Emanuele Severino indica l’importanza del “mostrare” e del “sapere”. Citazione in: A. Torno, Una forza che supera Hegel e Marx: la tradizione , in Corriere della Sera, 22 novembre 2012

” Per esemplificare, diremo che se una barca sta navigando sul fiume, Severino non dice all’equipaggio come deve remare, ma indica la velocità e la portata dell’acqua, la sua profondità, la consistenza dell’imbarcazione, segnala infine le rapide che più in là sono in agguato”

Articolo di Augusto Torno

Augusto Torno, firma storica del Corriere della Sera, ha pubblicato l’articolo intitolato “Una forza che supera Hegel e Marx: la tradizione” il 22 novembre 2012, discutendo come la tradizione rappresenti una dimensione culturale e storica capace di trascendere le visioni dialettiche di Hegel e Marx.iris.unito

Contesto e Temi Principali

L’articolo si inserisce in un dibattito più ampio sul declino delle ideologie tradizionali, come capitalismo, religione e politica, descritto come “crepuscolo delle tradizioni” in pezzi correlati dello stesso periodo sul Corriere. Torno esplora la tradizione non come mera conservazione, ma come forza dinamica che supera i paradigmi hegeliani della storia come progresso e marxisti della lotta di classe.corriere+1

Tale prospettiva riecheggia analisi filosofiche che contrappongono la razionalità storica di Hegel e Marx a forme di continuità simbolica e ambivalenza, come quelle evocate in saggi su Lessing e la redenzione della storia. L’intervento di Torno appare rilevante per studi sociologici sulla persistenza del sacro e dell’immaginario tradizionale contro le narrazioni lineari del progresso.iris.unicas+1

  1. https://iris.unicas.it/retrieve/handle/11580/75307/68830/Prospero%20XXIV%202019%2018%20dicembre.pdf
  2. https://romatrepress.uniroma3.it/wp-content/uploads/2020/01/B@belonline-vol.-12-Georges-Bataille.-L%E2%80%99impossibile.pdf
  3. http://www.consecutio.org/wp-content/uploads/2021/07/c10-online.pdf
  4. https://iris.unito.it/bitstream/2318/141958/2/Scarpa_NuovoRealismocs5_12-nov-2013.indd.pdf
  5. https://www.openstarts.units.it/bitstreams/df054182-05cf-4075-9b55-c27b77c51a37/download
  6. https://munaf.it/wp-content/uploads/2010/02/con-i-nostri-pensieri-e-con-i-nostri-gesti_Roberto-Signorini.pdf
  7. https://www.theologia.va/content/dam/cultura/docs/pdf/accademie/path/PATH%202022-1.pdf
  8. https://iris.uniroma1.it/retrieve/e3835313-2cea-15e8-e053-a505fe0a3de9/Bernardini_Ermeneutica.pdf
  9. https://www.corriere.it/cultura/12_marzo_02/bedeschi-tanti-saluti-progresso_af14f818-6470-11e1-9522-b1c79df94a33.shtml
  10. https://www.regione.basilicata.it/wp-content/uploads/giunta/docs/DOCUMENT_FILE_536758.pdf

cosa devono sapere i giovani: citazione in Emanuele Severino, Scuola: il 2000 ha un sapore antico. Ora la sfida è coniugare scienza e tradizione, in Corriere della Sera , 5 marzo 1997

“Deve soprattutto conoscere il significato fondamentale della situazione storica in cui si trova, qualcosa, cioè, che non riguarda soltanto l’Italia ma l’intero pianeta e che non è un pulviscolo inafferrabile e impercorribile di cognizioni, ma ha una forma, una configurazione determinata.

Deve conoscere i tratti fondamentali del mondo in cui si vive. Altrimenti è un popolo che vive sognando.

Ogni altro modo di rispondere a quella domanda è una conseguenza , un corollario, uno strumento per realizzare questo, che è lo scopo primario”

Articolo di Emanuele Severino sul Corriere della Sera

Emanuele Severino pubblicò un intervento intitolato “Scuola: il 2000 ha un sapore antico. Ora la sfida è coniugare scienza e tradizione” sul Corriere della Sera il 5 marzo 1997, discutendo il ruolo della scuola nel coniugare presente tecnologico e eredità storica. In quel periodo, Severino rifletteva sulla crisi educativa, criticando l’oblio del passato in favore della tecnica dominante.emanueleseverino+1

Contesto filosofico sull’istruzione

Severino enfatizzava che la scuola deve mostrare la tensione tra passato e presente, evitando l’ingenuità di ignorare uno dei due poli: né il solo presente tecnico né un umanesimo astratto. La filosofia riveste un ruolo centrale, indicando formalmente questa tensione in ogni disciplina, per prevenire che i contenuti specifici (lingua, calcolo, storia) perdano il loro contesto unitario. Tale visione si allinea alla sua critica al nichilismo postmoderno, che erode gerarchie e senso storico anche nella pedagogia.edizionistudium+1

Rilevanza attuale per la scuola italiana

Questa prospettiva di Severino rimane attuale nel dibattito su innovazione didattica, dove epistemologia storiografica e metodologie devono bilanciare tradizione e scienza, come emerge da analisi sull’evoluzione della scuola elementare italiana. In contesti come la Lombardia, con radici in tradizioni locali comasche, coniugare questi elementi aiuta a superare analfabetismi culturali persistenti. La “grande scuola” implica una politica educativa che integri filosofia per élite e popolo.edizionistudium+1

  1. https://www.edizionistudium.it/sites/default/files/Marcianum_Press/linnovazione_pedagogica_-_ascenzi_sani_edd..pdf
  2. https://emanueleseverino.com/2017/05/09/emanuele-severino-filosofia-e-scuola-grande-politica-e-grande-scuola-una-scuola-che-si-dimentichi-del-passato-non-esibisce-il-contenuto-autentico-la-tensione-tra-due-poli-in/
  3. https://www.orientamentoirreer.it/sites/default/files/norme/1997%20conoscenzefondamentali%207878.pdf
  4. https://backend.archivio.festivaletteratura.it/cataloga/media/festival_letteratura/images/2/1/6/55207_ca_object_representations_media_21616_original.pdf
  5. https://www.padovauniversitypress.it/system/files/download-count/attachments/2023-09/9788869381195.pdf
  6. https://editorialescientifica.it/wp-content/uploads/2022/06/Storia-e-Politica-IX-n-1-2017b.pdf
  7. https://www.sfi.it/files/download/Comunicazione%20Filosofica/cf28.pdf
  8. https://www.scuoladipitagora.it/_filespdf/BS113-9788865429211.pdf
  9. https://gangemi.com/wp-content/uploads/catalogo-generale-gangemi-2025.pdf
  10. https://www.fondazione1563.it/pdf/CSP-Einaudi-2.pdf

1965 – 2025. Per i Sessant’anni del Poscritto di Ritornare a Parmenide, Venezia, 18 e 19 Dicembre 2025

1965 – 2025. Per i Sessant’anni del Poscritto di Ritornare a Parmenide
Data: 18 e 19 Dicembre 2025
Luogo: Venezia
Sede: Sala G. Morelli di Palazzo Malcanton Marcorá dell’Università Ca’ Foscari (Calle Contarini, Dorsoduro 3484/D)

Il Convegno si pone come tappa conclusiva del percorso cominciato in CCS il 5 novembre 2024 con l’incontro 

Per i 60 anni di Ritornare a Parmenide e proseguito sempre in CCS il 14 novembre 2025 con l’evento L’anima alienata del parricidio “riuscito”. Da Parmenide a Platone nella lettura di Emanuele Severino.

Il Convegno “1965-2025. Per i Sessant’anni del Poscritto di Ritornare a Parmenide” si terrà il 18 e 19 dicembre 2025 a Venezia, presso la Sala G. Morelli del Palazzo Malcanton Marcorá (Calle Contarini, Dorsoduro 3484/D), organizzato dal Dipartimento di Filosofia e Beni Culturali dell’Università Ca’ Foscari Venezia, in collaborazione con il Centro Casa Severino – Associazione Studi Emanuele Severino (CCS-ASES).unive+1

Programma 18 dicembre

La giornata si apre con saluti istituzionali alle 11.00 (Giovanni Maria Fara e Anna Severino), seguiti da sessioni su dialogo intorno a Emanuele Severino (Davide Spanio e Luigi Vero Tarca), temi del Poscritto (Riccardo Berutti, Mattia Cardenas, Francesco Saccardi) e logica e fondamento (Francesco Berto in videoconferenza).unive

Programma 19 dicembre

Il 19 dicembre prevede la presentazione del volume “Emanuele Severino. Il destino e il mortale” di L. Messinese (con interventi di Leonardo Messinese, Emanuele Agazzani e Alessandro De Cesaris) e una tavola rotonda sull’eredità severiniana (Nicoletta Cusano, Massimo Donà, Giulio Goggi, Paolo Pagani, Andrea Tagliapietra).unive

L’ingresso è libero; per informazioni: marco.calzavara@unive.it o mattia.cardenas@unive.it. Direzione scientifica: Davide Spanio; organizzazione: Paolo Pagani, Davide Spanio, Andrea Tagliapietra.unive

  1. https://www.facebook.com/bibliotechedibrescia/posts/centro-casa-severino-associazione-studi-emanuele-severino-segnala-lultimo-evento/1326959192806131/
  2. https://www.facebook.com/bibliotechedibrescia/photos/d41d8cd9/1326959102806140/
  3. https://www.instagram.com/p/DR9Nh1DjMXk/
  4. https://www.filosofarti.it/edizione2025.php
  5. https://apps.unive.it/avvisi/download/324038/allegato_1/spanio%2018-19.12.2025.pdf
  6. https://www.filosofiafestival.it/wp-content/uploads/2025/07/Dike-aprile-2026.pdf
  7. https://www.youtube.com/watch?v=NYDuEeDQqtw
  8. http://www.ispf.cnr.it/eventi/
  9. https://www.unive.it/data/agenda/1/108668
  10. https://www.academia.edu/127788027/Verna_Il_ritorno_a_Parmenide_interno_DIGITALE_1_

Barbieri Paolo, Emanuele Severino giornalista, Scholè/Morcelliana editore, 2025

Il libro “Emanuele Severino giornalista” è scritto da Paolo Barbieri, giornalista professionista e fondatore della rivista “Qui Libri” e dell’Associazione Emanuele Severino.

Il libro, pubblicato nel 2025 da Morcelliana, esplora un volto meno noto di Emanuele Severino (1929-2020): quello di giornalista impegnato e attento ai temi dell’attualità.

Dopo la strage di Piazza della Loggia, Severino iniziò a scrivere articoli di cronaca e riflessione filosofica per vari quotidiani come “Bresciaoggi” e “Corriere della Sera”, affrontando temi di politica, guerra, terrorismo, aborto, eutanasia, crisi del comunismo, capitalismo e Chiesa cattolica.

Il volume offre una lettura lucida e universale di Severino, che era un intellettuale non schierato politicamente, ma capace di declinare il suo pensiero filosofico in un linguaggio accessibile a tutti per spiegare gli avvenimenti del mondo contemporaneo.

Paolo Barbieri, con questa pubblicazione, restituisce l’immagine di Severino come un giornalista e pensatore che ha saputo, con grande profondità, mediare tra filosofia e cronaca, senza perdere mai il rigore del suo pensiero.morcelliana+4

  1. https://www.morcelliana.net/collane-schole/orso-blu/emanuele-severino-giornalista-9788828407287.html
  2. https://www.giornaledibrescia.it/sala-libretti/emanuele-severino-giornalista-presentazione-libro-gdb-aedms8h5
  3. https://www.ibs.it/emanuele-severino-giornalista-libro-paolo-barbieri/e/9788828407287
  4. https://www.lavitafelice.it/autore-paolo-barbieri-159016.html
  5. https://www.raicultura.it/filosofia/articoli/2025/09/Paolo-Barbieri-Emanuele-Severino-giornalista-10c88c16-f812-4215-bb17-096204be59d5.html
  6. https://www.mondadoristore.it/emanuele-severino-giornalista-libro-paolo-barbieri/p/9788828407287
  7. https://www.ilriformista.it/emanuele-severino-e-tornato-luomo-libero-che-rifiuto-il-quirinale-in-nome-del-pensiero-482339/
  8. https://www.redstarpress.it/paolo-barbieri/
  9. https://www.libreriauniversitaria.it/emanuele-severino-giornalista-barbieri-paolo/libro/9788828407287
  10. https://sanpaolostore.it/prodotto/emanuele-severino-giornalista/

Antonelli Giuseppe, Parola per parola. Etimi, storie e usi del lessico, il Mulino, 2025

Il libro “Parola per parola. Etimi, storie e usi del lessico,” curato da Giuseppe Antonelli e pubblicato da Il Mulino nel 2025, è un’opera dedicata agli amanti della lingua italiana interessati all’etimologia e alle parole.

Il volume contiene centocinquantotto storie di parole, ognuna raccontata come protagonista di brevi avventure linguistiche.

Le parole vengono esplorate nelle loro origini, viaggi, metamorfosi e significati stratificati nel tempo, con un’attenzione particolare alla ricca eredità delle lingue classiche, ai prestiti da altre lingue culturali, alle parole nuove o legate a mode effimere, a quelle antiche ormai in disuso, ai modi di dire, ai gerghi e alle terminologie tecniche.

Dopo il successo del precedente libro “La vita delle parole” (2023), questo nuovo volume di Antonelli mira a soddisfare chi desidera approfondire la conoscenza delle parole italiane attraverso storie di etimologia affidate a firme autorevoli e organizzate in sezioni tematiche.

