Antonelli Giuseppe, Parola per parola. Etimi, storie e usi del lessico, il Mulino, 2025

Il libro “Parola per parola. Etimi, storie e usi del lessico,” curato da Giuseppe Antonelli e pubblicato da Il Mulino nel 2025, è un’opera dedicata agli amanti della lingua italiana interessati all’etimologia e alle parole.

Il volume contiene centocinquantotto storie di parole, ognuna raccontata come protagonista di brevi avventure linguistiche.

Le parole vengono esplorate nelle loro origini, viaggi, metamorfosi e significati stratificati nel tempo, con un’attenzione particolare alla ricca eredità delle lingue classiche, ai prestiti da altre lingue culturali, alle parole nuove o legate a mode effimere, a quelle antiche ormai in disuso, ai modi di dire, ai gerghi e alle terminologie tecniche.

Dopo il successo del precedente libro “La vita delle parole” (2023), questo nuovo volume di Antonelli mira a soddisfare chi desidera approfondire la conoscenza delle parole italiane attraverso storie di etimologia affidate a firme autorevoli e organizzate in sezioni tematiche.

È un testo ideale per chi ama consultare e zigzagare lentamente tra i lemmi, scoprendo origini e significati nascosti di voci del lessico italiano.facebook+3

  1. https://www.facebook.com/AccademiaCrusca/photos/parola-per-parola-etimi-storie-e-uso-del-lessico-a-cura-di-giuseppe-antonelli-bo/1233603022144705/
  2. https://books.apple.com/it/book/parola-per-parola/id6754461978
  3. https://www.lin.it/libri-autore/giuseppe-antonelli.html
  4. https://www.lafeltrinelli.it/parola-per-parola-etimi-storie-libro-vari/e/9788815394040
  5. http://www.campedel.it/schede/371777.PHP
  6. https://www.instagram.com/p/DQJKWDhDRfx/
  7. https://www.libreriatempinuovi.it/libri-autore/giuseppe-antonelli.html
  8. https://www.ibs.it/libri/autori/giuseppe-antonelli
  9. https://www.pordenonelegge.it/autori/giuseppe-antonelli
  10. https://www.libreriauniversitaria.it/libri-linguistica/novita-2025-linguistica.htm

Giuseppe Patota, “A tu per tu con la Commedia”, Laterza, 2025

Il libro “A tu per tu con la Commedia” di Giuseppe Patota, pubblicato da Laterza nel 2025, è un’opera che si propone di rendere accessibile e comprensibile la Divina Commedia di Dante anche a chi non la conosce bene o la trova difficile da leggere.

Patota, linguista e studioso della lingua italiana, ha selezionato i versi più significativi dei cento canti e li ha spiegati parola per parola, offrendo un percorso in 114 tappe che accompagna il lettore nel viaggio dantesco, collegando i versi ai loro contesti storici, culturali e letterari135.

Il libro affronta la complessità linguistica e tematica della Commedia, che spazia dalla teologia alla filosofia, dalla morale alla politica, dalla scienza all’arte della guerra, mostrando come Dante abbia sperimentato tutte le possibilità espressive della lingua italiana e abbia racchiuso nel suo poema un sapere enciclopedico antico e medievale15.

Giuseppe Patota, professore ordinario di Linguistica italiana all’Università di Siena, è anche membro di importanti istituzioni culturali come l’Accademia dei Lincei e l’Accademia della Crusca, e ha una vasta produzione scientifica e divulgativa sulla lingua italiana3.

In sintesi, “A tu per tu con la Commedia” è un testo pensato per accompagnare il lettore in un viaggio chiaro e coinvolgente attraverso la Divina Commedia, abbattendo le difficoltà linguistiche e culturali che spesso scoraggiano la lettura di questo capolavoro157.

Citations:

  1. https://www.laterza.it/scheda-libro/?isbn=9788858156537
  2. https://www.ibs.it/a-tu-per-tu-con-libro-giuseppe-patota/e/9788858156537
  3. https://www.laterza.it/2025/01/10/a-tu-per-tu-con-la-commedia/
  4. https://www.libraccio.it/libro/9788858156537/giuseppe-patota/a-tu-per-tu-con-commedia.html
  5. https://www.libreriauniversitaria.it/tu-tu-commedia-patota-giuseppe/libro/9788858156537
  6. https://www.mondadoristore.it/A-tu-per-tu-con-la-Commedia-Giuseppe-Patota/eai978885815653/
  7. https://www.youtube.com/watch?v=pXtdmY5wWZI
  8. https://www.unilibro.it/libro/patota-giuseppe/a-tu-per-tu-con-la-commedia-/9788858156537

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Citati Pietro, La follia degli antichi. Scrittori greci e latini da Omero a Lorenzo Valla, Feltrinelli, 2025

Pietro Citati (Firenze, 1930 – Roccamare, 2022), critico letterario e scrittore di vasta erudizione, ha lasciato un’opera postuma significativa con “La follia degli antichi. Scrittori greci e latini da Omero a Lorenzo Valla” (Gramma Feltrinelli, 2025).

Il volume raccoglie i risvolti di copertina da lui redatti per una collana di classici greci e latini curata nell’arco di trent’anni, rivelando il suo approccio mimetico alla critica letteraria e la fascinazione per l’invisibile nel mondo antico16.

Struttura e contenuti
Il libro si configura come una “cassa armonica” di testi antichi, selezionati con cura tra opere celebri e capolavori dimenticati. Citati esplora la dimensione spirituale e simbolica della letteratura, concentrandosi su:
Miti greci e il loro legame con il divino, da Sofocle agli Inni orfici1.
Letteratura cristiana, con particolare attenzione alle Confessioni di Agostino, descritte come un equilibrio tra “luce e tenebra”, e agli scritti mistici spesso trascurati2.
Narrazioni storiche come quelle su Alessandro Magno e il declino di Bisanzio, definite “abbaglianti e sinistre”12.

Metodo critico
Citati adotta un approccio non accademico, privilegiando l’intuizione poetica sulla filologia.

Come osservato da Paolo Lagazzi (Avvenire), il critico si rivela “un avventuriero del possibile e dell’impossibile”, capace di tessere connessioni tra epoche e generi attraverso un linguaggio ricco di immagini26. Paolo Di Paolo (la Repubblica) ne sottolinea l’abilità nel sintetizzare l’essenza delle opere senza banalizzarle2.

Temi centrali
La follia come cifra creativa degli antichi, intesa come slancio verso l’assoluto14.
Il rapporto tra visibile e invisibile, con frequenti riferimenti a testi gnostici e alla simbologia cristiana26.
L’eredità della classicità, filtrata attraverso autori come Lorenzo Valla, umanista del Quattrocento19.

Eventi e riconoscimenti
Il libro è stato al centro di dibattiti al Salone del Libro di Torino e all’Auditorium Parco della Musica di Roma, con partecipazioni di studiosi come Piero Boitani ed Emanuele Trevi45.

La critica ne ha lodato la capacità di restituire, in brevi testi, il “cuore del cuore” delle opere analizzate2.

Citations:

  1. https://www.feltrinellieditore.it/opera/la-follia-degli-antichi-1/
  2. https://www.ibs.it/follia-degli-antichi-scrittori-greci-libro-pietro-citati/e/9791256240241
  3. https://www.instagram.com/feltrinelli_editore/p/DHDv3JLIqs6/
  4. https://www.salonelibro.it/programma-eventi/la_follia_degli_antichi/12878
  5. https://www.auditorium.com/it/event/piero-boitani-andrea-cane-emanuele-trevi/
  6. https://www.lafeltrinelli.it/libri/autori/pietro-citati
  7. https://www.feltrinellieditore.it/appuntamenti/2025/03/07/omaggio-a-pietro-citati-a-libri-come/
  8. https://www.libraccio.it/autore/pietro-citati/libri.html
  9. https://books.mondadoristore.it/buy-ebook-online/Pietro-Citati/aut01191147/

alla base delle RELIGIONI vi è certamente l’idea di “legare” o “legarsi”

La parola “religione” ha un’origine etimologica complessa e dibattuta, ma alla base vi è certamente l’idea di “legare” o “legarsi”.

Il termine deriva dal latino religio, che secondo una delle interpretazioni più accreditate è affine al verbo religare, che significa appunto “legare” o “vincolare”. Questo riflette il valore vincolante degli obblighi e dei divieti sacrali che caratterizzano la religione, cioè l’insieme di credenze e pratiche che legano l’individuo o la comunità a ciò che è considerato sacro o divino145.

