Annie Ernaux
La giuria del Nobel le ha assegnato il premio per “per il coraggio e l’acume clinico con cui ha svelato le radici, le rimozioni e i limiti collettivi della memoria personale”, aggiungendo che la stessa autrice crede nella forza liberatrice della scrittura, le cui opere sono assolute e scritte nella cosiddetta “une écriture plate”, una lingua piana, neutra e oggettiva, che senza troppe metafore o suggestioni esprima il suo autodichiarato “desiderio di sconvolgere le gerarchie letterarie e sociali, scrivendo allo stesso modo di oggetti considerati indegni della lingua letteraria, come i supermercati, i treni suburbani, e gli altri più nobili come i meccanismi della memoria, la sensazione del tempo”. Nelle sue opere Ernaux ha sempre indagato, anche se da diversi punti di vista e approcci, le disparità che caratterizzano i rapporti di genere, la lingua, la condizione di classe.
Grazie Paolo per l’attenzione e lo sguardo comune sulle cose tutte…
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eh sì, carissima Simona. abbiamo davvero uno SGUARDO simile sul mondo e le sue manifestazioni culturali. saluti affettuosi
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