Romain Descendre, Jean-Claude Zancarini, L’opera-vita di Antonio Gramsci, Einaudi, 2025

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Annalisa Cuzzocrea, E non scappare mai. Miriam Mafai, i segreti e le lotte nella tempesta della Storia, Rizzoli, 2025

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TartaRugosa ha letto e scritto di: Andrea Bajani (2025), L’anniversario, Feltrinelli, Milano

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Chiara Francini, Le querce non fanno limoni, Rizzoli, 2025

Le querce non fanno limoni - Rizzoli Libri

Il libro “Le querce non fanno limoni” di Chiara Francini, pubblicato da Rizzoli nel 2025, è un romanzo epico, intimo e corale che attraversa cinquant’anni di storia italiana, dalla Seconda guerra mondiale agli anni di piombo189.

La protagonista è Delia, ex partigiana, donna indimenticabile che affronta la guerra, l’amore e la perdita costruendo un luogo simbolico chiamato Il Cantuccio, spazio di condivisione, speranza e memoria15.

La narrazione intreccia le vite di vari personaggi, tra cui Irma, Mauro, Angela, Carlo, Sandro e altri, in un arazzo di voci, dialetti, cicatrici e sogni, ambientato tra Firenze e Campi Bisenzio15.

Il romanzo dà corpo alla Storia con la “S” maiuscola, trattando eventi come le torture a Villa Triste, la Liberazione, la strage di piazza Fontana e le contraddizioni della sinistra extraparlamentare, ma lo fa filtrandoli attraverso la quotidianità, i gesti, i silenzi e le parole non dette158. La scrittura è viva, alterna lirismo e parlato popolare, e si interroga sul significato della resistenza non solo politica ma anche esistenziale, al dolore, all’ingiustizia e al tempo156.

  1. https://www.rizzolilibri.it/libri/le-querce-non-fanno-limoni/
  2. https://www.amazon.it/querce-non-fanno-limoni/dp/881716190X
  3. https://eventi.mondadoristore.it/it/event/2025/05/24/chiara-francini-presenta-il-libro-le-querce-non-fanno-limoni-rizzoli/19664/
  4. https://www.libreriauniversitaria.it/querce-non-fanno-limoni-francini/libro/9788817161909
  5. https://www.lanazione.it/firenze/cronaca/le-querce-non-fanno-limoni-3601fe9e
  6. https://www.cheintervista.it/chiara-francini-torna-al-romanzo-con-unepopea-di-donne-e-memoria/
  7. https://www.rizzolilibri.it/autori/chiara-francini/
  8. https://www.ibs.it/querce-non-fanno-limoni-libro-chiara-francini/e/9788817161909
  9. https://www.lafeltrinelli.it/querce-non-fanno-limoni-libro-chiara-francini/e/9788817161909

I temi principali di “Le querce non fanno limoni” di Chiara Francini sono:

  • La Resistenza e la memoria storica, con un’attenzione particolare agli eventi italiani dal secondo dopoguerra agli anni di piombo, come le torture a Villa Triste, la Liberazione e la strage di piazza Fontana1.
  • L’eredità politica, affettiva e ideologica, e il modo in cui la memoria si trasmette, si nasconde o si rivela nel tempo12.
  • Il coraggio di resistere non solo all’ingiustizia politica ma anche al dolore, al disincanto e al passare del tempo, intesa come una resistenza esistenziale14.
  • Le passioni, le lotte personali e familiari, le cicatrici lasciate dalla Storia sulle vite dei singoli, e la forza di rialzarsi nonostante le difficoltà1.
  • La costruzione di un luogo simbolico di condivisione e speranza, il Cantuccio, che rappresenta un rifugio concreto e ideale per i personaggi1.
  • L’identità e l’eredità emotiva che influenzano le scelte e i rapporti umani2.

La narrazione intreccia questi temi con una lingua viva che alterna lirismo e parlato popolare, dando voce a un affresco corale di vite segnate dalla Storia e dalla memoria

Il libro “Le querce non fanno limoni” di Chiara Francini riflette la storia italiana dagli anni ’40 agli anni di piombo attraverso una narrazione che intreccia eventi storici e vissuti personali. La protagonista, ex partigiana, e gli altri personaggi vivono e raccontano momenti cruciali come la Resistenza durante la Seconda guerra mondiale, la Liberazione, e la drammatica stagione degli anni di piombo, segnati da terrorismo, stragi e tensioni politiche9.

Il romanzo affronta in particolare la strategia della tensione e la violenza politica degli anni Settanta, con riferimenti a eventi come la strage di piazza Fontana (1969), le attività terroristiche delle Brigate Rosse, e il clima di scontro tra estremismi di destra e sinistra che caratterizzò quegli anni15. Attraverso le vicende dei personaggi, il libro dà voce alla complessità di quel periodo, mostrando come la Storia con la “S” maiuscola si rifletta nelle vite quotidiane, nelle scelte personali, nelle lotte e nelle cicatrici emotive.

Inoltre, il romanzo esplora il tema della memoria e dell’eredità storica, interrogandosi sul significato di resistenza non solo politica ma anche esistenziale, in un’Italia attraversata da grandi trasformazioni sociali e culturali, ma anche da drammi come il rapimento e l’uccisione di Aldo Moro e le tensioni che misero a dura prova le istituzioni repubblicane16.

In sintesi, il libro usa la narrazione corale e intima per riflettere la storia italiana dal dopoguerra agli anni di piombo, mostrando come eventi storici di grande portata abbiano segnato profondamente la società e le persone comuni.

  1. https://www.raicultura.it/storia/articoli/2019/01/-Gli-anni-di-piombo-c1178c6f-1279-46f7-986e-b918c65080a1.html
  2. https://romatrepress.uniroma3.it/wp-content/uploads/2021/09/06.Memoria-autocritica-e-anni-di-piombo-Musolino.pdf
  3. http://eprints-phd.biblio.unitn.it/707/1/TESI_DI_DOTTORATO_SUL_TERRORISMO.pdf
  4. https://www.amazon.it/LItalia-degli-piombo-Indro-Montanelli/dp/8817101427
  5. https://tesi.luiss.it/15399/1/068832.pdf
  6. https://www.nomos-leattualitaneldiritto.it/wp-content/uploads/2020/10/Convegno-Bachelet-REV-ST..pdf
  7. https://www.allegoriaonline.it/PDF/619.pdf
  8. https://www.youtube.com/watch?v=qX-VxqfND6g
  9. interests.italian_literature

Nadia Anjuman (1980-2005), poetessa afghana ricordata in: Calandrone Maria Grazia, Versi di libertà. Trenta poetesse da tutto il mondo, Mondadori, 2022

Nadia Anjuman, una donna afghana col diritto di urlare ...

Nadia Anjuman (1980-2005): poetessa afghana

Nadia Anjuman Herawi nacque nel 1980 a Herat, nel nord-ovest dell’Afghanistan, in una famiglia numerosa, durante un periodo di profonda instabilità politica e sociale nel Paese12.

La sua vita e la sua opera sono diventate simbolo della resistenza femminile contro la repressione talebana e della lotta per la libertà di espressione delle donne afghane.

Contesto storico e formazione

Nel 1995, l’arrivo dei talebani a Herat segnò una drastica limitazione delle libertà femminili: alle donne fu proibito studiare, lavorare e partecipare alla vita pubblica16.

Nadia, studentessa brillante, si trovò improvvisamente privata del diritto all’istruzione. Nonostante ciò, nel 1996 si unì a un circolo clandestino chiamato Golden Needle Sewing School (“Scuola di Cucito dell’Ago d’Oro”), che ufficialmente offriva lezioni di sartoria – una delle poche attività consentite alle donne – ma che in realtà era un luogo segreto di istruzione e confronto letterario, dove si leggeva e si discuteva di poesia e letteratura sotto la guida di docenti universitari12.