Questa interpretazione è sostenuta da Lattanzio (III-IV secolo), che afferma: «Hoc vinculo pietatis obstricti Deo et religati sumus; unde ipsa religio nomen accepit», cioè “Con questo vincolo di pietà siamo stretti e legati a Dio: da ciò prese nome la religione”236. Sant’Agostino riprende questa idea, sottolineando il legame dell’anima con Dio come essenza della religione2.

Tuttavia, esiste anche un’altra etimologia proposta da Cicerone, secondo cui religio deriverebbe da relegere (rileggere, raccogliere nuovamente), cioè l’atto di osservare con scrupolo e attenzione i riti e i doveri religiosi345. Questa interpretazione mette l’accento sull’aspetto della cura e della diligenza nell’adempimento degli obblighi religiosi.

In sintesi, alla base delle religioni c’è certamente il concetto di “legare” (dal latino religare), inteso come un vincolo profondo che unisce l’uomo al divino e alla comunità di fede. Questo legame può essere interpretato sia come un vincolo morale e spirituale sia come un insieme di pratiche e regole che “legano” l’individuo a una tradizione sacra. Entrambe le radici etimologiche, religare e relegere, evidenziano aspetti fondamentali della religione: il legame e la cura diligente verso ciò che è sacro1234567.

  1. https://www.treccani.it/vocabolario/religione/
  2. https://it.cathopedia.org/wiki/Religione_(etimologia)
  3. https://it.wikipedia.org/wiki/Religione
  4. https://it.wikibooks.org/wiki/Le_religioni_e_il_sacro/La_religione/Etimologia
  5. https://www.lucavergani.education/home-page/classi-prime/la-religione
  6. https://www.etimoitaliano.it/2014/12/religione.html
  7. https://beemagazine.it/religione-un-termine-che-ha-senso/
  8. https://www.reddit.com/r/DebateReligion/comments/z3bon/to_all_has_the_real_meaning_of_religion_changed/?tl=it

Daniel Pennac e Stefano Bartezzaghi, Le parole fanno il solletico, Illustrazioni a cura di Yasmina Mélaouah, Salani, 2025

Daniel Pennac e Stefano Bartezzaghi, Le parole fanno il solletico
Editore: Salani
Data di pubblicazione: 25 marzo 2025
Pagine: 168
Formato: brossura
EAN: 9788831018913

Trama e contenuti

Il libro esplora il linguaggio figurato italiano attraverso un viaggio ludico che coinvolge il corpo umano come fonte di metafore. Gli autori, con l’aiuto dei protagonisti Anna, Lollo e Marcello, analizzano espressioni idiomatiche come “buttare un occhio” o “chiudere il becco”, immaginando scenari surreali in cui queste si trasformano in azioni concrete (es.: recuperare una testa “per aria” con una scopa o asciugare le lacrime di una zia che “si scioglie in lacrime”)135.

Approccio e stile

L’opera unisce rigore filologico e divertimento, con un tono scanzonato che celebra la creatività del linguaggio. Pennac, scrittore francese noto per la sua ironia, e Bartezzaghi, linguista italiano, propongono storie che stimolano la riflessione sulle origini delle parole, trasformando il libro in un gioco interattivo per lettori di tutte le età, consigliato a partire dai 9 anni345.

Caratteristiche editoriali

  • Illustrazioni: a cura di Yasmina Mélaouah4.
  • Collana: Fuori collana Salani, con un focus su racconti brevi e giochi linguistici16.
  • Temi: linguistica, metafore, educazione alla lingua attraverso l’intrattenimento14.

Il risultato è un inno d’amore alle parole, che invita a scoprire la ricchezza del linguaggio attraverso un approccio giocoso e accessibile245.

  1. https://www.libreriauniversitaria.it/parole-fanno-solletico-pennac-daniel/libro/9788831018913
  2. https://www.fastbookspa.it/index.php/2025/03/25/i-libri-di-marzo-2025/
  3. https://www.ibs.it/parole-fanno-solletico-libro-daniel-pennac-stefano-bartezzaghi/e/9788831018913
  4. https://www.illibraio.it/news/bambini-e-ragazzi/libri-per-ragazzi-2025-1468048/
  5. https://www.lafeltrinelli.it/parole-fanno-solletico-libro-daniel-pennac-stefano-bartezzaghi/e/9788831018913
  6. https://www.libreriauniversitaria.it/parole-fanno-solletico-salani/libro/9788831018913
  7. https://www.salani.it/libri/le-parole-fanno-il-solletico-9788831018913
  8. https://www.instagram.com/salani_editore/p/DHsyGotMrGD/

Vecchioni Roberto, L’orso bianco era nero. Storia e leggenda della parola, Piemme, 2025

Roberto Vecchioni, L’orso bianco era nero (Piemme, 2025)
Il libro, pubblicato il 25 marzo 2025, esplora la storia e il potere evocativo della parola attraverso un percorso che unisce linguistica, filosofia e riflessione personale.

Vecchioni, cantautore, poeta e professore di Contemporaneità dell’antico all’Università IULM di Milano, attinge a decenni di appunti, ricerche e insegnamento per offrire una narrazione non accademica ma coinvolgente15.

Struttura e contenuti
Il testo parte dalle origini del linguaggio, analizzando radici etimologiche e sviluppi storici, con riferimenti a figure come Socrate, Plauto e Aulo Gellio. Vecchioni sottolinea come le parole non siano semplici strumenti comunicativi, ma codici emotivi che plasmano la comprensione del mondo e la democrazia stessa: «Più parole ci sono, più democrazia c’è»35.

«Questo libro ha a che fare con la linguistica come io assomiglio a un orso bianco o se preferite nero.

Non ho nessuna intenzione di sciorinarvi un’opera corretta, metodica, e men che meno colta, accademica, incomprensibile ai più e infine del tutto inutile a chi sfaccenda pieno di cazzi suoi col tempo che vola.

D’altronde non ho neanche voglia di mortificare una scienza (arte?) meravigliosa riducendo tutto all’osso e tirar fuori un “bigino” per deficienti.

L’intento è un altro: è quello di farvi innamorare. Avete letto bene! Farvi innamorare della parola.

Penserete “questo è matto”. Scommettiamo? Sono i miei ottant’anni d’amore, raccolti da decine e decine di fogli sparsi qua e là nel tempo, stipati in block-notes, quaderni, schemi per lezioni, sghiribizzi personali, letture sottolineate, ricerche notturne, confronti, domande infinite, scoperte mai immaginate da altri, un gioco famelico a sapere e chiarire, un’ubriacatura di luci intermittenti, ipnotiche, fatali, perché più ci entravo in quelle parole, più sentivo una foga irrefrenabile a entrarci, e capivo, comprendevo a pieno la “vera” essenza di tutto, la corposità, la fisicità di quelli che pensiamo solo suoni e invece sono codici risolti perché perfette in noi si rivelino le emozioni, le commozioni nostre e degli altri; le parole sono un groviglio logico di foni, suoni che specchiano l’uomo. Questa era la mia felicità.»

Approccio e stile
L’autore rifiuta un tono specialistico, privilegiando un registro accessibile e passionale. Il libro nasce da una raccolta di materiali personali (quaderni, lezioni, letture) e mira a suscitare un innamoramento per la parola, mostrandone la «corposità» e il legame con l’essenza umana15.

fonti informative:

  1. https://www.ansa.it/sito/notizie/cultura/musica/2025/03/12/lorso-bianco-era-nero-esce-libro-di-vecchioni-sulle-parole_518d7633-89be-4978-9e81-68ff9843edc8.html
  2. https://www.libreriauniversitaria.it/orso-bianco-era-nero-storia/libro/9788856699104
  3. https://www.la7.it/in-altre-parole/video/lorso-bianco-era-nero-vecchioni-la-democrazia-non-esiste-senza-le-parole-23-03-2025-587615
  4. https://www.libreriauniversitaria.it/orso-bianco-era-nero-vecchioni/libro/9788856699104
  5. https://www.edizpiemme.it/libri/lorso-bianco-era-nero/
  6. https://www.mondadoristore.it/L-orso-bianco-era-nero-Roberto-Vecchioni/eai978885669910/
  7. https://www.youtube.com/watch?v=xe3tYitSmbg
  8. https://www.youtube.com/watch?v=azFX2okq4EY

Le Dieci Tesi per l’educazione linguistica democratica di Tullio De Mauro, 1975

Le Dieci Tesi per l’educazione linguistica democratica di Tullio De Mauro, elaborate collettivamente dai soci del GISCEL (Gruppo di Intervento e Studio nel campo dell’Educazione Linguistica) nel 1975, rappresentano un punto di svolta fondamentale nella concezione dell’insegnamento linguistico. Queste tesi propongono una visione innovativa dell’educazione linguistica, focalizzata sulla promozione della partecipazione sociale e intellettuale attraverso lo sviluppo delle capacità linguistiche.

