Ardone Viola, Il treno dei bambini, Einaudi, 2019

scheda dell’editore

Amerigo Speranza è l’io narrante di una storia straordinaria, dura, di un romanzo che racconta la vicenda poco conosciuta di migliaia di bambini meridionali che nel secondo dopoguerra, grazie al Partito Comunista, vennero strappati alla miseria e affidati a famiglie del Nord e del Centro.

Amerigo è povero, vive a Napoli con la madre Antonietta, figlio unico senza un padre, forse sparito in America, «a faticare». La madre decide di offrirgli l’opportunità di una vita migliore, non vuole più mandarlo a raccogliere le «pezze»; per lui desidera scuola, cibo, salute.

Il bambino parte per il Nord spaventato dalle dicerie sulle cattiverie e sulla crudeltà dei comunisti; sale sul treno per recarsi in un altrove sconosciuto dove troverà, gli hanno garantito, una famiglia affettuosa e una casa accogliente. Il romanzo di Viola Ardone «ha il pregio, davvero consolante, di raccontare la storia di un bambino in affido senza occultarne alcun aspetto. E anzi rispettando la straziante “doppiezza” della vita di Amerigo, la perdita della mamma e la sconfitta della fame, le radici recise e la nuova serenità, l’insicurezza indegna e la protezione “artificiale” imposta dall’altro e al tempo stesso provvidenziale» (Michele Serra, «la Repubblica»).


Un approfondimento sulle fonti del romanzo: https://giorinaldi.com/2020/12/03/chi-e-amerigo-de-il-treno-dei-bambini-di-viola-ardone/

Scuola Holden, Lezioni di scrittura, BIBLIOTECA, un posto dove essere contenti, Corriere della Sera, 2023. Indice del libro

Ernaux Annie, Perdersi, traduzione di Lorenza Flabis, L’Orma editore, 2023

scheda dell’editore:

https://www.lormaeditore.it/libro/9791254760215

Tra il settembre del 1988 e l’aprile del 1990 una donna trascrive sul suo diario la passione totale e incondizionata che sta vivendo per un uomo, un diplomatico sovietico di stanza a Parigi col quale ha iniziato una relazione durante un viaggio in URSS. Con l’intensificarsi del trasporto erotico e del coinvolgimento emotivo, l’autrice scopre di essere divenuta «una comparsa» nella propria stessa vita, di dipendere in tutto e per tutto dalla presenza di un amante sempre lontano e quasi inconoscibile, diviso fra doveri coniugali e ambizioni di carriera.
Senza ritocchi né censure, Annie Ernaux ci offre la registrazione in presa diretta dell’esultanza dei corpi, della claustrofobia dell’attesa, del sentimento che affolla ogni spazio e ogni istante.
«Diario di dolore, con qualche lampo di piacere folle», Perdersi è il resoconto nudo di un’ossessione assoluta, di un desiderio che la scrittura non doma né sopisce, ma testimonia con bruciante e disperata verità.

 
 

Annie Ernaux è nata a Lillebonne nel 1940 ed è una delle voci più autorevoli del panorama culturale francese. Studiata e pubblicata in tutto il mondo, nei suoi libri ha reinventato i modi e le possibilità dell’autobiografia, trasformando il racconto della propria vita in acuminato strumento di indagine sociale, politica ed esistenziale. Considerata un classico contemporaneo, è amata da generazioni di lettrici e lettori. Nel 2022 è stata insignita del Premio Nobel per la letteratura.

Epicuro, Filosofia, corso completo per studenti e appassionati, in Scorribande Filosofiche

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Campanello Laura, prefazione di Daniel Lumera, Ritrovare l’anima. Esercizi filosofici per trovare la propria via alla felicità, Rizzoli Bur, 2023

scheda dell’editore

Inquietudine, smarrimento, disorientamento popolano il nostro presente. Molte persone si sentono sopraffatte dalla vita e dal suo scorrere, faticano a vedere un senso dietro ciò che fanno e piombano in uno stato di insoddisfazione personale costante. Imparare a esplorare i propri labirinti interiori, i propri stili di vita, guardarsi e ascoltarsi per ritrovare nella propria anima la bussola che ci guidi verso una vita più ricca di senso è l’obiettivo di ogni percorso di cura del proprio sé. Laura Campanello, che da anni si occupa di fondere l’approccio filosofico all’analisi e al coaching, già autrice del manuale Leggerezza, ci accompagna in un viaggio alla scoperta del nostro senso più intimo. Partendo dal riconoscimento della natura e dei motivi alla base delle nostre inquietudini, pagina dopo pagina iniziamo un percorso personale per gestire il chiacchiericcio e il disordine della mente; e proviamo a tracciare un percorso di rinascita spirituale, che affondi le sue radici in una tranquillità ritrovata, e unica per ciascuno di noi. Come in un viaggio a tappe, guidati dai numerosi esercizi e dalle riflessioni presenti nel libro, accordiamo lo strumento dell’anima per suonarlo al meglio e rispondere alla ricerca di senso, riappropriandoci così della nostra felicità. Prefazione di Daniel Lumera.

Laura Campanello è analista ad orientamento filosofico (Abof), life coach e consulente pedagogica. Studia e approfondisce la “felicità” attraverso la pratica filosofica e la psicologia analitica. Ha collaborato con il “Corriere della Sera” e la “27ª Ora”, tiene workshop e incontri, e partecipa a convegni di filosofia nazionali e internazionali.

LIBRI: classifica dei 100 bestseller di libreriauniversitaria.it pubblicati nel 2023

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https://www.libreriauniversitaria.it/page_top_libri_2023.htm

Paolo Volponi, poeta e fustigatore: ha narrato l’alienazione della modernità. Articolo di Paolo Di Stefano in Corriere della Sera, 28 dicembre 2023

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https://www.pressreader.com/italy/corriere-della-sera/20231228/282398404232548

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Paolo Volponi

Paolo Volponi nasce a Urbino nel 1924. Si laurea in legge e nel 1948 pubblica il suo primo libro di poesie, Il ramarro. Nel 1950 conosce Adriano Olivetti: nel 1956 entrerà nell’azienda di Ivrea dove in pochi anni raggiungerà i massimi livelli dirigenziali. Nel 1954 inizia l’amicizia con Pasolini. Nel 1955 esce il suo secondo libro di poesie, L’antica moneta, e nel 1960 un terzo, Le porte dell’Appennino. Del 1962 è il suo primo romanzo, Memoriale, seguito tre anni dopo da La macchina mondiale, che vince il premio Strega. Nel 1972 viene chiamato a Torino da Umberto Agnelli per uno studio sui rapporti fra città e fabbrica e prende il via la sua peraltro breve collaborazione con la Fiat. Escono quattro romanzi in sequenza: Corporale (1974), Il sipario ducale (1975, premio Viareggio), Il pianeta irritabile (1978), Il lanciatore di giavellotto (1981). Nel 1983 viene eletto senatore: il suo impegno parlamentare si interromperà solo nel 1993, per ragioni di salute. Nel 1986 un nuovo libro di poesie, Con testo a fronte. Nel 1989 Le mosche del capitale. Nel 1991 Volponi vince nuovamente il premio Strega con La strada per Roma, romanzo scritto in realtà negli anni Cinquanta. Muore per infarto ad Ancona nel 1994. Per Einaudi, nella collana “Letture Einaudi” sono stati pubblicati anche I racconti (2017), a cura di Emanuele Zinato.

il “pensatore”, al Museo Rodin, Parigi

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https://www.musee-rodin.fr/

Kuper Peter, Gli incubi di Kafka, Tunuè editore, 2023

scheda editore:

Gli incubi di Kafka

scheda di rai cultura:

https://www.raicultura.it/letteratura/foto/2022/11/Gli-incubi-di-Kafka-722627f6-0bb6-4ec2-a9bd-043df357b9ff.html

lo scrittore ceco – ha cominciato a illustrare le sue storie già dal 1988 – fatto sta che in questo lavoro, che raccoglie 14 episodi tratti da altrettanti racconti di Franz Kafka tra cui Nella colonia penale, La tana Un digiunatore,

Il concetto di “tempo che resta” nella filosofia di Emanuele Severino

Il concetto di “tempo che resta” nella filosofia di Emanuele Severino è centrale per comprendere la sua visione dell’esistenza e dell’essere. Severino propone una riflessione profonda sull’illusione del tempo e sull’eternità degli essenti, ponendo l’accento su come il nostro approccio al tempo influisca sulla nostra comprensione della vita.