È un testo ideale per chi ama consultare e zigzagare lentamente tra i lemmi, scoprendo origini e significati nascosti di voci del lessico italiano.facebook+3

  1. https://www.facebook.com/AccademiaCrusca/photos/parola-per-parola-etimi-storie-e-uso-del-lessico-a-cura-di-giuseppe-antonelli-bo/1233603022144705/
  2. https://books.apple.com/it/book/parola-per-parola/id6754461978
  3. https://www.lin.it/libri-autore/giuseppe-antonelli.html
  4. https://www.lafeltrinelli.it/parola-per-parola-etimi-storie-libro-vari/e/9788815394040
  5. http://www.campedel.it/schede/371777.PHP
  6. https://www.instagram.com/p/DQJKWDhDRfx/
  7. https://www.libreriatempinuovi.it/libri-autore/giuseppe-antonelli.html
  8. https://www.ibs.it/libri/autori/giuseppe-antonelli
  9. https://www.pordenonelegge.it/autori/giuseppe-antonelli
  10. https://www.libreriauniversitaria.it/libri-linguistica/novita-2025-linguistica.htm

La filosofia è uno sguardo …, citazione di Mauro Bonazzi in articolo: Parmenide secondo Severino, Corriere della Sera 9 settembre 2025

“La filosofia è uno sguardo, niente di più niente di meno.

E’ la capacità di guardare la realtà per quello che è, di individuare la trama che le dà forma e bellezza, dietro l’apparente caoticità di suoni, rumori, movimenti e colori di cui fanno esperienza i nostri sensi.

E’ una conoscenza che salva perchè ci mostra che ti questo bellissimo tutto anche noi facciamo parte.

Tutto è e tutto si tiene.

Anche la nostra esistenza, ogni singola esistenza, ha valore, è.

La filosofia ci salva , perchè ci insegna a vivere”

Ripensare il Parmenide di Severino, incontro a Brescia, al Centro Casa Severino, 9 settembre 2025

L’incontro “Ripensare il Parmenide di Severino” si è tenuto il 9 settembre 2025, dalle 15:30 alle 18:30, presso il Centro Casa Severino a Brescia .

L’evento ha incluso la cerimonia di assegnazione del Premio Parmenide 2025, conferito dal Festival della Filosofia in Magna Grecia.

Questo premio rende omaggio alla filosofia di Emanuele Severino e alla sua opera “Il Parmenide”, che rappresenta un punto di riferimento nel pensiero filosofico contemporaneo.

Durante l’incontro si è riflettuto criticamente e approfonditamente sul pensiero di Severino, in particolare sul suo “Parmenide”, opera del 1964 che ha avuto un’ampia eco nel dibattito filosofico, trovando così una rilettura e un confronto con l’attualità filosofica.

Tra gli interventi, è stato evidenziato da studiosi come Massimo Donà e Mauro Bonazzi l’importanza del pensiero severiniano come “neoparmenidismo” che si oppone al pensiero di Martin Heidegger.

Questo evento si inserisce nel contesto delle iniziative culturali organizzate dal Centro Casa Severino, che promuove convegni, presentazioni e conferenze sul pensiero di Severino e sulla filosofia contemporanea in generale. L’incontro del 9 settembre ha avuto anche un profilo rituale, celebrando la continuità e la rilevanza del pensiero di Severino nella filosofia italiana e internazionale attuale.

  1. https://www.diaporein.it/2025/09/09/premio-parmenide-ripensare-il-parmenide-di-severino/
  2. https://www.emanueleseverino.it/eventi/
  3. https://www.instagram.com/p/DN2dnIPVEsW/
  4. https://www.ildenaro.it/il-premio-parmenide-a-mauro-bonazzi-la-filosofia-trionfa-sulla-morte/
  5. https://brescia.cosedafare.net/imageResources/20250908/83348.pdf
  6. https://www.instagram.com/p/DJJnalQR5RQ/
  7. https://www.emanueleseverino.it/category/eventi/
  8. https://www.emanueleseverino.it

Secondo Emanuele Severino, le principali interpretazioni di Parmenide ruotano attorno all’affermazione fondamentale che “l’essere è e il non-essere non è”. Severino interpreta Parmenide come un filosofo della necessità ontologica radicale: l’essere è assoluto, eterno, immutabile, ingenerabile e incorruttibile, perché non può passare dal nulla all’essere né dall’essere al nulla, poiché il nulla non esiste. Questo implica che tutto ciò che esiste è eterno, senza inizio né fine, e che il divenire è solo apparente, legato all’apparire e scomparire degli enti, ma senza comprometterne l’eternità ontologica.

Severino distingue poi tra l’apparire empirico, che coinvolge gli enti particolari soggetti a nascita e morte apparenti, e l’apparire trascendentale, cioè l’apparire globale e totale dell’essere, che è eterno e si manifesta in un orizzonte senza tempo e senza fine. Egli sostiene che questa riflessione rappresenta un ritorno a Parmenide che smonta la logica del divenire tradizionale, mostrando che il nulla è impossibile e ogni ente è necessario e destinato a esistere eternamente. Questa lettura si oppone anche alla metafisica di Platone, Nietzsche e Heidegger, che, secondo Severino, hanno portato il pensiero al nichilismo.

In sintesi, Severino offre un’interpretazione in cui il principio di non-contraddizione enunciato da Parmenide è la base per una filosofia dell’essere che esclude il divenire reale e il nulla, ponendo così l’eternità e la necessità come principi fondamentali di tutto ciò che esiste. Questa visione è esposta in particolare nel suo testo fondamentale “Ritornare a Parmenide” (1964) e nelle opere successive in cui evidenzia la necessità ontologica come fondamento dell’esistenza stessa.

  1. https://www.scientificofoligno.edu.it/old/materiali-ins/calcagno/3-filo/severino-parmenide.htm
  2. https://www.raicultura.it/filosofia/articoli/2019/01/Emanuele-Severino-Parmenide-f88d3d42-ccc5-486b-8d2b-37693b813803.html
  3. https://emanueleseverino.com/2022/10/08/parmenide-emanuele-severino-bertrand-russell-e-linterpretazione-di-parmenide-fatta-attraverso-la-filosofia-dellanalisi-logica-di-bertrand-russell/
  4. https://www.emanueleseverino.it/il-pensiero-filosofico-di-emanuele-severino/
  5. https://www.raicultura.it/filosofia/articoli/2021/07/Mauro-Visentin-La-grande-eresia-di-Emanuele-Severino-c62a3c61-3cab-44f6-9716-543dfbbfb335.html
  6. https://ritirifilosofici.it/il-ritorno-a-parmenide-e-il-parricidio-di-nuovo-mancato/
  7. https://www.youtube.com/watch?v=1oRZRaZ266Q
  8. https://www.youtube.com/watch?v=TFrv7ADMeho
  9. https://www.avvenire.it/agora/pagine/severino-il-nuovo-parmenide-che-scommetteva-sulleterno
  10. https://www.vitaepensiero.it/scheda-articolo_digital/emanuele-severino/ritornare-a-parmenide-001050_1964_0002_43068246-380003.html
  11. https://filosofiaenuovisentieri.com/2015/05/03/ritorno-o-fondamento-tracce-per-unanalisi-dellinterpretazione-panikkariana-di-parmenide-a-partire-dal-dialogo-tra-raimon-panikkar-ed-emanuele-severino-parte-prima/
  12. https://www.youtube.com/watch?v=NYDuEeDQqtw
  13. https://ritirifilosofici.it/la-contraddizione-nel-primo-severino-2/

Il blog emanueleseverino.com era un progetto pensato e aggiornato da Vasco Ursini (1936-2023) e dedicato al pensiero filosofico di Emanuele Severino (1929-2020)

Il blog https://emanueleseverino.com/ è un progetto pensato e aggiornato da Vasco Ursini (1936-2023) e dedicato al pensiero filosofico di Emanuele Severino (1929-2020). Contiene un indice analitico per argomenti, con la possibilità di navigare tramite parole chiave. Il blog approfondisce tematiche chiave del pensiero di Severino, come la verità dell’essere, il nulla, il destino, la morte e la tecnica, e include riferimenti bibliografici, interviste e letture tratte dai suoi testi. Il blog è stato supportato anche documentalmente da Paolo Ferrario.

Si tratta di un archivio e spazio di approfondimento filosofico che offre accesso a testi, riflessioni e materiali curati per far conoscere la filosofia di Severino e la sua interpretazione del nichilismo, del destino e dell’eternità dell’essente, fra gli altri temi fondamentali.emanueleseverino+2

  1. https://emanueleseverino.com
  2. https://www.emanueleseverino.it/il-pensiero-filosofico-di-emanuele-severino/
  3. https://emanueleseverino.com/informazioni/
  4. https://emanueleseverino.com/category/temi-chiave-di-emanuele-severino/nulla-niente/
  5. https://emanueleseverino.com/category/temi-chiave-di-emanuele-severino/destino/
  6. https://emanueleseverino.com/category/temi-chiave-di-emanuele-severino/occidente/
  7. https://emanueleseverino.com
  8. https://emanueleseverino.com/siti-e-blog-dedicati-a-emanuele-severino/
  9. https://emanueleseverino.com/2022/06/01/emanuele-severinoil-superamento-del-nichilismo/
  10. https://www.emanueleseverino.it
  11. https://emanueleseverino.com/2022/10/

Le categorie di contenuti presenti sul blog di Emanuele Severino includono:

  • Temi chiave della filosofia di Severino come nulla, niente, destino, Occidente, morte e tecnica.
  • Parole chiave e glossari di espressioni fondamentali del pensiero severiniano.
  • Analisi approfondite di temi filosofici come la verità dell’essere, il nichilismo, il destino e la tecnica.
  • Citazioni e riflessioni tratte dai testi di Severino.
  • Interviste e dialoghi filosofici su argomenti come linguaggio, ontologia e destino.
  • Approfondimenti sul rapporto tra Cristianesimo e il pensiero di Severino.
  • Categorie specifiche che raccolgono materiali e contributi come testi, articoli, bibliografie e commenti critici.

Il blog, curato da Vasco Ursini, si presenta come un archivio tematico che organizza contenuti filosofici di Severino per facilitare l’esplorazione dei principali aspetti del suo pensiero.emanueleseverino+3

  1. https://mappeser.com/2025/08/12/mappa-concettuale-del-pensiero-filosofico-di-emanuele-severino-a-cura-di-perplexity/
  2. https://francescodipalo.wordpress.com/2025/04/11/emanuele-severino-linganno-del-nulla-come-loccidente-ha-creato-langoscia-della-morte/
  3. https://www.youtube.com/watch?v=IbCybpOAvQs
  4. https://antemp.com/category/autori/severino-emanuele-1929-2000/temi-chiave-di-emanuele-severino/
  5. http://blog.petiteplaisance.it/tag/emanuele-severino/
  6. https://emanueleseverino.com/siti-e-blog-dedicati-a-emanuele-severino/
  7. https://emanueleseverino.com/category/temi-chiave-di-emanuele-severino/parole-chiave/
  8. https://antemp.com/category/autori/severino-emanuele-1929-2000/citazioni-di-emanuele-severino/
  9. https://lombradelleparole.wordpress.com/tag/emanuele-severino/
  10. https://emanueleseverino.com/informazioni/
  11. https://emanueleseverino.com/category/temi-chiave-di-emanuele-severino/nulla-niente/
  12. https://emanueleseverino.com/category/temi-chiave-di-emanuele-severino/destino/

La metafora filosofica della “legna e la cenere” nel pensiero di Emanuele Severino

La metafora filosofica della “legna e la cenere” nel pensiero di Emanuele Severino rappresenta il concetto che, sebbene le cose appaiano come se cambiassero o si trasformassero, la loro essenza è eterna e immutabile. Severino usa l’immagine della legna che brucia e diventa cenere per illustrare il rifiuto del divenire inteso come annientamento o trasformazione reale. La legna non diventa cenere nel senso di sparire o cessare di essere, ma ogni fase (legna spenta, legna accesa, braci, cenere) è un modo in cui l’essenza eterna si manifesta, un susseguirsi di stati eterni e immutabili.

Severino critica l’idea tradizionale che le cose “diventino” altro e che ciò implichi l’annientamento della loro essenza. Secondo lui, il cambiamento osservato è solo apparente e dentro un ciclo in cui ogni stato esiste in eterno. Questo porta a una visione del mondo in cui nulla davvero scompare o si trasforma in nulla, ma tutto permane in un continuum eterno. La cenere non è il destino finale della legna, ma il suo successore nel flusso eterno dell’apparire. Questa metafora è centrale nell’ontologia severiniana per comprendere la natura dell’essere e del cambiamento.antemp+3


Significato della metafora

La metafora “legna e cenere” indica che ciò che sembra un cambiamento, come la legna che brucia, è in realtà un susseguirsi di forme che sono tutte eterne. La legna non si annienta come legna per diventare cenere: ogni stato è eterno nella sua essenza.

Critica al divenire

Severino rifiuta l’idea tradizionale di “divenire” che comporta annientamento. Per lui, il divenire è un’illusione e l’essere, inteso come essenza, è eterno e immutabile.

Ontologia severiniana

La metafora esprime l’idea filosofica che nulla si distrugge realmente. Ciò che appare come trasformazione è solo un’apparenza fenomenica dentro un ordine eterno e immutabile.