Contesto e Principi Fondamentali

  • Contesto: Le Dieci Tesi furono presentate inizialmente da Tullio De Mauro al CIDI (Centro di Iniziativa Democratica degli Insegnanti) nel marzo 1975. Successivamente, furono discusse e approvate dal GISCEL il 26 aprile dello stesso anno[3][6].
  • Principi Fondamentali:
  • Centralità del Linguaggio Verbale: Il linguaggio è centrale nella vita biologica, emozionale, intellettuale e sociale[6].
  • Pluralità delle Capacità Linguistiche: Riconoscimento della diversità delle capacità linguistiche individuali[6].
  • Diritti Linguistici nella Costituzione: Promozione dei diritti linguistici come previsti dalla Costituzione italiana[5].

Obiettivi Educativi

Gli obiettivi principali delle Dieci Tesi includono:

  1. Sviluppo Armonico delle Capacità Verbali: Promuovere lo sviluppo verbale in relazione con la socializzazione e l’espressione simbolica[5].
  2. Strumentalizzazione del Linguaggio per la Partecipazione Sociale: Utilizzare le capacità linguistiche come strumento per una più ampia partecipazione alla vita sociale e intellettuale[7].
  3. Riconoscimento dei Retroterra Linguistici Individuali: Partire dall’individuazione del retroterra culturale degli allievi per arricchirne il patrimonio linguistico attraverso aggiunte graduali[7].
  4. Promozione della Diversità Linguistica: Valorizzare la varietà spaziale, temporale, geografica, sociale e storica che caratterizza i contesti linguistici individuali[8].

Impatto Culturale ed Educativo

Le Dieci Tesi hanno avuto un impatto significativo sull’educazione linguistica italiana:

  • Sostengono una visione democratica dell’apprendimento/insegnamento basata sullo sviluppo armonico delle abilità espressive.
  • Propongono un modello didattico che mira a rendere gli studenti competenti nelle diverse lingue possibili.
  • Sottolineano l’importanza della consapevolezza critica nell’uso del linguaggio per partecipare attivamente alla vita civile.

Queste tesi continuano ad essere rilevanti oggi perché offrono linee guida teoriche irrinunciabili sull’insegnamento/apprendimento del linguaggio in un contesto sempre più multiculturale ed inclusivo.


Bibliografia

Per ulteriori approfondimenti si consiglia:

  1. Tullio De Mauro: Dieci tesi per una scuola democratica, Franco Cesati Editore.
  2. Dieci Tesi per l’Educazione Linguisitica Democratica, versione trilingue disponibile su GISCEL.


[1] https://www.francocesatieditore.com/catalogo/tullio-de-mauro-dieci-tesi-per-una-scuola-democratica/
[2] https://books.google.com/books/about/Tullio_De_Mauro.html?id=9dc4zQEACAAJ
[3] https://www.lavplu.eu/central/bibliografie/10-tesi.pdf
[4] http://www.cidibari.net/letture/139-le-dieci-tesi-il-contesto-in-cui-sono-nate-e-i-precursori.html
[5] https://moodle2.units.it/pluginfile.php/369833/mod_resource/content/0/Dieci%20Tesi.pdf
[6] https://giscel.it/dieci-tesi-per-leducazione-linguistica-democratica/
[7] https://giscel.it/wp-content/uploads/2022/01/Impaginato.pdf
[8] https://www.linguisticamente.org/le-dieci-tesi-per-uneducazione-linguistica-democratica/

Le Dieci Tesi per l’educazione linguistica democratica di Tullio De Mauro, elaborate collettivamente dal Gruppo di Intervento e Studio nel campo dell’Educazione Linguistica (GISCEL) nel 1975, rappresentano un documento fondamentale per la riforma dell’insegnamento linguistico in Italia. Queste tesi sono state presentate inizialmente da De Mauro al CIDI (Centro di Iniziativa Democratica degli Insegnanti) nel marzo del 1975 e successivamente discusse e approvate dal GISCEL il 26 aprile dello stesso anno.

Ecco una sintesi delle principali aree trattate dalle Dieci Tesi:

  1. La centralità del linguaggio verbale: Il linguaggio è centrale nella vita umana, essendo strumento fondamentale per l’espressione dei pensieri e delle emozioni[3][5].
  2. Il radicamento nella vita biologica, emozionale, intellettuale e sociale: Il linguaggio è profondamente legato a tutti gli aspetti della vita umana[3][5].
  3. Pluralità e complessità delle capacità linguistiche: Riconosce la diversità delle abilità linguistiche individuali[3][5].
  4. I diritti linguistici nella Costituzione: Sottolinea l’importanza dei diritti linguistici garantiti dalla Costituzione italiana[3][5].
  5. Caratteri della pedagogia linguistica tradizionale: Critica i metodi tradizionali che si concentrano sulla “buona lingua” escludendo le varietà locali[2][4].
  6. Inefficacia della pedagogia linguistica tradizionale: Evidenzia come questi metodi siano inefficienti nell’inclusione sociale degli studenti[2][4].

7-10: Le ultime quattro tesi affrontano tematiche relative alla necessità di un cambio paradigmatico nell’insegnamento del linguaggio, promuovendo un approccio più inclusivo e democratico che valorizza tutte le varietà linguistiche presenti tra gli studenti.

Queste tesi propongono una visione innovativa dell’apprendimento/insegnamento del linguaggio basata sullo sviluppo armonico di tutte le abilità espressive, con l’obiettivo di rendere gli allievi competenti cittadini capaci di agire consapevolmente nella società civile[1][4].


[1] https://www.francocesatieditore.com/catalogo/tullio-de-mauro-dieci-tesi-per-una-scuola-democratica/
[2] https://www.lavplu.eu/central/bibliografie/10-tesi.pdf
[3] https://moodle2.units.it/pluginfile.php/369833/mod_resource/content/0/Dieci%20Tesi.pdf
[4] https://www.linguisticamente.org/le-dieci-tesi-per-uneducazione-linguistica-democratica/
[5] https://giscel.it/dieci-tesi-per-leducazione-linguistica-democratica/
[6] https://giscel.it/wp-content/uploads/2022/01/Impaginato.pdf
[7] https://riviste.unimi.it/index.php/promoitals/article/download/15924/14261/47780
[8] https://laricerca.loescher.it/dieci-tesi-per-l-educazione-linguistica-democratica/

ricordare: “Grammatica della fantasia”, opera di Gianni Rodari, pubblicata nel 1973

Gianni Rodari e “Grammatica della fantasia”

“Grammatica della fantasia” è un’opera teorica di Gianni Rodari, pubblicata nel 1973, che rappresenta il suo contributo più significativo alla pedagogia e alla creatività. Il libro è il risultato di anni di studio sui meccanismi della fantasia e sulla creazione di storie fantastiche.

Descrizione dell’Opera

  • Obiettivo: L’obiettivo principale del libro è quello di rendere accessibili a tutti le tecniche per stimolare la creatività e l’invenzione narrativa. Rodari sostiene che il processo creativo non sia un mistero inaccessibile, ma una facoltà naturale umana che può essere coltivata attraverso specifiche strategie[1][4].
  • Tecniche Creative: Tra le tecniche proposte da Rodari vi sono:
  • Il Binomio Fantastico: Consiste nell’unire due elementi apparentemente incongrui per generare una storia. Ad esempio, “cosa succederebbe se Milano fosse circondata dal mare?”[1][2].
  • L’Errore Creativo: Gli errori possono diventare spunti interessanti per nuove storie. Un esempio classico è la trasformazione della scarpina di Cenerentola da pelliccia a vetro a causa di un errore ortografico[1].
  • Vecchi Giochi: Come mischiare titoli notiziali o rispondere a sequenze domande per creare racconti assurdi[1].

Capitoli Principali

  • Antefatto: Racconta come Rodari abbia sviluppato queste tecniche attraverso anni di esperienza.
  • Che cosa succederebbe se…?: Illustra l’utilizzo delle ipotesi fantastiche come base per le storie.
  • Il nonno di Lenin: Metafora dell’importanza del supporto alla fantasia infantile.
  • L’errore creativo, dove si discute del potenziale pedagogico degli errori nella creazione narrativa.

Influenza Culturale

“Grammatica della fantasia” ha avuto un impatto significativo sull’insegnamento delle arti creative e sulla promozione dell’impegno attivo dei bambini nella costruzione delle storie. È considerata una guida pratica sia per educatori che per genitori interessati a sviluppare la creatività dei bambini.