Attività poetica e impegno

L’amore per la poesia accompagnò Nadia fin dall’infanzia. Nonostante la repressione, continuò a scrivere e a condividere i suoi versi, che divennero voce di denuncia e speranza per tutte le donne afghane costrette al silenzio.

Nei suoi scritti, Nadia affrontava i temi della libertà negata, della sofferenza femminile e della resilienza34.

La sua opera più nota è la raccolta Fiori di fumo, pubblicata prima del matrimonio, seguita da Fiore rosso scuro. Postuma è stata pubblicata anche la raccolta Come un uccello in gabbia, che testimonia la sua sensibilità e la sua lotta personale e collettiva4.

“L’amore per la poesia e le catene di sei anni di schiavitù dell’era dei talebani, che mi avevano legato le gambe, hanno fatto sì che, appoggiandomi alla penna e zoppicando, componessi passi ed entrassi nel territorio della poesia.”
— Nadia Anjuman2

Morte e lascito

Nadia Anjuman fu uccisa il 4 novembre 2005, a soli 25 anni, dal marito, secondo molte fonti a causa della sua attività poetica e della sua crescente notorietà27. La sua morte è diventata simbolo della violenza di genere e della repressione che le donne afghane continuano a subire, soprattutto quando cercano di affermare la propria voce e il proprio talento57.

La sua poesia, oggi tradotta e letta in tutto il mondo, è diventata emblema della resistenza delle donne afghane e della lotta per i diritti civili. Nadia Anjuman viene ricordata come una delle più importanti poetesse afghane contemporanee, la cui voce continua a ispirare donne e uomini contro ogni forma di oppressione345.

Opere principali

  • Fiori di fumo (prima del matrimonio)
  • Fiore rosso scuro
  • Come un uccello in gabbia (raccolta postuma)4

Significato della sua eredità

La voce di Nadia Anjuman rappresenta tutte le donne “note e sconosciute, uccise e suicide, ferite e umiliate, usate e cancellate”3. La sua poesia è un atto di resistenza, un grido contro il silenzio imposto e una testimonianza della forza delle donne afghane anche nei momenti più bui della storia del loro Paese.

https://antemp.com/2025/05/22/calandrone-maria-grazia-versi-di-liberta-trenta-poetesse-da-tutto-il-mondo-mondadori-2022/

  1. https://it.wikipedia.org/wiki/Nadia_Anjuman
  2. https://www.radiobullets.com/rubriche/parole-al-vento-nadia-anjuman/
  3. http://www.abcvox.info/poesie-di-nadia-anjuman-poetessa-afghana-edizioni-carta-e-penna-biblioteca-dea-sabina/
  4. https://cartesensibili.wordpress.com/2015/02/25/nadia-anjuman-senza-piu-una-voce-chiara-e-il-canto-note-di-fernanda-ferraresso/
  5. https://blogletteratura.com/2020/11/22/ricordando-le-battaglie-civili-di-nadia-anjuman-e-susana-chavez-castillo-poetesse-impegnate-e-cadute-nella-lotta-contro-la-violenza-di-genere/
  6. https://it.wikipedia.org/wiki/Condizione_della_donna_in_Afghanistan
  7. https://altreconomia.it/la-poetica-ribelle-e-clandestina-delle-donne-dellafghanistan/
  8. https://www.labottegadelbarbieri.org/nadia-anjuman-una-poetessa-afgana-uccisa-perche-donna/
  9. https://pagineesteri.it/2021/12/31/medioriente/nadia-anjuman-una-donna-afghana-col-diritto-di-urlare/
  10. http://cordite.org.au/translations/marie-anjuman/3/
  11. https://terredeshommes.it/indifesa/la-condizione-della-donna-in-afghanistan-tutto-quello-che-devi-sapere/
  12. https://www.rivistababel.it/a-bocca-chiusa-la-silenziosa-resistenza-di-nadia-anjuman
  13. https://alessandria.today/2024/09/07/nadia-anjuman-la-voce-di-una-poetessa-afgana-silenziata-dalla-violenza-nadia-anjuman-talentuosa-poetessa-afgana-brutalmente-uccisa-a-soli-25-anni-dal-marito-rappresenta-il-simbolo-della-lotta-per/
  14. https://www.enciclopediadelledonne.it/edd.nsf/biografie/nadia-anjuman
  15. https://www.orsolinescm.it/parole-al-vento-nadia-anjuman/
  16. https://www.nazioneindiana.com/2006/12/11/ricordare-nadya-andjoman-1980-2005/
  17. https://freezonemagazine.com/articoli/nadia-anjuman/
  18. https://www.periscopionline.it/nadia-anjumanio-sono-una-donna-afghanae-questo-e-il-mio-lamento-240194.html
  19. https://www.mahmag.org/italiano/index.php?itemid=292
  20. https://danielaedintorni.com/2023/02/18/nadia-anjuman-la-poetessa-di-herat-nascere-donna-in-afghanistan-e-morire-perche-si-ama-la-letteratura-di-stella-grillo/

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le «Lezioni d’autore» del Corriere della Sera

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http://www.corriere.it/lezioni

Le “Lezioni d’autore” del Corriere della Sera sono una serie di video e testi disponibili sul sito del Corriere, create per studenti, docenti e adulti3.

Lanciate con l’obiettivo di promuovere la conoscenza e la cultura, queste lezioni coprono una vasta gamma di argomenti, tra cui storia, filosofia, fisica, letteratura e scienze13.

Struttura e Contenuti

  • Le lezioni sono presentate in formato video, con una durata variabile tra i 7 e i 10 minuti ciascuna3.
  • Ogni video è accompagnato da un testo redatto dall’autore della lezione3.
  • I contenuti sono disponibili su una pagina dedicata del sito del Corriere (www.corriere.it/lezioni)[3].
  • Ogni giorno, sul sito vengono proposte tre nuove lezioni, insieme a notizie, video e commenti3.

Obiettivi

  • Offrire agli studenti un’opportunità di ripasso in vista degli esami, in particolare l’esame di maturità3.
  • Fornire agli adulti la possibilità di colmare lacune culturali e approfondire argomenti di interesse3.
  • Promuovere la conoscenza come strumento per la crescita personale e la comprensione del mondo3.

Autori e Collaboratori

  • Le lezioni sono tenute da professori universitari, intellettuali e scrittori italiani3.
  • Tra i docenti figura anche Edoardo Balistri, studente di matematica e medaglia d’oro alle Olimpiadi della matematica23.
  • I professori Mauro Bonazzi, Walter Lapini, Paolo Di Stefano e Maurizio Ferraris hanno coordinato i gruppi di lavoro degli studiosi3.

Modalità di Accesso

  • Per i non abbonati al Corriere, è disponibile un’offerta speciale a prezzo bloccato per i primi due anni, che consente l’accesso a tutte le lezioni e alla navigazione illimitata sul sito3.
  • Per gli abbonati a “Naviga+” o “Tutto+”, il nuovo canale è accessibile senza costi aggiuntivi3.
  • Le “Lezioni d’autore” sono incluse nell’offerta “Tutto”, acquistabile con la Carta del Docente e la Carta della Cultura e del Merito3.