L’Illusione del Tempo

Severino critica la concezione tradizionale del tempo come un flusso continuo in cui gli eventi si susseguono. Secondo lui, questa visione è un’illusione che porta a considerare l’essere come qualcosa di transitorio e destinato a svanire nel nulla. Invece, egli afferma che ogni essente è eterno e che il vero pensiero deve riconoscere l’opposizione tra essere e niente, piuttosto che tra essere e non essere[1][2].

Il Tempo che Resta

Il “tempo che resta” rappresenta quindi una riflessione sulla finitezza della vita umana e sulla necessità di vivere in modo consapevole. Severino sottolinea che il passato non esiste più, il presente è inafferrabile, e il futuro è incerto. Tuttavia, ciò non deve portarci alla disperazione, ma piuttosto a una valorizzazione del momento presente. La consapevolezza della nostra condizione finita ci invita a cercare significato e autenticità nella nostra esistenza[1][2].

Eternità e Destino

Severino propone che l’essente si colloca “al di fuori dell’illusione del tempo”, suggerendo che la filosofia futura deve esplorare un “senso del tempo” radicalmente diverso da quello tradizionale. L’eternità diventa quindi la condizione fondamentale dell’essere, dove ogni attimo è eterno e non semplicemente un momento transitorio[1][2][3]. In questo contesto, il “tempo che resta” diventa un invito a riconoscere la nostra eternità intrinseca e a vivere in modo autentico.

In sintesi, il concetto di “tempo che resta” nella filosofia di Severino non è solo una riflessione sul tempo stesso, ma un richiamo a una vita piena e significativa, in cui si riconosce l’eternità dell’essere oltre l’illusione del divenire.

Citations:
[1] https://emanueleseverino.com/2020/04/23/concetto-di-tempo-nel-pensiero-di-emanuele-severino/
[2] https://emanueleseverino.com/category/temi-chiave-di-emanuele-severino/tempo/
[3] https://ritirifilosofici.it/le-cose-perse-e-salvate-di-emanuele-severino/
[4] https://iris.unipa.it/retrieve/handle/10447/106169/143938/Homo%20signator.pdf
[5] https://antemp.com/about/

Praticare il Manuale di Epitteto per conquistare la libertà interiore (stoicismo per principianti), in Scorribande Filosofiche

Karl R. POPPER – Le fonti della Conoscenza e dell’Ignoranza, in La Dimora del Tempo Circolare – Simona Rinaldi

Delaney Brigid, Tranqui. Come rimanere stoici in tempi di m***a, Giunti, 2023. Indice del libro

Paolo Ferrario, 1948, su threads, 15 dicembre 2023

vai a: https://www.threads.net/@ferrario1948

ORAZIO, ODI, scelte e tradotte da Guido Ceronetti, Adelphi, 2018

scheda dell’editore:

https://www.adelphi.it/libro/9788845932830

L’amore per Orazio e il desiderio di tradurlo accompagnano Guido Ceronetti sin da quando, diciottenne, si cimentava in versioni oggi «ripudiatissime». L’Orazio interruptus viene poi ripreso al principio degli anni Ottanta col progetto, mai realizzato, di una piccola edizione concepita come prima tappa di un «viaggio ascetico verso il puro non-essere, lo spogliarsi d’ogni illusione e farsi jīvanmukta in compagnia di Orazio».

Per Ceronetti, infatti, Orazio è lontano mille miglia dal poeta sondato e scrutato dalla filologia classica: il suo stile non è fredda accademia augustea, semmai «contrazione della vita, mediante l’impegno della parola», il che esige «tutto il fuoco della passione rivolto ad un fine che la contraria» – fuoco contratto, dunque.

E a lui ancor meglio che a Kavafis si attaglia quel che diceva la Yourcenar: «Siamo così abituati a vedere nella saggezza un residuo delle passioni spente, che fatichiamo a riconoscere in lei la forma più dura, più condensata dell’Ardore, la particella aurea nata dal fuoco, e non la cenere». Dopo più di trent’anni il viaggio attraverso il «deserto fiorito» di Orazio ha preso la forma di ventotto traduzioni, che bastano a metterci di fronte a qualcosa di totalmente imprevisto: malgrado la sua fama ininterrotta, del più classico dei classici ci era sinora sfuggita l’anima segreta.

Francesco Dipalo: LEZIONI DI FILOSOFIA

vai a questa lista di post ripubblicati:

https://antemp.com/category/autori/dipalo-francesco/

Schopenhauer: la teoria del riccio. Socialità e affettività nella società liquida (Bauman), in Scorribande Filosofiche

Enrico Merlin, 1000 Dischi per un Secolo: 1900-2000, Il Saggiatore, 2023

“Carpe diem, quam minimum credula postero”, Orazio, Odi

Aristotele – Filosofia (corso completo per studenti e appassionati), in Scorribande Filosofiche

la biografia di UMBERTO GALIMBERTI

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https://it.wikipedia.org/wiki/Umberto_Galimberti#Biografia

BOBI BAZLEN, i disegni dell’analisi, Mostra a cura di Anna Foà e Marco Sodano, al Palazzo delle Esposizioni, Roma dicembre 2023 – gennaio 2024

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https://www.palazzoesposizioni.it/mostra/bobi-bazlen-i-disegni-dell-analisi

vedi anche: https://antemp.com/2023/12/04/il-mistero-bobi-bazlen-continua-nei-disegni-articolo-di-marco-belpoliti-in-la-repubblica-3-dicembre-2023/

Questi cento disegni sono stati scelti tra i moltissimi realizzati da Bazlen dal 1944 al 1950, e rappresentano il diario visivo della sua terapia analitica con Ernst Bernhard, basata sulla pratica dell’immaginazione attiva: esprimere con una tecnica diversa da quella abituale le immagini dei sogni e delle fantasie come chiave di lettura dell’inconscio. Bernhard chiede a Bazlen, letterato, di disegnare, e questi man mano affina la sua tecnica, partendo dal disegno a matita e a china, per arrivare agli acquerelli e nell’ultimo periodo ai mandala. I simboli, le figure e gli scenari onirici tratteggiati da Bazlen d’altra parte, riportano inevitabilmente a simboli, figure e scenari che sono propri del racconto degli uomini fin dall’origine: il viandante, l’orientale, la coppia, il diavolo, l’isola, il gioco, il porto, il viaggio, la morte, la simbologia religiosa e della “quaternità”. Quasi sempre dietro ai disegni è segnata la data del sogno e il momento in cui l’ha fissato su carta.