“Grammatica della fantasia” offre strumenti innovativi per liberare l’immaginazione individuale ed educativa, proponendo metodi interattivi ed efficaci nel campo dell’invenzione narrativa.


[1] https://it.wikipedia.org/wiki/Grammatica_della_fantasia
[2] https://www.diversamenteindanza.it/wp-content/uploads/2022/05/grammatica-della-fantasia-gianni-rodari-248991.pdf
[3] https://100giannirodari.com/opera/grammatica-della-fantasia/
[4] https://emonsaudiolibri.it/audiolibri/grammatica-della-fantasia
[5] https://www.sellerio.it/it/catalogo/Un-Libro-Oro-Argento-Intorno-Grammatica-Fantasia-Gianni-Rodari/Roghi/15330
[6] https://www.ibs.it/grammatica-della-fantasia-introduzione-all-libro-gianni-rodari/e/9788879268332

DILEMMI, a cura di Gianrico Carofiglio, Rai3

Gaddabolario. Duecentodiciannove parole dell’Ingegnere, a cura di Paola Italia – Carocci editore, 2023

scheda dell’editore

Gaddabolario – Carocci editore

Se avete in mano questo libro vuol dire che siete tra coloro che Gadda lo hanno solo sentito nominare (“l’Ingegnere della letteratura”, “il Joyce italiano”), ma finora non lo hanno mai letto (“Gadda è troppo difficile”, “Gadda bisogna tradurlo”). Oppure fate parte, come gli autori di questa impresa, della categoria degli “adepti”, ovvero di coloro che in un certo momento della vita hanno incontrato un libro di Gadda e, dopo lo smarrimento iniziale, hanno deciso che non lo avrebbero posato finché non ne avessero capito almeno una pagina. Perché leggere Gadda è un’avventura: un esercizio di conoscenza, un viaggio nella lingua italiana, un corso pratico di ironia. A volte si ride irrefrenabilmente, fino alle lacrime, altre volte è un riso amaro, sarcastico. Questo Gaddabolario, scritto dagli “adepti” per chi non lo è ancora, raccoglie e spiega duecentodiciannove parole gaddiane – un numero da cabala “ingravallesca”: via Merulana 219 è il centro in cui convergono tutti i delitti del Pasticciaccio – da abracadabrante a Zoluzzo. Uno strumento indispensabile per addentrarsi, di parola in parola, nei labirinti dell’Ingegnere e perdersi nel piacere della sua incomparabile prosa.

Paola Italia

Insegna Filologia italiana e Scholarly Editing all’Alma Mater Studiorum – Università di Bologna. Si è occupata di autori e temi dell’Ottocento (Leopardi e Manzoni) e del Novecento (Gadda, Bassani, Savinio, Tobino), con una particolare attenzione allo studio e all’edizione delle varianti d’autore. Da trent’anni studia le carte e l’opera di Carlo Emilio Gadda (Io sono un archiviòmane, Pistoia 2003 e Come lavorava Gadda, Carocci, 2017) e con Giorgio Pinotti e Claudio Vela è responsabile della nuova edizione Adelphi delle sue opere.

Pagani Paolo, Citofonare Hegel. I filosofi del passato rispondono alle grandi domande del presente, Rizzoli, 2022. Video e indice del libro

scheda dell’editore: https://rizzoli.rizzolilibri.it/libri/citofonare-hegel/#:~:text=La%20filosofia%2C%20secondo%20Ludwig%20Wittgenstein,della%20vita%2C%20privata%20e%20pubblica.

La filosofia, secondo Ludwig Wittgenstein, serve a «far uscire la mosca dalla bottiglia». Ovvero a risolvere problemi e a liberare la mente dagli errori. Non è, quindi, una dottrina astratta, ma piuttosto un’attività pratica che getta chiarezza in ogni ambito della vita, privata e pubblica.

Partendo da questa idea, Paolo Pagani, filosofo di formazione da sempre appassionato alla materia, ci propone in questo libro un esperimento originale: rivolge a 19 grandi filosofi del passato, da Socrate a Heidegger, le domande più scottanti del nostro tempo.

Dalla guerra al gender,

dai vaccini alle fake news alla dignità del lavoro,

il pensiero scaturito da menti come Hegel, Spinoza, Husserl o Nietzsche può illuminarci anche oggi o, per lo meno, nutrire il ragionamento e sollevare dubbi fecondi.

Perché le loro riflessioni universali – quali sono i limiti della ragione? la Natura è “buona”? ci si può fidare dei sensi?… – si adattano perfettamente all’epoca che stiamo vivendo, e a contesti solo in apparenza diversi.Guest stars del volume sono

1 scrittore (Tolstoj)

e 7 personaggi letterari, ciascuno emblematico di un tema,

come Gulliver che rappresenta la diversità,

Fantozzi il lavoro offeso,

o Don Chisciotte la vita inautentica.

Citofonare Hegel accompagna il lettore in quell’esercizio pratico che è la filosofia, capace di aprire mondi e ribaltare l’ovvio, mentre stiamo comodamente seduti in poltrona, sorseggiando una tazza di tè. Un’attività entusiasmante, provare per credere.

A questo libro si affianca il podcast originale Spotify, una produzione Spotify Studios in collaborazione con Chora Media.

Dionigi Ivano, Benedetta parola. La rivincita del tempo, Il Mulino, 2022

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https://www.mulino.it/isbn/9788815298355

La parola tende il filo ininterrotto del tempo che tiene insieme la memoria dei padri e il destino dei figli.

Creatura e creatrice, la parola custodisce e rivela l’assoluto che siamo.

Stupenda e tremenda, potente e fragile, gloriosa e infame, benedetta e maledetta, simbolica e diabolica, la parola è pharmakon, «medicina» e «veleno»: comunica e isola, consola e affanna, salva e uccide; edifica e distrugge le città, fa cessare e scoppiare le guerre, assolve e condanna innocenti e colpevoli. Per i classici è icona dell’anima, sede del pensiero, segno distintivo dell’uomo; per la sapienza biblica inaugura la creazione e fonda lo «scandalo» cristiano dell’incarnazione. Che ne è oggi della parola? Ridotta a chiacchiera, barattata come merce qualunque, preda dell’ignoranza e dell’ipocrisia, essa ci chiede di abbassare il volume, imboccare la strada del rigore, ricongiungersi alla cosa. Agostino direbbe che «noi blateriamo ma siamo muti». Costruttori di una quotidiana Babele e sempre più votati all’incomprensione reciproca, avvertiamo il bisogno di un’ecologia linguistica che restituisca alla parola il potere di svelare la verità. A noi il duplice compito: richiamare dall’esilio le parole dei padri e creare parole per nominare il novum del nostro tempo.

Ivano Dionigi è professore emerito di Lingua e Letteratura Latina dell’Università di Bologna, di cui è stato rettore dal 2009 al 2015. È presidente della Pontificia Accademia di Latinità e del Consorzio Interuniversitario Alma Laurea, e direttore del Centro Studi «La permanenza del classico». Tra i suoi libri: «Quando la vita ti viene a trovare. Lucrezio, Seneca e noi» (Laterza, 2018), «Osa sapere. Contro la paura e l’ignoranza» (Solferino, 2019), «Parole che allungano la vita. Pensieri per il nostro tempo» (Raffaello Cortina, 2020), «Segui il tuo demone. Quattro precetti più uno» (Laterza, 2020).

