Giovanni Mainato: ” … sto battibeccando con l’Essere

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– Basta!

– Cosa vuoi da me?

– Che tu la smetta!

– Di fare cosa?

– Continui a dire che sei e che non è possibile che tu non sia.

– E allora?

– Sei noioso!

– Te la prendi sempre con me!

– Non è che me la prendo, è che la tua leggerezza è insostenibile!

– Cattivo!

– Sei o non sei? Questo è il problema.

– Fatti gli affari tuoi!

P.S. Signori, scusate, sono costernato per questa sceneggiata. Come vedete sto battibeccando con l’Essere.

litigio

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La Politica di Aristotele, riassunto e commento, dal sito studiarapido

La Politica di Aristotele, riassunto e commento

 

La Politica di Aristotele. Riassunto e commento
La Politica di Aristotele, riassunto di Filosofia, facile, semplice, completo per studiare e memorizzare rapidamente. La Politica è l’opera di Aristotele in otto libri, nella quale il filosofo espone il suo pensiero politico a partire dall’organizzazione della famiglia, intesa come nucleo base della società, per passare ai diversi tipi di costituzione. Storicamente l’individuo, la famiglia […]

La Politica di Aristotele, riassunto e commento
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La Repubblica di Platone, riassunto, dal sito studiarapido

La Repubblica di Platone, riassunto

 

La Repubblica di Platone. Riassunto
La Repubblica di Platone, riassunto di Filosofia facile, semplice, completo per studiare e memorizzare rapidamente. Al problema politico Platone dedicò due importanti opere (come farà poi Cicerone con De re publica e De legibus), una dedicata alla teoria politica, la Repubblica, l’altra al funzionamento e alla regolamentazione dello Stato, le Leggi. La Repubblica (in greco […]

La Repubblica di Platone, riassunto
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via Leggi la newsletter del 19/02/18

TANAKA MASATO, La meravigliosa vita dei filosofi, Vallardi, 2018. Indice del libro

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UNA PAGINA DI ESEMPIO:

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Eraclito – In Breve

SENECA, Breviario, a cura di Giovanni Reale, Rusconi editore, 1994

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CENTRONE BRUNO, Prima lezione di filosofia antica, Laterza, 2015

Indice
Introduzione
Capitolo primo. Il termine philosophìa e la nascita della filosofia
1. Criteri di individuazione della filosofia
2. Sophìa e philosophìa
3. Le origini della filosofia secondo gli antichi
4. Philosophìa in Platone
5. Philosophìa in Isocrate e Aristotele
Capitolo secondo. Sophistès e la condanna platonica
1. Sophistès e sophìzesthai
2. Definire il sofista
Capitolo terzo. Essere
1. La nascita del problema ontologico
2. L’eòn (=òn) di Parmenide
3. Una definizione dell’essere nel Sofista di Platone
4. Usìa
5. Da usìa a substantia ed essentia
6. Esistenza
7. L’accidente
Capitolo quarto. Alètheia/verità
1. Verità e realtà
2. Alètheia e l’etimologia di Heidegger
3. La semantica di alètheia e di lanthànein
4. Verità ontologica e verità logica in Platone e Aristotele
Capitolo quinto. Conoscenza
1. Il lessico del conoscere
2. Metafore visive
3. Metafore tattili
4. L’apparenza: phainòmenon e phantasìa
5. Phrènes, phronèin e phrònesis: pensiero e saggezza pratica
Capitolo sesto. Bene
1. Èthos/ethikòs
2. Agathòn
3. Kalòn: il bello morale
4. Aretè e virtù
5. Eudaimonìa e felicità
6. Un nuovo criterio di moralità
Capitolo settimo. Anima
1. Psychè e anima
2. Psychè e thymòs nei poemi omerici
3. La metempsicosi: brevi cenni
4. Psychè in Eraclito
5. Psychè in Platone
Capitolo ottavo. Lògos, idèa, èidos: la filosofia come indagine formale
1. Lògos
2. La “fuga” di Socrate nei lògoi. Aristotele e il Fedone
3. Lògoi e dialettica. La svolta secondo Aristotele
Epilogo. Che interesse ha oggi la filosofia antica
Riferimenti bibliografici
Sigle e abbreviazioni
Indice dei nomi antichi
Indice dei nomi moderni
Indice del volume

Sorgente: Centrone, Bruno, Prima lezione di filosofia antica

Breve storia della filosofia – a cura di Francesco Pingitore





La filosofia di Parmenide in pillole

Avatar di Francesco DipaloScorribande Filosofiche

[fonte: http://lh3.ggpht.com/]

Parmenide è il padre del pensiero occidentale, filosofico e scientifico. Il poema di Parmenide è una pietra miliare nel cammino dell’umanità verso l’auto-coscienza.

Affermazioni essenziali:

  1. a) la via dell’Essere: “è e non può non essere” (percorribile);
  2. b) la via del non-Essere: “non è e non può essere” (non percorribile);
  3. c) la via dell’opinione (in greco doxa), del senso comune: “è e non è nello stesso tempo” (percorribile, ma soltanto in apparenza, è la via del Divenire eracliteo contro cui polemizza Parmenide).