Roberto Bazlen.
Il più portentoso e nascosto talent scout dell’editoria

Nato nel 1902 a Trieste, morto nel 1965 a Milano. Italiano e tedesco, con gli occhi aperti sulla cultura mitteleuropea, che all’Italia era rimasta quasi sconosciuta. Lettore insaziabile, trova sulle bancarelle del ghetto i libri lasciati dagli austriaci che abbandonano Trieste. Giovanissimo frequenta Saba, Quarantotti Gambini, Edoardo Weiss e soprattutto Svevo, che lui stesso segnala a Montale, dando così inizio alla sua fortuna. Nel 1934 si trasferisce a Milano, dove nel 1937 incontra Luciano Foà con cui dal 1942 lavora alle Nuove Edizioni Ivrea di Adriano Olivetti, il programma che ispirerà decenni dopo la nascita di Adelphi. Montale lo incontra nel 1924 a Genova, gli fa scoprire Kafka, la letteratura mitteleuropea, fino a diventarne il consigliere occulto. Nel 1939 si trasferisce a Roma, in via Margutta, dove prende in affitto da due sorelle la stanza che per tutta la vita sarà la sua vera casa. Tesse legami disparati, lambendo mondi molto distanti tra loro: artisti, traduttrici cui insegna il mestiere, lo psicoanalista Ernst Bernhard e l’universo dell’analisi junghiana e dell’astrologia. Lavora come consulente occulto di molte case editrici: Carocci, Rosa e Ballo, Cederna, Frassinelli, Astrolabio, Bocca, Guanda, Bompiani, Einaudi, Boringhieri, cercando sempre di restare trasversale ai salotti intellettuali. Le sue proposte editoriali il più delle volte spiazzano gli editori e rimangono inascoltate. Tra le eccezioni, le opere di Jung che fa pubblicare ad Astrolabio e L’uomo senza qualità di Musil a Einaudi. Nel 1962 con Luciano Foà e Roberto Olivetti fonda l’Adelphi, in cui può finalmente riversare il fiume di idee e autori a cui non era ancora riuscito a trovare sbocchi. E progetta la Biblioteca Adelphi, ispirandone per molti anni a venire il catalogo. Sfrattato nel 1965 dalla sua “tana” romana, vive mesi affannosi e muore all’improvviso il 27 luglio del 1965 in un albergo a Milano.

PAGINA 3, programma radiofonico di approfondimento delle pagine culturali e dello spettacolo, in Rai Radio 3

l programma radiofonico di approfondimento delle pagine culturali e dello spettacolo, che dà voce a scrittori, poeti e saggisti, fra le firme italiane più prestigiose, ma anche a giovani talenti.

In conduzione: Edoardo Camurri, Florinda Fiamma, Vittorio Giacopini, Nicola Lagioia ed Elena Stancanelli. Responsabile di redazione: Marzia Coronati.

Pagina 3 è un programma a cura di Maria Chiara Beraneck.In onda

Dal lunedì al venerdì alle 9.00

vai a:

https://www.raiplaysound.it/programmi/pagina3

vedi anche la pagina facebook:

https://www.facebook.com/paginatre.radiotre

Il mistero Bobi Bazlen continua nei disegni, articolo di Marco Belpoliti in la Repubblica 3 dicembre 2023

letto in edizione cartacea

cerca in:

https://www.repubblica.it/cultura/2023/12/02/news/bobi_bazlen_einaudi_adelphi_disegni_sogni_mostra-421560698/

Maire Viguer Jean-Claude, Così belle, così vicine: viaggio insolito nelle città dell’Italia medievale, il Mulino, 2023

ELLIOTT ERWITT (1928-2023), fotografo

VAI AD ALTRE FOTOGRAFIE:

https://tinyurl.com/5fnn2xw3

Mario Calabresi, A occhi aperti. Steve McCurry, Josef Koudelka, Don McCullin, Elliott Erwitt, Paul Fusco, Alex Webb, Gabriele Basilico, Abbas, Paolo Pellegrin e Sebastião Salgado raccontano i momenti in cui la storia si è fermata in una foto, Mondadori, 2023

scheda dell’editore: https://www.mondadoristore.it/occhi-aperti-Ediz-illustrata-Mario-Calabresi/eai978880478359/

Ci sono fotografie capaci di segnare un’epoca, di lasciare un segno, di sintetizzare mille parole. Immagini destinate a fissarsi per sempre nella nostra memoria e a costruire l’immaginario collettivo.

Mario Calabresi, giornalista e grande appassionato di fotografia, ha viaggiato a lungo per incontrare gli autori di scatti divenuti ormai iconici e farsi raccontare quali emozioni li avessero attraversati mentre fermavano sulla pellicola un pezzo di Storia. Il fotogiornalismo, come il giornalismo, è fatto di pazienza, dedizione e costanza.

Per essere credibili bisogna andare dove i fatti accadono, per vedere, capire e testimoniare. Non può farlo chi si limita a osservare il mondo dall’alto, chi resta distante e distaccato, ma soltanto chi è pronto a calarsi anche nelle realtà più crude, chi si immerge nelle storie correndo rischi.

Lo sanno bene Josef Koudelka, che ha documentato la Primavera di Praga del 1968, Don McCullin, testimone dei sanguinosi conflitti in Vietnam e nell’Irlanda del Nord, Steve McCurry, che ha affrontato i monsoni e attraversato l’Afghanistan in macerie, o Gabriele Basilico, che ha immortalato una Beirut distrutta da anni di guerra civile. I fotografi incontrati da Calabresi hanno accettato di raccontare i momenti che li hanno definiti: l’umanità dolente in fuga dai massacri ruandesi o gli schiavi delle miniere a cielo aperto ritratti da Sebastiao Salgado, le discriminazioni razziali americane testimoniate da Elliott Erwitt o i rifugiati palestinesi ai quali, nelle sue immagini volutamente un po’ sfocate, rivolge con pudore lo sguardo Paolo Pellegrin.

Questo libro contiene le lezioni di Susan Meiselas, capace di costruire rapporti di una vita con i soggetti delle sue foto, come le denunce in bianco e nero di Letizia Battaglia, che ha messo sotto gli occhi dell’Italia la realtà della mafia siciliana. “A occhi aperti” è un affascinante viaggio non solo nella fotografia, ma negli eventi che hanno fatto la Storia degli ultimi cinquant’anni, ancora oggi vividi e toccanti grazie a uomini e donne che hanno saputo cogliere l’attimo perfetto.

per rivedere IN ALTRE PAROLE, a cura di Massimo Gramellini, su la7

vai alle puntate

https://www.la7.it/in-altre-parole/rivedila7

DOPPIOZERO, sito culturale

vai a:

https://www.doppiozero.com/

PAOLO GRASSI, quarant’anni di palcoscenico, a cura di Emilio Pozzi, Mursia editore, 1977. In appendice : lettere di Giorgio Strehler e Claudio Abbado. Indice del libro

Romanzi alla ricerca del padre: Emanuele Trevi, La casa del mago, Vita e morte dell’ingegnere, di Edoardo Albinati, e Geologia di un padre, di Valerio Magrelli , articolo di Paolo D’Angelo, in Domani 27 novembre 2023

letto in edizione cartacea

cerca in:

https://www.editorialedomani.it/idee/cultura/i-romanzi-italiani-alla-ricerca-dei-nostri-padri-evanescenti-eqeo9bdz

Il recente libro di Emanuele Trevi, La casa del mago, in cui il mago è il padre dello scrittore, Mario, noto psicoanalista junghiano (ne ha parlato su Domani Tiziano Scarpa) mi ha fatto tornare in mente altri due romanzi dedicati da scrittori italiani al proprio padre: Vita e morte dell’ingegnere, di Edoardo Albinati, e Geologia di un padre, di Valerio Magrelli

ITALO CALVINO, ” … cercare e saper riconoscere chi e cosa, in mezzo all’inferno, non è inferno, e farlo durare, e dargli spazio …”

L’ambiguità del romanzo è promessa di conoscenza di Walter Siti in Domani 23 novembre 2023

letto in edizione cartacea

VAI A:

https://www.editorialedomani.it/idee/cultura/lambiguita-del-romanzo-e-promessa-di-conoscenza-qu8g0ixn

un estratto:

… Secondo Kundera quel che «solo un romanzo può scoprire« è la complessità dell’essere, la sua irriducibilità a concetti razionali e astratti. In un vero romanzo, sostiene, «ogni pensiero dogmatico diventa ipotetico», il romanzo ha «la saggezza dell’incertezza» – mentre la razionalità astratta ci dice che di due tesi opposte (o di due posizioni esistenziali tra loro ostili) una dev’essere necessariamente giusta e una sbagliata, il miracolo del romanzo consiste nel farci percepire i torti e le ragioni di entrambe le parti in conflitto, contemporaneamente. ….