Citations:

  1. https://www.primaonline.it/2025/05/21/441660/storia-scienza-filosofia-e-non-solo-il-corriere-della-sera-lancia-le-sue-lezioni-dautore/
  2. https://normalenews.sns.it/lezioni-dautore-del-corriereit-un-allievo-di-matematica-tra-i-docenti
  3. https://www.corriere.it/cronache/25_maggio_21/lezioni-corriere-af32690f-03c7-4a02-924d-78b0cb0d2xlk.shtml
  4. https://www.youtube.com/watch?v=Bpr9cmf-jRc
  5. https://www.instagram.com/corriere/reel/DJ6FSt5p0JR/
  6. https://www.tiktok.com/@corrieredellasera/video/7506788009229045014
  7. https://www.corriere.it/le-lezioni-del-corriere/fisica/25_maggio_20/discretezza_amp.shtml
  8. https://www.corriere.it/il-punto/prima-ora/25_maggio_21/il-match-di-garlasco-e-il-dubbio-di-kiev.shtml

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Antonio Albanese, La strada giovane, Feltrinelli, 2025

La strada giovane è il romanzo d’esordio di Antonio Albanese, pubblicato da Feltrinelli nella collana “I Narratori” il 1° aprile 2025. Con questo libro, Albanese – noto attore, comico e regista – si cimenta per la prima volta nella narrativa lunga, rivelando un talento per la scrittura intensa, drammatica ma anche attraversata da profonda tenerezza124.

Trama

Il romanzo è ambientato durante la Seconda guerra mondiale e prende ispirazione da una storia familiare dell’autore.

Il protagonista è Nino, un giovane panettiere siciliano delle Madonie che, dopo l’8 settembre 1943, viene catturato dai tedeschi.

Nino, come molti soldati italiani dell’epoca, diventa un IMI (Internato Militare Italiano): non ha nemmeno i diritti di un prigioniero di guerra e subisce privazioni estreme in un campo di prigionia in Austria, tra fame, freddo e paura145.

Nel campo, trova conforto nell’amicizia con Lorenzo, un giovane toscano colto e vivace, e con il Piemontese, un gigantesco macellaio che governa le cucine. Approfittando del caos dei festeggiamenti di Capodanno del 1944, i tre tentano la fuga.

Ma la libertà si rivela un percorso ancora più arduo: il viaggio verso la Sicilia diventa un’odissea tra gelo, fame, diffidenza e ostilità di una popolazione segnata dalla guerra.

Ogni passo avvicina Nino alla meta ma gli costa innocenza e giovinezza145.

A sostenerlo sono il ricordo della sua terra, il profumo dei biscotti preparati dal padre, il sapore dei babbaluci in umido, l’emozione della Targa Florio e soprattutto il pensiero di Maria Assunta, la donna amata che spera di riabbracciare145.

Temi e stile

Albanese racconta la storia di un “eroe normale”: un ragazzo di 22 anni ingenuo ma buono, che nonostante tutto riesce a restare tale grazie ai suoi ricordi, all’amore per la famiglia e la sua terra, e alla forza del sentimento che lo lega a Maria Assunta23.

Il romanzo è un omaggio ai giovani e al loro potenziale, alla capacità di resistere e di credere nel futuro anche nei momenti più bui.

Lo stile alterna tensione narrativa e delicatezza, con una scrittura che cerca di restituire onestamente la fisicità e le emozioni del protagonista, in continuità con il lavoro teatrale e cinematografico di Albanese, ma affidandosi questa volta solo alle parole123.

Origine e ispirazione

L’idea del romanzo nasce dal ricordo di uno zio di Albanese, che da bambino gli raccontava la sua fuga da un campo di internamento nazista e il lungo viaggio a piedi dall’Austria alla Sicilia.

L’autore ha voluto così restituire voce e dignità a chi ha vissuto quell’esperienza, scegliendo di raccontare non un eroe epico, ma un giovane qualunque, la cui forza sta nella capacità di resistere e di amare23.

“È un omaggio ai ragazzi, alla loro forza, al loro potenziale ignorato. Non spaventatevi davanti alle porte chiuse. Apritele.”

  • Antonio Albanese1

Citations:

  1. https://www.lafeltrinelli.it/strada-giovane-libro-antonio-albanese/e/9788807036521
  2. https://www.feltrinellieditore.it/opera/la-strada-giovane/
  3. https://www.feltrinellieditore.it/speciali/2025/04/07/un-eroe-normale/
  4. https://www.libreriauniversitaria.it/strada-giovane-albanese-antonio-feltrinelli/libro/9788807036521
  5. https://www.lafeltrinelli.it/strada-giovane-ebook-antonio-albanese/e/9788858862582
  6. https://www.lafeltrinelli.it/eventi/a1gOf000003GYgjIAG/milano/ms-milano-pza-piemonte
  7. https://www.ebay.it/itm/116571667604
  8. https://www.mondadoristore.it/La-strada-giovane-Antonio-Albanese/eai978880703652/

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Edith Bruck, La donna dal cappotto verde, La Nave di Teseo, 2025

Edith Bruck, scrittrice ungherese naturalizzata italiana, pubblicherà il suo nuovo romanzo “La donna dal cappotto verde” con La Nave di Teseo, disponibile in libreria a partire dal 21 gennaio 2025. Questo libro affronta temi profondi come la memoria e la testimonianza, esplorando il conflitto tra il rancore legato ai ricordi e la possibilità di trovare sollievo attraverso la narrazione[2][8].

Nata il 3 maggio 1931 a Tiszakarád, in Ungheria, Bruck è stata deportata ad Auschwitz all’età di 13 anni e ha vissuto esperienze traumatiche nei campi di concentramento, che ha poi trasformato in una vasta opera letteraria. I suoi scritti non solo raccontano l’Olocausto, ma anche la sua vita dopo la guerra, evidenziando le sfide affrontate dai sopravvissuti[1][3][7].

“La donna dal cappotto verde” si inserisce nel suo ampio repertorio che include opere significative come Chi ti ama così e Il pane perduto. La sua scrittura è caratterizzata da un linguaggio evocativo e da una profonda introspezione, rendendo Bruck una voce fondamentale nella letteratura contemporanea[4][6].

Citations:
[1] https://www.lanotiziagiornale.it/edith-bruck-chi-e-la-scrittrice-biografia-libri-e-testimonianza-della-shoah/
[2] https://lanavediteseo.eu/portfolio/la-donna-dal-cappotto-verde/
[3] https://premiostrega.it/PS/autore/edith-bruck/
[4] https://www.ibs.it/donna-dal-cappotto-verde-libro-edith-bruck/e/9788834620007
[5] https://www.garzanti.it/autori/edith-bruck/
[6] https://www.lafeltrinelli.it/donna-dal-cappotto-verde-libro-edith-bruck/e/9788834620007
[7] https://it.wikipedia.org/wiki/Edith_Bruck
[8] https://dazebaonews.it/cultura/il-libro/174939-la-nave-di-teseo-edith-bruck-la-donna-dal-cappotto-verde-in-libreria-dal-21-gennaio.html

Scurati Antonio, L’ora del destino, 1940-1943, Bompiani, 2024

scheda dell’editore:

