I temi ricorrenti nelle opere e nelle performance artistiche di Doriam Battaglia sono principalmente legati alla ricerca della realtà profonda e alla percezione dell’esistenza come processo dinamico e in continua trasformazione.
Le sue opere si concentrano su:
La materia e la sua trasformazione: Battaglia esplora la materia come sostanza cangiante, inafferrabile e mutevole, evidenziando il processo di apparizione e scomparsa delle immagini, quasi come “finestre” su un mondo sconosciuto e inconoscibile.
La dimensione spirituale e filosofica: Le sue opere sono impregnate di riflessioni filosofiche e spirituali, con riferimenti a pensatori come Amiel e Valéry, e mirano a suscitare nello spettatore uno stato d’animo di meditazione e consapevolezza.
Il tempo e la nascita dell’immagine: La pittura di Battaglia è vista come un processo di nascita e affermazione, dove il colore e la composizione suggeriscono un’evoluzione continua, quasi un rito di passaggio dall’assenza all’essere.
L’esperienza estetica come indagine etica: L’arte per Battaglia non è solo estetica ma anche etica, un modo per interrogare la realtà e la coscienza, coinvolgendo anche un pubblico non specializzato in una riflessione profonda.
L’uso del corpo e della performance: Nelle performance, come in molte pratiche artistiche contemporanee, il corpo è spesso elemento centrale, coinvolto in rituali, movimenti ripetitivi e interazioni con materiali e spazi, per esplorare la vulnerabilità, la temporalità e la materialità dell’esistenza.
In sintesi, i temi principali sono la trasformazione della materia, la ricerca spirituale, il tempo come dimensione dell’esistenza e la relazione tra corpo, spazio e coscienza, elementi che si riflettono sia nelle sue opere pittoriche che nelle sue performance artistiche3459.
“Van Gogh – I colori dell’eternità” è il titolo del primo episodio della nuova stagione di Ulisse, il piacere della scoperta, condotto da Alberto Angela e trasmesso su Rai1 lunedì 7 aprile 2025 alle 21.30[1][4][7]. La puntata esplora la vita tormentata e l’arte rivoluzionaria di Vincent van Gogh, ripercorrendo i luoghi che hanno segnato il suo percorso umano e creativo: dalla nascita a Zundert (Olanda) alle esperienze ad Anversa, Parigi, Arles e Saint-Rémy-de-Provence[5][7].
Struttura e contenuti principali:
Approccio narrativo: Un racconto emozionale e visivo, con ricostruzioni storiche, immagini digitali e realtà immersiva per immergersi nei capolavori come Quindici girasoli in un vaso e La camera di Vincent[3][5].
Analisi psicologica: Il contributo dello psicoanalista Massimo Recalcati approfondisce il rapporto tra genio e follia, interrogandosi su come Van Gogh sarebbe stato accolto oggi[3][7].
Aspetti meno noti: Viene sfatata l’immagine stereotipata dell’artista “maledetto”, evidenziando invece la sua cultura poliglotta, la conoscenza dei classici e la formazione teologica[5][7].
Edward Hopper è uno dei pittori americani più influenti del XX secolo, noto per il suo stile unico che cattura la solitudine e l’isolamento dell’esperienza umana attraverso la luce e l’architettura. Le sue opere, caratterizzate da un realismo incisivo, esplorano temi di vita urbana e desolazione, spesso utilizzando scene quotidiane per esprimere emozioni profonde.
Vita e Carriera
Nato nel 1882 a Nyack, New York, Hopper iniziò la sua formazione artistica presso la School of Illustrating di New York e successivamente studiò alla New York School of Art sotto la guida di Robert Henri. Negli anni ’20, Hopper si trasferì a Parigi, dove fu influenzato dall’Impressionismo, ma tornò presto negli Stati Uniti, dove sviluppò il suo stile distintivo.