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Jacques Schlanger e la sua riproposta del pensiero stoico romano, attualizzato al tempo presente: l’anima bassa

mi sollecitano soprattutto le interprezioni “moderne” di questo pensiero antico:
Jacques Schlanger, Come vivere felici: conversazioni con Epicuro, Epitteto e altri amici, Il melangolo, 2000;
Jules Evans, Filosofia per la vita e altri momenti difficili: come Socrater & Co possono aiutarti a stare meglio, Mondadori, 2014;
Jacques Schlanger, Filosofia da camera, Feltrinelli 2004
(di Schlanger ho ordinato tramite amazon il francese: Du bon usage de Montaigne)
 
Da FILOSOFIA DA CAMERA di F. Schlanger estraggo:
“per “anima bassa” intendo l’insieme delle funzioni e dei funzionamenti fisiologici, sensoriali e motori propri del nostro organismo.
per “anima media” intendo tutto ciò che in noi riguarda gli affetti e le passioni.
Accanto e a completamento di queste due anime sta l'”anima alta“, l’anima pensante, l’anima intellettuale, ciò che in noi pensa, medita, ragiona, calcola, valuta, giudica, decide”
 
e poi applica questa classificazione ( che arriva da molto lontano, dal pensiero antico greco e latino) al respirare, al sognare, al dolore, al mangiare e bere, al dormire, al fare l’amore, al vedere, al camminare
 
e conclude:
“preferisco parlare del gioioso stupore che mi coglie di fronte a me stesso, di fronte al miracolo del mio essere, di fronte alla grandezza della mia anima bassa. Amo ciò che in me è il mio corpo organico, amo questa mia anima in ciò che essa fa per me. La ringrazio di essere ciò che è e di avermi permesso di essere ciò che sono. Non sono nè  il più bello, nè il più forte, nè il più abile, e molte altre qualità mi mancano. Ma sono io, e sono contento di esserlo”
 
e poi, (ma solo alla fine del saggio), Schlanger scrive:
 
“E ancora grazie , Epicuro, per avermi mostrato la via”
 
come a dire: lo dico oggi, ma il pensiero arriva da lì
 
Schlanger è un professore di filosofia della università di gerusalemme.
Una scoperta per me: e i due libri giacevano nella mia biblioteca da molto tempo fa
è arrivato il momento di riprenderli

Alessandro Baricco, Tucidide, SULLA GIUSTIZIA, PALLADIUM LECTURES

 

John Burnet I PRIMI FILOSOFI GRECI, Mimesis editore

PREZZO: €30,00 €25,50

PAGINE:438

DATA PUBBLICAZIONE: 2013

ISBN:978-88-5751-662-2

A CURA DI:Alessandro Medri

 L’opera affronta il tema in sequenza cronologica, analizzando scrupolosamente tutte le fonti e la letteratura critica allora disponibili, nell’intento di mostrare la rilevanza di ogni singolo pensatore (o, meglio, di ogni singola scuola filosofica) rispetto all’apporto recato allo sviluppo della filosofia come scienza,

tutta la scheda qui I primi filosofi greci | Filosofie | Collane | Mim-Edizioni S.r.L..

Nicola Gardini apre lo sguardo sui CANTI di Giacomo Leopardi, in Per una biblioteca indispensabile, cinquantadue classici della letteratura italiana, Einaudi, 2011, audio lettura

Nicola Gardini apre lo sguardo sui CANTI di Giacomo Leopardi, in Per una biblioteca indispensabile, cinquantadue classici della letteratura italiana, Einaudi, 2011:

Gianfranco Cordì, L’ORIGINE DELLA FILOSOFIA, Casa Editrice Leonida, 2011

Autore: Gianfranco Cordì

Clicca sull’immagine per ingrandirla

 

Pagine: 88
Mese/Anno: febbraio 2011
ISBN: 978-88-95880-71-6
Dimensioni: 14 x 21 cm
Prezzo: 12,00 €
Genere: Saggistica
Collana di Filosofia «Keleythos»

 

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Breve presentazione dell’opera

