Thich Nhat Hanh, Lo sbocciare di un loto. Meditazioni guidate per la consapevolezza, la guarigione e la trasformazione, Ubiliber editore, 2024. Indice del libro

scheda dell’editore:

https://gategate.it/lo-sbocciare-di-un-loto/

È il respiro consapevole l’inizio di ogni cambiamento. Il respiro è cura e guarigione dalle ferite nel corpo e nell’anima. È rivoluzione profonda e inesorabile nel cuore e nel mondo. Meditare è restare in contatto con questa verità che Thich Nhat Hanh, nel corso della sua esistenza, non ha mai smesso di trasmettere con amorevole compassione a discepoli e discepole di ogni dove.

Lo sbocciare di un loto, edizione rivista e ampliata de Lo splendore del loto (Ubaldini), è il lascito di quegli anni di insegnamento: è la raccolta più completa degli esercizi per la pratica della meditazione di consapevolezza, introdotti e spiegati dalla voce calma e sincera del Maestro dell’interessere, ma è anche, e soprattutto, una guida capace di avvicinare chiunque, dai praticanti alle prime armi a quelli più esperti, al proprio intimo sé per abbracciare l’umanità intera e il Pianeta in ogni sua forma di vita.

Anche noi, esseri umani, siamo fiori nel giardino dei fenomeni, ma a volte dimentichiamo la nostra bellezza, che è un riflesso di quella dell’universo. È in questa dimenticanza, in questo doloroso allontanarci dalla nostra vera natura, che nascono difficoltà e complicazioni, e si genera sofferenza per sé e per gli altri. “No mud, no lotus.” Senza fango, non c’è il fiore di loto. Senza sofferenza, non c’è possibilità di sbocciare a nuova consapevolezza. La meditazione ha il potere di riportarci a casa, di accorciare la distanza tra noi e gli altri, tra noi e tutto ciò che ci circonda. Rivolgendo l’attenzione al corpo nel semplice e primordiale atto di inspirare ed espirare, potremo ritornare al momento presente e fare esperienza diretta dell’interdipendenza e dell’impermanenza del reale.

Riconoscendo e accogliendo ciò che sorge in noi riprenderemo contatto con i nostri sensi e il sentire stesso, si dissolveranno le emozioni difficili, la paura, la rabbia, le incomprensioni, e il nostro essere nel mondo acquisirà un senso nuovo.

È nella cura del proprio giardino interiore, nella scelta quotidiana di quali semi innaffiare e quali no, che può nascere la pace, dentro e fuori di noi.

Thich Nhat Hanh

È stato insegnante, studioso, attivista per la pace. Nato in Vietnam nel 1926 e ordinato monaco a 16 anni, ha dedicato la sua vita al lavoro umanitario, alla risoluzione dei conflitti e alla diffusione del buddhismo. Nel 1982 ha fondato Plum Village in Francia, un centro per la pratica della consapevolezza

Byung – CHUL HAN, con 24 illustrazioni di Isabella Gresser, Elogio della TERRA. Un viaggio in GIARDINO, Nottetempo edizioni, 2022. Indice del libro

Emanuele Severino, IL FOCOLARE CHE NON SI SPEGNE MAI, Corriere della Sera 24 dicembre 1983

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La celebre affermazione di ERACLITO (Efeso, 550 a.C. ca. – 480 a.C. ca.) secondo la quale il fuoco è un`entità che mutando resta simile, diviene oggetto di analisi in un’intervista a Remo Bodei – in Rai Filosofia

La celebre affermazione di Eraclito (Efeso, 550 a.C. ca. – 480 a.C. ca.) secondo la quale il fuoco è un`entità che mutando resta simile, diviene oggetto di analisi in un’intervista a Remo Bodei. Docente di storia della filosofia all`Università di Pisa, Bodei muove delle obiezioni alla contrapposizione che i più stabiliscono tra Eraclito e Parmenide (Elea, Magna Grecia, 510 a.C. ca. – 450 a.C.).
Di Eraclito ci parla anche il fondatore dell’ermeneutica contemporanea Hans Georg Gadamer (Marburgo, 1900 – Heidelberg, 2002), il quale spiega perché i grandi metafisici, come Hegel, sono così attratti da Eraclito e dal mistero dell`unità del molteplice.
L’unità audiovisiva comprende inoltre la lettura di alcuni frammenti di Eraclito

