Opere di Gianni Rodari (Mondadori): volume edito nella collana «I Meridiani». Gino Ruozzi su Domenica (Il Sole 24 Ore): «Rodari non è solo un grande scrittore per bambini: è un grande scrittore. Perciò benissimo hanno fatto i Meridiani Mondadori ad accoglierlo nel centenario della nascita e a quarant’anni dalla morte (1920-1980) nella collezione più prestigiosa dei nostri autori del Novecento, dandogli il rilievo che merita nella letteratura italiana. In questa prospettiva la curatela e l’introduzione di Daniela Marcheschi, già curatrice per i Meridiani delle opere di Collodi e di Pontiggia, è tanto precisa quanto illuminante, perché riconosce a Rodari la giusta dimensione di classico del Novecento, capace di parlare a tutti, di rivolgersi sia ai piccoli sia ai grandi, nell’ottica più volte ribadita di “dual audience”. Autori “anfibi” li chiamava Luigi Malerba, che nel 1983 nell’introduzione alla prima edizione postuma di Favole al telefono (1962) ne sottolineava la forza penetrante ed eversiva, di erosione e opposizione al potere, perché c’è “qualcosa di inafferrabile e di stregonesco nel raccontatore di favole, qualcosa che ha finito per mettere in sospetto le autorità senza fantasia”. È già dal 1937-1938 che Rodari pensa e fonda la “grammatica della fantasia”, cercando a suo modo di rispondere alle dittature del proprio tempo, provando a fornire un pensiero divergente a quello repressivo del potere. Credo che sia stato questo il filo conduttore del suo lavoro di scrittore, maestro, giornalista, uomo di cultura. Cercare risposte alternative alle narrazioni autoritarie, ai linguaggi e ai codici uniformanti. […] Favole, filastrocche, fiabe, favolette sono titoli che indicano intrecci e contaminazioni coscienti di generi letterari e nello stesso tempo volontà di superamento di ogni rigida barriera, nel segno costante di un’utopia edificatrice. Questo Meridiano è una miniera di testi e di informazioni, fertili e coinvolgenti occasioni di lettura e di riflessione. Un altro versante messo in opportuna evidenza da Marcheschi è quello del giornalismo, che “all’insegna dell’umorismo” Rodari praticò con esattezza e insieme felice creatività. Secondo il principale modello di Collodi, che Rodari ripercorre sul “filo dell’ironia, della satira di costume, del paradosso”. L’edizione è arricchita da un prezioso secondo volume che raccoglie le copertine e le illustrazioni che hanno accompagnato nei decenni i libri di Rodari».