Questa visione invita a riflettere sul vero significato del cambiamento e della morte nella realtà.arenaphilosophika+3

  1. https://antemp.com/2024/12/18/la-metafora-della-legna-e-la-cenere-nel-pensiero-di-emanuele-severino/
  2. https://arenaphilosophika.it/la-legna-e-la-cenere/
  3. https://antemp.com/2013/09/18/legna-e-cenere-lapparire-dellesser-se-di-emanuele-severino-nella-tavernetta-con-il-camino-acceso/
  4. https://coatesa.com/2013/09/20/legna-e-cenere-lapparire-dellesser-se-di-emanuele-severino-nella-tavernetta-con-il-camino-acceso/
  5. https://emanueleseverino.com/2021/03/28/emanuele-severino-oltre-la-cenere-lalbero-la-legna-il-fuoco-eternita-delle-cose-in-corriere-della-sera-14-agosto-1980/
  6. https://traccesent.com/2015/06/19/emanuele-severino-la-cenere-non-e-la-sorte-toccata-alla-legna-essa-non-grida-ma-tace-la-sorte-della-legna-in-quel-cerchio-la-legna-non-diventa-cenere-cosi-come-gli-uomini-non-diventano-polvere/
  7. https://emanueleseverino.com/category/metafore-di-emanuele-severino/legna-e-cenere/
  8. https://www.pensierofilosofico.it/articolo/Leternita-del-fuoco/277/
  9. https://www.youtube.com/watch?v=0r_febsn0-Y

Il concetto di “poesia” nel pensiero di Emanuele Severino

La poesia come luogo privilegiato della verità occidentale

Nel pensiero di Emanuele Severino, la poesia occupa un ruolo centrale nell’interpretazione della storia e della crisi del pensiero occidentale.

Severino individua nella poesia – in particolare in quella di Eschilo e Leopardi – il luogo dove si manifesta in modo privilegiato il cuore stesso dell’Occidente: la sua tendenza nichilistica, ossia l’identificazione dell’essere con il nulla68. L’arte e la poesia, secondo Severino, non sono semplici espressioni estetiche, ma “mettono in opera” l’essenza profonda della civiltà occidentale, rendendone visibile la follia: la convinzione che tutto ciò che è, sia destinato al nulla.

Poesia e filosofia: intreccio e distinzione

Severino sottolinea come in Leopardi poesia e filosofia si intreccino in modo indissolubile, tanto che la poesia diventa la forma suprema della filosofia stessa24.

Mentre la filosofia occidentale, a partire dai Greci, aveva cercato un fondamento eterno e immutabile, Leopardi (secondo Severino) mostra che l’unica evidenza assoluta è il divenire, dominato dal nulla, e che la poesia rappresenta l’ultima illusione di salvezza offerta agli uomini, oltre il fallace ottimismo della scienza e della tecnica35.

La poesia come suprema illusione e resistenza

Per Severino, la poesia è l’erede della festa arcaica: un momento in cui l’uomo, attraverso canto e danza, riesce a respirare “al di sopra dell’oppressione del dolore della vita”1.

In Leopardi, la poesia diventa l’ultima parola prima dell’annientamento definitivo dell’uomo nell’epoca della tecnica. È la forma più alta dell’illusione e dell’immaginazione, quella che permette al “genio” di vivere la contraddizione tra il nulla e l’esistenza, di guardare in faccia il nulla ma di resistervi con la melodia del canto25. La poesia, dunque, non salva dall’annientamento, ma offre uno spiraglio di senso e di vita proprio nel riconoscimento della nullità di tutte le cose7.

La poesia come testimonianza del nichilismo

Severino vede nella poesia di Leopardi la testimonianza più radicale del nichilismo occidentale: la poesia diventa consapevolezza e testimonianza della nullità di tutte le cose, un atto di genio che, pur sapendo di essere destinato al nulla, continua a cantare7.

In questo senso, la poesia non è evasione, ma la più lucida e rigorosa interpretazione della condizione umana nell’epoca del disincanto e della tecnica36.

Sintesi

  • La poesia, per Severino, è il luogo in cui si manifesta in modo privilegiato il destino nichilistico dell’Occidente.
  • In Leopardi, poesia e filosofia si fondono: la poesia diventa la forma suprema della filosofia, capace di testimoniare la verità del nulla.
  • La poesia rappresenta l’ultima illusione e resistenza di fronte all’annientamento portato dalla tecnica e dalla ragione.
  • L’opera di genio poetico è consapevole della propria condanna al nulla, ma trova nella melodia del canto la forza di resistere e testimoniare257.

In definitiva, per Severino la poesia non è solo un genere letterario, ma un atto filosofico di suprema consapevolezza e di tragica grandezza, capace di illuminare il destino dell’uomo occidentale nel suo confronto con il nulla.

Citations:

  1. https://www.raicultura.it/filosofia/articoli/2018/12/La-filosofia-di-Leopardi-a4db3ff0-3a0b-43b5-8008-f385fd9e47e8.html
  2. https://ilclubdelsaperefilosofico.wordpress.com/2022/11/21/emanuele-severino-il-nulla-e-la-poesia-alla-fine-delleta-della-tecnica-leopardi/
  3. https://www.ibs.it/nulla-poesia-alla-fine-dell-libro-emanuele-severino/e/9788817005302
  4. https://www.youtube.com/watch?v=JgzylHbMhPY
  5. https://www.eunews.it/2022/11/09/severino-scopre-leopardi-fondatore-della-filosofia-europea-contemporanea/
  6. https://www.tesionline.it/tesi/lettere-e-filosofia/nichilismo-t%C3%A9chne-e-poesia-nel-pensiero-di-emanuele-severino/10376
  7. https://arenaphilosophika.it/la-lettura-severiniana-di-eschilo-e-leopardi-linizio-e-la-fine-della-civilta-della-tecnica/
  8. https://www.filosofico.net/nichilsevcardonefranc.htm
  9. https://www.rizzolilibri.it/libri/il-nulla-e-la-poesia-2/
  10. https://thesis.unipd.it/retrieve/39be6355-c673-4417-8909-0847a140a0c0/Riccardo_Guido_Peruzzo_2019.pdf
  11. https://emanueleseverino.com/2022/09/09/emanuele-severino-entro-la-dimensione-nichilistica-delloccidente-non-si-puo-non-essere-leopardiani-ma-quale-in-leopardi-la-forma-del-rapporto-tra-filosofia-e-poesia-2/
  12. https://criticaimpura.wordpress.com/2020/03/20/nichilismo-techne-e-poesia-nel-pensiero-di-emanuele-severino/
  13. https://www.adelphi.it/catalogo/tema/33/p8
  14. https://emanueleseverino.com/category/temi-chiave-di-emanuele-severino/poesia-poiesis/
  15. https://www.ousia.it/content/Sezioni/Temi/Tesi/NichilismoTechnePoesia.doc

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Messinese Leonardo, Emanuele Severino. Il destino e il mortale, Feltrinelli, 2025

Il libro “Emanuele Severino. Il destino e il mortale” di Leonardo Messinese, pubblicato da Feltrinelli nel 2025, è un’analisi approfondita dell’opera filosofica di Emanuele Severino.

Messinese, professore ordinario di Metafisica alla Pontificia Università Lateranense, ricostruisce le origini e lo sviluppo del pensiero del filosofo bresciano, utilizzando anche fonti inedite come le lezioni tenute da Severino all’Università Cattolica di Milano.

L’opera si concentra su come Severino abbia coniugato una profonda meditazione sul senso dell’essere e della verità con le implicazioni per l’agire umano nella storia e la logica del sapere scientifico e tecnico contemporaneo. Messinese dedica particolare attenzione agli anni giovanili di Severino e al suo rapporto con altre figure della filosofia contemporanea, chiarendo il significato del “ritornare a Parmenide” e della sua critica al nichilismo occidentale, temi per cui Severino è particolarmente noto.

Il libro offre inoltre indicazioni metodologiche e osservazioni per aiutare il lettore a confrontarsi personalmente con il pensiero severiniano, che è descritto come unitario e multiforme136.

  1. https://www.feltrinellieditore.it/opera/emanuele-severino/
  2. https://nlcommerciale.feltrinellieditore.it/opera/emanuele-severino/
  3. https://www.ibs.it/emanuele-severino-libro-leonardo-messinese/e/9788807227387
  4. https://www.libreriadelsanto.it/libri/9788807227387/emanuele-severino.html
  5. https://acciobooks.com/book-versions/emanuele-severino/596834
  6. https://www.libreriauniversitaria.it/emanuele-severino-messinese-leonardo-feltrinelli/libro/9788807227387
  7. https://www.ebay.it/itm/116546409991
  8. https://www.lafeltrinelli.it/libri/autori/emanuele-severino
  9. https://www.feltrinellieditore.it/libri/novita/

con riferimento al dittatore dei prossimi 4 anni e.m.: il DOMINIO della tecnica nel pensiero di EMANUELE SEVERINO

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La metafora della “legna e la cenere” nel pensiero di Emanuele Severino

Emanuele Severino, filosofo italiano attivo nel XX e XXI secolo, ha utilizzato la metafora della “legna e la cenere” per esplorare concetti fondamentali riguardanti l’essere e la trasformazione. Questa metafora serve a illustrare il suo rifiuto dell’idea che le cose possano realmente “diventare” altro da ciò che sono, un tema centrale nella sua ontologia.

Significato della metafora

La frase “tutte le cose, nel nostro modo di pensare, sono legna che diventa cenere” evidenzia l’idea che, sebbene le cose appaiano in costante cambiamento, esse non perdono mai la loro essenza. Severino sostiene che la legna, quando brucia, non si annienta; piuttosto, le sue diverse forme (legna spenta, legna accesa, braci, cenere) rappresentano un susseguirsi di stati eterni. Ogni fase della legna è eterna e immutabile, e il passaggio da una forma all’altra non implica un reale “diventare” qualcosa di diverso[1][2][3].

Critica al divenire

Severino critica l’interpretazione tradizionale del divenire, sostenendo che affermare che una cosa diventi un’altra implica un annientamento dell’essenza originale. Secondo lui, il processo di trasformazione osservato nella legna che brucia è solo un’illusione: ciò che accade è un cambiamento apparente all’interno di un cerchio di esistenza in cui ogni stato è eterno[2][3]. La cenere non è quindi il risultato finale della legna; piuttosto, è il successore della legna in un ciclo eterno.

Riferimenti filosofici

Severino si distacca sia dalla tradizione occidentale sia da quella orientale nel suo approccio. La sua visione ricorda alcune idee del Buddhismo Zen, come quelle espresse da Eihei Dōgen, dove si sottolinea che la legna non ritorna mai a essere legna dopo essere diventata cenere; tuttavia, Severino va oltre affermando che nulla realmente “scompare” o “diventa nulla” nel senso tradizionale[1][2].

Conclusione

La metafora della “legna e la cenere” è quindi cruciale per comprendere il pensiero di Severino: essa rappresenta una visione del mondo in cui ogni cosa è eterna e immutabile nella sua essenza. La trasformazione apparente non deve indurre a pensare a un annientamento; piuttosto, ogni fase dell’esistenza è parte di un continuum eterno. Questo approccio invita a riflettere sulla natura dell’essere e sul significato del cambiamento nella nostra esperienza quotidiana[1][4][5].

Citations:
[1] https://arenaphilosophika.it/la-legna-e-la-cenere/
[2] https://wilmoboraso.wordpress.com/2010/07/11/la-filosofia-dellassurdo/
[3] https://antemp.com/2013/09/18/legna-e-cenere-lapparire-dellesser-se-di-emanuele-severino-nella-tavernetta-con-il-camino-acceso/
[4] https://www.ilfoglio.it/filosofeggio-dunque-sono/2017/12/30/news/emanuele-severino-filosofo-eterno-171164/
[5] https://www.pensierofilosofico.it/articolo/Leternita-del-fuoco/277/
[6] https://emanueleseverino.com/2017/01/10/emanuele-severino-su-alcuni-concetti-per-i-quali-ha-elaborato-limmagine-della-legna-e-la-cenere-1972-1983-1989-1995-1999-2001-scheda-di-studio-a-cura-di-paolo-ferrario-29-luglio-2014/
[7] https://www.youtube.com/watch?v=sl-uRN-X5dw
[8] https://www.ousia.it/content/Sezioni/Temi/Tesi/NichilismoTechnePoesia.doc

Centro Casa Severino – Presentazione del libro: “Di fantasmi, incantesimi e destino. Emanuele Severino, ultimo calligrafo della verità”, di Massimo Donà, 8 maggio 2024, Ore 16:00, Centro Casa Severino , Brescia

 
 
Centro Casa Severino – Via Antonio Callegari 15, Brescia
Presentazione libro: “Di fantasmi, incantesimi e destino. Emanuele Severino, ultimo calligrafo della verità”, di Massimo Donà, 8 maggio 2024, Ore 16:00
 
Discutono:
– Massimo Donà: autore del libro e Ordinario di Filosofia Teoretica dell’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano
 
– Alberto De Vita: Dottorando dell’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano
 
– Michele Ricciotti: Dottorando dell’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano
 
L’evento sarà realizzato in modalità mista presenza-remoto, registrato e trasmesso in diretta streaming sul canale YouTube di “Associazione Studi Emanuele Severino” (https://www.youtube.com/@associazionestudiemanueles3078 ).
 
INGRESSO LIBERO FINO A ESAURIMENTO POSTI.
 
