Emanuele Severino indica l’importanza del “mostrare” e del “sapere”. Citazione in: A. Torno, Una forza che supera Hegel e Marx: la tradizione , in Corriere della Sera, 22 novembre 2012

” Per esemplificare, diremo che se una barca sta navigando sul fiume, Severino non dice all’equipaggio come deve remare, ma indica la velocità e la portata dell’acqua, la sua profondità, la consistenza dell’imbarcazione, segnala infine le rapide che più in là sono in agguato”

Articolo di Augusto Torno

Augusto Torno, firma storica del Corriere della Sera, ha pubblicato l’articolo intitolato “Una forza che supera Hegel e Marx: la tradizione” il 22 novembre 2012, discutendo come la tradizione rappresenti una dimensione culturale e storica capace di trascendere le visioni dialettiche di Hegel e Marx.iris.unito

Contesto e Temi Principali

L’articolo si inserisce in un dibattito più ampio sul declino delle ideologie tradizionali, come capitalismo, religione e politica, descritto come “crepuscolo delle tradizioni” in pezzi correlati dello stesso periodo sul Corriere. Torno esplora la tradizione non come mera conservazione, ma come forza dinamica che supera i paradigmi hegeliani della storia come progresso e marxisti della lotta di classe.corriere+1

Tale prospettiva riecheggia analisi filosofiche che contrappongono la razionalità storica di Hegel e Marx a forme di continuità simbolica e ambivalenza, come quelle evocate in saggi su Lessing e la redenzione della storia. L’intervento di Torno appare rilevante per studi sociologici sulla persistenza del sacro e dell’immaginario tradizionale contro le narrazioni lineari del progresso.iris.unicas+1

  1. https://iris.unicas.it/retrieve/handle/11580/75307/68830/Prospero%20XXIV%202019%2018%20dicembre.pdf
  2. https://romatrepress.uniroma3.it/wp-content/uploads/2020/01/B@belonline-vol.-12-Georges-Bataille.-L%E2%80%99impossibile.pdf
  3. http://www.consecutio.org/wp-content/uploads/2021/07/c10-online.pdf
  4. https://iris.unito.it/bitstream/2318/141958/2/Scarpa_NuovoRealismocs5_12-nov-2013.indd.pdf
  5. https://www.openstarts.units.it/bitstreams/df054182-05cf-4075-9b55-c27b77c51a37/download
  6. https://munaf.it/wp-content/uploads/2010/02/con-i-nostri-pensieri-e-con-i-nostri-gesti_Roberto-Signorini.pdf
  7. https://www.theologia.va/content/dam/cultura/docs/pdf/accademie/path/PATH%202022-1.pdf
  8. https://iris.uniroma1.it/retrieve/e3835313-2cea-15e8-e053-a505fe0a3de9/Bernardini_Ermeneutica.pdf
  9. https://www.corriere.it/cultura/12_marzo_02/bedeschi-tanti-saluti-progresso_af14f818-6470-11e1-9522-b1c79df94a33.shtml
  10. https://www.regione.basilicata.it/wp-content/uploads/giunta/docs/DOCUMENT_FILE_536758.pdf

cosa devono sapere i giovani: citazione in Emanuele Severino, Scuola: il 2000 ha un sapore antico. Ora la sfida è coniugare scienza e tradizione, in Corriere della Sera , 5 marzo 1997

“Deve soprattutto conoscere il significato fondamentale della situazione storica in cui si trova, qualcosa, cioè, che non riguarda soltanto l’Italia ma l’intero pianeta e che non è un pulviscolo inafferrabile e impercorribile di cognizioni, ma ha una forma, una configurazione determinata.

Deve conoscere i tratti fondamentali del mondo in cui si vive. Altrimenti è un popolo che vive sognando.

Ogni altro modo di rispondere a quella domanda è una conseguenza , un corollario, uno strumento per realizzare questo, che è lo scopo primario”

Articolo di Emanuele Severino sul Corriere della Sera

Emanuele Severino pubblicò un intervento intitolato “Scuola: il 2000 ha un sapore antico. Ora la sfida è coniugare scienza e tradizione” sul Corriere della Sera il 5 marzo 1997, discutendo il ruolo della scuola nel coniugare presente tecnologico e eredità storica. In quel periodo, Severino rifletteva sulla crisi educativa, criticando l’oblio del passato in favore della tecnica dominante.emanueleseverino+1

Contesto filosofico sull’istruzione

Severino enfatizzava che la scuola deve mostrare la tensione tra passato e presente, evitando l’ingenuità di ignorare uno dei due poli: né il solo presente tecnico né un umanesimo astratto. La filosofia riveste un ruolo centrale, indicando formalmente questa tensione in ogni disciplina, per prevenire che i contenuti specifici (lingua, calcolo, storia) perdano il loro contesto unitario. Tale visione si allinea alla sua critica al nichilismo postmoderno, che erode gerarchie e senso storico anche nella pedagogia.edizionistudium+1

Rilevanza attuale per la scuola italiana

Questa prospettiva di Severino rimane attuale nel dibattito su innovazione didattica, dove epistemologia storiografica e metodologie devono bilanciare tradizione e scienza, come emerge da analisi sull’evoluzione della scuola elementare italiana. In contesti come la Lombardia, con radici in tradizioni locali comasche, coniugare questi elementi aiuta a superare analfabetismi culturali persistenti. La “grande scuola” implica una politica educativa che integri filosofia per élite e popolo.edizionistudium+1

  1. https://www.edizionistudium.it/sites/default/files/Marcianum_Press/linnovazione_pedagogica_-_ascenzi_sani_edd..pdf
  2. https://emanueleseverino.com/2017/05/09/emanuele-severino-filosofia-e-scuola-grande-politica-e-grande-scuola-una-scuola-che-si-dimentichi-del-passato-non-esibisce-il-contenuto-autentico-la-tensione-tra-due-poli-in/
  3. https://www.orientamentoirreer.it/sites/default/files/norme/1997%20conoscenzefondamentali%207878.pdf
  4. https://backend.archivio.festivaletteratura.it/cataloga/media/festival_letteratura/images/2/1/6/55207_ca_object_representations_media_21616_original.pdf
  5. https://www.padovauniversitypress.it/system/files/download-count/attachments/2023-09/9788869381195.pdf
  6. https://editorialescientifica.it/wp-content/uploads/2022/06/Storia-e-Politica-IX-n-1-2017b.pdf
  7. https://www.sfi.it/files/download/Comunicazione%20Filosofica/cf28.pdf
  8. https://www.scuoladipitagora.it/_filespdf/BS113-9788865429211.pdf
  9. https://gangemi.com/wp-content/uploads/catalogo-generale-gangemi-2025.pdf
  10. https://www.fondazione1563.it/pdf/CSP-Einaudi-2.pdf

1965 – 2025. Per i Sessant’anni del Poscritto di Ritornare a Parmenide, Venezia, 18 e 19 Dicembre 2025

1965 – 2025. Per i Sessant’anni del Poscritto di Ritornare a Parmenide
Data: 18 e 19 Dicembre 2025
Luogo: Venezia
Sede: Sala G. Morelli di Palazzo Malcanton Marcorá dell’Università Ca’ Foscari (Calle Contarini, Dorsoduro 3484/D)

Il Convegno si pone come tappa conclusiva del percorso cominciato in CCS il 5 novembre 2024 con l’incontro 

Per i 60 anni di Ritornare a Parmenide e proseguito sempre in CCS il 14 novembre 2025 con l’evento L’anima alienata del parricidio “riuscito”. Da Parmenide a Platone nella lettura di Emanuele Severino.

Il Convegno “1965-2025. Per i Sessant’anni del Poscritto di Ritornare a Parmenide” si terrà il 18 e 19 dicembre 2025 a Venezia, presso la Sala G. Morelli del Palazzo Malcanton Marcorá (Calle Contarini, Dorsoduro 3484/D), organizzato dal Dipartimento di Filosofia e Beni Culturali dell’Università Ca’ Foscari Venezia, in collaborazione con il Centro Casa Severino – Associazione Studi Emanuele Severino (CCS-ASES).unive+1

Programma 18 dicembre

La giornata si apre con saluti istituzionali alle 11.00 (Giovanni Maria Fara e Anna Severino), seguiti da sessioni su dialogo intorno a Emanuele Severino (Davide Spanio e Luigi Vero Tarca), temi del Poscritto (Riccardo Berutti, Mattia Cardenas, Francesco Saccardi) e logica e fondamento (Francesco Berto in videoconferenza).unive

Programma 19 dicembre

Il 19 dicembre prevede la presentazione del volume “Emanuele Severino. Il destino e il mortale” di L. Messinese (con interventi di Leonardo Messinese, Emanuele Agazzani e Alessandro De Cesaris) e una tavola rotonda sull’eredità severiniana (Nicoletta Cusano, Massimo Donà, Giulio Goggi, Paolo Pagani, Andrea Tagliapietra).unive

L’ingresso è libero; per informazioni: marco.calzavara@unive.it o mattia.cardenas@unive.it. Direzione scientifica: Davide Spanio; organizzazione: Paolo Pagani, Davide Spanio, Andrea Tagliapietra.unive

  1. https://www.facebook.com/bibliotechedibrescia/posts/centro-casa-severino-associazione-studi-emanuele-severino-segnala-lultimo-evento/1326959192806131/
  2. https://www.facebook.com/bibliotechedibrescia/photos/d41d8cd9/1326959102806140/
  3. https://www.instagram.com/p/DR9Nh1DjMXk/
  4. https://www.filosofarti.it/edizione2025.php
  5. https://apps.unive.it/avvisi/download/324038/allegato_1/spanio%2018-19.12.2025.pdf
  6. https://www.filosofiafestival.it/wp-content/uploads/2025/07/Dike-aprile-2026.pdf
  7. https://www.youtube.com/watch?v=NYDuEeDQqtw
  8. http://www.ispf.cnr.it/eventi/
  9. https://www.unive.it/data/agenda/1/108668
  10. https://www.academia.edu/127788027/Verna_Il_ritorno_a_Parmenide_interno_DIGITALE_1_

Paolo Ferrario, I “fumetti” in biblioteca, articolo in ul Tivan, 4 dicembre 1965

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Andrea Cortellessa, Una ragione in più per andare all’inferno, Vedere Pasolini, Treccani, 2025

Il libro di Andrea Cortellessa intitolato “Una ragione in più per andare all’inferno. Vedere, Pasolini” è pubblicato da Treccani nella collana Visioni, ed è uscito nel 2025 (disponibile da ottobre). Questo volume rappresenta un importante contributo agli studi su Pier Paolo Pasolini e si focalizza in particolare sul rapporto complesso che Pasolini ebbe con l’arte contemporanea e le sperimentazioni di pittori, cineasti e fotografi dell’avanguardia, soprattutto nella sua ultima stagione di vita. Cortellessa analizza come la cultura contemporanea ha consumato l’icona pasoliniana, risalendo poi alla biografia dell’autore e alla storia del Novecento con un approccio indiziario e critico.

Andrea Cortellessa è critico letterario e storico della letteratura, e insegna Letteratura italiana contemporanea all’Università degli Studi Roma Tre. Nel libro si mette in luce la tensione contraddittoria presente nell’ultimo Pasolini tra la contrarietà dichiarata verso certe avanguardie e l’attrazione segreta verso queste sperimentazioni artistiche, elemento fondamentale per comprendere opere come “Salò” e “Petrolio”.

In sintesi, “Una ragione in più per andare all’inferno” offre una rilettura del rapporto di Pasolini con l’arte contemporanea e la cultura visiva, evidenziando un aspetto meno studiato rispetto al suo legame con la grande pittura tradizionale, e presenta una riflessione profonda sul suo lascito culturale e sulla sua biografia nel contesto del Novecento italiano.persinsala+4

  1. https://www.persinsala.it/web/una-ragione-di-piu-per-andare-allinferno-vedere-pasolini-2338.html
  2. https://www.mondadoristore.it/una-ragione-di-piu-per-andare-allinferno-kebook-italiano-andrea-cortellessa/p/9788812012213
  3. https://www.treccanilibri.it/catalogo/una-ragione-di-piu-per-andare-allinferno/
  4. https://letteratitudinenews.wordpress.com/tag/una-ragione-in-piu-per-andare-allinferno-di-andrea-cortellessa-treccani/
  5. https://www.lafeltrinelli.it/ragione-in-piu-per-andare-ebook-andrea-cortellessa/e/9788812012213
  6. https://www.libreriadigiulio.it/store/ragione-in-pi-per-andare-all-inferno-v-cortellessa-andrea/9788812012169/306588/P.html
  7. https://www.treccani.it/eventi/treccani-libri/andrea-cortellessa-una-ragione-di-piu-per-andare-all-inferno-circolo-dei-lettori-31-ottobre.html
  8. https://www.unilibro.it/libri/f/autore/cortellessa_andrea
  9. https://emporium.treccani.it/product/una-ragione-di-piu-per-andare-all-inferno-vedere-pasolini-3013146/
  10. https://www.laura-stitch.it/Catalogo_Offerte/categorie/Libri_Riviste/sfoglia/La_Feltrinelli_1.php?page=6

McEwan Ian, Quello che possiamo sapere, Einaudi, 2025

Il romanzo “Quello che possiamo sapere” di Ian McEwan si svolge su due piani temporali distinti.

La prima parte è ambientata nell’ottobre del 2014 durante una cena tra amici, quando il grande poeta Francis Blundy dedica alla moglie Vivien un poemetto intitolato “Corona per Vivien”.

Questo poema però non sarà mai pubblicato e le sue tracce si perderanno. Attraverso diari, corrispondenze e messaggi dei partecipanti alla cena, emerge una rete complessa di amori, invidie, ambizioni represse e malattie, in particolare la patologia degenerativa del cervello di Vivien e la figura del suo primo marito, un liutaio di nome Percy.

La seconda parte del romanzo si svolge nel 2119, dopo un Grande Disastro che ha sommerso gran parte del Regno Unito sotto le acque.

In questo futuro distopico, Thomas Metcalfe, uno studioso di letteratura, si impegna nella ricerca del poemetto perduto di Blundy.

Questo viaggio di ricerca si intreccia con una storia d’amore e di segreti oscuri, che mette in luce verità nascoste e crimini non ancora puniti. Il racconto si sviluppa come un dossier fatto di testimonianze, documenti e ricostruzioni, con una tensione crescente che nasce dai piccoli spostamenti nella conoscenza dei fatti.

La narrazione alterna il presente distopico di Metcalfe con il passato dei protagonisti del 2014, creando un effetto di sovrapposizione che invita a riflettere su memorie pubbliche e private, sulla verità e su ciò che è realmente conoscibile, in un mondo in cui il valore della documentazione diventa cruciale per preservare la memoria.

In sintesi, la trama è una combinazione di romanzo d’idee, indagine letteraria e thriller psicologico che esplora

i temi dell’amore,

della memoria,

del crimine morale,

della crisi climatica

e della sopravvivenza culturale in un futuro segnato dalla catastrofe ambientale.libreriamo+4

  1. https://www.palazzoroberti.it/it/libro/quello-che-possiamo-sapere
  2. https://libreriamo.it/libri/quello-che-possiamo-sapere-mcewan/
  3. https://www.ibs.it/quello-che-possiamo-sapere-libro-ian-mcewan/e/9788806269159
  4. https://www.illibraio.it/libri/mcewan-ian-quello-che-possiamo-sapere-9788806269159/
  5. https://www.labassanese.com/libri/libro.asp?id=15184
  6. https://mowmag.com/culture/-quello-che-possiamo-sapere-e-un-romanzo-che-nessuna-intelligenza-artificiale-avrebbe-potuto-scrivere-e-mcewan-inventa-la-fantascienza-senza-scienza
  7. https://ilrandagiorivista.com/2025/11/07/ian-mcewan-quello-che-possiamo-sapere-einaudi-2025-trad-susanna-basso-di-edoardo-pisani/
  8. https://agrpress.it/quello-che-possiamo-sapere-il-futuro-nelle-parole-di-ian-mcewan/
  9. https://www.libreriauniversitaria.it/quello-possiamo-sapere-mcewan-ian/libro/9788806269159
  10. https://books.google.com/books/about/Quello_che_possiamo_sapere.html?id=486MEQAAQBAJ

MARISA ZONI, Fra qualche anno, 1966

VAI A

Paolo Ferrario, recensione del libro di poesie LA SCARPINATA di Marisa Zoni (Mondadori editore) , in L’Ordine, 14 giugno 1967

VAI A

La pena giovane, poesia di Marisa Zoni, 5 dicembre 1965

VAI A

Barbieri Paolo, Emanuele Severino giornalista, Scholè/Morcelliana editore, 2025

Il libro “Emanuele Severino giornalista” è scritto da Paolo Barbieri, giornalista professionista e fondatore della rivista “Qui Libri” e dell’Associazione Emanuele Severino.

Il libro, pubblicato nel 2025 da Morcelliana, esplora un volto meno noto di Emanuele Severino (1929-2020): quello di giornalista impegnato e attento ai temi dell’attualità.

Dopo la strage di Piazza della Loggia, Severino iniziò a scrivere articoli di cronaca e riflessione filosofica per vari quotidiani come “Bresciaoggi” e “Corriere della Sera”, affrontando temi di politica, guerra, terrorismo, aborto, eutanasia, crisi del comunismo, capitalismo e Chiesa cattolica.

Il volume offre una lettura lucida e universale di Severino, che era un intellettuale non schierato politicamente, ma capace di declinare il suo pensiero filosofico in un linguaggio accessibile a tutti per spiegare gli avvenimenti del mondo contemporaneo.

Paolo Barbieri, con questa pubblicazione, restituisce l’immagine di Severino come un giornalista e pensatore che ha saputo, con grande profondità, mediare tra filosofia e cronaca, senza perdere mai il rigore del suo pensiero.morcelliana+4

  1. https://www.morcelliana.net/collane-schole/orso-blu/emanuele-severino-giornalista-9788828407287.html
  2. https://www.giornaledibrescia.it/sala-libretti/emanuele-severino-giornalista-presentazione-libro-gdb-aedms8h5
  3. https://www.ibs.it/emanuele-severino-giornalista-libro-paolo-barbieri/e/9788828407287
  4. https://www.lavitafelice.it/autore-paolo-barbieri-159016.html
  5. https://www.raicultura.it/filosofia/articoli/2025/09/Paolo-Barbieri-Emanuele-Severino-giornalista-10c88c16-f812-4215-bb17-096204be59d5.html
  6. https://www.mondadoristore.it/emanuele-severino-giornalista-libro-paolo-barbieri/p/9788828407287
  7. https://www.ilriformista.it/emanuele-severino-e-tornato-luomo-libero-che-rifiuto-il-quirinale-in-nome-del-pensiero-482339/
  8. https://www.redstarpress.it/paolo-barbieri/
  9. https://www.libreriauniversitaria.it/emanuele-severino-giornalista-barbieri-paolo/libro/9788828407287
  10. https://sanpaolostore.it/prodotto/emanuele-severino-giornalista/

Antonelli Giuseppe, Parola per parola. Etimi, storie e usi del lessico, il Mulino, 2025

Il libro “Parola per parola. Etimi, storie e usi del lessico,” curato da Giuseppe Antonelli e pubblicato da Il Mulino nel 2025, è un’opera dedicata agli amanti della lingua italiana interessati all’etimologia e alle parole.

Il volume contiene centocinquantotto storie di parole, ognuna raccontata come protagonista di brevi avventure linguistiche.

Le parole vengono esplorate nelle loro origini, viaggi, metamorfosi e significati stratificati nel tempo, con un’attenzione particolare alla ricca eredità delle lingue classiche, ai prestiti da altre lingue culturali, alle parole nuove o legate a mode effimere, a quelle antiche ormai in disuso, ai modi di dire, ai gerghi e alle terminologie tecniche.

Dopo il successo del precedente libro “La vita delle parole” (2023), questo nuovo volume di Antonelli mira a soddisfare chi desidera approfondire la conoscenza delle parole italiane attraverso storie di etimologia affidate a firme autorevoli e organizzate in sezioni tematiche.

È un testo ideale per chi ama consultare e zigzagare lentamente tra i lemmi, scoprendo origini e significati nascosti di voci del lessico italiano.facebook+3

  1. https://www.facebook.com/AccademiaCrusca/photos/parola-per-parola-etimi-storie-e-uso-del-lessico-a-cura-di-giuseppe-antonelli-bo/1233603022144705/
  2. https://books.apple.com/it/book/parola-per-parola/id6754461978
  3. https://www.lin.it/libri-autore/giuseppe-antonelli.html
  4. https://www.lafeltrinelli.it/parola-per-parola-etimi-storie-libro-vari/e/9788815394040
  5. http://www.campedel.it/schede/371777.PHP
  6. https://www.instagram.com/p/DQJKWDhDRfx/
  7. https://www.libreriatempinuovi.it/libri-autore/giuseppe-antonelli.html
  8. https://www.ibs.it/libri/autori/giuseppe-antonelli
  9. https://www.pordenonelegge.it/autori/giuseppe-antonelli
  10. https://www.libreriauniversitaria.it/libri-linguistica/novita-2025-linguistica.htm

Pier Paolo Pasolini, l’ultima notte. A cura di Aldo Cazzullo, in la7, 2 novembre 2025

Il 2 novembre 2025, La7 ha trasmesso in prima serata lo speciale televisivo “L’ultima notte di Pier Paolo Pasolini”, a cura di Aldo Cazzullo, nell’ambito del programma “Una giornata particolare”.

Lo speciale è dedicato al 50° anniversario dell’omicidio di Pasolini, avvenuto la notte tra l’1 e il 2 novembre 1975 all’Idroscalo di Ostia.

Aldo Cazzullo ha ricostruito con rigore e rispetto le ultime ore di Pasolini, seguendo il percorso tra i luoghi della Capitale dove il poeta, regista e intellettuale trascorse quella notte, come i ristoranti Pommidoro e Biondo Tevere, e contestualizzando la vicenda nell’insieme delle piste investigative, delle verità ufficiali e delle ombre ancora irrisolte attorno all’unico imputato Pino “la Rana” Pelosi.

Lo speciale ha presentato testimonianze inedite di personaggi come Walter Veltroni, Dacia Maraini, Furio Colombo e Francesca Fagnani, oltre al contributo di inviati che hanno esplorato i luoghi simbolici della vita di Pasolini, dal Pigneto a Casarsa del Friuli, dalla sua formazione a Bologna fino a Matera e Porzûs, con l’obiettivo di ripercorrere la vita e la tragica ultima notte del grande intellettuale italiano.

La narrazione affronta anche le riflessioni sulle controversie ancora aperte riguardo alla dinamica e ai mandanti dell’omicidio, così come le ritrattazioni e i dubbi sulla figura di Pelosi.corrieredimaremma+2

In sintesi, lo speciale di Aldo Cazzullo su La7 il 2 novembre 2025 ha offerto un’indagine approfondita e umanizzante sull’ultima notte di Pier Paolo Pasolini, proponendo una ricostruzione documentaria e storica che invita a riflettere ancora oggi sulla complessità e il mistero di uno dei delitti più emblematici del Novecento italiano.spettacolomusicasport+2

  1. https://corrieredimaremma.it/news/cultura–spettacoli/400502/una-giornata-particolare-stasera-2-novembre-aldo-cazzullo-racconta-l-ultima-notte-di-pier-paolo-pasolini.html
  2. https://www.la7.it/una-giornata-particolare/video/pasolini-lultima-notte-cazzullo-ricostruisce-la-dinamica-dellassassinio-30-10-2024-565289
  3. https://spettacolomusicasport.com/2025/11/02/una-giornata-particolare-su-la7-a-cinquantanni-dalla-morte-in-prima-serata-lultima-notte-di-pier-paolo-pasolini/
  4. https://www.instagram.com/reel/DQjMVl1jgMs/
  5. https://www.la7.it/una-giornata-particolare/rivedila7/una-giornata-particolare-pier-paolo-pasolini-lultima-notte-31-10-2024-565354
  6. https://iicparigi.esteri.it/it/gli_eventi/calendario/le-ultime-ore-di-pasolini-raccontate-da-aldo-cazzullo/
  7. https://www.tvblog.it/post/una-giornata-particolare-aldo-cazzullo-racconta-lultima-notte-di-pier-paolo-pasolini-a-50-anni-dallomicidio
  8. https://www.la7.it/rivedila7
  9. https://www.facebook.com/teleblogmag/posts/una-serata-che-ripercorre-quella-tragica-ultima-notte-le-indagini-e-liter-giudiz/1686167049151900/
  10. https://www.la7.it/una-giornata-particolare/rivedila7/una-giornata-particolare-pier-paolo-pasolini-lultima-notte-03-11-2024-565766

Cristina Pennavaja, La donna nell’acquario, con un saggio introduttivo di Francesco Solitario, Prometheus editore, 2025

lista di post dedicati a Cristina Pennavaja in questo blog: https://antemp.com/category/autori/pennavaja-cristina/

fonti informative in rete:

  1. https://www.libreriauniversitaria.it/donna-acquario-pennavaja-cristina-prometheus/libro/9788882203528
  2. https://www.ibs.it/donna-nell-acquario-libro-cristina-pennavaja/e/9788882203528
  3. https://www.lafeltrinelli.it/donna-nell-acquario-libro-cristina-pennavaja/e/9788882203528
  4. https://www.libraccio.it/libro/9788882203528/cristina-pennavaja/la-donna-nell-acquario.html
  5. https://www.lin.it/scheda-libro/cristina-pennavaja/la-donna-nellacquario-9788882203528-4891034.html

La filosofia è uno sguardo …, citazione di Mauro Bonazzi in articolo: Parmenide secondo Severino, Corriere della Sera 9 settembre 2025

“La filosofia è uno sguardo, niente di più niente di meno.

E’ la capacità di guardare la realtà per quello che è, di individuare la trama che le dà forma e bellezza, dietro l’apparente caoticità di suoni, rumori, movimenti e colori di cui fanno esperienza i nostri sensi.

E’ una conoscenza che salva perchè ci mostra che ti questo bellissimo tutto anche noi facciamo parte.

Tutto è e tutto si tiene.

Anche la nostra esistenza, ogni singola esistenza, ha valore, è.

La filosofia ci salva , perchè ci insegna a vivere”

Ripensare il Parmenide di Severino, incontro a Brescia, al Centro Casa Severino, 9 settembre 2025

L’incontro “Ripensare il Parmenide di Severino” si è tenuto il 9 settembre 2025, dalle 15:30 alle 18:30, presso il Centro Casa Severino a Brescia .

L’evento ha incluso la cerimonia di assegnazione del Premio Parmenide 2025, conferito dal Festival della Filosofia in Magna Grecia.

Questo premio rende omaggio alla filosofia di Emanuele Severino e alla sua opera “Il Parmenide”, che rappresenta un punto di riferimento nel pensiero filosofico contemporaneo.

Durante l’incontro si è riflettuto criticamente e approfonditamente sul pensiero di Severino, in particolare sul suo “Parmenide”, opera del 1964 che ha avuto un’ampia eco nel dibattito filosofico, trovando così una rilettura e un confronto con l’attualità filosofica.

Tra gli interventi, è stato evidenziato da studiosi come Massimo Donà e Mauro Bonazzi l’importanza del pensiero severiniano come “neoparmenidismo” che si oppone al pensiero di Martin Heidegger.

Questo evento si inserisce nel contesto delle iniziative culturali organizzate dal Centro Casa Severino, che promuove convegni, presentazioni e conferenze sul pensiero di Severino e sulla filosofia contemporanea in generale. L’incontro del 9 settembre ha avuto anche un profilo rituale, celebrando la continuità e la rilevanza del pensiero di Severino nella filosofia italiana e internazionale attuale.

  1. https://www.diaporein.it/2025/09/09/premio-parmenide-ripensare-il-parmenide-di-severino/
  2. https://www.emanueleseverino.it/eventi/
  3. https://www.instagram.com/p/DN2dnIPVEsW/
  4. https://www.ildenaro.it/il-premio-parmenide-a-mauro-bonazzi-la-filosofia-trionfa-sulla-morte/
  5. https://brescia.cosedafare.net/imageResources/20250908/83348.pdf
  6. https://www.instagram.com/p/DJJnalQR5RQ/
  7. https://www.emanueleseverino.it/category/eventi/
  8. https://www.emanueleseverino.it

Secondo Emanuele Severino, le principali interpretazioni di Parmenide ruotano attorno all’affermazione fondamentale che “l’essere è e il non-essere non è”. Severino interpreta Parmenide come un filosofo della necessità ontologica radicale: l’essere è assoluto, eterno, immutabile, ingenerabile e incorruttibile, perché non può passare dal nulla all’essere né dall’essere al nulla, poiché il nulla non esiste. Questo implica che tutto ciò che esiste è eterno, senza inizio né fine, e che il divenire è solo apparente, legato all’apparire e scomparire degli enti, ma senza comprometterne l’eternità ontologica.