L’origine della Filosofia o la Filosofia dell’origine

Dove nasce la filosofia? Quando nasce la filosofia? Come nasce la filosofia? Perché nasce la filosofia? Sono solo quattro domande, ma si potrebbe tranquillamente continuare. Da quale stato di cose si origina la scienza filosofica? Se è vero che la filosofia ha una matrice Occidentale (Hegel) e altresì vero che essa germoglia in Grecia e precisamente nelle colonie greche piuttosto che – dapprincipio – ad Atene. Che cos’è la filosofia? Anche questa è una domanda non di poco conto. In Origine ed epilogo della filosofia Ortega y Gasset afferma che «la filosofia è intanto qualcosa che l’uomo fa, e che questo costituisce la sua più caratteristica condizione e attitudine». In Che cos’è la filosofia? Gilles Deleuze e Félix Guattari dicono: «La filosofia, più rigorosamente, è la disciplina che consiste nel creare concetti».
Se è così acclarato che un luogo storico lo possediamo per la nascita della filosofia (la Grecia) è altresì pacifico che noi siamo in possesso, anche, di un tempo storico per la localizzazione dello stesso evento (il VI secolo a.C.): due informazioni che rispondono alle prime due domande dalle quali eravamo partiti.
Ma… per rispondere alla terza?
Noi oggi sappiamo che la filosofia si origina quando, per ragioni storiche e antropologiche complesse, l’umanità si allontana dal mito e dalla religiosità irriflessa e si avvicina alla ragione e alla speculazione teoretica.
Con i Presocratici la filosofia va oltre il fatto e le esperienze per (ri)cercare una ragione costante, un principio, una causa, l’elemento da cui sono formate le cose.
Nello stesso tempo, questa disciplina (in)comincia formandosi come una scienza della totalità delle cose.
L’intero è l’oggetto di interesse privilegiato per la filosofia.
Essa si interroga sulle cause e sui principi di tutta quanta la realtà. 
Tale interrogazione è portata avanti con il metodo delle domande e delle risposte.
Alla sua origine, la filosofia cerca una sorgente, un seme, una radice, una base, un capo.
Alla sua origine la filosofia cerca un’origine. 
Ovverosia, quella dalla quale scaturiscono tutte quante le cose di cui è composta la realtà.
L’origine della filosofia è una filosofia dell’origine in se stessa compiuta.
Ma c’è di più.
Tale filosofia dell’origine costituisce l’atto di nascita di una disciplina completamente nuova.
La filosofia, appunto.
I Presocratici, infatti, costruiscono un mondo di congetture e di pensieri intorno alla totalità delle cose del mondo. Alcuni si asprimono in forma poetica altri usano la forma prosastica.
Essi, per la prima volta nella storia, si lasciano dietro le spalle le religioni, i miti e la tradizione.
Il loro statuto è quello di amanti del sapere piuttosto che quello di sapienti tout court. 
Filosofia diventa perciò propriamente amore del sapere.
Dicono ancora Deleuze e Guattari: «Il tempo filosofico è quindi un grandioso tempo di coesistenza, che non esclude il prima il dopo, ma li sovrappone in un ordine stratigrafico. È un divenire infinito della filosofia, che interseca ma non si confonde con la sua storia. La via dei filosofi, e anche la parte più marginale della loro opera, obbediscono a leggi di ordinaria successione; ma i loro nomi propri coesistono e brillano, sia come punti luminosi che ci fanno riattraversare le componenti di un concetto, sia come punti cardinali di un foglio o di uno strato che non cercano di ritornare fino a noi, come la luce delle stelle morte, più viva che mai. La filosofia è divenire, non storia; è coesistenza di piani, non successione di sistemi». E Ortega: «Filosofia è un fare dell’uomo. Un fare della specie “conoscenza”. Quel tipo di “conoscenza” che comincia con una domanda essenziale o per l’essere delle cose. L’essere della cosa non è la cosa. La cosa sta qui. L’essere no. Siccome non è qui bisogna cercarlo, e questa ricerca è la conoscenza: la domanda annuncia ed inizia un cercare».
La filosofia dell’origine è anzitutto una ricerca.
Una ricerca della verità (alètheia).
I Presocratici non si fermano davanti al mero dato di fatto come fa invece la scienza.
Essi vanno oltre; alla ricerca appunto dell’origine.
Per questo la loro speculazione è già una filosofia dell’origine.
E la filosofia stessa si configura come scienza di ciò che sta al di là delle cose. Nel profondo. 
La filosofia si origina quindi come filosofia dell’origine.
Di fronte allo spettacolo della realtà il filosofo Presocratico indaga la causa di tutto quel che ha davanti. Ma l’origine delle cose era la loro natura; cioè da cui esse derivavano.
La filosofia dei Presocratici si pone quindi fin da subito una domanda intorno al «che cos’è?».
Qual è la costituzione di questa cosa che ho qui davanti?
Essa indaga sulla verità delle cose e non sulla loro apparenza fenomenica.
La filosofia dell’origine è dunque un’interrogazione razionale che supera la realtà e il mondo effettuale.
Ogni cosa possiede una sua verità.
Il filosofo Presocratico indaga infatti il principio di ogni cosa.
Egli si chiede: che cosa ho davanti a me veramente?
In questo senso: l’origine della filosofia è un concreto oltrepassamento della presbiopia della realtà. Per giungere a una filosofia dell’origine in sé compiuta che prefigura e preannuncia il vero mondo sopra e dopo quello delle cose reali. Il mondo che sta dall’altra parte, il mondo dei principi, il mondo della generazione. L’origine della filosofia è dunque un’interrogazione sui principi, sulle cause, sulle scaturigini. La filosofia dell’origine, in forma di sentenza, di poema o di opinione, sarà dunque il risultato di tale interrogare. E, nello stesso tempo, rappresenterà l’origine di una disciplina che si farà una grande strada nella storia della cultura e dell’umanità dei secoli successivi.