E’ RICHIESTA CONFERMA DI PARTECIPAZIONE A: centrocasaseverino@gmail.com

Le monografie su Emanuele Severino (2020), a cura di Associazione di Studi Emanuele Severino (ASES)

Le monografie su Emanuele Severino (2020)

N. PastorinoDestino ed eternità. L’opera di Emanuele Severino, Inschibboleth, Roma 2020 (pp. 160).

F. VanderEssere/Contraddizione. Confronto con Emanuele Severino, Mimesis, Milano Udine 2020 (pp. 236).

G. GrisL’escatologia del destino. L’apocalisse del linguaggio nell’opera di Emanuele Severino, Inschibboleth, Roma 2020 (pp. 288).

Gli articoli e altri contributi su Emanuele Severino (2020)

  • AA. VV., Eternity & Contradiction. Journal of Fundamental Ontology, II, 3 (2020):
  •  Who is afraid of contradictions? A general introduction to the debate between Severino and Priest,  Federico Perelda.
  • Opening Note,  Giulio Goggi.
  • Metaphilosophical Sketches between Emanuele Severino ad Graham PriestInes Testoni.
  •  Emanuele Severino and the Principle of Non-ContradictionGraham Priest.
  •  Challenging the law of non-contradiction, di Filippo Costantini.
  •  For Refutation of the Dialetheist LogicGiulio Goggi.
  •  What it is like to be a Dialetheia. The Ontology of True ContradictionsEmiliano Boccardi & Federico Perelda.
  •  The Truth of Being between Unconditional and ConditionalFrancesco Totaro.
  •  The two of the “primal structure”, Leonardo Messinese.
  •  Form and matter of the semantic whole. Notes to The Primal StructureFrancesco Saccardi.
  •  Reciprocal determination and the unity of distinct determinations in The Primal Structure of Emanuele SeverinoAldo Stella & Giancarlo Ianaruolo.
  •  The Nothing, the Negation, the Undeniable,  Carlo Scilironi.
  •  Positive/Negative Denial, Opposition, ContradictionMauro Visentin.
  •  “Something is not”: being, time and nothingness between Severino’s thought and free logicsClaudio Antonio Testi.
  •  The primal judgement and the unity-multiplicity of the categoriesMattia Cardenas.
  •  The problem of negation in the primal structureMarco Vasile.

***

  • AA. VV., Il sentiero del giorno, «La Filosofia Futura», XIV (2020):
  • Conversazioni con Emanuele Severino. sull’irriducibilità di destino e cristianesimo, Francesco Alfieri.
  • Prefazione di Emanuele Severino
  • Sul ricordo, Nicoletta Cusano.
  • Il pensiero di Emanuele Severino nella prospettiva anagogica, Giuseppe Barzaghi.
  • Sul fondamento da un punto di vista esistenziale e antropologico, Massimiliano Cabella.
  • La struttura originaria, la verità che salva, la metafisica originaria, Leonardo Messinese.
  • Eternità, immobilità e intelligenza, Enrico Berti.
  • La pagina della strega, o l’epoca dell’immagine del mondo e l’apparire della terra isolata. Per Emanuele Severino, Alessandro Carrera.
  • Eternità e tempo dell’eterno. A partire da Emanuele Severino, Giulio Goggi.
  • Come cambiano gli immutabili, Federico Perelda.
  • Attualismo e neoparmenidismo, Mauro Visentin.
  • Destino e filosofia. Al bivio di una scienza nuova, Francesco Altea.
  • Severino e la «scacchiera» greca, Carlo Scilironi.
  • I Sentieri del Giorno, Lugi Vero Tarca.
  • Emanuele Severino, un grande Maestro, Vincenzo Vitiello.
  • Il tema del formativo nel pensiero di Emanuele Severino, Hervé Cavallera.
  • Oltre la speranza e la volontà di morire: Severino, Ines Testoni.
  • Heidegger, Severino e il mantra dell’ascosità, Massimo Donà.
  • Tesi sul niente, Eugenio Mazzarella.

***

  • AA. VV., Il sentiero del giorno II, in «La Filosofia Futura», XIV (2020):
  • La Coscienza del Giorno, Giorgio Brianese.
  • La metafisica dell’antimetafisica e il suo rovesciamento critico. Severino eleata parmenideo versus Carnap formalista empirista, Fabio Minazzi.
  • Logica dell’anticipazione. Severino, Gentile e l’ontologia, Davide Spanio.
  • Severino e l’essere che ha da essere, Francesco Totaro.
  • Qualche appunto su Severino nella mia storia, Angelo Scola.
  • Severino e la teologia. Nota su una “possibile consonanza” in ordine all’istituzione di una nuova ontologia, Piero Coda.
  • Processo a Emanuele Severino, Paolo Barbieri.

***

  • V. Vitiello, Emanuele Severino, un grande maestro, in “Il pensiero”, LIX, 1 (2020).
  • M. Visentin, Rileggendo Emanuele Severino. Neoscolastica, neoidealismo e neoparmenidismo, in “Giornale critico della filosofia italiana”, 3 (2020).
  • R. Berutti, Considerazioni intorno alla natura equivoca del “nulla” nel pensiero di Emanuele Severino, in “Giornale critico della filosofia italiana”, 3 (2020).
  • P. Rossi, Alla fine di un’epoca, in “Rivista di filosofia”, 2 (2020).
  • V. Venier, Il silenzio del divenire. Severino, Husserl e la coscienza del tempo, in “Dialeghestai. Rivista di Filosofia”, 22 (2020).

Le monografie su Emanuele Severino (2021)

L. MessineseNel castello di Emanuele Severino, Inschibboleth, Roma 2021 (pp. 208).

F. FarottiPresagi del destino. Emanuele Severino e il cristianesimo, Padova University Press, Padova 2021

AA. VV.Ai confini della contraddizione: Tommaso d’Aquino, Florenskij e Severino, con saggi di: G. Barzaghi, N. E. Cerrigone, N. Cusano, F. Perelda, S. Tagliagambe, C. A. Testi, Insedicesimo, Modena 2021 (pp. 238).

Gli articoli e altri contributi su Emanuele Severino (2021)

  • AA. VV.Eternity & Contradiction, III, 4 (2021):
  • Primal structure – Chapter IV Guide to ReadingGiulio Goggi.
  • Nothing Really Matters to Me A critique of Emanuele Severino’s Resolution of the Aporia of NothingnessFilippo Costantini.
  • Aristoteles’s Aporia and the Thought that looks at NotihingGiulio Goggi.
  • Representing Nothingness, Federico Perelda.
  • Severino on Nothingness, Graham Priest.
  • Nothingness and ineffability, Marco Simionato.
  • Nothing in particular, Giuseppe Spolaore.
  • The Nothingness of (the) Nothing, Alberto Voltolini.

***

  • AA.VV., Eternity & Contradiction, III, 5 (2021):
  • The Error of Wanting to Overturn the Hourglass: How the Heidegger- Severino Relationship Arose, Ines Testoni.
  • On What Appears Heidegger and Severino in Concordia Discors, Manuel Pedro Bortoluzzi.
  • Identity and difference: Severino and Heidegger, Gaetano Chiurazzi.
  • Metaphisics of Dasein as foundation of mataphisics. Heidegger in Severino’s thought, Leonardo Messinese.
  • The Indifference of Being. Parmenide, Heidegger and Severino, Davide Spanio.
  • Aristotele, Leopardi, Severino: the Endless Game of Nothingness, Luigi Capitano.
  • The Primal Structure of Agàpe, Alberto Cividati.
  • Mystic forebodings of destiny, Fabio Farotti.
  • The Silence of Becoming Severino, Husserl and Time-Consciousness, Veniero Venier.

***

  • AA. VV., Sul fondamento della conoscenza, «La Filosofia Futura», XVII (2021):
  • Presentazione, Massimo Donà.
  • “Giudicare delle cose avanti alle cose”. Schlick e Leopardi, Marco Calzavara.
  • Fondamento della conoscenza, conoscenza del fondamento, Gaetano Chiurazzi.
  • Contro la metafisica. Severino interprete del Neopositivismo logico, Massimo Donà.
  • Per un fondamento della conoscenza, Severino e Schlick, Myriam Garaguso.
  • Senso, attualità della verità, esperienza: il dialogo di Severino con Schlick e il neopositivismo, Michele Lenoci.
  • Filosofia della civiltà della scienza, Luigi Lentini.
  • A partire da Das Realitätsproblem in der modernen Philosophie. L’Ur-Heidegger e il problema della conoscenza, Samuele Manfrinati.
  • Il rovesciamento critico del rovesciamento antimetafisico del neopositivismo. Emanuele Severino metafisico versus Moritz Schlick empirista, Fabio Minazzi.
  • Dal fondamento al Fondamento: Severino critico di Heidegger, Pietro Prunotto.
  • Severino e il problema dell’immediatezza tra Rosmini, Gentile e il neopositivismo, Michele Ricciotti.
  • Emanuele Severino e la predicazione come tautologia. A partire dalla lettura schlickiana delle proposizioni analitiche, Marco Rienzi.
  • Il fondamento della conoscenza tra scienza e metafisica. Sul dialogo a distanza tra Moritz Schlick ed Emanuele Severino, Luigi Vero Tarca.

***

  • A. Di ProsperoUna fenomenologia della perfezione. Ontologia ed emozione a partire da Wittgenstein e Severino, in “Il pensiero”, LX, 2 (2021).

Il concetto di “tempo che resta” nella filosofia di Emanuele Severino

Il concetto di “tempo che resta” nella filosofia di Emanuele Severino è centrale per comprendere la sua visione dell’esistenza e dell’essere. Severino propone una riflessione profonda sull’illusione del tempo e sull’eternità degli essenti, ponendo l’accento su come il nostro approccio al tempo influisca sulla nostra comprensione della vita.

L’Illusione del Tempo

Severino critica la concezione tradizionale del tempo come un flusso continuo in cui gli eventi si susseguono. Secondo lui, questa visione è un’illusione che porta a considerare l’essere come qualcosa di transitorio e destinato a svanire nel nulla. Invece, egli afferma che ogni essente è eterno e che il vero pensiero deve riconoscere l’opposizione tra essere e niente, piuttosto che tra essere e non essere[1][2].

Il Tempo che Resta

Il “tempo che resta” rappresenta quindi una riflessione sulla finitezza della vita umana e sulla necessità di vivere in modo consapevole. Severino sottolinea che il passato non esiste più, il presente è inafferrabile, e il futuro è incerto. Tuttavia, ciò non deve portarci alla disperazione, ma piuttosto a una valorizzazione del momento presente. La consapevolezza della nostra condizione finita ci invita a cercare significato e autenticità nella nostra esistenza[1][2].

Eternità e Destino

Severino propone che l’essente si colloca “al di fuori dell’illusione del tempo”, suggerendo che la filosofia futura deve esplorare un “senso del tempo” radicalmente diverso da quello tradizionale. L’eternità diventa quindi la condizione fondamentale dell’essere, dove ogni attimo è eterno e non semplicemente un momento transitorio[1][2][3]. In questo contesto, il “tempo che resta” diventa un invito a riconoscere la nostra eternità intrinseca e a vivere in modo autentico.

In sintesi, il concetto di “tempo che resta” nella filosofia di Severino non è solo una riflessione sul tempo stesso, ma un richiamo a una vita piena e significativa, in cui si riconosce l’eternità dell’essere oltre l’illusione del divenire.

Citations:
[1] https://emanueleseverino.com/2020/04/23/concetto-di-tempo-nel-pensiero-di-emanuele-severino/
[2] https://emanueleseverino.com/category/temi-chiave-di-emanuele-severino/tempo/
[3] https://ritirifilosofici.it/le-cose-perse-e-salvate-di-emanuele-severino/
[4] https://iris.unipa.it/retrieve/handle/10447/106169/143938/Homo%20signator.pdf
[5] https://antemp.com/about/

Paolo Ferrario: in questi mesi ho letto e riletto il libro: Duccio Demetrio, Nel silenzio degli addii, Mimesis, 2023

Università Ca’ Foscari di Venezia: Intitolazione dell’Auditorium Santa Margherita a EMANUELE SEVERINO, 28 settembre 2023

Emanuele Severino, «Mi dico neoparmenideo, per semplificare. In verità, sono l’opposto di Parmenide …

Emanuele Severino, Il mio ricordo degli eterni. Autobiografia. articolo di Antonio Polselli, 11/08/2023

 

Emanuele Severino sull’OCCIDENTE

https://sl.bing.net/itybxN3MEm

Emanuele Severino è stato un filosofo e compositore italiano, considerato da alcuni come uno dei più grandi filosofi del ‘9001

Il suo pensiero filosofico si basava sull’idea dell’eternità di tutti gli essenti, in contrasto con la visione nichilista che domina la storia della filosofia occidentale1

Secondo Severino, l’Occidente ha dimenticato il monito di Parmenide, che affermava che solo l’essere è, e si è consegnato al divenire, al tempo e al nulla2

Questa follia dell’Occidente ha portato alla crisi della civiltà moderna, alla perdita del senso della vita e alla distruzione della natura3

Severino ha dedicato un’opera importante allo studio del pensiero di Leopardi, che egli considerava l’autentica filosofia dell’Occidente, nella sua essenza e nel suo più rigoroso e potente sviluppo4

Per Severino, Leopardi ha affrontato le questioni ultime (la verità, l’essere, il nulla) per giungere a un linguaggio in cui la poesia diviene la forma della filosofia4

Leopardi ha scorto il lato inconscio della fede nel divenire, che implica sia l’opposizione che l’identità tra essere e nulla5

Leopardi ha raggiunto il limite della possibilità filosofica del nichilismo occidentale, ma oltre non è andato, perché oltre questo punto appare già da sempre il destino della verità dell’essere5