Severino distingue poi tra l’apparire empirico, che coinvolge gli enti particolari soggetti a nascita e morte apparenti, e l’apparire trascendentale, cioè l’apparire globale e totale dell’essere, che è eterno e si manifesta in un orizzonte senza tempo e senza fine. Egli sostiene che questa riflessione rappresenta un ritorno a Parmenide che smonta la logica del divenire tradizionale, mostrando che il nulla è impossibile e ogni ente è necessario e destinato a esistere eternamente. Questa lettura si oppone anche alla metafisica di Platone, Nietzsche e Heidegger, che, secondo Severino, hanno portato il pensiero al nichilismo.

In sintesi, Severino offre un’interpretazione in cui il principio di non-contraddizione enunciato da Parmenide è la base per una filosofia dell’essere che esclude il divenire reale e il nulla, ponendo così l’eternità e la necessità come principi fondamentali di tutto ciò che esiste. Questa visione è esposta in particolare nel suo testo fondamentale “Ritornare a Parmenide” (1964) e nelle opere successive in cui evidenzia la necessità ontologica come fondamento dell’esistenza stessa.

  1. https://www.scientificofoligno.edu.it/old/materiali-ins/calcagno/3-filo/severino-parmenide.htm
  2. https://www.raicultura.it/filosofia/articoli/2019/01/Emanuele-Severino-Parmenide-f88d3d42-ccc5-486b-8d2b-37693b813803.html
  3. https://emanueleseverino.com/2022/10/08/parmenide-emanuele-severino-bertrand-russell-e-linterpretazione-di-parmenide-fatta-attraverso-la-filosofia-dellanalisi-logica-di-bertrand-russell/
  4. https://www.emanueleseverino.it/il-pensiero-filosofico-di-emanuele-severino/
  5. https://www.raicultura.it/filosofia/articoli/2021/07/Mauro-Visentin-La-grande-eresia-di-Emanuele-Severino-c62a3c61-3cab-44f6-9716-543dfbbfb335.html
  6. https://ritirifilosofici.it/il-ritorno-a-parmenide-e-il-parricidio-di-nuovo-mancato/
  7. https://www.youtube.com/watch?v=1oRZRaZ266Q
  8. https://www.youtube.com/watch?v=TFrv7ADMeho
  9. https://www.avvenire.it/agora/pagine/severino-il-nuovo-parmenide-che-scommetteva-sulleterno
  10. https://www.vitaepensiero.it/scheda-articolo_digital/emanuele-severino/ritornare-a-parmenide-001050_1964_0002_43068246-380003.html
  11. https://filosofiaenuovisentieri.com/2015/05/03/ritorno-o-fondamento-tracce-per-unanalisi-dellinterpretazione-panikkariana-di-parmenide-a-partire-dal-dialogo-tra-raimon-panikkar-ed-emanuele-severino-parte-prima/
  12. https://www.youtube.com/watch?v=NYDuEeDQqtw
  13. https://ritirifilosofici.it/la-contraddizione-nel-primo-severino-2/

Perplexity presenta i contenuti del blog Antemp.com, Antologia del Tempo che resta

Il blog “Antologia del Tempo che Resta” (antemp.com), curato da Paolo Ferrario, ha la struttura e i contenuti seguenti:

  • È pensato come un luogo di riflessione profonda sul concetto di tempo, con particolare attenzione al “tempo che resta” per ciascuno di noi, cioè la finitezza e il valore del tempo presente.
  • Il blog si presenta come un’integrazione mentale che stimola riflessioni, meditazioni e l’apprendimento continuo anche in età adulta e prevecchiaia, proponendo un percorso formativo permanente e condiviso.
  • Alla base del blog c’è l’idea di un’antologia come “raccolta di fiori”, cioè di pagine significative che possano accompagnare la crescita personale, simile alle antologie scolastiche ma per adulti.
  • La struttura del blog prevede un indice degli argomenti molto articolato, che comprende categorie tematiche come psicologia, simboli, società, scienza, tempo, scuola, media, e molti altri, facilitando la navigazione per interesse.
  • Si propone una comunità di condivisione e dialogo, in cui i lettori possono contribuire e accedere a contenuti scelti per approfondire il significato del tempo e della vita, con una forte carica filosofica e culturale.
  • Tra i temi filosofici trattati vi è il pensiero di Emanuele Severino, con approfondimenti su concetti come l’illusione del tempo, l’eternità, il destino e la finitezza.
  • Il blog integra anche risorse come audioclip, citazioni, riferimenti bibliografici, e materiali didattici per stimolare un apprendimento attivo.

Si caratterizza quindi per un contenuto ampio e multidisciplinare che spazia dalla filosofia alla psicologia, dalla sociologia all’arte, con uno sguardo continuo alla riflessione sul tempo e sulla vita, attualizzando temi antichi in una prospettiva contemporanea e personale.antemp+3

Paolo Ferrario presenta la finalità e gli obiettivi del progetto del blog “Antologia del Tempo che Resta” come un’iniziativa intellettuale volta a stimolare una riflessione profonda e una meditazione sul concetto di tempo, in particolare sul “tempo che resta” a ciascuno di noi. Descrive il blog come un “integratore cerebrale” che genera spunti, idee e nuove sinapsi mentali, attivando la mente attraverso la condivisione di testi e concetti significativi.

Gli obiettivi principali includono:

  • Stimolare la riflessione e il pensiero critico, favorendo una formazione continua, anche in età adulta e in prossimità della vecchiaia.
  • Invitare i lettori a considerare la dimensione della finitezza e la preziosità del tempo presente, per vivere con consapevolezza e piena intensità il tempo che rimane.
  • Promuovere una comunità aperta di condivisione, in cui i lettori possano contribuire con proprie idee e riflessioni, creando un dialogo attivo e partecipato.
  • Offrire un percorso formativo e culturale che si ispira all’antologia come modello, cioè una raccolta di pagine significative, utili a un esercizio mentale attivo e a un apprendimento permanente.

In sintesi, il blog si propone come un luogo di incontro per chi desidera esplorare, capire e valorizzare il tempo della propria vita attraverso una pratica di riflessione e di lettura orientata alla consapevolezza.antemp

  1. https://antemp.com/about/
  2. https://www.segnalo.it/paolo/2009/BLOG%20DI%20GRUPPO%20LAVORO.htm
  3. https://mappeser.com/2025/07/29/il-blog-mappeser-com-e-il-sito-segnalo-it-a-cura-di-paolo-ferrario/
  4. https://aulevirt.com/2017/01/27/pensare-creare-e-gestire-un-blog-cosa-chi-come-perche-articolo-introduttivo-di-paolo-ferrario-27-gennaio-2017/
  5. https://www.segnalo.it/paolo/pubblicapf.htm
  6. https://mappeser.com/2016/02/29/perche-un-blog-come-strumento-di-comunicazione-interna-in-un-gruppo-di-lavoro/
  7. https://aulevirt.com/2023/10/06/paolo-ferrario-uso-dei-blog-aulevirt-e-polser-per-lo-studio-e-il-lavoro-professionale/
  8. https://blog.stannah.it/vivere-terza-eta/fatti-un-blog-istruzioni-d-uso/
  9. https://www.youtube.com/watch?v=MYxhKQ5b9OE
  1. https://antemp.com/about/
  2. https://antemp.com/2023/12/21/il-concetto-di-tempo-che-resta-nella-filosofia-di-emanuele-severino/
  3. https://antemp.com/2025/08/31/il-blog-emanueleseverino-com-e-un-progetto-pensato-e-aggiornato-da-vasco-ursini-1936-2023-e-dedicato-al-pensiero-filosofico-di-emanuele-severino-1929-2020/
  4. https://antemp.com/2012/04/07/emanuele-severino-2/
  5. https://antemp.com/indice-degli-argomenti-del-blog-antemp-com/
  6. https://antemp.com
  7. https://antemp.com/altri-blog/
  8. https://antemp.com/2022/09/18/appunti-sui-blog-dai-tempi-di-splinder-anni-90/
  9. https://antemp.com/2022/05/
  10. https://antemp.com/2025/03/

Le sezioni principali della struttura del blog “Antologia del Tempo che Resta” (antemp.com) sono organizzate per grandi categorie tematiche, che facilitano l’esplorazione e la navigazione degli argomenti trattati. Le principali sezioni del blog includono:

  • Filosofia, con sottocategorie come convegni, esercizi di filosofia e filosofia antica.
  • Letteratura, che comprende fiabe, fumetti, gialli, thriller, poesie, romanzi, teatro e tragedia.
  • Psicologia, psicoanalisi, e psiche con temi come meditazione, sogni, nostalgia, e prevecchiaia.
  • Società, con argomenti come comunità, società civile, benessere, uguaglianza e violenza.
  • Simboli, miti e sogni, con focus su archetipi, miti e simboli.
  • Scienze, per approfondimenti scientifici.
  • Scuola e formazione, dedicata all’educazione e all’apprendimento.
  • Luoghi, che tratta biblioteche, cimiteri, luoghi sacri, e altri spazi fisici o simbolici.
  • Media come televisione e radio.
  • Tempo, una sezione esplicita dedicata al tema centrale del blog stesso.
  • Web, Internet e Blog.

Queste sezioni articolano un vasto e multidisciplinare insieme di contenuti che abbracciano filosofia, psicologia, letteratura, società e scienze, con un forte focus sul significato del tempo e della vita.antemp+1

  1. https://iris.unitn.it/retrieve/e3835193-6086-72ef-e053-3705fe0ad821/CuoriIntelligenti_vol3B.pdf
  2. https://antemp.com/indice-degli-argomenti-del-blog-antemp-com/
  3. https://antemp.com/about/
  4. https://filosofiaeletteratura.wordpress.com
  5. https://www.milibroinvolo.it
  6. https://www.consiglio.marche.it/informazione_e_comunicazione/pubblicazioni/quaderni/pdf/263.pdf
  7. https://lombradelleparole.wordpress.com
  8. https://www.tegamini.it/tag/einaudi/
  9. https://senzaudio.it/category/ink/quattro-cose-di-chi-scrive/

Il blog emanueleseverino.com era un progetto pensato e aggiornato da Vasco Ursini (1936-2023) e dedicato al pensiero filosofico di Emanuele Severino (1929-2020)

Il blog https://emanueleseverino.com/ è un progetto pensato e aggiornato da Vasco Ursini (1936-2023) e dedicato al pensiero filosofico di Emanuele Severino (1929-2020). Contiene un indice analitico per argomenti, con la possibilità di navigare tramite parole chiave. Il blog approfondisce tematiche chiave del pensiero di Severino, come la verità dell’essere, il nulla, il destino, la morte e la tecnica, e include riferimenti bibliografici, interviste e letture tratte dai suoi testi. Il blog è stato supportato anche documentalmente da Paolo Ferrario.

Si tratta di un archivio e spazio di approfondimento filosofico che offre accesso a testi, riflessioni e materiali curati per far conoscere la filosofia di Severino e la sua interpretazione del nichilismo, del destino e dell’eternità dell’essente, fra gli altri temi fondamentali.emanueleseverino+2

  1. https://emanueleseverino.com
  2. https://www.emanueleseverino.it/il-pensiero-filosofico-di-emanuele-severino/
  3. https://emanueleseverino.com/informazioni/
  4. https://emanueleseverino.com/category/temi-chiave-di-emanuele-severino/nulla-niente/
  5. https://emanueleseverino.com/category/temi-chiave-di-emanuele-severino/destino/
  6. https://emanueleseverino.com/category/temi-chiave-di-emanuele-severino/occidente/
  7. https://emanueleseverino.com
  8. https://emanueleseverino.com/siti-e-blog-dedicati-a-emanuele-severino/
  9. https://emanueleseverino.com/2022/06/01/emanuele-severinoil-superamento-del-nichilismo/
  10. https://www.emanueleseverino.it
  11. https://emanueleseverino.com/2022/10/

Le categorie di contenuti presenti sul blog di Emanuele Severino includono:

  • Temi chiave della filosofia di Severino come nulla, niente, destino, Occidente, morte e tecnica.
  • Parole chiave e glossari di espressioni fondamentali del pensiero severiniano.
  • Analisi approfondite di temi filosofici come la verità dell’essere, il nichilismo, il destino e la tecnica.
  • Citazioni e riflessioni tratte dai testi di Severino.
  • Interviste e dialoghi filosofici su argomenti come linguaggio, ontologia e destino.
  • Approfondimenti sul rapporto tra Cristianesimo e il pensiero di Severino.
  • Categorie specifiche che raccolgono materiali e contributi come testi, articoli, bibliografie e commenti critici.

Il blog, curato da Vasco Ursini, si presenta come un archivio tematico che organizza contenuti filosofici di Severino per facilitare l’esplorazione dei principali aspetti del suo pensiero.emanueleseverino+3

  1. https://mappeser.com/2025/08/12/mappa-concettuale-del-pensiero-filosofico-di-emanuele-severino-a-cura-di-perplexity/
  2. https://francescodipalo.wordpress.com/2025/04/11/emanuele-severino-linganno-del-nulla-come-loccidente-ha-creato-langoscia-della-morte/
  3. https://www.youtube.com/watch?v=IbCybpOAvQs
  4. https://antemp.com/category/autori/severino-emanuele-1929-2000/temi-chiave-di-emanuele-severino/
  5. http://blog.petiteplaisance.it/tag/emanuele-severino/
  6. https://emanueleseverino.com/siti-e-blog-dedicati-a-emanuele-severino/
  7. https://emanueleseverino.com/category/temi-chiave-di-emanuele-severino/parole-chiave/
  8. https://antemp.com/category/autori/severino-emanuele-1929-2000/citazioni-di-emanuele-severino/
  9. https://lombradelleparole.wordpress.com/tag/emanuele-severino/
  10. https://emanueleseverino.com/informazioni/
  11. https://emanueleseverino.com/category/temi-chiave-di-emanuele-severino/nulla-niente/
  12. https://emanueleseverino.com/category/temi-chiave-di-emanuele-severino/destino/

La metafora filosofica della “legna e la cenere” nel pensiero di Emanuele Severino

La metafora filosofica della “legna e la cenere” nel pensiero di Emanuele Severino rappresenta il concetto che, sebbene le cose appaiano come se cambiassero o si trasformassero, la loro essenza è eterna e immutabile. Severino usa l’immagine della legna che brucia e diventa cenere per illustrare il rifiuto del divenire inteso come annientamento o trasformazione reale. La legna non diventa cenere nel senso di sparire o cessare di essere, ma ogni fase (legna spenta, legna accesa, braci, cenere) è un modo in cui l’essenza eterna si manifesta, un susseguirsi di stati eterni e immutabili.

Severino critica l’idea tradizionale che le cose “diventino” altro e che ciò implichi l’annientamento della loro essenza. Secondo lui, il cambiamento osservato è solo apparente e dentro un ciclo in cui ogni stato esiste in eterno. Questo porta a una visione del mondo in cui nulla davvero scompare o si trasforma in nulla, ma tutto permane in un continuum eterno. La cenere non è il destino finale della legna, ma il suo successore nel flusso eterno dell’apparire. Questa metafora è centrale nell’ontologia severiniana per comprendere la natura dell’essere e del cambiamento.antemp+3


Significato della metafora

La metafora “legna e cenere” indica che ciò che sembra un cambiamento, come la legna che brucia, è in realtà un susseguirsi di forme che sono tutte eterne. La legna non si annienta come legna per diventare cenere: ogni stato è eterno nella sua essenza.

Critica al divenire

Severino rifiuta l’idea tradizionale di “divenire” che comporta annientamento. Per lui, il divenire è un’illusione e l’essere, inteso come essenza, è eterno e immutabile.

Ontologia severiniana

La metafora esprime l’idea filosofica che nulla si distrugge realmente. Ciò che appare come trasformazione è solo un’apparenza fenomenica dentro un ordine eterno e immutabile.

Questa visione invita a riflettere sul vero significato del cambiamento e della morte nella realtà.arenaphilosophika+3

  1. https://antemp.com/2024/12/18/la-metafora-della-legna-e-la-cenere-nel-pensiero-di-emanuele-severino/
  2. https://arenaphilosophika.it/la-legna-e-la-cenere/
  3. https://antemp.com/2013/09/18/legna-e-cenere-lapparire-dellesser-se-di-emanuele-severino-nella-tavernetta-con-il-camino-acceso/
  4. https://coatesa.com/2013/09/20/legna-e-cenere-lapparire-dellesser-se-di-emanuele-severino-nella-tavernetta-con-il-camino-acceso/
  5. https://emanueleseverino.com/2021/03/28/emanuele-severino-oltre-la-cenere-lalbero-la-legna-il-fuoco-eternita-delle-cose-in-corriere-della-sera-14-agosto-1980/
  6. https://traccesent.com/2015/06/19/emanuele-severino-la-cenere-non-e-la-sorte-toccata-alla-legna-essa-non-grida-ma-tace-la-sorte-della-legna-in-quel-cerchio-la-legna-non-diventa-cenere-cosi-come-gli-uomini-non-diventano-polvere/
  7. https://emanueleseverino.com/category/metafore-di-emanuele-severino/legna-e-cenere/
  8. https://www.pensierofilosofico.it/articolo/Leternita-del-fuoco/277/
  9. https://www.youtube.com/watch?v=0r_febsn0-Y

Il concetto di “archetipo” nella psicanalisi junghiana

Il concetto di “archetipo” nella psicanalisi junghiana si riferisce a modelli universali di comportamento e rappresentazioni simboliche presenti nell’inconscio collettivo umano, una struttura psichica condivisa da tutti gli esseri umani. Gli archetipi sono forme istintive di rappresentazione mentale, potenziali di energia psichica che influenzano emozioni e comportamenti attraverso simboli e immagini archetipiche. Essi si manifestano in miti, religioni, sogni e simboli culturali e costituiscono schemi fondamentali che guidano la crescita interiore e il processo di individuazione, ossia la realizzazione del sé.

Jung considerava gli archetipi elementi psichici universali, appartenenti alla “psiche oggettiva” e collegati alla struttura evolutiva della specie umana. Non sono semplici ricordi o tracce di esperienze personali, ma piuttosto predisposizioni innate che danno forma a contenuti psichici attraverso immagini e simboli. Alcuni archetipi noti sono l’Eroe, la Madre, l’Ombra, il Sé e la Persona, ognuno con un ruolo specifico nell’organizzazione della psiche e nel processo terapeutico junghiano.

Inoltre, Jung sottolineava che gli archetipi non sono direttamente accessibili alla coscienza, ma si rivelano tramite immagini archetipiche che portano un forte carico emotivo e simbolico, fondamentali per lo sviluppo psicologico dell’individuo e la risoluzione di conflitti interiori attraverso la terapia analitica.

In sintesi, l’archetipo nella psicanalisi junghiana è un modello psichico fondamentale, universale e atemporale, che struttura la mente umana e orienta il percorso di crescita personale e evoluzione della coscienza.wikipedia+3

  1. https://it.wikipedia.org/wiki/Archetipo_(psicologia)
  2. https://www.unobravo.com/orientamenti/psicoanalisi-junghiana
  3. https://www.psicoterapiapsicologia.it/articoli-psicologia-psicoterapia/larchetipo-della-persona-nella-psicologia-di-jung
  4. https://it.bibisco.com/archetipo-di-jung-esempi-e-panoramica-generale/
  5. https://journals.uniurb.it/index.php/studi-B/article/download/1402/1288/5697
  6. https://antemp.com/2025/08/19/definizione-di-simbolo-e-archetipo-e-lanalisi-di-carl-gustav-jung/
  7. https://grosseto.unicusano.it/studiare-a-grosseto/cosa-sono-gli-archetipi-junghiani/
  8. https://www.psicologia-analitica-junghiana.it/rapporto-fra-istinto-e-archetipo-secondo-la-teoria-junghiana/
  9. https://www.aipa.info/2023/03/26/complesso-archetipo-e-simbolo-nella-psicologia-di-carl-gustav-jung/
  10. https://www.psychiatryonline.it/notizie-varie/le-parole-di-jung-archetipo/

Definizione di SIMBOLO e ARCHETIPO. E l’analisi di Carl Gustav Jung

Ecco le definizioni di Simbolo e Archetipo basate sulle fonti più autorevoli:

  • Simbolo: È un elemento (segno, gesto, oggetto, animale, persona) che suscita nella mente un’idea diversa da quella offerta dal suo aspetto immediato, evocando entità astratte difficili da esprimere. Un simbolo va oltre la sua immagine materiale per rappresentare concetti più profondi o astratti, come nel caso della croce che può evocare la crocifissione di Cristo, la salvezza, ma anche la spiritualità o gli elementi naturali.diegogabriele
  • Archetipo: Deriva dal greco antico “arché” (principio, origine) e “typos” (modello, forma). L’archetipo è un modello originale o primordiale, una forma primaria dalla quale derivano altre rappresentazioni. Nella psicologia analitica di Carl Gustav Jung, è una “immagine primordiale” contenuta nell’inconscio collettivo, che riunisce esperienze universali umane e animali. Gli archetipi sono modelli universali di comportamento, pensiero e rappresentazione che si ritrovano in tutte le culture. Sono simboli innati e condivisi che influenzano la percezione e l’interpretazione del mondo, come quelli del saggio, del mago, del guerriero o dell’amante.wikipedia+2

In sintesi:

  • Il simbolo è un segno o immagine che rimanda a significati astratti o profondi.
  • L’archetipo è un modello universale originario, una forma ideale che si manifesta come simbolo e che proviene dall’inconscio collettivo.

Queste definizioni mettono in evidenza il carattere simbolico degli archetipi e la funzione dei simboli come veicoli di significati profondi e condivisi nell’esperienza umana.

  1. https://it.wikipedia.org/wiki/Archetipo
  2. https://www.diegogabriele.it/simboli-segni-allegorie-e-archetipi-che-cosa-sono/
  3. https://www.psicologiajunghianaperugia.it/articoli/cosa-sono-gli-archetipi/
  4. https://www.matteoficara.it/stanze-immaginazione-insegnamenti-simbolo-e-immagine/
  5. https://www.treccani.it/vocabolario/archetipo/
  6. https://www.forumdisuguaglianzediversita.org/gli-archetipi-e-i-simboli-collettivi-come-strumento-di-cambiamento-nellarte/
  7. https://unaparolaalgiorno.it/significato/archetipo
  8. https://www.nuovogiornalenazionale.com/index.php/italia/larticolo-del-sabato/7687-archetipi-e-simboli.html
  9. https://www.treccani.it/enciclopedia/archetipo/
  10. https://www.centroiltulipano.com/2018/10/26/ombra-dello-straniero-simboli-archetipi-junghiani/

Carl Gustav Jung ha usato il concetto di archetipo principalmente nell’ambito della sua teoria della psicologia analitica, dove gli archetipi sono considerati modelli universali di comportamento e rappresentazioni simboliche radicate nell’inconscio collettivo umano. Questi modelli archetipici emergono nei sogni, miti, religioni, leggende e simboli culturali e rappresentano strutture psichiche fondamentali che guidano i processi mentali, le emozioni e i comportamenti umani.

In particolare, Jung ha individuato archetipi come l’Eroe, la Grande Madre, il Vecchio Saggio, l’Ombra, la Persona, che riflettono le componenti e le dinamiche fondamentali della psiche umana. Gli archetipi aiutano a interpretare il mondo interiore ed esteriore, orientando lo sviluppo psichico dell’individuo verso l’individuazione, cioè la crescita della coscienza di sé e l’integrazione degli aspetti inconsci nella personalità.

Jung collegava gli archetipi al concetto di “pattern of behavior” (modelli di comportamento), sostenendo che essi hanno una funzione organizzativa della psiche, fornendo energie psichiche (libido) e stimolando trasformazioni interiori. Gli archetipi non sono immagini fisse, ma potenziali di energia psichica che si manifestano attraverso simboli carichi di emozioni profondamente archetipiche.

In sintesi, Jung ha usato il concetto di archetipo nei seguenti contesti psicologici:

  • come modelli universali presenti nell’inconscio collettivo che strutturano l’esperienza umana;
  • nella comprensione dei sogni, miti, e simboli culturali;
  • per spiegare le dinamiche dell’individuazione, il processo di sviluppo della personalità;
  • per interpretare le manifestazioni emotive e comportamentali umane attraverso immagini simboliche archetipiche;
  • come strumenti per comprendere il rapporto tra istinto, coscienza e sviluppo psichico.

Questi elementi sono diventati fondanti nella psicologia analitica di Jung e continuano a essere studiati approfonditamente dai suoi seguaci e dalla psicologia archetipica.seozoom+1

  1. https://www.seozoom.it/archetipo-di-jung/
  2. https://it.wikipedia.org/wiki/Archetipo_(psicologia)
  3. https://www.psicoterapiapsicologia.it/articoli-psicologia-psicoterapia/larchetipo-della-persona-nella-psicologia-di-jung
  4. https://www.scritturacreativa.org/archetipi-in-narrativa-jung-campbell-vogler/
  5. https://it.wikipedia.org/wiki/Archetipo
  6. https://journals.uniurb.it/index.php/studi-B/article/download/1402/1288/5697
  7. https://www.psicologia-analitica-junghiana.it/rapporto-fra-istinto-e-archetipo-secondo-la-teoria-junghiana/
  8. https://isay.group/il-ruolo-degli-archetipi-e-come-usarli-in-maniera-ottimale-2/
  9. https://www.treccani.it/enciclopedia/psicologia-archetipica_(Enciclopedia-del-Novecento)/
  10. https://www.skuola.net/filosofia-contemporanea/jung-vita-opere.html

Doriam Battaglia, l’opera artistica “Combinazione genica”, aprile 2022

Alessandro Baricco, Novecento: il duello. Al Festival dei Due Mondi di Spoleto. Con Stefano Bollani e Enrico Rava. Rai5, 6 luglio 2025

Dal Duomo di Spoleto per il Festival dei Due Mondi 2025, il famosissimo testo di Alessandro Baricco, nato come libro e poi diventato film, è raccontato dal suo autore e interpretato dal pianista Stefano Bollani insieme al trombettista Enrico Rava.

  • Regia: Claudia De Toma

rivedi in:

https://www.raiplay.it/dirette/rai5/Novecento-il-duello-63590fc9-ca61-4c0e-b74a-15c49677a969.html?wt_mc=2.www.cpy.raiplay_dir_Novecentoilduello.

Alessandro Baricco torna in Piazza Duomo a Spoleto
Novecento: il duello: lo spettacolo di Alessandro Baricco ...

Novecento: il duello

Alessandro Baricco, Stefano Bollani, Enrico Rava
Festival dei Due Mondi di Spoleto – Rai 5, 6 luglio 2025

Lo spettacolo

  • Titolo: Novecento: il duello
  • Autore: Alessandro Baricco
  • Interpreti:
    • Alessandro Baricco (voce narrante e autore)
    • Stefano Bollani (pianoforte)
    • Enrico Rava (tromba)
  • Luogo: Piazza Duomo, Spoleto
  • Occasione: 68° Festival dei Due Mondi
  • Trasmissione: Rai 5, 6 luglio 2025, ore 21:15, in diretta123.

Descrizione e significato

Lo spettacolo è una versione speciale del celebre testo teatrale di Baricco, Novecento, che racconta la storia di un pianista straordinario vissuto sul transatlantico Virginian.
In questa edizione, la narrazione di Baricco si intreccia con la musica dal vivo di Stefano Bollani e la tromba di Enrico Rava, dando vita a un vero e proprio “duello” tra parole e suoni. Il confronto musicale e narrativo si ispira al leggendario duello tra Novecento e Jelly Roll Morton, inventore del jazz, in un dialogo che alterna racconto, improvvisazione e virtuosismo musicale41.

  • Baricco porta in scena la sua arte affabulatoria, rendendo la narrazione coinvolgente e visionaria.
  • Bollani interpreta Novecento al pianoforte, ricreando le atmosfere del jazz e delle musiche di inizio Novecento.
  • Rava arricchisce la performance con la sua tromba, aggiungendo profondità e colore jazzistico4.

Produzione e regia

  • Ideazione: Alessandro Baricco, Stefano Bollani, Alessio Bertallot
  • Produzione: Festival dei Due Mondi di Spoleto, in collaborazione con Ponderosa
  • Regia televisiva: Claudia De Toma
  • Presentazione TV: Michela Coricelli13.

Curiosità

  • Novecento è uno dei testi più noti di Baricco, diventato anche film (“La leggenda del pianista sull’oceano”), fumetto e playlist musicale.
  • L’evento di Spoleto è stato concepito come una sfida creativa tra narrazione e musica, con l’obiettivo di evocare il mito di Novecento attraverso una performance unica e irripetibile41.

Dettagli trasmissione Rai 5

DataOraCanaleEvento
6 luglio 202521:15Rai 5Novecento: il duello (in diretta dal Duomo di Spoleto)23

Approfondimenti

  • Lo spettacolo è stato uno degli eventi di punta del Festival dei Due Mondi 2025, confermando la centralità di Baricco nella scena culturale italiana e la capacità di Bollani e Rava di dialogare tra diversi linguaggi artistici415.