 

da Casa Editrice Leonida.

PHILOSOPHIA, Il cammino del pensiero, estratti dai Video del Corriere della Sera, a cura di http://www.filosofia.it

PHILOSOPHIA Il cammino del pensiero – collana dvd

 

PHILOSOPHIA. Il cammino del pensiero. Una collana in dvd sulla storia della filosofia

videovideo 1. La nascita della filosofia
videovideo 2. Pitagora
videovideo 3. Eraclito
videovideo 4. Parmenide
videovideo 5. I sofisti
videovideo 6. Socrate
videovideo 7. Platone teoretico
videovideo 8. Platone politico
videovideo 9. Aristotele Etica
videovideo 10. Aristotele Metafisica

Presentazione del volume L’ORIGINE DELLA FILOSOFIA di Gianfranco Cordì, Leonida Edizioni

Duecento termini di uso corrente nello studio della filosofia antica, da L. ROSSETTI – INTRODUZIONE ALLA FILOSOFIA ANTICA (1998)

L. ROSSETTI – INTRODUZIONE ALLA FILOSOFIA ANTICA (1998)


Glossario /1


Avvertenza // Un altro piccolo glossario

Acèfalo * Acroamatico * Aforisma * Aggiunte e correzioni * Akmé * Anacronismo * Anepígrapha * Annullamenti * Anonimi * Antígrafo *Aplografia * Apòcrifo * Apoftègma * Apògrafo * Apparato critico * Archètipo * Arcontato di Euclide * Ascriptio * Ascrizione * Asterisco* Atetèsi * Autopsia

Biblíon * Bustrofedica (scrittura)

C-D E-G H-L M-P Q-S T-Z

da Glossarietto.

‪Emanuele Severino: A vuole B. Si può voler qualcosa solo in quanto il senso del qualcosa che è voluto ci appare davanti ‬‏

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Diotima423  così riassume  il ragionamento condotto da Severino:
1) La manifestazione dei significati (di ciò che ci appare) determina l’ambito in cui si creano le azioni umane destinate a perseguire quel risultato. Quel certo significato determina, guida, configura l’ambito in cui si agisce e dà senso a tutte le azioni umane prodotte in relazione a quel significato. Per es., il falegname per trattare il legno deve sapere che tratta il legno e non il ferro, e tiene anche conto di che tipo di legno sta trattando, compirà dunque azioni pertinenti al risultato CON quel tipo di legno. L’apparire del senso determina l’ambito dell’azione.
2) Quanto più ampio è il senso tanto più ampio è il campo dell’agire che è determinato da quel senso.
3) Qual è dunque il significato più ampio? Rispetto a cui tutti gli altri significati sono sotto insiemi, quello il cui significato guida OGNI azione, ogni agire immaginabile? Quello in base al quale SIAMO ed AGIAMO? Il senso dell’esser COSA. Il tavolo, la sedia, ma anche Dio. Una qualsiasi COSA. Un CHE, una parola ha significati diversi a seconda delle lingue in cui si esprime a seconda del periodo storico.
4) I greci portano alla luce un senso dell’esser cosa in cui la cosa è qualcosa che provvisoriamente si salva dal nulla

In crociera con Enrico Berti: Guardare il mondo con ‘gli occhi dei greci’: tra meraviglia, logos ed ethos

In vacanza con Enrico Berti

Guardare il mondo con ‘gli occhi dei greci’: tra meraviglia, logos ed ethos.

Che cos’è? ASIA è lieta di iniziare la stagione 2011 con la proposta delle Vacances de l’Esprit itineranti in collaborazione con CTM di Robintur. L’opportunità di viaggiare in una confortevole nave da crociera coniugando il fascino di una vacanza nel Mediterraneo con l’irresistibile richiamo della filosofia, della storia e della cultura greca.

Il filosofo Enrico Berti ci accompagnerà in questa rotta illuminando con le sue lezioni un viaggio ad est con destinazione Istanbul. L’itinerario della navigazione prevede la partenza da Venezia, con San Marco, il Campanile, il Canal Grande e successiva sosta a Bari. Proseguiremo per la Grecia, culla della filosofia occidentale, per raggiungere Katakolon/Olimpia e successivo arrivo in Turchia, con tappa a Smirne, e finalmente la misteriosa Istanbul, unica città che sorge su due continenti. Sulla via del ritorno, sosta a Dubrovnik e ritorno a Venezia.
Per la riflessione filosofica:
Come nasce la Filosofia? A cosa attinsero i primi filosofi della Grecia Antica per dare forma al loro pensare e domandare? Enrico Berti risponde, sulle orme di Platone e Aristotele, che alla scaturigine della filosofia e del nostro stesso agire c’è la Meraviglia. La Meraviglia come un’esperienza da vivere e riassaporare per riscoprire le fondamentali questioni proprie della Filosofia che abitano e riguardano ciascuno di noi.
“Eppure qualche volta può capitare di guardare il mondo in modo diverso, di meravigliarsi che le cose stiano in un certo modo. In questi momenti accade, come diceva il mio maestro, di guardare il mondo “con occhi greci”, ovvero con gli occhi dei Greci.”
Lasciamoci dunque accompagnare da Enrico Berti alle origini, non solo della Filosofia ma di noi stessi. Dove quella scintilla iniziale riceve ispirazione e spinta dal thàuma assumendo così la voce del logos e la tensione all’ethos.