Severino ha anche confrontato il suo pensiero con quello delle tradizioni orientali, come il buddismo e l’induismo. Egli ha sostenuto che se l’Occidente è la grande follia, l’Oriente è l’incubazione di questa follia3

L’Oriente ha infatti anticipato la negazione dell’essere e la dissoluzione del sé nel nulla, ma non ha saputo cogliere la radice del problema, che risiede nella falsa opposizione tra essere e nulla3

Severino ha proposto una via di uscita dal nichilismo, basata sulla riscoperta dell’eternità di tutti gli essenti e sulla loro necessaria appartenenza al tutto1

Giulio Goggi parla della riflessione sulla TECNICA presente nell’opera del filosofo italiano EMANUELE SEVERINO (Brescia 1929 – 2020), video in Rai Cultura

vai a Rai Cultura

https://www.raicultura.it/

https://www.raicultura.it/ricerca.html?q=tecnica+nel+pensiero+di+Severino

Nicolò Tarquini, Platone, il nichilismo e l’Occidente. L’interpretazione della filosofia platonica nel pensiero di Emanuele Severino

vai a

https://www.academia.edu/37123968/Platone_il_nichilismo_e_l_Occidente_L_interpretazione_della_filosofia_platonica_nel_pensiero_di_Emanuele_Severino_doc

Umberto Galimberti su: MERCATO, TECNICA, PROGRESSO, SVILUPPO …

EMANUELE SEVERINO, Discussioni intorno al senso della verità, Edizioni ETS, Pisa 2009, p. 154. Indice del libro

Acotto Edoardo, Essere, Corriere della Sera/Le parole della filosofia, 2022. Prefazione di Corrado Del Bo, Simone Pollo, Paola Rumore. Bibliografia

Emanuele Severino, Sortite. Piccoli scritti sui rimedi (e la Gioia), Rizzoli, 1994

temi legati al GENERE : uso dell’asterisco, dello schwa o di altri segni che “opacizzano” le desinenze maschili e femminili – di Paolo D’Achille in Accademia della Crusca

quesiti pervenutici su temi legati al genere: uso dell’asterisco, dello schwa o di altri segni che “opacizzano” le desinenze maschili e femminili; possibilità per l’italiano di ricorrere a pronomi diversi da lui/lei o di “recuperare” il neutro per riferirsi a persone che si definiscono non binarie; genere grammaticale da utilizzare per transessuale e legittimità stessa di questa parola

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Un asterisco sul genere – Consulenza Linguistica – Accademia della Crusca

Emanuele Severino, EDUCARE AL PENSIERO, La Scuola editrice, 2012, p. 158. Ripubblicato in edizione ampliata con nuovi testi nel 2022. Indice del libro

Avatar di Paolo FerrarioIl pensiero di EMANUELE SEVERINO, a cura di Vasco Ursini (1936 - 2023)

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Emanuele Severino, in questa intervista ampliata con nuovi testi, mostra come il modello classico di educazione – la volontà di trasformare l’altro – riproduca la radice del nichilismo e quindi della civiltà della tecnica: credere che il divenire sia un venire dal e un trapassare nel nulla. Di qui l’andamento teso delle domande e delle risposte, dove i principali concetti – scuola, verità, vita, fede, linguaggio, memoria – che sembravano rassicuranti mostrano il loro aspetto inatteso: nichilistico. All’orizzonte si profila un’altra esperienza di educazione: educare al pensiero per risvegliare il senso profondo delle cose, un senso che ne svela, a chi pensi con rettitudine, il volto eterno. Un libro che è la più chiara introduzione al pensiero di Severino.

 

Emanuele Severino (1929-2020) è stato uno dei maggiori filosofi contemporanei. Nel catalogo Morcelliana ricordiamo: Democrazia, tecnica, capitalismo (2010); Piazza della Loggia. Una strage politica (2015); Istituzioni di filosofia (2020, II…

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Armando Torno, Alla ricerca della verità e del senso del mondo. Presentazione della nuova edizione di: Educare il pensiero, Emanuele Severino , a cura di Sara Bignotti, Scholè, 2022

Giacomo LEOPARDI, LA GINESTRA (1836). AUDIO della Lettura di Carmelo BENE e un commento in video di Emanuele SEVERINO (2010)

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Carmelo Bene recita LA GINESTRA: 
Καὶ ἠγάπησαν οἱ ἄνθρωποι μᾶλλον τὸ σκότος ἢ τὸ φῶς
E gli uomini vollero piuttosto le tenebre che la luce.
Giovanni,  III, 19

Qui su l’arida schiena
del formidabil monte
sterminator Vesevo,
la qual null’altro allegra arbor nè fiore,
tuoi cespi solitari intorno spargi,
odorata ginestra,
contenta dei deserti. Anco ti vidi
de’ tuoi steli abbellir l’erme contrade
che cingon la cittade
la qual fu donna de’ mortali un tempo,
e del perduto impero
par che col grave e taciturno aspetto
faccian fede e ricordo al passeggero.
Or ti riveggo in questo suol, di tristi
lochi e dal mondo abbandonati amante,
e d’afflitte fortune ognor compagna.
Questi campi cosparsi
di ceneri infeconde, e ricoperti
dell’impietrata lava,
che sotto i passi al peregrin risona;
dove s’annida e si contorce al sole
la serpe, e dove al noto
cavernoso covil torna il coniglio;
fur liete ville e…

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Byung – CHUL HAN, con 24 illustrazioni di Isabella Gresser, Elogio della TERRA. Un viaggio in GIARDINO, Nottetempo edizioni, 2022. Indice del libro

Roberta De Monticelli, LETTERA A EMANUELE SEVERINO INTORNO A UNA – ETERNA – LEZIONE

Roberta De Monticelli, filosofo ed accademica italiana.

LETTERA A EMANUELE SEVERINO INTORNO A UNA – ETERNA – LEZIONE

Caro professore, se l’essere nella Gioia, come spero, le consente di ricevere qualche lettera senza che la Gioia sia interrotta dalla noia di leggerla, lasci pure che questa mia si depositi come foglia, soffio, ombra, umana illusione, fiato di voce o scintillio d’inchiostro là dove i più fra noi, tardi di mente e innamorati del visibile, stoltamente dimorano: nel Cerchio dell’Apparenza.
Non turberà l’eternità dell’esser suo, caro professore, questo cicaleccìo di una collega invisibile, sì, proprio quella dell’aula accanto, quella del giovedì. O forse era martedì? Che cosa conta, e chissà mai perché poi avevamo quest’abitudine di onorare gli orari di lezione, questa conformistica, veramente illogica acquiescenza alla misurazione di ciò che non esiste, il tempo. Lei poi arrivava puntualissimo, molto più di me. Ben me ne accorgevo ogni volta che la folla dei suoi allievi in festosa attesa faceva barriera davanti a tutte le porte dello stretto corridoio su cui si aprivano le nostre aule, e i quattro gatti della mia classe e io restavamo bloccati per un pezzo, prima di entrare, con loro e mio rimpianto, nell’auletta degli esercizi di fenomenologia, piena di controversie e dubbi, invece che nella luce dell’incontrovertibile. Dove per due ore quelle menti giovinette e incerte, anzi certamente scosse da ogni sorta di amore e di terrore, si sarebbero spalancate alla ben rotonda verità dell’Essere, indefettibile e immobile: che sarebbe fluita senza interruzione alcuna dalle sue labbra, nel più religioso silenzio.
Lei cominciava col ben disporle, le menti, al saldissimo fondamento dell’epi-steme – diceva così, mi arrivava il suono della sua voce che inesorabilmente spezzava la parola greca, sapientemente appoggiando, con la pausa, la voce alla solidità di ciò che sta. Il sapere che sta, e non importa dove e come. Di là dalla parete, sentivo l’ombra di Socrate, smarrita, emergere come un fantasma da quella lineetta, da quella pausa che spezzava la parola, e come in un grido afono, beckettiano articolare con la bocca muta parole simili a sospiri: conoscenza… opinione vera e… giustificata… le ragioni, vi prego, le ragioni… Le ragioni per dirlo. L’evidenza per riconoscere che è vero – fino a prova contraria. Altro che stare. Quelli che stavano lì, immobili, ierocratici, erano i dignitari immensi della statuaria babilonese; a me veniva in mente ogni volta la stazione centrale di Milano, e certo subito ne arrossivo. In Grecia erano mobilissimi anche gli dei, invece, pieni di bizze e voglie, di splendori e di furia e di grazia, come i ragazzi e le ragazze che lei sapeva affascinare e render muti – come in un’estasi iniziatica.
Così, una volta che la mia lezione cominciava più tardi, l’ardente desiderio mi prese – chissà, l’invidia – di carpire il segreto di quel fascino. E assistetti alla mirabile dimostrazione “parmenidea” dell’impossibilità di far domande, con cui quel giorno si apriva il suo corso. E fremetti anche io dall’ammirazione, caro professore. Con quella voce così musicale, e insieme ieratica, quella sì, come se non si svolgesse affatto nel tempo: «Chi domanda è evidentemente nella non-verità. Ma dall’essere nella non-verità non c’è via all’essere nella verità. [Pausa]. Non c’è via. Per la contraddizione, che non la consente». Come invidiai questo modo così suadente di trasformare in un silenziatore il paradosso platonico della conoscenza, quello che introdusse nella nostra mente e nella nostra storia l’idea della ricerca, l’idea più sconvolgente e più controvertibile! Anzi controversa, al punto che bisognò morire, con Socrate, e mica una volta sola, perché l’idea vivesse, e la ricerca pure, e da questo sfacciato parricidio, da questa insolente perplessità che obietta alla ben rotonda verità dell’Essere, nascessero, come in una cosmogonia esiodea, la Disputa e l’Argomentazione, il Dubbio e la Scoperta, il disprezzo del sentito dire e la gioia del vedere, e la veglia e la critica, e il demone giocoso eppure serissimo della ragione.
Che non è affatto una dea barricadiera e neppure una prosopopea della storia, ma solo l’irriguardosa, umile, ridente e dolente giovinezza dell’età adulta, quando ancora ha freschezza e speranza per dire, ad esempio: “No, a nessun prezzo mi si imporrà questo, piuttosto morire”; oppure “E perché no? Perché mai le cose non dovrebbero avvenire così, anche se non le vedo ancora? Perché mai, contro la tesi di un famoso professore italiano del Novecento, il possibile non dovrebbe essere tale, cioè forse vero, anche se non lo vedo?”. La filosofia, mi dicevo, non è che questo doppio ricciolo interrogativo, l’essere disposti a chiedere e dare ragione di ciò che si dice e di ciò che si fa, o di ciò che ci viene detto o imposto: e la Ragione non è affatto soltanto nostra natura, anzi! È una disponibilità, non una disposizione: si risveglia soltanto con la libertà. E ancor meno somiglia, la Ragione, a quella sorta di indomabile potenza della storia che lei, professore, e il suo predecessore tedesco chiamavate “la Tecnica”. Per carità, quel suo predecessore sì che era pericoloso: il suo, di Essere, odorava lontano un miglio di Blut und Boden.
Della tecnica invece continuavamo a servirci ogni volta che dovevamo compilare i registri elettronici, e meno male, con tutti gli allievi che aveva. Per non parlare poi del sollievo di evitare i denti strappati dalle gengive deste e sanguinanti… (mi perdoni, la natura femminea si distrae sovente in pensieri banali). Che poi, se anche sostituissimo a questo nome, “la Tecnica” (preferito nei suoi elzeviri), uno degli altri e numerosi nomi divini di quella potenza assoluta che ci destina a questo e quell’altro (il Destino dell’Occidente, il Capitalismo, il Potere, il Denaro), cambierebbe poco. Sospetto che quello che le Sue parole inducevano nell’anima dei suoi ascoltatori e lettori fosse una specie di rilassamento – in tedesco mistico si dice Gelassenheit – o meglio un gesto di virtuale auto-destituzione del soggetto morale in noi, un abbandono della responsabilità. Un gesto ben nascosto dietro l’ombra della macchinazione universale che di tutto ha colpa, e libera da ogni responsabilità nell’uso delle parole noi intellettuali, giornalisti, politici, professori, studenti, pensionati… Tutti noi operai del linguaggio.
Insomma, a pensarci bene, anche questa destituzione in noi dell’agente razionale e morale, sensibile e responsabile, era un atto di libertà – peccato, però, che fosse nella direzione della più perfetta sottomissione. Sarà per questo che i suoi ragazzi amavano tanto anche Spinoza? Libertà come inchino alla necessità? Curioso equivoco, a leggere l’autore del Trattato teologico-politico e il teorico della democrazia! Ma non divaghiamo.
Perché la ragione, appunto, o meglio il suo esercizio, è una libera disposizione, cui si può spavaldamente rifiutarsi o che pavidamente si può lasciar sopire: e fatica comunque a liberarsi come il ragazzo fatica a diventare adulto. Così che molti, nei tempi antichi e in quelli moderni, negli imperi dispotici e nelle comunità tribali, consigli di facoltà compresi, nelle città ierocratiche e in quelle demagogiche, responsabili di sé e di fronte al vero non lo diventano mai, e vivono di fake news e di costumi consortili. Per questo, caro professore, è un vero peccato zittire Socrate in culla, e farlo rimangiare da Parmenide, come da un Crono divoratore dei propri figli: perché proprio da quella fessura nella ben rotonda compattezza dell’Essere, dalla possibilità del non essere, è nata la fragile bellezza della nostra mente, la sua umiltà di fronte all’inesauribile vero e la sua fierezza di consentire – o no – alla legge. Per quella fessura è passato il doppio palpito della civiltà, il cuore pratico e quello teorico del nostro domandare ragione, cioè, infine, l’etica e la logica, la democrazia e la scienza. Che passando da quella fessura si sono lentamente fatte largo, in mezzo alle tragedie dei millenni.
Perdoni, professore, sento che la sua eterna essenza oppone un cortese ma fermo diniego all’opinione che Socrate per la dolente e felice fessura del parricidio, perché di lì passasse il possibile senso e valore della vita umana, morì proprio. Come morirono molti e molti altri suoi discendenti. Quella volta, finita la lezione, lei, con la sua grande e signorile cortesia, e dopo un baciamano galante che mi spense subito in gola ogni obiezione e mi accese un sorriso di gratitudine, mi accompagnò nel corridoio, fra due ali di giovinetti plaudenti, e c’era anche qualche dame à chapeau che mi lanciò un’occhiata di invidia. Che vuole, il suo fascino ammutolì anche me, e così mi rimangiai questa lunga obiezione che per tutta la lezione avevo rimuginato. E so che non è affatto troppo tardi per rivolgerla ora alla sua essenza eterna, dal di qua al di là del cerchio delle apparenze. Poco importa, su questo sono d’accordo con lei. Continuerà, col suo sorriso (tout just un peu compatissant, comme c’est le cas avec une dame) a lasciarmi disputare con lei, con parole sempre più affannate – come ho fatto tutta la vita.