Per ulteriori informazioni:
Festival dei Due Mondi di Spoleto – sito ufficiale
Rai Cultura – palinsesto Rai 5

  1. https://www.rai.it/ufficiostampa/articoli/2025/07/Novecento-Il-Duello-f362a854-c87d-4aa2-b142-b64964987a9f.html
  2. https://guidatv.quotidiano.net/novecento-il-duello/06-07-2025/rai_5/20889035/
  3. https://www.apemusicale.it/joomla/it/news/82-news2025/16523-rai5-i-programmi-musicali-dal-6-al-12-luglio
  4. https://www.festivaldispoleto.com/eventi/novecento-il-duello
  5. https://tuttoggi.info/novecento-il-duello-alessandro-baricco-a-spoleto-con-stefano-bollani-e-rava/922138/
  6. https://www.festivaldispoleto.com/articoli-news/novecento-il-duello-alessandro-baricco-torna-in-piazza-duomo-a-spoleto-con-stefano-bollani-ed-enrico-rava-anche-in-diretta-su-rai-5
  7. https://festivaldispoleto.vivaticket.it/it/event/alessandro-baricco-stefano-bollani-enrico-rava-novecento-il-duello/259814
  8. https://www.teatro.it/spettacoli/baricco-bollani-rava-novecento
  9. https://www.vivaticket.com/it/ticket/alessandro-baricco-stefano-bollani-enrico-rava-novecento-il-duello/259814?culture=en-gb
  10. https://www.instagram.com/p/DLw_yOLtXZ6/
  11. https://www.lanazione.it/umbria/cronaca/novecento-il-duello-a-spoleto-97047cec
  12. https://www.teleboy.ch/it/guida-tv/rai-5/36470747/novecento-il-duello
  13. https://www.rai.it/ufficiostampa/assets/template/us-articolo.html?ssiPath=%2Farticoli%2F2025%2F07%2FNovecento-Il-Duello-f362a854-c87d-4aa2-b142-b64964987a9f-ssi.html
  14. https://italia-informa.com/spoleto-2025-festival-dei-due-mondi-mito-e-spettacolo.aspx

Giovannetti Giovanni, Pasolini giornalista. Vita e morte di un cottimista della pagina, Effigie edizioni, 2025

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Paradiso dantesco, Purgatorio dantesco, Inferno dantesco: struttura e caratteristiche. in Studia Rapido

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Il Paradiso dantesco è la terza delle tre cantiche che compongono la Divina Commedia di Dante Alighieri, dopo l’Inferno e il Purgatorio. Si distingue per il suo stile elevato e per la predominanza di temi teologici e filosofici. Dante come arriva in Paradiso? Dopo aver attraversato l’Inferno e scalato la montagna del Purgatorio, Dante arriva […]

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Purgatorio dantesco: struttura e schema

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Il Purgatorio dantesco è la seconda delle tre cantiche (Inferno, Purgatorio e Paradiso) che compongono la Divina Commedia di Dante Alighieri. Il Purgatorio, secondo la dottrina cattolica, è un luogo intermedio, in cui le anime dei defunti si purificano per accedere alla gloria eterna del Paradiso. Il Purgatorio non ha sempre fatto parte dell’immaginario e […]

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Inferno di Dante: struttura e schema

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L’Inferno di Dante è la prima delle tre cantiche (Inferno, Purgatorio e Paradiso) che compongono la Divina Commedia, dove è raccontato il viaggio immaginario di Dante nei tre regni oltremondani. Comprende 34 canti. Il metro è la terzina incatenata. Inferno di Dante struttura La struttura dell’inferno dantesco si presenta come una voragine a forma di […]


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https://www.studiarapido.it/inferno-di-dante-riassunto-e-schema/

Bernardo Nante, Guida alla lettura del “Libro Rosso” di C.G. Jung, Bollati Boringhieri, 2012

La “Guida alla lettura del ‘Libro Rosso’ di C.G. Jung” di Bernardo Nante, pubblicata da Bollati Boringhieri nel 2012, è un testo fondamentale per chiunque voglia affrontare il complesso e enigmatico “Libro Rosso” di Jung1234.

Questa guida si distingue per la sua capacità di accompagnare il lettore attraverso le dense e spesso cifrate visioni junghiane, offrendo interpretazioni che chiariscono passaggi difficili e stabilendo connessioni intertestuali con altre opere affini, spesso di natura mitica o profetica134. Bernardo Nante, esperto studioso di Jung, prende per mano il lettore e illumina ogni movimento dell’Io nel suo viaggio interiore, ogni personaggio e immagine che compongono la polifonia della psiche descritta nel “Libro Rosso”134.

La guida non si limita a spiegare in modo critico o a lasciare il lettore in balia di significati sfuggenti, ma cerca di rendere comprensibile l’assurdo mantenendo un saldo ancoraggio al senso e alle molteplici valenze del testo134. È considerata indispensabile per chi studia Jung o per chiunque voglia addentrarsi nel magma di visioni e simboli di quest’opera unica, spesso paragonata solo a narrazioni mitiche arcaiche2.

L’edizione è curata con traduzioni di Laura Bortoluzzi e Francesca Pe’, conta 426 pagine in formato rilegato ed è disponibile presso vari rivenditori, inclusi Amazon, IBS e Libreria Universitaria12347.

In sintesi, la guida di Nante è uno strumento prezioso che facilita la lettura e la comprensione del “Libro Rosso”, un’opera che rimane tra le più enigmatiche del Novecento, e che senza questa guida risulta ardua anche per gli studiosi junghiani23.

  1. https://www.bollatiboringhieri.it/libri/bernardo-nante-guida-alla-lettura-del-libro-rosso-di-c-g-jung-9788833922775/
  2. https://www.amazon.it/Guida-alla-lettura-%C2%ABLibro-rosso%C2%BB/dp/8833922774
  3. https://www.ibs.it/guida-alla-lettura-del-libro-libro-bernardo-nante/e/9788833922775
  4. https://www.libreriauniversitaria.it/guida-lettura-libro-rosso-jung/libro/9788833922775
  5. https://www.amazon.it/Guida-alla-lettura-Libro-rosso-ebook/dp/B01N966G37
  6. https://portale.unime.it/agon/files/2016/10/S0509.pdf
  7. https://www.unilibro.it/libro/nante-bernardo/guida-lettura-libro-rosso-c-g-jung/9788833922775
  8. https://www.labigaalata.it/p/jung-il-libro-rosso-notazioni.html

temi ricorrenti nelle opere e nelle performance artistiche di Doriam Battaglia, ricerca attraverso Perplexity

I temi ricorrenti nelle opere e nelle performance artistiche di Doriam Battaglia sono principalmente legati alla ricerca della realtà profonda e alla percezione dell’esistenza come processo dinamico e in continua trasformazione.

Le sue opere si concentrano su:

  • La materia e la sua trasformazione: Battaglia esplora la materia come sostanza cangiante, inafferrabile e mutevole, evidenziando il processo di apparizione e scomparsa delle immagini, quasi come “finestre” su un mondo sconosciuto e inconoscibile.
  • La dimensione spirituale e filosofica: Le sue opere sono impregnate di riflessioni filosofiche e spirituali, con riferimenti a pensatori come Amiel e Valéry, e mirano a suscitare nello spettatore uno stato d’animo di meditazione e consapevolezza.
  • Il tempo e la nascita dell’immagine: La pittura di Battaglia è vista come un processo di nascita e affermazione, dove il colore e la composizione suggeriscono un’evoluzione continua, quasi un rito di passaggio dall’assenza all’essere.
  • L’esperienza estetica come indagine etica: L’arte per Battaglia non è solo estetica ma anche etica, un modo per interrogare la realtà e la coscienza, coinvolgendo anche un pubblico non specializzato in una riflessione profonda.
  • L’uso del corpo e della performance: Nelle performance, come in molte pratiche artistiche contemporanee, il corpo è spesso elemento centrale, coinvolto in rituali, movimenti ripetitivi e interazioni con materiali e spazi, per esplorare la vulnerabilità, la temporalità e la materialità dell’esistenza.

In sintesi, i temi principali sono la trasformazione della materia, la ricerca spirituale, il tempo come dimensione dell’esistenza e la relazione tra corpo, spazio e coscienza, elementi che si riflettono sia nelle sue opere pittoriche che nelle sue performance artistiche3459.

  1. https://www.andreaconcas.com/temi-ricorrenti-arte/
  2. https://www.finestresullarte.info/arte-base/maurizio-cattelan-opere-principali-temi-arte
  3. https://madeartiscomunicat.wixsite.com/iam-contemporaryart/single-post/la-performance-art-e-il-suo-lungo-viaggio-verso-il-riconoscimento
  4. https://it.wikipedia.org/wiki/Performance_art
  5. https://flash—art.it/2024/07/tutte-le-arti-tendono-alla-performance-una-conversazione-con-martina-rota/
  6. https://core.ac.uk/download/pdf/35316685.pdf
  7. https://www.mostramifactory.it/arte-contemporanea-viaggio-a-colori-tra-gli-artisti-piu-famosi-al-mondo/
  8. https://riviste.unimi.it/index.php/Lebenswelt/article/download/11116/10517/33271
  9. interests.film

Maria Grazia Calandrone è una poetessa, scrittrice, giornalista, drammaturga, artista visiva, autrice e conduttrice radiofonica italiana

Maria Grazia Calandrone ospite con l'opera finalista al ...

Maria Grazia Calandrone è una poetessa, scrittrice, giornalista, drammaturga, artista visiva, autrice e conduttrice radiofonica italiana, nata a Milano il 15 ottobre 1964 e residente a Roma267. Collabora con il “Corriere della Sera” e Rai Radio 3, dove conduce programmi culturali di poesia, ed è anche regista di documentari per CorriereTV1378.

La sua vita personale è segnata da un’infanzia difficile: abbandonata dalla madre all’età di otto mesi, che poi si suicidò, è stata adottata da Giacomo Calandrone e Consolazione, detta Ione. Questo dramma familiare è raccontato in alcune sue opere, tra cui il romanzo “Dove non mi hai portata”, finalista al Premio Strega 2023, e “Splendi come vita”, dedicato alla madre adottiva256.

Ha pubblicato numerose raccolte di poesia e libri, tra cui “Serie fossile”, “Gli scomparsi”, “Il bene morale”, “Giardino della gioia” e romanzi come “L’infinito mélo” e “Magnifico e tremendo stava l’amore”1568. Ha ricevuto diversi premi letterari importanti, come il Premio Dessì, Pasolini, Trivio e Napoli per la poesia68.

Oltre alla scrittura, tiene laboratori di poesia nelle scuole pubbliche, carceri e centri di salute mentale, e partecipa a iniziative culturali e didattiche7.

In sintesi, Maria Grazia Calandrone è una figura poliedrica della cultura italiana contemporanea, nota per la sua intensa produzione poetica e narrativa, la sua attività giornalistica e il suo impegno nella diffusione della poesia e della cultura12367.

  1. https://premiostrega.it/PS/autore/maria-grazia-calandrone/
  2. https://it.wikipedia.org/wiki/Maria_Grazia_Calandrone
  3. https://www.einaudi.it/autori/maria-grazia-calandrone/
  4. https://www.mariagraziacalandrone.it
  5. https://www.lanotiziagiornale.it/maria-grazia-calandrone-chi-e-vita-privata-marito-figli-poesie-e-libri-della-scrittrice/
  6. https://www.treccani.it/enciclopedia/maria-grazia-calandrone/
  7. https://www.mariagraziacalandrone.it/bio/
  8. https://www.ibs.it/libri/autori/maria-grazia-calandrone

Alain Finkelkraut, Pescatori di perle, Feltrinelli, 2025

Pescatore Di Perle - Finkielkraut Alain | Libro Gramma ...

Il libro “Pescatore di perle” di Alain Finkielkraut, pubblicato da Feltrinelli nel 2025, prende il titolo dalla definizione che Hannah Arendt diede a Walter Benjamin, definito un “pescatore di perle” per la sua abitudine di collezionare citazioni preziose. Finkielkraut, nel corso della sua vita, ha annotato in quaderni personali frasi, aforismi e osservazioni di pensatori, poeti e scrittori a lui cari, utilizzandoli non come semplici reperti altrui ma come “offerte” per stimolare il proprio pensiero126.

Il libro raccoglie queste citazioni-perle, tratte da autori come Valéry, Kundera, Canetti, Lévinas, Bloch, Mann, Arendt, Tocqueville, Woolf, Solženicyn, Nietzsche e Jankélévitch, e le utilizza per ripercorrere i temi fondamentali della riflessione di Finkielkraut, offrendo una critica profonda e spesso dissonante rispetto allo spirito del nostro tempo. Tra i temi affrontati vi sono l’amore, la cultura, la politica, la guerra, il razzismo e i cambiamenti storici. Ad esempio, l’autore critica la riduzione dell’amore a una relazione contrattuale e democratica, sottolineando che “amare è essere dominato, soggiogato, soggetto a qualcuno”. Inoltre, denuncia come la cultura sia oggi spesso ridotta a una mera pratica sociale, equiparando manga, videogiochi e clip a quella che un tempo si chiamava “la grandezza dello spirito”. Sul piano politico, Finkielkraut mette in guardia dall’uso dell’antirazzismo che, pur legittimo dopo il Terzo Reich, rischia di criminalizzare ogni distinzione tra ospite e ospitato, minacciando così la sopravvivenza delle nazioni e dell’Europa stessa246.

Il libro si presenta come un bilancio personale e intellettuale dell’autore, un invito a risvegliare il pensiero critico attraverso queste perle di saggezza, senza indulgere in provocazioni ma con l’intento di comprendere profondamente il mondo contemporaneo. La lettura può essere fatta in modo non sequenziale, scegliendo le citazioni e i temi in sintonia con il proprio vissuto, rendendo l’opera particolarmente accessibile e stimolante4.

In sintesi, “Pescatore di perle” è una raccolta di riflessioni e citazioni che compongono un percorso filosofico e culturale personale di Alain Finkielkraut, che invita a una riflessione critica sul presente attraverso la saggezza di grandi autori del passato e del presente1246.

  1. https://www.feltrinellieditore.it/opera/pescatore-di-perle-1/
  2. https://www.ibs.it/pescatore-di-perle-libro-alain-finkielkraut/e/9791256240319
  3. https://www.mondadoristore.it/Pescatore-di-perle-Alain-Finkielkraut/eai979125624031/
  4. https://www.ilfoglio.it/una-fogliata-di-libri/2025/06/04/news/pescatore-di-perle-7791589/
  5. https://www.retegargano.it/2025/05/05/il-libro-della-settimana-pescatore-di-perle-di-alain-finkielkraut/
  6. https://www.libreriauniversitaria.it/pescatore-perle-finkielkraut-alain-gramma/libro/9791256240319
  7. https://www.osservatorioantisemitismo.it/articoli/pecheurs-de-perles-nuovo-saggio-di-alain-finkielkraut-sullantisemitismo-contemporaneo/
  8. https://www.lafeltrinelli.it/pescatore-di-perle-ebook-alain-finkielkraut/e/9791256240654
  9. https://www.feltrinellieditore.it/autori/finkielkraut-alain/

Le citazioni più significative raccolte da Alain Finkielkraut nel suo libro Pescatore di perle sono spesso aforismi e riflessioni tratte da grandi autori e pensatori, che l’autore utilizza per stimolare il pensiero critico e riflettere sui temi fondamentali della vita, dell’amore, della cultura e della politica. Tra le più emblematiche vi sono:

  • “Noi non viviamo solo per vivere. Tutto non ricomincia a ogni generazione: noi riceviamo e tramandiamo. La vita si inscrive in una patria, in una lingua…” (Finkielkraut)1.
  • “Amare è essere dominato, soggiogato, soggetto a qualcuno” (riflessione di Finkielkraut sull’amore, che critica la sua riduzione a una relazione contrattuale).
  • La critica alla cultura ridotta a mera pratica sociale, equiparando manga, videogiochi e clip a quella che un tempo si chiamava “la grandezza dello spirito”.
  • Sul piano politico, la denuncia dell’uso dell’antirazzismo che rischia di criminalizzare ogni distinzione tra ospite e ospitato, minacciando la sopravvivenza delle nazioni e dell’Europa.

Queste citazioni e riflessioni, raccolte in Pescatore di perle, rappresentano il “bilancio personale” di Finkielkraut e il suo invito a risvegliare il pensiero critico attraverso la saggezza di grandi autori, senza indulgere in provocazioni ma con l’intento di comprendere profondamente il mondo contemporaneo21.

  1. https://www.frasicelebri.it/frasi-di/alain-finkielkraut/
  2. https://www.ebay.it/itm/286548284443
  3. https://www.pazienti.it/benessere/mental-health/frida-kahlo-tutte-le-sue-frasi-piu-belle-05042024
  4. https://libreriamo.it/frasi/se-questo-e-un-uomo-frasi-primo-levi/
  5. https://www.frasicelebri.it/argomento/coppia/
  6. https://unitesi.unive.it/retrieve/dbbcf4fe-a595-4941-91d9-a73aa7649c83/837006-1235828.pdf
  7. https://ricerca.unistrapg.it/retrieve/594aad0d-8a15-44b4-aa9a-c35d3118c01f/D.%20Fadda,%20Il%20dizionario%20come%20forma%20breve.%20Dai%20mots-valises%20alla%20lexifiction.pdf
  8. https://iris.unito.it/retrieve/19a32a97-5111-4460-84c5-76d756229e37/E%20se%20non%20fosse%20la%20buona%20battaglia.pdf

Edmund White (1940-2025), biografia e libri

Edmund White smiling in 2011wikipedia

Edmund Valentine White III (Cincinnati, 13 gennaio 1940 – New York, 3 giugno 2025) è stato uno scrittore, saggista, drammaturgo e biografo statunitense, universalmente riconosciuto come uno dei pionieri della letteratura gay e una figura centrale nella cultura queer contemporanea1256.

Cresciuto a Evanston, Illinois, dopo il divorzio dei genitori si trasferì con la madre e la sorella. Frequentò la Cranbrook School in Michigan e poi l’Università del Michigan, dove si laureò in cinese nel 1962. Rifiutò un dottorato ad Harvard per seguire un amante a New York, immergendosi nella nascente scena gay della città e lavorando come redattore per importanti testate come Time-Life Books, Newsweek, Saturday Review e Horizon156.

Fu testimone diretto dei moti di Stonewall nel 1969 e, oltre alla carriera letteraria, fu attivista: nel 1982 contribuì a fondare il Gay Men’s Health Crisis, una delle prime organizzazioni di supporto per persone con HIV/AIDS16. White visse a lungo tra gli Stati Uniti e la Francia, ottenendo onorificenze come l’Ordre des Arts et des Lettres francese. Dal 1999 fu professore di scrittura creativa alla Princeton University1.

La sua produzione, oltre 30 libri tra narrativa e saggistica, è caratterizzata da una schiettezza senza precedenti nel raccontare la vita, la sessualità e le esperienze della comunità omosessuale maschile americana, spesso attingendo alla propria biografia256. White fu tra i primi autori a parlare apertamente della propria sieropositività e della promiscuità, contribuendo a ridefinire la rappresentazione dell’identità gay nella letteratura126.

Libri Principali

Narrativa

  • Forgetting Elena (1973): romanzo d’esordio, ambientato su un’isola che riflette in modo velato la cultura gay1235.
  • Nocturnes for the King of Naples (1978): romanzo epistolare esplicitamente gay123.
  • A Boy’s Own Story (1982): primo volume della trilogia semi-autobiografica, racconta l’adolescenza di un ragazzo gay negli anni ’5012356.
  • The Beautiful Room Is Empty (1988): secondo volume della trilogia, segue il protagonista nell’età adulta e nei cambiamenti sociali degli anni ’60 e ’7012356.
  • The Farewell Symphony (1997): terzo volume, affronta la maturità e la crisi dell’AIDS12356.
  • Caracole (1985): romanzo grottesco e surreale16.
  • The Married Man (2000): storia d’amore tra Francia e Stati Uniti, segnata dall’HIV/AIDS136.
  • Fanny: A Fiction (2003): romanzo storico su Frances Wright e Frances Trollope16.
  • Hotel de Dream (2007): romanzo sulla vita gay nella New York di fine Ottocento136.
  • Jack Holmes and His Friend (2012): esplora l’amicizia tra un uomo gay e uno etero136.
  • Our Young Man (2016), A Saint from Texas (2020), A Previous Life (2022), The Humble Lover (2023): romanzi degli ultimi anni16.

Saggistica, biografie e memoir

  • The Joy of Gay Sex (1977, con Charles Silverstein): manuale rivoluzionario sulla sessualità gay136.
  • States of Desire: Travels in Gay America (1980): viaggio-reportage nella cultura gay statunitense prima dell’AIDS136.
  • Genet (1993), Marcel Proust (1998), Rimbaud: The Double Life of a Rebel (2008): biografie letterarie di grandi autori francesi6.
  • My Lives (2005): autobiografia tematica16.
  • City Boy: My Life in New York During the 1960s and ’70s (2009): memoir sulla New York pre-AIDS16.
  • Inside a Pearl: My Years in Paris (2014): ricordi degli anni parigini6.
  • The Unpunished Vice: A Life of Reading (2018): riflessione autobiografica sulla lettura6.
  • The Loves of My Life (2025): memoir erotico pubblicato poco prima della morte1.

Teatro

  • Terre Haute (2006): dramma ispirato all’incontro immaginario tra Timothy McVeigh e Gore Vidal16.

Riconoscimenti

Edmund White ha ricevuto numerosi premi, tra cui il Lambda Literary’s Visionary Award, il Lifetime Achievement Award della National Book Foundation e il PEN/Saul Bellow Award for Achievement in American Fiction. In Francia è stato nominato Chevalier e poi Officier de l’Ordre des Arts et des Lettres136.

Eredità

Considerato il “padrino della letteratura queer”24, White ha influenzato generazioni di scrittori e ha contribuito in modo fondamentale alla visibilità e alla dignità della comunità LGBTQ+ nella letteratura mondiale.

  1. https://en.wikipedia.org/wiki/Edmund_White
  2. https://www.nytimes.com/2025/06/04/books/edmund-white-dead.html
  3. https://www.nationalbook.org/people/edmund-white/
  4. https://www.washingtonpost.com/obituaries/2025/06/04/edmund-white-dead-novelist/
  5. https://www.npr.org/2025/06/04/nx-s1-5423297/edmund-white-obituary
  6. https://www.britannica.com/biography/Edmund-White
  7. https://dof.princeton.edu/people/edmund-valentine-white-iii
  8. https://www.goodreads.com/author/show/15975.Edmund_White

«Considerate la vostra semenza: fatti non foste a viver come bruti, ma per seguir virtute e canoscenza»

La parola “canoscenza” in Dante Alighieri, specialmente nel celebre verso del Canto XXVI dell’Inferno, rappresenta la conoscenza intesa come sapere, scienza e ricerca intellettuale e morale. Il termine è usato nella famosa terzina pronunciata da Ulisse:

«Considerate la vostra semenza:
fatti non foste a viver come bruti,
ma per seguir virtute e canoscenza»89.

Qui “canoscenza” significa la conoscenza in senso ampio, non solo il sapere tecnico ma anche la ricerca della virtù e della saggezza, che distingue l’essere umano dagli animali (“bruti”). Ulisse esorta i suoi compagni a non vivere come bestie mossi solo dall’istinto, ma a perseguire la virtù e la conoscenza, simbolo di un ideale umano e morale più elevato289.

Nel contesto del Canto XXVI, che si svolge nell’ottava bolgia dell’ottavo cerchio dell’Inferno, Dante riflette anche sul valore e i limiti dell’ingegno umano. Ulisse rappresenta l’ingegno spinto oltre i limiti della virtù cristiana, che può portare alla perdizione se non guidato dalla giusta morale6.

In sintesi, “canoscenza” in Dante è un concetto chiave che sintetizza la tensione verso il sapere e la virtù, un ideale umano che va oltre la mera sopravvivenza e che si pone come scopo nobile dell’esistenza umana689.

Citations:

  1. https://digitaldante.columbia.edu/dante/divine-comedy/inferno/inferno-26/
  2. https://thebookbindersdaughter.com/2018/09/13/you-were-not-made-to-live-like-brute-beasts/
  3. http://antonio-bonifati.blogspot.com/2012/07/word-by-word-explanation-of-famous.html
  4. https://our.oakland.edu/bitstreams/22d090ce-35a6-40dc-9194-0d4c5682f829/download
  5. https://msuweb.montclair.edu/~furrg/mel/dante10.html
  6. https://it.wikipedia.org/wiki/Inferno_-_Canto_ventiseiesimo
  7. https://www.poetryintranslation.com/PITBR/Italian/ConvivioIII.php
  8. https://www.dante.global/it/cultura/promozione-culturale/canto-per-canto/inferno-cantoxxvi
  9. https://www.studiarapido.it/fatti-non-foste-a-viver-come-bruti-significato-verso-dante/

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Giuseppe Patota, “A tu per tu con la Commedia”, Laterza, 2025

Il libro “A tu per tu con la Commedia” di Giuseppe Patota, pubblicato da Laterza nel 2025, è un’opera che si propone di rendere accessibile e comprensibile la Divina Commedia di Dante anche a chi non la conosce bene o la trova difficile da leggere.

Patota, linguista e studioso della lingua italiana, ha selezionato i versi più significativi dei cento canti e li ha spiegati parola per parola, offrendo un percorso in 114 tappe che accompagna il lettore nel viaggio dantesco, collegando i versi ai loro contesti storici, culturali e letterari135.

Il libro affronta la complessità linguistica e tematica della Commedia, che spazia dalla teologia alla filosofia, dalla morale alla politica, dalla scienza all’arte della guerra, mostrando come Dante abbia sperimentato tutte le possibilità espressive della lingua italiana e abbia racchiuso nel suo poema un sapere enciclopedico antico e medievale15.

Giuseppe Patota, professore ordinario di Linguistica italiana all’Università di Siena, è anche membro di importanti istituzioni culturali come l’Accademia dei Lincei e l’Accademia della Crusca, e ha una vasta produzione scientifica e divulgativa sulla lingua italiana3.

In sintesi, “A tu per tu con la Commedia” è un testo pensato per accompagnare il lettore in un viaggio chiaro e coinvolgente attraverso la Divina Commedia, abbattendo le difficoltà linguistiche e culturali che spesso scoraggiano la lettura di questo capolavoro157.

Citations:

  1. https://www.laterza.it/scheda-libro/?isbn=9788858156537
  2. https://www.ibs.it/a-tu-per-tu-con-libro-giuseppe-patota/e/9788858156537
  3. https://www.laterza.it/2025/01/10/a-tu-per-tu-con-la-commedia/
  4. https://www.libraccio.it/libro/9788858156537/giuseppe-patota/a-tu-per-tu-con-commedia.html
  5. https://www.libreriauniversitaria.it/tu-tu-commedia-patota-giuseppe/libro/9788858156537
  6. https://www.mondadoristore.it/A-tu-per-tu-con-la-Commedia-Giuseppe-Patota/eai978885815653/
  7. https://www.youtube.com/watch?v=pXtdmY5wWZI
  8. https://www.unilibro.it/libro/patota-giuseppe/a-tu-per-tu-con-la-commedia-/9788858156537

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Emiliano Sbaraglia, Leggere Dante a Tor della Monica, edizioni E/O, 2025

Leggere Dante a Tor Bella Monaca - Emiliano Sbaraglia

“Leggere Dante a Tor Bella Monaca” è un libro di Emiliano Sbaraglia pubblicato dalle edizioni E/O nel 2025. Il testo racconta un anno scolastico in una terza media di Tor Bella Monaca, una periferia di Roma, dove il professore di italiano decide di far scoprire ai suoi studenti la Divina Commedia di Dante Alighieri. Nonostante le difficoltà legate al contesto sociale, caratterizzato da un alto tasso di abbandono scolastico e da un ambiente difficile, la lettura di Dante si rivela uno strumento potente per coinvolgere gli adolescenti, stimolare la loro curiosità e offrire loro nuove parole e nuovi orizzonti culturali12.

Il libro mette in luce come Dante, con la sua immaginazione e creatività, riesca a creare un ponte tra mondi apparentemente lontani, rendendo viva e accessibile la grande letteratura italiana anche in contesti periferici. A conclusione del percorso, gli studenti partecipano a una gita a Firenze, che rappresenta un momento di coronamento e di reale esperienza culturale2.

Emiliano Sbaraglia, insegnante di materie letterarie nella scuola pubblica italiana e membro fondatore dell’Associazione di scrittori “Piccoli Maestri”, utilizza la sua esperienza decennale per mostrare come sia possibile insegnare Dante in modo efficace e significativo anche in contesti difficili, sottolineando l’importanza di un insegnamento professionale e contestualizzato12.

In sintesi, “Leggere Dante a Tor Bella Monaca” è un invito a non rinunciare alla grande letteratura nelle scuole periferiche, dimostrando che Dante può essere un potente strumento di inclusione e crescita personale per i giovani più svantaggiati.