Temi delle lezioni

Introduzione – Che cos’è la filosofia antica? Meraviglia o stile di vita?
Uno dei temi filosofici che hanno maggiormente attirato l’attenzione del pubblico negli ultimi decenni è stato quello del rapporto tra filosofia e prassi. Emblematica di questo interesse è stata la cosiddetta”riabilitazione della filosofia pratica”, verificatasi prima in Germania e poi in tutto il mondo occidentale. Un aspetto di questo tema è la reinterpretazione della filosofia antica come “stile di vita”, inaugurata da Pierre Hadot con Esercizi spirituali e filosofia antica (1981), ma ad esso è riconducibile anche la nascita delle “pratiche filosofiche” e la loro diffusione in Europa e negli USA.

I lezione – Il dibattito attuale sul carattere della filosofia antica: Hadot versus Horn
Al libro di Hadot sugli “Esercizi spirituali”, ispirato forse da Foucault, ne sono seguiti altri, come Che cos’è la filosofia antica (1995) e La filosofia come maniera di vivere (2001), ma non sono mancate le reazioni critiche, come quella di Christoph Horn, L’arte della vita nell’antichità (1998). In Italia il primo ad avanzare una tesi simile a quella di Hadot è stato G. Cambiano, La filosofia in Grecia e a Roma (1983), ma in modo molto più prudente e quindi con un’eco meno vasta. Un’alternativa, sia pure involontaria, all’interpretazione di Hadot è il libro di E. Berti, In principio era la meraviglia (2007), dove si mostra che la filosofia antica è nata dalla meraviglia, cioè dal desiderio di sapere, dalla ricerca dei princìpi.

II lezione – La nascita della filosofia dalla meraviglia
In questa lezione si mettono alla prova le opposte interpretazioni sopra citate a proposito dei primi filosofi, i cosiddetti “presocratici”, mostrando quali aspetti del loro pensiero siano riconducibili alla concezione della filosofia come stile di vita e quali invece attestino che la filosofia nasce dalla meraviglia. Si indaga inoltre sulla fondatezza della ricostruzione platonica e aristotelica dell’origine della filosofia, mettendola a confronto con quelle di Nietzsche e di Heidegger.

III lezione – Meraviglia e stile di vita nei filosofi dell’età classica
Nei filosofi dell’età classica, cioè Socrate, Platone e Aristotele, i due modi di concepire la filosofia diventano tra loro complementari, nel senso che il tipo di vita desiderato dal filosofo è caratterizzato dalla ricerca dei princìpi, sia di quelli che spiegano la realtà, sia di quelli che orientano la prassi. Nasce così l’ideale della vita teoretica, intesa non come vita contemplativa (interpretazione vulgata), ma come vita dedita alla ricerca.

IV lezione – La filosofia come stile di vita nell’età ellenistica e romana
Nell’età ellenistica e romana trova piena realizzazione la concezione della filosofia come stile di vita illustrata da Hadot, presente in tutte le scuole filosofiche del tempo (Epicurei, Stoici, Scettici) e anche nei singoli filosofi, specialmente romani (Seneca, Epitteto, Marco Aurelio). Da essa tuttavia derivano importanti conseguenze anche di carattere teoretico, che producono nuovi sviluppi nella filosofia antica (nasce, ad esempio, il cosiddetto “Dio dei filosofi”).

V lezione – L’incontro tra i filosofi e la Bibbia
Una svolta fondamentale nella storia della filosofia, non solo antica, è l’incontro tra i filosofi e la Bibbia, avvenuto in seguito alla traduzione della Bibbia in greco, che ne ha reso possibile la conoscenza da parte dei filosofi, e alla scoperta della filosofia greca da parte dei giudei (Filone) e dei cristiani (san Paolo). La diffusione del Giudaismo e del Cristianesimo nell’Impero romano, la nascita della filosofia cristiana e la reazione della filosofia pagana col neoplatonismo, nonché il successivo incontro della filosofia con l’Islam, hanno inaugurato modelli di filosofia sopravvissuti lungo tutto il corso della storia del pensiero.