Emanuele Severino citazioni su: POIESIS; LUOGO DI DOMINIO; TEMPO; ENTE

1. PlatoneSimposio, pf. 205: Ogni atto per cui una cosa passa dal non essere all’essere: creazione (poiesis, pro-duzione, portare alla presenza):

2. “l’elemento decisivo del pensiero greco è l’apertura del mondo inteso come luogo dove le cose escono e ritornano nel nulla, quindi come luogo di dominio” (E. Severino, Intervista, “Lotta Continua”, 09.03.1980);

3. “Il concetto fondamentale di tempo, anche se la scienza e la cultura occidentali non se ne rendono perfettamente conto, è quello in cui ’le cose hanno a che fare con il senso dell’essere e del niente’ illuminato dall’ontologia greca. Il tempo è la nientificazione delle cose: il loro uscire e ritornare dal niente (E. Severino,cit.);

4. “Per gli abitatori del tempo … l’ente è ciò che esce e ritorna nel niente. Quando non ne era ancora uscito era un niente; quando vi ritorna è daccapo un niente. Ma solo perché l’ente è nel tempo – cioè solo perché l’ente è pensato e vissuto come un niente – può sorgere il progetto di guidare l’oscillazione dell’ente tra l’essere e il niente. Solo sul fondamento del tempo è possibile il dominio dell’ente. E, nell’apertura del tempo, la nascita del progetto di dominio e di sfruttamento dell’ente non solo è possibile, ma è inevitabile” (E. Severino, “Gli abitatori del tempo”, Roma 1978, p. 31).

Emanuele Severino, Oltre la cenere. L’albero, la legna , il fuoco: eternità delle cose, in Corriere della Sera, 14 agosto, 1980

Avatar di Paolo FerrarioIl pensiero di EMANUELE SEVERINO, a cura di Vasco Ursini (1936 - 2023)

Scrive Stefano Teso:

Rispondo all’invito del professor Vasco Ursini e pubblico questo ritaglio di giornale di 41 anni fa da me gelosamente conservato.

Correva l’agosto del 1980 e il Corriere della sera pubblicava questo articolo che mi colpì profondamente. Ero iscritto alla Facoltà di filosofia a San Sebastiano, facoltà che purtroppo avrei presto lasciato per incompatibilità con il nuovo lavoro che avevo intrapreso. Seguivo i corsi di Luigi Ruggiu, Umberto Galimberti, Mario Ruggenini.

Conoscevo Emanuele Severino perché era il direttore della facoltà ma non avevo mai approfondito il suo pensiero.

Questo articolo è meraviglioso perché spiega concetti molto complessi con parole ed esempi accessibili anche a profani come me per cui testi come “La Struttura originaria” sono inaccessibili.

La metafora della legna e della cenere rimane impressa nella memoria di quei lontano periodo.

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“Ogni esser “uomo” è un ricordare . E quindi in ogni uomo il suo ricordare è il suo ricordo eterno degli eterni – dove eterni sono, appunto, sia le cose ricordate, sia il ricordante”, in Emanuele Severino, Il mio ricordo degli eterni. Autobiografia, Rizzoli, 2011, pagine 136/137

in https://antemp.com/2011/05/11/il-mio-ricordo-degli-eterni-emanuele-severino-rizzoli/

La morte e l’eterno: intervista a Ines Testoni, 22 marzo 2018

LA MORTE E L’ETERNO: INTERVISTA A INES TESTONI

La morte e l’eterno: intervista a Ines Testoni

L’Occidente ha un problema ingravescente con la morte. Non perché stia scendendo l’aspettativa di vita, che anzi, è piuttosto alta rispetto a tutto il resto del mondo. A partire dal ‘900 è cominciato il processo di estraniamento della morte dalla nostra quotidianità, mentre fino a prima essa è sempre stata, per quanto fenomeno individuale, un evento di comunità. I riti attorno all’ultimo passaggio hanno permeato tutte le culture fin tanto che l’unico antidoto contro la paura della morte sono state la solidarietà, la vicinanza, la relazione con i prossimi più cari. Questa storia di accompagnamento è stata improvvisamente interrotta dall’intromissione della tecnica medica, grazie al progresso della scienza. Abbiamo dovuto abbandonare le buone pratiche di accompagnamento al fine vita per mandare i malati a curarsi, fino alla morte, in luoghi protetti, specializzati, governati da professionisti determinati a lottare contro la malattia, ma che del malato spesso conoscono ben poco. Il luogo di cura per eccellenza, l’ospedale, è anche il luogo dell’occultamento della morte.

Attraverso il nichilismo, la filosofia ha già fatto i conti con la caduta dei valori, ma è forse necessario indagare come la morte, spesso definita come l’implosione di ogni valore, possa essere essa stessa un valore da salvaguardare.

Può la morte essere un orizzonte che, una volta riconsiderato sotto un’altra ottica, dona un nuovo senso al nostro rapporto con l’eternità? Per fare luce su questa possibilità e sulle questioni di fine vita che stanno cambiando la nostra società, abbiamo interpellato una grande esperta: Ines Testoni, professoressa di Psicologia delle relazioni di fine-vita, perdita e morte, nonché direttrice e fondatrice del master Death Studies & the End of Life dell’Università degli Studi di Padova.

vai alla intera intervista:

La morte e l’eterno: intervista a Ines Testoni

Dario Pisano, Parla come Dante. Come e perché usare i versi del sommo poeta nella vita quotidiana – Newton Compton Editori, 2021

A molti di noi è capitato spesso di esclamare, in qualità di invito a non perdere tempo con persone che non meritano la nostra attenzione, «Non ti curar di lor, ma guarda e passa!» (prima curiosità: la citazione è sbagliata! Dante scrive: «Non ragioniam di lor…»). E chi non conosce il verso «Amor ch’a nullo amato amar perdona», che tanta fortuna ha avuto nella musica italiana? Ma cosa significa? E quante volte abbiamo detto a un amico – pieno di guai fino al collo – «stai fresco»? Che cosa hanno in comune queste espressioni e le tante altre raccolte nel libro? La medesima paternità. Nascono tutte dalla penna di Dante Alighieri, il massimo genio linguistico della storia, il quale – con la sua Divina Commedia – ha incrementato vertiginosamente il patrimonio lessicale dell’italiano. Parla come Dante ospita una ricognizione dei più famosi ma anche dei meno noti versi di Dante entrati nella lingua quotidiana, per lo più usati da chi parla senza la consapevolezza della loro provenienza. L’ampia documentazione offerta in queste pagine è la prova del fatto che, se anche noi ignoriamo Dante, Dante non ignora noi, ed è sempre sulle nostre labbra, in ogni momento della «nostra vita»! Quante volte, parlando, citiamo Dante senza saperlo? E siamo certi di citarlo bene? Un libro che svela la presenza nascosta ma costante del sommo poeta nella nostra vita quotidiana

VAI ALLA SCHEDA DELL’EDITORE

Parla come Dante – Newton Compton Editori

Che significa morire?, Emanuele Severino in La strada, Rizzoli, Milano, 1983, pagg. 101-107

L’incertezza piú profonda continua ad avvolgere ogni risposta dei mortali a questa domanda.

Non avvolge soltanto le teorie attorno alla morte, ma lo stesso tentativo di cogliere e di esprimere il fenomeno che tali teorie vorrebbero spiegare – il fenomeno della morte, ossia (stando all’etimo di “fenomeno”) ciò che della morte appare, sta dinanzi visibile e constatabile.

Come se, assistendo a una corsa di cavalli, non solo non si sapesse quale sarà il vincente, ma non si sapesse nemmeno (pur illudendosi di saperlo) quali sono, tra le varie figure visibili, i cavalli.

Una teoria può spiegare un evento solo se esso, innanzitutto, appare. Ma quello che sembrerebbe il piú facile dei compiti – cogliere ed esprimere ciò che appare – è invece tra i piú difficili.

Giacché la difficoltà non è dovuta a un’incapacità psicologica che potrebbe esser superata mediante una concentrazione mentale piú rigorosa e piú intensa, o una trasformazione che renda piú razionale il contesto sociale dove si forma l’osservazione di ciò che appare: appartiene al destino dei mortali l’incapacità di cogliere e di esprimere ciò che appare, quindi ciò che della morte appare, il fenomeno della morte.

Eppure, la “nostra” cultura non ha dubbi sulla capacità di cogliere ed esprimere i tratti che la morte mostra apparendo e il loro significato essenziale: la morte – essa dice – è annientamento; l’annientamento di ciò che muore è il fenomeno della morte; la morte appare come annientamento.

Ormai si ritiene che tutte le cose siano mortali e che di tutte possa quindi apparire il loro annientarsi (e uscire dal niente).

Anche il cristianesimo, che pure è ben lontano dall’abbandonare tutto alla morte e afferma l’immortalità dell’anima, pensa che, con la morte, il corpo in nihilum cedit (cosí scrive Tommaso d’Aquino): se ne va nel niente.

Ma non siamo forse tutti convinti, anche senza fare appello alle varie forme della cultura e basandoci semplicemente sulla nostra esperienza, che l’annientarsi delle cose è quanto di piú visibile esiste tra i visibili? e che l’angoscia e il dramma della vita hanno proprio qui la loro radice, nel constatare ogni giorno e ogni momento che noi e tutto ciò che appartiene al nostro mondo ce ne andiamo nel niente?

La legna sta bruciando. Dapprima se ne distinguono i contorni nella luce del fuoco. Poi le forme scure del legno si fanno sempre piú incandescenti, la fiamma si riduce e i tizzoni diventano braci. Queste, infine, impallidiscono e diventano cenere.

L’incenerirsi di un corpo è la forma piú radicale di ciò che per i mortali è l’annientamento della morte. Qui, in breve tempo e sotto lo sguardo di tutti, il corpo che brucia perde ogni sua qualità. Di esso rimane soltanto la cenere; tutto il resto è diventato niente.

La maggior esattezza con cui la scienza descrive il fenomeno della combustione non muta la sostanza del discorso, perché se, per il primo principio della termodinamica, con l’incenerirsi di un corpo e addirittura di tutto il nostro pianeta, la quantità totale di energia dell’universo non varia, tuttavia quel principio afferma semplicemente la conservazione dell’energia, ma non delle forme in cui di volta in volta l’energia si realizza.

Le forme – figure, aspetti, volumi, suoni, colori e ogni altra qualità dei corpi – tutto questo, anche per quel principio della fisica, non si conserva e diventa niente quando un corpo viene bruciato. La cenere (col calore, il fumo) è appunto la nuova forma in cui esiste l’energia contenuta nel corpo inceneritosi; ma la forma che lo costituiva e per la quale esso era, ad esempio, legna, e non un animale, questa forma, anche per la scienza, con l’incenerirsi del corpo diventa niente.

Cosí, dunque, parlano i mortali, descrivendo il fenomeno della morte, quale si presenta nell’incenerirsi di un corpo.

Ma – nonostante sembri quella del buon senso – è la voce della follia.

Quando si dice che qualcosa è divenuto niente, si intende forse affermare che esso, pur essendo diventato niente, continui tuttavia ad apparire? Ad esempio, che l’esser legna della legna trasformatasi in cenere sia diventato niente e che esso continui ciò nonostante ad apparire (cioè ad essere visibile, constatabile, cosí come lo era prima di diventar niente)?

Daccapo: forse che una cosa può diventar niente e tuttavia continuare a manifestarsi nel suo essere quella cosa che essa era?

“No” risponderanno tutti: ciò che si annienta scompare nella misura in cui si annienta. In questa misura, esso esce dal novero delle cose che appaiono.

(A mezza voce, alcuni riconosceranno anche questo: che nella memoria rimane sí la traccia della legna – che in questo senso continua ad apparire anche quando è diventata cenere –, ma questa traccia, proprio perché rimane, non è la legna che è diventata un niente. La legna è morta, la sua traccia è viva. Non ci può essere memoria dei morti, cioè degli annientati.) Ma se il processo dell’annientarsi è inseparabilmente legato a quello dello scomparire – se cioè una cosa, annientandosi, esce, insieme, dal cerchio dell’apparire (ossia dal luogo luminoso in cui stanno tutte le cose che appaiono) – allora, per sapere che sorte è toccata a ciò che è uscito da quel cerchio, potremo forse rivolgerci alle cose che a tale cerchio appartengono? l’apparire di queste cose potrà forse informarci di ciò che è accaduto a quelle altre che non stanno piú in loro compagnia?