Arthur Schopenhauer, L’arte di ignorare il giudizio degli altri, Rizzoli/Bur

TIMBUCTU: Podcast di Marino Sinibaldi, in ilpost.it

VAI A:

https://www.ilpost.it/episodes/podcasts/timbuctu/

la scrittura di STEPHEN KING, a cura di Stefano Tura e Luca Briasco. Audio a Re Noir/i colori del giallo, 19 novembre 2023

riascolta in

https://www.raiplaysound.it/audio/2023/11/Re-Noir-I-colori-del-giallo-del-19112023-26b9b3d9-72e0-43e9-9c22-1bc5aac714ce.html

Epicuro – Esercizi spirituali a scuola, in Scorribande Filosofiche

Brooks Peter, Sedotti dalle storie. Usi e abusi della narrazione, Carocci editore, 2023. Indice del libro

scheda dell’editore:

«Non c’è nulla al mondo più forte di una buona storia. Niente può fermarla, nessun nemico può sconfiggerla»: in questo volume – miglior libro di saggistica del 2022 secondo “New York Magazine” – Peter Brooks s’interroga sul ruolo che hanno acquisito negli ultimi anni le narrazioni, diffuse in ogni campo, da quello politico a quello pubblicitario, fin nelle aule dei tribunali, e, da semplice racconto, diventate strumento di spiegazione e convincimento. Perché tra i poteri del racconto – ci ammonisce Brooks – c’è anche quello di ingannare…

Peter Brooks

È professore emerito di Letteratura comparata alla Yale University e fra i più importanti critici letterari viventi, ha fondato il Whitney Humanities Center di Yale. Tra i suoi libri sono disponibili in italiano: L’immaginazione melodrammatica (Pratiche, 1985),Trame. Intenzionalità e progetto nel discorso narrativo (Einaudi, 1995) .

indice:

Prefazione
1. Le storie abbondano: il mondo sopraffatto dai racconti
2. L’epistemologia della narrativa. Ovvero in che modo il narratore conosce il narrato?
3. Il narratore, il narrato, la differenza tra i due
4. Il fascino degli esseri immaginari
5. Come agisce
6. Ulteriori riflessioni. Le storie nel e del diritto
Ringraziamenti
Note
Indice dei nomi e delle opere

Paolo Ferrario: in questi mesi ho letto e riletto il libro: Duccio Demetrio, Nel silenzio degli addii, Mimesis, 2023

Il “tempo che resta”, riflessioni di Paolo Ferrario sulla vita e la morte, dopo un dibattito cittadino. Con particolare riferimento alla lezione di Maurizio Migliori (1943-2023). Primi anni 2000, ai tempi del blog di Splinder

“Il tempo che resta”

E’ l’importante questione che l’associazione Accanto – Amici dell’Hospice San Martino” ha messo sotto riflessione in città:
“il tempo che resta è ciò che resta a ciascuno dalla nascita all’ultimo delicato soffio o respiro.
Il compito è quello di riuscire a viverlo il meglio possibile”,
dice la locandina.

In tre settimane si sono dipanati tre film e un dibattito:

Le temps qui reste di Francois Ozon

Go Now di Michael Winterbottom

La mia vita senza di me di Isabel Coixet

Chi, come me, sta velocemente avvicinandosi ai 60 anni questo tema se lo pone.

Non dico insistentemente, ma spesso. Come una questione importante, ineliminabile, oggettiva.

Il nostro tempo è breve.

E’ breve sempre, sia che moriamo giovani (certo di più), sia che moriamo vecchi (di meno, ma con la stessa percezione che il tempo è breve).

E’ tema talmente rilevante che mi trascino di stanza in stanza questo libro:
Harald Weinrich, Il tempo stringe: arte ed economia della vita a termine, Il Mulino, 2006 (edizione originale: Knappe Zeit. Kunst un Okonomie des befristeten Lebens, 2004. Quindi sono grato a Francesca Rigotti che lo ha tradotto).

Ecco alcuni capitoli di questo libro: Breve è la vita, lunga è l’arte, il tempo urge nell’aldiquà e nell’aldilà, il dramma del tempo scarso, finitezza-infinitezza, vivere con termini e scadenze.

Weinrich è un magistrale esperto di linguistica e filologia e la sua ricerca è di immenso interesse.

Ma tornando alla città c’è stato anche un dibattito a cui sono intervenuti:

Maurizio Migliori, filosofo

Don Bruno Maggioni, teologo,

Giuliano Turone e Gherardo Colombo, magistrati.

Ho preso qualche appunto che ora raccolgo e lascio qui nel mio blog –diario.

La morte è un processo individuale che riguarda tutti. E’ l’evento più universale e “democratico” che ci sia. Per l’individuo è una esperienza del tutto irripetibile, che si conosce solo per averla vista solo attraverso il corpo di uno o più altri.

Questa è la sua “eccezionalità”: tocca a tutti e a ciascuno, per ogni persona capita solo una volta. L’esperienza che ne facciamo è sempre indiretta.

Le tecnologie mediche oggi ci pongono un problema. Un problema tipicamente “moderno”, cioè non presente nelle società del passato. Non era così nelle culture esplorate dalle letterature classiche o da quelle moderne. Diciamo fino almeno alla seconda metà del ‘900.

Il problema è quello delle diagnosi sempre più selettive e precise e quello del tempo concesso in più dalle tecnologie mediche.

Insomma, oggi la morte, che pure è coperta da mille tabù, oscurità, rimozioni sempre più può metterci davanti al nostro “Tempo che resta”. Può avvenire che uno di noi venga a conoscenza forte e viva che il suo viaggio volge al limite. Sapendolo, avendone coscienza. Una coscienza resa ancora più avvertita dalla tecnica

Amici, credo che sia
meglio per me ricominciare
a tirar giù la valigia.
Anche se non so bene l'ora
d'arrivo, e neppure
conosca quali stazioni
precedano la mia,
sicuri segni mi dicono,
da quanto m'è giunto all'orecchio
di questi luoghi, ch'io
vi dovrò presto lasciare.

Giorgio Caproni, Congedo del viaggiatore cerimonioso
Questo processo della fine della vita individuale investe le politiche e le istituzioni.

Un tempo si moriva a casa, poi in ospedale (nei reparti di medicina e geriatria). Oggi le istituzioni si specializzano: dal 1989 si è sviluppata in Italia la rete delle RSA- Residenze sanitarie assistenziali. Ed ora si creano gli Hospice,  strutture specializzate ad accompagnare in un contesto socio-sanitario alla morte i malati a prognosi infausta.

La novità è questa: nell’elenco delle situazioni estreme occorre aggiungere quello della:

possibile consapevolezza del tempo che resta

E allora attorno e dopo questo problema nuovo ne nasce un altro:

si può “pensare” il tempo che resta?

Si può apprendere qualcosa di questa situazione? Si può “fare anima”, come direbbe James Hillman o Claudio Risè, attorno a questo evento.

Ci si può provare.

Maurizio Migliori, quella sera ci ha sapientemente provato. Per ora riassumo il suo denso contributo.

Poi ci penserò e ripenserò e correggerò ed amplierò.

Esordio:

La NOSTRA morte è impensabile. E’ impossibile da razionalizzare.

Possiamo applicare funzioni di pensiero solo alla morte degli altri.

Tuttavia la morte ha anche una funzione attiva sulla vita. Sulla vita intera e sul frammento finale:

la morte tende ad attribuire senso al tempo che resta

Gli immortali dei romanzi di fantascienza e di fantasy sono dei soggetti infelici. Per loro il tempo eterno arriva a perdere significato. Non sanno cosa fare. Ricordo qui il discorso finale del perfetto robot in Blade Runner.

La morte può produrre apprendimento:

dà il senso del limite

Cioè fornisce coscienza che siamo esseri finiti e limitatissimi.

Siamo foglie, foglie importanti, ma foglie.

Ricordo una frase di Alberto Moravia: “siamo rugiada della notte che si asciuga al sole”.