VI lezione – Che cosa rimane oggi della filosofia antica?
La filosofia antica, cioè greco-romana, ha il pregio di essere la prima forma di filosofia inventata nell’Occidente e quindi conserva tutto il fascino che è proprio dell’originale rispetto alle imitazioni. In essa nascono tutte le discipline filosofiche destinate a rimanere nella storia (logica, cosmologia, antropologia, metafisica, etica, politica, retorica, estetica). Non tutti i filosofi antichi sono tuttavia ugualmente interessanti e non tutto ciò che hanno detto rimane valido: oggi si rende quindi necessario un lavoro accurato di discernimento. Soprattutto è necessario vedere se e in quale misura è ancora valido quel modo di fare filosofia.

Biografia

Enrico Berti (n. 1935) è professore emerito dell’Università di Padova. Ha insegnato filosofia nelle università di Perugia, di Padova, di Ginevra, di Bruxelles e di Lugano. È stato presidente nazionale della Società Filosofica italiana, vicepresidente dell’Institut International de Philosophie e della Fédération Internationale des Sociétes de Philosophie.
È socio nazionale dell’Accademia dei Lincei e membro della Pontificia Accademia delle Scienze.

Pubblicazioni più recenti:

  • Incontri con la filosofia contemporanea, Pistoia, Petite Plaisance, 2006;
  • In principio era la meraviglia. Le grandi questioni della filosofia antica, Roma-Bari, Laterza, 2007;
  • Dialectique, physique et métaphysique. Études sur Aristote, Louvain-la-Neuve, Éditions Peeters, 2008;
  • A partire dai filosofi antichi (con Luca Grecchi), Padova, Il Prato, 2009;
  • Nuovi studi aristotelici, IV 1-2: L’influenza di Aristotele, Brescia, Morcelliana, 2009-2010;
  • Sumphilosophein. La vita nell’Accademia di Platone, Roma-Bari, Laterza, 2010.

Per conoscere meglio Enrico Berti:

da: In crociera con Enrico Berti.

Marco Aurelio, nato il 26 aprile 121 d.C. a Roma

Marco Aurelio, noto come “l’imperatore filosofo”, è una figura centrale nella storia romana e nella filosofia stoica. Nato il 26 aprile 121 d.C. a Roma, da Marco Annio Vero e Domizia Lucilla, mostrò fin da giovane un forte interesse per la filosofia, in particolare per lo stoicismo, che abbracciò nel 133 d.C.[1][2].

Formazione e ascesa al potere

Marco Aurelio ricevette un’educazione completa, studiando lettere latine e greche, giurisprudenza ed eloquenza sotto la guida di Frontone. Fu adottato dall’imperatore Antonino Pio nel 138 d.C., diventando suo successore designato[2][5]. Sposò Faustina, figlia di Antonino Pio, e insieme ebbero tredici figli[3][4]. Divenne imperatore nel 161 d.C., condividendo il potere con il suo fratello adottivo Lucio Vero[1][5].

Regno e sfide

Il regno di Marco Aurelio (161-180 d.C.) fu segnato da numerose difficoltà. Nonostante la sua inclinazione pacifista, dovette affrontare conflitti militari significativi contro le tribù germaniche, come i Quadi e i Marcomanni, che minacciavano i confini dell’Impero[1][4]. Durante il suo governo, Marco Aurelio condusse ben diciassette campagne militari e si trovò a fronteggiare anche una grave epidemia di peste che decimò le sue truppe[2][6].

Marco Aurelio si distinse per la sua umanità e il suo approccio etico alla leadership. Non perseguitò i cristiani, seguendo una politica di tolleranza simile a quella del suo predecessore Traiano. Inoltre, si preoccupò delle condizioni degli schiavi e rinunciò ai lussi personali per affrontare le crisi economiche dell’epoca[1][3].

Opere filosofiche

Oltre alle sue responsabilità politiche e militari, Marco Aurelio è conosciuto per le sue opere filosofiche, in particolare per i “Pensieri”, una raccolta di riflessioni personali che esprimono la sua visione stoica della vita e della virtù. Questi scritti sono considerati tra i testi fondamentali della filosofia occidentale[4][5].

Morte e eredità

Morì il 17 marzo 180 d.C., probabilmente a causa di una peste contratta durante una campagna militare. Gli succedette il suo figlio Commodo, segnando la fine del periodo noto come “l’epoca dei cinque buoni imperatori”[1][2]. Marco Aurelio rimane un simbolo di saggezza e leadership morale, influenzando pensatori e leader attraverso i secoli con il suo esempio di governante giusto e riflessivo.

Citations:
[1] https://www.raiscuola.rai.it/storia/articoli/2022/02/Marco-Aurelio-un-intellettuale-al-potere-88954158-6bb8-47d8-a3a5-2b12cf2ceba7.html
[2] https://www.treccani.it/enciclopedia/marco-aurelio/
[3] https://www.domusweb.it/it/arte/2024/04/24/marco-aurelio-un-imperatore-filosofo.html
[4] https://www.skuola.net/storia-antica/imperatore-marco-aurelio.html
[5] https://it.wikipedia.org/wiki/Marco_Aurelio
[6] https://www.romanoimpero.com/2009/07/marco-aurelio-161-180.html

Lucio Anneo Seneca, noto anche come Seneca il Giovane, nacque intorno al 4 a.C.