Una analogia ci consente di chiarire il senso di questa domanda.

Quando il sole tramonta, esce dalla volta del cielo e scompare allo sguardo. Che ne è di esso? che sorte gli tocca quando, sprofondando nel mare o nella terra o dietro i monti, non è piú visibile?

Queste domande ci lasciano oggi del tutto indifferenti, anche perché la teoria copernicana assicura che il moto del sole è apparente e che quindi il sole continua a esistere anche quando non è visibile.

Ma se volessimo rispondere a quella domanda unicamente sulla base di ciò che appare nella volta del cielo quando essa è stata abbandonata dal sole, che potremmo dire della sorte del sole resosi invisibile? Che potrebbe dirci, che potrebbe attestare l’apparire della notte, della luna, delle stelle e dei loro moti, intorno a ciò che è accaduto dell’astro che non abita piú con loro la volta del cielo?

Nulla!

Abbandonata dal sole, la volta del cielo tace della sorte di esso, non attesta alcunché intorno a esso.

In senso rigoroso e al di fuori di ogni metafora, le pallide luci del crepuscolo sono la cenere del tramonto del sole.

Come il crepuscolo e gli astri notturni del cielo non mostrano quale sorte sia toccata al sole che li ha abbandonati, cosí la cenere e tutto ciò che appartiene al luogo in cui è avvenuto l’incenerirsi della legna tacciono e non attestano alcunché intorno alla sorte della legna che, se si è annientata, è dovuta anche scomparire, ha dovuto cioè abbandonare la volta dell’apparire abitata da tutte le cose che appaiono.

E come per conoscere la sorte del sole dopo il tramonto occorrono delle teorie, che interpretino ciò che appare e gli attribuiscano quindi proprietà che non appaiono, cosí per conoscere la sorte della legna, che incenerendosi è uscita dall’apparire, occorrono delle teorie, che interpretino il fenomeno dell’incenerirsi e dello scomparire e lo inseriscano in categorie che aggiungono, a ciò che appare, un senso che non è attinto da ciò che appare.

Di queste teorie è supremamente dominante, presso i mortali, quella che afferma che, incenerendosi, la legna è diventata niente.

Si tratta di una teoria, e non della descrizione di un fenomeno, perché se la legna, annientandosi, esce dall’apparire – se, diventata niente, essa non appare nemmeno piú –, allora, che essa sia diventata niente non è qualcosa che possa essere attestato dall’apparire da cui la legna, incenerendosi, è uscita.

Non è il fenomeno dell’incenerirsi, non è l’apparire delle cose ad attestare che cosa abbia avuto in sorte la legna scomparendo: è la teoria suprema dei mortali che, interpretando l’incenerirsi della legna, afferma che essa è diventata niente, le dà in sorte il niente.

È questa suprema teoria a intendere il fenomeno della morte come annientamento. Ed è ancora essa a non riconoscersi come teoria e a presentare il proprio contenuto come qualcosa che appare, cioè come osservabile, constatabile, manifesto, cioè come fenomeno.

La legna sta bruciando. Dapprima appaiono i suoi contorni nella luce del fuoco; poi essi scompaiono e appare l’incandescenza delle braci; a sua volta, poi, questa incandescenza scompare e appare la cenere.

La legna spenta, la legna accesa, le braci, la cenere e il vento che la disperde si sono avvicendati nel cerchio luminoso dell’apparire. Al subentrare di ognuno di questi eventi, il precedente esce dall’apparire. Il cerchio dell’apparire non attesta che la legna si trasforma in cenere: appunto perché non attesta che la legna si annienta come legna. Per “trasformarsi”, o “diventare” cenere è infatti necessario che la legna si annienti come legna. Ma se l’annientamento della legna non appare, non può apparire nemmeno il suo “diventare” cenere.

All’interno di quel cerchio, la cenere non è la sorte toccata alla legna; essa non grida, ma tace la sorte della legna. In quel cerchio, la legna non diventa cenere, cosí come gli uomini non diventano polvere: la cenere è il successore della legna; la polvere dell’uomo. Ma l’annientamento di ciò che muore non appare.

Alle teorie resta dunque affidato il compito di stabilire a quale sorte va incontro ciò che esce dal cerchio delle cose che appaiono.

Questo risultato è decisivo.

Nei miei scritti si mostra – e ne hanno dato un cenno anche le pagine precedenti – che la follia essenziale si esprime nella persuasione che le cose escono e ritornano nel niente. Il mortale è appunto questa volontà che le cose siano un oscillare tra l’essere e il niente.

Al di fuori della follia essenziale, di tutte le cose è necessario dire che è impossibile che non siano, cioè è necessario affermare che tutte – dalle piú umili e umbratili alle piú nobili e grandi – tutte sono eterne. Tutte, e non solo un dio, privilegiato rispetto a esse.

Se questo discorso viene equivocato oltre un certo limite, si può allora pensare che il vero folle è chi questo discorso propone, giacché esso sembra smentito nel modo piú perentorio dal divenire del mondo.

Ebbene, proprio questo si è qui incominciato a chiarire: che se il divenire del mondo è inteso come l’annientamento delle cose, allora il divenire non appare: l’apparire del mondo (l’“esperienza”) non smentisce il discorso affermante l’eternità del tutto; e dunque se in questa affermazione si volesse per forza trovare la follia, essa andrebbe cercata altrove che nella presunta contraddizione tra questa affermazione e ciò che resta attestato dall’apparire del mondo.

Intanto, se il divenire non appare come annientamento, ma come l’entrare e l’uscire delle cose dal cerchio dell’apparire, allora l’affermazione dell’eternità del tutto stabilisce la sorte di ciò che scompare: esso continua a esistere, eterno, come un sole dopo il tramonto.

Non solo la legna fiammeggiante, le braci, la cenere, il vento che la disperde sono eterni astri dell’essere che si succedono nel cerchio dell’apparire, ma anche tutte le fasi dell’albero che, “nella valle ove fresca era la fonte / ed il giovane verde dei cespugli / giocava al fianco delle calme rocce / e l’etere tra i rami traluceva / e quando intorno i fiori traboccavano” (Hölderlin), hanno preceduto la legna tagliata per il fuoco.

Quando gli astri dell’essere escono dal cerchio dell’apparire, il destino della verità li ha già raggiunti e impedisce loro di diventare niente.

Appunto per questo essi – tutti – possono ritornare.

Severino,La strada, Rizzoli, Milano, 1983, pagg. 101-107

Umberto Galimberti, A proposito di no vax: se avessimo studiato filosofia e frequentato un po’ di cultura scientifica non rifiuteremmo il vaccino, In D – La Repubblica 18 settembre 2021

“L’universo speculativo di Severino mi ha sempre evocato una biforcazione visionaria alle origini della cultura occidentale …, in Giuseppe Pontiggia, L’isola volante, Mondadori, 1996, pag. 231

L’universo speculativo di Severino mi ha sempre evocato una biforcazione visionaria alle origini della cultura occidentale: da un lato la direzione della nostra storia, dominata dalla follia del nichilismo, che identifica l’essere con il divenire, e asservita al trionfo della tecnica, che si esprime come volontà di potenza sul mondo; dall’altro una direzione ipotetica, percorribile solo attraverso il ripudio della tradizione e il ritorno a Parmenide che affermava l’immutabilità eterna dell’essere e l’apparenza del divenire.

In Giuseppe Pontiggia, L’isola volante, Mondadori, 1996, pag. 231

“Mentre leggevo Oltre il linguaggio di Emanuele Severino, pubblicato da Adelphi (1992), riflettevo che dei testi filosofici sarebbe interessante analizzare, insieme con la trama delle idee, le sensazioni che suscitano …, in Giuseppe Pontiggia, L’isola volante, Mondadori, 1996, pag. 229

Mentre leggevo Oltre il linguaggio di Emanuele Severino, pubblicato da Adelphi (1992), riflettevo che dei testi filosofici sarebbe interessante analizzare, insieme con la trama delle idee, le sensazioni che suscitano.

Non credo si cadrebbe il un impressionismo arbitrario. Ogni volta che un uomo dice con precisione – al di là di quello che pensa – quello che veramente e magari paradossalmente sente, provoca negli altri un interesse non meno intenso del suo. E compie un passo ulteriore verso quella verità occulta che viene spesso elusa dalla sincerità immediata.

In Giuseppe Pontiggia, L’isola volante, Mondadori, 1996, pag. 229

La follia dell’esistere, Intervista a Emanuele Severino a cura di Vera Slepoj, Riza psicosomatica n. 74, aprile 1987

Avatar di Paolo FerrarioIl pensiero di EMANUELE SEVERINO, a cura di Vasco Ursini (1936 - 2023)

La follia dell’esistere
Intervista a Emanuele Severino a cura di Vera Slepoj, Riza psicosomatica n. 74, aprile 1987
Com’è diventato filosofo?
Ho sentito parlare per la prima volta di filosofia da mio fratello che era normalista all’università di Pisa, io e mio fratello avevamo otto anni di differenza, lui era del ’21; io del 29; morì nel ’41 durante la guerra, che aveva appena vent’anni. Mio fratello studiava lettere, ma ogni studente che andasse a Pisa era influenzato dal pensiero di Giovanni Gentile. Quindi, per me, il primo filosofo, il primo contatto fu con Gentile. Mio fratello era in contatto con i filosofi di quel tempo, Ruiz, Calogero e altri che conobbi quando avevo 12 anni. A quel tempo studiavo dai Gesuiti qui a Brescia e per l’ambiente di Pisa era come una boccata d’aria. Diciamo che mio fratello fu il tramite e fece sì che leggessi La logica di…

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Leonardo MESSINESE, Nel castello di EMANUELE SEVERINO, Inschibollet edizioni, 2021, pagine 197. INDICE del libro

Leonardo MESSINESE, Nel castello di EMANUELE SEVERINO, Inschibollet edizioni, 2021, pagine 197. Recensione di Giancristiano Desiderio

“Giovanni Semerano e la dicotomia indoeuropeisti-semitisti” di Giuseppe Ieropoli | Letture.org

Dott. Giuseppe Ieropoli, Lei è autore del libro Giovanni Semerano e la dicotomia indoeuropeisti-semitisti pubblicato da La Finestra Editrice: quale importanza riveste la prospettiva storico-linguistica indicata da Giovanni Semerano?

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“Giovanni Semerano e la dicotomia indoeuropeisti-semitisti” di Giuseppe Ieropoli | Letture.org

omaggio (in Petit 11)

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Emanuele

lo suggerì:

è il ricordo

ciò che ci renderà

eterni.

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Mattina: raggio di sole sui libri di EMANUELE SEVERINO, maggio 2021

VASCO URSINI, Una filosofia per il tempo che viviamo, Edizioni Nuova Prhomos, 180 pagine, 2021, INDICE del libro – dal blog Il pensiero di Emanuele Severino nella sua “regale solitudine” rispetto all’intero pensiero contemporaneo

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Sito della casa editrice:

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IL SAGGIO, IN ENTRAMBE LE MODALITA’ SARA’ RICEVUTO DALL’ACQUIRENTE IN 24 ORE

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Emanuele Severino, Oltre la cenere. L’albero, la legna , il fuoco: eternità delle cose, in Corriere della Sera, 14 agosto, 1980

Emanuele Severino, Oltre la cenere. L’albero, la legna , il fuoco: eternità delle cose, in Corriere della Sera, 14 agosto, 1980

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Emanuele Severino, Oltre la cenere. L’albero, la legna , il fuoco: eternità delle cose, in Corriere della Sera, 14 agosto, 1980 – Il pensiero di Emanuele Severino nella sua “regale solitudine” rispetto all’intero pensiero contemporaneo

THAUMA: l’analisi etimologica di EMANUELE SEVERINO

FONTI DI STUDIO:

Emanuele Severino, Il giogo. Alle origini della ragione: Eschilo, Adelphi, 1989

Emanuele SEVERINO, Il futuro della filosofia, con scritti di: Riccardo Rita; Luigi Lentini; Mario Ruggenini; Umberto Galimberti; Luigi Tarca, Curcio editore, gennaio 2021. Indice del Libro – da Il pensiero di Emanuele Severino nella sua “regale solitudine” rispetto all’intero pensiero contemporaneo

Emanuele SEVERINO, Il futuro della filosofia, con scritti di: Riccardo Rita; Luigi Lentini; Mario Ruggenini; Umberto Galimberti; Luigi Tarca, Curcio editore, gennaio 2021. Indice del Libro

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Emanuele SEVERINO, Il futuro della filosofia, con scritti di: Riccardo Rita; Luigi Lentini; Mario Ruggenini; Umberto Galimberti; Luigi Tarca, Curcio editore, gennaio 2021. Indice del Libro – Il pensiero di Emanuele Severino nella sua “regale solitudine” rispetto all’intero pensiero contemporaneo

gatta LUNA guarda la LEGNA e la CENERE

Emanuele Severino, I miei morti, video

omaggio (in Petit 11): Emanuele lo suggerì: è il ricordo ciò che ci renderà eterni. – lescritteriate

Emanuele lo suggerì: è il ricordo ciò che ci renderà eterni.

omaggio (in Petit 11) – lescritteriate

Un ritratto di EMANUELE SEVERINO, di Lucia Pessoiana, 16 gennaio 2021

SEVERINO Emanuele, Il dito e la luna. Riflessioni su filosofia, fede e politica, a cura della Redazione Cultura, Corriere della Sera, 2021. Indice del libro. Ripubblicato da Solferino editore nel 2022

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Emanuele SEVERINO, Il dito e la luna, in uscita con il Corriere della Sera il 15 gennaio 2021

Noi assistiamo alla morte altrui, non ci è dato di assistere alla nostra! … , Emanuele Severino

Noi assistiamo alla morte altrui, non ci è dato di assistere alla nostra! Noi siamo eterni, non siamo un diventare altro. Siamo destinati a un ritorno. Noi siamo già da sempre oltre la vita, più che vita.” (Emanuele Severino, filosofo)

Emanuele Severino e la tecnica: alcune riflessioni dal punto di vista della teoria economica – di Gianluigi Coppola in Menabò di Etica ed Economia

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Parmenide – Storia della Filosofia (Emanuele Severino) – video YouTube

via (148) 8. Parmenide – Storia della Filosofia (Emanuele Severino) – YouTube

Emanuele Severino, La potenza dell’errare, in Dieci libri per affrontare la quarantena | L’ Intellettuale Dissidente

Emanuele Severino, La potenza dell’errare

Severino è stato uno dei pochissimi maestri del pensiero che l’Italia recente ci ha regalato. La sua produzione filosofica è pubblicata da Adelphi, mentre per Rizzoli sono apparsi i saggi divulgativi.