Tematiche Principali
Le opere di Hopper sono caratterizzate da:
Solitudine e Isolamento: Molti dei suoi dipinti ritraggono figure solitarie in ambienti vuoti, suggerendo un profondo senso di malinconia.
Luce: Hopper era un maestro nell’uso della luce naturale per creare atmosfere evocative. La luce gioca un ruolo cruciale nella sua arte, spesso evidenziando contrasto tra interno ed esterno.
Architettura: Le sue composizioni spesso includono edifici e spazi urbani, riflettendo la vita americana del suo tempo.
Opere Celebri
Tra i dipinti più iconici di Edward Hopper ci sono:
Nighthawks (Nottambuli) (1942): Rappresenta una tavola calda notturna con clienti isolati, simbolo dell’incomunicabilità moderna[4].
Morning Sun (1952): Mostra una donna che riceve i raggi del sole nella sua camera, esprimendo solitudine e introspezione[2].
House by the Railroad (1925): Un’opera che utilizza linee orizzontali per separare l’osservatore dalla scena rappresentata, accentuando il tema della solitudine[2].
Automat (1927): Ritrae una donna in una caffetteria, enfatizzando il senso di isolamento in un contesto urbano[2].
Stile e Tecnica
Hopper utilizzava principalmente la tecnica dell’olio su tela e si distingueva per la sua tavolozza di colori piatti e tonalità scure. La sua abilità nel rappresentare effetti luminosi è evidente in opere come Sole di Mattina (1952) e Finestre di notte (1928), dove la luce diventa un elemento narrativo essenziale[1][3].
Influenza Culturale
Le opere di Hopper hanno avuto un impatto duraturo non solo nel campo delle arti visive ma anche nel cinema e nella letteratura. Registi come Wim Wenders e Dario Argento hanno tratto ispirazione dalle sue immagini per esplorare temi di isolamento e introspezione nei loro film[4].
In sintesi, Edward Hopper rimane una figura centrale nella storia dell’arte americana, il cui lavoro continua a ispirare artisti e spettatori con la sua profonda esplorazione della condizione umana attraverso il linguaggio visivo.
Edward Hopper è celebre per le sue opere che catturano la solitudine e la malinconia della vita moderna. Ecco alcune delle sue opere più famose:
Opere Iconiche di Edward Hopper
Nighthawks (I Nottambuli) (1942)
Descrizione: Questo dipinto rappresenta un diner notturno a New York, con clienti isolati che sembrano persi nei propri pensieri. È considerato il lavoro più famoso di Hopper e simbolo dell’incomunicabilità urbana.
Ubicazione: Art Institute di Chicago[1][3].
Morning Sun (Sole di Mattina) (1952)
Descrizione: Ritrae Josephine, la moglie dell’artista, seduta su un letto mentre la luce del sole entra dalla finestra, creando un’atmosfera di intimità e introspezione.
Ubicazione: Columbus Museum of Art, Ohio[3][5].
Room in New York (Stanza a New York) (1928)
Descrizione: Mostra una coppia in un appartamento newyorkese, evidenziando il tema della solitudine anche in spazi condivisi.
Ubicazione: Collezione privata[4].
Cape Cod Morning (Mattino a Cape Cod) (1950)
Descrizione: Rappresenta una donna seduta in una cucina, immersa nella luce del mattino che entra dalla finestra, evocando tranquillità e riflessione.
Ubicazione: Collezione privata[1][4].
Automat (1927)
Descrizione: Ritratta una donna solitaria seduta in un automat, simbolo della vita urbana e della solitudine moderna.
Ubicazione: Collezione privata[3][5].
House by the Railroad (Casa vicino alla ferrovia) (1925)
Descrizione: Un’immagine iconica di una casa abbandonata vicino ai binari, rappresenta l’isolamento e il cambiamento dell’American way of life.
Ubicazione: Museum of Modern Art, New York[1][4].
East Wind Over Weehawken (1934)
Descrizione: Un paesaggio che cattura l’atmosfera della vita suburbana con un uso magistrale della luce e del colore.