I. Il palazzo della memoria
Un’icona agostiniana.
Memoria e oblio.
Oralità e scrittura.
E ora?
II. La biblioteca
Luogo della memoria.
Tradizione.
Traduzione.
Un unicum.
Sapere e potere.
III. Il libro
Sopravvivenza.
Malasorte.
Libertà.
Vitalità.
Simbolo.
Salvezza.
Esibizionismo.
IV. La parola
Potere.
Tempo.
Politica.
Verità.
V. Contro il presente
Un lessico fondamentale.
Contestazione, fratello, Pentecoste.
Intelligere, interrogare, invenire.
Lentius, profundius, suavius.

temi legati al GENERE : uso dell’asterisco, dello schwa o di altri segni che “opacizzano” le desinenze maschili e femminili – di Paolo D’Achille in Accademia della Crusca

quesiti pervenutici su temi legati al genere: uso dell’asterisco, dello schwa o di altri segni che “opacizzano” le desinenze maschili e femminili; possibilità per l’italiano di ricorrere a pronomi diversi da lui/lei o di “recuperare” il neutro per riferirsi a persone che si definiscono non binarie; genere grammaticale da utilizzare per transessuale e legittimità stessa di questa parola

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Un asterisco sul genere – Consulenza Linguistica – Accademia della Crusca

De Angelis Milo, DE RERUM NATURA di LUCREZIO, Mondadori, 2022

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https://www.mondadoristore.it/De-rerum-natura-di-Lucrezio-Milo-De-Angelis/eai978880474777/

Meneghel Roberta, Instant greco antico. Il corso facile e veloce per riscoprire una lingua più viva che mai, Gribaudo, 2020. Indice del libro

MERLIN DEFANTI Stella, Instant latino. Il corso facile e divertente che renderà questa lingua più viva che mai, Gribaudo editore, 2022. Indice del libro

DUCCIO DEMETRIO, INGRATITUDINE, La memoria breve della riconoscenza, Raffaello Cortina Editore, 2016. Presentazione con Paolo Ferrario e Luciana Quaia alla LIBRERIA UBIK, Como, 28 Marzo 2017

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DUCCIO DEMETRIO, INGRATITUDINE, La memoria breve della riconoscenza, Raffaello Cortina Editore, 2016. Presentazione con Paolo Ferrario e Luciana Quaia alla LIBRERIA UBIK, Como, 28 Marzo 2017. AUDIO dell’incontro – Coatesa sul Lario e dintorni

distopìa, definizione in Vocabolario – Treccani

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https://www.treccani.it/vocabolario/distopia2/#:~:text=%E2%80%93%20Previsione%2C%20descrizione%20o%20rappresentazione%20di,utopia%20negativa)%3A%20le%20d.

GARDINI Nicola, Le 10 parole latine che raccontano il nostro mondo, Garzanti, 2019. ARS, SIGNUM; MODUS; STILUS; VOLVO; MEMORIA, VIRTUS; CLARITAS; SPIRITUS; RETE

COMUNITA’, etimologia, definizione

PELISSERO Alberto, Dizionarietto di sanscrito per filosofi, Morcelliana/Scholé, 2021

vai alla scheda dell’editore: http://www.morcelliana.net/search?controller=search&orderby=position&orderway=desc&search_query=pelissero&submit_search=

vai ad altre schede del libro:

https://tinyurl.com/d94bmj2k

Dario Pisano, Parla come Dante. Come e perché usare i versi del sommo poeta nella vita quotidiana – Newton Compton Editori, 2021

A molti di noi è capitato spesso di esclamare, in qualità di invito a non perdere tempo con persone che non meritano la nostra attenzione, «Non ti curar di lor, ma guarda e passa!» (prima curiosità: la citazione è sbagliata! Dante scrive: «Non ragioniam di lor…»). E chi non conosce il verso «Amor ch’a nullo amato amar perdona», che tanta fortuna ha avuto nella musica italiana? Ma cosa significa? E quante volte abbiamo detto a un amico – pieno di guai fino al collo – «stai fresco»? Che cosa hanno in comune queste espressioni e le tante altre raccolte nel libro? La medesima paternità. Nascono tutte dalla penna di Dante Alighieri, il massimo genio linguistico della storia, il quale – con la sua Divina Commedia – ha incrementato vertiginosamente il patrimonio lessicale dell’italiano. Parla come Dante ospita una ricognizione dei più famosi ma anche dei meno noti versi di Dante entrati nella lingua quotidiana, per lo più usati da chi parla senza la consapevolezza della loro provenienza. L’ampia documentazione offerta in queste pagine è la prova del fatto che, se anche noi ignoriamo Dante, Dante non ignora noi, ed è sempre sulle nostre labbra, in ogni momento della «nostra vita»! Quante volte, parlando, citiamo Dante senza saperlo? E siamo certi di citarlo bene? Un libro che svela la presenza nascosta ma costante del sommo poeta nella nostra vita quotidiana

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Parla come Dante – Newton Compton Editori

“Giovanni Semerano e la dicotomia indoeuropeisti-semitisti” di Giuseppe Ieropoli | Letture.org

Dott. Giuseppe Ieropoli, Lei è autore del libro Giovanni Semerano e la dicotomia indoeuropeisti-semitisti pubblicato da La Finestra Editrice: quale importanza riveste la prospettiva storico-linguistica indicata da Giovanni Semerano?

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“Giovanni Semerano e la dicotomia indoeuropeisti-semitisti” di Giuseppe Ieropoli | Letture.org

Luca Serianni, L’ITALIANO. PARLARE, SCRIVERE, DIGITARE. Con un saggio di Giuseppe Antonelli – Treccani Libri, 2019

vai a

Luca Serianni, L’ITALIANO. PARLARE, SCRIVERE, DIGITARE. Con un saggio di Giuseppe Antonelli – Treccani Libri, 2019 – MAPPE nelle POLITICHE SOCIALI e nei SERVIZI

La COMMEDIA di DANTE, raccontata e letta da Vittorio SERMONTI, Emons Audiolibri, 9 CD in formato Mp3, 2021

ZAMPONI Ersilia, I draghi locopei. Imparare l’italiano con i giochi di parole, presentazione di Umberto Eco, postfazione di Stefano Bartezzaghi, Einaudi, 1986

ANTONELLI Giuseppe, Il mondo visto dalle parole. Un viaggio nell’italiano di oggi, Solferino, 2020

Federico RONCORONI, Sillabario della memoria. Viaggio sentimentale tra le parole amate, Salani editore, 2010

PIETRINI Daniela, presentazione di Giuseppe Antonelli, La lingua infetta. L’italiano della pandemia, Treccani, 2021 – MAPPE nelle POLITICHE SOCIALI e nei SERVIZI

anche in

PIETRINI Daniela, presentazione di Giuseppe Antonelli, La lingua infetta. L’italiano della pandemia, Treccani, 2021 – MAPPE nelle POLITICHE SOCIALI e nei SERVIZI

da La Lettura (Corriere della Sera):

«Fin dall’inizio della crisi sanitaria le mascherine hanno conquistato un posto di rilievo nel discorso sul coronavirus.

È quindi proprio su maschera e sul derivato mascherina, dall’etimologia della parola agli usi più recenti, che si concentra questo capitolo. L’etimologia del termine maschera è incerta e tutt’altro che pacifica. L’ipotesi più accreditata è quella del prestito germanico medioevale: seguendo la ricostruzione di Nocentini (2010, s.v.), maschera deriverebbe dal germanico *maska “spettro, essere demoniaco e spaventoso”, attestato – come equivalente del latino striga “strega” – dapprima nell’Editto di Rotari (prima raccolta scritta delle leggi dei Longobardi, promulgato nel 643 d.C.) nella forma latina masca e più tardi nella forma latina medioevale mascara (cfr. anche Antonelli, 2020, pp. 60-62). Questo primo significato, molto lontano da quello odierno, è confermato dall’occitano masca “strega” (sec. XIV) e si ritrova anche nei dialetti ligure e piemontese, ma non nei testi in volgare del XIV secolo.

In tutto il Duecento e il Trecento infatti, a parte alcuni commenti danteschi in cui è glossa di “larva”, maschera significa solo “oggetto che ricopre del tutto o parzialmente il viso e la testa”, che rappresenta generalmente un volto antropomorfo o zoomorfo e si indossa per trasformare il proprio aspetto, durante una festa o, in riferimento ai tempi antichi, durante una rappresentazione teatrale (cfr. Tlio, s.v.).

La prima attestazione del termine non è, come riportato erroneamente da diversi dizionari etimologici, il Decameron di Boccaccio (“e, messagli una catena in gola e una maschera in capo […]”), ma un commento anonimo ai Rimedi d’amore di Ovidio (volgarizzamento B): “Erano i teatri i luoghi dove i poeti ricetavano dinanzi al populo loro libri con maschere e drappi ric[c]hissimi ornati, sì come inanzi è scritto nel capitolo de’ poeti”. Dalla maschera facciale o che nasconde completamente la testa si passa, per estensione, al travestimento di tutta la persona e quindi al valore semantico di “persona mascherata” (Castiglione, 1529: “Io mi piglio piacer, quando son maschera, di burlar frati”).