Citations:

  1. https://www.edizionieo.it/book/9788833578477/leggere-dante-a-tor-bella-monaca
  2. https://www.raicultura.it/letteratura/articoli/2025/03/Emiliano-Sbaraglia-Leggere-Dante-a-Tor-Bella-Monaca-835c7a5c-f71f-481f-bdf3-3336bf6db1ce.html
  3. https://www.ilrecensore.it/leggere-dante-a-tor-bella-monaca-di-emiliano-sbaraglia/
  4. https://www.edizionieo.it/review/12551
  5. https://www.ebay.it/itm/116447749418
  6. https://www.visionimolteplici.it/2025/03/31/dante-sbaraglia/
  7. https://books.google.com/books/about/Leggere_Dante_a_Tor_Bella_Monaca.html?id=Sts4EQAAQBAJ
  8. https://www.youtube.com/watch?v=ifHYuS9U64w

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Stefano Frassetto, rubrica settimanale “I grandi classici in parole povere”, pubblicata su “TuttoLibri”, l’inserto culturale del quotidiano “La Stampa”

Stefano Frassetto è un fumettista e illustratore italiano noto per la sua rubrica settimanale “I grandi classici in parole povere”, pubblicata su “TuttoLibri”, l’inserto culturale del quotidiano “La Stampa” ogni sabato157.

In questa rubrica, Frassetto propone reinterpretazioni umoristiche e semplificate dei grandi classici della letteratura, presentandoli sotto forma di strisce a fumetti che rendono accessibili e comprensibili anche testi complessi attraverso un linguaggio semplice e immediato15.

Oltre a questa attività, Frassetto ha una lunga carriera come fumettista con opere come “Ippo” e “35MQ”, pubblicate su vari quotidiani italiani e internazionali. Collabora anche come illustratore per testate italiane ed estere, tra cui “La Stampa”, “Libération” e “Le Temps”36.

Le sue strisce su “La Stampa” sono apprezzate per il loro approccio innovativo che avvicina il pubblico alla letteratura classica in modo divertente e didattico, trasformando grandi romanzi in racconti visivi sintetici e ironici15.

Citations:

  1. https://antemp.com/2025/01/11/stefano-frassetto-i-grandi-classici-in-parole-povere-in-tuttolibri-la-stampa/
  2. https://www.instagram.com/stefanofrassetto/p/DGFwPjzIuYA/
  3. https://it.wikipedia.org/wiki/Stefano_Frassetto
  4. https://www.frassetto.net
  5. https://antemp.com/2025/02/09/i-grandi-classici-in-parole-povere-di-stefano-frassetto-rubrica-settimanale-pubblicata-su-tuttolibri/
  6. https://it.linkedin.com/in/stefano-frassetto-90885420
  7. https://traccesent.com/2025/01/11/stefano-frassetto-i-grandi-classici-in-parole-povere-in-tuttolibri-la-stampa-al-sabato-di-ogni-settimana/
  8. https://www.instagram.com/p/DE9yUkcoZVj/

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Il concetto di “puer” nella psicanalisi junghiana

Il concetto di “puer” nella psicanalisi junghiana si riferisce a un archetipo fondamentale della psiche umana, noto anche come “Puer Aeternus” o “eterno fanciullo”.

Questo archetipo rappresenta il lato infantile e giovanile presente in ogni individuo, caratterizzato da una grande forza vitale, creatività, spontaneità e una costante ricerca di stimoli e novità123.

Caratteristiche principali del Puer:

  • È una figura in continuo divenire, priva di una storia personale fissa, che vive in una dimensione di potenzialità e possibilità infinite1.
  • Mostra una grande sensibilità e una forte propensione verso gli altri, spesso manifestando relazioni simbiotiche e un bisogno di modelli esterni cui ispirarsi1.
  • Ha un lato positivo che simboleggia il potenziale di crescita, la speranza e la capacità di rinnovamento27.
  • Tuttavia, presenta anche un lato negativo, che si manifesta come rifiuto di crescere, paura delle responsabilità e tendenza all’infantilismo, con dipendenza dagli altri e difficoltà a stabilire una propria autonomia235.

Dualismo con l’archetipo Senex:

Il Puer è opposto e complementare all’archetipo del Senex, che rappresenta l’uomo vecchio, associato a disciplina, controllo, responsabilità e razionalità. Mentre il Senex incarna la saggezza e l’esperienza, il Puer è legato all’istinto, alla passione, all’eccentricità e alla creatività246.

L’equilibrio tra questi due archetipi è fondamentale per uno sviluppo psichico sano, poiché permette di alternare il bisogno di libertà e rinnovamento con la capacità di controllo e saggezza1.

Aspetti simbolici e psicologici:

Jung sottolineava che il Puer, pur apparendo a livello cosciente come un contenuto apparentemente irrilevante, emerge dall’inconscio con una forza unificatrice e rigenerante, rappresentando un impulso fondamentale all’autorealizzazione e alla vitalità579.

In sintesi, il Puer nella psicanalisi junghiana è un archetipo complesso e ambivalente che incarna sia la forza vitale e creativa dell’infanzia interiore sia il rischio di un’infantilizzazione adulta e di una fuga dalle responsabilità, in tensione con l’archetipo opposto del Senex1236.

Citations:

  1. https://www.psicoterapiapsicologia.it/articoli-psicologia-psicoterapia/larchetipo-del-puer
  2. https://it.wikipedia.org/wiki/Puer_aeternus
  3. https://www.denisebargiacchi.com/archetipi-puer-aeternus
  4. https://www.psicologiaarchetipica.it/larchetipo-bifronte-e-la-sincronicita-il-senex-puer/
  5. http://psicologiaeconsapevolezza.blogspot.com/2016/01/larchetipo-del-puer-aeternus-secondo.html
  6. https://www.uninfonews.it/puer-e-senex/
  7. https://www.psychiatryonline.it/notizie-varie/le-parole-di-jung-puer/
  8. https://amaliatemperini.com/2013/09/11/puer-aeternus-james-hillman/
  9. https://www.arpajung.it/cartella-documenti/documenti/Relazioni/Del%20Ry%20puer%20aeternus.doc
  10. https://www.lirpa-internationaljournal.it/2022/06/30/lapporto-della-psicoterapia-alla-trasmissione-intergenerazionale-analisi-della-dinamica-archetipica-senex-et-puer-progetto-in-tra/

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Il concetto di “poesia” nel pensiero di Emanuele Severino

La poesia come luogo privilegiato della verità occidentale

Nel pensiero di Emanuele Severino, la poesia occupa un ruolo centrale nell’interpretazione della storia e della crisi del pensiero occidentale.

Severino individua nella poesia – in particolare in quella di Eschilo e Leopardi – il luogo dove si manifesta in modo privilegiato il cuore stesso dell’Occidente: la sua tendenza nichilistica, ossia l’identificazione dell’essere con il nulla68. L’arte e la poesia, secondo Severino, non sono semplici espressioni estetiche, ma “mettono in opera” l’essenza profonda della civiltà occidentale, rendendone visibile la follia: la convinzione che tutto ciò che è, sia destinato al nulla.

Poesia e filosofia: intreccio e distinzione

Severino sottolinea come in Leopardi poesia e filosofia si intreccino in modo indissolubile, tanto che la poesia diventa la forma suprema della filosofia stessa24.

Mentre la filosofia occidentale, a partire dai Greci, aveva cercato un fondamento eterno e immutabile, Leopardi (secondo Severino) mostra che l’unica evidenza assoluta è il divenire, dominato dal nulla, e che la poesia rappresenta l’ultima illusione di salvezza offerta agli uomini, oltre il fallace ottimismo della scienza e della tecnica35.

La poesia come suprema illusione e resistenza

Per Severino, la poesia è l’erede della festa arcaica: un momento in cui l’uomo, attraverso canto e danza, riesce a respirare “al di sopra dell’oppressione del dolore della vita”1.

In Leopardi, la poesia diventa l’ultima parola prima dell’annientamento definitivo dell’uomo nell’epoca della tecnica. È la forma più alta dell’illusione e dell’immaginazione, quella che permette al “genio” di vivere la contraddizione tra il nulla e l’esistenza, di guardare in faccia il nulla ma di resistervi con la melodia del canto25. La poesia, dunque, non salva dall’annientamento, ma offre uno spiraglio di senso e di vita proprio nel riconoscimento della nullità di tutte le cose7.

La poesia come testimonianza del nichilismo

Severino vede nella poesia di Leopardi la testimonianza più radicale del nichilismo occidentale: la poesia diventa consapevolezza e testimonianza della nullità di tutte le cose, un atto di genio che, pur sapendo di essere destinato al nulla, continua a cantare7.

In questo senso, la poesia non è evasione, ma la più lucida e rigorosa interpretazione della condizione umana nell’epoca del disincanto e della tecnica36.

Sintesi

  • La poesia, per Severino, è il luogo in cui si manifesta in modo privilegiato il destino nichilistico dell’Occidente.
  • In Leopardi, poesia e filosofia si fondono: la poesia diventa la forma suprema della filosofia, capace di testimoniare la verità del nulla.
  • La poesia rappresenta l’ultima illusione e resistenza di fronte all’annientamento portato dalla tecnica e dalla ragione.
  • L’opera di genio poetico è consapevole della propria condanna al nulla, ma trova nella melodia del canto la forza di resistere e testimoniare257.

In definitiva, per Severino la poesia non è solo un genere letterario, ma un atto filosofico di suprema consapevolezza e di tragica grandezza, capace di illuminare il destino dell’uomo occidentale nel suo confronto con il nulla.

Citations:

  1. https://www.raicultura.it/filosofia/articoli/2018/12/La-filosofia-di-Leopardi-a4db3ff0-3a0b-43b5-8008-f385fd9e47e8.html
  2. https://ilclubdelsaperefilosofico.wordpress.com/2022/11/21/emanuele-severino-il-nulla-e-la-poesia-alla-fine-delleta-della-tecnica-leopardi/
  3. https://www.ibs.it/nulla-poesia-alla-fine-dell-libro-emanuele-severino/e/9788817005302
  4. https://www.youtube.com/watch?v=JgzylHbMhPY
  5. https://www.eunews.it/2022/11/09/severino-scopre-leopardi-fondatore-della-filosofia-europea-contemporanea/
  6. https://www.tesionline.it/tesi/lettere-e-filosofia/nichilismo-t%C3%A9chne-e-poesia-nel-pensiero-di-emanuele-severino/10376
  7. https://arenaphilosophika.it/la-lettura-severiniana-di-eschilo-e-leopardi-linizio-e-la-fine-della-civilta-della-tecnica/
  8. https://www.filosofico.net/nichilsevcardonefranc.htm
  9. https://www.rizzolilibri.it/libri/il-nulla-e-la-poesia-2/
  10. https://thesis.unipd.it/retrieve/39be6355-c673-4417-8909-0847a140a0c0/Riccardo_Guido_Peruzzo_2019.pdf
  11. https://emanueleseverino.com/2022/09/09/emanuele-severino-entro-la-dimensione-nichilistica-delloccidente-non-si-puo-non-essere-leopardiani-ma-quale-in-leopardi-la-forma-del-rapporto-tra-filosofia-e-poesia-2/
  12. https://criticaimpura.wordpress.com/2020/03/20/nichilismo-techne-e-poesia-nel-pensiero-di-emanuele-severino/
  13. https://www.adelphi.it/catalogo/tema/33/p8
  14. https://emanueleseverino.com/category/temi-chiave-di-emanuele-severino/poesia-poiesis/
  15. https://www.ousia.it/content/Sezioni/Temi/Tesi/NichilismoTechnePoesia.doc

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Paolo Cognetti e Alice Munro

A pesca nelle pozze più profonde di Paolo Cognetti

Paolo Cognetti e Alice Munro sono due autori legati dalla passione per la forma del racconto, anche se con stili e contesti molto diversi.

Alice Munro è una scrittrice canadese celebre per i suoi racconti, che le hanno valso il Premio Nobel per la Letteratura.

Ha scritto circa centocinquanta racconti in quarantacinque anni, spesso intrecciati tra loro come “romanzi di racconti”.

I suoi temi principali sono la vita delle donne, la famiglia, le fughe e i ritorni, con un’attenzione particolare a dinamiche di adulterio, femminismo, ecologia e antimilitarismo, ambientate in contesti spesso rurali ma anche urbani, con riferimenti culturali europei e protestanti.

Munro è nota per la sua capacità di esplorare la complessità delle relazioni umane e dei sentimenti attraverso storie apparentemente semplici, ma profondamente intrecciate135.

Paolo Cognetti, autore italiano nato nel 1978, è noto soprattutto per il suo romanzo “Le otto montagne”, ma ha anche scritto saggi e riflessioni sulla scrittura e sui racconti.

Cognetti ha espresso grande ammirazione per Munro, definendola una virtuosa della forma breve e ha cercato di svelare il “segreto” dei suoi racconti perfetti, sottolineando la sua capacità di cogliere la vita nelle sue pieghe più intime e quotidiane1248.

Cognetti ha anche scritto articoli e commenti su Munro, evidenziando come la sua scrittura non si limiti a raccontare il mondo contadino o povero, ma spesso si concentri su protagoniste femminili che hanno studiato, vissuto in città, e che affrontano temi di emancipazione e crisi morale.

Inoltre, Cognetti ha sottolineato la coesione e la continuità dell’opera di Munro, in cui i racconti dialogano tra loro e creano una sorta di universo narrativo coerente1.

In sintesi, Paolo Cognetti riconosce in Alice Munro una maestra del racconto capace di intrecciare storie di vita con grande profondità e rigore, e la sua opera ha influenzato anche la sensibilità narrativa di Cognetti stesso123.

Citations:

  1. https://www.minimaetmoralia.it/wp/letteratura/alice-munro-nobel-letteratura/
  2. https://www.losbuffo.com/2018/08/30/segreto-alice-munro/
  3. https://traccesent.com/2010/01/13/alice-munro-too-much-happiness-2010-articolo-di-paolo-cognetti/
  4. https://www.scratchbook.net/2014/12/a-pesca-nelle-pozze-cognetti.html
  5. https://www.minimaetmoralia.it/wp/estratti/meditazioni-sullarte-di-scrivere-racconti/
  6. https://nonsoloproust.wordpress.com/2008/09/07/la-vecchiaia-di-alice-munro/
  7. https://www.corriere.it/pianeta2020/21_aprile_26/cognetti-la-mia-generazione-crisi-sogniamo-luogo-natura-dove-ricominciare-54418412-a44c-11eb-a7d3-6cda844bb148.shtml
  8. https://www.linkiesta.it/2013/10/la-nobel-della-letteratura-munro-vista-dai-colleghi/

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Messinese Leonardo, Emanuele Severino. Il destino e il mortale, Feltrinelli, 2025

Il libro “Emanuele Severino. Il destino e il mortale” di Leonardo Messinese, pubblicato da Feltrinelli nel 2025, è un’analisi approfondita dell’opera filosofica di Emanuele Severino.

Messinese, professore ordinario di Metafisica alla Pontificia Università Lateranense, ricostruisce le origini e lo sviluppo del pensiero del filosofo bresciano, utilizzando anche fonti inedite come le lezioni tenute da Severino all’Università Cattolica di Milano.

L’opera si concentra su come Severino abbia coniugato una profonda meditazione sul senso dell’essere e della verità con le implicazioni per l’agire umano nella storia e la logica del sapere scientifico e tecnico contemporaneo. Messinese dedica particolare attenzione agli anni giovanili di Severino e al suo rapporto con altre figure della filosofia contemporanea, chiarendo il significato del “ritornare a Parmenide” e della sua critica al nichilismo occidentale, temi per cui Severino è particolarmente noto.

Il libro offre inoltre indicazioni metodologiche e osservazioni per aiutare il lettore a confrontarsi personalmente con il pensiero severiniano, che è descritto come unitario e multiforme136.

  1. https://www.feltrinellieditore.it/opera/emanuele-severino/
  2. https://nlcommerciale.feltrinellieditore.it/opera/emanuele-severino/
  3. https://www.ibs.it/emanuele-severino-libro-leonardo-messinese/e/9788807227387
  4. https://www.libreriadelsanto.it/libri/9788807227387/emanuele-severino.html
  5. https://acciobooks.com/book-versions/emanuele-severino/596834
  6. https://www.libreriauniversitaria.it/emanuele-severino-messinese-leonardo-feltrinelli/libro/9788807227387
  7. https://www.ebay.it/itm/116546409991
  8. https://www.lafeltrinelli.it/libri/autori/emanuele-severino
  9. https://www.feltrinellieditore.it/libri/novita/

TartaRugosa ha letto e scritto di Georges Perec (1989) “Pensare/Classificare”, Rizzoli, Milano. Ripubblicato da Quodlibet editore nel 2024

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VINCENZO GUARRACINO sul libro: Akano Yotsuba,  CHIODI BATTUTI,  A cura di Diego Martina,  I Quaderni del Bardo Edizioni, Sannicola (LE)

CHIODI BATTUTI di Akano Yotsuba
È stato giustamente detto che i lettori di haiku non devono freneticamente divorare i testi uno dopo l’altro, con l’unico intento di giungere alla fine. L’haiku è un atto d’amore e basta. Ogni verso, concentrato nelle sue pause, chiede solo di offrirsi allo sguardo, a un attraversamento attento e disponibile a una rivelazione. Ed è lì che il lettore si deve fermare: all’attimo che si inscrive tra passo e lettura come al suo invisibile, eppure essenziale, elemento strutturale, laddove, nel lungo silenzio, denso di significato, il lettore permette al poema di sciogliersi e parlare. L’invito, insomma, ad uno “stile”, ad una modalità di approccio differente, che richiede concentrazione e attenzione ad a un’”illuminazione”, che è attitudine tipicamente orientale a cogliere e percepire l’attimo del sé.
Questo vale, ovviamente, per l’haiku, ma anche per le cosiddette “scritture brevi”, più nostre, proverbi, epigrammi, aforismi, massime, sentenze che siano, forme ed espressioni tutte di sapienza antica e consolidata, tutte al limite tra letteratura e filosofia.
Viene in mente una considerazione che in altro ambito si ricava da un’opera dal titolo emblematico, ossia Il tutto nel frammento, di un grande pensatore, il teologo H.U. von Balthasar (1905-1988), che invita a guardare oltre, alla “totalità”: “Ogni frammento di un pezzo di ceramica suggerisce la totalità del vaso, ogni “torso” di marmo viene visto nella luce dell’intera statua”.
Il tutto nel frammento, nel dettaglio. Come suggerisce anche il poeta Kahlil Gibran quando dice: “Ho scoperto il segreto del mare / meditando su una goccia di rugiada”, aiutandoci a capire ciò che altrimenti è incomprensibile, ossia come cogliere di un intero, reale o supposto, una minima parte, scorgendo in essa l’immagine di una totalità, la verità assoluta riassunta in un suo brandello: vedendo in una “goccia” il mare stesso, la sua energia concentrata, non diversamente dalla capacità di certi santoni buddisti che a forza di ascesi pretendono di scorgere un intero paesaggio in un baccello di fava.
Tutto questo nelle “scritture brevi”, nella loro icasticità fatta di spezzature, tutte ellissi di sostantivi e predicati, in un sistema di allusioni luminose oltre la loro apparente e scontrosa indecifrabilità.
Come avviene nell’haiku, appunto, la cui essenzialità e spesso puntuta, acuminata brevità è già di per sé indizio di un qualcosa, che chi scrive insegue e “indica”, invitando a non fermarsi al dettaglio, ad andare “oltre”.
“La forma poetica più bella dopo il silenzio”, insomma, come ha detto il poeta Akano Yotsuba, l’autore della scelta antologica “Chiodi battuti”, uscita a cura di Diego Martina presso le Edizioni dei I Quaderni del Bardo di Sannicola di Lecce, a dimostrazione che “ogni haiku è un universo compiuto in una percezione istantanea di tempo e di luoghi definiti”. Un lampo, un’”illuminazione”.
Senza entrare nel merito della loro più o meno fedeltà strutturale a un genere ben codificato dalla tradizione (la metrica, insomma, del 5-7-5), quel che preme qui è soprattutto sottolineare è, oltre la canonica delicatezza della voce del poeta, ciò che suggerisce “Chiodi battuti” che trae il titolo da un haiku della terza delle tre raccolte, ossia “Macellare” del 2021 (“Il calore / dei chiodi battuti / dentro la roccia”): in una scena che sembra essere sospesa tra equilibrio tra crudeltà e meraviglia, la natura contrariamente all’assunto del genere (il kigo, ossia il riferimento a un fenomeno legato a una delle stagioni dell’anno, come baricentro di un componimento) viene trascurata per “additare” un perno concettuale più aderente all’ethos del poeta, che non a caso con “Macellare”, lascia intravedere una precisa connotazione delle sue modalità di approccio al reale. Una “dissonanza” che, come sottolinea il curatore della silloge Diego Martina, vale a testimoniare l’originalità di un autore che al genere sa dare una propria riconoscibile impronta anche sociale.
VINCENZO GUARRACINO
Akano Yotsuba,  CHIODI BATTUTI,  A cura di Diego Martina,  I Quaderni del Bardo Edizioni, Sannicola (LE)
pp.91, s.i.p.

Giacomo Leopardi, “Elogio degli uccelli”, citazione in Operette morali

… “Sono gli uccelli naturalmente le più liete creature del mondo.

Non dico ciò in quanto se tu li vedi o gli odi, sempre ti rallegrano; ma intendo di essi medesimi in sé, volendo dire che sentono giocondità e letizia più che alcuno altro animale.

Si veggono gli altri animali comunemente seri e gravi; e molti di loro anche paiono malinconici; rade volte fanno segni di gioia, e questi piccoli e brevi; nella più parte dei loro godimenti e diletti, non fanno festa, né significazione alcuna di allegrezza; delle campagne verdi, delle vedute aperte e leggiadre, dei soli splendidi, delle arie cristalline e dolci, se anco sono dilettati, non ne sogliono dare indizio di fuori; eccetto che delle lepri si dice che la notte, ai tempi della luna, e massime della luna piena, saltano e giuocano insieme, compiacendosi di quel chiaro, secondo che scrive Senofonte.

Gli uccelli per lo più si dimostrano nei moti e nell’aspetto lietissimi; e non da altro procede quella virtù che hanno di rallegrarci colla vista, se non che le loro forme e i loro atti, universalmente, sono tali, che per natura dinotano abilità e disposizione speciale a provare godimento e gioia; la quale apparenza non è da riputare vana e ingannevole.

Non di quella immaginativa profonda, fervida e tempestosa, come ebbero Dante, il Tasso; la quale è funestissima dote, e principio di sollecitudini e angosce gravissime e perpetue; ma di quella ricca, varia, leggera, instabile e fanciullesca; la quale si è larghissima fonte di pensieri ameni e lieti, di errori dolci, di vari diletti e conforti; e il maggiore e più fruttuoso dono di cui la natura sia cortese ad anime vive.

Di modo che gli uccelli hanno di questa facoltà, in copia grande, il buono, e l’utile alla giocondità dell’animo, senza però partecipare del nocivo e penoso. E siccome abbondano della vita estrinseca, parimente sono ricchi della interiore; ma in guisa che tale abbondanza risulta in loro beneficio e diletto, come nei fanciulli, non in danno e miseria insigne, come per lo più negli uomini.

Perocché nel modo che l’uccello quanto alla vispezza e alla mobilità di fuori, ha col fanciullo una manifesta similitudine; così nelle qualità dell’animo dentro, ragionevolmente è da credere che lo somigli. I beni della quale età se fossero comuni alle altre, e i mali non maggiori in queste che in quella; forse l’uomo avrebbe cagione di portare la vita pazientemente.” …

Questa riflessione di Leopardi esprime la sua ammirazione per la gioia naturale e spontanea degli uccelli, contrapposta alla malinconia e alla complessità del sentimento umano.

  1. https://it.wikisource.org/wiki/Operette_morali_(Leopardi_-_Donati)/Elogio_degli_Uccelli
  2. https://alessandria.today/2025/04/30/giacomo-leopardi-e-il-suo-elogio-degli-uccelli-di-carlo-molinari/
  3. https://www.lacittadiisaura.it/elogio-degli-uccelli-di-giacomo-leopardi/
  4. https://agiacomoleopardi.wordpress.com/2013/10/09/elogio-degli-uccelli/
  5. https://www.sololibri.net/il-passero-solitario-Leopardi-parafrasi-analisi.html
  6. https://www.sololibri.net/Gli-uccelli-Franco-Battiato-Giacomo-Leopardi-canzone.html
  7. https://rn24.agesci.it/wp-content/uploads/2024/05/Felici-di-generare-speranza.pdf
  8. https://alessandria.today/2023/05/22/elogio-degli-uccelli-giacomo-leopardi-di-carlo-molinari-poeta-e-autore-di-alessandria-today-magazine/
  9. https://giacomoverri.wordpress.com/2018/09/06/le-nuove-operette-morali-elogio-degli-uccelli/
  10. https://www.docsity.com/it/elogio-degli-uccelli-di-giacomo-leopardi/7196571/

Moresco Antonio, Lettera d’amore a Giacomo Leopardi, Solferino editore, 2025

Lettera d’amore a Giacomo Leopardi di Antonio Moresco (Solferino, 2025) è un’opera ibrida tra saggio critico e confessione autobiografica, strutturata in due parti distinte.
Nella prima sezione, Moresco analizza la produzione leopardiana – dallo Zibaldone alle Operette morali – evidenziando il contrasto tra lucidità pessimistica e slanci utopici2.

L’autore ricorda come la scoperta dell’Infinito durante gli anni di seminario abbia segnato il suo percorso esistenziale, offrendogli un antidoto alle illusioni ideologiche giovanili4.

La seconda parte assume toni visionari: Moresco immagina di librarsi in volo con Leopardi trasformato in rondine, sorvolando città contemporanee (Roma, Mosca, New York) mentre discute di attualità politica e crisi identitaria42. Questo escamotage narrativo gli permette di confrontare il nichilismo moderno con la lezione leopardiana, individuando nel poeta recanatese un alleato contro i “deliri identitari” e le “magnifiche sorti progressive”13.
Moresco enfatizza l’attualità di Leopardi come pensatore “sovranista” ante litteram, critico verso ogni deriva globalista, e ne rivendica l’utilità per interpretare le “malattie autoimmuni” della società italiana4. L’opera si configura come manifesto per una letteratura che unisca rigore intellettuale e slancio passionale, seguendo l’esempio del poeta marchigiano nel coniugare “intelligenza e passione”25.

  1. https://www.solferinolibri.it/libri/lettera-damore-giacomo-leopardi/
  2. https://www.raicultura.it/letteratura/articoli/2025/04/Antonio-Moresco-Lettera-damore-a-Giacomo-Leopardi-53acf199-f288-49ac-87e5-071c614d006d.html
  3. https://www.primaedicola.it/i-libri-del-corriere-della-sera-lettera-d-amore-a-giacomo-leopardi-di-antonio.html
  4. https://www.ilgiornale.it/news/lettera-damore-giacomo-leopardi-passero-solitario-rondine-2465322.html
  5. https://edicola.shop/lettera-d-amore-a-giacomo-leopardi-antonio-moresco-8-aprile-2025-bimestrale.html
  6. https://www.solferinolibri.it/eventi/antonio-moresco-roma/
  7. https://www.pde.it/prodotto/lettera-damore-a-giacomo-leopardi~67a2b85a8bf36e2a4a86ada6/
  8. https://www.lafeltrinelli.it/lettera-d-amore-a-giacomo-libro-antonio-moresco/e/9788828216919

Pirandello e la crisi dell’io, di Biagio Lauritano, 31 Marzo 2025, in pirandelloweb.com


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Le opere di William Shakespeare offrono una ricchezza di chiavi interpretative che permettono di esplorare temi universali, complessità psicologiche e dinamiche sociali

Le opere di William Shakespeare offrono una ricchezza di chiavi interpretative che permettono di esplorare temi universali, complessità psicologiche e dinamiche sociali. Ecco alcune delle principali chiavi di lettura per comprendere il suo corpus letterario:

1. La dialettica tra apparenza e realtà

Uno dei temi centrali nelle opere di Shakespeare è la contrapposizione tra ciò che appare e ciò che è. Questo si manifesta, ad esempio, in Otello, dove il personaggio di Iago afferma: “I am not what I am”, sottolineando l’ambiguità e la polivalenza della natura umana. Questo tema pervade molte tragedie e commedie shakespeariane, mettendo in luce la complessità dei personaggi e la loro lotta con le maschere sociali e personali[1].

2. Universalità e introspezione

Shakespeare è considerato “perennemente contemporaneo” perché i suoi drammi toccano temi universali come l’amore, il potere, il tradimento e la fragilità umana. I suoi personaggi non combattono contro forze esterne casuali, ma affrontano conflitti interiori che li costringono a confrontarsi con sé stessi fino alle estreme conseguenze. Questo spostamento verso l’interiorità rende le sue opere strumenti di auto-conoscenza, paragonabili a testi sapienziali come la Bibbia o il Libro dei Mutamenti[2].