Lucio Anneo Seneca, noto anche come Seneca il Giovane, nacque intorno al 4 a.C. a Cordova, in Spagna, da una famiglia di rango equestre. Suo padre, Seneca il Vecchio, era un rinomato retore e filosofo. Seneca si trasferì a Roma per completare la sua educazione in retorica e filosofia, dove si distinse per le sue doti oratorie[1][2][6].

Carriera Politica e Esilio

Seneca iniziò la sua carriera politica nel 31 d.C., diventando questore e poi senatore. Tuttavia, la sua ascesa fu segnata da conflitti con gli imperatori romani. Nel 39 d.C., sotto Caligola, fu condannato a morte ma scampò grazie all’intervento di un’amante dell’imperatore che lo fece passare per moribondo[3][6]. Nel 41 d.C., fu accusato di adulterio e relegato in Corsica, dove scrisse opere significative come la “Consolatio ad Helvium” e “De Brevitate Vitae” durante il suo esilio[1][5].

Nel 49 d.C., grazie all’influenza di Agrippina, madre di Nerone, Seneca tornò a Roma e divenne tutore del giovane imperatore. Durante i primi anni del regno di Nerone (54-59 d.C.), Seneca esercitò una notevole influenza, contribuendo a quello che è conosciuto come il “quinquennio felice”, un periodo caratterizzato da un governo relativamente saggio[2][5][8].

Ritiro e Morte

Tuttavia, con il passare del tempo, il rapporto tra Seneca e Nerone si deteriorò. Nel 62 d.C., sentendosi minacciato dalla crescente ostilità dell’imperatore e dalla perdita della sua influenza, Seneca si ritirò dalla vita pubblica per dedicarsi alla filosofia e alla scrittura[4][6]. Nel 65 d.C., fu coinvolto nella congiura dei Pisoni contro Nerone; l’imperatore ordinò il suo suicidio. Seneca accettò il suo destino con la dignità che caratterizzava il suo pensiero stoico[3][5][7].

Opere e Pensiero

Seneca è celebre non solo per la sua carriera politica ma anche per le sue opere filosofiche e drammaturgiche. Tra i suoi scritti più noti vi sono le “Lettere a Lucilio”, che trattano temi etici e morali, esprimendo i principi dello stoicismo. La sua scrittura è caratterizzata da uno stile incisivo e riflessivo, che ha influenzato profondamente la filosofia occidentale[6][8].

In sintesi, Lucio Anneo Seneca rappresenta una figura centrale nella storia della filosofia romana e della letteratura, simbolo di un’epoca complessa segnata da potere, conflitti personali e profonde riflessioni morali.

Citations:
[1] https://library.weschool.com/lezione/seneca-biografia-de-clementia-consolatio-ad-helviam-matrem-consolatio-polybium-stoicismo-22008.html
[2] https://www.skuola.net/letteratura-latina-eta-imperiale/seneca-biografia124539x.html
[3] https://www.skuola.net/letteratura-latina-eta-imperiale/seneca-vita-pensiero-opere.html
[4] http://www2.classics.unibo.it/Didattica/LatBC/SenOtioIntro.pdf
[5] https://www.teche.rai.it/2021/05/vita-pensiero-seneca/
[6] https://it.wikipedia.org/wiki/Lucio_Anneo_Seneca
[7] https://www.scuolafilosofica.com/3359/seneca
[8] https://www.treccani.it/enciclopedia/lucio-anneo-seneca/

Epitteto, filosofo greco, nato a Ierapoli (oggi Pamukkale, Turchia) intorno al 50 d.C

Epitteto è stato un importante filosofo greco, esponente dello stoicismo, nato a Ierapoli (oggi Pamukkale, Turchia) intorno al 50 d.C.

La sua vita è segnata da esperienze di schiavitù e successiva emancipazione, che hanno influenzato profondamente il suo pensiero filosofico.

Gioventù e schiavitù

Epitteto nacque in una famiglia di schiavi e fu acquistato da Epafrodito, un liberto di Nerone. Durante la sua giovinezza, Epafrodito gli permise di seguire le lezioni del filosofo stoico Musonio Rufo a Roma[1][2]. Nonostante la sua condizione di schiavo, Epitteto si distinse per la sua intelligenza e integrità morale. Viene descritto come una persona di salute cagionevole e si dice che fosse zoppo[6][7].

Carriera filosofica

Dopo essere stato affrancato, Epitteto iniziò a insegnare filosofia a Roma. Tuttavia, nel 93 d.C., l’imperatore Domiziano emanò un editto che espelleva i filosofi dalla città, costringendolo a trasferirsi a Nicopoli, in Epiro. Qui fondò una scuola che divenne molto popolare e influente[1][3][4]. Tra i suoi allievi più noti vi fu Arriano, che raccolse e pubblicò gli insegnamenti di Epitteto in opere come le Diatribe e il Manuale (o Enchiridion), che sintetizzano il suo pensiero stoico[2][5].