Quanto all’accezione originaria del termine, solo a partire dal Quattrocento si trova qualche attestazione di maschera nel senso di “apparizione maligna, ossessionante, che turba e sconvolge l’animo; strega, fantasma, spirito maligno” (cfr. Gdli s.v.), per esempio in Leon Battista Alberti (“per asuefarli a non temere né credere le maschere e favole delle vecchie”) o in Pietro Aretino (“che in coscienza fariano paura a le maschere”)».

il sito della ACCADEMIA DELLA CRUSCA

Punto di riferimento per le ricerche sulla lingua italiana.

vai a:

https://accademiadellacrusca.it/

http://facebook.com/AccademiaCrusca |

http://youtube.com/user/AccademiaCrusca

Frasi latine nell’italiano di oggi, in StudiaRapido

vai a:

LE PAROLE VALGONO, di Valeria Della Valle, Giuseppe Patota, Treccani Libri editore, 2020

vai alla scheda dell’editore:

https://www.treccanilibri.it/catalogo/le-parole-valgono/

Per reagire all’ondata di violenza e di sciatta volgarità che ha invaso la lingua italiana, gli autori hanno scelto, come strumento di redazione, le parole che valgono, accompagnando il lettore a scoprirle in testi pieni di sorprese.

Dalle diciassette parole usate in una famosa sentenza medievale a quelle di una canzone d’amore in una pergamena del XII secolo; da quelle di san Francesco, Dante, Leonardo e Ludovico Ariosto a quelle raccolte nel Vocabolario della Crusca; da quelle di Cesare Beccaria contro la tortura e la pena di morte a quelle struggenti di Bella ciao, fino alle parole di due grandi presidenti della Repubblica, Einaudi e Ciampi

Dante Alighieri e l’EMPATIA: ” … s’io m’intuassi, come tu t’inmii … “, in IX canto del Paradiso

vedi http://www.vocabolariodantesco.it

“s’io m’intuassi, come tu t’inmii”

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Dante Alighieri, uno dei più grandi poeti della letteratura mondiale, affronta il concetto di empatia in modo profondo nella sua opera principale, la Divina Commedia. In particolare, nel IX canto del Paradiso, egli utilizza l’espressione “s’io m’intuassi, come tu t’inmii”, che può essere interpretata come un invito a una comprensione profonda e reciproca tra le anime.

Il Concetto di Empatia in Dante

Definizione e Riferimenti

L’empatia, derivante dal greco “empatéia” (che significa “sentire dentro”), implica una connessione emotiva e una partecipazione attiva ai sentimenti altrui. Questo concetto è ben rappresentato nel verso di Dante, dove l’atto di “intuarsi” e “inmïarsi” suggerisce un dialogo che va oltre la semplice comunicazione, arrivando a una fusione di esperienze e stati d’animo tra l’io e il tu[1][3].

Empatia e Relazione con l’Altro

Nella Divina Commedia, Dante esplora la relazione con l’altro attraverso un’etica del rispetto e della comprensione. La sua visione non è quella di giudicare i peccatori, ma piuttosto di cercare di comprenderli. Questo approccio si traduce in un atteggiamento compassionevole, dove la conoscenza dell’altro non è invasiva ma accogliente[2][3]. Filippo La Porta, in un saggio dedicato a Dante, sottolinea come il poeta proponga un’interazione che valorizza l’integrità dell’altro, promuovendo una forma di empatia che trascende il giudizio[2].

L’Empatia nell’Estetica

Dante non si limita a esplorare l’empatia nelle relazioni umane; essa si estende anche all’estetica. L’incontro con l’opera d’arte può evocare una risposta empatica, permettendo all’osservatore di entrare in sintonia con le emozioni trasmesse dall’artista. Questo fenomeno è descritto come “simpatia estetica”, dove il pubblico vive un’esperienza condivisa con l’opera[1][3].

Conclusione

L’opera di Dante Alighieri offre una visione complessa dell’empatia, non solo come capacità di comprendere gli altri ma anche come fondamentale per l’esperienza estetica. Attraverso i suoi versi, egli invita i lettori a riflettere sulla profondità delle relazioni umane e sull’importanza di un approccio empatico nella comprensione dell’altro. La sua eredità continua a essere rilevante oggi, invitandoci a coltivare un atteggiamento di apertura e accoglienza nei confronti delle esperienze altrui.


[1] https://latelier91.wordpress.com/2020/05/19/lempatia-paradiso-xi/
[2] https://leggeretutti.eu/dante-e-la-relazione-con-laltro/
[3] https://mappeser.com/2020/05/03/dante-alighieri-e-lempatia-sio-mintuassi-come-tu-tinmii-in-ix-canto-del-paradiso/
[4] https://antemp.com/2020/05/03/dante-alighieri-e-lempatia-sio-mintuassi-come-tu-tinmii-in-ix-canto-del-paradiso/
[5] https://www.youtube.com/watch?v=xBPZUwr3dfY
[6] https://www.ilsuperuovo.it/cose-lempatia-e-a-cosa-serve-le-risposte-di-dante-e-dei-pink-floyd/
[7] https://ojs.unica.it/index.php/medea/article/view/6044

PIOLA PERICLE, Il latino per tutte le occasioni. Manuale di conversazione per l’uomo d’oggi. Illustrazioni di Federico Sardelli – Garzanti, 2018

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vai alla scheda del’editore

Il latino per tutte le occasioni – Garzanti

IEROPOLI GIUSEPPE, Giovanni Semerano e la dicotomia indoeuropeisti – semitisti, prafazione di Massimo Cacciari, La Finestra editrice, 2018. Indice del libro

MORO ANDREA, Breve storia del verbo essere. Viaggio al centro della frase, Adelphi, 2010. Indice del libro

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CESARETTI PAOLO, MINGUZZI EDI, Il dizionarietto di greco. La parole dei nostri pensieri, ELS La Scuola.Editrice Morcelliana, 2017, p. 254

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Lingua sanscrita – Wikiwand

vai a:

Lingua sanscrita – Wikiwand.

DI GREGORIO A. – Il Vademecum del traduttore, Libreria Dante Alighieri online

DI GREGORIO A. – Il Vademecum del traduttore

Idee estrumenti per una nuova figura di traduttore

Il Vademecum del traduttore propone un vastissimo campionario ragionato di problemi connessi alla pratica quotidiana della traduzione e relative soluzioni. 

vai alla scheda

DI GREGORIO A. – Il Vademecum del traduttore [978-88-534-3753-2] – € 10.00 : Libreria Dante Alighieri online.

il latino non è solo bello, ma è UTILE: per comprendere meglio ciò che si legge, lettera di Mariagrazia Deretti a Corriere della Sera 7, 24 ottobre 2014

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nel 1982 W.J. Ong pubblicava un saggio molto interessante, “Orality and literacy. The technologizing of the word” (trad. it., Oralità e scrittura. Le tecnologie della parola, Il Mulino, 1986), con il quale venivano studiate le modificazioni e le trasformazioni legate al crescere dell’uso della parola scritta nella storia del pensiero occidentale

nel 1982 W.J. Ong pubblicava un saggio molto interessante, “Orality and literacy. The technologizing of the word” (trad. it., Oralità e scrittura. Le tecnologie della parola, Il Mulino, 1986), con il quale venivano studiate le modificazioni e le trasformazioni legate al crescere dell’uso della parola scritta nella storia del pensiero occidentale. In altre parole, Ong esaminò – anche avvalendosi di studi antropologici – come si modificava la capacità di pensare degli uomini a seguito del passaggio da una cultura prettamente orale (“comunità senza scrittura”) ad una cultura chirografica (caratterizzata dalla presenza di scrittura). Egli scoprì, ad esempio, che “il pensiero analitico […] non può essere comunicato, e neppure pensato, in una cultura che non conosca la scrittura alfabetica: le culture ad oralità primaria […] non hanno filosofia” (p. 8) e, aggiungerei, non hanno neppure scienza. Con queste precise parole si esprimeva W.J. Ong: “Differenze di fondo sono state scoperte in anni recenti tra i modi della conoscenza e dell’espressione verbale nelle culture ad oralità primaria, vale a dire culture senza scrittura, e quelli delle culture profondamente influenzate dall’uso della stessa. Con sorprendenti implicazioni: molti dei tratti per noi ovvi del pensiero e dell’espressione letteraria, filosofica e scientifica, nonché della comunicazione orale tra alfabetizzati, non sono dell’uomo in quanto tale, ma derivano dalle risorse che la tecnologia della scrittura mette a disposizione della coscienza umana” (p. 19). 

da Bazzani, Fabio, Vitale, Sergio, Lanfredini, Roberta (a cura di), La verità in scrittura.

Federico Roncoroni, Margherita Sboarina, MODELLI TESTUALI, dal testo descrittivo al testo letterario, Arnoldo Mondadori Scuola editore, 1992, pagg. 1260. Indice della antologia

Nella mia esperienza è la più bella e utile antologia che sia stata pubblicata, perchè la sua struttura ed i suoi contenuti si prestano anche a comprendere e valorizzare  la “scrittura professionale” che si esprime nei servizi alla persona.

