioco in questa strategia quantitativa.
Scienza e tecnica non hanno affatto appagato un desiderio originale di vivere il più a lungo possibile – è solo il passaggio dalla vita al capitale vita (a una valutazione quantitativa), attraverso una districazione simbolica della morte, che fa sorgere una scienza e una tecnica biomedica del prolungamento della vita
La morte naturale non significa quindi l’accettazione d’una morte che sarebbe nell’ “ordine delle cose”, ma una negazione sistematica della morte.
La morte naturale è quella che dipende giurisdizionalmente dalla scienza, e che ha la vocazione a essere sterminata dalla scienza.
Questo significa in chiaro: La morte è inumana,irrazionale, insensata, come la natura quando non è addomesticata (il concetto occidentale di “natura” è sempre quello d’una natura rimossa e addomesticata).
La buona morte è solo quella vinta e sottomessa alla legge : questo è l’ideale della morte naturale.
( da Jean Baudrillard, Lo scambio simbolico e la morte, Feltrinelli, p. 179 )
…”come la natura quando non è addomesticata”…
A differenza di tutti gli esseri che popolano la terra, l’uomo pensa, e ogni pensiero gli racconta la sua totale estraneità alla terra.
“Gettato nell’infinita immensità degli spazi che ignoro e che non mi conoscono, provo spavento”, dice Pascal, e non allude all’infinità degli spazi cosmici, ma alla loro ignoranza della vicenda umana: “Non mi conoscono”. L’indifferenza della terra, la sua estraneità all’evento umano che ospita a sua insaputa, e a cui invia solo un messaggio di solitudine…
…La volontà di potenza è il tratto dell’Occidente, e l’occidente è un segno della terra. Come tutti i segni, anche il segno che racchiude l’Occidente è segretamente abitato dal simbolo come memoria dell’antico legame…
(Umberto Galimberti – La terra senza il male – Jung: dall’inconscio al simbolo – Introduzione pagg. 13, 14, 15 Ed. Campi del Sapere\Filosofia 1984)
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ciao grazia
conosco poco baudrillard. nel 1972 ebbi la fortuna di vincere una modesta borsa di studio per parigi. girando per librerie mi portai a casa qualche volumetto di baudrillard
ma non è mai entrato nelle mie corde emotive ed intellettuali
questa tua citazione mi riporta a quell’autore
ed essendo io “devoto” dell’apprendimento, la prendo come un messaggio importante di riflessione
il tuo messaggio è proprio nella linea della antologia del tempo che resta e dunque lo pubblico anche lì, come tuo contributo di pensiero
grazie ancora per la tua presenza forte in questi momenti della mia esistenza
un abbraccio
paolo
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cara simona,
non conosco bene baudrillard. mi ha sempre allontanato il suo tono saccente ed apocalittico
però questa citazione me l’ha inviata una amica per l’antologia del tempo che resta e vedo qualche connessione con il mio (attuale) “maestro: emanuele severino
grazie per il tuo commento
paolo
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