Pensiero e opere

Epitteto non scrisse opere originali; le sue idee ci sono pervenute attraverso gli appunti di Arriano.

La sua filosofia si concentra sull’etica e sulla pratica della virtù piuttosto che sulla speculazione teorica. Sosteneva che la felicità derivasse dalla capacità di distinguere tra ciò che dipende da noi e ciò che non lo fa, enfatizzando l’importanza dell’autocontrollo e della libertà interiore[1][3][4].

La sua visione stoica si caratterizza per un distacco dalle passioni e dall’attaccamento ai beni materiali, promuovendo invece un’esistenza conforme alla natura e alla ragione[2][6].

Epitteto ha avuto un’influenza duratura su pensatori successivi, inclusi Marco Aurelio e il cristianesimo stesso[4][7].

Morte

Epitteto morì intorno al 135 d.C., lasciando un’eredità filosofica che continua a essere studiata e apprezzata fino ai giorni nostri[1][3].

La sua vita e le sue opere rappresentano un ponte tra il pensiero stoico antico e le correnti filosofiche successive.

Citations:
[1] https://www.mondadorieducation.it/risorse/media/secondaria_secondo/greco/schede_sonnino/autori/epitteto.html
[2] https://liberliber.it/autori/autori-e/epictetus-epitteto/
[3] https://www.treccani.it/enciclopedia/epitteto/
[4] https://acciobooks.com/authors/epitteto
[5] https://www.scuolafilosofica.com/628/epitteto
[6] https://it.wikipedia.org/wiki/Epitteto
[7] https://www.sololibri.net/Epitteto-vita-opere-analisi-Manuale.html

Orazio, poeta romano, nato l’8 dicembre del 65 a.C. a Venosa

Orazio, il cui nome completo è Quinto Orazio Flacco, è stato un illustre poeta romano, nato l’8 dicembre del 65 a.C. a Venosa, una colonia romana situata nell’attuale Basilicata. Figlio di un liberto che divenne esattore delle tasse, Orazio crebbe in una condizione economica relativamente agiata, che gli permise di ricevere un’ottima educazione[1][3][6].

Formazione e Carriera Militare

Dopo aver completato i suoi studi a Roma, Orazio si trasferì ad Atene per approfondire la filosofia e la poesia greca. Durante questo periodo, si arruolò nell’esercito di Bruto per combattere contro le forze di Ottaviano nella battaglia di Filippi nel 42 a.C., dove il suo schieramento subì una pesante sconfitta. Dopo la battaglia, Orazio tornò in Italia grazie a un’amnistia, ma scoprì che il podere paterno era stato confiscato[2][3][4][6].

Inizio della Carriera Poetica

Costretto a cercare un impiego, Orazio divenne segretario di un questore e iniziò a scrivere poesie. La sua carriera poetica decollò quando nel 38 a.C. fu presentato a Mecenate da Virgilio e Vario. Grazie al supporto di Mecenate, Orazio poté dedicarsi completamente alla scrittura[1][3][4][6].

Opere e Temi

Le sue opere più significative includono le Satire, gli Epodi e le Odi.

Le Satire riflettono una critica sociale e morale della sua epoca, mentre le Odi esprimono temi di bellezza, amore e natura, con celebri espressioni come “Carpe Diem” e “Hic et nunc” che invitano a vivere il presente[2][3][4].

Orazio è noto per il suo concetto di aurea mediocritas, che promuove un equilibrio tra gli estremi della vita.

Ultimi Anni e Eredità

Orazio ricevette da Mecenate un piccolo possedimento in Sabina nel 33 a.C., dove trascorse gran parte della sua vita in tranquillità, lontano dalla frenesia di Roma. Morì nel 8 a.C., lasciando un’eredità duratura nella letteratura latina e influenzando generazioni di poeti successivi con il suo stile lirico e i suoi temi universali[1][3][4][6].

La figura di Orazio è quindi emblematica non solo della letteratura romana, ma anche della cultura dell’epoca augustea, rappresentando un ponte tra la tradizione greca e quella latina.

Citations:
[1] https://www.skuola.net/letteratura-latina-eta-augustea/orazio-biografia-opere.html
[2] https://knowunity.it/knows/latino-orazio-6e46154a-ad79-4b6c-9e03-2858c00baf66
[3] https://it.wikipedia.org/wiki/Quinto_Orazio_Flacco
[4] https://sapere.virgilio.it/scuola/superiori/letteratura-storia-filosofia/letteratura-romana/orazio-vita-e-opere-del-poeta-romano
[5] https://www.skuola.net/letteratura-latina-eta-augustea/orazio-vita-opere.html
[6] https://www.sololibri.net/orazio-vita-opere-pensiero.html
[7] https://www.sapere.it/sapere/strumenti/studiafacile/letteratura-latina/augusto/orazio/La-vita.html
[8] https://www.treccani.it/enciclopedia/quinto-orazio-flacco_(Enciclopedia-dei-ragazzi)/