https://www.bompiani.it/catalogo/m-lora-del-destino-9788830104976

Sono trascorsi quarant’anni da quando il figlio del fabbro di Dovia ha mosso i primi passi in politica; quasi venti da quando ha impugnato lo scettro del potere; poche settimane da quando ha annunciato agli italiani che il destino batte l’ora della guerra. Proprio adesso, alla fine di giugno del 1940, quel destino offre al Duce un segno, forse un presagio: Italo Balbo, il condottiero della Milizia, il maresciallo dell’aria celebre in tutto il mondo, viene abbattuto in volo da fuoco amico. Ma non c’è più tempo per volgersi indietro. Affinché la Storia metta in scena l’immane tragedia della guerra, ciascuno deve interpretare la sua parte. 
Come il generale Mario Roatta, feroce pianificatore di rappresaglie e capo di un esercito spaventosamente impreparato; Galeazzo Ciano, ossessionato dall’idea di dominare il Mediterraneo; Edda, pronta a unirsi alla Croce rossa per avere la sua prima linea; Clara Petacci, che stringe tra le braccia un uomo sempre più simile a un fantasma; Amerigo Dùmini, l’assassino di Matteotti, che ha prosperato ricattando quel fantasma; e la lunghissima sfilza di gerarchi, tra cui Dino Grandi, sempre più insofferenti verso il Duce. 
Costretta a fare il proprio dovere è poi una generazione intera di italiani, uomini, donne, soldati, tra cui l’alpino Mario Rigoni Stern, arruolatosi volontario, che nel gelo del fronte russo apre gli occhi sulla natura del dramma a cui partecipa, o il maggiore Paolo Caccia Dominioni, che deve guidare il suo reparto nelle sabbie della tragica battaglia di El Alamein. 
E infine c’è lui, Benito Mussolini, ancora convinto di poter bilanciare in Europa le brame conquistatrici di Hitler ma in realtà pronto a scodinzolare al fianco della tigre tedesca come un patetico sciacallo. 
A questo quarto pannello della sua epopea letteraria e civile Scurati affida il gigantesco affresco dell’Italia fascista sui fronti del secondo conflitto mondiale, degli errori, degli orrori e dell’eroismo ancora possibile per uomini e donne reduci da vent’anni di dittatura. E tratteggia il ritratto al nero di un uomo di fronte al destino che ha plasmato per sé e per un’intera nazione, un uomo solo all’incrocio tra il parallelo del crepuscolo e un meridiano di sangue.

Alberto Longatti – Fabio Cani, I Plinii sul Duomo di Como. Episodi di storia della cultura, NodoLibri, 2024

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Pagani Paolo, In cammino con Walter Benjamin. Il naufragio di un genio e le idee della sua epoca (1892-1940), Neri Pozza, 2024

scheda dell’editore:

https://neripozza.it/libro/9788854529625

«In fondo, la vera materia della Storia, quel che la costituisce, è pur sempre la geografia». È su questo assunto che Paolo Pagani dà inizio al suo viaggio, in parte biografia e in parte reportage, in parte narrazione romanzesca e in parte memoir, sulle tracce di Walter Benjamin, filosofo inafferrabile, randagio per vocazione prima ancora che per necessità, intellettuale raffinatissimo e poliedrico, capace di interessarsi a «una costellazione di temi solo in apparenza inconciliabili: il messianismo teologico, i giocattoli, i romanzi gialli, l’arte, il dramma barocco tedesco, la radio, la fotografia, i nuovi media, le esperienze allucinogene con gli stupefacenti, le città e i loro misteri nascosti benché eloquenti». Eppure incamminarsi con lui attraverso le sue esperienze, i suoi nomadismi, il suo pensiero spesso impervio e anticipatore significa non soltanto seguire il dipanarsi di un’esistenza, ma anche compiere un itinerario incandescente dentro a una stagione di ferro e fuoco, dagli inizi del Secolo Breve sino allo scoppio della Seconda guerra mondiale. Significa incontrare Benjamin, dunque, ma anche le idee della sua epoca, i formidabili ingegni del suo tempo: da Ernst Bloch a Theodor Adorno, da Max Horkheimer a Bertolt Brecht, da Hannah Arendt a Joseph Roth e moltissimi altri. E quel cammino che Pagani ha ripercorso quasi passo passo per infiniti anfratti d’Europa non poteva che cominciare dalla fine, dalla stanza numero 4 dell’hotel di Port-Bou, al confine tra Francia e Spagna, dove intorno alle dieci di sera del 26 settembre 1940, sopraffatto dalla tragedia della Storia e dalle assurdità degli uomini, il dottor Walter Benjamin ingoia una dose letale di pillole di morfina e muore. A un soffio dalla salvezza e per sempre ignaro dell’ultima, feroce beffa della sorte.

Figlio indisciplinato e renitente di un grand seigneur, uomo sfortunatissimo e totalmente sprovvisto di senso pratico, marxista eterodosso e libertario, filosofo atipico e sincopato, indagatore della modernità capitalista, critico letterario sopraffino, traduttore di Baudelaire e Proust, teorico rivoluzionario molto sui generis, scrittore asistematico ma saggista eccelso, Walter Benjamin, classe 1892, una delle figure intellettuali più originali, inclassificabili e poliedriche del Novecento, vittima predestinata della barbarie.

Hanno detto di Nietzsche on the road:

«La scrittura di Pagani procede con un metodo che non è filosofico, ma narrativo: con tutti i colpi di scena necessari alla drammaturgia del personaggio, col risultato di trovarci davanti a un “reportage sentimentale”, a un “dramma filosofico in movimento”».
Massimo Onofri, Avvenire

«Ciò che Pagani riesce a comunicarci, a partire dalla geografia, è la profondità di un’inquietudine che ha il colore bluastro e la cupezza di certe tele di Munch».
Paolo Di Paolo, Robinson

Nicoletta Verna, I giorni di vetro, Einaudi, 2024

scheda dell’editore:

I giorni di Vetro

Redenta è nata a Castrocaro il giorno del delitto Matteotti. In paese si mormora che abbia la scarogna e che non arriverà nemmeno alla festa di San Rocco. Invece per la festa lei è ancora viva, mentre Matteotti viene ritrovato morto. È cosí che comincia davvero il fascismo, e anche la vicenda di Redenta, della sua famiglia, della sua gente. Un mondo di radicale violenza – il Ventennio, la guerra, la prevaricazione maschile – eppure di inesauribile fiducia nell’umano. Sebbene Bruno, l’adorato amico d’infanzia che le aveva promesso di sposarla, incurante della sua «gamba matta» dovuta alla polio, scompaia senza motivo, lei non smette di aspettarlo. E quando il gerarca Vetro la sceglie come sposa, il sadismo che le infligge non riesce a spegnere in lei l’istinto di salvezza: degli altri, prima che di sé. La vita di Redenta incrocia quella di Iris, partigiana nella banda del leggendario comandante Diaz. Quale segreto nasconde Iris?

– Ha qualcosa che non va, la purina, – dicevano.
– È la scarogna, – ripeteva tranquilla mia madre, premendomi sulla bocca il seno.
– Però ha una bella faccina, – aggiungevano, e quel «però» era il segno della loro compassione.
«Però è buona», «Però è tranquilla». Però non è come gli altri.
– Com’è che non piange? – chiedeva la sera mio padre.
– Piangerà. Le donne prima o poi piangono tutte.

Hanno detto de Il valore affettivo:

«L’autrice procede con voce sicura nel dipanare il filo dei ricordi, con autenticità, senso del ritmo e padronanza di tempi».
Viola Ardone

«Nicoletta Verna ha scritto un romanzo familiare di rara intensità che affonda nell’enigma di un sentimento di colpa senza redenzione».
Corrado Augias

«Una penna che controlla perfettamente trama e personaggi».
Valeria Parrella

Alessandro Vanoli, L’invenzione dell’Occidente, Laterza, 2024

scheda dell’editore:

Nel 1494, solo due anni dopo la ‘scoperta dell’America’, a Tordesillas, una piccola località della Castiglia, veniva firmato un trattato tra Spagna e Portogallo che divideva il mondo in due e inventava l’Occidente come spazio, comunità e cultura. Mai nessuno si sarebbe potuto aspettare che una semplice firma avesse conseguenze così gigantesche e durature.

Questa è la storia di come, tra medioevo ed età moderna, le società europee (all’inizio spagnoli e portoghesi in testa) spinsero le proprie ambizioni sempre più verso l’oceano e così facendo trasformarono l’idea che esse avevano dell’Ovest: quella che era una direzione divenne poco alla volta uno spazio pensabile.

È perciò una storia di grandi navigatori e di dibattiti violenti tra geografi, una storia di sfide e di esplorazioni che solcarono l’ignoto. Ma è anche la storia dei dibattiti culturali che ne seguirono e che inventarono e definirono quell’Occidente che prima mancava dalle mappe. E il punto di arrivo di questa storia siamo noi.