E’ la coscienza di un limite pesante perché la natura è concentrata sulla viva non ci viene in aiuto per la morte:

alla natura la morte non interessa,

alla natura interessa solo la specie, non l’individuo

La natura non ci aiuta. Anzi si allontana quando si avvicina la morte.

Allora, cosa possiamo fare in una situazione di coscienza non solo della ineluttabilità della morte, ma del tempo scarso, come ben dice Weinrich?

Possiamo, facendoci anche aiutare, fare questo:

attraversare la nostra vita, l’unica cosa che veramente ci appartiene,

alla luce della certezza della morte.

Nessuno può dare istruzioni in proposito, data la singolarità dell’evento finale.

Tuttavia qualche cosa può essere pensato. Già: pensare. Visto che la specie umana ha sviluppato la coscienza ed il pensiero. E proprio perché li ha elaborati ha anche necessariamente elaborato il tema della angoscia della morte. Lo sa bene chi possiede animali: soffrono, provano dolore, si nascondono. Ma non hanno coscienza della morte. Avvertono il dolore, quella cosa che non sentivano prima. E noi possiamo alleviarlo.

Alcune cose che possono essere pensate:

occorre sapere da subito che “il tempo è poco”

Questo vale anche per i più giovani. Non è un problema dei pre-vecchi, come io sono, o dei vecchi. Anche un giovane dovrebbe apprendere che il tempo è poco. Non è facile, anzi sembra impossibile nella società dei consumi e dell’immagine.

Occorre poi:

sapere che siamo in cammino.

E che questo cammino ha delle tappe e che il tempo non non va sprecato.

Come? Per esempio non concentrandosi  su una sola cosa. Il lavoro, l’ideologia, il divertimento. Allargare il campo degli interessi. Come Tarzan: attaccarsi a più liane. Volare e prenderne un’altra.

Poi si può, piano piano, senza masochismi eccessivi

prepararsi ed accettare questo processo

Allenarsi ad accettarlo

Dire “non me lo aspettavo” è un insulto alla intelligenza.

No: è nella gamma delle possibilità. O per cause probabilistiche, come nei mestieri pericolosi. O per rischi accettati. O, comunque, per biologia. Naturalmente si deve fare di tutto per ridurre i rischi

Però può succedere.

O nell’attimo dell’incidente e delle bombe nelle metropolitane (è un mio chiodo fisso: ma se loro mi dicono “ti odio e ti voglio uccidere”, io gli credo).

O in un decorso lungo e assistito.

E allora cosa si può ancora fare in questo percorso che è la mia vita, la tua vita?

si può relazionarsi con il mondo,

si può tentare di lasciare un segno della nostra presenza

Si può scrivere una poesia: magari l’unica poesia. Ma la mia. Sì : anche un haiku, senza la tecnica dell’haiku

Si può fare un dipinto: magari l’unico, ma il mio.

Si può scrivere in un blog. Chissà mai che questi segni dell’elettronica lascino da qualche parte una traccia di sé. E illuminino il cammino di un qualunque altro

E dove si inscrivono le tracce di sé?

In altre persone. Come un software invisibile che però plana su un hardware.

Ecco la funzione delle biblioteche.

La funzione delle piazze e delle vie.

La funzione dei rituali.

Tutto questo si può e deve fare.

Sapendo, tuttavia che il passaggio finale è solitario.

Soli, soli, soli.

E chi ha la fortuna di avere la fede se la tenga cara e molto stretta.

E chi non l’ha, e io sono uno che non l’ha, avrà uno strumento in meno.

Ma chissà se in quel momento anche chi ha la fede non vacillerà, almeno per un attimo?

Soli, soli, soli.


vai alle pubblicazioni di Maurizio Migliori

https://antemp.com/2019/09/24/maurizio-migliori-pubblicazioni-in-portale-docenti-della-universita-di-macerata/

Condillac, a cura di Pasquale Salvucci, Trattato delle sensazioni, Laterza, 1970

L’ acqua di VENEZIA bagna gli scrittori. Geografia della città lagunare e della memoria letteraria. Illustrazioni di Ciai Rocchi e Matteo Demonte, in Corriere della Sera/la Lettura 5 novembre 2023

Ritratto dello scrittore norvegese Jon Fosse: I silenzi del Nord. Sono arrivato alla scrittura dal rock, di Luca Taglianetti, in l’Indice dei libri del mese n. 11, 2023, pag. 10

letto in formato cartaceo

cerca in

LIBRERIA La CIURMA, Viale Lecco 83, Como. Articolo di Carla Colmegna, in La Provincia 29 ottobre 2023, pag. 26

Benjamin Moser, SONTAG, una vita, Rizzoli, 2023. Biografia di Susan Sontag (1933-2004)

scheda dell’editore:

Se il grande autore moderno, per Elias Canetti, è colui che riassume la sua epoca e con la sua epoca si scontra, Susan Sontag può essere senza dubbio annoverata fra i più brillanti autori del secolo scorso. Scrittrice, filosofa, critica, figura amata e controversa, per cinquant’anni ha stabilito i termini del dibattito culturale statunitense intrecciando la propria parabola intellettuale a eventi chiave della storia americana e mondiale. Sontag era all’Avana all’inizio della rivoluzione cubana; era a Berlino quando cadde il Muro; era a Hanoi sotto i bombardamenti americani; era in Israele per la Guerra dello Yom Kippur e a Sarajevo durante l’assedio più lungo dei tempi moderni. La sua è la storia di una ragazza di provincia divenuta simbolo dell’intellettuale cosmopolita, di una pensatrice seria che ha attraversato tanti mondi, fra cui quello del glamour e delle celebrità, consegnandoci riflessioni indispensabili sull’arte, la politica, il femminismo, l’omosessualità, la fama e lo stile, la medicina moderna e Freud. Con sguardo lucido e rigoroso, Benjamin Moser esplora il pensiero di Susan Sontag a partire dai suoi scritti, ma fa molto di più: ci mostra l’essere umano che si cela dietro alla stimata e discussa intellettuale, in tutta la sua imperfezione e contraddittorietà. Una donna coraggiosa quanto insicura, generosa quanto narcisista. Dall’infanzia passata con la bellissima e vanitosa madre e segnata dalla scomparsa prematura del padre, passando per gli anni della formazione, fino agli amori turbolenti e al rapporto sofferto con la propria omosessualità, la vicenda umana di Susan Sontag, nelle mani di Benjamin Moser, assume i contorni di un grande romanzo americano in forma di biografia. Sontag è la prima biografia basata sugli archivi riservati di Susan, oltre che su centinaia di interviste realizzate dall’autore, fra cui spicca quella alla fotografa Annie Leibovitz, compagna di Susan per quasi vent’anni, che per la prima volta ha accettato di parlare della loro storia.

Vedi anche:

Di Sontag non ce n’è una sola, intervista di Nicola Mirenzi, in il venerdì di Repubblica 27 ottobre 2023

https://www.repubblica.it/venerdi/2023/10/26/news/di_susan_sontag_non_ce_ne_una_sola_una_nuova_biografia_svela_tutti_i_volti_di_una_grande_scrittrice-418784252/

Trevi Emanuele, La casa del mago, Ponte alle Grazie, 2023

scheda dell’editore:

https://www.ponteallegrazie.it/libro/la-casa-del-mago-emanuele-trevi-9788833316659.html

Nel memorabile incipit di questo libro, la madre di Emanuele Trevi, allora bambino, riferendosi al padre pronuncia più volte un’istruzione enigmatica: «Lo sai com’è fatto».

Per non perderlo (ad esempio fra le calli di Venezia, in una passeggiata dell’infanzia) occorre comprendere e accettare la legge della sua distrazione, della sua distanza.
Il padre, Mario Trevi, celebre e riservatissimo psicoanalista junghiano, per Emanuele è il mago, un guaritore di anime. Alla sua morte lascia un appartamento-studio che nessuno vuole acquistare, un antro ancora abitato da Psiche, dai vapori invisibili delle vite storte che per decenni ha lenito, raddrizzato. Il figlio decide di farne casa propria, di trasferirsi nella sua aura inquieta e feconda, e così prova a sciogliere (o ad approfondire?) l’enigma del padre.