Sorgente: Eraclito: la metafora del fuoco – Rai Filosofia

Emanuele Severino sull’ACQUA, 2011

le fotografie della terra dell’astronauta Douglas Wheelock

Venezia si tiene con Iosif Brodskij e la voce di Domenico Pelini

ascolta l’audio: 

http://www.segnalo.it/Audio%20LIBRI/Pelini%20Files/Brodsky/Brodsky-9.mp3

da Iosif Brodskij, FONDAMENTA DEGLI INCURABILI, Adelphi 1989, pag.40 e pag. 29.
Le letture di Domenico Pelini sono tratte dal suo canale su Youtube

… per insondabile legge ciò che più arde più resta … di Achille Abramo Saporiti, donata da Papavero di campo

Un fremere di foglie
è già vita
è vita il fiotto, la stasi è vita;
per insondabile legge
ciò che più arde
più resta.

di Achille Abramo Saporiti
per me è grandiosa!

Papavero

Kaseniya Simonova, Sand animation

Eternità del fuoco, Yves Bonnefoy

Osserva il fuoco. Il suo venire,

il suo insediarsi nell’anima oscura

E quando l’alba appare ai vetri, come

il fuoco taccia, e dorma sotto il fuoco

Acqua e Filosofia – L’acqua e il principio, Lectio Magistralis di Emanuele Severino, al Festival dell’acqua, Genova 2011

Genova, mercoledì 7 settembre 2011

ore 18,15 – Facoltà di Architettura
Acqua e Filosofia – L’acqua e il principio

Lectio Magistralis di Emanuele Severino (filosofo ed editorialista)

Festival dell’acqua e Notte bianca, Genova 2011: il programma da Mentelocale.it | Genius Loci, lo spirito del luogo.

Wallace Stevens , The snow man. Lettura di Domenico Pelini

Vodpod videos no longer available.

Iosif Brodskij, frammento finale dalle Fondamenta Degli Incurabili, traduzione di Gilberto Forti, ed. Piccola Biblioteca di Adelphi, letto da Domenico Pelini, condiviso da Tatusc

Natura

Natura deriva dalla traduzione latina della parola greca physis (φύσις).

Secondo Heidegger questo termine greco è collegato alla parola phàos, phòs che vuol dire luce volendo significare una connessione tra la vita e la luce

viaNatura | Coatesa sul Lario e dintorni.

Emanuele Severino, Quando la tecnica si arrende alla natura …

Quando la tecnica si arrende alla natura

Secondo la scienza l’Universo è incominciato con un’immane catastrofe, il big bang che ha squarciato i «sovrumani silenzi», e terminerà con un’altra non meno gigantesca catastrofe, l’entropia, la degradazione dell’energia, che a quei silenzi riconduce. Nel frattempo altre catastrofi devastano l’Universo e la Terra. Tra l’una e l’altra, intervalli che all’uomo sembrano lunghissimi e nei quali, d’altra parte, e frequenti, altre «minori» catastrofi si producono, quelle che uccidono migliaia di persone e di cui danno notizia i mass media. Il potenziale tecnico dell’uomo non è ancora in grado di fronteggiarle. Come sta accadendo con l’eruzione del vulcano islandese. Quel potenziale è invece in grado di gareggiare con la distruttività del fenomeno entropico: se scoppiasse un conflitto nucleare tra Stati Uniti e Russia la terra sarebbe distrutta tanto quanto potrebbe esser distrutta dalla «Natura». Sul piano della distruttività Tecnica e Natura si combattono alla pari.
E dire che la Natura «si ribella» ha senso solo in relazione ai progetti dell’uomo. La sua ribellione, inoltre, può essere ben più radicale di quelle a cui ci è dato di assistere. A volte ci si trova di fronte ad affermazioni che sembrano inoffensive. Ad esempio questa, che le leggi della scienza (da cui la Tecnica è guidata) sono ipotetiche, cioè non sono verità assolute. Spesso gli scienziati se ne dimenticano. Ma l’ipoteticità delle leggi scientifiche significa ad esempio che un corpo, abbandonato a sé stesso, da un momento all’altro, invece di cadere verso il basso potrebbe andare verso l’alto. Qui la ribellione possibile della Natura è ben più radicale. La provvisorietà della destinazione della Tecnica al dominio del mondo è ancora più marcata.
Si fa avanti, in tutta la sua gravità, il problema della salvezza dell’uomo. Chi ci pensa? Quelli che si danno da fare per uscire dalle crisi economiche e politiche? Sì, a quel problema le religioni si rivolgono. Ma con la fede. E la fede è ipotetica come le leggi della scienza. Ma l’uomo è destinato ad aver a che fare soltanto con ipotesi e a soppesare soltanto con ipotesi il pericolo da cui è circondato?

in Il Corriere della sera 18 aprile 2010

da: Tracce e Sentieri

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