In un momento in cui tutto questo appare ormai largamente messo in discussione, forse vale la pena riprendere il discorso da capo e chiedersi come si sia giunti alla nostra idea di Occidente. Come una direzione geografica ha fatto nascere e maturare un’idea di appartenenza.

Quel che non possiamo fare è darlo per scontato. Pensare che noi si sia davvero da sempre così, che la nostra storia, la nostra cultura e la nostra civilizzazione corrispondano da sempre a quello spazio indistinto con i piedi in Europa e la testa nell’Atlantico: quell’Occidente che in questo secolo faticoso appare sempre più difficile da stringere nelle nostre idee e nelle nostre mappe.

Dante, la voce che parla di noi, programma di Aldo Cazzullo con Alessandro Preziosi. su Rai Storia. Rivedi tramite RaiPlay

Rai Storia per 6 puntate «Dante, la voce che parla di noi»

Preziosi-Cazzullo: la modernità di Dante, uno specchio per tutti noi- Corriere.it

https://www.corriere.it/spettacoli/24_febbraio_19/preziosi-cazzullo-contemporaneita-dante-b7083762-cf37-11ee-9aef-bdf20163b2aa.shtml

Il padre della lingua italiana, l’autore di un capolavoro che è anche un trattato di psicologia umana — i drammi dei dannati, le pene del purgatorio, le glorie celesti — che diventa un veicolo allegorico della salvezza umana: Dante e la Divina Commedia sono al centro del nuovo c. Ogni martedì alle 21.10 su Rai Storia

https://www.raiplay.it/dirette/raistoria/Dante-La-voce-che-parla-di-noi-pt-1–0fdacdff-a406-4e74-ae25-f626c32f3e06.html

Brunetta Gian Piero, Cinema italiano. Una storia grande, 1905-2023, Einaudi, 2024. Indice del libro

Ardone Viola, Il treno dei bambini, Einaudi, 2019

scheda dell’editore

Amerigo Speranza è l’io narrante di una storia straordinaria, dura, di un romanzo che racconta la vicenda poco conosciuta di migliaia di bambini meridionali che nel secondo dopoguerra, grazie al Partito Comunista, vennero strappati alla miseria e affidati a famiglie del Nord e del Centro.

Amerigo è povero, vive a Napoli con la madre Antonietta, figlio unico senza un padre, forse sparito in America, «a faticare». La madre decide di offrirgli l’opportunità di una vita migliore, non vuole più mandarlo a raccogliere le «pezze»; per lui desidera scuola, cibo, salute.

Il bambino parte per il Nord spaventato dalle dicerie sulle cattiverie e sulla crudeltà dei comunisti; sale sul treno per recarsi in un altrove sconosciuto dove troverà, gli hanno garantito, una famiglia affettuosa e una casa accogliente. Il romanzo di Viola Ardone «ha il pregio, davvero consolante, di raccontare la storia di un bambino in affido senza occultarne alcun aspetto. E anzi rispettando la straziante “doppiezza” della vita di Amerigo, la perdita della mamma e la sconfitta della fame, le radici recise e la nuova serenità, l’insicurezza indegna e la protezione “artificiale” imposta dall’altro e al tempo stesso provvidenziale» (Michele Serra, «la Repubblica»).


Un approfondimento sulle fonti del romanzo: https://giorinaldi.com/2020/12/03/chi-e-amerigo-de-il-treno-dei-bambini-di-viola-ardone/

Maire Viguer Jean-Claude, Così belle, così vicine: viaggio insolito nelle città dell’Italia medievale, il Mulino, 2023

Mario Calabresi, A occhi aperti. Steve McCurry, Josef Koudelka, Don McCullin, Elliott Erwitt, Paul Fusco, Alex Webb, Gabriele Basilico, Abbas, Paolo Pellegrin e Sebastião Salgado raccontano i momenti in cui la storia si è fermata in una foto, Mondadori, 2023

scheda dell’editore: https://www.mondadoristore.it/occhi-aperti-Ediz-illustrata-Mario-Calabresi/eai978880478359/

Ci sono fotografie capaci di segnare un’epoca, di lasciare un segno, di sintetizzare mille parole. Immagini destinate a fissarsi per sempre nella nostra memoria e a costruire l’immaginario collettivo.

Mario Calabresi, giornalista e grande appassionato di fotografia, ha viaggiato a lungo per incontrare gli autori di scatti divenuti ormai iconici e farsi raccontare quali emozioni li avessero attraversati mentre fermavano sulla pellicola un pezzo di Storia. Il fotogiornalismo, come il giornalismo, è fatto di pazienza, dedizione e costanza.

Per essere credibili bisogna andare dove i fatti accadono, per vedere, capire e testimoniare. Non può farlo chi si limita a osservare il mondo dall’alto, chi resta distante e distaccato, ma soltanto chi è pronto a calarsi anche nelle realtà più crude, chi si immerge nelle storie correndo rischi.

Lo sanno bene Josef Koudelka, che ha documentato la Primavera di Praga del 1968, Don McCullin, testimone dei sanguinosi conflitti in Vietnam e nell’Irlanda del Nord, Steve McCurry, che ha affrontato i monsoni e attraversato l’Afghanistan in macerie, o Gabriele Basilico, che ha immortalato una Beirut distrutta da anni di guerra civile. I fotografi incontrati da Calabresi hanno accettato di raccontare i momenti che li hanno definiti: l’umanità dolente in fuga dai massacri ruandesi o gli schiavi delle miniere a cielo aperto ritratti da Sebastiao Salgado, le discriminazioni razziali americane testimoniate da Elliott Erwitt o i rifugiati palestinesi ai quali, nelle sue immagini volutamente un po’ sfocate, rivolge con pudore lo sguardo Paolo Pellegrin.

Questo libro contiene le lezioni di Susan Meiselas, capace di costruire rapporti di una vita con i soggetti delle sue foto, come le denunce in bianco e nero di Letizia Battaglia, che ha messo sotto gli occhi dell’Italia la realtà della mafia siciliana. “A occhi aperti” è un affascinante viaggio non solo nella fotografia, ma negli eventi che hanno fatto la Storia degli ultimi cinquant’anni, ancora oggi vividi e toccanti grazie a uomini e donne che hanno saputo cogliere l’attimo perfetto.

Condillac, a cura di Pasquale Salvucci, Trattato delle sensazioni, Laterza, 1970

Il tunnel, di Abraham Yehoshua, Einaudi

scheda dell’editore

Come può un uomo come Zvi Luria, che è sempre stato affidabile e solido, un punto di riferimento per famiglia e amici, un ingegnere che costruiva strade e tunnel, scendere a patti con il proprio inevitabile declino mentale? Come possono farlo sua moglie e i suoi figli? Come ci si comporta di fronte alla razionalità che lentamente svanisce?

E come si affronta la paura? Yehoshua costruisce intorno a queste domande una toccante meditazione sull’identità e sull’amore, sui gesti che è necessario compiere prima di congedarsi.

Una vicenda intima e privata che s’intreccia a doppio filo con quella collettiva e politica del popolo palestinese e di quello israeliano, vicinissimi eppure cosí distanti dal trovare un modo per esistere insieme.