A questi ultimi appartiene La potenza dell’errare, quindi niente paura: anche chi è digiuno di filosofia può farcela. Sottotitolato Sulla storia dell’Occidente, che per Severino è storia del nichilismo, la “suprema follia”, ossia “la persuasione che le cose siano nulla, e il viverle come un nulla”, questo libro mostra come lo scambio delle parti, cioè il rovesciamento del mezzo in scopo, sia caratteristico della storia occidentale.

Allora tutte le ideologie – incluse le religioni, la democrazia, il capitalismo – che si servono della tecnica, sono destinate a perire perché la tecnica stessa da mezzo diventa scopo, ovvero nient’altro che l’aumento indefinito della potenza. Banalizzando, il nostro futuro sarà un fare per fare.

Leggere Severino per credere.

da

Dieci libri per affrontare la quarantena | L’ Intellettuale Dissidente

Emanuele Severino: “Per tecnica intendo …”, in Etica ed economia, Ethics in Economic Life, Innsbruck University press, 2009 (citata in Nicoletta CUSANO, Emanuele Severino. Oltre il nichilismo, Morcelliana, 2011, p. 418/419

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citazioni da:

NICOLETTA CUSANO, Emanuele Severino. Oltre il nichilismo, Morcelliana, 2011, p. 540. Indice del libro

“Emanuele Severino si rivolge al significato «ente» con il rigore e la radicalità della filosofia teoretica, che non accetta presupposti ingiustificati, e ne mette in luce il tratto fondamentale: essere ente significa essere un certo «esser-sé» “, citazione da Emanuele Severino. La lezione infinita, articolo di Nicoletta Cusano, in Corriere della Sera, 17 febbraio 2020

….

Cosa ha scoperto Severino? Un significato rivoluzionario di «ente». E in cosa consisterebbe questa rivoluzionarietà?

Severino si rivolge al significato «ente» con il rigore e la radicalità della filosofia teoretica, che non accetta presupposti ingiustificati, e ne mette in luce il tratto fondamentale:

essere ente significa essere un certo «esser-sé»: la penna è penna, la carta è carta, eccetera.

Ma cos’è e cosa significa «esser sé»? — chiede Severino.

Con le sue parole: «Esser sé è insieme il proprio non essere altro».

Esempio: penna è penna in quanto è insieme non foglio, non tavolo, non cielo e non-niente. Se non si tenesse fermo questo, non vi sarebbe alcuna penna. Non la si potrebbe nemmeno pensare e dire.

Severino non sta dicendo nulla che la filosofia non sappia; sta solo richiamando l’attenzione su un tratto essenziale dell’ente.

Quando si dice «carta» non si dice cenere ovvero si dice già non-cenere. Ecco il rilievo di Severino: cosa succede quando si dice che la carta (bruciata) è (diventata) cenere? Si dice che la non-cenere è cenere.

Il dire (il pensare) entra immediatamente in contraddizione con sé stesso:crede di dire qualcosa, ma non dice niente .

Perché?

Perché rende impossibile il soggetto e il predicato dell’affermazione.

Toglie loro senso. Come se chi parla dicesse: Garibaldi, che è Pinocchio, è Napoleone.

Da qui l’affermazione di Severino che la storia della filosofia è stata «storia della follia». Volontà dell’impossibile. Certo, anche la volontà dell’impossibile esiste, non è niente; ma non è quello che crede di essere.

 

Il nucleo del pensiero severiniano è dunque semplicemente questo:

appare immediatamente che l’esser sé è insieme il proprio non essere altro.

Da ciò si deduce l’impossibilità che una qualsiasi cosa possa diventare altro da sé (trasformarsi, nascere e morire) e che dunque ogni cosa sia eterna.

in

Emanuele Severino. La lezione infinita, articolo di Nicoletta Cusano, in Corriere della Sera, 17 febbraio 2020

“Sulla scacchiera logica vi sono tre possibili alternative: 1. esistono enti eterni e divenienti; 2. esistono solo enti divenienti; 3. esistono solo enti eterni. La mossa filosofica di Severino è l’ultima “, citazione da Emanuele Severino. La lezione infinita, citazione da un articolo di Nicoletta Cusano, in Corriere della Sera, 17 febbraio 2020

Se considerata sotto il profilo storico, la riflessione di Severino è affermazione della via logicamente mancante al cammino della filosofia.

Sulla scacchiera logica vi sono infatti tre possibili alternative:

1. esistono enti eterni e divenienti;

2. esistono solo enti divenienti;

3. esistono solo enti eterni.

La mossa filosofica di Severino è l’ultima. Qui l’eterno ha un senso completamente nuovo, perché non coesiste con il diveniente: è affermato sulla base dell’impossibilità del diveniente.

da

Emanuele Severino. La lezione infinita, articolo di Nicoletta Cusano, in Corriere della Sera, 17 febbraio 2020

Emanuele Severino. La lezione infinita, articolo di Nicoletta Cusano, in Corriere della Sera, 17 febbraio 2020

vai a

Emanuele Severino, la lezione infinita – Corriere.it

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Roberta DE MONTICELLI, Lettera a Emanuele SEVERINO Intorno a una – eterna – lezione, in Il Mulino 24 gennaio 202

Avatar di Paolo FerrarioIl pensiero di EMANUELE SEVERINO, a cura di Vasco Ursini (1936 - 2023)

Caro professore,

se l’essere nella Gioia, come spero, le consente di ricevere qualche lettera senza che la Gioia sia interrotta dalla noia di leggerla, lasci pure che questa mia si depositi come foglia, soffio, ombra, umana illusione, fiato di voce o scintillio d’inchiostro là dove i più fra noi, tardi di mente e innamorati del visibile, stoltamente dimorano: nel Cerchio dell’Apparenza.

Non turberà l’eternità dell’esser suo, caro professore, questo cicaleccìo di una collega invisibile, sì, proprio quella dell’aula accanto, quella del giovedì. O forse era martedì? Che cosa conta, e chissà mai perché poi avevamo quest’abitudine di onorare gli orari di lezione, questa conformistica, veramente illogica acquiescenza alla misurazione di ciò che non esiste, il tempo.

Lei poi arrivava puntualissimo, molto più di me. Ben me ne accorgevo ogni volta che la folla dei suoi allievi in festosa attesa faceva barriera davanti a tutte le porte dello stretto corridoio su…

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In memoria di Emanuele Severino, video lezione di Paolo Dai Prà, 27 gen 2020

Emanuele Severino: l’ultimo parmenideo, video lezione di Matteo Saudino/Barbasophia, 26 gen 2020

Quando Emanuele Severino disse: «Avvicinarsi alla morte è avvicinarsi alla Gioia» – in Vita.it, 21/01/2020

”  Si teme la morte perché la si confonde con l’agonia, con la sofferenza che sono fenomeni della vita.

Ma dopo l’agonia che cosa c’è? Ecco dunque il problema della morte. La nostra cultura concepisce la morte come annientamento.

Ma è davvero così? O la morte, piuttosto, è un proseguire infinito oltre il dolore che caratterizza la nostra vita?

Quando mi chiedono se ho paura della morte o perché la guardo con serenità rispondo che l’Occidente crede che morire sia andare verso il nulla. Dobbiamo capire che questo che crediamo un andare nel nulla è, in verità, lo scomparire degli Eterni.

Quando la legna diventa cenere, crediamo si annienti la legna e nasca la cenere. Ma se sappiamo guardare a fondo, vediamo lo scomparire progressivo di singoli eventi (la legna che brucia, poi che brucia un po’ meno, la cenere che compare…): la morte ci appare nella forma dell’agonia, morire è il progressivo scomparire degli Eterni che escono dal cerchio dell’apparire.

Ma l’uomo è destinato alla Gioia.

Ecco il tema della Gioia. Gioia, il superamento di tutte le contraddizioni che attraversano la nostra vita.

Viviamo nella contraddizione, ma esiste un luogo in cui ogni contraddizione è oltrepassata? E noi, che cosa siamo, rispetto alla totalità di quel luogo? Quel luogo non è, forse, ciò che realmente siamo? La risposta è “sì, siamo quel luogo”.

Un luogo che chiamo Gioia. Gioia non è la felicità, che è sempre una volontà soddisfatta. La Gioia, invece, è infinitamente più alta. Non è volontà, ma eliminazione di ogni contraddizione.

Ecco perché avvicinarsi alla morte è avvicinarsi alla Gioia.

vai a  Quando Emanuele Severino disse: «Avvicinarsi alla morte è avvicinarsi alla Gioia» (21/01/2020) – Vita.it


Emanuele Severino: PARMENIDE, 2 video a cura di Logos e Pathos

Katia Trinca Colonel RICORDA i passaggi a COMO del pensatore EMANUELE SEVERINO (1929-2020), in Corriere di Como, allegato locale del Corriere della Sera, 25 gennaio 2020

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Katia Trinca Colonel

si è laureata in Filosofia all’Università Statale di Milano e si è specializzata in counseling filosofico presso l’Istituto superiore di ricerca e formazione in filosofia, psicologia e psichiatria – ISFiPP – di Torino.

È giornalista culturale per il quotidiano Corriere di Como, allegato locale del Corriere della Sera.

Da sei anni tiene laboratori di filosofia nel Carcere del Bassone di Como e si adopera per la divulgazione della giustizia riparativa.

via Il pensiero di Emanuele Severino nella sua “regale solitudine” rispetto all’intero pensiero contemporaneo – a cura di Vasco Ursini, autore di: Il dilemma verità dell’essere o nichilismo?

Biblioteca: LIBRI di EMANUELE SEVERINO (1929-2020)

qui la lista dei LIBRI di EMANUELE SEVERINO

https://emanueleseverino.com/category/libri-di-emanuele-severino/

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Umberto Galimberti, allievo di Emanuele Severino, in ricordo del grande filosofo appena scomparso, Milano, Casa della Cultura 22 gennaio 2020

per EMANUELE SEVERINO (1929-2020): la poesia di Massimo Cacciari, in La Repubblica, 22 gennaio 2020

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E’ morto il filosofo Emanuele Severino (1929-2020)

Avatar di Paolo FerrarioIl pensiero di EMANUELE SEVERINO, a cura di Vasco Ursini (1936 - 2023)

Addio al filosofo Emanuele Severino: nato il 26 febbraio 1929 a Brescia.

È scomparso il 17 gennaio scorso

vai a:

https://tinyurl.com/sfmulj7

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STORIA DEL PENSIERO OCCIDENTALE: IL PENSIERO ANTICO. Volume 1°: DALLE ORIGINI DELLA FILOSOFIA A PLATONE, a cura di Emanuele Severino, Mondadori editore, 2019. Indice del libro

Emanuele Severino, Siamo re che si credono mendicanti, in Remo Bodei, Roberta De Monticelli, Giovanni Reale, Aldo Schiavone, Emanuele Severino, Vito Mancuso, CHE COSA VUOL DIRE MORIRE, a cura di Daniela Monti, Einaudi, 2010, pagg. 135-164. Indice del libro

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alle radici della parola DESTINO

de-stino: significa lo ‘stare innegabile’ dell’essere.

Il termine deve essere inteso in senso etimologico:

il de– non ha significato depotenziante ma potenziante (Severino richiama il caso del verbo latino ‘de-amo’ che significa “amare più intensamente”);

stino‘ deriva (come ‘epi-steme’) dal corrispondente verbo greco che significa ‘stare’.

Il de-stino è lo stare innegabile ed eterno che ‘sta e non cede’ (‘ne-cedo) alla propria negazione.

Emanuele Severino, I PRESOCRATICI, lezione da Il caffè filosofico/la Nascita della Filosofia, Digital edizioni, 2017. AUDIO lezione

ASCOLTA L’AUDIO LEZIONE

https://tinyurl.com/y2ahqpw5

 


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vedi anche

EMANUELE SEVERINO racconta i PRESOCRATICI e la NASCITA DELLA FILOSOFIA, La Repubblica editore, 2019. Indice del libro