Muovendosi nel suo mutevole territorio − fra autobiografia, riflessione sul senso dei rapporti e dell’esistenza, storia culturale del Novecento − Emanuele Trevi ci offre il suo romanzo più personale, più commovente, più ironico (e perfino umoristico): una discesa negli inferi e nella psicosi, una scala che avvicina i vivi e i morti, i savi e i pazzi.

Perché ogni vita nasconde una luce, se la si sa stanare; e i gesti e le parole più semplici rimandano alla trama sottile dell’essere, se li si sa ascoltare, se si sa lasciarli accadere.

Cognetti Paolo, Giù nella valle, Einaudi, 2023

scheda dell’editore:

Ci sono animali liberi, cupi e selvatici, altri che cercano una mano morbida e un rifugio.

In mezzo, tra l’ombra e il sole, scorre il fiume. I due fratelli sono Luigi e Alfredo, un larice e un abete: a dividerli c’è una casa lassú in montagna, ad avvicinarli il bancone del bar.

E poi Betta, che fa il bagno nel torrente e aspetta una bambina. In questo romanzo duro e levigato come un sasso,

Paolo Cognetti scende dai ghiacciai del Rosa per ascoltare gli urti della vita nel fondovalle. La sua voce canta le esistenze fragili, perse dietro la rabbia, l’alcol e una forza misteriosa che le trascina sempre piú giú, travolgendo ogni cosa. Lungo la Sesia come in tutto il mondo, a subire il dolore dell’uomo restano in silenzio gli animali e gli alberi.

Dell’Acqua Cristina, La formula di Socrate. Conosci te stesso e diventa chi sei, Mondadori, 2023. Indice del libro

scheda dell’editore:

https://www.mondadoristore.it/formula-Socrate-Conosci-te-Cristina-Dell-Acqua/eai978880476467/

Gli Ateniesi lo chiamavano «tafano» per quanto poteva spazientire. Un insetto fastidioso, come quelli che ancora oggi, nelle campagne, attaccano alle gambe e siamo costretti a scacciare. Perché Socrate sapeva bene come pungolare e inquietare i suoi interlocutori con le domande e in questo modo far venire alla luce ciò che loro, senza ancora saperlo, custodivano dentro di sé.

Fu infatti un maestro nell’arte che è passata alla storia come maieutica, poiché ci aiuta a nascere per la prima volta davanti a noi stessi. Era considerato brutto, come le statuette di Sileni in vendita nei mercati greci; queste statuette, però, una volta aperte rivelavano al loro interno un’immagine preziosa e divina.

Così è anche Socrate: un tesoro nascosto. Una figura misteriosa e affascinante, un incontro che può cambiare la vita. E accaduto a Platone e può accadere a ciascuno di noi, a qualunque età.

Forte di questa convinzione, Cristina Dell’Acqua ci conduce in un nuovo viaggio nel mondo greco, per imparare a sentire socraticamente. Nel pensiero di quest’uomo straordinario, che nella vita non ha mai smesso di insegnare (fu la sua missione), ci sono i semi della nascita dell’uomo occidentale.

Il suo insegnamento si fonda sui temi della ricerca, della libertà, del dialogo e del dubbio. Una formula che ha come nutrimento l’amore per le domande e parte da un unico presupposto: la conoscenza di sé.

Perché noi siamo continua conoscenza. Quella di Socrate è una formula non scritta, composta dagli elementi più singolari del suo pensiero, capace di insegnarci la cosa più importante: il coraggio di essere noi stessi. In questo, a dispetto dei secoli che passano e sembrano voler cancellare il passato, Socrate è ancora oggi un maestro per tutti noi, giovani e adulti. Riscoprirlo è riscoprire se stessi.

Gli Ateniesi in parte avevano torto. Socrate è sì un tafano, ma prezioso come l’oro.

 

David Grossman, Con gli occhi del nemico, Mondadori

scheda dell’editore

https://www.mondadoristore.it/occhi-nemico-Raccontare-pace-David-Grossman/eai978880475608/

Cosa può fare uno scrittore per aiutare il proprio paese a ritrovare la pace? Semplicemente il proprio mestiere: scrivere, raccontare, creare storie e personaggi in grado di far entrare i lettori nella pelle di un altro, farli pensare con la testa di un altro, far loro guardare la realtà con gli occhi di un altro. Anche se l’altro è un nemico.

Un personaggio inventato può diventare una persona vera, viva e intimamente familiare: è il miracolo della letteratura, che incanta gli uomini da sempre. Ma che è anche un dono prezioso per chi vive in un paese in guerra, un dono capace di accendere una speranza e indicare una via di uscita dal tragico labirinto del conflitto tra israeliani e palestinesi.

Scrivere diventa, allora, un mezzo per rendere il mondo meno estraneo e nemico, il dolore meno paralizzante e insopportabile, il linguaggio meno povero e fossilizzato dagli stereotipi dell’odio e della paura.

Nei quattro brevi saggi che formano questo libro David Grossman offre una testimonianza sul valore della letteratura e, insieme, una amara riflessione sulla situazione israeliana: la tragedia concreta e attuale di due popoli in guerra diventa lo specchio delle difficoltà – che sono di ogni uomo e di ogni epoca – di trovare la via del dialogo, della comprensione, della pace.

Elie Wiesel, L’ALBA, Guanda

scheda dell’editore:

https://www.guanda.it/libri/elie-wiesel-lalba-9788823513761/

Palestina, una calda sera d’autunno, un anno imprecisato tra la fine della Seconda guerra mondiale e il riconoscimento dello stato d’Israele. La resistenza ebraica lotta in Terra Santa contro il mandato britannico.
Gli inglesi impiccheranno all’alba il prigioniero David ben Moshe, e i clandestini ebrei hanno deciso che, nello stesso momento, risponderanno giustiziando a loro volta un ostaggio, il capitano John Dawson.

L’ingrato compito tocca al giovanissimo Elisha, emigrato in Palestina dopo aver vissuto l’inferno dei lager nazisti e dopo aver perso la sua famiglia. Durante la lunga notte che precede l’esecuzione, la mente del ragazzo è visitata dai ricordi: Elisha vede suo padre, sua madre, il suo maestro e il bambino che lui era. Le loro ombre sono lì, nel nascondiglio della resistenza, non per condannare l’atto che sta per compiere, ma perché il dramma di Elisha è il dramma di un’intera civiltà e di tutto un popolo. Un popolo che, per sopravvivere, dovrà imparare l’odio e la guerra.

Narrato in uno stile scarno, di straordinario potere allusivo e metaforico, il tragico passaggio dal ruolo di vittima a quello di carnefice si dilata fino ai confini di una più ampia riflessione: sul destino dell’uomo, sul come e sul quanto la presenza di Dio possa influire su tale destino

Il tunnel, di Abraham Yehoshua, Einaudi

scheda dell’editore

Come può un uomo come Zvi Luria, che è sempre stato affidabile e solido, un punto di riferimento per famiglia e amici, un ingegnere che costruiva strade e tunnel, scendere a patti con il proprio inevitabile declino mentale? Come possono farlo sua moglie e i suoi figli? Come ci si comporta di fronte alla razionalità che lentamente svanisce?

E come si affronta la paura? Yehoshua costruisce intorno a queste domande una toccante meditazione sull’identità e sull’amore, sui gesti che è necessario compiere prima di congedarsi.

Una vicenda intima e privata che s’intreccia a doppio filo con quella collettiva e politica del popolo palestinese e di quello israeliano, vicinissimi eppure cosí distanti dal trovare un modo per esistere insieme.