Plinio il Vecchio, l’umano (Storia naturale, Libro VII), a cura di Guglielmo Monetti, con un testo di Marino Niola, Marsilio, 2023

vai a una scheda:

https://www.lafeltrinelli.it/umano-storia-naturale-libro-vii-libro-plinio-il-vecchio/e/9788829718726

Giulio Goggi parla della riflessione sulla TECNICA presente nell’opera del filosofo italiano EMANUELE SEVERINO (Brescia 1929 – 2020), video in Rai Cultura

vai a Rai Cultura

https://www.raicultura.it/

https://www.raicultura.it/ricerca.html?q=tecnica+nel+pensiero+di+Severino

AMERICANA. Raccolta di racconti a cura di Elio Vittorini – Bompiani. 1941 e 2023

Pubblicato nel 1941 a cura di Elio Vittorini, Americana propone una scelta antologica della letteratura statunitense che in quegli anni stava diventando in Italia e non solo un modello per gli scrittori più giovani

vai alla scheda dell’editore:

Americana – Bompiani

Rasy Elisabetta, Dio ci vuole felici. Etty Hillesum o della giovinezza, HarperCollins, 2023

VAI ALLA SCHEDA DELL’EDITORE:

Etty Hillesum, scomparsa poco prima di compiere trent’anni ad Auschwitz, con il suo diario e le sue lettere ci ha lasciato una straordinaria testimonianza del cuore nero del Novecento ed è diventata un simbolo della resistenza spirituale di fronte al Male. Ma prima di trasformarsi in una figura simbolica, racconta Elisabetta Rasy in questo libro, la intrepida ebrea olandese è stata una giovane donna libera, inquieta e irriverente, tenacemente intenta alla scoperta di sé stessa e del senso dell’esistenza, desiderosa di amore e di amicizia nelle loro mutevoli forme, dall’affetto e dalla tenerezza fino alla passione assoluta, e vera maestra di una giovinezza senza tempo in cui ognuno può riconoscere le proprie emozioni, la forza e la fragilità, la paura e il coraggio. Ci sono libri che, se non cambiano la vita, ci toccano in profondità e ci fanno scoprire qualcosa di noi che non sapevamo.

Questo è stato il Diario di Etty Hillesum per Rasy che, ricostruendone la vicenda umana e letteraria, si è trovata a indagare su sé stessa, tra ricordi e riflessioni, e sui temi eterni della vita umana: i complicati arabeschi dell’amore, le tortuose vie dell’anima, la necessità di non soccombere all’orrore, la possibilità di trovare gioia anche nei momenti più difficili, il desiderio di vivere a pieno la propria vita, infine il senso della scrittura autobiografica, questa singolare inchiesta sui propri segreti e misteri. Con la maestria dei grandi autori, Rasy intreccia la vita di Etty Hillesum con quella di altre giovani donne straordinarie dello stesso terribile periodo storico, da Edith Stein a Simone Weil a Micol Finzi-Contini, l’eroina del romanzo di Giorgio Bassani, e con le vicende di scrittrici e scrittori amati e dei loro altrettanto amati personaggi. Fino a comporre un doppio romanzo di formazione, quella dell’indimenticabile ragazza olandese e la propria.

 

Elisabetta Rasy, è nata a Roma dove vive e lavora, avendo passato l’infanzia a Napoli, la città della sua famiglia. Ha pubblicato numerosi libri di narrativa e saggistica tra cui La prima estasi; (Mondadori 1985), Posillipo (Rizzoli 1997, Premio Selezione Campiello), La scienza degli addii (Rizzoli 2005), L’estranea (Rizzoli 2007), Memorie di una lettrice notturna (Rizzoli 2009), Figure della malinconia (Skira, 2012), Le regole del fuoco (Rizzoli, 2016, Premio Selezione Campiello), Le disobbedienti (Mondadori, 2019) ispirato a sei importanti pittrici del passato. Nel maggio 2021 ha pubblicato Le indiscrete (Mondadori), storie di vita e arte di cinque grandi fotografe del Novecento. È stata tra i fondatori della casa editrice Edizioni delle donne e della rivista Panta. Le sue opere sono tradotte in molti paesi europei. Ha scritto di letterature e di arte per numerose riviste culturali e testate giornalistiche italiane. Attualmente collabora al supplemento domenicale del “Sole 24 ore”.

Michelangelo Pistoletto, Terzo paradiso: io, tu, NOI

Il “ciarlare”, in TEOFRASTO (371-287 a-c.), CARATTERI, a cura di Luigi Torraca, Garzanti, 1994

Carlo Emilio Gadda, Eros e Priapo, Adelphi, 1967, (ma scritto fra il 1944/1945)

una citazione dedicata all’allora benito mussolini (minuscolo):

” sudicio Poffarbacco, Somaro principe, kuce, imbianchino, il Sozzo nostro, furioso babbeo, ladro, mascelluto, gradasso, faccia ’e malu culori, capocamorra, Caino Giuda Maramaldo, gaglioffo ipocalcico dalle gambe a roncola, autoerotòmane, eredoalcoolico ed eredoluetico, luetico, teratocèfalo, rachitoide babbeo, spiritato basedòwico, scacarcione sifoloso, mortuario smargiasso, Merda di cervellone Caino, farabutto-Giuda-Maramaldo, Paflagone smargiasso, Scacarcione giacomo-giacomo, maccherone furioso, Napoleone fesso, sanguinolento porcello, Scipione Africano del due di coppe, provolone imbischerito, mascelluto Caino in peste, forlimpopolesco mascellone, principe Maramaldo, Giuda pestifero, il fass tutt mè, il son chè mè, dittatore di scemenze, Gran Cacchio, parolaio-istrione, lurido Poffarbacco, virulento babbeo, provinciale saturo di sifilide e di furori blasfemi, Costruttore, ex agitatore ed agitato sempiterno, ficaiolo, discepolo del messer Niccolò buggeratissimo, poltrone e istrione, sanguinolenta jena, Priapo Ottimo Massimo, Batrace luetico, tumescente Priapo, Priapo-Imagine, Super Balano, il beneficiente, mascelluto e stivaluto Poffarbacco, furbo di provinciaccia, tumefatto balano, messer Mastro Pùgolo, Predappioculo, bel maschione, Sbrodolini, asino indomenicato al giro d’Italia, Priapo Esibito, Priapo marcio, Maramaldo omicida, Appiccata Carogna, kuce Cacchio, culone a cavallo, bellone, fezzone, buccone, stivalone, maschio maschione, sifilitico sifiliticone, rincoglionito Quirino, inturgidito Predappio, Forlimpopoli Priapomastro, pietoso mimo, Pirgopolinice Spirochetato, kùce-verga, tracotante birro, tetro feneratore de le genti, Priapo Maccherone Maramaldo, trombone in fiera, Gran Correggia del Nulla, Predappiofava, batrace, Somaro Sopracciò, Maccherone Ingrognato, acromegalico e batracico avortone, il ragghiante, l’Impestato, Batrace Tritacco, Priapo Concionante, nanonzolo, batracico testone-mascellone acromegalico, rachitoide ipocalcico, eredoalcool, eredolue, Predappiofesso, Fava, Favente Genio, Favante Tutore della Italia, Condottiero d’Italia in Guerra Lampo, Tempista/Politico, Gran Somaro Nocchiero, Scacarcione Mago, Fottutissimo Scacarcione Bombarda di Tripla Greca, kuce grasso, appiattato Scacarcione a dugento miglia da battaglia, Fava Unica, Fava Maramaldo, Invincibile Fava, Predappioasino, el Fava (Impestatissimo), Pupazzo, Nullapensante, Maramaldo dal viso livido, Somaro Fava, il Leccato-che-Lecca, Coglione, provolone sciocco, Trombone trombatissimo, Socero Schifoso, mentecatto principe Fava, Naticone ottimo massimo, Pavone Etico Ufficiale, Priapo Tumefatto, Batrace dalle mascelle forzute, Priapo luetico, τύραννος, furioso, pavido idolatra del numero e della forza, φαλλός, l’Estrovertito, mietitore degli universi frumenti, agitato-sempiterno, Sovrano seminatore e trebbiatore pometino, il vessillifero della spaghettifera patria co’ ’a pommarola in coppa, Gran Khan, messer Mastro Pùngolo, ex-Bomba in pullover, tiranno vaniloquente, cavalcatore di cavalli e di femine in gloria, inturgidito Modellone, Pirgopolinice il glorioso, Modellone Torsolone, frivolo e fortunato mimico, il Maestro, Sopraumano Sopracciò, Furioso Ingrogato, il Mugliante, sozzo e priapesco istrione”