Valore d’asta: Venduto per 40.485.000 $ nel 2013, è una delle opere più costose di Hopper[2].
Queste opere non solo mostrano il talento di Hopper nel catturare la luce e l’atmosfera, ma anche la sua abilità nell’esprimere emozioni complesse attraverso scene quotidiane. La sua arte continua a influenzare artisti e cineasti contemporanei, rendendolo una figura centrale nella storia dell’arte americana.
Edward Hopper è un artista unico che fonde tradizioni e tendenze contraddittorie.
Utilizza modelli della scuola classica (Vermeer, Watteau, Rembrandt, ecc.) che, in un mix di ironia, cinismo e malinconia, trasporta nella realtà americana.
Impressione, levar del sole (Impression, soleil levant) è un dipinto del pittore francese Claude Monet, realizzato nel 1872. Al dipinto si attribuisce l’origine stessa del movimento impressionista. L’opera è esposta al Musée Marmottan Monet di Parigi
MARIA LAI. Il tempo dell’incalcolabile2021-10-25 / 2022-04-03M77 presenta, da martedì 26 ottobre 2021, Il tempo dell’incalcolabile, progetto espositivo dedicato all’artista Maria Lai
…, ti avrei invitata a vedere una mostra particolare di Maria Lai, espressione dell’arte relazionale e dei libri cuciti.
Me l’aveva segnalata una mia amica innamorata di quest’artista sarda e così ieri sono andata con lei a milano a vedere un’inedito della Lai “Legarsi alle montagne” nonchè l’illustrazione cucita di una fiaba.
Poi, tornata a casa, sono andata a cercare altri particolari e ho trovato questo video su youtube (sono tre, ma io sono partita da quello di mezzo per completarlo con i mancanti successivamente):
Artista simbolo per la Norvegia e per la sua capitale Oslo, in cui si è da poco inaugurato un grande e avveniristico museo che raccoglie la sua straordinaria collezione di opere, Edvard Much ha saputo come pochi altri esprimere nei suoi quadri le inquietudini della modernità, tanto che il suo L’urlo (1910) è considerato una sorta di profezia della tragedia delle guerre mondiali.
Da oggi in edicola con Repubblica una nuova iniziativa editoriale diretta da Vittorino Andreoli rivolta a chi ama l’arte e a chi si occupa dei disturbi della mente, ma anche a chiunque voglia avere una visione dell’uomo nella complessità che lo caratterizza: una complessità che tiene insieme polarità estreme a cui appartengono il genio e la follia. Che, appunto, è il titolo della collana di volumi in vendita a 14,90 euro oltre al quotidiano. La collana è in vendita anche con Mind.
Primo Volume, Van Gogh, è ritenuto oggi tra i massimi artisti dell’Ottocento e il valore (anche economico) delle sue opere – in tutto, circa novecento dipinti – batte record anche rispetto ad altri grandissimi pittori. Sul versante della follia, non vi è alcun dubbio sulla gravità che i comportamenti hanno evidenziato. Non ultimo, il suicidio. Emerge che la condizione del folle è espressione di una difficoltà del vivere, ma nello stesso tempo mostra come la creatività e l’arte appartengono sia all’uomo, sia all’uomo folle.
Il direttore della collana, Vittorino Andreoli, è uno dei protagonisti del cammino che ci ha condotto ad ascoltare le potenzialità aperte dalla malattia psichica. Andreoli ha contribuito a forgiare gli strumenti per indagare le relazioni possibili tra arte e disturbo psichiatrico. Da questo punto di vista la collana è illuminante. È un gioco di riflessioni che si rinnova e che trasforma la collana in un patchwork. Ogni volume, corredato da un profilo artistico, è autosufficiente eppure interagisce con tutti gli altri testi.