Purtroppo questo libro è esaurito presso l’editore. Però può essere recuperato in qualche bilblioteca e consultato soprattutto per i testi scelti e le presentazioni dei vari tipi di scrittura

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LOMBARDI VALLAURI E. , La linguistica in pratica, Il Mulino

E. LOMBARDI VALLAURI

La linguistica

In pratica

Collana “Itinerari”

pp. 352, € 27,00
978-88-15-24605-9
anno di pubblicazione 2014

in libreria dal 09/01/2014

Note: Nuova edizione

Copertina 24605


Prefazione

Parte prima. La linguistica e la vita

I. Capire la realtà 
1. Scienza del linguaggio, scienza del pensiero
2. La nascita della linguistica
2.1. La linguistica storica
2.2. La linguistica generale 

– Quadro 1.1. Tipi di segni
Esercizi

II. Spiegarsi e convincere 

1. Usare con abilità lo strumento lingua
1.1. La teoria degli atti linguistici
1.2. La teoria delle implicature 

2. Convincere
2.1. Essere convincenti 
– Quadro 2.1. La deissi e l’anafora
3. Sapere come è stato fabbricato lo strumento
– Quadro 2.2. Partire dal passato della lingua per parlare meglio
4. Comunicazione costruttiva
4.1. Intonazione e gentilezza
4.2. Scelte di registro e familiarità 

Esercizi

III. La linguistica e la comunicazione moderna 
1. Comunicazione tendenziosa
2. Trucchi linguistici nei messaggi persuasivi
2.1. Messaggi volutamente poco espliciti
2.2. Influssi sonori
2.3. Influssi stranieri
2.4. Sviare l’attenzione: la grammatica della persuasione 

3. Quando serve essere persuasivi?
4. Creatività nomenclatoria
– Quadro 3.1. La creazione di un oggetto linguistico
Esercizi

IV. La linguistica e la società: diritti, deprivazione, varietà 

1. La deprivazione linguistica
2. Le varietà del repertorio
– Quadro 4.1. Perché in chat si litiga molto
3. La variazione e le lingue
4. La consapevolezza delle scelte di registro
4.1. La componente diatopica
4.2. Lessico

– Quadro 4.2. Competenza attiva e competenza passiva
4.3. Forestierismi
4.4. Ridondanza
4.5. Unificazione di pronomi
4.6. Tempi, modi e diatesi verbali
4.7. Che polivalente
4.8. Figure retoriche 

– Quadro 4.3. Metafora e metonimia nella lingua
5. Caveat!
– Quadro 4.4. Italo Calvino e il burocratese
6. Consapevolezza politica
7. Nuove frontiere: la corpus linguistics
Esercizi

Parte seconda. La linguistica e le lingue

V. Fonetica e fonologia
1. Fonetica
– Quadro 5.1. Gli spettrogrammi
– Quadro 5.2. I principali segni dell’alfabeto fonetico internazionale (IPA) usati per la trascrizione fonologica di alcune lingue europee
2. Fonologia
2.1. Fonologia e pronuncia delle lingue straniere 
3. Intonazione
3.1. Intonazione e illocutività 
– Quadro 5.3. Spettrogrammi dell’intonazione
3.2. Intonazione e struttura informativa dell’enunciato
Esercizi

VI. Lessico 
Esercizi

VII. Morfologia 

1. Tipi di morfemi e tipologia morfologica. La flessione
– Quadro 7.1. Morfemi e allomorfi
2. La formazione delle parole: derivazione e composizione
– Quadro 7.2. Tipi di composti
Esercizi

VIII. Sintassi 

1. La struttura
2. Testa e modificatore
3. L’ordine basico degli elementi
– Quadro 8.1. Marcato e non marcato; di default
4. La struttura argomentale
4.1. Allineamento dei ruoli argomentali: la tipologia ergativo-accusativo 
Esercizi

IX. Semantica 

1. Che cos’è il significato
2. Tipi di significati
3. Schemi di ordinamento dei significati
4. La delimitazione del significato
Esercizi

X. Pragmatica

1. Macropragmatica: atti linguistici e implicature conversazionali (un rimando)
2. Micropragmatica: la struttura informativa dell’enunciato
Esercizi

XI. Interfacce tra livelli 

1. Interfaccia tra fonologia e morfologia: la perdita delle desinenze, la metafonesi
2. Interfaccia tra morfologia e sintassi: flessione e ordine delle parole
3. Interfaccia tra sintassi e pragmatica: costrutti marcati e messa in evidenza
– Quadro 11.1. Livelli della lingua e difficoltà di apprendimento
Esercizi

Parte terza. La linguistica e il sapere

XII. La linguistica, l’uomo, il cervello: che cosa siamo?
1. Gli universali linguistici
1.1. Gli universali implicazionali
2. Spiegare gli universali del linguaggio
3. Un esempio: due tipi di memoria, e il «magico numero sette»
Esercizi

XIII. La linguistica diacronica e l’antico: storia, archeologia, filologia

1. Il mutamento
1.1. Il mutamento fonetico
1.2. Il mutamento morfologico
1.3. Il mutamento semantico
1.4. Le «leggi» del mutamento

2. Parole e cose: la ricostruzione linguistica e quella culturale
3. L’interpretazione dei testi
Esercizi

Chiave degli esercizi

Indice analitico

Università – E. LOMBARDI VALLAURI, La linguistica.

Cesare Segre (1928-2014), genio timido della filologia – di Paolo De Stefano Corriere.it

Citava Propp, Jakobson e Lévi-Strauss. Aveva avviato dal ‘66, con Maria Corti, d’Arco Silvio Avalle e Dante Isella, una rivista di critica pionieristica, «Strumenti critici». Cesare Segre era l’opposto di Isella e Corti nel proporsi agli studenti: non faceva nulla per piacere.

Tutto il suo fascino stava in quel che diceva, non nel come lo diceva. Dunque, per apprezzarne la qualità, bisognava rileggere gli appunti a casa, con calma, e solo da quella lettura veniva fuori tutta la straordinaria rete di collegamenti e di richiami: solo allora l’entusiasmo dei suoi allievi si poteva accendere.

Segre, genio timido della filologia – Corriere.it.

L. CANFORA, U. CARDINALE (a cura di), Disegnare il futuro con intelligenza antica

 nella deriva del mondo moderno è ancora necessaria una guida antica per superare la falsa percezione di un’antitesi tra umanesimo e tecnica

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Metafore/Teoria

Salvatore Natoli, Parole della filosofia o dell’arte di meditare, Feltrinelli, 2004
p. 52-71

Metafora

Ernst H. Gombrich, Immagini simboliche. Studi sull’arte del Rinasimento, Einaudi, 1978,