3. Archetipi e complessità psicologica

I personaggi shakespeariani sono archetipi universali che incarnano tratti umani fondamentali, ma allo stesso tempo possiedono una profondità psicologica unica. Ad esempio, Amleto rappresenta il dubbio esistenziale, ma il suo trauma personale lo rende un individuo complesso e riconoscibile nella sua umanità[4]. Questa combinazione di archetipicità e individualità è una delle chiavi del fascino duraturo delle opere shakespeariane.

4. La riscrittura della tradizione

Shakespeare non inventava storie originali, ma reinterpretava fonti precedenti in modo creativo. Ad esempio, le sue tragedie romane si basano su autori classici come Plutarco, mentre altre opere prendono spunto da cronache storiche o racconti popolari. Questa capacità di reinventare materiali preesistenti dimostra la sua abilità nel trasformare trame conosciute in narrazioni potenti e universali[3].

5. Rito e sacrificio

In alcune tragedie, come Otello, Shakespeare utilizza elementi ritualistici per costruire la narrazione. Il passaggio dal “rito” al “sacrificio” diventa una metafora per esplorare tematiche morali e sociali complesse, come la gelosia o l’ingiustizia. La ripetizione di termini come “murder” nelle scene finali enfatizza il cambiamento simbolico da un atto sacro a un crimine[1].

6. Tempo ed eternità

Il trascorrere del tempo è un tema ricorrente nelle opere di Shakespeare, in particolare nei suoi sonetti. L’autore esplora l’effimera natura dell’esistenza umana e il desiderio di immortalità attraverso l’arte e l’amore. Questo tema è centrale anche nelle tragedie, dove i personaggi spesso riflettono sul significato della vita e sull’inevitabilità della morte[4].

7. Critica sociale e politica

Shakespeare non si limita a rappresentare conflitti personali; spesso le sue opere riflettono tensioni sociali e politiche del suo tempo. Ad esempio, La tempesta può essere letta come una metafora del colonialismo europeo, mentre Macbeth esplora le dinamiche del potere e della corruzione morale[6].

Queste chiavi interpretative dimostrano come le opere di Shakespeare siano strumenti versatili per analizzare sia la condizione umana che le strutture sociali, rendendole rilevanti anche oggi.


[1] https://www.intralinea.org/specials/article/Rito_e_sacrificio_nelle_traduzioni_di_Otello
[2] https://www.illibraio.it/news/dautore/tarocchi-shakespeare-1284665/
[3] https://iris.unimore.it/retrieve/e31e124d-8fc2-987f-e053-3705fe0a095a/Tra%20Tempo%20ed%20Eternita%CC%80.%20William%20Shakespeare%20e%20Samuil%20Mars%CC%8Cak.pdf
[4] https://www.magmamag.it/shakespeare-cosa-leggere-guida/
[5] https://it.wikipedia.org/wiki/Cronologia_delle_opere_di_William_Shakespeare
[6] https://www.docsity.com/it/docs/riassunto-william-shakespeare-1/5240441/
[7] https://it.wikipedia.org/wiki/Attribuzione_delle_opere_di_Shakespeare
[8] https://www.storyboardthat.com/it/articles/e/tipi-di-shakespeariano-plays
[9] https://www.sellerio.it/it/catalogo/Orlando-Furioso-Guarito-Dall-Ariosto-Shakespeare/Bonnefoy/7750
[10] https://www.reddit.com/r/literature/comments/qdk26k/how_to_start_with_shakespeare/?tl=it
[11] https://www.chiavidellacitta.it/progetti/cod-alloperale-scuole-al-maggio/
[12] https://www.diverteatro.it/william-shakespeare-una-guida-per-principianti/
[13] https://www.dsg.univr.it/?ent=progetto&id=2078
[14] https://www.uniba.it/it/docenti/consiglio-cristina/attivita-didattica/letteratura-teatrale-europea-e-americana-19-20/shakespeare-e-la-francia-powerpoint
[15] https://www.shop.teatropertutti.it/products/10-monologhi-maschili-dalle-opere-di-william-shakespeare
[16] https://www.palazzodiamanti.it/mostre/shakespeare-nellarte/


Eco, Calvino e l’arte del riassunto. Con Leopardi però non funziona, articolo di Beppe Cottafavi, in Domani, 13 marzo 2025

in:

https://www.editorialedomani.it/idee/cultura/eco-calvino-arte-riassunto-con-leopardi-non-funziona-iq3zbmsu

Ecco ora una casa editrice che fa piccoli libri bellissimi a Milano, si chiama Henry Beyle, come il vero nome di Stendhal, e li vende in via Solferino a un passo dal Corriere, tira in cinquecento copie L’elogio del riassunto del mio maestro e i riassunti dei suoi amici scrittori. E li illustra con i disegni, acquarelli e acqueforti, di Tullio Pericoli, un altro grande amico di Umberto Eco

Ecco allora che c’è un altro piccolo libro, prezioso, un breviario utile agli aspiranti recensori e a chiunque sia interessato a eliminare il superfluo. È il libro che il critico Filippo La Porta ha dedicato a L’arte del riassunto. Come liberarsi del superfluo per Treccani. Saper riassumere, con precisione e chiarezza, idee, trame, ragionamenti, epoche storiche, articoli, racconti, favole, teorie scientifiche, filoni di pensiero, costituisce il primo passo. Riassumere bene, individuando l’essenziale e eliminando il superfluo è il test di comprensione, l’unica prova di avere capito ciò che si riassume.

“Faccio dire ad altri quello che non so dire bene, talvolta per debolezza del mio linguaggio, talaltra per debolezza dei miei sensi”, Michel De Montaigne

Michel De Montaigne , “Faccio dire agli altri quello che non so dire bene io”

  1. https://www.stylology.it/2019/01/michel-eyquem-de-montaigne/
  2. https://www.frasicelebri.it/frasi-di/michel-eyquem-de-montaigne/
  3. https://aforisticamente.com/frasi-citazioni-aforismi-e-pensieri-di-michel-de-montaigne/
  4. https://sapere.virgilio.it/aforismi/autori/michel-de-montaigne
  5. https://it.wikiquote.org/wiki/Michel_de_Montaigne
  6. https://www.giuseppecirigliano.com/aforismi/aforismi-autori-montaigne.html
  7. https://francescodipalo.wordpress.com/2023/07/02/michel-de-montaigne-aforismi-e-detti-sugli-animali/
  8. https://www.audible.it/pd/100-citazioni-di-Michel-de-Montaigne-Audiolibri/2821151950

Non ti curar di loro. “Fama di loro il mondo esser non lassa; misericordia e giustizia li sdegna: non ragioniam di lor, ma guarda e passa”, versi 49-51 del Canto III dell’Inferno di Dante Alighieri

I versi 49-51 del Canto III dell’Inferno di Dante Alighieri recitano1:

Fama di loro il mondo esser non lassa;
misericordia e giustizia li sdegna:
non ragioniam di lor, ma guarda e passa.

Questi versi sono pronunciati da Virgilio mentre descrive gli ignavi, cioè coloro che non si sono mai schierati nella vita 5. Dante li disprezza, e Virgilio afferma che non vale la pena parlare di loro perché non hanno lasciato traccia nel mondo 5.

“Non ti curar di lor, ma guarda e passa” è una variazione popolare del verso dantesco 2 6.

Il detto è usato per significare che non bisogna preoccuparsi delle calunnie o delle malignità altrui, ma andare avanti 2 6.

  1. https://www.soveratonews.com/2006/12/22/dante-alighieri-divina-commedia-inferno-canto-iii-versetti-49-51/
  2. https://www.skuola.net/dante/divina-commedia/curar-loro-guarda-passa.html
  3. https://antemp.com/2013/02/22/non-ragioniam-di-lor-ma-guarda-e-passa-dante-alighieri-divina-commedia-inferno-canto-iii-51/
  4. https://it.wikibooks.org/wiki/Divina_Commedia/Inferno/Canto_III
  5. https://it.wikipedia.org/wiki/Non_ragioniam_di_lor,_ma_guarda_e_passa
  6. https://www.treccani.it/vocabolario/non-ti-curar-di-lor-ma-guarda-e-passa/
  7. https://it.wikisource.org/wiki/Divina_Commedia/Inferno/Canto_III
  8. https://fem.digital/wp-content/uploads/2021/04/Canto-III-Inferno.pdf
  9. https://library.weschool.com/lezione/terzo-canto-inferno-divina-commedia-parafrasi-caronte-celestino-v-dante-10798.html
  10. https://www.camminarecondante.it/wp-content/uploads/inferno-03-testo-del-canto.pdf.pdf
  11. https://www.homolaicus.com/letteratura/ignavi.htm
  12. https://www.sololibri.net/Non-ragioniam-di-lor-ma-guarda-e-passa-significato-verso-dante.html
  13. https://italiano-bello.com/wp-content/uploads/2022/02/Dante-Inferno-Canto-3-edizioni-Edilingua.pdf
  14. https://www.skuola.net/dante/inferno/parafrasi-spiegazione-canto-3-inferno.html
  15. https://divinacommedia.weebly.com/inferno-canto-iii.html
  16. https://it.wikisource.org/wiki/Commedia_(Buti)/Inferno/Canto_III
  17. https://accademiadellacrusca.it/Media?c=25cdbcaa-7b60-4f17-9bac-6d131eea34a0

Vincenzo Guarracino e Sr. M. Grazia Colombo, Nutrimenti. Il filo d’oro della poesia in cucina, Arsenio edizioni, 2024

segnalato in:

Nutrimenti. Il filo d’oro della poesia in cucina (Arsenio Edizioni, Martinsicuro, Teramo, pagg. 80 € 12,00. Autori: Sr. M. Grazia Colombo e Vincenzo Guarracino) è un’opera unica nel suo genere che fonde due mondi affascinanti: la cucina e la poesia.

Questo libro, non è solo un ricettario, ma una vera e propria esperienza sensoriale che stimola tanto il palato quanto l’anima.

Fin dalle prime pagine, il lettore viene trasportato in un viaggio culinario arricchito da delicati versi poetici.

Ogni ricetta è accompagnata da una poesia che ne cattura l’essenza, creando un connubio perfetto tra l’arte della cucina e quella della parola scritta.

Gli autori hanno saputo intrecciare sapientemente gli ingredienti culinari e poetici, offrendo così un’esperienza unica e memorabile.

Le ricette presenti nel libro sono varie e adatte a tutte le occasioni, dai piatti semplici e veloci per un pasto quotidiano, alle preparazioni più elaborate per cene speciali.

Ogni ricetta è descritta con precisione e attenzione ai dettagli, rendendo facile la riproduzione anche per i cuochi meno esperti.

Ma ciò che rende davvero speciale questo libro è la poesia che accompagna ogni piatto. I versi, ispirati agli ingredienti e alla preparazione, evocano immagini e sensazioni che arricchiscono l’esperienza culinaria.

Le poesie incluse nel libro sono autentiche opere d’arte che riflettono l’amore per la cucina e per la vita.

Ogni poesia è un invito a riflettere, a godere del momento presente e ad apprezzare la bellezza delle piccole cose. I versi sono delicati e profondi, capaci di toccare le corde più intime dell’anima.

La poesia diventa così un ingrediente fondamentale del libro, capace di nutrire non solo il corpo, ma anche lo spirito.

In conclusione, questo libro – scritto dalle abili mani di Sr. M. Grazia Colombo e Vincenzo Guarracino – è una vera e propria gemma per chi ama la cucina e la poesia, capace di regalare momenti di gioia e di ispirazione. 

Nutrimenti. Il filo d’oro della poesia in cucina è un invito a esplorare nuovi orizzonti culinari e poetici, a vivere il cibo come un’arte e a nutrire tanto il corpo quanto l’anima con bellezza e amore.

I Grandi Classici in Parole Povere, di STEFANO FRASSETTO: rubrica settimanale pubblicata nel giorno di sabato sul supplemento del quotidiano La Stampa TUTTOLIBRI

I Grandi Classici in Parole Povere di Stefano Frassetto è una rubrica settimanale pubblicata su TuttoLibri, il supplemento culturale de La Stampa, ogni sabato.

In questa serie, Frassetto riassume e rivisita i grandi classici della letteratura in forma di strisce umoristiche, semplificando le trame complesse dei romanzi più famosi della storia.

Stefano Frassetto è un noto fumettista e illustratore italiano, conosciuto per le sue opere come Ippo e 35MQ, che hanno trovato spazio su vari quotidiani internazionali[1][2].

La sua capacità di condensare storie complesse in vignette divertenti lo ha reso popolare tra i lettori italiani ed esteri.

La rubrica “I Grandi Classici in Parole Povere” rappresenta un ulteriore esempio del suo talento nel rendere accessibili anche ai non appassionati di letteratura opere che altrimenti potrebbero risultare difficili da comprendere[3][5].


[1] https://it.wikipedia.org/wiki/Stefano_Frassetto
[2] https://traccesent.com/2025/01/11/stefano-frassetto-i-grandi-classici-in-parole-povere-in-tuttolibri-la-stampa-al-sabato-di-ogni-settimana/
[3] https://rbe.it/2024/11/15/grandi-classici-in-parole-povere-lisola-e-il-tempo-di-claudia-lanteri/
[4] https://www.facebook.com/stefano.frassetto.14/?locale=de_DE
[5] https://antemp.com/2025/01/11/stefano-frassetto-i-grandi-classici-in-parole-povere-in-tuttolibri-la-stampa/
[6] https://www.facebook.com/groups/PFerrario/posts/8750672865054533/
[7] https://it.linkedin.com/posts/paolo-ferrario-04a13642_stefano-frassetto-i-grandi-classici-in-parole-activity-7283898152649154560-R509
[8] https://www.threads.net/@ferrario1948/post/DEsKlv-u-Fd

Carlo Di Legge, Poeti Empatici Italiani, Genesi 2025. Segnalato da Vincenzo Guarracino

Carlo Di Legge, Poeti Empatici Italiani, Genesi 2025

per l’articolo completo vai a:

Carlo Di Legge, Poeti Empatici Italiani, Genesi 2025., di Menotti Lerro [ Articolo, Letteratura ] :: LaRecherche.it

leggi anche:

Ricordare: Gianni Rodari, “C’era due volte il barone Lamberto ovvero I misteri dell’isola di San Giulio”

Gianni Rodari e “C’era due volte il barone Lamberto”

Gianni Rodari è stato un famoso scrittore italiano, noto per le sue opere dedicate ai bambini e ragazzi. Tra i suoi lavori più celebri c’è “C’era due volte il barone Lamberto ovvero I misteri dell’isola di San Giulio”, pubblicato nel 1978.

Descrizione del Libro

Il libro racconta la storia del barone Lamberto, un anziano signore ricco e malato che vive sull’isola di San Giulio, nel lago d’Orta. Il barone soffre di ventiquattro malattie diverse, ma grazie alla ripetizione costante del suo nome da parte di sei impiegati assunti a questo scopo, egli rimane in vita. Questa ripetizione è basata su una profezia che gli ha rivelato il potere magico del suo nome.

La trama si complica con l’introduzione dei personaggi antagonisti: Ottavio, nipote avido del barone che cerca di ucciderlo per ereditare le sue ricchezze, e una banda di banditi intenzionati a rapire il barone per chiedere un riscatto esorbitante[1][2][4].

Trama Principale

  • La Ripetizione Magica: Il nome “Lamberto” viene ripetuto continuamente dai sei impiegati (Delfina, Armando, Giacomini, Zanzi, Bergamini e Merlo) attraverso microfoni collegati ad altoparlanti sparsi nella villa. Questa pratica tiene in vita il barone.
  • I Piani degli Antagonisti: Ottavio tenta più volte di uccidere lo zio senza successo finché non riesce a far addormentare gli impiegati con un sonnifero nella loro cena. Senza la ripetizione magica del suo nome, il barone muore[2][4].
  • La Resurrezione: Durante il funerale del barone, quando tutti parlano della sua morte pronunciando nuovamente il suo nome in continuazione durante i discorsi commemorativi ed elogi funebri improvvisati dalla folla presente alla cerimonia funebre , egli resuscita miracolosamente[2]. Tuttavia questa volta torna indietro nel tempo diventando un tredicenne.

Tematiche

Il libro affronta tematiche come l’invecchiamento e la rinascita simbolica attraverso la trasformazione fisica ed emotiva dei personaggi principali. Inoltre incoraggia i lettori a pensare autonomamente sul finale lasciandolo aperto all’interpretazione personale[2].

“C’era due volte il Barone Lamberto” è stato tradotto in undici lingue ed ha ottenuto grande successo tra i giovani lettori grazie al suo stile umoristico e alle situazioni avventurose descritte[2].


[1] https://100giannirodari.com/opera/cera-due-volte-il-barone-lamberto-rime/
[2] https://it.wikipedia.org/wiki/C’era_due_volte_il_barone_Lamberto
[3] https://www.ibs.it/c-era-due-volte-barone-libro-gianni-rodari/e/9788866564614
[4] https://www.skuola.net/libri/due-volte-barone-lamberto.html
[5] https://www.turismoletterario.com/una-gita-al-lago-dorta-con-gianni-rodari-e-il-barone-lamberto/
[6] https://www.brickone.it/prodotto/cera-due-volte-barone-lamberto-gianni-rodari-einaudi-ragazzi/
[7] https://www.ibs.it/c-era-due-volte-barone-libro-gianni-rodari/e/9788866560869

ricordare: “Grammatica della fantasia”, opera di Gianni Rodari, pubblicata nel 1973

Gianni Rodari e “Grammatica della fantasia”

“Grammatica della fantasia” è un’opera teorica di Gianni Rodari, pubblicata nel 1973, che rappresenta il suo contributo più significativo alla pedagogia e alla creatività. Il libro è il risultato di anni di studio sui meccanismi della fantasia e sulla creazione di storie fantastiche.

Descrizione dell’Opera

  • Obiettivo: L’obiettivo principale del libro è quello di rendere accessibili a tutti le tecniche per stimolare la creatività e l’invenzione narrativa. Rodari sostiene che il processo creativo non sia un mistero inaccessibile, ma una facoltà naturale umana che può essere coltivata attraverso specifiche strategie[1][4].
  • Tecniche Creative: Tra le tecniche proposte da Rodari vi sono:
  • Il Binomio Fantastico: Consiste nell’unire due elementi apparentemente incongrui per generare una storia. Ad esempio, “cosa succederebbe se Milano fosse circondata dal mare?”[1][2].
  • L’Errore Creativo: Gli errori possono diventare spunti interessanti per nuove storie. Un esempio classico è la trasformazione della scarpina di Cenerentola da pelliccia a vetro a causa di un errore ortografico[1].
  • Vecchi Giochi: Come mischiare titoli notiziali o rispondere a sequenze domande per creare racconti assurdi[1].

Capitoli Principali

  • Antefatto: Racconta come Rodari abbia sviluppato queste tecniche attraverso anni di esperienza.
  • Che cosa succederebbe se…?: Illustra l’utilizzo delle ipotesi fantastiche come base per le storie.
  • Il nonno di Lenin: Metafora dell’importanza del supporto alla fantasia infantile.
  • L’errore creativo, dove si discute del potenziale pedagogico degli errori nella creazione narrativa.

Influenza Culturale

“Grammatica della fantasia” ha avuto un impatto significativo sull’insegnamento delle arti creative e sulla promozione dell’impegno attivo dei bambini nella costruzione delle storie. È considerata una guida pratica sia per educatori che per genitori interessati a sviluppare la creatività dei bambini.

“Grammatica della fantasia” offre strumenti innovativi per liberare l’immaginazione individuale ed educativa, proponendo metodi interattivi ed efficaci nel campo dell’invenzione narrativa.


[1] https://it.wikipedia.org/wiki/Grammatica_della_fantasia
[2] https://www.diversamenteindanza.it/wp-content/uploads/2022/05/grammatica-della-fantasia-gianni-rodari-248991.pdf
[3] https://100giannirodari.com/opera/grammatica-della-fantasia/
[4] https://emonsaudiolibri.it/audiolibri/grammatica-della-fantasia
[5] https://www.sellerio.it/it/catalogo/Un-Libro-Oro-Argento-Intorno-Grammatica-Fantasia-Gianni-Rodari/Roghi/15330
[6] https://www.ibs.it/grammatica-della-fantasia-introduzione-all-libro-gianni-rodari/e/9788879268332

100 saggi da leggere una volta nella vita, in illibraio.it

https://www.illibraio.it/news/saggistica/100-saggi-da-leggere-1392897/?fbclid=IwY2xjawIO2NpleHRuA2FlbQIxMQABHYVgQRBUnPJOIirwXHanN-JKyJSqxnrjb8Fj7yVib-MI8bWUbGP51DTv6g_aem_qvvCyXVzL0XXFWey0aMjRQ

100 saggi da leggere una volta nella vita

  1. La sesta estinzione – Elizabeth Kolbert
  2. Storie – Erodoto
  3. I sogni di mio padre – Barack Obama
  4. Dal big bang ai buchi neri. Breve storia del tempo – Stephen Hawking
  5. Il gene egoista. La parte immortale di ogni essere vivente – Richard Dawkins
  6. La doppia elica – James D. Watson
  7. Primavera silenziosa – Rachel Carson
  8. La struttura delle rivoluzioni scientifiche – Thomas S. Kuhn
  9. Una stanza tutta per sé – Virginia Woolf
  10. Essere e tempo – Martin Heidegger
  11. L’origine delle specie – Charles Darwin
  12. Walden. Vita nei boschi – Henry David Thoreau
  13. Sui diritti delle donne – Mary Wollstonecraft
  14. La ricchezza delle nazioni – Adam Smith
  15. L’ imperatore del male. Una biografia del cancro – Siddhartha Mukherjee
  16. La vita immortale di Henrietta Lacks – Rebecca Skloot
  17. Tra me e il mondo – Ta-Nehisi Coates
  18. Nelle terre estreme – Jon Krakauer
  19. Il tennis come esperienza religiosa – David Foster Wallace
  20. La repubblica – Platone
  21. Il manifesto del Partito Comunista – Karl Marx, Friedrich Engels
  22. Così parlò Zarathustra – Friedrich Nietzsche
  23. Saggio sulla libertà – John Stuart Mill
  24. Se questo è un uomo – Primo Levi
  25. Il secondo sesso – Simone de Beauvoir
  26. L’interpretazione dei sogni – Sigmund Freud
  27. Analecta – Confucio
  28. Aspetti del romanzo – E. M. Forster
  29. Una teoria della giustizia – John Rawls
  30. Sei pezzi facili + Sei pezzi meno facili – Richard P. Feynman
  31. Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti – Giorgio Vasari
  32. Miti d’oggi – Roland Barthes
  33. Declino e caduta dell’impero romano – Edward Gibbon
  34. La banalità del male – Hannah Arendt
  35. Postwar. Europa 1945-2005 – Tony Judt
  36. Gödel, Escher, Bach. Un’eterna ghirlanda brillante – Douglas Hofstadter
  37. Se niente importa – Jonathan Safran Foer
  38. Pensieri – Marco Aurelio
  39. L’arte della guerra – Sun Tzu
  40. Il linguaggio e la mente – Noam Chomsky
  41. Un indovino mi disse – Tiziano Terzani
  42. Sorvegliare e punire. Nascita della prigione – Michel Foucault
  43. Saggi – Montaigne
  44. Critica della ragion pura – Immanuel Kant
  45. Retromania – Simon Reynolds
  46. Da animali a dèi. Breve storia del genere umano – Yuval Noah Harari
  47. Limonov – Emmanuel Carrère
  48. Sette brevi lezioni di fisica – Carlo Rovelli
  49. L’uomo che scambiò sua moglie per un cappello – Oliver Sacks
  50. Armi, acciaio e malattie. Breve storia del mondo negli ultimi tredicimila anni – Jared Diamond
  51. Lezioni americane – Italo Calvino
  52. Dovremmo essere tutti femministi – Chimamanda Ngozi Adichie
  53. Pensieri lenti e veloci – Daniel Kahneman
  54. Il cigno nero – Nassim Nicholas Taleb
  55. Intelligenza meccanica – Alan M. Turing
  56. Discorso sulla servitù volontaria – Etienne de La Boétie
  57. La consolazione della filosofia – Severino Boezio
  58. La guerra del Peloponneso – Tucidide
  59. Spillover – David Quammen
  60. Breve trattato sulla decrescita serena + Come sopravvivere allo sviluppo – Serge Latouche
  61. Parole nel vuoto – Adolf Loos
  62. Il mito dell’analisi – James Hillman
  63. Dalla culla alla culla. Come conciliare tutela dell’ambiente, equità sociale e sviluppo – William McDonough e Michael Braungart
  64. Buchi neri e salti temporali. L’eredità di Einstein – Kip Thorne
  65. La vita segreta delle piante – Christopher Bird e Peter Tompkins
  66. La scimmia nuda – Desmond Morris
  67. La grande cecità – Amitav Gosh
  68. Il mondo di Sofia – Jostein Gaardner
  69. Le origini culturali della cognizione umana – Michael Tomasello
  70. Infinite forme bellissime. La nuova scienza dell’Evo-Devo – Sean B. Carroll
  71. Breve storia di quasi tutto – Bill Bryson
  72. Il teatro e il suo doppio – Antonin Artaud
  73. Il viaggio dell’eroe – Christopher Vogler
  74. Tractatus Logico-Philosophicus – Ludwig Wittgenstein
  75. Donne, razza e classe – Angela Davis
  76. L’opera d’arte nell’epoca della sua riproducibilità tecnica – Walter Benjamin
  77. Etica ed economia – Amartya Sen
  78. Dei delitti e delle pene – Cesare Beccaria
  79. Minima moralia – Theodor W. Adorno
  80. Il Secolo breve – Eric Hobsbawm
  81. Il canone occidentale – Harold Bloom
  82. Gli uomini mi spiegano le cose – Rebecca Solnit
  83. Modernità e ambivalenza – Zygmunt Bauman
  84.  Le confessioni – Sant’Agostino
  85. Il libro rosso – Carl Gustav Jung
  86. Evoluzione ed etica – Thomas Henry Huxley
  87. La mia vita con gli scimpanzé – Jane Goodall
  88. Il resto è rumore – Alex Ross
  89. Come educare il potenziale umano – Maria Montessori
  90. Il principe – Niccolò Machiavelli
  91. Sulla fotografia – Susan Sontag
  92. Retorica e poetica – Aristotele
  93. I principi della matematica – Bertrand Russell
  94.  Teoria speciale e generale della relatività – Albert Einstein
  95. Il montaggio – Sergej M. Ėjzenštejn
  96. Congetture e confutazioni. Lo sviluppo della conoscenza scientifica – Karl R. Popper
  97. Teoria e pratica della non violenza – Gandhi
  98. La costituzione italiana
  99. Pensare come una montagna – Aldo Leopold
  100. Arcipelago Gulag – Aleksandr Solženicyn
  101. BONUS: I 50 libri che hanno cambiato il mondo – Andrew Taylor

Scrima Stefano, L’arte di vivere nascosti. Piccolo manuale epicureo, Il Melangolo, 2024

scheda dell’editore:

«Se il mondo è in macerie, l’unico luogo sicuro è dentro di noi. Se a regnare è l’infelicità sociale, sarà la felicità individuale a essere anelata. Epicuro incarna la filosofia nell’individuo, si disinteressa alla dialettica per trovare una cura filosofica reale, pratica, per tutti i giorni e per l’intera esistenza, che possa risolvere i problemi reali dell’uomo che vive e soffre su questa terra. Non aver fame, sete e freddo, così come non provare angoscia o dolore morale, sono i piaceri – come “assenze di dolore” – massimamente desiderabili per Epicuro. “Sii felice”, era solito firmare Epicuro, in luogo del consuetudinario “Salute”, le sue lettere. Perché la felicità è nella salute del corpo e dell’anima, e la salute si ottiene soddisfacendo il piacere».

STEFANO SCRIMA è filosofo e studioso di pop culture. Ha scritto per Castelvecchi: Digito dunque siamo (2019) e Socrate su Facebook (2018); per Arcana: L’arte di sfasciare le chitarre (2021); Sto solo dormendo. Lennon e la filosofia (2024); per Stampa Alternativa: L’arte di soffrire (2018) e Nauseati (2016); per Ortica: Sette vite non bastano (2022) e Vani tentativi di vendere l’anima al diavolo (2020); per Colonnese: L’arte di disobbedire raccontata dal diavolo (2020). Con Il Melangolo ha pubblicato: Filosofi all’Inferno (2019), Il filosofo pigro (2017), Filosofia di Fantozzi (2022), Filosofia da divano (2023, tradotto in francese: Philosophie du canapé, Rivage, 2024).

TartaRugosa ha letto e scritto di: Murakami Haruki (2024), La città e le sue mura incerte, Traduzione di Antonietta Pastore, Einaudi

VAI A:

con riferimento al dittatore dei prossimi 4 anni e.m.: il DOMINIO della tecnica nel pensiero di EMANUELE SEVERINO

VAI A

Giacomo Leopardi: il “meditare” deriva da “medeor”, “curare, medicare”

Giacomo Leopardi, nel suo Zibaldone, esplora l’etimologia della parola “meditare”, collegandola al latino “medeor”, che significa “curare” o “medicare”. Questa connessione suggerisce che il meditare non sia solo un atto di riflessione, ma anche una forma di cura per l’anima. Leopardi annota che meditare è un modo per prendersi cura di sé, trasformando la riflessione in un processo terapeutico per la mente e lo spirito[1][4][5].