Dacia Maraini, Vita mia. Giappone, 1943. Memorie di una bambina italiana in un campo di prigionia, Rizzoli, 2023

scheda dell’editore:

È il 1943, Dacia Maraini ha sette anni e vive in Giappone con i genitori e le sorelline Toni e Yuki. Suo padre, Fosco, insegna all’università di Kyoto, sua madre, Topazia Alliata, è felicemente integrata nel tessuto della città. Il sogno è la pace, si pensa che la guerra finirà presto. Tutto precipita, invece, quando Fosco e Topazia decidono di non giurare fedeltà al governo nazifascista della Repubblica di Salò. La coppia e le figlie vengono portate in un campo di concentramento destinato ai traditori della patria. Per la famiglia Maraini iniziano gli anni più difficili della loro esistenza: con pochi grammi di riso al giorno, tra fame, malattie, attesa, gelo e vessazioni, dovranno imparare a sopravvivere rinchiusi in un luogo ostile insieme ad altri prigionieri. Una delle voci più importanti della nostra narrativa torna in libreria con il suo libro più intimo, il racconto di un tempo terribile tenuto chiuso per decenni in un cassetto della memoria. In una cronaca vivida, dolorosa, commista a pagine di speranza, di incredulo stupore, attraverso gli occhi di una bambina ripercorriamo i lunghi mesi della prigionia di Dacia e dei Maraini nel campo giapponese. Per non dimenticare gli orrori del Novecento, e per celebrare il coraggio, la fedeltà alle idee, il rifiuto del razzismo di una famiglia che ha lasciato il segno nella Storia, e di chi come loro ha lottato per la libertà di tutti.

Maratona Manzoniana al Grumello con I Promessi Sposi ad alta voce

142 lettori daranno vita ad una “caccia al capitolo” nel Parco di Villa del Grumello (Como) domenica 8 ottobre. La maratona ideata da Gerardo Monizza che ha ri-editato I Promessi Sposi secondo i criteri dell’editoria moderna.

Vedere il mondo con gli occhi dei presocratici: Talete, Anassimandro, Anassimene, Pitagora, da Scorribande Filosofiche

Vedere il mondo con gli occhi dei presocratici: Talete, Anassimandro, Anassimene, Pitagora

Vedere il mondo con gli occhi dei presocratici: Talete, Anassimandro, Anassimene, Pitagora – Scorribande Filosofiche

Levi Andrea, Genetica dei ricordi. Come la vita diventa memoria, il Saggiatore, 2023. Indice del libro

Affinati Eraldo, Delfini, vessilli, cannonate. Autobiografia letteraria, HarperCollins, 2023. Indice del libro

vai a una scheda:

Cosa vuol dire essere adolescenti? Dove trovare gli amici? Come dobbiamo pensare agli antenati? Quante potrebbero essere le forme del coraggio? Perché non possiamo fare a meno di riflettere su Dio o sulla sua assenza? Cos’è l’esilio? In che modo interpretare la famiglia? Possiamo accettare la giustizia giuridica?

Café Philo, Filosofia che si fa insieme, incontri a cura di Katia Trinca Colonel, 12 e 27 ottobre 2023, Sala della Biblioteca di Palazzo Carducci, in viale Cavallotti 7 a Como

l’associazione Carducci, in collaborazione con Clio – Circolo dei lettori di Como,
ospiterà nella bella e rinnovata Sala della Biblioteca di Palazzo Carducci, in viale Cavallotti 7 a Como, 
due Café Philo
giovedì 12
e venerdì 27 ottobre alle ore 18.
 
L’ingresso è libero con prenotazione obbligatoria rispondendo a questa mail o scrivendo a cliocomo@gmail.com.

Mostra “LEANDRO ERLICH oltre la soglia”, al Palazzo Reale di Milano, 2023. E articolo : Il gioco degli specchi chiamato arte, di Emilio Frigerio, in La Provincia, 12 maggio 2023

vai al sito del Palazzo reale:

https://www.palazzorealemilano.it/mostre/leandro-erlich

vai all’articolo:

Il gioco di specchi chiamato arte, di Emilio Frigerio in La Provincia 12 maggio 2023

letto in edizione cartacea

cerca in:

https://www.laprovinciadicomo.it/classification/person/Stendhal/

Video.- immagini da Youtube:

Port of reflecions (2014):

https://www.artealdia.com/News/Leandro-Erlich-Port-of-Reflections-at-Neuberger-Museum

La vista (1997-2005)

https://www.artealdia.com/News/Leandro-Erlich-Port-of-Reflections-at-Neuberger-Museum

Changing rooms (2008)

https://www.radiopapesse.org/it/archivio/interviste/leandro-erlich-changing-rooms

Staircase:

https://artfrontgallery.com/en/project/Gallery/kamu_kanazawa.html

Classroom (2017):

https://artsupp.com/it/artisti/leandro-erlich/classroom

Batiment (2004)

https://artsupp.com/it/artisti/leandro-erlich/batiment

Come si possono ignorare i deliri antisemiti di Gianni Vattimo e considerarlo un grande filosofo? Commento di Angelo Pezzana

Montaigne Michel de, «Faccio dire agli altri quello che non so dire bene io, sia per la debolezza del mio linguaggio, sia per la debolezza della mia intelligenza»

in:

#L’aforisma – Il Sole 24 ORE

https://st.ilsole24ore.com/art/cultura/2012-06-24/laforisma-081417.shtml?uuid=Ab65YIxF

225° del genetliaco di GIACOMO LEOPARDI, VI incontro “Club amici di Giacomo Leopardi”: INTIMITA’ E LUCE DI GIACOMO LEOPARDI, Recanati, 29/30 settembre 2023

Università Ca’ Foscari di Venezia: Intitolazione dell’Auditorium Santa Margherita a EMANUELE SEVERINO, 28 settembre 2023

Emanuele Severino, «Mi dico neoparmenideo, per semplificare. In verità, sono l’opposto di Parmenide …

Musil Robert, a cura di Peter Girardi, Pagine postume pubblicate in vita, La Vita Felice, 2022

scheda dell’editore

https://www.lavitafelice.it/scheda-libro/robert-musil/pagine-postume-pubblicate-in-vita-9788893466226-618655.html

Plinio il Vecchio, l’umano (Storia naturale, Libro VII), a cura di Guglielmo Monetti, con un testo di Marino Niola, Marsilio, 2023

vai a una scheda:

https://www.lafeltrinelli.it/umano-storia-naturale-libro-vii-libro-plinio-il-vecchio/e/9788829718726

Duccio Demetrio, Nel silenzio degli addii, Mimesis editore, 2023. Indice del libro e dedica

Parmenide di Elea (ciclo lezioni completo per liceali e non filosofi appassionati)

VAI A:

Il mito di Eco e Narciso cosa narra, in Studia Rapido

Il mito di Eco e Narciso cosa narra

Il mito di Eco e Narciso cosa narra – Studia Rapido

Tiziana LoPorto, La ragazza che va in sposa, edizioni Sartoria Utopia, 2023

scheda dell’editore:

Tiziana Lo Porto La ragazza che va in sposa

per baciarci ancora un po’ di nascosto

ci siamo dati appuntamento in tutti i bar del centro

abbiamo chiesto a stelle e pianeti di farci passare

dalla stessa strada nello stesso momento

abbiamo baciato altri e fatto sesso

per la certezza che non fosse lo stesso

siamo diventati gatti, monaci e giacche a vento

abbiamo fatto questo e quello

ci siamo baciati di nascosto

più grandi di vent’anni e senza tempo

L’esordio poetico di Tiziana Lo Porto è un canzoniere cosmico, un manuale di poesia esperienziale, e, poiché formula magica e bibliomanzia sono sorelle, anche un grimorio con cui fare bibliomanzia. L’io poetico si muove sfuggente e malinconico tra  continenti e paesaggi interiori, tra grandi amori e separazioni, tra tutto quello che la vita ci dona e il tempo ci infligge. Con un verso lento e sinuoso e cadenze narrative che non rinunciano alla lirica, La ragazza che va in sposa è un piccolo libro miracoloso, da leggere, da rileggere, da imparare a memoria come si fa fa con i corpi amati e con le poesie che ci appassionano, poesie che il cantautore Vasco Brondi definisce: “commoventi e piene di vite, di incontri e di miracoli. Poesie che viene voglia di cantare”.