p. 234-238

ALFRED A. TOMATIS: l’orecchio, l’ascolto e l’anima

Alfred A. Tomatis nasce prematuro di sei mesi il 1 Gennaio 1920 a Nizza (Francia) da genitori italiani. Racconta lui stesso che la sua levatrice, pensando che fosse morto, l’aveva preso per un orecchio e gettato nel cestino dei rifiuti. Fortunatamente alla scena assiste la nonna paterna che lo raccoglie e lo rianima. Diventerà il più grande “professore dell’orecchio” nella storia dell’uomo. Muore a Carcassonne (Francia) il giorno di natale del 2001.
Figlio di un famoso cantante d’opera, Alfred cresce in un mondo di suoni, di musica e canto, appassionandosi fin da piccolo alla misteriosa relazione esistente tra l’orecchio e la voce, che lo invierà agli studi di medicina e alla specializzazione in Otorinolaringoiatria.
Le sue prime esperienze cliniche furono nel campo dell’inquinamento acustico e delle sordità professionali, a partire dal trattamento dei cantanti (amici del padre) che presentavano problemi di voce.
Approfondendo la sua indagine e la sua ricerca, Tomatis si rende subito conto che la relazione tra l’orecchio e la voce coincide con quella tra l’ascolto e la comunicazione, che occupa un ruolo veramente centrale nella problematica dell’espressività umana a tutti i livelli.
Secondo il nostro autore, nei nove mesi della gestazione, il feto costruisce la propria capacità di attenzione a partire dall’ascolto della voce materna e dagli stimoli uditivi che riceve filtrati dentro il corpo della madre. Il futuro sviluppo del nascituro è quindi legato a quel periodo della gravidanza che può essere sereno, o al contrario difficile. Per questo Tomatis ritiene che il tempo della gestazione sia di fondamentale importanza nella formazione psichica dell’uomo.
La funzione dell’ascolto è infatti direttamente collegata alla concentrazione della memoria, alle condizioni psicologiche, alla consapevolezza e alla comunicazione. La nostra società si preoccupa troppo dell’aspetto razionale e logico-matematico della mente, privilegiando il pensiero lineare dell’emisfero sinistro; tali abilità sono certamente importanti, ma non possono essere così basilari come la capacità di ascoltare e quindi di comprendere.
È qui che si rivela il genio. Convinto che la genesi della sensibilità originaria da cui scaturisce il linguaggio è quell’ascolto basico della vita al suo darsi come rapporto dotato di “senso”, annidato nella comunicazione intrauterina madre-figlio; e convinto altresì che tale delicatissimo senso è suscettibile di un’infinità di perturbazioni, fino al declino in cui è precipitato nell’anima contemporanea, Tomatis sente l’urgenza di una forma rapida e radicale di terapia. A cominciare da un’applicazione strumentale, pratica e accessibile a tutti.
Inventa un apparecchio, che la stampa dell’epoca chiama “Orecchio Elettronico”, che con una serie di filtri idraulici è in grado di simulare l’ascolto intrauterino della voce umana, al fine di riparare il danno vocale attraverso la rieducazione dell’orecchio, ossia dell’area corticale connessa. E formula le tre leggi dell’audio-psico-fonologia o “metodo Tomatis”: la voce esprime solo ciò che l’orecchio può sentire; se l’ascolto si modifica, immediatamente e inconsciamente si modifica anche la voce; è possibile trasformare durevolmente la fonazione se la stimolazione acustica viene mantenuta per un certo tempo (legge della rimanenza).
L'”Orecchio Elettronico” fu presentato ufficialmente alla Fiera Mondiale di Brouxelles nel 1958 e valse al suo inventore la Medaglia d’Oro per la Ricerca Scientifica.
Apparecchio versatile dalle molteplici applicazioni, dai disturbi della comunicazione a quelli dell’apprendimento e del linguaggio, si è dimostrato ottimo anche nell’acquisizione delle lingue straniere. Riguardo quest’ultimo utilizzo, fondamentale per una società multiculturale e multilinguistica, risultò cruciale un esperimento condotto da Tomatis in Belgio nel 1976.
Il Professore divide una classe in due, un gruppo ascolta delle lezioni di inglese in cuffia con i suoni filtrati (gruppo sperimentale), l’altro segue le lezioni normali di lingua (gruppo di controllo). Questo per tre mesi. Alla ripresa dell’attività comune, i genitori del gruppo sperimentale hanno il timore che i loro bambini siano in ritardo rispetto agli altri: il preside convoca degli ispettori che esaminano le competenze linguistiche degli alunni, e il gruppo sperimentale parla più fluidamente e appropriatamente, pur non avendo studiato la grammatica. Di contro, un’esperienza di apprendimento per ‘immersione’ condotta in Canada secondo le indicazione di insigni linguisti del calibro di Chomsky e Harris, che si prefiggeva di insegnare l’inglese ai francofoni e il francese agli anglofoni esponendoli tutti i giorni all’altra lingua, si rivelò un fiasco per l’amministrazione canadese.
Il motivo dell’insuccesso, secondo Tomatis, sta nell’orecchio: l’orecchio francese è sordo ai suoni della lingua inglese. In termini più tecnici, la banda passante del francese (100-300, 1000-2000 Herz) e la banda passante dell’inglese (2000-12000 Herz) non condividono alcun suono. Se si espone invece mediante l’Orecchio Elettronico un parlante francese all’ascolto dell’inglese, filtrato come l’ascolterebbe un nascituro di madre inglese, si supera il fatidico “muro del suono” e l’acquisizione diviene molto più semplice, facile e immediata. È lo stesso motivo per cui i parlanti lingue slave sono avvantaggiati, poiché hanno una banda passante molto larga (2000-8000 Herz). Anche l’italiano non se la cava male tutto sommato, confina con il francese a un estremo e ha una certa sovrapposizione con l’inglese all’altro estremo (2000-4000 Herz).
Nei quarant’anni della sua feconda e instancabile attività, approfondendo le proprie conoscenze in diversi campi e senza mai distaccarsi dall’osservazione clinica in cui eccelleva, Alfred Tomatis si dedicò allo sviluppo e alla diffusione del suo metodo, presentato come una disciplina basata su assunti riguardanti il modo in cui l’uomo sviluppa e utilizza la capacità di comunicare con se stesso, con gli altri e con l’ambiente; un ambito di conoscenza e di pratica terapeutica e pedagogica situato al punto d’incrocio delle scienze umane.
Centri Tomatis di audiopsicofonologia si sono così diffusi in oltre 30 paesi europei e in America, anche se l’aspetto tecnico-strumentale e applicativo del metodo ha finito per prevalere sull’universalità del pensiero che ne stava alla base.

Eccellente scrittore e divulgatore, appassionato quanto rigoroso, Tomatis ha scritto 15 libri e numerosi articoli tradotti in tutto il mondo, ma sfortunatamente non tutti tradotti in italiano.

I suoi libri, oltre a evidenziare una grande capacità comunicativa, testimoniano un atteggiamento scientifico e insieme una grande comprensione dell’animo umano, senza tralasciarne gli aspetti spirituali. Soprattutto negli ultimi scritti, è evidente la volontà dell’Autore di lasciarci in eredità la sua esperienza, in una visione unitaria dell’Uomo e del Mondo che abbraccia saperi apparentemente distanti, come l’acustica, la medicina, la musica sacra e la mitologia.
Una testimonianza d’amore per l’anima, per la vita e per l’uomo in armonia col cosmo di cui è abitatore provvisorio e perenne insieme. Che si unisce a quella dei più grandi terapeuti dell’umanità.

Questi i suoi principali aforismi:

• Tutto il corpo è un orecchio, un’antenna ricettrice che vibra all’unisono con la fonte del suono.
• Non occorre sentire per ascoltare, infatti alcuni famosi musicisti del passato erano sordi.
• L’aria, una volta invasa dalle vibrazioni acustiche, che siano quelle di un battito di mani o di una sonata per pianoforte, non è più quella di prima.
• All’inizio fu il suono.
• Ogni fenomeno acustico, in fondo, non è che un’eco del «suono primordiale».
• La funzione dell’orecchio non è solo quella passiva del percepire i suoni, ma anche quella attiva in cui emerge il desiderio di ascoltarli.
• La cosa più importante da ricordare è che il cervello non produce energia, la cattura, ed è l’orecchio che gliela fornisce.
• Il suono è quindi un alimento del cervello.
• Il linguaggio è l’elemento fondante l’umanità dell’uomo.
• La lingua nativa è proprio la lingua materna appresa durante l’ascolto intrauterino, la prima funzione sensoriale a essere già consolidata al quinto mese di gestazione, e le altre lingue le si apprendono allo stesso modo, indipendentemente dall’età del parlante.
• Quando l’orecchio non ascolta in modo ottimale si hanno ripercussioni su tutto il sistema organismico.
• Una pedagogia fondata su una corretta educazione all’ascolto non ha per fine l’individuo monologante bensì l’individuo dialogante.
• Questa pedagogia è anche il segreto per accedere allo “effetto Mozart”, una chiave magica per trasformare l’organismo modificando lo stato emotivo, fisico e mentale.
• Mozart è infatti un’ottima madre e provoca il maggior effetto curativo sul corpo e sull’anima.
• La capacità di ascoltare è la madre di tutte le altre capacità: dell’apprendimento, del linguaggio, della relazione, degli affetti, della memoria, dell’intelligenza e perfino dell’identità personale e della salute psicofisica.
• L’orecchio è quindi anche uno dei migliori strumenti di guarigione.

E questi i suoi libri tradotti in italiano:

Educazione e Dislessia, Edizioni Omega, 1977.
L’Orecchio e la Vita. Tutto quello che dovreste sapere sull’udito per sopravvivere, Baldini e Castoldi, 1992.
L’Orecchio e la Voce, Baldini e Castoldi, 1993.
Dalla comunicazione intrauterina al linguaggio umano. La liberazione di Edipo, Ibis, 1993.
L’Orecchio e il Linguaggio, Ibis, 1995
La notte uterina, Red, 1996.
Perché Mozart, Ibis, 1996.
Ascoltare l’Universo: dal big bang a Mozart, Baldini e Castoldi, 1998.
Come nasce e si sviluppa l’ascolto umano, Red, 2001.
Siamo tutti nati poliglotti, Ibis, 2003.
Nove mesi in paradiso. Storie della vita prenatale, Ibis, 2007.
Vertigini, Ibis, 2009.