Significato di Meditare nel Zibaldone

  • Cura dell’Anima: Leopardi sottolinea che la meditazione è una pratica necessaria per affrontare le ferite interiori e per formare la propria anima, piuttosto che semplicemente “arredarla” con nozioni superficiali[1].
  • Riflessione Profonda: La meditazione è vista come un’attività che richiede tempo e attenzione, contribuendo a una vita più piena e significativa. Questo approccio contrasta con la frenesia della vita moderna, invitando a rallentare e riflettere[1].

Etimologia e Filosofia

Leopardi si sofferma sull’etimologia di “meditare”, suggerendo che essa implica una continuità con il prendersi cura di qualcosa. Questo concetto è simile a quello proposto da pensatori come Montaigne, il quale affermava che meditare significa plasmare e curare l’anima[1][5].

In sintesi, Leopardi non solo analizza la lingua, ma utilizza anche questa etimologia per esprimere una profonda filosofia sulla vita e sull’importanza della riflessione come forma di guarigione personale.

Citations:
[1] https://www.avvenire.it/rubriche/pagine/meditare-%C3%A8-medicare_20110803
[2] https://it.wikisource.org/wiki/Pensieri_di_varia_filosofia_e_di_bella_letteratura/3352
[3] https://it.wikisource.org/wiki/Pensieri_di_varia_filosofia_e_di_bella_letteratura/3357
[4] https://x.com/CardRavasi/status/1811690461616333124
[5] http://www.latinitas.va/content/cultura/it/organico/cardinale-presidente/texts/ilsole24ore/leggere.html
[6] https://leopardi.letteraturaoperaomnia.org/zibaldone/leopardi_zibaldone_di_pensieri_3318_3540.html
[7] https://leopardi.letteraturaoperaomnia.org/zibaldone/leopardi_zibaldone_di_pensieri_4410_4526.html
[8] https://www.internetculturale.it/directories/ViaggiNelTesto/leopardi/c.html


mi scrive Vincenzo Guarracino:

Molto interessante, Paolo… da rifletterci sopra…

Il verbo Leopardi lo usa in alcuni canti veramente cruciali,

in Amore e Morte

e nella Palinodia a Gino Capponi,

in cui appare connesso con la tentazione (nel primo) del suicidio, e nella seconda con il disgusto verso la società…

LEOPARDI, IL POETA DELL’INFINITO, regia di Sergio Rubini, con Leonardo Maltese, Cristiano Caccamo, Giusy Buscemi, Valentina Cervi, Fausto Russo Alesi, Alessandro Preziosi, Alessio Boni, Rai 1, 7 e 8 gennaio 2025, 240 minuti

RIVEDI SU RAIPLAY:

https://www.raiplay.it/programmi/leopardi-ilpoetadellinfinito

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Schede informative:

vai a: https://www.rai.it/ufficiostampa/assets/template/us-articolo.html?ssiPath=/articoli/2025/01/La-miniserie-evento-Leopardi-Il-poeta-dellinfinito-regia-di-Sergio-Rubini-233c32cc-8184-452d-89a8-16d079d2c235-ssi.html

“Leopardi-Il poeta dell’infinito”, la miniserie evento che racconta la vicenda umana e storica del grande poeta Giacomo Leopardi, arriva in prima serata su Rai 1 martedì 7 e mercoledì 8 gennaio 2025, diretta da Sergio Rubini che firma la sua prima regia televisiva.
Coprodotta da Rai Fiction, IBC Movie, Rai Com e Oplon Film con il sostegno di Apulia Film Commission e di Marche Film Commission, “Leopardi-Il poeta dell’infinito” è una grande produzione in costume – ambientata e girata tra la natìa Recanati, le Marche, Bari e la Puglia, Mantova, Torino, Roma, Napoli e Bologna – che restituisce alle nuove generazioni un ritratto inedito, pur storicamente coerente, di Giacomo Leopardi.

Un formidabile genio, quello di Leopardi, in grado di incendiare con i suoi versi non soltanto passioni amorose, ma anche ideali politici, poeta libero e avverso com’era al compromesso che ha sfidato il suo tempo, l’invasore austriaco, la Chiesa e gli stessi fondatori del nascente Stato italiano. 
“È l’incontenibile amore per la vita il motore che muove Leopardi e la sua poetica; e il suo pessimismo è il risultato di una costante ricerca di felicità negata da un universo incomprensibile e sordo ai desideri degli uomini. La continua tensione del poeta verso la vita si manifesta attraverso una voglia di libertà, di amore e di bellezza, a costo di mettere in discussione ogni ordine costituito, dalla famiglia al conformismo dei suoi contemporanei – scrive il regista Sergio Rubini. –

Piuttosto che lo studioso curvo perennemente sui libri, il nostro Leopardi quindi avrà il piglio di un esuberante enfant prodige che desidera divorare il mondo e viverne appieno ogni sfaccettatura. Al posto di una figura grigia, rischiosamente polverosa e respingente, preferiamo tratteggiarne un’altra più brillante, variopinta, trasgressiva e soprattutto piena di fascino. Sarà la ricerca di amore a spingere Leopardi oltre il recinto dorato della casa paterna, e sarà l’amore per una donna, l’ammaliante aristocratica Fanny Targioni Tozzetti, a diventare la sua ragione di vita, nonché a occupare uno spazio importante nella sua produzione letteraria; così come ancora una volta sarà nell’amore per il suo fedele e apollineo amico Ranieri che il nostro poeta riuscirà a colmare i limiti della propria fisicità”, aggiunge Rubini.
Protagonista, nei panni di Giacomo Leopardi, Leonardo Maltese, già apprezzato nei film “Rapito” di Marco Bellocchio e “Il signore delle formiche” di Gianni Amelio, per i quali ha vinto il Premio Guglielmo Biraghi ai Nastri D’Argento 2023. Con lui, Alessio Boni nel ruolo dell’austero padre, il Conte Monaldo Leopardi, Valentina Cervi nei panni della madre Adelaide Antici, Giusy Buscemi che interpreta l’amata Fanny Targioni Tozzetti, Cristiano Caccamo, nelle vesti dell’amico Antonio Ranieri, Fausto Russo Alesi nella parte del mentore Pietro Giordani, Alessandro Preziosi nel ruolo di Don Carmine. 
Bambino prodigio paragonabile a Mozart, adolescente ostile ai genitori come un moderno teenager, poeta romantico, filosofo e pensatore politico, Giacomo Leopardi è stato il primo esistenzialista della modernità. Riferimento dei tumultuosi anni del Risorgimento italiano, Leopardi ha scritto versi eterni. Un autore da riscoprire attraverso una miniserie che punta a stupire il pubblico, tracciando il percorso biografico di una figura accattivante, controcorrente, amata e osteggiata dai suoi contemporanei, ma estremamente attuale, in grado di scuotere ed emozionare le sensibilità “mettendo in ballo spunti di riflessione più che mai attuali in una società come quella di oggi spesso afflitta dalla mancanza di maestri e di saldi punti di riferimento” scrive ancora Rubini.
“Leopardi-Il poeta dell’infinito”, presentata in anteprima mondiale all’ultima Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, è scritta da Carla Cavalluzzi, Angelo Pasquini, Sergio Rubini. Fotografia di Fabio Cianchetti, scenografia di Francesco Frigeri, costumi di Maurizio Millenotti, suono di Mirko Guerra, montaggio di Giogiò Franchini.

Redattori, collaboratori e amici del Foglio hanno selezionato uno o più titoli per una ideale lista di libri dell’anno 2024

Redattori, collaboratori e amici del Foglio hanno selezionato uno o più titoli per una ideale lista di libri dell’anno. Buona lettura., in https://www.ilfoglio.it/cultura/2024/12/17/news/un-anno-di-pagine-sfogliate-i-nostri-libri-del-2024-7249983/

    
Federico Rampini
Grazie, Occidente!” (Mondadori)
Jonathan Haidt
La generazione ansiosa” (Rizzoli)

Non uno ma due libri per Natale. Il primo riguarda il futuro dell’occidente ed è dedicato a tutti coloro che ogni volta che sentono parlare male dell’occidente vorrebbero, popperianamente, prendere a schiaffi il prossimo, perché la tolleranza nei confronti degli imbecilli ha pur sempre un limite (il libro è di Federico Rampini, “Grazie, Occidente!”, Mondadori).

Il secondo libro riguarda il futuro dei nostri figli. Lo ha scritto Jonathan Haidt, un celebre psicologo americano, autore di libri di successo sulla famosa Generazione Z, ed è un libro che può aiutare i genitori a capire qualcosa di più sui propri figli, sul loro rapporto con la tecnologia, e che può permettere di trovare le parole giuste per affrontare una fase della vita delicata, quella che coincide con una doppia domanda. Papà, posso avere un telefono? Papà, posso andare sui social? Haidt spiega bene quali sono le conseguenze dell’essere genitori che puntano sull’iperprotezione come chiave unica per proteggere i figli e spiega che in fondo per rispondere a questa domanda la chiave è una e solo una: smetterla di interpretare il rapporto con i propri figli come una storia d’amore inversamente proporzionale al numero di regole offerte ai propri figli. I genitori chioccia non proteggono i figli, ma quelli eccessivamente libertari espongono i figli a pericoli che i genitori non vogliono vedere. Impararlo a memoria. “La generazione ansiosa”, Jonathan Haidt, Rizzoli.

Claudio Cerasa

Varlam Šalamov, 
Tra le bestie la più feroce è l’uomo” (Adelphi)

La Kolyma compare dopo oltre cento pagine, dopo i taccuini e i ricordi degli anni Venti a Mosca, aveva poco più di vent’anni, e gli appunti pieni di eloquenti silenzi sui terribili Trenta. Non i “Racconti” della Kolyma, il libro più potente (dire “bello” suona quasi come un’offesa) sul Gulag e, forse, dell’intera memoria degli universi concentrazionari del Novecento. Qui ci sono note, improvvisi, ricordi, riflessioni sulla necessità o meno della memoria. “Ho molti dubbi, troppi. E una domanda che chiunque scriva memorie, qualunque scrittore grande o piccolo, conosce: servirà a qualcuno questo mio mesto racconto?”. Taccuini e diari ritrovati compongono questo volume, nuovo incontro con un eccezionale scrittore. Che sarebbe stato grande anche se non avesse trascorso sei anni nelle miniere d’oro della Kolyma e complessivamente venti nel Gulag. Ci sono ritratti e incontri dopo la riabilitazione (l’amato Pasternak e altri). Ma la parte che da sola dà la misura del talento ironico e morale, e letterario, di Šalamov sono le prime cento pagine, il racconto caustico della Mosca anni Venti, dove sembra che la letteratura possa davvero far parte della rivoluzione. E dove invece brillano stelle assai posticce come il troppo esaltato (e poi abbandonato) Majakovskij. E in poche pennellate, invece, ecco i grandi, gli scrittori “veri” che meritano rispetto: Bulgakov, un Pasternak appena intravvisto, Platonov, e venti righe magnifiche e fulminee su Florenskij. Quel “sottobosco luminosissimo” fu sradicato presto. Dopo lo stalinismo ecco la possibilità di scrivere, per un uomo che era tornato “dall’inferno”.

Maurizio Crippa

Anne Applebaum
Autocrazie” (Mondadori)

Anne Applebaum scrive in “Autocrazie” che “nessun paese è condannato alla dittatura proprio come nessun paese ha la propria democrazia garantita”. Nei saggi, negli articoli, nelle conversazioni di questa autrice straordinaria, si ritrova ogni volta la possibilità di un cambiamento, la convinzione che la libertà è una scelta oltre che un desiderio. Applebaum ha raccontato i gulag sovietici e l’Holodomor ucraino senza risparmiare a noi lettori dettagli spietati, ma restando lì, a tenerci la mano, convinta della salvezza. Ho riletto alcune parti di “Autocrazie” nei giorni in cui è caduto il regime siriano, anello di un’alleanza di regimi che molti s’ostinano a considerare vincente, confondendo la forza bruta con la stabilità; ho pensato al saggio di Yaroslav Trofimov, giornalista del Wall Street Journal, “Our enemy will vanish”, il racconto dei primi mesi dell’invasione russa in Ucraina, che è la storia di una resistenza tenace e indefessa, ho pensato a “Zelensky story”, il documentario della Bbc sul presidente ucraino che resta a Kyiv sotto attacco mentre il dittatore siriano scappa dal paese che ha straziato: i regimi sembrano eterni e invincibili, poi un giorno non lo sono più.

Paola Peduzzi

Luca Ricolfi
Il follemente corretto” (La nave di Teseo)

In pochissime pagine, Luca Ricolfi, probabilmente meglio di chiunque altro, riesce a spiegare perché, dovunque, in America e in Europa, a vincere è la destra, da Giorgia Meloni a Donald Trump. Perché? Beh, perché la sinistra si è completamente bevuta il cervello. Ecco. E allora vi consiglio questo libro per Natale: “Il follemente corretto. L’inclusione che esclude e l’ascesa della nuova élite”. In questo saggio di Ricolfi, garbato sociologo che una pubblicistica non meno ubriaca della politica adesso ascriverà alla destra, viene compilata una fenomenologia del politicamente corretto, anzi del “follemente corretto”. Ricolfi ci spiega, con esempi e non poca ironia, cose di cui purtroppo ci siamo già accorti anche noi ma solo su un piano superficiale. Epidermico. Lui ci fa intravvedere le preoccupanti conseguenze. Ovvero, per esempio, che se non convieni sul fatto che il sesso non esiste e quello che conta è l’identità di genere, sei un troglodita. Peggio: sei un fascista. Fai schifo. Circondati come siamo da neopuritani, colonizzati dal wokismo americano, imitatori degli eccessi statunitensi, imbrattatori o abbattitori di statue, gente che infila pronomi nelle bio dei suoi account social, non possiamo che dichiararci sconfitti e manifestare l’ultimo gesto dell’uomo in rivolta: leggere Ricolfi. E osservare tanta gente di sinistra che non ne può più, e vota a destra. Sperando che passi la nottata.

Salvatore Merlo

Franco Cardini
Vienna” (il Mulino)

“A Vienna la storia diventa subito leggenda”, scrive Franco Cardini nel suo Willkommen, il benvenuto al lettore che s’accinge a leggere questa particolarissima guida della città che fu capitale dello sterminato Impero asburgico. Fu questo, Vienna, ma fu anche tanto altro. Capitale tra le più chic d’Europa per secoli e confine ultimo della cristianità minacciata dai turchi; simbolo tra i più sfolgoranti della Belle Epoque ed esempio vivo della decadenza tra le due guerre. Vienna, unica e contraddittoria. Vecchissima e moderna. Romana e poi gotica, asburgica e poi proletaria. Inizio di un mondo nuovo e fine di quello vecchio. Tra il verde dei suoi parchi, i giri di valzer di Strauss, le opere di Mozart, i quadri di Klimt. Tra i suoi vini pregiati, le Wiener Schnitzel, la pasticceria ineguagliabile. Affascinante e nostalgica, che ti lascia sempre quel senso di Storia perduta: sia che tu guardi – come il Trotta di Joseph Roth – il sarcofago di Francesco Giuseppe nella Cripta dei cappuccini, che tu accenda una candela vera nella cattedrale di Santo Stefano o che tu ti distenda pensieroso sull’erba del Prater.

Matteo Matzuzzi

Luciano Capone e Carlo Stagnaro
Superbonus. Come fallisce una nazione” (Rubbettino)

Ce l’ho davanti, è il mio compagno di stanza, mi presta sempre il caricatore del cellulare e poi, soprattutto, Luciano Capone ha scritto un libro (con Carlo Stagnaro) sul Superbonus, su come fallisce una nazione. Un tomo pieno di numeri e fatti, dati allarmanti e inappellabili, a cui annuisco robotico da quando il governo Conte 2 ha avuto questa pensata. Fatevi un’idea, compratelo e avrete un argomento forte e non di facciata (da tempo sognavo questa battuta) sotto le feste di Natale, e pensate comunque al mio cellulare che è sempre scarico. C’è poi un altro libro che vorrei mettere in mezzo e condividere: lo ha partorito Gianluca Peciola, romano “de sinistra” che ci crede, conosciuto quando seguivo in un’altra vita il Campidoglio, e riguarda la storia della sua famiglia (si intitola “La linea del silenzio”, Solferino). Sembra un film, ma è tutto vero: è la sua storia, quella di un ragazzo che fa i conti con la vita, con una cugina che invece scopre essere la sorella. In mezzo ci sono la lotta armata e le sbarre, il terrorismo e la politica. La grande storia e il dramma dentro le mura di una casa. Il tris si chiude con una chicca che mi è capitata sotto gli occhi in questi giorni. E’ un raccontino di Guy de Maupassant:  “Quel porco di Morin”. E’ datato 1882, ma resta attualissimo.

Simone Canettieri

Benjamín Labatut
Maniac” (Adelphi)

Leggete “Maniac” di Benjamín Labatut, uno scrittore eclettico nato a Rotterdam, che vive in Cile e che scrive in inglese (in Italia il libro è uscito per Adelphi). A tratti ricorda gli ultimi due romanzi “scientifici” di Cormac McCarthy. Labatut racconta le vite tragiche e romantiche degli scienziati che, nella seconda metà del XX secolo, hanno forgiato il nostro mondo, in particolare John von Neumann, che ha partecipato allo sviluppo della bomba atomica, che ha inventato l’antenato del computer e che è all’origine dell’intelligenza artificiale. Ossessione, genio, ragione, tenebre, progresso, tutto si tiene in Labatut. Non capita tutti i giorni che un libro stimoli la riflessione in ogni pagina. A cominciare dalla prima: uno scienziato ebreo che uccide il figlio down e se stesso l’anno in cui Hitler sale al potere. Un indizio della strage futura degli “inadatti a vivere” e degli ebrei nel secolo del castello di Barbablù.

Giulio Meotti

Eve J. Chung
Le figlie di Shandong” (Corbaccio)

Eve J. Chung fa l’avvocata dei diritti umani a New York, e ha scritto un libro essenziale per capire la storia fra la Repubblica popolare cinese e Taiwan, la sua evoluzione e il modello di democrazia e progressismo che è diventata oggi. L’ha scritto basandosi sui racconti che le faceva sua nonna, che era scappata dalla provincia cinese dello Shandong prima a Hong Kong e poi a Taiwan, e moltissimi come lei, per sfuggire alla furia delle armate comuniste di Mao. E’ un romanzo che è anche un affresco di quella parte di mondo cinese della fine degli anni Quaranta. “Le figlie di Shandong” è uscito a maggio in inglese e Corbaccio l’ha fatto uscire soltanto pochi mesi dopo in italiano, tradotto da Maria Elisabetta De Medio. (Giulia Pompili)

   
Basilio Milio
Ho difeso la Repubblica. Come il processo trattativa non ha cambiato la storia d’Italia” (L’ornitorinco)

Nel novembre 2023 la Corte di cassazione ha demolito la più grande bufala giudiziaria, mediatica e storica degli ultimi venti anni, quella della cosiddetta “trattativa stato-mafia”, assolvendo i servitori dello stato che indegnamente sono stati messi alla gogna per tutto questo tempo, gli ex ufficiali del Ros Mario Mori, Antonio Subranni e Giuseppe De Donno. Nonostante ciò, ancora oggi in molti continuano a credere che la Trattativa sia veramente esistita, a causa anche dell’eccezionale sponsorizzazione che per anni la vicenda giudiziaria ha ottenuto dall’antimafia militante e da certi organi di informazione. In questo libro l’avvocato Basilio Milio, legale del generale Mori, colui che nel 1993 ebbe il merito di catturare Totò Riina, racconta come sia riuscito a demolire, punto per punto, il teorema della Trattativa imbastito dalla procura di Palermo. Un processo senza reato, che aveva come obiettivo quello di infangare i Carabinieri e riscrivere la storia d’Italia. Conoscere come siano andate veramente le cose è dovere civico di ogni cittadino.

Ermes Antonucci

Michel Vieuchange
Smara. Taccuini di viaggio” (Settecolori)

Per il Bianco Natale consiglio una lettura che vi scalderà le ossa, ambientata nel giallissimo deserto del Sahara. “Smara” non è un luogo dai contorni mitici ma è il cammino stesso, quello intrapreso nell’ignoto. Nel caso dell’esploratore francese degli anni Trenta Michel Vieuchange, il primo occidentale a raggiungere la città del Marocco, è un pellegrinaggio fatto di pietre aguzze, sabbia, pidocchi, fame, sete e predoni. Le frasi sono asciutte come il deserto, semplici e brevi come chi deve cercare le parole mentre tenta di rincorrere qualcosa. E’ la fatica di chi vuole dominare se stesso e assecondare le proprie folli e ostinate aspirazioni. Spoiler: alla fine Vieuchange muore. Buon Natale!

Luca Gambardella

Isaac Bashevis Singer
Alla corte di mio padre” (Adelphi)

Non tutti i mondi antichi sono piccoli. Alcuni sono enormi mondi antichi, sono stravaganti mondi antichi. Molto spesso sono mondi antichi sepolti. I personaggi che si dimenano in “Alla corte di mio padre” del premio Nobel Isaac Singer sono tutti morti. E non perché il tempo li ha cancellati come accade a tutti noi esseri umani, ma perché sono stati sterminati durante l’Olocausto e tra i pochi superstiti ci sono tre dei quattro fratelli Singer: Isaac, Israel, Esther, i ribelli di una stirpe di rabbini. La morte esce nei quadri del libro edito da Adelphi tra i mille colori, tra le scene spumeggianti di una quotidianità sepolta, in una Varsavia trasformata poi in macerie e adesso nell’energia viva e vorace di una città che non smette di evolversi. Il libro di Singer è un insieme di quadri, racconti di una società ebraica che non esiste più, che è stata cancellata con i suoi riti, le sue convinzioni. Singer ricorda che suo padre, per non ammettere che i suoi due figli fossero due scrittori (e scrittori di incontenibile talento), preferiva dire che facessero i giornalai e così si salutarono per l’ultima volta: con il padre che domandava a Isaac e Israel avvistati dall’altro lato della strada se vendessero ancora i giornali. Non c’è giudizio nelle parole dello scrittore, c’è una nostalgia che sfuma in teatro, si dissolve religiosamente nell’attimo prima della grande tragedia.

Micol Flammini

Alexei Navalny
Patriot” (Mondadori)

Il libro dell’anno per me è “Patriot” di Alexei Navalny. Non solo per il dolente diario del carcere, duecento pagine asciutte e per questo ancor più drammatiche. Quel che mi ha colpito è il racconto anch’esso essenziale, intenso, ma privo di invettive o tirate propagandistiche, della sua formazione prima nella città militare dove viveva con il padre soldato, in una famiglia metà russa metà ucraina; poi tra le illusioni nate dal crollo dell’Unione sovietica e del comunismo, imploso, collassato su se stesso; infine nella voglia di “un paese normale, ricco, governato dalle leggi” presto repressa dal regime putiniano. Emerge innanzitutto una continuità impressionante col passato, al di sotto della fuffa sulle liberalizzazioni, il mercato e il capitalismo che abbiamo ascoltato tanto a lungo. La più grande tragedia geopolitica del secolo non è stata la fine dell’Urss, ma l’incapacità di uscire dalla sua ombra lunga e oscura. “Se mi chiedete perché odio Putin – scrive Navalny – non è perché ha cercato di uccidermi o perché ha sbattuto mio fratello in prigione, ma perché ci ha rubato gli ultimi vent’anni. Avrebbero potuto essere incredibili. Non avevamo nemici. La pace regnava oltre le frontiere. I prezzi del petrolio e delle materie prime erano incredibilmente alti. I ricavi delle esportazioni erano enormi. Putin avrebbe potuto usare quegli anni per trasformare la Russia in un paese prospero. E tutti noi avremmo potuto vivere meglio”. Anziché sproloquiare sull’assedio dell’occidente e i complotti americani bisognerebbe partire da qui. Né come la Cina, né come l’America, né come l’Europa. La Russia di Putin non produce nessuna cosa bella che piaccia al mondo, non è un modello per nessuno. Perché?

Stefano Cingolani

   
Lawrence Osborne
Santi e bevitori” (Adelphi)

Un libro per bevitori e uno per astemi. Per i bevitori: “Santi e bevitori” di Lawrence Osborne (Adelphi). E’ il mio libretto di giustificazioni dopo le ore 21: “Se per tutti questi anni fossi stato sobrio, oggi non sarei qui”. Per gli astemi: “Il romanziere” di Simenon (Henry Beyle), lo scrittore belga che selezionava così i giornalisti della sua redazione: “Se oggi mi trovassi al posto del direttore, e vedessi entrare in ufficio un aspirante reporter diciassettenne per metà spavaldo e per metà intimidito, che trema come una foglia, credo di sapere cosa gli direi, con tutta la delicatezza possibile: ‘Mio giovane amico, la assumo. La assumo, pur essendo quasi sicuro che il più delle volte la sua carta asciugherà pagine di romanzo, non cronache locali’”.

Carmelo Caruso

     
Kaveh Akbar
Martire!” (La nave di Teseo)

Dovendo scegliere un solo titolo per tutto il 2024 sarebbe “Martire!” Di Kaveh Akbar (La nave di Teseo). “Un romanzo d’esordio infestato dalla morte e incandescente di vita”, l’ha definito il New York Times, e forse non c’è altro da aggiungere. Ma siccome i libri sono come le bottiglie di vino, e uno solo è poco, metterò sul tavolo pure un poliziesco indimenticabile e beverino, che espande i confini del genere: “Il Dio dei boschi” Di Liz Moore (NN Editore). C’è un po’ di “Moonrise Kingdom” e un po’ di “Stand by Me”, i campeggi estivi, i tredici anni, ti ricordi? Le paure bambine da mettere alla prova, falò clandestini e prime cotte. Ma è molto più di un giallo su Pollicini perduti nei boschi. E’ un romanzo che parla del potere e delle sue gabbie, dell’enormità della perdita e del bisogno di trovare un capro espiatorio. E anche di seconde possibilità. Infine un audiolibro, per chi come me ha occhi pigri e orecchie golose: “Me parlare bello un giorno” (Audible), scritto vent’anni fa da David Sedaris e invecchiato benissimo in barrique. Fiction autobiografica: una paradossale, acuminata, irresistibile serie di racconti, qui resa ancora più godibile dalla lettura di Giancarlo Ratti (sì, quello di “Il ruggito del Coniglio”).

Enrico Cicchetti

  
Marco Ballestracci
Preludio e fuga di Riccardo Klement” (Alphabeta Verlag)

Ci sono piccole storie nelle grandi storie che a volte ci stupiscono e riescono a chiarirci quanto sia complicata, sfaccettata, estremamente complessa la storia che abbiamo in un modo o nell’altro imparato a scuola. Perché c’è molto di più di date, guerre, governi, cambiamenti geografici e politici negli avvenimenti che hanno modificato il corso della Storia. Soprattutto ci sono vite, quelle di donne e uomini che spesso non entrano nella Storia, ma che sono comunque passate attraverso di essa. Vite che non fanno notizia, figuriamoci storia, ma che, a volte, meritano di essere raccontate. E poco importa se il racconto è vero veramente o solo ispirato a. Marco Ballestracci in “Preludio e fuga di Riccardo Klement” (Edizioni Alphabeta Verlag, 218 pp., 15 euro) racconta una piccola storia di confine durante quella grande storia che è stata la Seconda guerra mondiale. Un storia che inizia prima della guerra e finisce dopo, o meglio inizia dopo, finisce dopo, ma attraversa anche il prima e il durante. Una storia di criminali, di chiesa, di politica e di fede. Soprattutto una storia di vite perse, ritrovate, sconvolte, fuggiasche, colpevoli e mai innocenti. Un libro dolce e crudele, di quelli che forse non si regalano a Natale. Poco male. I regali non scontati sono quelli che superano la dimenticanza.

Giovanni Battistuzzi

   
Sally Rooney 
Intermezzo” (Einaudi)

Ho letto tutti i libri di Sally Rooney, l’incredibile giovane scrittrice irlandese di “Parlarne tra amici”, il suo libro di debutto che, anni fa, ho divorato in un pomeriggio d’estate in Grecia, ipnotizzata dal ritmo e dalla prosa di quella storia che sembrava prendere a schiaffi il lettore. Che cosa succede nei libri di Sally Rooney? Tutto e niente, cose che hai pensato mille volte, cose indicibili, ma ogni riga sembra parlarti guardandoti negli occhi. Ogni riga arriva diretta a qualche parte di te che pensavi riposasse sotto altro. E in “Intermezzo”, l’ultimo romanzo, Rooney compie un giro di giostra irresistibile e feroce attorno alle altre vite che avremmo potuto avere – una, due, nessuna? – se a un certo punto non ci fossimo messi a vivere questa, perché ci andava o perché ci siamo trovati lì, in quel momento, quel giorno. Ecco, Rooney scrive proprio dall’interno di quel punto, dall’ora esatta in cui si comincia a vivere prendendo una qualsiasi via, con improvvisa accelerazione, a venti o a trent’anni, magari inconsapevolmente, magari con rabbia, magari lasciandosi irretire da un’esistenza “mutilata dalle circostanze”, come dice a un certo punto uno dei due protagonisti, i fratelli Peter e Ivan. E forse è stato un bene, questo pensi. Fino a che non arriva l’intermezzo a rovesciare il tavolo o a ridisegnare il senso. Un qualsiasi senso.