Ecco le uscite previste ogni mese – Van Gogh (29 ottobre 2021), Caravaggio (22 novembre 2021), Munch (23 dicembre 2021), Leonardo da Vinci (25 gennaio 2022), Goya (22 febbraio 2022), S chiele (22 marzo 2022), Ligabue (22 aprile 2022), Dalì (20 maggio 2022), Kahlo (22 giugno 2022), Arcimboldo (20 luglio 2022), Mondrian (23 agosto 2022), Baquiat (20 settembre 2022).
“credo nella co-essenza di tutto ciò che esiste. Materia, energia, vita e coscienza, informazione sono un’unica entità, in-creata ed eterna, in perpetua relazione tra ogni sua parte. La nostra visione dualistica della realtà riduce ogni cosa negli opposti, ma ciò è il frutto della nostra limitata percezione. Tra i due opposti, che in realtà sono un’unica inscindibile entità, esistono infinite gradazioni. Tutto è un’unica energia, vibrante e modulata su infinite frequenze. Di queste lunghezze d’onda noi percepiamo solo una piccolissima porzione, lo spettro della luce visibile che si estende tra il rosso, il colore con la frequenza più bassa, e il violetto, che possiede la frequenza più alta tra quelle percepibili dai nostri occhi. ” …
Celebrazioni virtuali per il cinquecentenario della morte di Raffaello Sanzio (1483-1520) (guarda qui). Laura Larcan su Il Messaggero: «Morì a 37 anni, all’improvviso, dopo notti di febbre e spasmi. Accadde il 6 aprile del 1520. […] L’anniversario dei 500 anni dalla scomparsa di Raffaello sarà una festa virtuale ma emotiva, a porte chiuse (per il lockdown da coronavirus) ma ricca di immagini e voci. Il Mibact in prima linea ne firma la regia. Si comincia alle 11 del mattino, quando sul canale YouTube del ministero sarà pubblicato un documentario corale con studiosi di fama ed esperti che racconteranno l’amore per Raffaello, da Claudio Strinati ad Antonio Forcellino, dalla direttrice dei Musei Vaticani Barbara Jatta a Marco Ciatti, direttore dell’Opificio delle pietre dure, che ha curato nella sua carriera 15 capolavori del Divin Pittore. Fino a Melania Mazzucco. Le Scuderie del Quirinale guidate da Mario De Simoni danno il loro contributo con il tour virtuale della bella mostra (oggi monitorata da un’équipe di tecnici). E gli Uffizi di Eike Schmidt lanciano […] un tour virtuale dei capolavori di Raffaello sulla pagina Facebook (un video al giorno fino a mercoledì). Tanti gli appuntamenti televisivi in programma tra canali Rai e Sky Arte. E […] chi sa che non spunti una rosa sulla sua tomba al Pantheon».
In Vincent Van Gogh la relazione tra esistenza e opera, tra malattia mentale e creazione ha fornito materia a una lunga tradizione interpretativa, soprattutto psicoanalitica. Nessuno però ha saputo, al pari di Massimo Recalcati, mettere in rapporto malinconia e dipinti senza cedere a tentazioni patografiche, nel rispetto pieno dell’autonomia dell’arte. Per nessi illuminanti Recalcati procede dalle radici familiari della sofferenza psicotica di Vincent – venuto al mondo nel primo anniversario della morte del fratellino del quale gli fu imposto il nome – alla scelta di vivere da sradicato la propria indegnità di figlio vicario, alla spinta mistica verso la parola evangelica, fino all’estrema devozione alla pittura. Le maschere del Cristo e del «giapponese» servono a Van Gogh per darsi un’identità di cui si sente privo. I suoi quadri costituiscono lo sforzo estremo di attingere, attraverso la luce e il colore, direttamente all’assoluto, alla Cosa stessa. Ma la consacrazione all’arte, che all’inizio lo aveva salvato dalla malinconia originaria, si rivela ciò che lo fa precipitare negli abissi della follia. Il suo movimento pittorico e biografico dal Nord al Sud lo avvicina troppo al calore incandescente della Luce e in questa prossimità, come nel mito di Icaro, egli finisce per consumarsi.
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