Le regole di (buona) comunicazione in DILEMMI, a cura di Gianrico Carofiglio, Rai3

Avatar di Paolo FerrarioMAPPE nel sistema dei SERVIZI alla persona e alla comunità, a cura di Paolo Ferrario

1: vietato attaccare la persona

2. vietato manipolare gli argomenti altrui

3. obbligatorio fornire le prove delle proprie affermazioni

https://www.raiplay.it/programmi/dilemmi

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Filosofi apologeti della guerra: HEGEL, DE MAISTRE, PROUDHON, JUNGER, QUINTON. Articolo di Nunzio Dell’Erba in La Ragione, febbraio 2022

Romanzo storico: 10 libri da leggere – ilLibraio.it

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Romanzo storico: 10 libri da leggere assolutamente – ilLibraio.it

Susan Sontag, Davanti al dolore degli altri (2003), Nottetempo editore, 2021

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Susan Sontag, Davanti al dolore degli altri, Nottetempo editore, 2021 – Mappeser.com: Mappe nel sistema dei Servizi

GARDINI Nicola, Le 10 parole latine che raccontano il nostro mondo, Garzanti, 2019. ARS, SIGNUM; MODUS; STILUS; VOLVO; MEMORIA, VIRTUS; CLARITAS; SPIRITUS; RETE

THOMPSON Jonny, Filosofia in breve. 150 grandi idee in poche parole, Corbaccio, 2021. Indice del libro

COMUNITA’, etimologia, definizione

i DISCHI DI VINILE, in Massimo Mantellini, Dieci splendidi oggetti morti, Einaudi , 2020, pagine 84/85

La COMMEDIA di DANTE, raccontata e letta da Vittorio SERMONTI, Emons Audiolibri, 9 CD in formato Mp3, 2021

#Maestri – Rai Cultura, a cura di Edoardo Camurri

#Maestri – Rai Culturahttps://www.raicultura.it › articoli › 2020/04

Accademici e grandi divulgatori portano la scuola a casa con brevi lezioni di quindici minuti rivolte a tutti gli studenti

BARBERO Alessandro, Dante, Laterza, 2020. Indice del libro

Dante Alighieri, Divina commedia, a cura di Marcello Ciccuto e Domenico De Martino. Commento di Paola Siano, Gedi edizioni/grandi opere. Distribuito dalla Repubblica fra il 31 dicembre 2020 e il 22 aprile 2021

John Hersey, Il muro di Varsavia, Mondadori, 1951

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Umberto ECO, La vertigine della LISTA, Bompiani editore, 2009. Indice del libro e 7 video

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VAI A 7 VIDEO SULLA VERTIGINE DELLA LISTA:

Umberto Eco, “La vertigine della lista”, 7 video YouTube

Canali RAI per la CULTURA: Rai Scuola; Rai Storia; Rai Letteratura; Rai Filosofia; Rai 5


RAI SCUOLA

http://www.raiscuola.rai.it/


RAI STORIA

http://www.rai.it/raistoria/


RAI  5

http://www.rai.it/rai5/


RAI LETTERATURA

https://www.raicultura.it/letteratura/


RAI FILOSOFIA

https://www.raicultura.it/filosofia/

FONTANA Giorgio, Prima di noi, Sellerio editore, 2020

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VIOLO Evaldo (a cura di), (io e la BUR). Scrittori, studiosi, lettori raccontano la Biblioteca Universale Rizzoli. New Press edizioni (collana Contro Mossa diretta da Andrea Di Gregorio) , Como, 2019. Indice del libro

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Articolo completo ALIAS

Mattia Feltri sul premio Nobel per la letteratura a Peter Handke, 15 ottobre 2019

La Stampa
Hanno ragione Pigi Battista e Giampiero Mughini quando, a proposito di Peter Handke, premio Nobel per la letteratura, dicono che uno scrittore va giudicato per la qualità dei libri e non per l’appoggio a dittatori e mascalzoni vari e alle loro porcherie, altrimenti dovremmo buttare molti dei migliori.
Ma di ragione ne ha tanta di più Gianni Riotta quando, sulla Stampa, ricorda che Handke fu al fianco di Slobodan Milošević e della sua macelleria bosniaca perché il premio Nobel, lo svalutatissimo premio Nobel, andrebbe aggiudicato a chi abbia messo l’arte al servizio del «massimo beneficio per l’umanità» e della «fraternità fra le nazioni».
La fraternità fra le nazioni, ad Handke, interessava al punto da sorvolare sull’orrida carneficina di Srebrenica, oltre ottomila musulmani bosniaci uccisi dai serbi di Milošević e Ratko Mladić.
Ma in fondo è giusto così, tutto torna. I caschi blu olandesi dell’Onu si girarono dall’altra parte e lasciarono che a Srebrenica la carneficina si compisse e uno di loro, sconvolto, scrisse su un muro “UN – united nothing”, Unito Niente al posto di Nazioni Unite. Per dire quanto importassero la fraternità e l’umanità all’Onu, all’Europa, a ognuno di noi che fremevamo per l’assedio di Sarajevo giusto il tempo di un servizio del tg.
Oggi quell’«united nothing» è la perfetta targa sull’Europa mentre premia i suoi figli più degni e mentre si sdilinquisce per i lager libici e per il tradimento criminale dei curdi, purché a distanza di sicurezza, e armata di un vocabolario pigro e imbelle, in attesa di incoronarne un altro con un vocabolario di qualche pagina in più.
Mattia Feltri

DAL NOVECENTO A OGGI. I fatti attraverso i personaggi letterari del romanzo del Novecento, di Ciro RAIA, Mursia, 1987. Indice del libro

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Morto MICHEL SERRES, il filosofo che non credeva nel «declinismo»: “non idealizzate il passato, la nostra è un’epoca dolce” – Corriere.it, 3 giugno 2019

Serres era una figura molto popolare in Francia, anche perché non esitava a comparire in dibattiti e trasmissioni televisive per confutare il «declinismo» e la tendenza di molti intellettuali, reazionari e non, a idealizzare il passato ritenendolo un’epoca d’oro rispetto alla presunta barbarie e decadenza contemporanea. Serres era convinto del contrario, e chiamava il nostro tempo l’«epoca dolce»: guerre, attentati e orrori esistono ancora, ma nella sua visione sono scorie di una civiltà superata.

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Morto Michel Serres, il filosofo che non credeva nel «declinismo» – Corriere.it

L’ATENE DI PERICLE, Rba editore, 2019. Indice del libro

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Quali sono i libri sul Novecento che gli studenti della classe quinta dovrebbero assolutamente leggere?, in www.giuntitvp.it

 

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Quali sono i libri sul Novecento che gli studenti della classe quinta dovrebbero assolutamente leggere?

Storia di Roma antica 753 a.C. – 476 d.C. – in Studia Rapido

La storia di Roma antica o storia romana tratta le vicende di Roma dalla sua fondazione nel 753 a.C. alla caduta dell’Impero romano d’Occidente nel 476 d.C., anno in cui si colloca convenzionalmente l’inizio del Medioevo.

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Storia di Roma antica 753 a.C. – 476 d.C. – Studia Rapido

Il Risorgimento italiano. Riassunto – in Studia Rapido

 

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Il Risorgimento italiano. Riassunto – Studia Rapido

Studiare Online la Rivoluzione Francese – Fonti Storiche Online – Medium

 interessante articolo di Giulio Blasi, che mostra quanto può essere facile, utile e bello studiare la storia utilizzando il digitale.