Marianna Rizzini

Aurelio Picca
La gloria” (Baldini+Castoldi)

Non sono un consigliere, sono un testimone, non consiglio mai libri, ognuno legga ciò che vuole, semplicemente continuo a manifestare il mio entusiasmo per “La Gloria” di Aurelio Picca (Baldini+Castoldi). Perché questo mi fa Picca: mi entusiasma. Non mi fa riflettere, mi esalta. Non mi fa ragionare, mi fa appassionare. Ed è difficile entusiasmarmi, esaltarmi, appassionarmi: sono uomo atarassico. Ma semel in anno licet insanire e posso ben fare un’eccezione natalizia al mio consueto distacco. Ode a Picca, dunque. Che prima di essere un grande scrittore è un grande uomo, un grande personaggio. O si vive o si scrive, diceva Pirandello in polemica con D’Annunzio, e Picca lo smentisce con questi inebrianti racconti sportivo-autobiografici. Che vita! E che arte! Qualche altro buon libro il 2024 me lo ha pure portato ma soltanto Picca dimostra che la grandezza in letteratura è ancora possibile.

Camillo Langone

    
Antonio Franchini
Il fuoco che ti porti dentro” (Marsilio)

Per fortuna ogni tanto qualcuno si ricorda ciò che deve fare un romanzo: andare fino in fondo e dire soprattutto l’indicibile, dotandosi – oseremmo pretenderlo – di una superficie espressiva energica, vivace, capace di spezzare la nostra ripetizione interiore e di regalarci l’esperienza originale, quella irripetibile. Qui c’è Angela, l’impossibile Angela Izzo, che puzza, è malvagia e ne ha sempre una per tutti – una benedizione per il lettore, sanguinaria e cannibalesca com’è. Angela che è il punto nevralgico di un senso dell’appartenere e del non appartenere che non riguarda solo mamma e famiglia o Napoli e Milano, ma tutto, e tutte le scelte della nostra vita. E’ un romanzo che ci racconta una famiglia e tutta una serie di figure di minori che sono maggiori e che ci fanno sentire, letteralmente, il tempo, il suo incalzare, le nitidezze illusorie e le insolubili oscurità che ci consegna. “Un mondo di zoccole”, Angela dixit. E di amore che non sappiamo mai, mai dire.

Marco Archetti

  
Alessandro Gori
Gruppo di leprecauni in un interno” (Rizzoli)

Il libro dell’anno, sul versante serio, è senz’altro “Il fuoco che ti porti dentro” di Antonio Franchini, ma immagino/spero che qualcun altro ne parli. Invece temo che Alessandro Gori non sia così noto, perciò ne parlo qui io, sperando di guadagnargli qualche lettore. Alessandro Gori è lo scrittore-performer che una volta si faceva chiamare “Sgargabonzi”, e che adesso ha ripreso il suo nome. “Gruppo di leprecauni in un interno” è una raccolta di racconti che parla soprattutto di mostri. Gori sa quanto possono essere crudeli o falsi o ignari di sé stessi o semplicemente stupidi gli esseri umani: come accade nella comicità più intelligente, nelle sue pagine il sorriso o il riso derivano dalla deformazione caricaturale di tare, di vizi del carattere che in modalità meno abnormi non si fa fatica a cogliere nel popolo di sciagurati che si esibisce nella società e in rete. Qui abbiamo per esempio (mostruosità in rete) l’adolescente cretina che racconta su Facebook l’agonia e la morte di suo padre: “Sono già passate alcune ore, ma ancora non riesco ad accettare la morte di mio padre. Penso sia normale. Mettete like se pensate che è normale”. O abbiamo (mostruosità nella vita reale) i ristoratori romani che brutalizzano gli avventori non a loro agio con i codici della romanità: “… E guai a chiedergli cos’è la coda alla vaccinara, la pajata o la papalina pure nel momento in cui uno non l’ha potuto cercare in autonomia perché internet in quel tugurio non prende. ‘Avete per caso il wi-fi?’. ‘Eh certo, qua siamo Elon Musk. Vai bello, vai…’, e ti accompagnano all’uscita con un calcio in culo”. Uno dei compiti della letteratura – soprattutto a Natale! – è ricordare al lettore quanto possa essere velenosa la pianta-uomo: mi pare che nessuno lo sappia dire con l’intelligenza, la fantasia e l’umorismo di Gori.

Claudio Giunta
    

Neil Gorsuch e Janie Nitze 
Over Ruled: The Human Toll of Too Much Law” (HarperCollins)

Marty Hahne ha letto un libro su Houdini a nove anni, e da allora non ha pensato ad altro. Fa il college, poi lavoretti, poi finalmente il prestigiatore di professione. Intrattiene soprattutto bambini, fa feste di compleanno e simili, il che gli dà una certa soddisfazione. Ci sono cose però, alle quali non ti prepara nessun libro e a cui nessun trucco ti consente di sfuggire. Dopo uno spettacolo in una biblioteca del Missouri, una donna gli si avvicina, gli mostra il distintivo e gli chiede se abbia regolare licenza per il coniglio che ha estratto dal cilindro. Anni prima il Congresso ha approvato una norma che richiede a quanti utilizzano animali per scopi di ricerca di avere una licenza. Poi la legge è stata estesa a circhi e zoo, ma la formula adottata riguarda tutti coloro che “espongono animali”. Inclusi i maghi di provincia. Qualche anno dopo, la legge lo obbligherà pure a redigere un piano per le emergenze, 28 pagine in cui spiega come si comporterebbe in caso di terremoti, uragani, eccetera. Il libro del giudice della Corte suprema Neil Gorsuch e di Janie Nitze non è solo uno “stupidario” del diritto americano. Indaga le ragioni per cui siamo “ultra-regolati”. Se abbiamo troppe leggi è anche perché l’offerta di norme e provvedimenti incontra una domanda. Favori speciali travestiti da regole applicabili a tutti. O semplicemente il bisogno di sapere che lo stato “c’è” e fa qualcosa per il problema del momento. Le nostre catene sono il prodotto delle nostre ansie. Recuperare la dimensione locale della sperimentazione normativa e conoscere meglio l’attività dei parlamenti sono tentativi necessari, ma non sufficienti, a rimettere sotto controllo la macchina impazzita della legislazione.

Alberto Mingardi

Ananyo Bhattacharya
L’uomo venuto dal futuro. La vita visionaria di John Von Neumann” (Adelphi)

“L’uomo venuto dal futuro” di Ananyo Bhattacharya non è il miglior libro del 2024. Tanto più che non è neppure un libro del 2024 (questa la data dell’edizione italiana). E’, però, fondamentale perché riporta l’attenzione su John von Neumann, formidabile genio matematico e altrettanto eccezionale ingegno pratico, creatore o corresponsabile di svariate invenzioni, tra cui quella del computer – oltre a essere stato consulente del governo americano su svariate armi di totale e completa distruzione. Von Neumann incarna, con algida lucentezza, lo spirito di un’intera epoca, intrappolata tra la volontà di sapere tutto e la coscienza di essere arrivati a un punto limite della conoscenza: quello secondo cui forse non possiamo più davvero sapere le cose ultime, e tantomeno le cose prime, attraverso una riflessione teoretica, ma dobbiamo solo sperimentare sperimentare e ancora sperimentare, senza avere paura davvero delle conseguenze. Solo per questa via radicalmente spregiudicata, allora, forse, potremo davvero sapere!

Michele Silenzi

   
Hans Joas
Perché la Chiesa? Miglioramento di sé versus comunità di fede” (Queriniana)

Perché la Chiesa? Se vogliamo una risposta decisamente poco convenzionale a questa domanda, consiglio vivamente la lettura del libro di Hans Joas, “Perché la Chiesa? Miglioramento di sé versus comunità di fede” (Queriniana 2024). Di solito coloro che, a vario titolo, si occupano di religione tendono a considerare la Chiesa un semplice presupposto del loro lavoro oppure una sorta di reliquia del passato destinata a scomparire o quanto meno a trasformarsi radicalmente, magari in senso democratico. Joas segue un’altra strada. A suo parere una sociologia della Chiesa dovrebbe prendere come punto di partenza “il fatto sorprendente e convincente” che la Chiesa esiste, c’è. E c’è da oltre duemila anni. “Nessuno – dice Joas – può negare che si tratti di un fenomeno notevole; alcuni saranno persino tentati di vedervi una sorta di miracolo”. Di sicuro pochissimi stati possono vantare una simile continuità ininterrotta, ma soprattutto nessuno stato ha il carattere universalistico che la Chiesa rivendica per sé. La Chiesa che ci presenta Joas è una “cooperativa di credenti” orientati a un ideale, gerarchicamente ordinata secondo i suoi vari “ministeri”, che continua a esistere anche in contesti culturali come i nostri, rispetto ai quali essa potrebbe apparire addirittura come un controsenso. A garantire questa esistenza sta principalmente il fatto che nella chiesa vengono articolate esperienze fondamentali per l’uomo: quelle che Joas chiama esperienze di auto-trascendenza, senza le quali non capiremmo che cosa sia la fede né la religione.

Sergio Belardinelli

   
Eugenio Borgna
In ascolto del silenzio” (Einaudi)

“Nel silenzio si ascoltano voci segrete, voci dell’anima, che sgorgano dalla piú profonda interiorità. Se non amiamo il silenzio è forse perché non vogliamo ascoltare quello che si agita nel nostro cuore, e rispondere alla voce che chiama dalle misteriose lontananze della nostra anima. Non lo amiamo insomma perché ci fa ripensare al senso della nostra vita, e alla importanza che hanno riflettere e meditare, immaginare e ascoltare la voce del cuore”. Il penultimo libro del grande psichiatra Eugenio Borgna (1930-2024). Un invito a provare ad affrontare quel silenzio che spesso non tolleriamo, e subito colmiamo di rumore, chat, tv, e voci di dj, alla radio, che parlano del nulla. Un suggerimento da un grande conoscitore d’anime: fronteggiare il silenzio, senza scappare. Non così facile come sembra. Ma il silenzio non è il nulla: è uno spazio interiore fecondo, che può suscitare una fascinazione. In chi resta ad ascoltare.

Marina Corradi

     
Christian Grataloup e Charlotte Becquart-Rousset
Atlante storico mondiale” (L’ippocampo)

E’ l’edizione aggiornata e ampliata dell’atlante che gli stessi autori avevano curato in Francia nel 2019, e che si avvale del preziosissimo lavoro della rivista mensile L’Histoire, dotata di una sezione cartografica commovente per ampiezza e precisione. Rispetto ai tradizionali atlanti storici su cui abbiamo studiato da giovani, ha il pregio di associare a ogni mappa un codice per la visualizzazione online ma, ancor più, l’ambizione di raccogliere anziché accatastare: pretende infatti di unificare l’intera storia dell’umanità nelle capillari diramazioni dell’unica azione che ci accomuna tutti dalle origini ai giorni nostri, ossia occupare uno spazio e dire “questo è mio”. Ragguardevole, a questo proposito, la vertigine borgesiana causata dalla prima mappa, che raffigura lo schema dell’atlante stesso. Io lo uso come coffee-table book; un po’ perché è elegante, un po’ perché ogni tanto non ricordo qualcosa da controllare senza alzarmi dal divano, un po’ perché mi piace aprirlo a caso e scoprire dettagli sui tragitti dei commedianti nel Settecento o sull’accordo Sykes-Picot. Ma, soprattutto, perché tenerlo a portata di mano mi dà l’impressione di capire un po’ meglio il telegiornale.

Antonio Gurrado

Javier Marías
Berta Isla” (Einaudi)

“Berta Isla” di Javier Marías. Parla di amore, di passioni e di menzogne. Cioè di tutto. Non è proprio un libro fresco, ha già qualche anno, ma vale la pena recuperarlo, e regalarlo. Invece, per i più audaci – o per litigare in famiglia –  un libro del filosofo russo Pëtr A. Kropotkin, anarchico e rivoluzionario. Ma anche geografo, zoologo, sociologo e un po’ di altre cose. Eppure, nonostante tutto, inspiegabilmente ottimista.

Ruggiero Montenegro

Francesco Boer e Fabio Bortesi
La ricetta dell’incanto” (Wudz)

Quelli che la carbonara si fa così, “mo’ te la spiego io”. Quelli che non c’è un modo solo, “questa è la mia versione”. Quelle su Tinder che andiamo al sushi. Quelle che no al sushi, sono team pizza. Quelli che il romanesco per spiegarti la ricetta, “facilissima”, e tu dai fuoco alla cucina provandoci. Quelli che recensiscono panini. Quelli che vanno agli stellati e si alzano a metà per fumare. Se il moderno feticismo per il cibo vi ha fatto venire per ripicca la voglia di smettere di mangiare, come gli essere umani fanno, e tornare a nutrirvi, come gli animali, magari a pane e acqua, “La ricetta dell’incanto” di Francesco Boer e Fabio Bortesi (Wudz) è una lettura consigliata. “Leggende, rituali e simboli dell’alimentazione”, per riscoprire il valore sacrale del produrre e del consumare insieme. Un libro ricco di miti, di Bibbia e di Vangelo. Ma realista: “Dovremmo sforzarci di riportare il senso e la sacralità della vita e del cosmo nella nostra èra devastata da secoli di avidità e utilitarismo, senza per questo rinunciare a quelle conquiste tecnologiche e culturali che hanno migliorato le nostre vite”.

Nicola Contarini

Vincenzo Latronico
La chiave di Berlino” (Einaudi)

E’ un saggio, non una guida. Per cui la pretesa di scorgervi suggerimenti al fine di visitare la città da turista è sbagliata in partenza. Più che altro “La chiave di Berlino” di Vincenzo Latronico vi proietta nei bar sull’Oberbaumbrücke o sul Landwehrkanal, in quella fine degli anni Dieci del nuovo millennio in cui Berlino era uno “spazio pieno di vuoti”. Ora la città è molto cambiata, si fanno code di diversi isolati con un sacco di credenziali sottobraccio per accaparrarsi un appartamento sgarrupato a cifre ragguardevoli mentre tempo addietro gli studio te li buttavano appresso. Ma in poco più di un centinaio di pagine si imparano un sacco di cose che è divertente sapere se (ma anche no) vi si progetta un viaggio nell’anno venturo. Non solo la culture dei rave o il tanto famigerato Berghain, di cui è difficile anche solo parlare perché, come scrive Latronico, “il racconto si è logorato nella reiterazione del mito, finendo per somigliare a quei jingle pubblicitari ripetuti tanto ossessivamente da risultare nauseanti”. C’è una discrezione di cos’è stato (e in parte è ancora) in città l’ambiente legato all’arte contemporanea, una specie di indotto a cui molti si sono abbeverati fornendo un servizio: vendere pozze di linguaggio per dare senso alle opere. Anche chi ambisce solamente a mettersi in fila al club di cui sopra potrebbe arrivarci con alle spalle una lettura affatto banale. Anzi: dovrebbe diventare un prerequisito per entrare.

Luca Roberto

La metafora della “legna e la cenere” nel pensiero di Emanuele Severino

Emanuele Severino, filosofo italiano attivo nel XX e XXI secolo, ha utilizzato la metafora della “legna e la cenere” per esplorare concetti fondamentali riguardanti l’essere e la trasformazione. Questa metafora serve a illustrare il suo rifiuto dell’idea che le cose possano realmente “diventare” altro da ciò che sono, un tema centrale nella sua ontologia.

Significato della metafora

La frase “tutte le cose, nel nostro modo di pensare, sono legna che diventa cenere” evidenzia l’idea che, sebbene le cose appaiano in costante cambiamento, esse non perdono mai la loro essenza. Severino sostiene che la legna, quando brucia, non si annienta; piuttosto, le sue diverse forme (legna spenta, legna accesa, braci, cenere) rappresentano un susseguirsi di stati eterni. Ogni fase della legna è eterna e immutabile, e il passaggio da una forma all’altra non implica un reale “diventare” qualcosa di diverso[1][2][3].

Critica al divenire

Severino critica l’interpretazione tradizionale del divenire, sostenendo che affermare che una cosa diventi un’altra implica un annientamento dell’essenza originale. Secondo lui, il processo di trasformazione osservato nella legna che brucia è solo un’illusione: ciò che accade è un cambiamento apparente all’interno di un cerchio di esistenza in cui ogni stato è eterno[2][3]. La cenere non è quindi il risultato finale della legna; piuttosto, è il successore della legna in un ciclo eterno.

Riferimenti filosofici

Severino si distacca sia dalla tradizione occidentale sia da quella orientale nel suo approccio. La sua visione ricorda alcune idee del Buddhismo Zen, come quelle espresse da Eihei Dōgen, dove si sottolinea che la legna non ritorna mai a essere legna dopo essere diventata cenere; tuttavia, Severino va oltre affermando che nulla realmente “scompare” o “diventa nulla” nel senso tradizionale[1][2].

Conclusione

La metafora della “legna e la cenere” è quindi cruciale per comprendere il pensiero di Severino: essa rappresenta una visione del mondo in cui ogni cosa è eterna e immutabile nella sua essenza. La trasformazione apparente non deve indurre a pensare a un annientamento; piuttosto, ogni fase dell’esistenza è parte di un continuum eterno. Questo approccio invita a riflettere sulla natura dell’essere e sul significato del cambiamento nella nostra esperienza quotidiana[1][4][5].

Citations:
[1] https://arenaphilosophika.it/la-legna-e-la-cenere/
[2] https://wilmoboraso.wordpress.com/2010/07/11/la-filosofia-dellassurdo/
[3] https://antemp.com/2013/09/18/legna-e-cenere-lapparire-dellesser-se-di-emanuele-severino-nella-tavernetta-con-il-camino-acceso/
[4] https://www.ilfoglio.it/filosofeggio-dunque-sono/2017/12/30/news/emanuele-severino-filosofo-eterno-171164/
[5] https://www.pensierofilosofico.it/articolo/Leternita-del-fuoco/277/
[6] https://emanueleseverino.com/2017/01/10/emanuele-severino-su-alcuni-concetti-per-i-quali-ha-elaborato-limmagine-della-legna-e-la-cenere-1972-1983-1989-1995-1999-2001-scheda-di-studio-a-cura-di-paolo-ferrario-29-luglio-2014/
[7] https://www.youtube.com/watch?v=sl-uRN-X5dw
[8] https://www.ousia.it/content/Sezioni/Temi/Tesi/NichilismoTechnePoesia.doc

Aldo Cazzullo ricostruisce le ultime ore di PIER PAOLO PASOLINI, ucciso il 2 novembre 1975, nel programma Una giornata particolare, su la 7 del 30 ottobre 2024

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Haruki Murakami, Le città e le sue mura incerte, Einaudi, 2014

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Diciassette anni lui, sedici lei. Si sono conosciuti in occasione di un concorso letterario aperto alle scuole della circoscrizione. Lui ha sfidato la timidezza e le ha lasciato il suo indirizzo, proponendole di scambiarsi delle lettere. Non sopportava l’idea di non vederla piú. Vivono in città diverse e non hanno un posto per sé: ai loro sporadici incontri fa da sfondo il paesaggio urbano – i giardinetti, l’orto botanico, la stazione -, passeggiano in riva al mare o lungo il fiume, sospinti dalla promessa del futuro. È l’incanto del primo amore. Durante le interminabili chiacchierate, lei comincia a raccontargli di una città circondata da mura altissime, con un bel fiume, tre ponti di pietra, una torre di guardia, basse colline, un orologio senza lancette che sovrasta la piazza principale, unicorni dal mantello dorato, invisibili uccelli notturni. Qui le persone conducono un’esistenza frugale, ma senza privazioni. In realtà la vera lei è lí che vive, gli confida. Quella davanti a lui è soltanto un’immagine sbiadita, un’ombra, che ha preso il suo posto. Nella città dalle alte mura lei lavora in biblioteca: dalle cinque del pomeriggio fino alle dieci di sera aiuta il Lettore dei sogni. Sarà lui a ricoprire quel ruolo, gli dice, perché possiede i rari requisiti richiesti per la misteriosa funzione. Nei mesi in cui si frequentano, lui annota ogni dettaglio di quel luogo segreto che conoscono solo loro, e che vanno costruendo insieme. Poi, all’improvviso, la ragazza scompare. Per ritrovarla, lui dovrà spingersi oltre lo spazio e il tempo e sconfiggere le temibili barriere che li separano. Ma solo chi lo desidera con tutto il cuore può superare le alte mura ed entrare finalmente nella città. Mondi dalle sfumature oniriche, chimere intrise di malinconia, enigmatiche suggestioni che rapiscono e incantano: La città e le sue mura incerte è immerso nelle atmosfere ipnotiche e rarefatte che hanno reso celebre Murakami Haruki. Eppure si rivela anche un romanzo ben radicato nella realtà, una profonda riflessione sullo scorrere del tempo, sul rimpianto di ciò che abbiamo perduto, sugli sconfinamenti della verità, sul senso della nostra esistenza.

E.M. Cioran, Il crepuscolo dei pensieri, Adelphi

E.M. CioranIl crepuscolo dei pensieri

Il crepuscolo dei pensieri – E.M. Cioran

https://www.adelphi.it/libro/9788845939143

Le verità che Cioran consegnò al Crepuscolo dei pensieri contengono il germe delle esplorazioni future e al tempo stesso qualcosa che resiste persino all’organizzazione caotica e frammentaria dei Quaderni.

Al fondo di ciascuno degli aforismi qui radunati – che toccano i temi più cari a Cioran (dalla noia alla solitudine, all’insonnia, alla timidezza, al desiderio, all’oblio, al rimorso e al suicidio) – cogliamo la stessa affilata capacità di introspezione, l’estraneità di sempre a ogni filosofia, ma in una versione surriscaldata.

Un pensiero che non trova pace e attraversa le vaste distese del «non-luogo universale», lasciando dietro di sé una traccia bruciante nelle parole. «La mediocrità della filosofia si spiega col fatto che si può riflettere solo a bassa temperatura. Quando si controlla la propria febbre, si ordinano i pensieri come fossero marionette; si tirano le idee con il filo e il pubblico non si sottrae all’illusione.

Ma quando ogni sguardo su se stessi è un incendio o un naufragio, quando il paesaggio interiore diviene una sontuosa devastazione di fiamme che danzano sull’orizzonte dei mari – allora si dà libero sfogo ai pensieri: colonne tormentate dall’epilessia del fuoco interiore». Un fuoco che permette a Cioran di esserci amico – anche quando apparentemente vorrebbe infierire su di noi.

Pontiggia Giuseppe, a cura di Daniela Marcheschi, “Un libro che divorerei”: pareri di lettura, Palingenia editore, Venezia, 2024

scheda dell’editore:

Un Pontiggia inedito e ‘privato’, nella veste di impareggiabile consulente editoriale.

Lettore appassionato, vorace e onnivoro, pertinace bibliomane, Giuseppe Pontiggia era come fatalmente predestinato a quell’invisibile ruolo di consulente editoriale che, per decenni, affiancò alla pubblica attività di scrittore. Ma anche il «parere di lettura» assurge, in Pontiggia, al rango di vero e proprio genere letterario. Lo dimostra questo libro, dove per la prima volta si offre ampia testimonianza di una parte tutt’altro che secondaria della sua  opera, relegata finora all’interno di fondi e archivi editoriali.
Un Pontiggia inedito e ‘privato’ nel quale ritroveremo però tutti i suoi inconfondibili tratti: la scrittura sapientemente calibrata e la perentoria precisione di giudizio («Sono libri decorosamente didascalici, ma una pagina di Singer basta a cancellarli»); la contagiosa passione letteraria («… si impone senza enfasi e sottolineature, con la naturalezza serenamente sconvolgente dei classici»); la soave spietatezza di fronte a certi compiaciuti manierismi («È un grande scrittore mancato, un ectoplasma di Broch»); le personali, irriducibili inclinazioni («Il tema esercita su di me una seduzione erotica cui mi è difficile resistere e non mi sento sicuro nel giudizio»). Infine, la prodigiosa duttilità, che gli permette di spaziare con disinvoltura, e con la medesima competenza, dalla narrativa ai classici, dalla poesia alla saggistica. E, soprattutto, un rigore che non cede mai al dogmatismo: «La bellezza della scrittura sta nell’assenza delle regole».


Da Italo Calvino a Anna Maria Ortese, da Giorgio Manganelli a Dino Buzzati, da Vasilij Grossman a Irène Némirovsky, da Marguerite Yourcenar a Orhan Pamuk: nei magistrali pareri di lettura di Pontiggia, gemme letterarie nascoste, il suo lavoro dietro le quinte del mondo editoriale.

«Confesso non senza imbarazzo una mia deplorevole simpatia per un’opera come questa e provo una irresistibile tentazione a proporla».

«È uno di quei romanzi in cui l’influenza di Kafka si sovrappone a quella di Borges, producendo una miscela non tanto esplosiva quanto emolliente».

Lo stupore dei sentimenti tra i fiori di Guarracino, articolo di Renato Minore in Il Messaggero 22 settembre 2024

osservazioni, nel blog lescritteriate

Francesca Manfredi, Il periodo del silenzio, La Nave di Teseo, 2024

scheda del libro:

https://lanavediteseo.eu/portfolio/il-periodo-del-silenzio/

Cristina Martino ha ventotto anni, è laureata in Archeologia e lavora, precaria, in una biblioteca di dipartimento all’università di Torino. Ha una vita piuttosto monotona, una famiglia ordinaria, nessun trauma. Ha avuto qualche relazione di breve durata – una, in particolare, che le è rimasta dentro con una forma di dolenza irrisolta – ha un flirt con Daniele, conosciuto da poco, e un’amica, Silvia, che sembra il suo opposto; ogni cosa in lei tende all’evasione dalla norma, al rumore, all’eccesso di vita.

Una sera, presa da un impulso, Cristina decide di eliminare i suoi profili social. Un gesto senza motivazione apparente, non insolito, di certo non rivoluzionario: eppure, questa sarà la prima tappa del suo percorso verso il silenzio, perché, gradualmente, Cristina smette di comunicare. Pur continuando la sua vita quotidiana, smette di parlare alle persone in biblioteca, a sua sorella, ai suoi genitori, smette di parlare a Silvia, persino a Daniele. Mantiene dapprima un contatto minimo, attraverso biglietti e messaggi essenziali e, infine, elimina anche quello.

Cristina scivola sempre più in una forma di rarefazione, di invisibilità fisica, in cui il silenzio diventa la scelta di una sparizione dal mondo. Quando un articolo sulla sua storia diventa virale, in tanti cominciano a emularla, attribuendo al suo silenzio significati universali e necessari, mentre nessuno sembra più sapere dove Cristina si trovi davvero, e se tornerà.

“Non potevo né leggere né scrivere ma Ricordare”, post su JORGE LUIS BORGES nel blog il Tempo Circolare

Alfred Polgar, Piccole storie senza morale, traduzione di Cristina Pennavaja, prefazione di Siegfried Melchinger, con due saggi di Walter Benjamin e Robert Musil, Adelphi, prima edizione ottobre 1994, seconda edizione maggio 2010

scheda dell’editore:

https://www.adelphi.it/libro/9788845910715

C’è un grande scrittore viennese – dopo Joseph Roth, Schnitzler, Kraus, Altenberg – che aspetta ancora di essere conosciuto e riconosciuto fuori dai Paesi di lingua tedesca: Alfred Polgar. Forse nessuno come lui apparteneva così intimamente alla fisiologia di quella città, al suo ritmo, al suo respiro. Il fraseggio di Polgar è un incanto che si può intendere, apprezzare, soprattutto camminando tra il Graben e la Hofburg. Polgar parla di uno spettacolo teatrale o racconta una breve storia o divaga in margine a temi disparati o disegna un ritratto o esamina un libro, senza mai far pesare ciò che dice. Sulle effimere colonne dei giornali, accanto ai fatti di cronaca, egli si sente più a suo agio che sulle pagine delle più nobili riviste letterarie. Eppure le sue parole sono il risultato di una prodigiosa «riduzione delle cento righe in dieci righe». Come disse una volta Franz Kafka, in Polgar «sotto il guanto glacé della forma si nasconde una volontà forte e intrepida».
Lo avvertirono subito i più diversi e i più grandi fra gli scrittori di lingua tedesca suoi contemporanei, da Joseph Roth a Benjamin, da Broch a Musil. E oggi è maturo il tempo perché si torni a capire quanta novità si nasconde nelle pagine di Polgar, quanto prezioso sia il suo understatement, quanto elegante il suo passo. E forse si potrà anche contare su una grata comprensione della sua poetica, che si compendiava tutta in una frase: «La vita è troppo breve per la forma letteraria lunga, è troppo fuggevole perché lo scrittore possa indugiare in descrizioni e commenti, è troppo psicopatica per la psicologia, troppo romanzesca per il romanzo; la vita fermenta e si decompone troppo rapidamente per poterla conservare a lungo in libri ampi e lunghi».
Questo volume, il primo di Polgar pubblicato in Italia, contiene scritti provenienti da una folta serie di libri, apparsi fra il 1922 e il 1959 presso vari editori.