ULISSE, la nostalgia e l’avventura. Un eroe simbolo della civiltà greca, articolo di Livia Capponi in Corriere della Sera / Cultura, 29 agosto 2023

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https://www.corriere.it/gli-allegati-di-corriere/23_agosto_28/ulisse-nostalgia-l-avventura-edicola-prima-uscita-nuova-collana-corriere-fb14ae96-45b1-11ee-af8a-d4a1657857d8.shtml

Susanna Tamaro: “Ho adottato Pongo. Così al canile ho capito che era perfetto per me”, articolo di Elvira Serra in Corriere della Sera 29 agosto 2023

letto in ediziona cartacea

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Leggere. I Promessi Sposi. Adattamento de “I Promessi sposi di Alessandro Manzoni”, a cura di Gerardo Monizza, NodoLibri edizioni. Presentazione alla Fiera del Libro, Como, 29 agosto 2023

I Promessi sposi di Alessandro Manzoni
Amore e dolori: storia del XVII secolo

Adattamento di Gerardo Monizza


Edizione-adattamento de I Promessi sposi di Alessandro Manzoni. Un lavoro sul testo integrale del romanzo che non sostituisce le parole del “vocabolario manzoniano” (la stesura è della prima metà dell’Ottocento) e mantiene lo stile originale; non cancella lo spirito del romanzo che ha reso I Promessi sposi – in quasi due secoli – un racconto molto letto, ampiamente studiato e assolutamente celebre in Italia e nel mondo.


SCHEDA: https://www.nodolibri.com/home/293-i-promessi-sposi-di-alessandro-manzoni-adattamento-di-gerardo-monizza.html

Gerardo Monizza – I luoghi dei Promessi sposi, alla Fiera del Libro, Como 31 agosto 2023

Gerardo Monizza – I luoghi dei Promessi sposi

Gerardo Monizza – I luoghi dei Promessi sposi – Fiera del Libro di Como – 71a edizione

Dal futurismo, al punk dadaismo. Stanotte si dorme a Trieste o in paradiso con gli eroi, di Davide Fent

vai alla scheda dell’editore:

https://www.youcanprint.it/dal-futurismo-al-punk-dadaismo-stanotte-si-dorme-a-trieste-o-in-paradiso-con-gli-eroi/b/d1efd0a5-c59c-5600-8de3-af5e42df86e7

Emanuele Severino, Il mio ricordo degli eterni. Autobiografia. articolo di Antonio Polselli, 11/08/2023

 

CHIARA VALERIO ricorda l’amica MICHELA MURGIA: una vita come politica, i legami che ha creato sono più forti di noi, in La Repubblica 11 agosto 2023

letto in ediziona cartacea

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https://www.repubblica.it/cultura/2023/08/11/news/chiara_valerio_racconta_amica_michela_murgia-410721933/

Biografia della psicoanalista SILVIA MONTEFOSCHI (1926-2011)

Silvia Montefoschi è stata una psicoanalista italiana, che ha sviluppato una visione originale e innovativa della psiche umana, basata sulla connessione tra biologia, filosofia e psicologia. Ecco una breve biografia della sua vita e del suo pensiero:

  • Silvia Montefoschi nasce a Roma nel 1926. Si laurea in biologia e in medicina, e si interessa alla genetica e all’evoluzione dei sistemi viventi.
  • Nel 1952 inizia la sua analisi con Ernst Bernhard, uno dei primi psicoanalisti junghiani in Italia. Con lui fonda nel 1961 l’Associazione Italiana di Psicologia Analitica (AIPA).
  • Nel 1956 si trasferisce a Milano, dove lavora come psicoanalista e formatrice di nuovi allievi. Collabora con altri colleghi di varia estrazione, e tiene seminari e conferenze sul suo approccio psicoanalitico.
  • Il suo pensiero si basa sull’idea che la psiche sia il risultato dell’evoluzione universale, e che il metodo psicoanalitico sia il metodo dell’intersoggettività, cioè della relazione tra soggetti diversi e unici. Il suo obiettivo è quello di favorire la consapevolezza di sé e degli altri, e di superare i conflitti e le sofferenze derivanti dal tabù dell’incesto, che lei interpreta come la legge fondamentale dell’evoluzione.
  • Silvia Montefoschi muore a Zurigo nel 2011, dopo una lunga malattia. Lascia numerosi scritti e pubblicazioni, che testimoniano la sua ricerca e la sua originalità.

Per approfondire la biografia di Silvia Montefoschi, puoi consultare i seguenti siti web:

  • Enciclopedia delle donne, che contiene una sintesi della sua vita e del suo pensiero, scritta da Paolo Cozzaglio e Mimma Cutrale.
  • Wikipedia, che offre una voce dedicata a Silvia Montefoschi, con alcuni riferimenti bibliografici e collegamenti esterni.
  • Sito di Paolo Cozzaglio, che presenta una breve biografia di Silvia Montefoschi, insieme ad altri suoi scritti e articoli.

JACQUES SCHLANGER e MONTAIGNE

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Schlanger e Montaigne sono due filosofi che hanno affrontato il tema dello scetticismo in modi diversi. Schlanger è un professore di filosofia dell’università di Gerusalemme, che ha riproposto il pensiero stoico romano come una via per superare il dubbio e la disperazione1.

Montaigne è stato uno dei primi filosofi occidentali a riconoscere il peso decisivo della consuetudine e della diversità culturale, sostenendo che non esiste una verità assoluta e che bisogna essere tolleranti verso le opinioni altrui2.

Entrambi hanno tratto ispirazione dagli scritti di Sesto Empirico, un autore ellenistico che ci ha tramandato l’insegnamento del capostipite della scuola scettica, Pirrone di Elide2.

Emanuele Severino sull’OCCIDENTE

https://sl.bing.net/itybxN3MEm

Emanuele Severino è stato un filosofo e compositore italiano, considerato da alcuni come uno dei più grandi filosofi del ‘9001

Il suo pensiero filosofico si basava sull’idea dell’eternità di tutti gli essenti, in contrasto con la visione nichilista che domina la storia della filosofia occidentale1

Secondo Severino, l’Occidente ha dimenticato il monito di Parmenide, che affermava che solo l’essere è, e si è consegnato al divenire, al tempo e al nulla2

Questa follia dell’Occidente ha portato alla crisi della civiltà moderna, alla perdita del senso della vita e alla distruzione della natura3

Severino ha dedicato un’opera importante allo studio del pensiero di Leopardi, che egli considerava l’autentica filosofia dell’Occidente, nella sua essenza e nel suo più rigoroso e potente sviluppo4

Per Severino, Leopardi ha affrontato le questioni ultime (la verità, l’essere, il nulla) per giungere a un linguaggio in cui la poesia diviene la forma della filosofia4

Leopardi ha scorto il lato inconscio della fede nel divenire, che implica sia l’opposizione che l’identità tra essere e nulla5

Leopardi ha raggiunto il limite della possibilità filosofica del nichilismo occidentale, ma oltre non è andato, perché oltre questo punto appare già da sempre il destino della verità dell’essere5

Severino ha anche confrontato il suo pensiero con quello delle tradizioni orientali, come il buddismo e l’induismo. Egli ha sostenuto che se l’Occidente è la grande follia, l’Oriente è l’incubazione di questa follia3

L’Oriente ha infatti anticipato la negazione dell’essere e la dissoluzione del sé nel nulla, ma non ha saputo cogliere la radice del problema, che risiede nella falsa opposizione tra essere e nulla3

Severino ha proposto una via di uscita dal nichilismo, basata sulla riscoperta dell’eternità di tutti gli essenti e sulla loro necessaria appartenenza al tutto1

Vincenzo Guarracino, L’ ARCO E LA LIRA , paragrafi per un attraversamento. Con un’opera originale di Doriam Battaglia. A cura della Galleria d’Arte il Salotto, Via Carloni, 5/C, 22100 Como, 2023