Di seguito trovi tutti gli archivi digitali citati nell’articolo, dove puoi reperire fonti storiche sulla Rivoluzione Francese

via Studiare Online la Rivoluzione Francese – Fonti Storiche Online – Medium

La via dell’anima. George SIMMEL e la filosofia della cultura | in Filosofia e nuovi sentieri

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La via dell’anima. Simmel e la filosofia della cultura | Filosofia e nuovi sentieri

Fritjof Capra, LA RETE DELLA VITA (1996), Rizzoli Bur, 2010. Indici del libro

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L. CANFORA, U. CARDINALE (a cura di), Disegnare il futuro con intelligenza antica

 nella deriva del mondo moderno è ancora necessaria una guida antica per superare la falsa percezione di un’antitesi tra umanesimo e tecnica

per la scheda vai a: L. CANFORA, U. CARDINALE (a cura di), Disegnare il futuro con intelligenza antica | POLSER – Politiche sociali e dei servizi.

Roberto Esposito – Communitas (2009)

Roberto Esposito – Communitas (2009)

www.mediafire.com/?3ti41mqd36bv7wf 

FESTIVAL FILOSOFIA MODENA (lezioni magistrali complete) – PODCAST FILOSOFIA.

Wolfgang Schluchter – Comunità e società di Tönnies (2009)

Wolfgang Schluchter – Comunità e società di Tönnies (2009)

www.mediafire.com/?vyuhhn604nxz8xu

FESTIVAL FILOSOFIA MODENA (lezioni magistrali complete) – PODCAST FILOSOFIA.

Maurizio Ferraris – Communities (2009)

Maurizio Ferraris – Communities (2009)

www.mediafire.com/?85w4wwwmvh6gsk1

FESTIVAL FILOSOFIA MODENA (lezioni magistrali complete) – PODCAST FILOSOFIA.

Eguaglianza

in Giovanni Sartori, La democrazia in trenta lezioni, Mondadori editore, 2008

pagg. 55-58

La civiltà del Rinascimento in Italia, Burckhardt « babilonia61

vai a: La civiltà del Rinascimento in Italia, Burckhardt « babilonia61.

Violenza

Leszek Kolakowski, Breviario minimo: piccole lezioni per grandi problemi, Il Mulino
56-60

Tolleranza

Leszek Kolakowski, Breviario minimo: piccole lezioni per grandi problemi, Il Mulino
28-32

Uguaglianza

Leszek Kolakowski, Breviario minimo: piccole lezioni per grandi problemi, Il Mulino
17-21

 

Tecnologie

Alfonso Berardinelli, L’abc del mondo contemporaneo, Minimum Fax, 2004

p. 50-52

Politica e terrore

Alfonso Berardinelli, L’abc del mondo contemporaneo, Minimum Fax, 2004

p. 47-49

Benessere

Alfonso Berardinelli, L’abc del mondo contemporaneo, Minimum Fax, 2004

p. 22-33

Giovanni Sartori, Una replica ai pensabenisti sull’Islam – Corriere della Sera

… il mio articolo (editoriale del 20 dicembre «La integrazione degli islamici») si limitava a ricordare che gli islamici non si sono mai integrati, nel corso dei secoli (un millennio e passa) in nessuna società non-islamica. Il che era detto per sottolineare la difficoltà del problema. Se poi a Boeri interessa sapere che cosa «ho deciso», allora gli segnalo che in argomento ho scritto molti saggi, più il volume «Pluralismo, Multiculturalismo e Estranei» (Rizzoli 2002), più alcuni capitoletti del libriccino «La Democrazia in Trenta Lezioni » (Mondadori, 2008).

…. ho sempre scritto che le società liberal- pluralistiche non richiedono nessuna assimilazione. Fermo restando che ogni estraneo (straniero) mantiene la sua religione e la sua identità culturale, la sua integrazione richiede soltanto che accetti i valori etico-politici di una Città fondata sulla tolleranza e sulla separazione tra religione e politica. Se l’immigrato rifiuta quei valori, allora non è integrato; e certo non diventa tale perché viene italianizzato, e cioè in virtù di un pezzo di carta ….

io seguo l’interpretazione della civiltà islamica e della sua decadenza di Arnold Toynbee, il grande e insuperato autore di una monumentale storia delle civilizzazioni (vedi Democrazia 2008, pp. 78-80).

nelle scienze sociali lo studioso deve procedere diversamente, deve isolare la variabile a più alto potere esplicativo, che spiega più delle altre. Nel nostro caso la variabile islamica (il suo monoteismo teocratico) risulta essere la più potente. S’intende che questa ipotesi viene poi sottoposta a ricerche che la confermano, smentiscono e comunque misurano. Ma soprattutto si deve intendere che questa variabile «varia», appunto, in intensità, diciamo in grado di riscaldamento. Alla sua intensità massima produce l’uomo- bomba, il martire della fede che si fa esplodere, che si uccide per uccidere (e che nessuna altra cultura ha mai prodotto). Diciamo, a caso, che a questo grado di surriscaldamento, di fanatismo religioso, arrivano uno-due musulmani su un milione. Tanto può bastare per terrorizzare gli infedeli, e al tempo stesso per rinforzare e galvanizzare l’identità fideistica (grazie anche ai nuovi potentissimi strumenti di comunicazione di massa) di centinaia di milioni di musulmani che così ritrovano il proprio orgoglio di antica civi

Ecco perché, allora, l’integrazione dell’islamico nelle società modernizzate diventa più difficile che mai. Fermo restando, come ricordavo nel mio fondo e come ho spiegato nei miei libri, che è sempre stata difficilissima.

l’intero articolo qui:

Giovanni Sartori, Una replica ai pensabenisti sull’Islam – Corriere della Sera

Standard, Regole

Nel dizionario Battaglia, lo standard è

«la norma riconosciuta o il criterio o l’insieme di norme o di criteri a cui devono fare riferimento o a cui si devono uniformare attività, servizi, comportamenti, metodi operativi o di lavorazione, e in base ai quali sono valutati».

Quando vengono meno gli standard i popoli tendono a guardare non verso l’alto ma verso il basso, e il chiasso che ne esce si fa spettrale

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Virtuale

Ugo Volli, Parole in gioco. Piccolo inventario delle idee correnti, Editrice Compositori, 2009
p. 161-164

Storia

Ugo Volli, Parole in gioco. Piccolo inventario delle idee correnti, Editrice Compositori, 2009
p. 147-149

Sterminio

Ugo Volli, Parole in gioco. Piccolo inventario delle idee correnti, Editrice Compositori, 2009
p. 143-146

Tasse

Paolo Prodi, Lessico per un’Italia civile, Diabasis, 2008
291-295

Bene comune

Paolo Prodi, Lessico per un’Italia civile, Diabasis, 2008
76-80

Sociopatia

Umberto Galimberti, I vizi capitali e i nuovi vizi, Feltrinelli, 2003
p. 99-106

Utopia

Reinhart Kosellek, Il vocabolario della Modernità, Il Mulino, 2009
p. 133-156

Violenza

Pier Paolo Portinaro (a cura di), I concetti del male, Einaudi, 2002, p. 352-364

Tiranni

GRAYLING A.C., Al cuore delle cose, Longanesi, 2007
p. 159-162

Tolleranza

Salvatore Veca, Dizionario minimo, Frassinelli, 2009
p. 109-118

Tirannia

Salvatore Veca, Dizionario minimo, Frassinelli, 2009
p. 21-29

Virtualità

Umberto Galimberti, Parole nomadi, Feltrinelli, 1994
p. 221-223

vai all’indice del libro:

Galimberti Umberto, Parole nomadi, Feltrinelli, 1994. Rielaborazione di articoli pubblicati sul supplemento domenicale de Il Sole 24 Ore nel 1991/1992. Il libro è stato ripubblicato nel 2023 dalla Repubblica