—————————————

mi scrive Cristina Pennavaja:

Caro, splendido Paolo,

ho ritrovato in ‘Antologia del tempo che resta’ il libro di Alfred Polgar Piccole storie senza morale (il titolo fu creato da Renata Colorni, che curava – diciamo così, ma potrei dire altrimenti – la mia traduzione).

Sa perché Polgar, a parte il libro di Adelphi, è sconosciuto in Italia?

Claudio Magris nella sua tesi di laurea parlò di Polgar come di un gaio conversatore del Café Central di Vienna, un superficiale, nostalgico cronista dei passati fasti austroungarici.

La tesi di laurea diventò poi il libro Il mito absburgico nella letteratura tedesca moderna, che è un testo importante.

La sottovalutazione fatta da Magris è stata ripresa come un mantra in varie enciclopedie, che io consultai nella biblioteca Sormani.

Ora, Polgar fu lodato, celebrato, amato da un Musil, un Karl Kraus, un Walter Benjamin, un Tucholsky, un Peter Altenberg, altri che non ricordo per quanti e quali sono.

Ma vogliamo scherzare?

Il nostro eminente tuttologo Magris mai più è tornato a parlare di Polgar.

A una mia lettera, purtroppo tarda, non ha risposto.

Un caldo saluto, e sempre grazie!

sua amica Cristina


SCHEDA INFORMATIVA rintracciata attraverso AI intelligenza artificiale:

Alfred Polgar è stato un importante scrittore e critico austriaco, nato a Vienna nel 1873 e morto nel 1955. È noto per il suo stile incisivo e per la sua capacità di condensare pensieri complessi in forme brevi e incisive. Polgar ha vissuto in un periodo di grande fermento culturale e politico, attraversando diverse città europee, tra cui Berlino, prima di emigrare negli Stati Uniti durante la Seconda Guerra Mondiale.

Biografia

  • Origini e formazione: Polgar nacque a Vienna in una famiglia ebrea. La sua carriera letteraria iniziò nei primi anni del Novecento, quando cominciò a collaborare con importanti riviste e giornali.
  • Attività letteraria: È stato un prolifico scrittore di racconti e saggi, con un particolare focus sul teatro. La sua opera più nota è “Piccole storie senza morale”, pubblicata in Italia nel 1994, che raccoglie scritti dal 1922 al 1959. In questo lavoro, Polgar esplora temi vari con uno stile che combina ironia e profondità[1][2].
  • Vita durante il regime nazista: Con l’ascesa del nazismo, Polgar, essendo ebreo, fu costretto a lasciare la Germania. Dopo aver vissuto in Svizzera e Francia, si rifugiò negli Stati Uniti nel 1940[2][3]. Durante questo periodo, collaborò con la Metro-Goldwyn-Mayer come sceneggiatore[2].

Stile e temi

Polgar è spesso descritto come un maestro dell’understatement, capace di esprimere sentimenti complessi con una prosa elegante e concisa. Una delle sue citazioni più celebri riassume la sua filosofia letteraria: “La vita è troppo breve per la forma letteraria lunga”[1]. Questo approccio si riflette nelle sue opere, dove preferisce la brevità alla prolissità.

Influenza e riconoscimenti

Nonostante il suo talento fosse riconosciuto dai contemporanei come Joseph Roth e Walter Benjamin, Polgar è rimasto relativamente sconosciuto al pubblico al di fuori dei paesi di lingua tedesca fino a tempi recenti[1][2]. La sua opera continua a essere riscoperta e studiata per la sua rilevanza culturale e stilistica.

In sintesi, Alfred Polgar rappresenta una figura fondamentale della letteratura austriaca del XX secolo, il cui lavoro merita una maggiore attenzione sia per la sua qualità artistica che per il contesto storico in cui è stato prodotto.

Citations:
[1] https://www.adelphi.it/libro/9788845910715
[2] https://birdmenmagazine.com/2024/01/23/marlene-dietrich-alfred-polgar-adelphi-recensione/
[3] https://www.ibs.it/libri/autori/alfred-polgar
[4] https://storygenius.it/2022/03/20/le-pagine-piu-belle-il-gradino-di-alfred-polgar/
[5] https://www.adelphi.it/catalogo/autore/824/alfred-polgar
[6] https://www.lapoesiaelospirito.it/2007/10/17/polgar-il-mio-nome/
[7] https://antemp.com/2024/07/26/alfred-polgar-piccole-storie-senza-morale-traduzione-di-cristina-pennavaja-prefazione-di-siegfried-melchinger-con-due-saggi-di-walter-benjamin-e-robert-musil-adelphi-prima-edizione-ottobre-199/
[8] https://it.wikiquote.org/wiki/Alfred_Polgar

L’AMICA GENIALE di Elena Ferrante è “il libro del secolo” secondo il New York Times, 13 luglio 2024

Il concetto di “rêverie” nel pensiero di Bachelard

 

Nella filosofia di Gaston Bachelard, la rêverie, tradotta in italiano come “fantasticheria” o “sogno ad occhi aperti”, assume un ruolo centrale nell’epistemologia e nell’estetica. Essa rappresenta uno stato mentale intermedio tra la veglia e il sonno, caratterizzato da una sospensione del pensiero razionale e dall’emergere di immagini e ricordi inconsci.

Bachelard distingue la rêverie dal sogno notturno: mentre quest’ultimo è dominato da una logica onirica caotica e incontrollabile, la rêverie conserva una parziale coscienza e permette al soggetto di plasmare attivamente le proprie immagini mentali.

Secondo Bachelard, la rêverie è la materia prima della creazione poetica e scientifica. Essa fornisce al poeta le immagini e i simboli che arricchiscono la sua opera, mentre allo scienziato offre spunti intuitivi e nuove prospettive per la ricerca.

Le caratteristiche principali della rêverie bachelardiana sono:

  • Passività e attività: la rêverie è un’esperienza che inizialmente si presenta come passiva, con l’emergere spontaneo di immagini e ricordi. Tuttavia, il soggetto diviene ben presto attivo, selezionando e plasmando le immagini mentali secondo i propri desideri e interessi.
  • Immagine e simbolo: la rêverie si esprime attraverso immagini e simboli, che possiedono un forte potere evocativo e comunicativo. Questi elementi non sono mere rappresentazioni della realtà, ma piuttosto condensati di esperienze e significati personali.
  • Dinamismo e fluidità: la rêverie è uno stato dinamico e fluido, in continua evoluzione. Le immagini mentali si susseguono e si intrecciano, creando una sorta di flusso di coscienza.
  • Carattere archetipico: le immagini della rêverie spesso richiamano archetipi universali, ovvero simboli che possiedono un significato profondo e condiviso da tutta l’umanità.

La rêverie ha diverse funzioni nel pensiero di Bachelard:

  • Funzione conoscitiva: la rêverie permette di accedere a una conoscenza intuitiva e non razionale, che può integrare e arricchire la conoscenza scientifica.
  • Funzione poetica: la rêverie è alla base della creazione poetica, fornendo al poeta le immagini e i simboli che alimentano la sua ispirazione.
  • Funzione terapeutica: la rêverie può avere una funzione terapeutica, permettendo al soggetto di elaborare traumi ed esperienze negative.
  • Funzione euristica: la rêverie può stimolare la creatività e generare nuove idee.

Bachelard individua anche diverse tipologie di rêverie, legate a specifici elementi naturali:

  • Rêverie terrestre: connessa all’elemento terra, evoca immagini di solidità, stabilità e intimità.
  • Rêverie acquatica: connessa all’elemento acqua, evoca immagini di fluidità, trasformazione e inconscio.
  • Rêverie aerea: connessa all’elemento aria, evoca immagini di libertà, leggerezza e spiritualità.
  • Rêverie ignea: connessa all’elemento fuoco, evoca immagini di energia, passione e trasmutazione.

Il concetto di rêverie ha avuto un’influenza significativa in diversi campi del sapere, tra cui la filosofia, la letteratura, la psicologia e la pedagogia. Esso ha contribuito a valorizzare l’importanza dell’immaginazione e dell’inconscio nei processi creativi e conoscitivi.

Per approfondire il concetto di rêverie nel pensiero di Bachelard, si possono consultare le seguenti opere:

  • La poétique de la rêverie (1960)
  • L’imagination de la matière (1940)
  • La psychanalyse du feu (1938)

VAI AD ALTRI POST DEDICATI A GASTON BACHELARD:

https://antemp.com/category/autori/bachelard-gaston/

https://traccesent.com/category/autori/bachelard-gaston/

Tracce di un sogno/reverie attivato dalla lettura del libro: CRISTINA PENNAVAJA, Danzare fra il buio e la luce. Una cura dell’anima (racconto). I segreti della narrativa: il romanzo e il racconto (saggio), Youcanprint, 2024, 281 pagine. Indice del libro e scheda dell’editore. Appunti del sogno e audio, 13 luglio 2024

Punti chiave di un sogno/reverie attivato dalla lettura del libro, notte del 13 luglio 2024

  • la mappa cognitiva di Carlo Tullio Altan

  • libro che racconta una vita

  • diviso in due parti

  • la prima parte:

    • un racconto narrativo (riscritto più volte negli scorsi anni)

  • la seconda parte:

    • metodi di lettura e scrittura dei testi narrativi.

    • alterna l’analisi dei testi ai ricordi biografici

  • è un libro centrato sul percorso di vita personale e di studiosa

  • straordinario esempio di come mettere assieme, attraversi i ricordi, sia la scrittura narrativa, sia il percorso di tutta una vita

                                                      SCHEDA DEL LIBRO:

AUDIO: 

mi scrive Cristina Pennavaja il 13 luglio 2024:

la ringrazio molto per aver ancora parlato del mio libro nel suo blog. Mi ha onorato accostandomi ad Altan e perfino a Bachelard!

Su una cosa sono perplessa: lei dice che il mio libro è difficile a leggersi. In verità il racconto è piuttosto lineare e per certi versi molto piano: la storia di una donna che vive un matrimonio pieno di problemi da risolvere, deve scegliere fra il marito e l’amante e infine sceglie il marito. (Questa scelta porrebbe il mio racconto sotto una luce “istruttiva”; termine che io non amo. A parte il fatto che non ho mai deciso di far fare a Marina alcune scelte: il personaggio le trova da sé. E la donna di un racconto alla moda di oggi, il marito lo lascia).

Certo, io stessa nel saggio – là dove mi riferisco al mio racconto – scrivo che lo si può leggere con intensità diversa di comprensione. Però secondo me un buon testo non dovrebbe insegnare direttamente nulla. Se ha qualcosa da comunicare lo comunica; chi legge sarà influenzato dallo scritto non direttamente dal testo, bensì soprattutto dalle circostanze in cui si trova nella sua esistenza materiale e nella sua esperienza spirituale.

Mi pare poi di aver facilitato la comprensione – meglio dire: la lettura del racconto – in ciò che rivelo nel saggio. Ci sono righe perfino troppo esplicite circa le modalità della composizione, le mie predilezioni, le mie scelte di linguaggio. Infine: il saggio in sé stesso.

Lei lo trova difficile? Io l’ho diviso in tanti blocchi dalla A alla Z, e da A’ a Z’ (questa scansione precisa è stata una sorpresa per me, non l’avevo calcolata). In ognuna di queste parti mi dedico a un argomento o a un autore. Ho deciso di fare la scansione in blocchi da A a Z perché proporre capitoli avrebbe reso tutto più pesante. Io nel testo avverto che, grazie alla divisione in blocchi, il lettore può ben saltare una parte che non gli piace o non gli interessa (questo semplifica le cose, anche se – inevitabilmente – io torno più volte su un problema di cui ho già parlato).

Più che difficile, il saggio mi sembra denso di elementi vari e diversi per natura. Alcune parti – interessanti – potrebbero risultare pesanti per un lettore frettoloso (le pagine sull’esordio di “La metamorfosi”, in cui devo citare l’originale. Qui ho proposto ben due mie traduzioni dell’esordio, non a caso. La prima è letterale, la seconda è più libera, e migliore). Penso che un valore aggiunto del mio libro sta in questo incipit di Kafka, finalmente tradotto come dio comanda. (Kafka viene letto secondo i vari “kafkismi”. Sono rimasta molto perplessa nel sapere che si è appena tenuto un convegno sul tema del kafkismo. Può ben darsi che il convegno abbia messo in rilievo aspetti importanti a livello sociale. Però a me sta a cuore leggere questo genio della letteratura per ciò che ha scritto: Ungeziefer non significa insetto; Urteil non significa condanna ecc.

La fatica di questo libro (stampato in tre versioni diverse; su internet si trovano i vari titoli) mi ha tolto per un po’ la voglia di scrivere. Tanto più che pochissimi mi conoscono, mi leggono e mi apprezzano. Poi, come sempre avviene, mi è tornato il bisogno imperioso di passare a un prossimo testo. (Reagisco alle sofferenze scrivendo.

Anche il canto nel coro Cantosospeso mi aiuta molto, con la mindfulness). E pensi un po, caro Paolo: ho trovato fra le mie carte un altro vecchio racconto, anch’esso composto circa vent’anni fa. E’ ben scritto, ma troppo incentrato sul tema del rapporto d’amore fra un bambino e sua madre. (Naturalmente, autobiografia filtrata: il bambino Carlo – la cui madre è pianista, sposata con un ebreo che diventa folle e infine morirà – è un misto di me e di mio figlio. La casa in campagna che viene rappresentata è quella in cui, a dio piacendo, potremo andare fra poco: un’antica casa nel Montefeltro. Bene. Siccome la storia mi sembrava troppo psicologistica e anche poco attraente oggigiorno, la realtà delle mie vicende recenti mi ha offerto una possibile integrazione. Un anno fa ho ospitato una bambina camerunense e suo padre (migranti, perseguitati, lui jellato come pochi al mondo). Ho deposto a favore dell’uomo nel Tribunale di Milano, difendendolo dalla moglie italiana che cerca di distruggere la vita di lui e quella della bambina, che si chiama Princesse. Forse nel racconto Princesse s’innamorerà del bambino Carlo, che nella mia storia perde sia il padre sia la madre tanto amata. (A sua volta, Princesse ha perduto REALMENTE nel Camerun sua mamma e le sorelline, trucidate dal gruppo terrorista Boko Haram).

Non sarà facile integrare tutte queste parti diverse, queste voci lontane. Spero di riuscirci. (Nel frattempo un professore che mi ha stracitato per le mie analisi su Karl Marx mi chiede di aiutarlo. Intende riproporre in due libri distinti alcuni testi che io scrissi moltissimi anni fa. Dovrò quindi rileggerli, correggerli; e leggere una strana traduzione italiana che hanno fatto di un mio testo tedesco (lo composi a Francoforte). E’ anche necessario leggere i libri di questo professore. E rileggere gran parte dei testi di Marx. Che gran lavoro! Spero di sopravvivere, io che purtroppo non riesco a lavorare in modo superficiale. Quasi sicuro è che il 18 settembre mi aspettano a Montecitorio (ci sarà un convegno sui 100 anni dalla nascita di Claudio Napoleoni: illustre economista, mio relatore alla laurea, ho curato un suo libro importante a Francoforte). E con queste parole mi congedo per oggi, dopo la mia lamentazione che si è ahimé accodata al ringraziamento.

Stia bene! Tanti auguri per le sue vacanze. Grazie!

Cristina PENNAVAJA, Felicità. Racconti, Prefazione di Luciano Della Mea, Piero Manni editore, 2000. Indice del libro

la figlia di Alice Munro: “Il patrigno mi molestava e violentava, mia madre lo sapeva e non diceva niente”, luglio 2024. Articolo di Letizia Pezzali in Domani 14 luglio 2024

GUARRACINO Vincenzo, prefazione di Gilberto Isella, Oroscopi e altri versi, La Valle del Tempo editore, Napoli, 2024. Indice del libro

scheda dell’editore:

https://www.lavalledeltempo.com/oroscopi-ed-altri-versi/

L’ambizione di questi versi di Vincenzo Guarracino è quella di poter “amalgamare nel messaggio poetico – lucrezianamente e leopardianamente – immaginazione e pensiero”, come rileva il poeta e prefatore Gilberto Isella, in un dire che nella scena dell’oggi non nasconde “l’intento di investigare i fondamenti perduti, o meglio oggi travisati, dell’essere-al-mondo, in breve l’archè… (in) una lingua che, interpellando l’ethos ai primordi, approfitti per mettere in luce le proprie valenze spirituali”.

Doriam Battaglia, DALLA MATERIA ALLA FORMA, Mostra dal 21 giugno al 17 luglio 2024, alla CUVEE, Via Marco Polo, 6, Milano. Con testi di Doriam Battaglia e di Vincenzo Guarracino e fotografie di Carlo Pozzoni

CRISTINA PENNAVAJA, Danzare fra il buio e la luce. Una cura dell’anima (racconto). I segreti della narrativa: il romanzo e il racconto (saggio), Youcanprint, 2024, 281 pagine. Indice del libro e scheda dell’editore

mi scrive Cristina Pennavaja:

…. ho pubblicato con Youcanprint tre testi diversi: il primo si chiamava “Danzare nel buio  Sciuri sciuri  Ogni stagione un amante” con seguente saggio. Il secondo si chiamava “Danzare nel buio” con saggio su biografia e autobiografia. Il terzo si intitola Danzare fra il buio e la luce  Una cura dell’anima  – I segreti della narrativa  Il racconto e il romanzo. Il primo testo era di circa 230 pagine; l’ultimo ne ha 284. Ci ho lavorato accanitamente …

———————————————————–

vai alla scheda dell’editore:

https://store.youcanprint.it/danzare-fra-il-buio-e-la-luce-i-segreti-della-narrativa/b/aaacfef8-dabc-5cec-b5c1-f326bd72eda4

Indice dei capitoli

PRIMA PARTE: IL RACCONTO NARRATIVO (pagine 7-127):

Esordio 7
1 Premonizione 9
2 La mia nascita 11
3 Lo psicologo 13
4 Un po’ di sport 15
5 Nella padella 17
6 Viaggio a Santorini 23
7 Ardori 29
8 Il primo cerchio 32
9 Il busto 37
10 Un bacio 42
11 Non c’è uno senza due 46
12 Il movimento 48
13 Giocare 51
14 Separazione 56
15 Pregare 61
16 Altra danza 66
17 Argomenti 71
18 Addio 76
19 Il totem 79

20 Comprendere l’altro 81
21 Sciuri sciuri Ogni stagione un amante 84
22 Finestra sul mare .89
23 Le mante 95
24 La vita in due 98
25 Le due frecce .102
26 La Hoya Carnosa .108
27 Nel giardino .110
28 L’ascensore .115
29 L’incontro 119
30 La bussola 123
31 L’uscita 126

SECONDA PARTE : SAGGIO SULLA SCRITTURA NARRATIVA:

I segreti della narrativa Il romanzo e il racconto ( pagine 129 – 273)

Ringraziamenti 273

Pubblicazioni dell’autrice 279

——————————————–

Nel capitolo “Ringraziamenti” scrive:

Ringrazio i miei numerosi, fedeli corsisti della “Casa della scrittura” – li nomino nel mio sito blog 
pennavaja.com
. Sono ancora in contatto con molti di loro, e alcuni sono persone importanti nella mia vita quotidiana. Sono particolarmente grata a Patrizia Taccani, fine psicologa e saggista, amica in tutte le stagioni, che alla “Casa della scrittura” mandò poi il figlio e il marito; a Paolo Ferrario, scrittore ed esperto nel campo del sociale, che valutò come “magistrale” il mio libro 
Il gioco dell’argomentare
 (lo seppi molto più tardi) e che accoglie nel suo ricco sito “Antologia del tempo che resta” anche le mie pubblicazioni.

mi scrive Cristina Pennavaja il 13 luglio 2024:

la ringrazio molto per aver ancora parlato del mio libro nel suo blog. Mi ha onorato accostandomi ad Altan e perfino a Bachelard!

Su una cosa sono perplessa: lei dice che il mio libro è difficile a leggersi. In verità il racconto è piuttosto lineare e per certi versi molto piano: la storia di una donna che vive un matrimonio pieno di problemi da risolvere, deve scegliere fra il marito e l’amante e infine sceglie il marito. (Questa scelta porrebbe il mio racconto sotto una luce “istruttiva”; termine che io non amo. A parte il fatto che non ho mai deciso di far fare a Marina alcune scelte: il personaggio le trova da sé. E la donna di un racconto alla moda di oggi, il marito lo lascia).

Certo, io stessa nel saggio – là dove mi riferisco al mio racconto – scrivo che lo si può leggere con intensità diversa di comprensione. Però secondo me un buon testo non dovrebbe insegnare direttamente nulla. Se ha qualcosa da comunicare lo comunica; chi legge sarà influenzato dallo scritto non direttamente dal testo, bensì soprattutto dalle circostanze in cui si trova nella sua esistenza materiale e nella sua esperienza spirituale.

Mi pare poi di aver facilitato la comprensione – meglio dire: la lettura del racconto – in ciò che rivelo nel saggio. Ci sono righe perfino troppo esplicite circa le modalità della composizione, le mie predilezioni, le mie scelte di linguaggio. Infine: il saggio in sé stesso.

Lei lo trova difficile? Io l’ho diviso in tanti blocchi dalla A alla Z, e da A’ a Z’ (questa scansione precisa è stata una sorpresa per me, non l’avevo calcolata). In ognuna di queste parti mi dedico a un argomento o a un autore. Ho deciso di fare la scansione in blocchi da A a Z perché proporre capitoli avrebbe reso tutto più pesante. Io nel testo avverto che, grazie alla divisione in blocchi, il lettore può ben saltare una parte che non gli piace o non gli interessa (questo semplifica le cose, anche se – inevitabilmente – io torno più volte su un problema di cui ho già parlato).

Più che difficile, il saggio mi sembra denso di elementi vari e diversi per natura. Alcune parti – interessanti – potrebbero risultare pesanti per un lettore frettoloso (le pagine sull’esordio di “La metamorfosi”, in cui devo citare l’originale. Qui ho proposto ben due mie traduzioni dell’esordio, non a caso. La prima è letterale, la seconda è più libera, e migliore). Penso che un valore aggiunto del mio libro sta in questo incipit di Kafka, finalmente tradotto come dio comanda. (Kafka viene letto secondo i vari “kafkismi”. Sono rimasta molto perplessa nel sapere che si è appena tenuto un convegno sul tema del kafkismo. Può ben darsi che il convegno abbia messo in rilievo aspetti importanti a livello sociale. Però a me sta a cuore leggere questo genio della letteratura per ciò che ha scritto: Ungeziefer non significa insetto; Urteil non significa condanna ecc.

La fatica di questo libro (stampato in tre versioni diverse; su internet si trovano i vari titoli) mi ha tolto per un po’ la voglia di scrivere. Tanto più che pochissimi mi conoscono, mi leggono e mi apprezzano. Poi, come sempre avviene, mi è tornato il bisogno imperioso di passare a un prossimo testo. (Reagisco alle sofferenze scrivendo.

Anche il canto nel coro Cantosospeso mi aiuta molto, con la mindfulness). E pensi un po, caro Paolo: ho trovato fra le mie carte un altro vecchio racconto, anch’esso composto circa vent’anni fa. E’ ben scritto, ma troppo incentrato sul tema del rapporto d’amore fra un bambino e sua madre. (Naturalmente, autobiografia filtrata: il bambino Carlo – la cui madre è pianista, sposata con un ebreo che diventa folle e infine morirà – è un misto di me e di mio figlio. La casa in campagna che viene rappresentata è quella in cui, a dio piacendo, potremo andare fra poco: un’antica casa nel Montefeltro. Bene. Siccome la storia mi sembrava troppo psicologistica e anche poco attraente oggigiorno, la realtà delle mie vicende recenti mi ha offerto una possibile integrazione. Un anno fa ho ospitato una bambina camerunense e suo padre (migranti, perseguitati, lui jellato come pochi al mondo). Ho deposto a favore dell’uomo nel Tribunale di Milano, difendendolo dalla moglie italiana che cerca di distruggere la vita di lui e quella della bambina, che si chiama Princesse. Forse nel racconto Princesse s’innamorerà del bambino Carlo, che nella mia storia perde sia il padre sia la madre tanto amata. (A sua volta, Princesse ha perduto REALMENTE nel Camerun sua mamma e le sorelline, trucidate dal gruppo terrorista Boko Haram).

Non sarà facile integrare tutte queste parti diverse, queste voci lontane. Spero di riuscirci. (Nel frattempo un professore che mi ha stracitato per le mie analisi su Karl Marx mi chiede di aiutarlo. Intende riproporre in due libri distinti alcuni testi che io scrissi moltissimi anni fa. Dovrò quindi rileggerli, correggerli; e leggere una strana traduzione italiana che hanno fatto di un mio testo tedesco (lo composi a Francoforte). E’ anche necessario leggere i libri di questo professore. E rileggere gran parte dei testi di Marx. Che gran lavoro! Spero di sopravvivere, io che purtroppo non riesco a lavorare in modo superficiale. Quasi sicuro è che il 18 settembre mi aspettano a Montecitorio (ci sarà un convegno sui 100 anni dalla nascita di Claudio Napoleoni: illustre economista, mio relatore alla laurea, ho curato un suo libro importante a Francoforte). E con queste parole mi congedo per oggi, dopo la mia lamentazione che si è ahimé accodata al ringraziamento.

Stia bene! Tanti auguri per le sue vacanze. Grazie!

Cristina Pennavaja: i miei ricordi di lei che ho pubblicato sul blog biografico traccesent.com

vai a questa lista :

https://traccesent.com/category/autori/pennavaja-cristina/

Vincenzo Guarracino, Oroscopi e altri versi, prefazione di Gilberto Isella, La valle del tempo editore, 2024, pagine 96

scheda dell’editore:

https://www.lavalledeltempo.com/oroscopi-ed-altri-versi/

L’ambizione di questi versi di Vincenzo Guarracino è quella di poter “amalgamare nel messaggio poetico – lucrezianamente e leopardianamente – immaginazione e pensiero”, come rileva il poeta e prefatore Gilberto Isella, in un dire che nella scena dell’oggi non nasconde “l’intento di investigare i fondamenti perduti, o meglio oggi travisati, dell’essere-al-mondo, in breve l’archè… (in) una lingua che, interpellando l’ethos ai primordi, approfitti per mettere in luce le proprie valenze spirituali”.

Dante Alighieri: L’episodio di maometto nella nona fossa di Malebolge (Inferno, XXVIII, 22-63)

vai a:

L’episodio di M. nella nona fossa di Malebolge (If XXVIII 22-63)

Maometto in “Enciclopedia Dantesca” – Treccani – Treccani

https://www.treccani.it/enciclopedia/maometto_%28Enciclopedia-Dantesca%29/

Dante vede un dannato che avanza ed è tagliato dal mento sino all’ano, proprio come una botte che ha perso le doghe del fondo: le interiora gli pendono tra le gambe e sono visibili il cuore e lo stomaco.

Il poeta lo osserva e lui si apre il petto con le mani e lo invita a guardare bene: si presenta come Maometto e indica il dannato che lo precede come Alì, tagliato dal mento alla fronte.

Il dannato spiega che tutti loro sono stati seminatori di scandalo e scisma, perciò sono tagliati a pezzi; un diavolo armato di spada mozza loro parti del corpo e poi le ferite si richiudono, finché non tornano davanti a lui

Nella Divina Commedia, Dante colloca Maometto tra i dannati nell’Inferno, precisamente nella nona bolgia dell’ottavo cerchio, destinata ai seminatori di discordia.

Perché Maometto è all’Inferno?

Dante, essendo cristiano e seguendo la teologia del suo tempo, considerava l’Islam come un’eresia e Maometto un falso profeta. Per questo motivo, nella Commedia, il poeta lo punisce condannandolo all’Inferno tra coloro che hanno fomentato discordie e divisioni nel mondo.

Come viene descritto Maometto?

Dante descrive Maometto in maniera cruenta e grottesca, sottolineando la sua condizione di dannato orribilmente mutilato. Viene rappresentato con il petto squarciato da cui pendono le viscere e con una ferita profonda che gli taglia il viso dalla fronte al mento.

Qual è il significato della pena di Maometto?

La pena di Maometto rappresenta la condanna della sua dottrina, considerata da Dante come scismatica e pericolosa per l’unità della fede cristiana. La sua mutilazione simboleggia la lacerazione che le sue azioni hanno provocato all’interno della comunità dei fedeli.

TartaRugosa ha letto e scritto di: Camila Fabbri (2024), Sani e salvi, EdizioniAdirlab, Napoli, Traduzione di Alberto Montalto